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Nessuna pretesa
Un romanzo affascinante, una storia sulle infinite possibilitàrne sulla ricchezza degli incontri.rnIl romanzo d'esordio che “Le Monde” ha definito superbornrn“...si dovrebbe scrivere un libro su ognuna delle persone a noi più care per comprendere,rndi pagina in pagina, quanto le amiamo”rnrn""Che cos'è una vita di successo?"""" è una delle numerose domande che Jeanine appunta sui postit rosa nella sua cucina.Per la figlia quei foglietti costituiscono un materiale cui attingere per decifrare quel grande enigma che è la vita di sua madre, insegnante di inglese in pensione, che riempie le sue settimane di attività e piccoli impegni passando dal corso di arabo alla moschea, al volontariato presso circoli e associazioni benefiche; la sua incontenibile curiosità per le vite degli altri la porta a ricercare, nelle situazioni e nei luoghi più disparati, un contatto con le persone che incontra, specie se sofferenti, emarginate, disadattate.La sua nuova vita è continuamente esposta all'imprevisto e all'incontro fortuito (immigrate spagnole, un manovale ricercato per violenza coniugale, una russa che non riesce a imparare il francese) che a volte la mettono in situazioni pericolose.Ma a Jeanine non importa, perché cos'è la vita, se non un dono da offrire a chi ne ha più bisogno?Un romanzo sulle infinite possibilità e sulla ricchezza degli incontri."" -
La fuga degli insonni
Italia, 2043: la maggioranza della popolazione (punta dalle micidiali mosche Kisser) è ridotta allo stato di larve, mentre il corrotto Dipartimento Emergenze escogita soluzioni apocalittiche (nascoste in alcuni file). Un gruppo sgangherato di sopravvissuti, braccati da militari ferocissimi dotati di armi micidiali, tenta la fuga verso il mare e la libertà. Dopo l'evasione dalla clinica e dopo aver rubato un camion-frigorifero comincia il viaggio picaresco dal centro di Roma - con alcune scene cruciali in luoghi deputati dell'immaginario (come il Museo Maxxi, nel frattempo divenuto una megadiscoteca) - per arrivare al Porto di Civitavecchia e imbarcarsi per la Sardegna, ancora incontaminata. Un'epica avventurosa, nutrita di fantascienza e horror, incontra una metafora politica che riguarda anche la massa teleguidata e inerte della democrazia attuale. Orwell e videogiochi, Black mirror e Zero Calcare, Crichton e Il signore degli anelli... -
Il paese che era la nostra casa. Racconto della Siria
«Un libro che è anche una storia della Siria» – AvvenireNel 2011, poco dopo l'inizio della primavera araba, Alia Malek torna in Siria, il paese d'origine dei suoi genitori, che l'avevano lasciato prima che lei nascesse per trasferirsi in America e sfuggire così al regime di Assad. Nonostante le rivolte e la repressione, si respira ancora un clima di speranza, l'illusione di un cambiamento, tanto che Alia decide di restaurare la casa della nonna e restituirla al suo antico splendore. Questo libro è un tuffo nel passato, reso necessario non solo dalle emozioni personali, ma dal desiderio di raccontare a chi non sa - e sono moltissimi - che cos'è davvero la Siria e quali sono stati i passaggi fondamentali della sua storia nazionale più recente. Il punto di partenza è la storia della sua famiglia, che si snoda sullo sfondo dei grandi eventi che hanno segnato il paese nel corso degli ultimi cent'anni, un racconto in cui privato e quotidiano si intrecciano alla Grande Storia in un insieme avvincente e ricco di fascino. -
Gli ultimi giorni di Maometto
Il ritratto di un uomo in carne e ossa, libero dalla visione ideologica che ne influenzerà l'immagine in futurornrn«Un rivoluzionario ritratto-inchiesta.» –La Lettura, Corriere della Serarn«Un racconto appassionante che getta una luce inedita sugli ultimi giorni del Profeta.» – Le Monde rnrnrnMedina, lunedì 8 giugno 632. Il sole accecante infiamma l'orizzonte, ma il calore di questa giornata sembra persino clemente se paragonato alla febbre che consuma il corpo di Maometto. Poche ore dopo il Profeta esalerà il suo ultimo respiro. Intorno a lui, i suoi compagni più stretti, i fedeli della nuova religione tremano, oppressi dal timore che il mondo stia per finire, che sia arrivato il momento dell'Apocalisse, così come Maometto aveva profetizzato negli ultimi tempi della sua vita. Qual è la malattia che l'ha ucciso? E perché due giorni dopo la sua morte nessuno ha pensato a seppellirlo, contrariamente alle abitudini di quel mondo? Nel racconto dettagliato dell'avvenimento più misterioso della storia dell'Islam, Hela Ouardi, storica e accademica tunisina, esplora e confronta le antiche fonti che hanno descritto l'avvenimento, rivelando un altro volto del profeta, un uomo minacciato da più parti, indebolito dalle rivalità interne che, negli anni a venire, si esprimeranno nei due grandi filoni in cui si divide la religione islamica, i sunniti e gli sciiti. -
Indietro non si torna
Membro degli Skver, una delle sette chassidiche più radicali degli Stati Uniti, ritenuta estrema dagli stessi estremisti, Shulem cresce alle porte di New York studiando il Talmud e la Torah e seguendo minuziosamente la ""Legge"""". Non conosce niente del mondo esterno, tutto quello che sa è che bisogna evitarlo. """"Costretto"""" a diciotto anni a un matrimonio combinato, a trenta si ritrova con cinque figli e la strada segnata. Ma mentre conduce un'esistenza ligia ai precetti e chiusa a qualunque domanda, dentro di lui ferve un'inquietudine che non trova risposta. Un giorno trasgredisce alle regole e accende la radio. È una trasgressione modesta, che però apre a ben altri cambiamenti. Dalla radio alla biblioteca e infine a internet il passo è breve. L'universo che gli si spalanca davanti mette in crisi il sistema di credenze e di norme cui obbedisce la sua vita. Ma il processo di emancipazione è tutt'altro che indolore, condannato come eretico, cacciato dalla comunità, Shulem Deen inizia una lunga battaglia per non perdere i suoi bambini. E per preservare la sua dignità di uomo libero."" -
Gli angusti limiti del politicamente corretto
Il dibattito intellettuale contemporaneo continua spesso ad atteggiarsi secondo schematismi ormai logori: progressisti/conservatori, globalisti/sovranisti, elitari/populisti, femministi/maschilisti e simili. Questo agile pamphlet evidenzia alcune delle incongruenze prodotte dal pensare secondo le rigide griglie di posizioni ideologiche codificate, che si rivelano particolarmente inadeguate davanti a fenomeni connessi all'arte e alla libertà di espressione. Aggirando la tentazione simmetrica e ugualmente disastrosa del ""politicamente scorretto"""" a tutti i costi, l'autrice pone il problema di come oltrepassare l'automatismo dei giudizi faziosi, a partire da alcuni dei numerosi spunti di riflessione offerti dalla cronaca recente: le statue dei Musei Capitolini censurate in occasione della visita del capo di stato iraniano, i manifesti della mostra di Tamara de Lempicka oscurati durante il passaggio del corteo papale, l'epurazione del finale della Carmen di Bizet tacciato di incitamento al femminicidio. Dinanzi a questi e ad altri episodi analoghi, come stimolare quell'attitudine critica che dovrebbe distinguere una platea pensante da un gregge eterodiretto? Le soluzioni e gli antidoti al """"botox"""" del politically correct vanno ricercati innanzitutto nella preziosa """"scatola degli attrezzi"""" messi a disposizione dalla filosofia, quali ad esempio il """"sapere aude"""" di Kant, o il """"pensare contro se stessi"""" alla Foucault, o ancora la pratica sistematica del """"sospetto"""" esercitata da Nietzsche, Marx e Freud."" -
Il cuore del polpo
A Castel San Gerolamo, piccolo paese dimenticato sui colli monferrini, la vita riserva poche sorprese. Anche i giorni di Giovanni Ferraro, rancoroso e diligente liceale, scorrono banali: i pochi amici, l'insofferenza per la provincia, le letture scolastiche, l'invadenza della madre, la prima cotta. Se non fosse che semplici incidenti di percorso, disseminati tra le pieghe della monotonia, lasciano in lui ferite profonde, destinate a non guarire mai. Fra l'odio sordo e l'eccitazione febbrile, l'immaturità sentimentale e un'insoddisfazione profonda e velenosa, Giovanni si fa uomo - e marito, e padre - senza diventare mai adulto. A raccontarlo una voce narrante che entra ed esce dalla storia scoprendosi dentro lo sguardo ora dell'uno, ora dell'altro personaggio, incrinando la superficie a prima vista ordinaria per lasciar trapelare abissi ben più vertiginosi. Come il polpo con i suoi tre cuori, Giovanni si avviluppa intorno ai suoi tre grandi amori in un labirinto crudele, da cui non è possibile liberarsi, da cui è impossibile distogliere lo sguardo. Un sofisticato romanzo psicologico che affronta senza paura l'orrore intrappolato nella ""normalità""""."" -
Un pugno di mosche
Quando Laurent Malèvre torna dopo molti anni al cupo paese natale – un “buco dimenticato, in mezzo al nulla” – per le nozze della cugina, trova ad accoglierlo un passato in frantumi, da cui è stato allontanato ancora bambino e che non può o non vuole davvero affrontare. Aleggia su questo umido scorcio di campagna francese, intorno a segreti irrivelabili, un male sottile e diffuso, che contamina le cose dal di dentro, così come gli insetti – moscerini, zanzare, mosche – ronzano tra le pieghe di una realtà sull’orlo della decomposizione. Il protagonista si aggira circospetto, già troppo ferito: sembra dribblare la tristezza in cerca di una possibile normalità. Ma anche lui oscilla fra detto e non detto, a cominciare dall’amica Claire, che presenta a tutti come Constance, la compagna incinta. Con il procedere delle pagine, e il montare della suspense, tra il fondale limaccioso del lago e il labirinto del bosco, scopriremo che il vero segreto non è là dove lo stavamo cercando, e che nessuno è salvo. -
Quando si contempla. Meditazioni nella natura
Vivere in modo consapevole per vivere pienamente.rnrn«L’incontro con la natura mi riconduce sempre a me, a ciò che ancora non so e a ciò che, sapendo, non vivo fino in fondo.»rnCosa significa contemplare? Significa vedere oltre ciò che si guarda, ascoltare oltre ciò che si ode, sentire oltre la sensazione che si prova. E, così facendo, fecondare il proprio mondo spirituale, attivare in sé il senso della propria appartenenza alla vita cosmica. In questo memoir interiore, un piccolo breviario di mindfulness naturale, Adriana Bonavia Giorgetti ripercorre la propria storia sub specie contemplationis dall'infanzia alla maturità, riconoscendo che la contemplazione può offrirsi spontaneamente - come quando, da bambina, si perdeva nei capelli di sua madre - e può pure venire consapevolmente coltivata come facoltà dello spirito in ogni fase della vita. Quando si contempla la vita si arricchisce di incontri e di relazioni con le persone, ma anche con i paesaggi, gli insetti, le piante, le mani di un artigiano o l'opera di un artista. Diviene una vita di amicizie, come narra la profonda intesa dell'autrice con il bambù. A guidarla nel cammino, maestri cercati o incontrati come per caso, luminose costellazioni o fiori che sbocciano sul balcone, immagini e voci del sogno, versi di grandi poeti, esperienze dell'Essere che, come preziose briciole, segnano la via. E riportano a quello che veramente siamo. -
Una scuola senza muri
«Laura Bosio narra lernmicrostorie di alcuni allievi, arrivatirna Milano dopo peripezie che hannornpudore a raccontare» -AvvenireVengono da lontano. Si chiamano Makan, Idowu, Teresa, Bomani, Trésor, Mariela, Amadou. I loro fragili passaporti li condannerebbero a restare dove sono, nel deserto della miseria e della guerra, ma non hanno altra scelta. Come Giacobbe che combatte tutta la notte al buio in un estenuante corpo a corpo con uno sconosciuto, attraversano il mare in una lacerante e disumana ricerca di salvezza, di identità. Identità che non hanno neppure le parole per esprimere. Laura Bosio, che insieme a tanti volontari li accoglie nelle aule della sua scuola senza muri, dove ""italiano"""" significa ascolto, dialogo, incontro inaspettato, dà voce alle loro storie, incrocia i loro sguardi, accoglie le loro reazioni quando, costretti a rispondere """"bene"""" alla domanda """"come stai?"""" del manuale, """"ridono, rovesciandosi all'indietro sullo schienale della sedia e allargando le braccia"""". E in questo mondo di rabbia e disprezzo, di pregiudizi e di muri, trova spazio il più autentico cuore di un sogno, quello dei migranti e il nostro: perché, dice Laura, nonostante tutto noi siamo qui, """"sulle sedie multicolore, gomito a gomito, davanti a un libro aperto, a guardarci negli occhi mentre diciamo: Io sono, affermando il semplice diritto di esistere""""."" -
Hybrid. Postumano e mutazione della specie
Al postumano (o transumano) ci siamo già arrivati: cibo geneticamente modificato, protesi di nuova generazione, tecnologie riproduttive, clonazione... Tutto questo può essere visto sia come felice opportunità (con nuove straordinarie forme di soggettività, aperta anche verso gli animali) sia come cupa distopia (l'incubo di una intelligenza artificiale in grado di governare il mondo senza di noi). Sull'aggrovigliata questione del postumano - tra ingegneria genetica, tecnologie dell'informazione, robotica - si sono formati due partiti opposti: scientisti ottimisti e umanisti pessimisti. Per i primi, tra i quali troviamo anche femministe, mistici, filosofi, siamo alla vigilia di un ulteriore stadio della evoluzione, e la tecnologia ci potrà liberare dalla malattia, dal corpo e perfino dalla morte. Per i secondi siamo alla fine della civiltà umanistica, e l'uomo stesso rischia di diventare antiquato, per certi versi superfluo. Un gruppo di scienziati e umanisti ci guida nelle profondità del problema e delle sue implicazioni bioetiche, lasciando poi a noi la scelta: sgomenti o entusiasti? -
Wake in fright. Svegliarsi all'inferno
Un piccolo, potente capolavoro, spietato nell'indagare la miseria della natura umana. Un incubo difficile da dimenticarern«Un’opera profondamente perturbante e sconvolgente. Mi ha lasciato senza parole» - Martin Scorsesern«Cook scrive incredibilmente bene, con una feroce sobrietà e una vividezza spaventosa» - New York TimesrnIl giovane John Grant insegna in una scuola sperduta nell'immenso outback australiano. Durante le roventi vacanze natalizie si ritrova a passare per la piccola città mineraria di Bundanyabba - per gli abitanti Yabba. Dovrebbe rimanerci solo una notte prima di ripartire verso Sidney - la costa, il mare, l'amore, la civiltà - ma senza neppure accorgersene si risveglia intrappolato in un vortice diabolico, fatto di ombre, di sguardi, di profonda, onnipresente minaccia. Dopo poche ore, del ragazzo colto, borghese, metropolitano, dissolto in fiumi di birra e nelle spire del gioco, non è rimasto nulla. Ora c'è un uomo sporco e logoro, gli occhi rossi e l'alito pesante, appoggiato all'albero di un parchetto riarso con in mano un fucile. La sua discesa nell'abisso è repentina e irreversibile, sottile come una scelta, inevitabile come la tremenda calura in questo angolo d'inferno perso nel nulla. E della possibilità di risalire non ci sono certezze. -
La danza dei 5Ritmi. Il movimento come meditazione. Nuova ediz.
Creata da Gabrielle Roth negli anni Settanta, la danza dei 5Ritmi è una pratica aperta a tutti. Non è un ballo formale, non ci sono passi da imparare, ognuno si muove liberamente, consapevolmente, da solo e in connessione con gli altri. Non importano l’età, la forma del corpo, le radici etniche, l’orientamento sessuale, la religione o la capacità di muoversi. Tutti possiamo danzare i 5Ritmi: basta avere un corpo. Ogni ritmo – Fluire, Staccato, Caos, Lirico e Quiete – rappresenta uno stato dell’essere e ha una sua energia che risuona in ognuno di noi. Insieme, i 5Ritmi formano un’onda che ci permette di esplorare diversi aspetti della nostra interiorità e delle nostre relazioni. Danzare o meglio “cavalcare” un’onda è un viaggio emotivo, fisico, spirituale. E cambia ogni volta. Grazie ai 5Ritmi esprimiamo tutte le emozioni in modo creativo e in uno spazio sicuro. La loro pratica costante ci apre a un nuovo senso di libertà e di possibilità. E questa liberazione è allo stesso tempo una cura. La sofferenza si trasforma e diventa arte. -
Mindful parenting. Per costruire una relazione consapevole con i nostri figli
Siamo in un mondo in rapida e continua trasformazione. Anche quello che vorremmo stabile - come la famiglia - è soggetto a nuovi e imprevedibili cambiamenti. Desideriamo essere preparati per quello che è il compito più delicato della nostra vita e invece spesso ci troviamo appesantiti da tantissime informazioni e indecisi su cosa è meglio fare avvero.Il Mindful Parenting offre la possibilità di trovare dentro di noi la risposta alle nostre domande come genitori, con strumenti che sono sempre a portata di mano, andando al di là dei compiti quotidiani e ritrovando il piacere della cura che, come un amorevole abbraccio, riguarda la crescita di tutti i membri della famiglia. Dopo oltre vent'anni di ricerca scientifica nell'ambito della mindfulness applicata alla genitorialità, Susan Bögels, psicoterapeuta cognitivista, prosegue il lavoro di Jon Kabat Zinn e di sua moglie Myla, aiutandoci a capire che cosa, nella relazione con i nostri figli, è davvero importante. -
Esplorare il silenzio
Il silenzio può essere una via privilegiata di espressione? Un'alternativa all'eccesso verbale, ai discorsi vuoti, ripetitivi, aggressivi, urlati? Un antidoto alla frenesia della società contemporanea, dove siamo tutti iperconnessi e consumiamo centomila parole al giorno fra tablet, cellulari, social e siti? Una chiave per aprire nuovi orizzonti alla letteratura e alla poesia, alla natura e alla scienza, alla psicoanalisi e all'antropologia, al cinema e al teatro, alla musica e alla linguistica? Quando è una scelta consapevole, il silenzio ci conduce dal dire autoreferenziale al dialogo inteso come ascolto, come contrappunto fecondo di pieni e di vuoti. Perché il silenzio è il linguaggio dei sentimenti e delle passioni forti, è un potente strumento di relazione autentica, indispensabile alla comunicazione. Offre al ritmo quotidiano dell'esistenza il ristoro di una pausa, la dimensione del mistero, il privilegio di potersi fermare. Per andare più a fondo, più lontano. Esplorare il silenzio è un viaggio corale nel territorio ignoto dell'ineffabile, condotto da un gruppo pluridisciplinare di studiosi convinti che il silenzio abbia molto da raccontare. Prefazione di Gigi Spina. -
Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici
Eleonora è una ""rotolacampo selvatica"""", naturalmente entusiasta, canterina, biciclettara, consumatrice seriale di infusi, specie se comprati dalle bàbuski streghe dei mercati postsovietici. Ama viaggiare da sempre, e nel viaggiare racconta e soprattutto ascolta storie, possibilmente in lingua originale - che le capisca o meno. Viaggia per gioia e per necessità, per cogliere - con il corpo e non solo con la mente - il nocciolo delle cose. In questo piccolo alfabeto sentimentale, troverete itinerari insoliti e parole vive di terre lontane, racconti di avventure spericolate e pensieri sul mondo. Ma anche su come fare lo zaino, su come funziona il couchsurfing, su dove fare campeggio libero, sulla paura di viaggiare da soli e i rischi diviaggiare in compagnia. Tra i racconti, gli incontri, gli indimenticabili tramonti, troverete consigli pratici e non solo su come viaggiare in libertà, con consapevolezza, lungo vie poco battute. Ma anche come restare selvatici alle porte di casa. E uscire da voi stessi per ritrovarvi un po' più veri, più saggi, più profondi."" -
Eterni ragazzi. Raffaello e Mozart, due vite allo specchio
Le analogie tra le loro vite e il loro stile sono impressionanti. Figli d'arte, precocemente allevati dai rispettivi padri all'interno di piccole ma esigenti corti signorili - Urbino e Salisburgo -, sono entrambi dotati di un sorprendente talento, sostenuto dalla dote di una memoria formidabile che li porta a ricordare e a fare proprie le opere altrui. Entrambi appaiono capaci di produrre la propria arte al primo tocco, con totale e invidiabile naturalezza. Entrambi sono celebri per le avventure d'amore. Nella breve maturità, si trasferiscono entrambi nella capitale - Roma e Vienna - per lavorare uno per il papa e l'altro per l'imperatore, le massime autorità della terra, e cimentarsi con pari successo nei generi più diversi, da piccole composizioni a opere grandiose e solenni. E i loro ultimi capolavori, rimasti incompiuti, verranno completati da allievi e utilizzati al loro funerale. Infine, forse per la fiduciosa convinzione del primato della bellezza, della luce e del perdono universale, nessuno dei due sembra avere avuto percezione dei clamorosi cambiamenti che stavano avvenendo alla fine delle loro vite: la Riforma per Raffaello, la Rivoluzione Francese per Mozart. -
Il gusto di una vita
In queste pagine Iaia Caputo intreccia le due grandi passioni di una vita raccontando attraverso il cibo - assaporato, azzannato, rifiutato, gustato, cucinato, condiviso - il dispiegarsi dei suoi anni, e insieme quelli di un'intera generazione. Ecco dunque un'infanzia anni Sessanta a Posillipo, scandita da riti e divieti, da regole e felici solitudini, da grandi letture e un sentimento di sostanziale ""inappartenenza"""" che la spingerà a """"scavalcare impaziente i recinti per correre sempre più avanti"""". Una giovinezza improntata alla passione politica, condita da arancini afferrati al volo per strada e interminabili riunioni alla nicotina. E, infine, una maturità milanese, laboriosa e inquieta, dove la """"guantiera di paste"""" non è che una copia sbiadita di quella che fu. Mentre profumi e sapori di ieri si alternano a un presente insonne e vorace, Iaia corre avanti e indietro nel tempo e si sofferma sui legami familiari, sui temibili pranzi della domenica, sull'angolo rustico di paradiso """"Da Gigino"""", dove si festeggiava la fine della scuola sotto una pergola fiorita dividendo l'unica, gigantesca teglia di pizza lunga più di due metri. Tra le righe, lo """"sfarinamento di un mondo che prelude al crollo"""", l'amore per i libri, quel """"fazzoletto di terra d'esilio"""" da cui sgorga la voce della scrittrice, tesa a testimoniare il suo tempo attraverso lo sguardo della letteratura."" -
Che razza d'amore. Doctor Dog racconta
A volte il nostro cane non ci ascolta? È troppo vivace, troppo pigro, troppo aggressivo? Oppure, invece, ci inonda di un affetto gratuito difficile da trovare altrove? Ci legge nel profondo? Mostra di comprenderci più e meglio di molti Sapiens sapiens? In queste pagine Andrea Grisi, dal cuore della sua esperienza, dà voce ai suoi clienti canini e umani, ne racconta le storie e i sentimenti, e insieme ci svela trucchi semplici ed efficaci per comunicare meglio con il nostro compagno a quattro zampe. Nel suo mondo, popolato da cani irrequieti e proprietari alle prime armi, conduttori veterani e cuccioli appena svezzati, le sfide sono tante e sempre diverse: Spritz il cane festaiolo impara a rimanere tranquillo in mezzo alla mondanità, Sunny si dedica anima e corpo al suo padrone disabile, Coral incoraggia la padroncina a difendersi dai bulli, Marco e il suo barboncino sconfiggono la timidezza, Luigi e Zoe superano insieme un lutto, e molto altro ancora. Fra consigli pratici e osservazioni maturate nel corso di una carriera pluridecennale, Doctor Dog ci aiuterà a scoprire come trovare o ritrovare l'armonia con il nostro cane, coltivando quella relazione intensa ed emozionale che soltanto i veri amanti degli animali possono capire. -
Cerchi di capire, prof. Un dialogo tra generazioni
In queste pagine Giovanna Cosenza, attingendo ai canali sempre aperti con i suoi studenti, dal blog alle conversazioni al supermercato, racconta incontri e storie che attraversano i grandi temi dell'esistenza: genitori, amicizie, amore, sogni, lavoro. Ne emerge la fotografia non di una, ma di più generazioni di ventenni cresciuti tra ripetute crisi economiche e ora una pandemia. Sono quelli che gli stereotipi mediatici hanno classificato impietosamente come ""bamboccioni"""", """"sdraiati"""", """"apatici"""", """"choosy"""", e che molti, oggi, concordano nel considerare privi di futuro. Eppure, dice Cosenza, tutto dipende da come guardi il mondo. Se è vero che molto è cambiato negli ultimi quarant'anni, i vissuti della giovinezza e le sfide della vita restano molto più simili, nelle diverse generazioni, di quanto siamo abituati a pensare: le percentuali di disoccupazione a due cifre c'erano anche negli anni Ottanta e Novanta, e altrettanto si può dire dell'incapacità di pensare il domani in modo lungimirante e strategico da parte delle nostre classi dirigenti. Un contagioso senso di """"vecchiaia"""" ci pervade tutti, dai ventenni ai quaranta, cinquanta, sessantenni. Un senso di impotenza che gli adulti continuano a subire e coltivare, e che spesso i ragazzi si ritrovano addosso loro malgrado.""