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Dafne. Romanzo filosofico sull'imperatore Giuliano
"Albero di vita"""", il lauro di Dafne sta qui a simboleggiare il tentativo di restaurazione pagana compiuto da uno degli ultimi grandi imperatori romani: quel Flavio Giuliano, iniziato ai culti di Mithra e filosofo neoplatonico, alla cui tragica esistenza terrena de Vigny ha dedicato questo romanzo. """"Dafne"""" è uno dei pochi libri in cui l'appassionata rievocazione di vicende consumate nel - e dal - tempo si converte in evocazione di potenzialità e significati." -
Metafisica del capitalismo
In questa raccolta di scritti Sombart chiarisce le ragioni che stanno all'origine del capitalismo. L'idea di base è che lo studio del fenomeno capitalistico non può ridursi all'analisi dei suoi specifici rapporti di produzione, ma deve originare da un'interpretazione metafisica: da una ricerca preliminare di quel tipico 'spirito economico' che trascende i soggetti e ispira in costoro una 'mentalità economica' precisa, fonte del processo di razionalizzazione (e banalizzazione) dell'esistenza. -
Diario di guerra 1915-1917
Nel centenario dell'entrata dell'Italia nella Grande Guerra, rileggere le pagine del diario di guerra del Duce (Mussolini fu sempre duce: dei socialisti, prima; dei fascisti, poi) contribuisce a scoprirvi la 'prefazione' di alcuni punti capitali del nostro passato, per intravederne quella proiezione di solito chiamata 'futuro'. Sempre che si abbia volontà di scrutarli, perché scoprire equivale, di solito, a scoprirsi... -
Un po' per celia e un po' per non morir...
"L'autobiografia appassionata di un grande attore, interprete sincero ed entusiasta - e non """"spettatore"""" impaziente di dissimulare il proprio antifascismo, come, incredibilmente, affermano di lui le biografie del dopoguerra - dell'atmosfera dell'Italia degli anni 30 e della sua temperatura fascista.""""" -
Il capo del governo. Incitamenti
Per ricordare il centenario della fondazione dei Fasci di combattimento (23 marzo 1919), le Edizioni di Ar pubblicano questa raccolta di scritti mussoliniani, alcuni inediti, altri misconosciuti. Essa comprende comunicazioni ufficiali e lettere private, articoli di giornali e discorsi pubblici; ministri e deputati, prefetti e sindaci, familiari, scrittori e personalità di rilievo erano i suoi interlocutori. Il Duce prendeva molto sul serio il ruolo di Capo della nazione, così, sulla sua scrivania giungevano notizie su ogni aspetto della vita italiana. -
Il mio ritorno
Il poemetto ""Il mio ritorno"""" di Rutilio Namaziano è pervaso da un possente sentimento di romanità, che trova accenti di autentico fervore nell'esaltazione della città, vero caput mundi. Anche se essa giace prostrata in seguito al sacco di Alarico, Rutilio ne celebra la grandezza, le bellezze e la magnificenza, ma soprattutto ne esalta l'origine divina."" -
Neanche fosse la fine del mondo
Per fortuna in giro si dice che entro pochi mesi arriverà la fine del mondo... È questa profezia, una delle fake news che le leggi del marketing impongono di mettere in circolazione, a ridare il ritmo a un'umanità che di umano non ha più niente. Un ritmo incalzante pazzo di paura, pazzo di tremenda sincerità. Un 'liberi tutti' dove le maschere improvvisamente cadono. Ed è la ""trasvalutazione di tutti i valori"""" e la """"genealogia della morale"""" insieme, è un grido assordante (Dioniso, Cristo, Munch, un pazzo, o uno sconosciuto calpestato in una sala-conferenze che potrebbe somigliare alle nostre discoteche?) e il pianto soffocato nel cuore di un moribondo. È oggi, ieri o domani, o tutto il tempo concentrato in quel grido? È dolore e basta? È ferocia e basta? È fantasia e basta?"" -
Paesaggi dell'Italia centrale
In queste pagine, non incontriamo [...] tanto Roma, nata a forza di volontà e intelletto su un terreno insalubre, quasi a presagire il proprio compito nella storia mondiale, quanto piuttosto i popoli vicini, più strettamente legati alla natura fisica delle regioni che li ospitavano. Per Bachofen ""non esiste pedagogo più inflessibile della terra"""", e """"migliaia di fili, gran parte dei quali invisibili, legano l'intera civiltà di un popolo alla sede che occupa e determinano tra gente e luogo quell'armonia che è il fine di tutto, a cui tende, anche inconsapevolmente, ogni aspirazione""""."" -
Dementi e insani. La persecuzione delle memorie antiche. Codice teodosiano XVI
Il trionfo politico della religione cristiana, già iniziato con la morte di Giuliano il Grande (361-363 e.v.), giunge all'apice con la redazione del libro XVI del Codex theodosianus. Compilato in nove anni per ordine di Teodosio II ed entrato in vigore nel gennaio 439, il Codice è il compendio giuridico dell'Impero cristianizzato, la summa delle leggi volute dagli imperatori a partire da Costantino I. Il Codex fu una vera e propria dichiarazione di guerra a qualsiasi religiosità diversa dalla fede cristiana; dementi e insani è il ""titolo"""" che esso assegnava ai 'pagani', ai fedeli degli antichi culti olimpico-capitolini."" -
Il ritorno degli Eraclidi e la tradizione dorica spartana
Tutta la letteratura antidemocratica del IV secolo a.e.v. guardò a Sparta con nostalgia, come a sede di nobili uomini, scevri da volgari interessi e da edonismo. A chi chiedeva in che le leggi di Licurgo avessero giovato a Sparta, rispose Agesilao: ""A disprezzare il piacere"""". Platone propose Sparta all'eternità e come modello, e non dovette trovare altrove il suo Stato dello spirito, in cui uomini sublimi, purificati da ogni lordura, attendessero a farsi divini; e attribuisce ai 'custodi' della Repubblica costumi modellati su quelli degli Spartani: educazione marziale; immediatezza di istinti contro il nemico; eugenetica; beni e donne in comune. Come a Sparta, Platone lascia commerci e artigianato ai 'tecnici', e avverte che essi devono bene eseguire e mai decidere, non essendone capaci: perpetuo monito, valido soprattutto in questo XXI secolo."" -
La casa degli indeuropei. Tradizione e archeologia
Se esiste un luogo in cui l'uomo si senta al sicuro, fuori da campo d'azione delle forze infide, egli attribuisce la protezione sperimentata alla potenza straordinaria che là vive... e tal centro si compendia nel luogo di abitazione. L'aspirazione a ritrovare la propria casa si spiega con e si proietta quale fonte primaria del sentimento di patria. Esiste una casa indoeuropea nel suo modo di essere, legata a un orizzonte naturale e culturale. La casa intesa come famiglia ne denoterà l'immagine simbolica, di cui unità di misura e centro di riferimento è ormai il nucleo sociale. -
Ortogenetica. Johann Gregor Mendel. La conservazione e l'eredità delle forme organiche
Per salvarci dall'estinzione, occorre la volontà di dimostrare la necessaria cura della qualità e della salute delle generazioni. La salute consegue dai buoni geni, quindi dalla ortogenetica, che si propone il miglioramento delle unioni e della riproduttività degli italiani, sopra tutto di quelli più sani, con ogni mezzo efficace. Poiché i geni formano il centro della nostra vita etnica, è quanto mai scellerata la fuga morbosa per rincorrere quei beni materiali che, nella modernità contemporanea, ossessionano la esistenza degli uomini e la sopravvivenza degli Stati, rinnegando invece i Beni che ci sono stati tramandati dai nostri avi: secondo una continuità che abbiamo non il diritto di interrompere ma il dovere di confermare. -
Indietro, mai. Un grido impietrito
Pagine di passione, di lotta e di sacrificio, queste di Bruno Borlandi. Ma prive di retorica, scarne, senza enfasi, asciutte. La rinuncia al facile coinvolgimento emotivo è il loro segno distintivo. D'altronde, bastano i fatti, la nuda cronaca, per restituire intatti l'élan guerriero, il patriottismo disinteressato, la giovinezza dei protagonisti, tutti combattenti della Repubblica Sociale Italiana contro il nemico titino e i suoi complici. -
Non ci sono innocenti
Non cerca solo la vendetta ideologica il capo della banda, l'Autocrate. Cerca quell'""anello che non tiene"""" nel sistema borghese, nell'Italia delle ipocrisie istituzionalizzate (qui rappresentata con eccezionale cura documentaria) - il belpaese delle sofisticazioni alimentari, degli enti inutili che drenano denaro pubblico a palate, degli assassinii per noia e delle stragi per lucro, del Monte Toc, delle canzonette, degli amori vigliacchi e dell'intossicazione yankee. Il suo è il doppio tentativo di cavalcare tanto il fermento ribelle che monta da sinistra, convincendo i compagni a unire le forze contro il nemico comune, quanto l'ambiente dei militari. Tutto questo servendosi di armi sempre più spregiudicate, che non possono non contemplare, alla fine, il tritolo. È la storia vera di Freda, di Ventura e dei membri dei loro gruppi tra il '67 e il '69."" -
Pensieri antimoderni
Pur essendo un reazionario, non tollera gli orizzonti angusti della retorica ideologica. Pur avendo un animo religioso, sa trovare l'espressione più precisa per rappresentare ""le cose del giorno"""". Non è un poeta, ma ha la staessa capacità di serrare in un giro di parole insostituibili, fatalmente esatte, l'immensità del possibile."" -
Vita di Epicuro
"Più delle altre la filosofia di Epicuro è un documento psichico che ci rivela la condizione dello spirito umano. La mia biografia di quel filosofo è nata così, tra una marcia e qualche colpo di cannone, come forse è umano che nasca un libro in tempo di guerra. Avrei potuto scrivere un libro assai più voluminoso e più dotto: ho preferito scriverne uno semplice e cordiale. A me è sembrato di scriverlo come se l'avessi pensato e meditato da anni, da lunghi anni, in questo nostro mondo che io non definisco né bello né brutto, ma bello e brutto insieme, inquieto e sereno, torbido e limpido, instabile, ma lento, regolare, misterioso, se si vuole, e tuttavia aperto, con quel tanto di serenità che basta a trasformare qualche volta la rassegnazione in indifferenza, e con quel tanto di generosità ch'è necessario a tramutare l'entusiasmo passeggero e frivolo in fede o in fanatismo.""""" -
Un futuro senza avvenire? La generazione della decisione
Un libro di devozione, questo, una offerta agli dèi del sangue e della terra, prima che uno scritto di riflessione politica. -
Il signore terribile. Vita del barone von Ungern-Sternberg
Nervosi e irrequieti, nevrili, i pensieri nostri hanno bisogno di venir scritti per essere messi in riga e poi passati in rassegna dal loro autore, messi sull'attenti, loro e quest'ultimo. Per questo la scrittura-lettura è raccomandabile. E per questo va data lode al Frugis di aver composto un'agile biografia del barone von Ungern, ""sulla base di documenti d'archivio estoni e russi, e di una bibliografia poco nota in Occidente"""". Un merito, sopra tutto, gli va riconosciuto: di offrirci l'occasione di tentare' la sua scrittura per trascenderla, poggiando sui tratti biografici da lui disegnati, e fiutare, oltre l'""""andatura del tempo"""" che ne muoveva i gesti, l'alito della preistoria che il barone inflessibile inspirava. Nietzsche notava come esistano esseri che formano """"una sintesi di inumano e di sovrumano, di bruto e uomo superiore"""": costoro non vanno sentiti e valutati alla stregua degli altri, tanto meno degli uomini andati a male."" -
Sovvertire il tempo. Scritti su l'origine e il nuovo inizio
Gli scritti che compongono questo volume sono, nella sostanza, variazioni su due temi tra loro strettamente collegati: l'origine e il nuovo inizio. Per cui, pur nella varietà dei lavori qui presentati, sarà bene tener fermo questo orizzonte comune. Nel dettaglio, il primo blocco di testi va da Nietzsche a Baeumler e a Günther, nel segno del nuovo inizio dell'origine. Il secondo riguarda direttamente il motivo dell'origine nel suo rapporto con la storia e con l'evento. Il terzo si sofferma in particolare sul nuovo inizio. Chiudono il volume due riflessioni sulla storia in relazione al nuovo inizio e sulla filosofia del corpo come possibile nuovo inizio contro lo stato di cose presente. E fermano il volume, sulla controcopertina, due parole di Nietzsche, lette, prima ad alta voce poi a bassa voce, da Heidegger. Il nuovo inizio, infatti, è volontà di libertà. -
La conquista di Berlino
"Noi volevamo. Questo doveva bastare. La missione che ci eravamo imposta era necessaria. Questo doveva essere sufficiente. C'è sempre modo di infrangere le resistenze, qualora vi sia la volontà dello scopo."""" Questa dichiarazione dell'Autore spiega il senso dell'opera Kampf um Berlin, la cui versione italiana - apparsa per i tipi di Ar nel 1978, con il titolo La conquista di Berlino - viene ora riproposta nella collezione 'Il tempo e l'epoca dei fascismi'."