Sfoglia il Catalogo feltrinelli038
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5901-5920 di 10000 Articoli:
-
Gli esiliati
Raccolta pubblicata per la prima volta a Buenos Aires nel 1926, rappresenta un grande mosaico colorato, le cui tessere sono sapientemente collocate per offrire un risultato indipendente e insieme uniforme. Dal potente ritorno di ""Anaconda"""" al freddo e lucido uomo morto, passando per il pellegrinaggio finale degli esiliati e bevendo un po' della loro cara acquavite, si ha la sensazione di essere sospesi e intrappolati in quest'ambientazione un po' materna un po' assassina, che non risparmia nessuno. I personaggi di questi racconti hanno certamente un elemento in comune con l'uomo di ieri, di oggi e di domani."" -
Laddie John Dill. Antiquitas in luce. Catalogo della mostra (Napoli, 4 maggio-3 luglio 2017). Ediz. italiana e inglese
Un artista statunitense si misura con la tradizione classica: da questo confronto le opere e le sale del Museo Archeologico di Napoli risplendono di una nuova luce che offre una nuova visione del patrimonio scultoreo dell'antichità. -
Marta disegna ponti
Una storia che si svolge tra Alicante e Napoli, una storia vissuta soprattutto da Marta, ma anche dai suoi amici attraverso lei, dal suo amato, dai suoi ricordi, e in particolar modo da Napoli. Riccardo cerca la bellezza nei cassonetti della spazzatura; Sandro regala a Marta un acquerello raffigurante un ponte; suor Mercedes e i suoi angeli; Fabrizio, il suo amato, uno spudorato, dominatore e sfacciato, che ottiene dagli altri tutto ciò che vuole senza chiedere niente, un ragazzo che è fuggito dai problemi, l'angelo dai capelli gelatinati che odia la sua città e sua madre. E Marta, tra tutti questi diversi volti della città, che vediamo sulle terrazze di questa Napoli quotidiana, per le strade affollate dai turisti e in quelle frequentate solo dai napoletani, facendo lezione, scrivendo il suo romanzo, disegnando i ponti che l'aiuteranno ad attraversare la vita. -
L' albero della scienza
La vicenda del romanzo si snoda negli anni del definitivo collasso dell'Impero spagnolo (1898). Seguendo l'inquieto destino del protagonista Andrés Hurtado, l'autore dipinge un degradato affresco della capitale spagnola di fine Ottocento, e della società del tempo. Dietro l'insuccesso di Andrés vi è la denuncia di una più imponente perdita storica, psicologica e culturale. -
Quei ragazzi del '96
Il testo rievoca la notte del 28 giugno 1996, la notte che ha preceduto il primo Gay Pride del Sud Italia, il secondo in assoluto in Italia. Claudio Finelli ricorda quella generazione che si è battuta per i diritti del movimento LBGTI. -
I due fratelli
Con il suo usuale ritmo narrativo piacevole e vivace, Alexandre Dumas attinge a piene mani dall'immaginario fiabesco e dalla tradizione folclorica germanica per narrare l'avvincente storia di due fratelli, Wilfrid e Gottlieb, e le loro numerose avventure. Abbandonati ben presto dai loro genitori, troveranno un nuovo padre in un cacciatore che li salverà nel bosco e li alleverà poi come propri figli. Anche per i due giovani verrà il giorno in cui vorranno lasciare la casa, per viaggiare e vedere il mondo: conosceranno l'amicizia e la fedeltà, la malvagità e l'amore, e con le loro esperienze saranno capaci di rimuovere tutti quegli ostacoli che ostruiscono la vita. E quando raccoglieranno i frutti delle loro imprese, avranno infine compreso di aver raggiunto i più importanti tra i valori umani: la lealtà e la fiducia nell'altro. Età di lettura: da 12 anni. -
A casa do Barone. Villa di Donato e il borgo di Sant'Eframo vecchio. Ediz. illustrata
Casino di caccia del periodo borbonico, Villa di Donato mantiene da tre secoli inalterato il suo splendore, che rifulge non solo per la sua unicità architettonica, ma soprattutto per la sua particolare atmosfera di casa accogliente e aperta. Tre giornaliste cercano, secondo diverse prospettive, di afferrare il significato di una dimora e della famiglia che da sempre la possiede, interrogando le mitologie familiari, il tempo trascorso e quello vissuto delle generazioni passate e presenti che hanno animato le sale e il giardino della villa. A corredo dei tre saggi, numerose fotografie d'epoca danno un volto e una figura ai nomi che si rincorrono in quelle pagine. Infine nella postfazione Patrizia de Mennato rievoca le storie della sua famiglia indissolubilmente intrecciate con la storia del borgo di Sant'Eframo vecchio. -
Storie d'archivio. Un privatissimo a stampa per Anna Maria Rao
Veri e propri percorsi di apprendistato alla ricerca, le lezioni di Anna Maria Rao consentono di entrare nella ""bottega dello storico"""": storia e storiografia, fonti e metodo, critica e comparazione. Tali insegnamenti sono una consuetudine per laureandi e dottorandi. Il suo studio presso l'Università di Napoli Federico II è stata a lungo un punto di riferimento per un nutrito gruppo di giovani storiche e storici. Un luogo in cui si discuteva di libri, convegni, iniziative culturali, ma soprattutto ricerca, di risultati acquisiti dopo giorni, mesi, anni trascorsi in archivi e biblioteche. Le tredici """"storie d'archivio"""" qui raccolte rimandano allo speciale rapporto docente-discente che le autrici e gli autori hanno stabilito con lei durante la scrittura della propria tesi di dottorato."" -
Ama il vento. Una storia di calcio dalla A alla V
Età di lettura: da 7 anni. -
Iena. Diario di un partigiano dietro la Linea Gotica in Garfagnana (1944-1945)
La Resistenza in Garfagnana è stata negli ultimi anni studiata, cercando di capirne le dinamiche, le azioni e l'impatto che questa ha avuto sull'andamento del conflitto. Diverse centinaia furono i giovani che salirono ""all'alpe"""" formando piccole formazioni e bande partigiane. Tra queste le maggiori furono il Gruppo Valanga e la 1° brigata della divisione """"Garibaldi Lunense"""". Questo libro nasce intorno al diario di un ragazzo di 19 anni, Giuseppe Lazzarini """"Iena"""", che nel 1944 scelse di """"fare"""" il partigiano entrando nel battaglione """"Marco"""", passando poi in uno degli altri tre (dallo scritto non si comprende se il 2°, 3° o 4°), partecipando all'attacco delle Rocchette di fine novembre e al successivo sbandamento della formazione. Ma mentre molti dei suoi compagni scelsero di passare il fronte, lui con pochi altri rimase in Garfagnana. Iniziò un periodo di tormenti e sacrifici. Il libro è introdotto dal saggio """"I piccoli maestri. Un ritratto del movimento partigiano italiano"""" di Andrea Giannasi."" -
L'ora di Barga 2014. Antologia concorso di poesia Giovanni Pascoli
Un premio letterario dedicato a Giovanni Pascoli nato nella sua terra, tra Castelvecchio e Barga, tra le sue poesie e la gente che non ha mai smesso di amarlo. Al rifugio di Castelvecchio di Barga Giovanni Pascoli era giunto - e non a caso - il 15 ottobre 1895: infatti, in quel giorno, ricorre l'anniversario della nascita di Virgilio il grande poeta agreste latino che Pascoli riconosceva come suo maestro assoluto avendo con lui in comune la stessa sensibilità ed eguali obiettivi poetici, ispirati alla natura. Quel rifugio, da lui ribattezzato ""bicocca"""", è una vecchia villa settecentesca allora di proprietà di una nota famiglia altoborghese (certi Cardosi-Carrara) che la usava - si direbbe oggi - come seconda casa. Circondata da un po' di terra, d'orto e di selva, il poeta vi abitò in affitto dal 1895 al 1902, data in cui la fece sua con il contributo della vendita di 5 delle 13 medaglie d'oro guadagnate nei concorsi di poesia latina che si tenevano presso l'Accademia di Amsterdam."" -
Ruote di ferro
Un viaggio ferroviario tra fantasie e realtà nel corso degli ultimi decenni di una Ferrovia, concepita ancora come un settore dello Stato. Un'avventura personale dell'autore, tra persone e situazioni in qualche modo, tragico o da commedia, legate ai binari su cui rotolano, in un modo monotono, come di un segnatempo, le Ruote di Ferro dei treni; treni senza tecnologia, fatti d'immagini, di sogni, di paesaggi nel contesto d'una antica realtà lavorativa svolta come un servizio dovuto alla comunità. Il locomotore, il treno, il lavoro svolto semplici cornici al mondo attraversato dai binari; quel mondo che è, in fondo, il vero protagonista di ogni attimo vissuto. Il lungo viaggio ferroviario tra le linee toscane della tirrenica, delle tratte di Saline, Volterra, della Garfagnana, Aulla, con vecchi locomotori costruiti durante il Ventennio fascista, e nuovi treni più moderni. Tra Pisa, Lucca, Livorno, attraverso dormitori, ""maestri"""" macchinisti, baristi, mogli eroiche e pazienti, si dipana la scoperta di un paese che cambia e si trasforma. L'Italia scorre veloce, tanto veloce, da non ricordarne il profilo salutato al primo viaggio."" -
I ribelli della montagna jugoslava. Storia della divisione italiana partigiana «Garibaldi» 1943-1945
La Divisione ""Garibaldi"""", che ha operato in Jugoslavia dalla fine del 1943, fu vittima di un fatto inaudito: l'abbandono da parte del governo di Badoglio e del Re di interi reparti dell'Esercito in territorio occupato dal nemico. Per questo resistere, per quei corpi dell'Esercito, era condizione di vita. Ma resistere a chi? All'Esercito tedesco che dopo l'8 settembre 1943 aveva occupato l'Italia ormai da ex-alleato; oppure resistere ai partigiani jugoslavi che avevano conosciuto l'occupazione italiana in certi casi con la medesima ferocia dell'occupante tedesco? Fino al 2 dicembre la confusione contribuisce all'esposizione delle truppe italiane agli attacchi sia del vecchio, sia del possibile nuovo alleato. La riorganizzazione è una necessità, il dovere degli ufficiali, verso i quali si voltano gli uomini abbandonati, esposti all'incombente inverno, è di non lasciarli in piccoli gruppi contro il nemico. Necessario dunque ricostituire un corpo militare in grado di difendere se stesso e soprattutto di trovare una nuova ragione per combattere. Scelsero così questi uomini di farlo a fianco di chi lottava il nemico comune: il nazifascismo."" -
Il pratofiorito. La mia famiglia due secoli di storia
È difficile e forse impossibile dire quando e come ebbe origine la prima famiglia Giannini di S. Cassiano di Controni. L'antenato più antico rintracciato fu un certo Iacopo, il quale visse in detto paese al tempo in cui Cristoforo Colombo scopriva l'America. I colossali castagni delle selve vicine a casa, uno dei quali tanto grosso che cinque persone riescono appena ad abbracciarne il fusto, furono piantati forse da lui. Pare che gli antenati provenissero da Celle, la Villa più alta. E si troverebbero conferme in alcune ricevute rilasciate verso la metà del 1600 a Agostino Giannini di Celle, che probabilmente abitava nella primitiva casa paterna. Se ciò fosse vero, la casa originaria della famiglia sarebbe andata distrutta, perché Celle e Cerro, due altre ville che appartenevano a S. Cassiano, furono insieme travolte da una frana, nel 1784. Se gli antenati provenivano da Celle, si deve a loro, verso la fine del 1700, la costruzione dell'attuale casa a Cocolaio. A partire da questo periodo si è riusciti a ricostruire tutta la storia della famiglia, e risulta che il Sere Mariano ebbe un unico figlio di nome Giuseppe il quale sposò una vedova di Palleggio, la nonna Eufemia Lucchesi. -
Canti orfici
"È andata così, Dino. Certi animi faticano a metabolizzare l'esistenza e il suo corredo di insensatezza. Troppo spesso la sovrapposizione di simili creature al mondo produce uno stridio incessante. È giunto perciò il momento di deporre le ansie residue e di confonderti nell'indistinto. Solo ai posteri sono ravvisabili le ragioni di una tempra nomade, le sue flautate essenze. Il sogno, lo hai sperimentato, Dino, è una delle molteplici vesti che la disperazione ama esibire, è necessario abiurarlo per fagocitarne le ruvide luminescenze di cui è capace. Ma prima, una manciata d'illusioni addietro, è doveroso raccoglierne la sfida, duellare sull'altrui terreno: la mia vita tanto simile a quella corsa cieca fantastica infrenabile. Ed è ciò che hai fatto: vivere in simbiosi col sogno, con tutto il corteo di liberazione e dramma che ne deriva. Seguirti dappresso, lungo i tuoi sentieri orfici, ha generato e continua a generare un presagio di eternità, tanto vana quanto magnetica e propulsiva"""". Esce con una edizione limitata e numerata in sole 100 copie in omaggio a Dino Campana." -
Il romanzo autobiografico. «La bambina» di Francesca Duranti
Questo saggio mostra come sia possibile l'identificazione del romanzo autobiografico come Bene Culturale, muovendo da un'analisi che non va a discordare con il concetto di bene così come è definito dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ma che affianca ad esso un'altra considerazione, quella che estende il valore di Bene Culturale anche a quei beni che non sono giuridicamente e universalmente riconosciuti tali, che ne sono però intimamente legati e fondamentali per la loro conservazione. Alla descrizione dell'autobiografia come genere letterario prima e bene culturale dopo, segue una esemplificazione di ciò che si studia attraverso l'analisi approfondita del romanzo di Francesca Duranti, ""La Bambina"""", secondo una chiave di lettura volta a rintracciare i molti elementi culturali che possono essere considerati parte del patrimonio della nostra collettività. Lo studio, preceduto da una intervista rilasciata da Francesca Duranti, è il risultato di un lavoro di ricerca mirato a ricavare dalla narrazione i numerosi segni culturali racchiusi nel romanzo: dalla Storia della seconda guerra mondiale, all'arte di cui la villa di Gattaiola."" -
La balena ed altri cetacei
La raccolta di un poeta senza poesie che fa parte de La Masnasa, gruppo letterario formatosi a Cropani negli anni zero. L'alba è di un silenzio attonito che non si può sfuocare (tu rimani nel suo alveo - per viltà) ed il giorno è una processione ingiuriosa che brucia le sue candele invano. La notte è questa venerazione incontaminata questo spargersi al mondo come il primo uomo che vide la prima donna. Il resto, tutto quello che si dice di Angelo Tolomeo, è solo un agglomerato di ""blablablablabla"""". Vive a Trento. """"La balena ed altri cetacei"""" è la sua opera prima."" -
Questi fantasmi. Il primo mistero del caso Moro
La mattina del 16 marzo 1978, un testimone oculare si presentò agli inquirenti sostenendo di aver assistito all'intero svolgimento della strage di via Fani. Riferì una serie di dettagli, tra cui una diapositiva, esclusiva rispetto alla memoria visiva del resto dei passanti perché riprendeva l'ultimo frammento del rapimento. Quella rivelazione suscitò subito un gran clamore, e non fu mai posta in discussione perché ad autenticarla intervennero una sentenza della magistratura e le pagine di storia. In quella scena finale, secondo il racconto del teste più noto di tutto l'affaire, due centauri a bordo di una moto Honda gli esplosero contro una raffica di mitra. Questi due personaggi non furono mai individuati, al pari del mezzo a due ruote, e questa lacuna autorizzò molti osservatori a piazzare sulla motocicletta di tutto, da uomini dei servizi segreti a quelli della criminalità organizzata, tutti uniti sotto l'egida del complotto. Questa storia rappresenta il primo mistero del caso Moro. Ma le cose andarono veramente in quel modo? Ciò che il testimone vide, corrispose effettivamente a ciò che andò in onda? -
La mina tedesca. Il vero romanzo di Giaime Pintor
Nel settembre del '43, dopo la resa di Roma all'esercito di Hitler, il tenente Giaime Pintor, giovane intellettuale tra i più lucidi e brillanti della sua generazione, decide di impegnarsi a fondo per il riscatto dell'Italia dai tragici errori di Mussolini e della monarchia. Raggiunta Brindisi e scontratosi con l'immobilismo dei politici e dei militari capeggiati dal maresciallo Badoglio, egli sceglie di disertare e di portarsi a Napoli, appena liberata dagli Alleati, per contribuire alla formazione di un corpo di volontari battente bandiera italiana. Il fallimento di questo progetto non lo ferma, e Pintor accetta l'offerta degli inglesi di fargli riattraversare le linee insieme ad alcuni compagni per stabilire un collegamento con i primi gruppi partigiani. Ma la missione è molto rischiosa, e sulla strada del drappello c'è un campo minato. La storia esemplare di un prestigioso intellettuale che unendo in sé pensiero e azione, talento poetico e rigore morale, rinuncia ai suoi privilegi e sacrifica la sua vita per il riscatto dell'Italia in uno dei periodi più bui della sua storia. -
Diario di guerra di un caduto sul Carso. 9 ottobre 1916
Antonio Poli combatté sul Carso nella zona di Doberdò con l'89º Reggimento fanteria ""Salerno"""". Un'unità che tra il maggio del 1916 e l'ottobre del 1917, venne decimata da continui attacchi per tre volte e per tre volte venne ricostituita con nuovi rincalzi. Il nostro fante, che aveva a casa tre figli, e che l'anno prima aveva perso la moglie, salì in linea a luglio partecipando ai primi duri scontri. Fu, suo malgrado, tra i protagonisti della seconda distruzione dell'89° Reggimento, cadendo il 9 ottobre del 1916. Il Poli lasciò un diario che fortunosamente venne recuperato e riconsegnato ai famigliari da un compaesano, che aveva il ruolo di barelliere. Attraverso queste pagine, scritte in trincea con un lapis color violetto, si ha modo di poter osservare la guerra attraverso gli occhi di una persona semplice, che fa il proprio dovere, affidandosi alla Madonna e alla buona sorte.""