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William Kentridge at the Macro. Catalogo della mostra (17 aprile-2 ottobre 2016). Ediz. italiana e inglese
"Triumphs and Laments"""" è il percorso intrapreso da William Kentridge ormai da lungo tempo su Roma e per Roma, culminato con un suggestivo intervento artistico, realizzato sul fianco del muraglione del Lungotevere nel tratto che va da ponte Sisto a ponte Mazzini. Ottanta figure, di circa dieci metri di altezza ciascuna, esaltano la grandezza ma anche le “vergogne” della storia di Roma. Una grande opera site-specific che dissolve, ma contestualmente rimarca, l’azione del tempo “per via di levare”, togliendo cioè con la tecnica dello stencil e della idropulitura la patina che il tempo, con i suoi agenti atmosferici, addensa sui muraglioni. La mostra al Macro – Museo d’arte contemporanea di Roma compendia e spiega il percorso creativo dell’artista e ne esplora e attraversa le tappe grafiche e iconografiche partendo dai disegni a carboncino e inchiostro eseguiti a Johannesburg e affiancati a una serie di cut out con matita bianca e taglierino lavorati a Roma, inediti." -
Giacinto Cerone. Santo e contrario
Scomparso prematuramente nel 2004 Cerone è stato un artista difficilmente classificabile nelle dinamiche del sistema artistico italiano. La sua scultura è stata dominata da un'inquietudine profonda e dalla consapevolezza di muoversi sul fragile confine che esiste tra memoria e futuro, in quella zona friabile e spesso incomprensibile che è l'esistenza. Cerone è stato un grande intellettuale e poeta, convinto che il suo fare fosse la conseguenza di una condizione mentale, di una necessità concettuale che ha consentito la nascita delle forme e dei segni nelle sue opere. L'evidenza e la suggestione delle contraddizioni messe in campo dalle sue sculture e dai materiali sui quali ha lavorato, sono state la forza del suo lavoro e la causa di riflessioni critiche complesse. La mostra non traccia un percorso cronologico né un criterio di illustrazione della scultura di Cerone attraverso i differenti materiali utilizzati dall'artista, ma segue la presenza costante, nelle sculture, del colore bianco quale filo conduttore. Per Cerone il bianco era, infatti, un colore che serviva a celare la materia, privandola di quella dimensione naturalistica che qualsiasi materia porta con sé. -
Creativenergy. Arte per il rinnovabile
La città di Leonia raccontata da Calvino misura la sua opulenza dalle cose che vengono buttate via per far posto alle nuove e finisce per ritrovarsi circondata da montagne di rifiuti che rischiano di travolgerla. L'incubo dei rifiuti che invadono le strade in molte città è oramai un dato di fatto. Expo 2015 ha rappresentato un momento importante di riflessione su molti aspetti legati al futuro non proprio roseo del nostro pianeta e sulle possibilità offerte dalle energie sostenibili. Anche gli artisti, dagli anni Settanta, hanno avvertito nelle loro opere l'urgenza di porre in primo piano il problema ecologico. Tra tutti Beuys nel progetto ""Difesa della Natura"""", basato sulla piantumazione di querce, concretizzò il tema della tutela dell'ambiente naturale in un'azione collettiva volta a sensibilizzare la comunità. La sua arte ha lasciato un segno indelebile sulle generazioni successive e ha dimostrato come l'artisticità possa anche diventare radicalmente concreta. Il gesto di Beuys ha rappresentato un precedente imprescindibile per quegli artisti che, sensibili ai temi dell'ecologia e dell'ecosostenibilità, sono stati raccolti nella mostra Creative Energy. Arte per il rinnovabile."" -
La casa di Nostra Donna. Immagini e ricordo di Santa Maria in Porto Fuori
Come confrontarsi con la distruzione di una chiesa decorata da uno straordinario pittore del Trecento e con il furto dei pochi frammenti di pittura superstiti? Una ricostruzione digitale del monumento può valere come risarcimento culturale? O si tratta della restituzione di un'immagine, a fronte della scomparsa di un oggetto? La particolareggiata descrizione del procedimento attraverso cui si giunge a rendere la sensazione di solidità del monumento digitale ne mostra la reale inconsistenza numerica; ma una certa natura delle immagini dipinte nel secolo di Dante e di Giotto appare incompatibile con questa elaborazione; come affrontare questo problema attraversando l'odierna tempesta iconica? Una mostra innovativa ""La casa di Nostra Donna"""" (Dante Alighieri, Paradiso XXI, 121-123) """"Immagini e ricordo di Santa Maria in Porto Fuori"""", a cura del prof. Volpe, che, attraverso una ricostruzione virtuale, renderà possibile visitare nuovamente lo straordinario edificio della Chiesa di Santa Maria in Porto Fuori ed i suoi magnifici affreschi trecenteschi distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggetto della mostra sono le immagini che dall'Ottocento ad oggi hanno rappresentato la chiesa."" -
Lia Drei Francesco Guerrieri. La regola e l'emozione 1962-1973
Lia Drei e Francesco Guerrieri, compagni nella vita e nell'arte, lungo gli anni sessanta furono protagonisti delle ricerche gestaltiche, programmate e strutturaliste, particolarmente a Roma. Drei e Guerrieri, insieme a Di Luciano e Pizzo, fondarono infatti il Gruppo 63 e poi, in coppia, il Binomio Sperimentale (1963-68). In quegli stessi anni entrambi parteciparono ai fondamentali Convegni internazionali di Verucchio e alle varie mostre-dibattito itineranti del movimento strutturalista. Così, per esemplificare il loro percorso di ricerca lungo gli anni sessanta e i primissimi settanta, al MACRO vengono esposte 27 opere. La coppia Drei-Guerrieri spicca nell'ambito delle ricerche programmate italiane per la fedeltà assoluta al linguaggio della pittura, senza l'ausilio di mezzi meccanici o tecnologici, nell'applicazione delle teorie gestaltiche della percezione visiva, ribadendo la centralità del ""quadro"""" nella fruizione estetica. Inoltre entrambi, pur nelle reciproche differenze, si sono distinti anche per la capacità di rendere visibile un'intuizione lirica distillata nella purezza geometrica e rigorosa della forma."" -
Fausto Pirandello. Opere dal 1923 al 1973
Pirandello ebbe la sua prima educazione artistica nell'allenamento ad uno sguardo oggettivo e crudo, a un segno di realtà insistita e forzata, di lucidità quasi chirurgica nell'indagare gli aspetti anche scarni e brutali della figura umana, tipico di quella tendenza tedesca. In questa scelta forse atipica, comunque rara per l'Italia del tempo certamente ritroviamo un'indicazione del padre, il grande drammaturgo Luigi, nei confronti del giovane figlio: infatti, come è noto, egli ebbe una lunga e determinante fase di studio giovanile di stampo mitteleuropeo, laureandosi a Bonn, e l'indirizzo di Fausto fu certamente determinato dalle sue simpatie e preferenze culturali. Subito dopo Pirandello segue la scuola di pittura di Felice Carena e dalla sua inquieta ricerca, Pirandello assume un senso di plasticità cromatica solida ma non priva di complicazioni intellettuali. Pirandello dipinge allora soggetti contadini e pastorali, arcaizzanti, sul modello del maestro, ma subito vi infonde una carnalità realistica e ""sgradevole"""", contorta e sofferta, che lo proietta ancora giovanissimo in una dimensione autonoma, quasi un inquietante precursore di Lucian Freud. [...]"""""" -
Arte nello spazio pubblico
Ogni intervento artistico, interagisce fortemente con l'ambiente medesimo che lo ospita, divenendo quest'ultimo parte integrante della stessa opera. Al visitatore si riserva una partecipazione coinvolgente, perché a differenza delle opere esposte entro le bianche stanze di un museo, per lo più asettiche, l'arte nello spazio pubblico ha un carattere dinamico, la si ""percorre"""" spesso per comprenderla e genera impressioni diverse: secondo l'inclinazione della luce, la direzione di visuale, il modificarsi della vegetazione nelle stagioni. L'arte ambientata certamente non nasce """"in situ""""; lo spazio circostante crea una ambientazione che migliora la percezione dell'opera esposta. Le forme scultoree di grandi dimensioni, realizzate sia dai più noti artisti, che da quelli meno conosciuti, hanno sempre generato una necessaria relazione con lo spazio specifico, tendendo a misurarsi con il profilo degli ambienti prescelti, rimodellando la complessiva spazialità. Le opere negli spazi urbani, si pongono come particolari segni incisivi che creano equilibri di forze; tutto questo dunque è inteso come una continua, rinnovata e pur sempre affascinante rilettura dello spazio pubblico."" -
Hermann Nitsch e il teatro. Ediz. bilingue
La mostra ""Hermann Nitsch e il teatro curata"""" da Hubert Klocker, direttore della Friedrichshof Collection (ZurndorfVienna), raccoglie una vasta gamma di opere realizzate da uno dei maggiori esponenti viventi dell'Azionismo Viennese. L’opera di Nitsch si snoda attraverso diversi campi d’indagine, che all'Arena Museo Opera (AMO) a Palazzo Forti si articolano in varie sezioni espositive: la composizione di musiche che si possono ascoltare nelle sale della mostra, i costumi di scena realizzati per le opere di cui Nitsch ha curato la regia teatrale, le fotografie di alcune performance e diverse installazioni realizzate con tecniche miste. Prende vita ad AMO un progetto collaterale della 12a edizione di ArtVerona che con Boxart Galleria d’Arte di Verona diventa un’occasione di approfondimento su una mostra che riflette sul cuore teatrale nell'accezione più originaria, risalente ai riti greci, e sfiora altresì la più moderna forma operistica-teatrale.Il visitatore scoprirà non solo le opere che hanno reso Hermann Nitsch popolare nell'ambito della corrente artistica di appartenenza, ma potrà approfondire altre tematiche, legate ad argomenti imprescindibili dalla vita umana."" -
Anime Prave. Opere sull'Inferno dantesco. Ediz. italiana e inglese
L’amore per la pittura, unito sicuramente ad altri interessi comuni e accresciuto attraverso occasioni di incontro di varia natura, ha dato forma ad un’amichevole frequentazione tra il ,aestro de Chirico e l’onorevole Amintore Fanfani. Ne dà testimonianza un bigliettino di ringraziamento, conservato negli archivi della Fondazione de Chirico e indirizzato a Isabella de Chirico. L’on. Fanfani ricorda una piacevole visita nella casa di Piazza di Spagna e così scrive: “- 6.XII.63 - Signora Gentilissima, a lei per la squisita accoglienza, al maestro Giorgio per il panorama splendido della sua solida pittura a nome di Biancarosa e mio pervenga un sincero grazie. / E in attesa di poter ricambiare, modestamente, la cortese ospitalità, questa volta senza panorami pittorici personali, porgo a Lei ed al Maestro a nome di Biancarosa e mio un saluto cordiale e grato. Amintore Fanfani”. -
Lavia il Terribile
"Doveva essere il 2005. Il cartellone del Teatro Argentina di Roma prevedeva la messa in scena di Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee con Mariangela Melato e Gabriele Lavia. Poco prima del debutto, Mariangela ebbe un infortunio, o forse una delle avvisaglie di quel male che ce l’ha portata via così presto. Lo spettacolo andò in scena una stagione dopo, come testimoniano gli scatti di Tommaso Le Pera, che ritrae i due attori mentre cantano con indosso due manti colorati, seduti sul cofano di una Cadillac sgangherata, spiaggiata tra i libri e la sabbia, simboli di memorie, di confusioni coniugali. Un bell’incontro di energie teatrali su cui, però, in quel 2005 non si alzò il sipario. Le testimonianze che leggerete in questo libro prezioso si soffermano sul rispetto che Gabriele ha per il teatro e per gli spettatori. Davvero per lui la scena è un tempio di Vesta, e spegnere, anche solo per un attimo, il fuoco sacro alla divinità, gli appare un oltraggio al cielo e all’Arte.""""" -
Anish Kapoor. Ediz. italiana e inglese
Blocchi di carne lacerata e sanguinolenta, ammassi informi e raggrumati, coaguli di materia che squarciano con violenza la nostra percezione. Sono immagini destabilizzanti le opere di Kapoor esposte in questa mostra, gran parte delle quali frutto dei suoi lavori più recenti. Lontane, da quella nuvola di acciaio eppure morbida e avvolgente, realizzata tra il 2004 e il 2006 e innestata nel Millenium Park di Chicago. Da quella forma liquida, ispirata dal mercurio, che ingloba lo skyline della città in uno specchio ellittico per poi distorcerlo e rifletterlo offrendo un nuovo quadro in movimento: un pezzo di città che vive e che ridà l’immagine, compresa in quel contesto, di chi, da fuori, si guarda vivere. Guardare dentro, per vedersi fuori. Ed è, forse, proprio questo, il fil rouge che unisce quei momenti artistici di superfici lisce, specchiate e riflettenti, che accoglievano al loro interno con leggerezza, senza turbare, a questo diverso mezzo per condurre dentro, a penetrare l’essenza cavernosa delle cose. A lacerare, col bisturi impietoso dell’esperienza, che seziona corpi per nutrire conoscenza, lembi di carne incisi per guardare dentro, sfidando l’urlo della sofferenza. -
Attraverso l'Iran. Città, architetture, paesaggi
"Attraverso l’Iran"""" è il risultato: dei numerosi viaggi che gli autori, nel quadro di accordi interuniversitari, hanno compiuto in Iran dal 2010; del desiderio di organizzare, in una narrazione coerente, memorie storiche, notizie di città, di edifici, descrizione di paesaggi, impressioni di chi ha visitato gli stessi luoghi in tempi lontani o recenti; della necessità di raccogliere materiali iconografici e descrittivi, spesso frammentari e sparsi in numerose pubblicazioni, in un unico volume; della voglia di condividere la fascinazione che l’Iran suscita anche nel viaggiatore più distratto. """"Attraverso l’Iran"""" ha l’ambizione di essere utile non solo a chi ne è in visita ora o ne ha l’intenzione in futuro, ma soprattutto a chi si avvicina per la prima volta a questa realtà. """"Attraverso l’Iran"""" parla con passione di un Medio Oriente che distorte visioni e vicende geopolitiche hanno reso a noi distante ed estraneo, mentre la memoria passata spesso ci conferma quanto questo sia “vicino” e alternativamente intrecciato alla nostra storia – nonché alle vicissitudini della nostra cultura. Un paese splendido e complicato al contempo, come ogni luogo erede e prosecutore di una grande civiltà." -
Paesaggio italiano. Vol. 2
Introducendo la precedente edizione di ""Paesaggio Italiano"""" avevo parlato innanzi tutto di quella speciale qualità dell’arte italiana che consiste nell’assimilazione naturale della nostra tradizione artistica, della nostra storia. La nostra identità è forte e inequivocabile, le nostre origini evidenti. Questo è vero, notavo, come altrettanto vero è che oggi è impossibile parlare dell’Italia senza farlo (anche) attraverso uno sguardo dal di fuori e un serrato confronto con l’esterno. Quella di oggi è una generazione dotata di sguardo interno/esterno, la generazione dei radicanti di cui parla Nicolas Bourriaud, con formazione itinerante, con radici multiple e mobili e nostalgie dislocate in culture diverse. Gli italiani hanno sempre sentito molto le proprie radici e forse questo si fa più forte nel momento in cui l’idea stessa di radici è messa a rischio. Mi ponevo alcune domande: “Sarà permesso ancora a qualcuno di avere radici? Le nostre radici non saranno più solo nostre? E avremo anche noi le nostre radici altrove?” e concludevo: “Certo che le radici non stanno più solidamente piantate a terra. Ora l’artista sta tra radicamento e sradicamento.”"" -
Ugo la Pietra. Le mie giornate particolari con
Il volume raccoglie ventuno brevi racconti, resoconti di giornate e incontri,che hanno in qualche modo condizionato la lunga e articolataattività di Ugo La Pietra, artista e architetto ma soprattutto ricercatore(come egli ama definirsi) nella grande area che abbraccia tutte lediscipline della comunicazione.""Ventuno giornate memorabili senza essere esemplari"""": così le definisceMarco Scotini nella sua introduzione, paragonando la scritturadi La Pietra alla sua operosità grafica """"ideografica, quasi da miniaturista,sempre veloce"""".I racconti partono dal 1963 con Lucio Fontana e le avventure con icomponenti del Gruppo del Cenobio (Agostino Ferrari, Ettore Sordini,Angelo Verga, Arturo Vermi), si snodano per tutti gli anni Sessantaattraverso gli incontri con Vittoriano Viganò, Nanda Vigo, SergioDangelo e altri artisti milanesi, Edouard Mesens, Paolo Rizzatto, MarioMerz, Gianni Pettena, e proseguono con le esperienze condivisecon Getulio Alviani e Maurizio Nannucci, Gillo Dorfles, Mila Schön,Alberto Seassaro, Achille Bonito Oliva, Franco Vaccari, Bruno Munari,Alessandro Mendini, Gaetano Pesce, Roberto Orefice, DavideMosconi, Fernando De Filippi."" -
Simafra. Aequilibrium. Ediz. illustrata
Se concediamo che in ogni opera d'arte esista un reale indicibile e una materia simbolica che lo esprime, l'ultimo ciclo di dipinti di Simafra mette apertamente in collegamento l'uno (il reale) e l'altra (la materia simbolica). Non facciamoci ingannare: sebbene queste opere siano infatti ispirate a ghiacciai, mari, fiumi, cieli, nuvole, crateri, tornado, cioè ai quattro elementi fondamentali dell'aria, della terra, dell'acqua e del fuoco nei diversi stati delle loro manifestazioni, del loro estatico divenire, non è questi elementi o quei fenomeni che vuole raccontare il pittore. [...] Piuttosto la sua fascinazione va per quegli artisti che hanno trattato la materia pittorica come sostituto della visione, o che hanno prediletto la tattilità ravvicinata alla lontananza prospettica. Pittori informali e materici, ultimi naturalisti? In parte senza dubbio è vero, però appunto solo in parte, perché se è evidente che c'è anche qualcosa di Alberto Burri nelle sue opere, si trova anche qualcosa del vitalismo gestuale di Mario Schifano, della leggerezza di Peter Doig o, in particolare nelle opere dedicate alla terra, della scabrosa drammaticità tellurica di Anselm Kiefer. -
Del filo e del segno. Walter Valentini e Giovanni Gaggia. Ediz. italiana e inglese
Unitis Signis. Un motto musicale, suadente, bello anche nella sua scansione grafica, ritmata e quasi rimata. Evocato a rimarcare l'incontro di due artisti su un territorio che è allo stesso tempo pregnante e impegnativo: quello dei segni come simboli, superfici, forme, spazi, portatori di precetti teoretici e spirituali. Ma nel caso di Walter Valentini e Giovanni Gaggia, questo titolo tradisce qualche limite, tanto da dover essere - inopinatamente e del tutto arbitrariamente - emendato in Unitis ""etiam"""" Signis. Per i due artisti infatti l'opera realizzata a quattro mani diventa il momento lirico capace di portare alla superficie legami profondi quanto inespressi, articolati anche se spesso collocati in una sfera metafisica. Legami che però trovano una base identitaria in qualcosa di eminentemente """"fisico"""" come il territorio: quello di Fermignano, piccolo centro delle colline marchigiane, una delle capitali storiche della grafica d'arte italiana, che ha fatto da scenario alla nascita dell'opera. Ma soprattutto quello della vicina città di Pergola, dove sono nati entrambi, anche se in generazioni decisamente distanti."" -
BoCs Art. Residenze d'artista. Cosenza 2015/2016. Ediz. illustrata
"Sono dei moduli prefabbricati funzionali e allo stesso tempo piacevoli nelle loro forme squadrate, realizzati con materiali ecosostenibili. Ricordano molto le architetture dei paesi scandinavi, da qui anche quel senso di meraviglia nel ritrovare nel sud dell’Europa qualcosa che invece si immagina appartenga solamente al nord. Ma a dire il vero il mio stupore veniva principalmente dal fatto che una città del mezzogiorno d’Italia, area geografica (tranne qualche rara eccezione) storicamente afflitta dalla depressione economica e di conseguenza anche culturale, fosse stata capace non solo di pensare un progetto così importante ma di realizzarlo anche in tempi rapidi. Quanti sono infatti anche oggi i progetti d’edilizia pubblica che non vengono mai portati a termine. A Cosenza invece era avvenuto un miracolo."""" (Alberto Dambruoso)" -
I colori e il mito dell'isola. Ediz. italiana e inglese
La particolare identità dell'isola Comacina - un luogo straordinario per la sua intensa natura incorniciata dal lago di Como, ma anche sede di un importante sito archeologico e delle case per artisti progettate da Pietro Lingeri negli anni '30 - è al centro di un'intensa esperienza didattica, finalizzata a esercitare sguardo, pensiero e manualità in una pratica dell'arte che esce dalle aule per entrare in rapporto diretto con il contesto ambientale e i visitatori. In questo laboratorio open air si è lavorato in stretto dialogo tra docenti e allievi per interpretare lo spirito del luogo attraverso progetti artistici che si sono concretizzati in opere di varia tipologia, destinate a restare sull'isola per alcuni mesi. L'obiettivo principale di questo progetto, nato all'interno della Scuola di decorazione dell'Accademia di belle arti di Brera, è dunque quello di rendere gli studenti sensibili al tema del colore e della storia come elementi costitutivi di un percorso progettuale condiviso, che si è poi sviluppato liberamente nella ricerca individuale dei numerosi giovani autori. -
Storie brevi «con»
"Ho raccolto in questo libretto alcune storie che hanno condizionato nel tempo il mio modo di pensare e lavorare. Scritte non certo per dare un contributo alla 'storia', mi domando a cosa possano servire e a chi possano interessare!"""" (Ugo La Pietra)" -
Bruna Esposito. E così sia. Amen. Ediz. italiana e inglese
"Il senso di quest'opera è nel farla e disfarla. Nel momento in cui, mi auguro, continuerà a essere fatta e disfatta, l'opera sarà viva"""". La pazienza di Bruna Esposito, la lungimiranza di Bruna Esposito, la fantasia di Bruna Esposito. Tra le voci più internazionali dell'arte contemporanea italiana, tra le più eclettiche nell'usare linguaggi, tecniche, codici espressivi. Nel 2000 il museo era un cantiere e lei - scelta per la prima edizione della selezione riservata ai giovani talenti che dal 2018 si chiamerà Premio MAXXI Bulgari - portò e realizzò il progetto """"E così sia""""."