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The forgotten front. La resistenza a Bologna Un film di Paolo Soglia e Lorenzo K. Stanzani. DVD. Con Libro
Un documentario sulla Resistenza a Bologna, la più grande città del nord Italia sulla linea del fronte, che racconta la guerra degli Alleati dal 1943 al 1945, l'occupazione tedesca della città durante la Repubblica di Salò e naturalmente la lotta di liberazione condotta dai partigiani e dalla popolazione che li sosteneva. Realizzato con filmati d'epoca, è frutto di una laboriosa ricerca che ha permesso di recuperare materiali cinematografici e fotografici inediti da numerosi archivi italiani e internazionali, come le riprese dei bombardamenti e della liberazione realizzate dal giovanissimo cineamatore Edo Ansaloni, o la sequenza di fotografie di piazza Maggiore del 21 aprile 1945, che, da vuota, si riempie alla notizia dell'arrivo degli Alleati. Il rigore della ricostruzione è garantito dal contributo degli storici intervistati (Luca Alessandrini, Luca Baldissara, David W. Elwood, Toni Rovatti), che accompagnano lo spettatore inquadrando i fatti e collocandoli nel loro contesto storico. La colonna sonora originale di Marco Pedrazzi è eseguita dall'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna sotto la direzione di Stefano Conticello. Booklet: Saggi inediti degli storici Luca Alessandrini e Paolo Pezzino - rispettivamente sulla lotta partigiana a Bologna e sulla rappresentazione della Resistenza attraverso le immagini -, note di Lorenzo K. Stanzani sulla regia, di Paolo Soglia sugli archivi e di Marco Pedrazzi sulla colonna sonora. Extra: Bologna combat. La liberazione di Bologna vista dalla cinepresa di Edo Ansaloni (1995, 32'). -
Versi perversi di Roald Dahl. DVD. Con Libro
Immaginate che Cappuccetto Rosso e Biancaneve diventino grandi amiche, che Jack, noto a tutti per aver barattato una mucca per un fagiolo, s'innamori perdutamente della vicina di casa, Cenerentola, o che il più furbo dei tre porcellini sia diventato niente meno che un banchiere. E se il principe non fosse davvero così azzurro? E se Cappuccetto Rosso decidesse di vendicare la nonna? Il lupo, in ogni caso, ha una sua versione dei fatti da raccontare... Come l'omonimo capolavoro di Roald Dahl da cui è tratto, Versi perversi trasforma e ribalta alcune favole tradizionali e i relativi protagonisti con risvolti ironici e sorprendenti. Apprezzato e premiato (vanta anche una candidatura agli Oscar), questo gioiello dell'animazione contemporanea è realizzato dall'inglese Magic Light Pictures, la stessa che ha prodotto Il Gruffalò, Gruffalò e la sua piccolina, La strega Rossella, Bastoncino, Zog e Il topo brigante. Il gioco di rimandi e capovolgimenti di fiabe prosegue con i due cortometraggi animati inclusi nel Dvd: La volpe e il leprotto, ispirato alle favole della tradizione russa e proveniente dal Fondo Corona Cinematografica conservato presso la Cineteca di Bologna, e Sleeping Betty, rilettura surreale della Bella addormentata nel bosco. -
Monsieur Verdoux. 2 DVD. Con Libro
Nuovo restauro. Con un disco di rarità e approfondimenti e un libro con immagini e documenti inediti. È il 1947, nell'aria risuona ancora l'eco pesante dei massacri di guerra, e Chaplin presenta al mondo il suo personale gioco al massacro: Charlot è diventato Barbablù. Tra i boulevard e i giardini di una Parigi immaginaria, l'amabile viveur Henri Verdoux sposa e uccide ricche vedove, per mantenere un'idilliaca famigliola e per pulsione omicida. La sua logica è cruda, ironica, senza sbavature: quel che lui fa per iniziativa privata e correndo i propri rischi, governi ed eserciti lo fanno su grande scala e senza sanzione. Monsieur Verdoux lasciò il pubblico sconcertato, venne tacciato di comunismo nel clima isterico di una caccia alle streghe ai suoi albori, segnò l'inizio della fine dei rapporti di Chaplin con l'America. Allo stesso tempo i più grandi critici e artisti dell'epoca colsero la potenza di questo meraviglioso film allucinatorio, a cui dedicarono pagine rimaste nella storia della critica cinematografica novecentesca. -
Chaplin
Che cosa si può dire ancora di Charles S. Chaplin? Quel che ancora si può dire ce lo dice Peter von Bagh, una delle voci più originali della critica cinematografica internazionale, scomparso nel 2014. Questo libro, scritto nei suoi ultimi anni e maturato lungo una vita intera, è stato il naturale punto d'approdo d'una cinefilia colta, libera, ironica e sempre operativa (tra festival, cineteche, università, divulgazione e mestiere di regista). ""Chaplin"""" nasce da una devozione dichiarata e la espone alla luce di un'intelligenza capace di imprevedibili affondi e prodigiose sintesi, secondo uno stile di pensiero critico a cui forse non siamo più abituati. Uno studioso inimitabile si confronta con uno dei cineasti e delle figure più influenti della cultura del Novecento. Il risultato è una lettura dove si fondono sapere storico, vocazione letteraria e ricerca archivistica, dove ogni film risplende in una nuova, personale interpretazione, con speciale attenzione ai primi anni della carriera chapliniana, mai oggetto di una ricognizione così profonda."" -
Il dolce rumore della vita. Giuseppe Bertolucci tra cinema, teatro, televisione e poesia. Con documentario ""Evviva Giuseppe"" di Stefano Consiglio
La personalità artistica e professionale di Giuseppe Bertolucci ha una singolare, complessa e multiforme specificità: regista, drammaturgo, sceneggiatore, poeta, saggista tra cinema, teatro e televisione, sperimentatore di formati e supporti, di media differenti e di forme espressive plurivoche, operatore culturale, a lungo presidente della Cineteca di Bologna. Il volume ha l’obiettivo di studiare alcuni degli aspetti salienti della sua attività proponendo uno sguardo d’insieme tale da privilegiare alcuni momenti che riteniamo particolarmente significativi. Nella prima parte del libro gli studiosi coinvolti analizzano film, tematiche, figure attoriali, caratteristiche estetiche e stilistiche, con l’intento di rimisurare i vari momenti della carriera di Bertolucci e di andare oltre la prospettiva meramente autoriale, privilegiando le ibridazioni, le sperimentazioni, il sistema di scambi tra linguaggi e forme discorsive. Nella seconda parte sono raccolti ricordi e testimonianze di attori, sceneggiatori e artisti vicini a Bertolucci, che hanno collaborato ai suoi scritti e alle sue regie. Questi due diversi punti di vista contribuiscono a rendere conto della ricerca e della coerenza sperimentale di un percorso artistico estremamente rigoroso e allo stesso tempo teso a rimettersi in discussione, che ha segnato quarant’anni di storia dello spettacolo italiano. Nel DVD allegato il documentario ""Evviva Giuseppe"""" di Stefano Consiglio."" -
Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative. Catalogo della mostra (Bologna, 1 marzo-16 ottobre). Ediz. a colori
Nel 1962 Pier Paolo Pasolini dedica il suo secondo film, “Mamma Roma”, a Roberto Longhi, il professore che gli ha fatto lezione a Bologna vent’anni prima. Pasolini dichiara di essergli debitore di una ‘folgorazione figurativa’. Le immagini che Longhi proiettava in aula, i particolari delle opere di Masaccio, avevano folgorato il giovanissimo studente. Questo volume vuole condurre il lettore attraverso gli anni della formazione di Pasolini, pittore e poeta, fino ai suoi esordi cinematografici e alla sua fama di intellettuale e di regista. Ogni film di Pasolini viene rivisto con l’occhio rivolto a quelle ‘folgorazioni figurative’ della sua formazione. Attraverso il cinema Pasolini ha espresso la trasformazione antropologica dell’Italia, dal dopoguerra agli anni del neocapitalismo borghese. Ma sarebbe impossibile cogliere questa azione politica dell’immaginazione senza capire come le immagini sono diventate la forma stessa del suo pensiero. Un pensiero che trova nel cinema il luogo dove tornano a vivere le memorie di mondi infiniti e lontanissimi. Eppure tutto e nato dalle riproduzioni in bianco e nero che uno studente non ancora ventenne aveva osservato in una piccola aula di via Zamboni a Bologna. -
Il registro dell'anagrafe condominiale. Una guida completa per l'amministratore di condominio per la compilazione, il trattamento e l'aggiornamento dati
Questa edizione è aggiornata con le novità introdotte dalla Legge di stabilità del 2016. -
La disciplina giuridica del lastrico solare in condominio
Scopri le principali questioni in relazione al lastrico solare: dalla manutenzione fino al fenomeno delle infiltrazioni e il risarcimento del danno. Un lavoro volutamente agile ma allo stesso tempo ricco di contenuti, al fine di fornire un metodo semplice per individuare le soluzioni da applicare in materia di ""problemi"""" da lastrico solare."" -
Lontane da casa. Donne italiane e diaspora globale dall'inizio del Novecento a oggi
Nel contesto del crescente interesse per le tematiche e la prospettiva di genere nell'esame dei movimenti di popolazione in ambito globale, il volume si propone di fornire un contributo allo sviluppo della storiografia sulle migrazioni femminili italiane attraverso undici casi studio basati su ricerche e fonti originali, preceduti da due ampie rassegne storiografiche. Partendo da conoscenze consolidate, questa raccolta di saggi apre nuove prospettive d'indagine, identificando elementi comuni ed esperienze peculiari delle vicende delle donne di origine o di ascendenza italiana nel mondo. L'approccio si configura come storicamente diacronico, con attenzione all'intero arco del Novecento fino agli anni più recenti. Da un lato, il libro approfondisce le conoscenze sui flussi verso i paesi europei, le Americhe e l'Australia; dall'altro, fornisce elementi sull'esodo diretto in regioni che le analisi precedenti hanno lasciato in ombra, come il Nord Africa francese negli anni tra le due guerre mondiali. Soprattutto, il volume declina in una dimensione specificamente femminile gli orientamenti e gli interessi più recenti della letteratura sulle migrazioni italiane quali il transnazionalismo, l'impegno politico (con particolare rilievo per la militanza antifascista), la nostalgia per la terra natale e il senso dell'appartenenza etnica nelle loro poliedriche e molteplici implicazioni. -
Traguardo infanzia. Benessere, partecipazione e cittadinanza
In questo libro la riflessione sull'infanzia verte soprattutto sul suo benessere e sulla realizzazione dei suoi diritti. Partendo dall'istanza - posta fin dalla Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1924) e sviluppata in varie Dichiarazioni fino alla cosiddetta Carta di Nizza (2000) e in più recenti iniziative dell'Unione Europea?-? che venga garantito il diritto dei bambini ad essere considerati persone e che vengano assicurate loro le migliori condizioni di vita possibili, si fanno dialogare tra loro studiosi con diversa appartenenza disciplinare. Sono presenti quindi linguaggi, apparati concettuali e metodologie differenti, nella convinzione che sarebbe riduttivo confinare ricerca e teoria in specifici territori, soprattutto su un tema così complesso quale quello dell'infanzia oggi, anche alla luce dei cambiamenti, avvenuti e in divenire, all'interno della famiglia. Le parole chiave che circolano sono pertanto: agency ed autonomia, partecipazione, benessere. Ma che cosa si intende effettivamente per ciascuna di esse? In che modo si possono analizzare e misurare? Quali interventi si possono predisporre? Il capovolgimento ontologico del concetto di infanzia, da forma in evoluzione verso lo stato adulto a soggetto-attore sociale a tutti gli effetti, emerso negli ultimi anni, spinge a problematizzare i princìpi irrinunciabili degli enunciati, alla luce di conseguenze inattese nella loro applicazione pratica, invitando a mantenere l'attenzione alla relazione con i contesti. Il libro non si rivolge solo ad un pubblico ristretto di specialisti, ma anche a studenti, operatori e curiosi dell'argomento, proponendosi come strumento di informazione, aggiornamento e riflessione critica. -
L' intellettuale mal temperato. Scritti in onore di Paolo Fossati
Questo volume prende origine dalla giornata di studi in onore di Paolo Fossati, ospitata alla Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino nel novembre 2010. Alle relazioni e alle testimonianze, non ancora pubblicate, presentate in occasione di quella giornata, vengono accostati nuovi contributi con l'intento di fornire un ritratto il più sfaccettato possibile di un intellettuale complesso, generoso e difficile, che ha saputo indicare nuove vie alla Storia dell'arte e all'arte editoriale ed è riuscito a instaurare una forte empatia con gli artisti, senza perdere di vista i doveri del suo ruolo di critico. Le sue proposte, come si evince da alcuni testi qui contenuti, non smettono ancora oggi di far riflettere quanti operano nel sistema delle arti; in altri, le sue idee trovano una contestualizzazione storica e una valutazione critica; in altri scritti ancora, il ricordo di Fossati diventa la dichiarazione di un'amicizia perdurante, anche sotto forma di disegno. Contributi di: W. Barberis, Z. Birolli, M. Brusatin, G. Contessi, P. Cuniberti, S. De Alexandris,L. Dematteis, D. Eccher, A. Emiliani, E. Ferrero, G. Garimoldi, M. Gastini, G. Griffa, G. Montenero, L. Mosso, M.C. Mundici, M. Panzeri, R. Passoni, B. Pedretti, S. Prevarin, M. Rosci, S. Salvagnini, M. Scolaro, D. Trento, M. Vallora. -
Da Odessa a New York. Una grande aquila, un re dello shund e altre stelle vagabonde
A Odessa fu Jacob Adler, giovane campione di boxe e di ballo, a dare vita al primo teatro yiddish russo. Negli Stati Uniti Boris Thomashefsky, giovanissimo immigrato senza alcuna formazione specifica, fondò la prima compagnia yiddish professionale. Adler diventò un attore-mito con il soprannome di Grande Aquila, Thomashefsky fu il re dello shund, l'amato e disprezzato teatro-spazzatura. Per oltre un ventennio l'amicizia e la concorrenza tra i due diedero l'impulso più rilevante a un genere spettacolare al tempo stesso popolare e innovatore, capace di proporre in scena episodi biblici e scabrosi fatti di cronaca, controversie filosofiche e battaglie politiche. Le donne che i due incontrarono e che li affiancarono come attrici e compagne di vita furono altrettanto fondamentali nel determinare la fisionomia del teatro yiddish nella transizione dalla vecchia Europa a quella Amerike nella quale le più diverse etnie e culture cercavano di costruirsi un futuro di benessere e felicità. Sempre mescolando divertimento e commozione, risate e lacrime, il teatro yiddish realizzato durante pochi decenni tra il XIX e il XX secolo da alcune centinaia di artisti straordinari non fu soltanto il principale elemento identitario di una comunità ma anche un incredibile laboratorio senza il quale il teatro contemporaneo sarebbe molto più povero. -
La pratica del bene comune. Etica e politica in Charles Taylor e Alasdair Macintyre
Come può essere pensata oggi la politica come pratica del bene comune? A partire da questa domanda l'autore propone una lettura dell'opera di due fra i più noti filosofi viventi, mostrando l'attualità della critica ""comunitarista"""" al liberalismo. Riconsiderando temi quali modernità, secolarizzazione, diritti e intersoggettività attraverso l'ottica di Charles Taylor e Alasdair MacIntyre si individuano i limiti della pratica politica liberale (e, seppur indirettamente, neoliberale) e si avanza la proposta di un modello alternativo che ha al suo centro l'idea del bene comune, come mezzo costitutivo per la vita buona di ciascun individuo."" -
Libri, libelli e procuratori
Il codice latino monacense 28193 è un manoscritto bolognese del XIII secolo oggi conservato a Monaco di Baviera, che tramanda un corpus di opere giuridico-didattiche riconducibili alla città emiliana e un repertorio di formule per libelli petitori. Questo volume svolge un'analisi complessiva del manoscritto e delle opere in esso tramandate, con un approccio metodologico ampio che spazia dalla paleografia e diplomatica alla storia del papato e delle università, fino a indagare i problemi inerenti la produzione del libro bassomedievale. L'importante repertorio di formule per libelli procuratori e le problematiche che emergono da esso - come i possibili impedimenti matrimoniali (pazzia, parentela, impotenza, ecc.) e le richieste di conferma delle le nomine episcopali - è riletto nel contesto delle forme processuali bassomedievali e della legislazione canonistica, dalle cinque compilazioni antiche alle Decretali di Gregorio IX. È nel rapporto tra il codice inteso come strumento di lavoro e il suo possessore che l'autore individua un modo innovativo di guardare alla funzionalità di libri e libelli nel contesto storico-giuridico del basso medioevo. -
Il Grande Inquisitore. Interpretazioni nel pensiero russo
Le pagine dedicate da Dostoevskij al confronto tra il Grande Inquisitore e Cristo ne I fratelli Karamazov suscitano ancor oggi considerazioni e dibattiti. Nella cultura russa la Leggenda, come fu presto chiamata, divenne un tema portante della discussione etico-politica e filosofico-religiosa fin dagli anni '90 dell'Ottocento, sensibile alle vicende e alle trasformazioni del periodo. L'antologia, che raccoglie testi per lo più tradotti in italiano per la prima volta, intende tracciare un percorso nelle riflessioni sulla Leggenda del Grande Inquisitore maturate nella cultura russa tra il 1902 e il 1933, attraversando l'impegno politico di inizio secolo, la rivoluzione mancata del 1905 e la crisi conseguente dell'intelligencija, il successo rivoluzionario del 1917 e l'affermazione del potere bolscevico, la crisi europea dei primi anni '30. Le riflessioni dei commentatori illuminano aspetti diversi del discorso di Dostoevskij, ma il tema comune della Leggenda permette di disegnare un interessante confronto sul rapporto tra intellettuali e potere. -
«In english clothes». La novella italiana in Inghilterra: politica e poetica della traduzione
Una traduzione implica sempre un doppio percorso: accanto a quello che va dalla lingua di origine a quella di destinazione, se ne muove un altro, più silenzioso e nascosto, che si avventura in senso opposto. Pensare al vasto e multiforme percorso di trasmissione culturale che tra il XV e il XVII secolo ha diffuso la novella italiana in tutta Europa significa riflettere su questo doppio movimento, che rende la traduzione una pratica ben più complessa di una semplice ""messa a disposizione"""" dell'originale nella lingua di destinazione. Questo studio prende in esame il processo di rielaborazione narrativa, stilistica e ideologica cui sono state sottoposte le novelle italiane in età elisabettiana. Che cosa è stato di questi testi al passaggio in Inghilterra? Quando, come e per chi sono stati tradotti? Come sono stati recepiti? Quali pratiche traduttive sono state impiegate e quali strategie retoriche messe in atto per trasporli? Quali teorie della traduzione li hanno accompagnati? C'è stata una precisa politica traduttiva? Con quali scopi? E con quali conseguenze nell'evoluzione dei generi della letteratura inglese?"" -
L'attore di fuoco. Martin Buber e il teatro
Nell'anno che segna il cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di Martin Buber, questo volume svela un ritratto inedito del filosofo colto nei suoi anni giovanili sullo sfondo di un'incandescente Vienna fin de siècle e riunisce una breve antologia di testi buberiani sul teatro. Per il giovane sionista, poco attratto dall'intrattenimento e dallo spettacolo, il teatro costituisce un mezzo di ricomposizione etica e politica del mondo e l'attore si presta come prototipo universale di un uomo ""nuovo"""" e autentico. Viene qui ricostruita un'affascinante vicenda biografica via via animata da personaggi inattesi come Eleonora Duse, Ermete Novelli, il pittore Lesser Ury e Adolphe Appia. Si dimostra come l'incontro di Buber con il teatro costituisca senza dubbio una decisiva spinta verso il futuro e più maturo pensiero dialogico. La prospettiva del volume estende la portata del pensiero buberiano ben oltre i confini ebraici, facendo emergere una poetica (un """"fuoco inesauribile"""") valida per ogni uomo occidentale alle prese con la riformulazione della propria tradizione. In questo senso trova spazio nell'ultimo capitolo un'attenta analisi biografica e performativa di Jerzy Grotowski, il regista polacco che rivoluzionò il teatro del Novecento e che da oggi è così possibile includere in una tradizione """"simpatica"""" che annovera Martin Buber come maestro e ispiratore."" -
Metacognizione, neuropsicologia e riabilitazione psichiatrica. Un metodo per il trattamento di gruppo nella schizofrenia
Questo volume, nato per divulgare una ricerca-intervento sulla costruzione e la valutazione dell'efficacia di un trattamento per la schizofrenia, si è rivelato un manuale che può soddisfare le esigenze di informazione e formazione dei professionisti impegnati nella Salute Mentale e degli studenti dei Corsi di Laurea in Riabilitazione Psichiatrica e Scienze Psicologiche. La natura multifattoriale della schizofrenia rende complessa la cura nei servizi che devono offrire all'utenza trattamenti evidence based e fondati su best practice. Aderendo a queste linee guida, il training qui presentato, è il frutto di una vision e di studi integrati che abbandonano visioni parziali dirigendosi verso approcci integrativi per condurre il paziente ad una progressiva riacquisizione della propria identità ed al riadattamento all'interno della comunità. Sono anche affrontate le questioni relative alla recovery, qui intesa come condizione soggettiva di recupero legata al rafforzamento delle attività cognitive di base e alla metacognizione, abilità imprescindibili per il funzionamento psicosociale e per il consolidamento del senso del sé, nonché per la ricostruzione della dimensione dell'identità del paziente, spesso umiliata e irrigidita dalla patologia e dallo stigma sociale. Scopo del volume è di promuovere una visione più fiduciosa sull'esito della patologia schizofrenica, restituendo speranza ai pazienti, ai familiari e agli operatori della salute mentale. -
La vita povera. Album della Piccola Accademia
"Piccola Accademia"""" è il nome che i sei coautori della presente pubblicazione presero a usare, con reciproca canzonatura e molta autoironia, per definire i loro incontri, nati dal comune desiderio di avviare una ricerca formativa multidisciplinare nelle competenze ma unitaria nel metodo e negli scopi. Problema condiviso era quello di ritrovare, al di là delle specializzazioni, una scrittura dei saperi che toccasse i fondamenti della formazione in senso generale; un modo, cioè, di orientare l'esposizione e la ricerca entro i diversi contenuti disciplinari, ma in grado, allo stesso tempo, di ricostituire una base comune: quel fondamento universale della cultura che l'attuale istruzione scientifica e umanistica ha sempre più disperso in campi separati. Occasione per avviare i lavori fu la nozione di povertà francescana così com'era affrontata in un libro molto innovativo. Da questo tema di partenza la ricerca prese vie imprevedibili, sino a condurre i sei autori ad una serie di esperienze, di proposte, di risultati sempre problematicamente provvisori, dei quali il presente album ricostruisce in sintesi il cammino e documenta le tracce. Non una pubblicazione tradizionale, dunque, ma appunto qualcosa come un album di famiglia che raccoglie testi, figure, scritture, schemi di ricerca, appunti e ripensamenti, suggestioni e proposte." -
La zucca en Spañol
La produzione di libri in spagnolo aveva nel Cinquecento una tradizione editoriale importante nella Serenissima; La Zucca en Spañol, che si colloca in quest'auge, permetteva così al suo autore, il fiorentino Anton Francesco Doni, di entrare in contatto con quella parte della popolazione che soggiornava a Venezia in qualità di suddito di ""sua maestà Cesarea"""", l'imperatore Carlo V, e inoltre facilitava la diffusione delle modalità narrative e discorsive dell'opera al di fuori della lingua e della cultura italiane. Il testo fu pubblicato a pochi mesi di distanza dalla princeps doniana - quattro per la precisione - presso lo stesso editore, a riprova del grande interesse che circondava tali operazioni editoriali. Il traduttore, un amico dell'autore, è rimasto anonimo; tuttavia, la sua personalità emerge in diverse circostanze e la traduzione che ci ha lasciato, di grande qualità, lascia trasparire la sua cultura e la sua mentalità; attraverso il linguaggio da lui usato è inoltre possibile risalire alla sua zona d'origine, permettendo almeno di abbozzare un ritratto di questa interessante figura. Infine, la lettura della Zucca en Spañol illumina pure il senso del testo di Doni in alcuni passi che oggi, a quasi cinque secoli di distanza, risultano difficili da interpretare per ragioni linguistiche dovute all'oscurità di certe locuzioni che sono la diretta conseguenza della ricchezza dei registri orchestrati dall'autore fiorentino.""