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Da Garibaldi a Che Guevara. Storie della mia famiglia
Protagonista di queste pagine è la famiglia siciliana Mortillaro, molto nota a Palermo per un passato imprenditoriale di successo nelle aziende dei Florio, e per la vicinanza con autorevoli intellettuali, fra cui il filosofo Giovanni Gentile. Alla fine dell'Ottocento alcuni membri della famiglia emigrarono in Argentina, diventando attivi sostenitori delle lotte per la democrazia, ed ebbero modo di conoscere i protagonisti della tormentata storia sudamericana, fra cui Ernesto Che Guevara. Beatrice Mortillaro ripercorre i momenti cardine di questo percorso familiare, dalla rivolta garibaldina della Gancia nell'aprile 1860 - che vide protagonisti i suoi avi - all'orrore del secondo conflitto mondiale, per passare poi alla ricerca dei parenti argentini. Le loro vicende private e soprattutto l'indagine sulla tragica vicenda di uno di loro, desaparecido durante la dittatura di Videla, conquistano il lettore attraverso le testimonianze appassionate dei Mortillaro di Argentina e di Cuba. In un avvincente susseguirsi di vicende storiche e di personaggi leggendari, Beatrice Mortillaro, esponente del ramo della famiglia rimasto in Sicilia, condivide la scoperta della sua seconda patria, l'America latina, di una famiglia lontana che è insieme uguale e differente, con cui ha in comune un corredo di valori senza confini, né di luogo né di tempo. Prefazione di Daniele Pompejano. -
Le caramelle di Iman
Tra deserto e pietre, una pattuglia di Volenterosi - così si chiamano, così si fanno chiamare - salta in aria a seguito di un attentato. Solo uno si salva. Jack. Keith. Antonio. A volte il nome è uno, a volte è un altro, cambia poco. Lui perde le gambe e una mano. La fabbrica si mette in moto e JackKeithAntonio diventa un eroe. Ma c'è qualcosa che le tv non dicono. Quello che è successo prima di quello scoppio. Quello che è successo in una casa - una qualsiasi che non deve essere fatto sapere a mogli, fidanzate, sorelle, fratelli, genitori, patrioti che seguono le gesta dei Volenterosi a migliaia di chilometri di distanza. Eccidio. Stupro. Massacro. Tutte cose che non si addicono a un eroe. Iman e Hussein hanno conosciuto JKA quando ancora la medaglia degli eroi non aveva preso posto sul suo petto. Ma in quindici anni le medaglie vanno e vengono, le stagioni degli eroi si rinnovano, come accade in ogni showbiz che si rispetti, e JKA ha terminato la sua stagione. Ora dovrà confrontarsi con ciò che crede di essersi lasciato alle spalle, con ciò che Iman e Hussein sono diventati nel frattempo: non più due bambini ingenui, pronti ad accogliere in buona fede ogni Volenteroso come un nuovo amico, ma consapevoli di ciò è successo e potrebbe ancora succedere in una terra qualsiasi, tra deserto e pietre. -
Testimonianze partigiane. I siciliani nella lotta di Liberazione
"Testimonianze partigiane. I siciliani nella lotta di Liberazione"""" è il frutto di un lavoro decennale di ricerca condotto da Angelo Sicilia e raccoglie le voci di oltre sessanta siciliani che hanno partecipato alla lotta di Liberazione, nel periodo compreso tra il settembre 1943 e il maggio 1945. Se è vero che per ragioni storiche in Sicilia non ci fu il tempo di organizzare la resistenza armata all'invasore nazifascista, è anche vero che il contributo dei siciliani fu molto corposo. Le testimonianze raccolte sono frammenti di vita eccezionali di uomini e donne siciliani, attraverso le quali viene ricostruito uno dei capitoli più amari della storia del Paese, illuminato solo dal coraggio e dalla tempra dei protagonisti. Il libro si muove attraverso i momenti più significativi della storia partigiana: la prima fase di presa di coscienza antifascista; la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943; l'armistizio di Badoglio l'8 settembre 1943 e lo sbandamento degli italiani, per passare al massacro della Divisione Acqui, alla vicenda degli Internati Militari Italiani, alle torture che molti di loro superarono, alle fucilazioni in cui altri purtroppo persero la vita. Memorie vivide e collettive, che arrivano dal passato per parlare al presente, ad oggi, anno 2015, nel 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Prefazione di Ottavio Terranova." -
La commedia di Marineo. Prosimetro a tinte gialle
"Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai"""" ... """"a Castropietro"""", Volete sapere cosa c'entra Dante con il siculo paesucolo in cui operano l'ispettore Marineo e la sua scalcagnata banda di compari? Prima una domanda: è possibile che due autori nati e vissuti a sette secoli di distanza uniscano le loro forze per scrivere assieme? È possibile, se quello che nasce dopo è Ioan Viborg. Infatti, quest'ultimo ha resuscitato e affiancato l'Alighieri per dar vita a una rarissima, direi unica, forma stilistica: il prosimetro a tinte gialle (l'acqua ch'io prendo già mai non si corse). Tuffatevi in quest'avventura che, vi assicuro, non è usuale. Troverete un paio di omicidi, di cui uno avvenuto con la spada di un pupo siciliano, e una truffa studiata ad arte, oltre che un' uscita dal coma alquanto singolare, il tutto condito con versi sublimi e imperituri, intervallati da performance poetiche da fucilazione." -
Le mie signore di Sumpetar. Cronaca di volontariato nei campi profughi della ex Jugoslavia
In ""Le mie signore di Sumpetar. Cronaca di volontariato nei campi profughi della ex Jugoslavia"""" Gabriella Ebano ripercorre la sua personale esperienza di volontariato, durante la guerra nella ex Jugoslavia, per un progetto internazionale di solidarietà in alcuni campi profughi dove erano costretti a vivere donne, bambini, anziani, tanti fuggiti dalla Bosnia, territorio in cui il terribile e sanguinoso conflitto stava causando morti e tragedie. Una realtà sofferta ma formativa, vissuta per lunghi periodi del 1994, che scuote la vita di una donna alle prese con crisi di coscienza e dubbi sul da farsi, sostenuta nei momenti decisivi dai consigli di Alexander Langer e Gianni Minà, dalle poesie di Tagore, dalla musica di Mozart e Battiato Un serrato racconto in prima persona, con la cronaca in diretta di quei difficili giorni, raccolta in un """"diario di bordo"""" carico di suggestioni, tra scritti personali e annotazioni che parlano di profonde lacerazioni tra i volontari, della cattiva gestione del progetto da parte delle associazioni che ne avrebbero dovuto garantire la riuscita. """"Le mie signore di Sumpetar. Cronaca di volontariato nei campi profughi della ex Jugoslavia"""" è anche la storia di un ritorno che porta la protagonista a ripercorrere, dopo venti anni, un lungo itinerario: da Mostar a Sarajevo, tra turismo e memorie del passato, a Srebrenica, tra paesaggi da cartolina e il tragico genocidio. Prefazione di Lorenzo Barbera."" -
La città dell'uomo. Una dichiarazione sulla democrazia mondiale
Per la prima volta in Italia un insieme di testi contro il totalitarismo scritti da nomi del calibro di Thomas Mann, Giuseppe Antonio Borgese, Gaetano Salvemini e Hermann Broch. Di fronte al rapido e dilagante diffondersi di sistemi totalitari nazi-fascisti, che assediano militarmente l'Europa, incantano le masse con la loro ideologia distopica, pseudo democratica, di matrice prevalentemente filosofico-letteraria oltre che mitica, The City of Man è la risposta antitotalitaria, euro-americana, di personalità di spicco del mondo della cultura del Novecento che non si limitano a osservare da lontano il collasso dell'Europa e lo svilimento del principio democratico, ma che progettano dal loro esilio americano un nuovo modello liberale, in cui la democrazia torni a essere un valore a tutela e salvaguardia dei diritti e della dignità dell'uomo in tutta la sua diversità. -
Onde in sequenza
Tredici racconti, tredici personaggi ma una sola protagonista: Palermo. Città amata e odiata allo stesso tempo - raccontata in modo a tratti malinconico e poco edificante, ma sempre autentico e mai banale - per le cui vie si muovono i diversi personaggi riflettendo sulla loro esistenza e sui luoghi in cui trascorrono la maggior parte delle loro giornate e della loro vita (un bar, una strada, un ufficio). Personaggi eterogenei - tra i quali spesso si mescola l'autore stesso, alternando nella narrazione l'uso della prima e della terza persona - ma accomunati da un rapporto conflittuale con questi luoghi, spesso percepiti come soffocanti e limitanti. Storie vive, storie vere, non sempre a lieto fine. Canino racconta l'amicizia, la morte, la sensibilità e le mille sfumature di ogni emozione umana. Lontano dall'essere un'analisi ragionata e sistematica della società, il tono è piuttosto quello di un reflusso emotivo, viscerale che genera una narrazione dal ritmo altalenante, ora sostenuto ora più rilassato proprio come le onde del mare sul bagnasciuga, riferimento costante all'interno dei racconti dell'autore. -
Lisca Bianca e il giro dei mari in barca a vela
Tre giovani apprendisti marinai partono insieme ai loro genitori per compiere il giro del mondo in barca a vela a bordo della mitica Lisca Bianca. Ad accompagnarli in questo affascinante viaggio attraverso i mari c'è anche Peppino, il loro fedele pappagallo di casa. Lungo il viaggio impareranno a governare la barca, mentre crescerà in loro il desiderio di avventura e di amore per il mare e per tutti i suoi abitanti. Dopo la prima tappa alle isole Eolie, sfideranno gli oceani, attraverseranno il mare dei Caraibi alla ricerca dell'immancabile tesoro, e guarderanno negli occhi le famose tartarughe giganti delle isole Galapagos! ""Lisca Bianca e il giro dei mari in barca a vela"""" è un libro per bambini e ragazzi ispirato allo straordinario viaggio intorno al mondo, compiuto a metà degli anni '80 dai coniugi Licia e Sergio Albeggiani, a bordo dell'omonima imbarcazione. Negli anni più recenti Lisca Bianca ha purtroppo subito un progressivo deterioramento, rischiando addirittura di essere demolita, ma fortunatamente nel 2013 è nato il progetto """"Lisca Bianca. Navigare nell'Inclusione"""" che intende favorire l'inclusione socio-lavorativa dei giovani in difficoltà, attraverso il restauro di questa imbarcazione, simbolo della cultura mediterranea nel mondo (liscabianca.com). Età di lettura: da 8 anni."" -
C'era una volta l'India e c'è ancora
L'India com'è sempre stata, intatta nei millenni, e l'India moderna, a cavallo delle nuove tecnologie: due volti di un unico grande Paese, osservati con attenzione da Antonio Ortoleva, giornalista e autore di questo reportage scritto a caldo, subito dopo il suo primo incontro con il subcontinente. Un diario di viaggio nell'India del Nord, ""poco ragionato"""", messo per iscritto senza filtri né categorie interpretative, che racconta """"visioni"""" non mediate dalla mente, soprattutto non dalla mente occidentale. Da New Dehli, capitale-Stato, a Rishi-kesh, capitale mondiale dello yoga, attraverso le pagine ci si muove nello spazio ma anche indietro nel tempo, poiché l'autore ricostruisce un pezzo della storia del Paese attraverso le più importanti figure spirituali e politiche, non dimenticando i gravi episodi di sfruttamento di queste terre da parte delle potenze coloniali, prima, e delle multinazionali, poi."""" C'era una volta l'India e c'è ancora"""" suggerisce percorsi infonde profumi di spezie e di fiori cerimoniali in una modalità diversa dalla guida classica, guardando sia alla vita di tutti i giorni, sia alle premesse necessarie per comprendere un popolo che ci sorprende per il suo sorriso sereno; per un approccio alla vita che non prevede frustrazione; che considera povero - sulla scorta dell'insegnamento di Ghandi - non chi non niente, bensì chi possiede troppo e pretende sempre di più."" -
Palermo. Storie dalla città interrotta
Fra i primi anni '40 e gli '80 Palermo è una città vivacissima ma ostacolata, al contempo, da stridenti contraddizioni. Luisa Maria Leto attraversa questi quarant'anni di storia della città nel disegno di un'unica analisi, intessendo un racconto di forme d'arte e di cultura diverse, accostando episodi ben noti - le riunioni del Gruppo 63, le Settimane Intemazionali di Nuova Musica, la realizzazione del film Il Gattopardo, la nascita del Brass Group e dell'Orchestra Sinfonica Siciliana - a storie più trascurate e per questo tanto più interessanti, come quella dei molti teatri cittadini, oggi scomparsi; della rassegna ""Il Sacro nell'Arte"""", promossa dalla Chiesa; del festival musicale Pop '70, che ospitò musicisti del calibro di Duke Ellington, Aretha Franklin, i Black Sabbath. All'ambito culturale l'autrice ha affiancato anche vicende di carattere urbanistico, che richiamano a loro volta quelle di carattere sociale, come i bombardamenti del '43, la realtà mortificata di Cortile Cascino, il sacco edilizio degli anni '60, la nascita delle borgate moderne. Un ingente lavoro di ricerca cui si associano le voci degli intervistati: R. Barni, G. Bonanno, P.E. Carapezza, F. Carapezza Guttuso, M. Diacono, L. Di Giovanni, F. Flaccovio, I. Garsia, C. Lauro, S. Paladino, G. Perriera, R. Piraino, M. Roemer, G. Rotunno, S. Sciarrino, M. Scognamiglio, T. Signorini, A.M. Sollima, G. Testa. Prefazione di Corradino Mineo."" -
Il sogno negato della libertà. I Fasci siciliani e l'emancipazione dei lavoratori
Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro raccontano in queste pagine la storia tormentata ed entusiasmante dei Fasci siciliani dei lavoratori. Ricostruendo la scena politica, sociale ed economica dell'Italia post-unitaria, delineano l'emergere del conflitto sociale nell'Isola; analizzando i modi e i nodi della partecipazione della Sicilia alla costruzione dello Stato unitario italiano, svelano caratteri, difficoltà e responsabilità del processo d'integrazione nazionale e del suo esito. Ricompare così il senso storico di un'epoca che Giosuè Carducci aveva mirabilmente rappresentato distinguendo, nei suoi versi barbari, l'eroismo del Risorgimento dalle viltà dell'Italia unita. [...] Tenendo a mente la suggestiva contrapposizione carducciana, il lettore comprenderà non soltanto ""che cosa è accaduto"""" in Sicilia e in Italia alla fine degli anni Novanta dell'Ottocento ma """"perché è accaduto"""". Il saggio è accompagnato da un testo teatrale, Il dramma quotidiano degli oppressi, costruito su solide basi storiografiche, in cui gli autori riportano sulla scena il vero protagonista del movimento dei Fasci: il popolo, nella sua dimensione di soggetto collettivo [...] in carne e ossa, con le sue sfaccettature di classe: il bracciante, lo zolfataro, la donna che condivide con i propri uomini le sofferenze e l'ansia di riscatto del proletariato di Sicilia. Prefazione di Michelangelo Ingrassia."" -
Frammenti di un discorso antimafioso
"Non occorre pensare alla mafia e alla antimafia come tali, realtà a sé stanti, e poi ai linguaggi che ne parlano. Realtà e linguaggio, esistenza e significati sono una sola e medesima cosa. Sono cioè, in un solo termine, discorso, entità che racchiude, intrecciandoli di continuo, le cose e le parole, i comportamenti e i segni, le azioni e i testi. E così come Barthes sosteneva che a essere intrigante, e importante, non è l'amore ma il discorso amoroso, analogamente Caldarella sostiene che non è l'antimafia a essere di rilievo socio-culturale (e politico, giudiziario. ..) ma il discorso antimafioso. In altre parole, la perifrasi barthesiana non è una banale suggestione letteraria ma un gesto teorico molto preciso, e pertinente. Da cui la serie di frammenti che compongono, in arbitrario ordine alfabetico, il discorso dell'antimafia, insieme ibrido, ma necessario, dove, avrebbe detto sempre Barthes, tutto finisce per essere smaniosa enfasi fine a se stessa, teatro senza spettatori, burattini allo sbaraglio. """"Da cui, infine, il tono e lo stile che contraddistinguono questo libro e il suo autore: quello della satira, l'unico possibile probabilmente, in circostanze come queste, imbarazzanti e ridicole al tempo stesso. Non sappiamo se la risata che da questi frammenti potrà nascere riuscirà, se non a seppellire, quanto meno a farci dimenticare un certo numero di tristi figuri. Lo speriamo ardentemente"""". Prefazione di Gianfranco Marrone. Postfazione di Sergio Nazzaro." -
Meglio il lupo che il mafioso. Ediz. illustrata
La mafia raccontata con gli occhi e Le parole del bambini: dai ""delitti eccellenti"""" alle stragi degli anni Ottanta e Novanta; dal sacrificio dei servitori dello stato a quello di tanti altri eroi meno conosciuti; dai vecchi mafiosi, con coppole e lupare, ai """"colletti biacchi"""" di oggi. Sono loro i """"lupi"""" di cui avere paura, più. cattivi e pericolosi di quelli delle fiabe. Meglio il lupo che il mafioso è un libro-esperimento scritto tra i bacchi di scuola, al termine di un progetto di legalità della Fondazione """"Rocco Chinnici"""". Un viaggio nella memoria della società civile, per i piccoli lettori tra gli otto e i dodici anni, per genitori e insegnanti: storie, testimonianze, curiosità, con un guizzo di arte e fantasia. Età di lettura: da 8 anni."" -
Johnny va dal dentista. Con aggiornamento online
"Johnny va dal dentista"""" nasce dall'esigenza di raccontare una storia adatta a bambini e ragazzi autistici che presentano difficoltà nella lettura di un libro tradizionale. Per questo motivo la pubblicazione presenta la traduzione in PCS (Picture Communication Symbols) di Danila Lo Bello. La traduzione in PCS è accompagnata dalla scrittura alfabetica per consentire al lettore di associare visivamente il simbolo alla parola corrispondente memorizzandoli insieme. """"Johnny va dal dentista"""" è una storia che propone in maniera semplice e divertente una delle paure più comuni nei bambini (e non solo): quella del dentista. Il protagonista è un vivace cricetino bianco, goloso di ciambelle, passione che gli procura il mal di denti. La mamma, così, deve accompagnarlo dal tanto temuto dentista. La storia avrà, naturalmente, un lieto fine... e una sorpresa per Johnny. Il libro è adatto anche a bambini normodotati in età prescolare che attraverso la storia di Johnny potranno superare la paura del dentista e avvicinarsi alla lettura grazie ai simboli PCS. Sul sito dell'editore è possibile scaricare e stampare sia PCS da stampare e plastificare, sia le pagine attive su cui attaccarli e staccarli. In alternativa è possibile accedere al materiale attraverso il QR code riprodotto in copertina. Età di lettura: da 5 anni." -
L' oscurato
Nel 1987, un pittore siciliano sta allestendo la propria mostra nel monastero secentesco della Quisquina, luogo oscuro al cui interno si trova la grotta che, secondo la tradizione, avrebbe ospitato santa Rosalia durante il suo eremitaggio. Nel corso dei sopralluoghi, il pittore s'imbatte in un misterioso monaco francofono, ospite dei monastero, di cui nessuno sembra conoscere né il passato né il presente. Padre Martial Qorén si presenta taciturno e distante e agisce spesso in maniera bizzarra. La voce narrante del pittore ne racconta il soggiorno, attaccando ora l'ospite ora gli abitanti del luogo e i loro costumi contesi da sacro e profano. Nella seconda parte del romanzo ci si trova in Francia, ben altri personaggi - spacciatori e prostitute - sono protagonisti di loschi traffici, eppure ancora associati a monaci e ai loro luoghi di raccoglimento. Il romanzo è ispirato a vicende realmente accadute, che hanno portato l'autore a immaginare liberamente un legame tra un misterioso monaco francese, passato dalla Quisquina, e un possibile sodale di Paul Touvier, feroce criminale francese del collaborazionismo filo-nazista, protetto dall'alto clero oltranzista, stanato dal suo nascondiglio in un monastero di Nizza. Prefazione di Fulvio Abbate. -
Scimmie
Napoli. 1985. Tre quindicenni: Pummarò, Panzarotto e Bacchettone. Il desiderio di diventare qualcuno, di distinguersi dalla massa informe degli adolescenti di strati sociali più bassi che medi, di vivere da protagonisti, magari anche con le tasche gonfie di denaro, si traduce per i tre protagonisti in un solo modo: entrare a far parte della camorra, che soffoca la città come una coltre di catrame. Gli anni '80 a Napoli sono spaccio di eroina, prostituzione, corruzione, tutti fenomeni che stavano molto a cuore non solo a chi ne stava a capo ma anche a chi provava a vederci chiaro. A un giovane e carismatico giornalista, per esempio, che non ci mette molto a conquistarsi l'attenzione dei tre ragazzi, in particolare di Pummarò, per mostrar loro la camorra e i suoi affari da un altro punto di vista, ""Scimmie"""" è dedicato e liberamente ispirato alla figura di Giancarlo Siani e a tanti giovani che rischiano di cadere nelle reti della criminalità."" -
Cara Accademia della Crusca, ti scrivo. 101 parole siciliane suggerite da Roberto Lipari
Nel febbraio 2016 l'Accademia della Crusca ha manifestato la sua apertura verso l'utilizzo dell'aggettivo ""petaloso"""" e di un suo possibile ingresso nei dizionari italiani. Il comico siciliano Roberto Lipari ha intravisto in questo evento la possibilità di risolvere per sempre i problemi di integrazione linguistica che hanno diviso la sua terra, la Sicilia, dal resto dello Stivale. Così nasce """"Cara Accademia della Crusca, ti scrivo"""", una lettera aperta in cui si chiede di introdurre """"101 parole"""" o espressioni tipiche del dialetto siculo all'interno del vocabolario ufficiale, dando vita a un appello accorato, vibrante, spassoso e irresistibile. Chi non è siciliano non potrà mai comprendere la difficoltà nel trovare un corrispettivo italiano a parole come spacchiuso, lagnuso, camurriuso o a forme sintattiche come """"salimi il pane"""" o """"è sempre piedi piedi"""". Questo libro è un atto d'amore verso la Sicilia, divertente e utile per tutti, anche per i non siciliani, un'avventura nei meandri del siciliano, ricco di sfumature e accezioni che spesso divengono teatrali se accompagnati da mimica e gestualità."" -
Le parole del tempo perduto. Ritrovate tra le pagine di Camilleri, Sciascia, Consolo e molti altri
"Le parole del tempo perduto"""" sono quelle che oggi si sentono sempre meno, che le generazioni di quarantenni e di cinquantenni hanno avuto l'occasione di conoscere attraverso i più anziani. Sono parole solo siciliane o solo meridionali, in grado di raccontare la specificità della millenaria storia culturale della più grande isola del Mediterraneo. Di esse in questo libro si racconta la storia e 'se ne parla' giocando e ironizzando con i significati e con 'i modi di dire' nei quali vivono, così come sono documentati nel Vocabolario Siciliano di Piccitto-Tropea-Trovato. Se ne riporta l'etimo sulla base delle proposte di Alberto Varvaro, uno dei più grandi linguisti del Novecento; se ne citano, a campione, gli esempi rinvenibili nelle opere degli autori siciliani: Camilleri, Sciascia, Consolo, e ancora Grasso, Agnello Hornby, Alajmo e altri. Essendo le parole del ricordo, dell'infanzia e degli affetti, affiorano casualmente, per libere associazioni, e non potevano dunque essere presentate in un asciutto ordine alfabetico; si troveranno piuttosto in coppia, una per pagina e, se lette in orizzontale, sarà sempre possibile trovare tra loro una qualche affinità. Al lettore il compito di scoprirla o di crearne di nuove, per dare anche in questo modo una nuova 'accianza' di sopravvivenza alle parole dialettali." -
La dura memoria della Shoah
A dispetto del tempo che ci allontana sempre più da quella prima metà degli anni '40, la memoria della Shoah diviene e resta ""dura"""", come suggerisce il titolo di questo libro. Resta dura da affrontare, perché la scelleratezza dei fatti rimarrà sempre incomprensibile e inaccettabile; ma al contempo dura diviene, nella sua solidità, grazie all'impegno di storici, studiosi e insegnanti che continuano ad approfondire il momento storico e politico del nazifascismo e a respingere il negazionismo, interrogando le coscienze. La dura memoria della Shoah offre un nuovo approccio all'analisi dello sterminio del popolo ebraico e delle minoranze """"indesiderate"""", proponendo strumenti di informazione e di riflessione per uomini e donne di tutte le età. Nella prima parte, Ingrassia presenta una ricostruzione storica dettagliata, dall'origine del pregiudizio nei confronti degli ebrei fino al loro sterminio. Nella seconda, i curatori Botta e Lo Nigio presentano le voci dei sopravvissuti ai lager, che hanno incontrato personalmente; testimonianze preziose, in grado di creare un contatto ravvicinato, soprattutto con i più giovani. Nella terza parte, Cuccia propone numerosi e innovativi percorsi di didattica, inerenti allo studio della Shoah, fin dalla scuola primaria, supportando la teoria con la lettura di molti libri e film, per tutte le età."" -
Guglielmo il buono, la fatale imprudenza
Nella Sicilia arabo-normanna, re Guglielmo li detto il Buono, si presenta come il protagonista di questo romanzo, che prende le mosse proprio dalla vicenda umana, e più intima, del piccolo sovrano, che rimase orfano del padre in tenera età e divenne erede al trono del Regnum Siciliae. Attraverso vari artifici, viene trattata con occhio meticoloso l'epopea della famiglia degli Altavilla che, da semplici avventurieri mercenari quali inizialmente erano, seppero costruire uno dei più importanti Stati dello scacchiere internazionale del tempo. Il viaggio umano di Guglielmo diviene, dunque, un'occasione per ricostruire il patrimonio naturale del tempo e visitare alcuni dei monumenti più significativi del patrimonio architettonico oggi inserito nella World Heritage List dell'Unesco. Attraverso architettura ed arte vengono evidenziati i tratti peculiari di un tempo noto per il sincretismo di una società culturalmente avanzata, multietnica e plurireligiosa. Infine, con modalità tipiche dell'iperrealismo in voga negli anni '70 del secolo scorso, l'autore ha voluto manifestare la propria concezione delta Storia, offrendo alcuni omaggi sinceri verso chi, nel proprio piccolo, ha contribuito alta costruzione della storia più autentica: quella fatta di impegno e concretezza dalle persone comuni che difficilmente balzano agli onori perfino delta cronaca.