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Metamorfosi dei Lumi. Vol. 8: L'età della storia.
"L'età della storia"""", così Foucault, in """"Les mots et les choses"""", definisce lo sconvolgimento dell'episteme occidentale avvenuto alla fine del Settecento e nei primi decenni dell'Ottocento che dà l'avvio all'era della modernità. Foucault teorizza il disfacimento del sapere classico e la conseguente mutazione dall'""""ordine"""" alla """"storia"""": all'ordine del sapere classico, ai valori della tradizione, si è sostituita l'idea di progresso, nonché la visione frammentata di una realtà naturale molteplice, le cui variazioni sono legate allo scorrere del tempo. Il valore normativo della tradizione viene, d'altra parte, contestato, negli ultimi decenni del diciottesimo secolo, da vari sommovimenti politici che sconvolgono l'ordine tradizionale delle nazioni europee: la Rivoluzione americana crea un governo razionale fondato sul diritto naturale; la Rivoluzione francese recide traumaticamente i legami con i valori di una monarchia secolare; i suoi drammatici sviluppi, il Terrore, le guerre europee, il crollo dell'impero napoleonico impongono, nel corso degli anni, la consapevolezza concreta dell'incidere storico. Questa irruzione della dimensione storica nel mondo europeo è stata, nel biennio 2013-2015, al centro dei lavori del seminario """"Metamorfosi dei Lumi"""" che presenta, nel suo ottavo volume, un insieme di articoli centrati sul processo di temporalizzazione che caratterizza il tournant des Lumières, nelle esperienze di vita e in tutti i settori dello scibile." -
«In qualunque lingua sia scritta». Miscellanea di studi sulla fortuna della novella dell'Europa del Rinascimento e del Barocco
La novellistica italiana, che prese il via con Giovanni Boccaccio e i suoi numerosi emuli, servì da veicolo, da modello e da intertesto a un Rinascimento tra il dotto e il popolare della narrativa europea, che contribuì a riconfigurare secondo nuovi modelli la cosmovisione moderna del Vecchio Continente. Matteo Bandello, uno dei più originali tra i novellieri rinascimentali forse lo intuiva quando nella sua epistola prologale ""ai candidi e umani lettori"""" scriveva di essersi convinto """"che cotesta sorte di novelle possa dilettare in qualunque lingua essa sia scritta"""". La cultura europea, con tutte le sfumature dovute ai ritmi politici della sua storia e alle sue diversità linguistiche, è anche profondamente unitaria e ha oggi più che mai bisogno di un approccio globale ai suoi diversi fenomeni letterari e artistici. Si rende necessario mettere a confronto tra di loro le esperienze culturali e in particolare letterarie monolingui e nazionali, per capire la portata paneuropea di una rivoluzione epistemologica come quella che si compie con la creazione di un nuovo spazio immaginativo tra favola e Storia, quello proprio della novella. Questo tipo di ricerca è quello con cui gli studi umanistici possono oggi contribuire, offrendo il proprio approccio alternativo, alla costruzione di un'Europa delle persone e di un mondo """"globale""""."" -
I novellieri italiani e la loro presenza nella cultura europea: rizomi e palinsesti rinascimentali
La forma breve e, all'interno di questa categoria, la novella ebbero molto a che vedere con la riformulazione dell'enciclopedia europea tra il 1400 e il 1650. I meccanismi di riscrittura e di diffusione sotterranea della materia novellistica italiana, che si conserva, perpetua e propaga attraverso le letterature europee, sono proprio ciò cui abbiamo voluto alludere nel titolo di questa miscellanea di studi per mezzo delle due metafore, già ben radicate in ambito critico, poetico e intertestuale, del 'rizoma' e del 'palinsesto' che vi campeggiano. Il primo sembra un modello particolarmente adatto, per le sue caratteristiche fisiche e spaziali, a rappresentare sintagmaticamente la diffusione di temi, motivi e trame, come quella veicolata dalla novella, una diffusione segreta nei suoi ricorsi, che si presentano ai nostri occhi come privi persino di una ragione logica a guidarli, soggetti all'azzardo di un caso che, qui, là, o in più luoghi contemporaneamente, permetta loro di trovare terreno fertile in cui far spuntare rigoglioso un nuovo germoglio sotto forma di una pièce teatrale, una novella o anche solo un episodio all'interno di un'opera più ampia. Il 'palinsesto', proposto da Genette quale paradigma di riscrittura sulla traccia di un testo precedente, delinea una forma di transtestualità, atta ad esemplificare questo tipo di propagazione che caratterizzò particolarmente la fortunata ricezione della novella nell'Europa rinascimentale e barocca. -
L' Alcesti di Euripide nell'Alcesti secondo Alberto Savinio
Sul mito di Alcesti Euripide costruisce un dramma ambiguo, mescolando luoghi tipici della retorica tragica, elementi di marca satiresca, spunti di diatriba filosofica, intensificando l'aspetto paradossale della storia e restituendola come enigma che si condensa nel finale dominato dalla figura della donna velata. Un enigma che ispirerà, nel secondo dopoguerra, anche Alberto Savinio e la sua contestatissima pièce, Alcesti di Samuele, dove il mito s'intreccia alla storia vera di una donna ebrea, suicidatasi per non essere d'intralcio al marito in un'Europa insanguinata dalla follia nazista. Il rapporto fra modello e riscrittura, però, non si risolve in semplice ""attualizzazione dell'antico"""": è un ben più sottile gioco di prossimità e distanziamenti, un dialogo che teorizza il proprio farsi. La tessitura analogica che connette il mito al contemporaneo si rivela spazio complesso e conflittuale, in cui alla narrazione si affianca una contronarrazione, al tragico l'antitragico, al mito la sua dissoluzione: proprio in questo si mostra del resto la profonda affinità di Savinio con Euripide, abile a scovare nei miti tensioni ossimoriche e destabilizzanti. Da entrambi Alcesti è messa in causa come incarnazione di un conflitto fra identità e rappresentazione (assenza e presenza), mentre lo scambio che sostanzia il suo sacrificio viene scandagliato su un piano in cui la dicotomia fra vita e morte si riduce a pura approssimazione."" -
Segni dell'esclusione. Patrimoni, lusso, diseguaglianza crescente
Con il tramonto del secolo XX, il conflitto delle classi si traduce sempre meno in pressioni rivendicative, dinamica salariale, mobilità sociale. La diseguaglianza assume nuove forme. Vengono erette nuove barriere; non solo quelle contrastanti le migrazioni, ma ancor prima quelle riguardanti i rapporti economici e sociali, l'accesso alla politica, all'istruzione superiore, e alla vita nelle metropoli, dove si ridisegnano interi quartieri, si accentrano patrimoni immobiliari ultralussuosi, e l'estrema ricchezza è scarsamente utilizzata in investimenti produttivi. Nei processi escludenti si mostrano determinanti anche quelli concernenti i beni d'alto pregio, come era accaduto nei secoli della modernità preindustriale. I nuovi messaggi riguardanti il lusso si configurano sempre meno come stimolo di un consumismo diffuso. In quell'apparente continuum dove durante i decenni postbellici si disponeva la varietà dei segni ma si stemperavano le differenze, vediamo ora aprirsi una mutazione anche semiotica, nella quale però una nuova discontinuità fra la ""superclasse"""" e la maggioranza esclusa non è solo indicata, ma in certo modo fondata e costituita."" -
Il nemico ritrovato. Carl Schmitt e gli Stati Uniti
Mentre il pensiero di Carl Schmitt, compromesso con il regime nazista, viene bandito dal mondo accademico, nelle università degli Stati Uniti fanno carriera vari studiosi europei (in buona parte ebrei tedeschi costretti all'esilio) che con lui hanno contratto consistenti debiti teorici. Alcuni sono stati suoi allievi e amici, altri semplicemente si sono confrontati con il suo pensiero perché a Weimar negli anni Venti, per un filosofo o un politologo o un giurista, era difficile non confrontarsi con Schmitt. Come hanno fatto i conti con il ""bagaglio schmittiano"""" che avevano portato con sé dall'Europa? In che misura Schmitt ha influenzato il pensiero americano quando le regole della rispettabilità accademica sconsigliavano anche solo di menzionare il suo nome? Com'è accaduto che a un certo punto Schmitt sia stato riscoperto, e nel giro di un paio di decenni sia per così dire diventato di moda? Il presente saggio tenta di rispondere a queste domande. Dopo aver delineato il rapporto ambiguo tra Schmitt e gli Stati Uniti, l'autore prende in esame - e ridimensiona - i cosiddetti «dialoghi nascosti» (che secondo alcuni avrebbero segnato lo sviluppo del pensiero conservatore e neoconservatore americano) e soprattutto ricostruisce un importantissimo «dialogo mancato»: quello ingaggiato a partire dagli anni Cinquanta da Hannah Arendt, che in Schmitt identificava l'unico vero «discepolo di Hobbes» e il più acuto esponente di una linea del pensiero politico che secondo lei doveva essere messa radicalmente in discussione."" -
Tutto era musica. Indice sommario per un atlante della scena yiddish
Il teatro yiddish è una fiorente anche se breve civiltà teatrale fiorita tra l'Otto e il Novecento, che ha accompagnato milioni di ebrei dell'Europa centrale e orientale nelle nuove dislocazioni in tutto il mondo. Era un popolo in fuga da persecuzioni e miseria, alla ricerca di benessere e felicità, un popolo che si chiedeva se e come fosse possibile conciliare tradizioni e valori millenari con la modernità. Il teatro yiddish si è sviluppato in dialogo con l'operetta, il melodramma e il teatro borghese del tempo, creando proprie forme del tutto originali, soprattutto il cosiddetto grottesco yiddish. Popolare e sperimentale, attraversato dalla musica e dal canto, soprattutto espressione di grandi attrici e attori che ispiravano i drammaturghi e si confrontavano spregiudicatamente con i grandi autori del passato, il teatro yiddish ha poi cessato di esistere soltanto in apparenza, perché - come qui si dimostra - ha irradiato con le proprie invenzioni recitative, drammaturgiche e registiche il teatro e il cinema di oggi nelle sue migliori espressioni sia popolari che d'avanguardia. -
Forma breve
Il presente volume è uno degli esiti di un convegno internazionale che si è tenuto presso l'Università di Torino dal 7 al 9 aprile 2014. L'idea di organizzare un convegno sulla ""forma breve"""" è nata, da un lato, dalla rilevazione della costante presenza della forma breve in ogni epoca e ambiente culturale, attestata e documentata nel tempo, impegnata nella creazione di forme essenziali e minime di grande e illimitata potenzialità germinativa; dall'altro, come segnalazione di un processo creativo, di un concetto operativo, di un 'fare' artistico in atto, che opera producendo, con inesauribile dinamicità e vigore, riscritture, ricombinazioni, incroci, ibridazioni e rifunzionalizzazioni dei suoi elementi costitutivi nei vari generi e modelli. Sempre ponendosi non quale episodica, occasionale e improvvisata creazione o esercizio di stile, ma piuttosto come necessario e strategico, spesso rivoluzionario, strumento di creazione artistica, a un tempo unicum e multiplo, """"originale"""" e replica. Con la convinzione che la dinamicità, la vitalità, l'insorgenza del nuovo e insieme la permanenza e la tenuta della forma breve come istanza ricorrente e ineludibile siano da sottoporre a una costante riconsiderazione e verifica critica, il convegno ha inteso offrire l'occasione per una rinnovata analisi e discussione, di cui il volume ora presentato è concreta testimonianza."" -
La nascita del teatro ebraico. Persone, testi e spettacoli dai primi esperimenti al 1948
Questo volume è dedicato al teatro ebraico dalle origini al 1948. Secondo un luogo comune assai diffuso, l'antropologia e la cultura ebraiche sarebbero caratterizzate da un interdetto assoluto nei confronti del teatro. Qui si dimostra ampiamente che un'attenzione nei confronti del teatro - o per meglio dire dell'espressione performativa - tanto intensa quanto peculiare abbia caratterizzato tutta la storia dell'ebraismo. Dall'episodio biblico di Ester alle rappresentazioni carnevalesche del Purim e poi, a partire dalla metà dell'Ottocento, al teatro yiddish, la cultura ebraica è stata costantemente in dialogo con le varie forme della teatralità, sia adattando ai propri scopi modelli delle culture nazionali sia elaborandone di propri. L'excursus di questo volume si ferma all'altezza del 1948, spartiacque di una storia diversa, quella del nuovo Stato d'Israele, uno dei più importanti ""esperimenti di modernità"""" del XX e XXI secolo. Verso la fine di questa prima parte il teatro ebraico incrocia il proprio destino con quello del teatro yiddish. Qui si dà il caso singolare di una civiltà che si è espressa, al momento dell'ingresso nella modernità, in due sistemi teatrali molto differenti, a partire dalla lingua, e spesso in contrasto tra loro. Ed è proprio in questo momento che - nell'intreccio tra impresa sionista, recupero dell'antica lingua e costruzione identitaria dell'Ebreo Nuovo - prende vita il teatro nazionale di Israele."" -
Accompagnamento. Volto di una comunità adulta
Il volume contiene gli atti del Convegno pastorale della Diocesi di Albano, che si è svolto a Castel Gandolfo, dal 13 al 15 giugno 2016, sul tema ""Accompagnamento, volto di una comunità adulta"""". Attraverso i contributi del vescovo di Albano, Marcello Semeraro, della sociologa Chiara Giaccardi, del teologo don Rossano Sala e di direttori e responsabili degli Uffici della Curia vescovile, è delineato il cammino degli ultimi otto anni della Chiesa di Albano e sono approfonditi il significato dell'""""accompagnare"""" e le caratteristiche di chi è """"chiamato ad accompagnare"""" e delle """"forme rinnovate di accompagnamento"""". L'accompagnamento è qui definito come un impegno assunto dalla Chiesa diocesana e come un processo che, se attivato, permette di rinnovare l'azione pastorale, restituendole quella forza generativa alla fede ed educativa della fede capace di suscitare sequela nel cuore dei giovani e degli adulti stessi."" -
Tra il dire e il fare. Un discernimento incarnato e inclusivo
Il libro contiene gli Atti del Convegno pastorale 2018 della Diocesi di Albano, che si è svolto sul tema ""Tra il dire e il fare, un discernimento incarnato e inclusivo"""". Nel volume sono raccolti gli interventi del vescovo Marcello Semeraro (""""Ravvivare il desiderio per un discernimento rimedio all'immobilismo"""" e """"Fuori dalla tenda per contare le stelle"""", prolusione e conclusione del convegno), di Emilia Palladino (""""Il discernimento della realtà complessa: semplificazioni e applicazioni""""), di fra Enzo Biemmi (""""Comunità profetiche per un discernimento inclusivo"""") e l'introduzione ai lavori a cura degli uffici pastorali diocesani (""""Tra il dire e il fare""""). Gli interventi di monsignor Semeraro, riprendendo l'icona biblica di Abramo invitato da Dio a guardare e contare le stelle, invitano tutti a risvegliare la capacità di desiderare e indica alcune """"stelle"""" che devono guidare il cammino. Il testo della professoressa Emilia Palladino indica un metodo per discernere la realtà attuale nella sua complessità e quello di fratel Enzo Biemmi propone un vero e proprio esercizio di discernimento."" -
Cieli freddi. Anche queste diventeranno memorie
"Sai quanti amici ho visto morire? Ho visto i loro occhi spalancati verso un cielo lontano, freddo, un azzurro che nemmeno io potevo più distinguere..."""". Un salto vertiginoso nel tempo, indietro di cento anni, costringe alcuni ventenni del 2015 nei buchi neri delle trincee con i soldati della prima guerra mondiale, li cala nell'ansia dell'attesa di chi aspetta notizie dal fronte e li sorprende a imbracciare fucili e a suturare ferite. Tommy Piumani sfida un mondo a cui la guerra sembra aver tolto ogni senso, in un percorso umano e letterario capace di cancellare le distanze per infondere nuova vita ed energia al nostro passato." -
Konka. Prove di fuga e di resistenza
Nella cornice di una città di provincia fra l'appennino martano e quello reatino, il pizzaiolo Nico Feliciani è quotidianamente vittima degli scherzi del fato, l'investigatore Fabrizio Muraglia districa misteri con l'aiuto delle voci che sente nella testa, mentre il maresciallo Mancinelli, disincantato e sornione, li sorveglia. Tra le vie e le piazze della solita città, storie nuove si dipanano e si intrecciano, le abitudini si incrinano e le certezze si ribaltano: lo spettacolo della ""Konka"""" va in scena."" -
Koh Tao lines
Koh Tao, meravigliosa isola thailandese, nei versi di Camillo Pennati. Natura e poesia in un Enhanced book, in cui i manoscritti originali e la voce del poeta ci portano tra le onde di Koh Tao, facendoci viaggiare tra palmeti e atmosfere tropicali. -
La bella fanciulla. Don Concezio e la Resistenza nell'altopiano umbro-reatino
Lo studio del mondo cattolico nella Resistenza tra Umbria e Lazio, tra Terni, Rieti e la Valnerina, non sembra aver interessato molto gli storici fino ad oggi. Pompeo De Angelis, per la prima volta dopo settanta anni dai fatti, si concentra su don Concezio Chiaretti, uno dei personaggi chiave dei mesi che vanno dal settembre 1943 al giugno 1944. Sono tempi drammatici di mescolanza d'idee, posizioni, atteggiamenti, pratiche di lotta, in cui i comunisti della brigata Antonio Gramsci possono ""resistere"""" al fianco di un prete come don Concezio, senza per questo annullare complessità e differenze."" -
Qualcuno si salverà per raccontare
Guerrino Giansanti inizia a scrivere la storia della sua prigionia cinquantuno giorni dopo essere stato liberato dagli americani e un mese dopo la fine del conflitto mondiale. È il 4 giugno 1945. Si trova in Germania a Halberstadt, in un campo degli Alleati, in attesa di tornare in Italia, e sente il bisogno in mezzo alle macerie della città distrutta - di scrivere ai propri famigliari e raccontare i diciannove mesi d'internamento. La follia del male nei giorni della sua detenzione, la disumanizzazione del sistema dei lager, il fanatismo nazista e i sentimenti razzisti. Guerrino Giansanti racconta la sua esperienza nel campo di prigionia, gli uomini comuni, militari e civili, ragionieri della violenza e ingranaggi della brutalità quotidiana; descrive la sopravvivenza, giorno dopo giorno, nella speranza che arrivino gli eserciti Alleati e la fine del conflitto e oppone alla banalità del male la propria umanità. -
I partigiani non c'erano
Il racconto di un episodio terribile, realmente accaduto in un paese del centro Italia nell'aprile 1944, dettagliatamente ricostruito grazie alle testimonianze dei sopravvissuti. Un caporale dell'aviazione tedesca, un maggiore della Wehrmacht schiavo della sua ambizione, un giovane podestà mite ma deciso, un mulattiere divenuto partigiano più per ribellione che per ideologia, un ragazzino di otto anni con un'idea confusa della guerra, un colonnello fascista che non si rassegna alla sconfitta imminente sono gli attori principali di questa storia capace di scuotere le coscienze. Nel parossismo di quei giorni, per la morte di partigiani ma anche di tanti civili estranei alla lotta, non solo il nemico riconosciuto della Resistenza giocò un ruolo determinante, ma anche insospettabili antipatie, invidie e vecchi rancori tra vicini di casa. I dati ufficiali raccolti nell'archivio militare tedesco di Friburgo, le testimonianze dei sopravvissuti si intrecciano in una storia che, dall'iniziale, apparente quiete di una vita quasi normale, culmina in un dramma di follia e crudeltà. -
Cacao city
In una Milano distopica e contemporanea, il cacao è la droga preferita dagli anziani e spopola, fatale, in case di riposo e circoli ricreativi. Delizia, addetta agli abbracci in un megastore del centro, e suo fratello Claude, poliziotto, cercano disperatamente per la città i nonni Belinda e Costante, fuggiti da un centro di disintossicazione. Li segue Robespierre, giornalista con la vocazione del cronista d'assalto, disgraziatamente impiegato al ""Gazzettino delle Buone Notizie"""". Traffici illeciti, omicidi e misteriose sparizioni: nulla è ciò che sembra sotto le oscure luci di Chinatown. Chi ha portato il cacao in città? Perché Belinda e Costante, rapinatori di professione in gioventù, sono in fuga con tutta la vecchia banda?"" -
La notte che Babbo Natale tornò a Roma
Da quando i bambini comprano i loro regali su internet e non scrivono più letterine, Babbo Natale ha fatto le valigie e se n'è andato a gestire un chiosco di frutta su un'isoletta tropicale. Un giorno i suoi folletti, che sono rimasti ad abitare nella vecchia casa al Polo Nord, in via della Neve 1, dove un tempo c'era anche la fabbrica dei giocattoli, ricevono inaspettatamente una lettera che viene da lontano, dall'Italia, precisamente da Roma. La piccola Margherita, in un vecchio libro dimenticato in soffitta, ha scoperto la storia di Babbo Natale e così ha deciso di scrivergli perché ha un desiderio molto speciale, riuscirà a farlo ritornare? Età di lettura: da 7 anni. -
Castrum Podii Medii. Poggio di Otricoli e la scoperta di una terra di mezzo
La storia e l'arte di un piccolo gioiello nel sud dell'Umbria, Poggio di Otricoli, svelate da documenti che attraversano i secoli per restituire gli avvenimenti e lo svolgersi della vita in un borgo singolare per l'orgoglio, la tenacia, l'intraprendenza dei suoi abitanti. Una natura bellissima, raccontata da artisti e poeti illustri, fa da cornice a Castrum Podii Medii, dal fascino intatto, racchiuso nelle possenti mura di cinta dell'antica rocca. Lo studio di Francesco Santaniello guida il lettore per le vie del paese alla scoperta dei tesori stratificati nel tempo; gli scatti di Sergio Coppi regalano per ogni dettaglio, per ogni scorcio, visioni d'artista. Poggio di Otricoli, grazie alla passione dei suoi abitanti e all'impegno dell'Associazione Castrum Podii Medii, che cura attività di valorizzazione e che organizza, nel terzo fine settimana di luglio, un'originale festa di grande richiamo, ""Le Giornate Medioevali"""", si mostra oggi in tutta la sua bellezza.""