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Vedi la bambina al centro
Le braci (mai spente) di Angela. Nature or nurture? Che cosa fa di noi quello che siamo? È già tutto scritto nei geni o in qualche tipo di firmamento (teologico o astrologico, secondo i gusti), o siamo il risultato del lavorio sottile e inesorabile del mondo? Come tutte le domande “impossibili” anche questa di solito finisce per accendere dibattiti interminabili o per spegnersi in banalità telegrafiche. Questo libro tenta di percorrere una terza via per trovare una risposta, o per escluderla definitivamente, e lo fa nell'unico modo plausibile e onesto: il racconto di sé. ""Vedi la bambina al centro"""" è la storia, narrata in prima persona, di una bambina e del suo viaggio di settanta chilometri, dalla “bassa” cremonese a Milano, e di settant'anni, dal dopoguerra a oggi. Ultima di otto fratelli, un’infanzia contadina e selvaggia, un’adolescenza «doverista» e guerriera, poi la sfida di Milano, terra promessa (e mantenuta) che porta altre relazioni e aspettative, un nuovo mondo che prova tenacemente, e a volte dolorosamente, a convivere col vecchio."" -
Il segreto del Naviglio Grande. Gigi Pedroli: una storia milanese
Il libro è il ritratto e la storia di Gigi Pedroli, artista geniale ed eclettico, pittore, incisore, scultore e musicista che da 40 anni vive e lavora sull’Alzaia in un luogo magico e nascosto ai più, un edificio che si dice sia stato, nella sua parte più antica, il casino di caccia di Ludovico il Moro e l’alcova segreta dei suoi incontri con l’amante Cecilia Gallerani, accreditata come la Dama dell’Ermellino ritratta da Leonardo forse proprio in quelle stanze.rnUna metropoli in fermento, capace di attrarre persone e capitali, ricca di passato ma proiettata verso il futuro: è Milano oggi, ma lo era allo stesso modo un secolo fa. Due famiglie - i Pedroli e i Corsini - vi giungono in cerca di speranze. Dall'amore contrastato tra due dei loro giovanissimi figli nasce Gigi, un bimbo destinato a rimanere orfano prestissimo. Ma sarà Milano a prendere quel bambino per mano, educarlo, dargli un lavoro, scoprirne il talento. Classe 1932, Gigi Pedroli con Milano ha condiviso tutto, le fatiche e i successi. Negli ultimi quarant'anni lo ha fatto vivendo e lavorando nel quartiere dei Navigli, attingendo al suo secolare intreccio di tradizioni popolari e di cultura artistica e artigiana. Qui il suo percorso di grafico sfocia nella pittura e nell'incisione. Qui nascono le sue acqueforti e i personaggi della sua umanità quotidiana raffigurati nella loro normale deformità. Qui Pedroli dà forme e materie diverse al suo genio visionario e a tratti profetico. E qui ha incontrato Pietro Ichino, al quale, sotto la vite canadese dell'Alzaia del Naviglio Grande 66, ha raccontato la sua vita, parabola felice di una pòlis capace di accogliere chi la sceglie. -
La voce degli specchi
Aforismi, poesie e illustrazioni compongono un libro dai molteplici accessi. In senso letterario e... letterale. -
Indietro tutta. Navigando verso la scuola di domani
Chi ha già letto o conosciuto Francesco Dell'Oro sa che in tema di scuola (e dintorni) la sua voce canta spesso fuori dal coro. Ciò nonostante, per ragionare della scuola di domani, un titolo come Indietro tutta appare sibillino, quasi un ossimoro. Ci prospetta una scuola-Titanic che deve invertire la rotta per non colare a picco urtando l'iceberg della contemporaneità? Tranquilli, lo scenario non è così catastrofico né la manovra da compiere così disperata. Tuttavia è sempre più necessario - ci dice Dell'Oro - usare i comandi con sensibilità e lungimiranza, sapendo che la rotta già tracciata può dare qualche indicazione su quella ancora da tracciare. E soprattutto imparando, quando occorre, a mettere le macchine ""indietro tutta"""". A rallentare, appunto. Senza voler essere un manuale di navigazione nella scuola del terzo millennio, questo libro ne studia sia le correnti favorevoli che le secche. A cominciare dai DSA (disturbi specifici dell'apprendimento), un prezioso approccio conoscitivo e didattico che può trasformarsi in diagnosi """"totalitaria"""" ignara dei diversi, naturali tempi di crescita degli studenti."" -
Il grande eremo
«Ho cominciato a scrivere questo piccolo libro il primo giorno di primavera 2020. Già molto era accaduto in questi nuovi tempi di contagio e sentivo il desiderio profondo, ma fino allora inespresso, di celebrare le vittime dell'eccidio al quale stavo assistendo. Uomini e donne lasciati andare senza sepoltura, l'atto più indispensabile nella vita di una persona. Non era passato giorno da quando questa tragedia era cominciata senza che li pensassi. A loro e alle loro famiglie vanno le mie parole per ""amati sconosciuti"""". In tempi di virus, come in tempi di guerra. Così, questa meditazione poetica si conclude il 25 aprile, il giorno della liberazione, come simbolo di rinascita, lasciando alla storia tutte le altre considerazioni. Che tutto questo possa contribuire a ricordarci che siamo Umanità e che il senso di fratellanza che, oggi come allora, sentiamo è il legame che soggiace alla nostra presenza sulla terra. Dovremo ripensare il mondo e dovrà essere più giusto per onorare chi non ci sarà, chi sarà troppo debole per decidere e chi, ancora giovane per essere interpellato, dovrà affidarsi» (Cristiana Vai)"" -
Un bel respiro. Con il corpo, con il cuore e con la mente
Un bel respiro è un racconto biografico che tocca le tappe della crescita professionale e personale dell'autrice, Rita de Caroli, fisioterapista e counselor. Il benessere, la cura di sé, hanno radici nel corpo, nei segnali dà e che non possono trascurare perché spesso legati al dolore. L'attenzione a sé stessi parte proprio dal respiro che, come un filo, tiene uniti corpo, mente e cuore; accarezza e cura, dando vigore al corpo liberando le emozioni. Il libro ripercorre il percorso dell'autrice, che in quarant'anni di carriera ha tenuto aperti sia gli occhi che il cuore con l'obiettivo di aiutare i propri pazienti ad acquisire una buona postura attraverso esercizi a livello sia fisico che emozionale. -
Fuori dalla media. Testimonianze da una scuola particolare: la Civica Media Alessandro Manzoni
La storia di questa piccola Scuola Media del centro di Milano dagli anni Settanta del Novecento fino al 2019 viene qui raccontata da alcuni dei suoi protagonisti: insegnanti, studenti e genitori. Il lettore troverà in queste pagine, al di là di alcuni inevitabili cenni storici, narrazioni e memorie che, come tessere di un mosaico, offrono alla fine un'immagine unitaria che ci parla di passione per l'insegnamento, di relazioni, di progetti educativi, della voglia di scoprire e di sperimentare che hanno coinvolto tutta la comunità scolastica. Ben lontani dal voler fare una ""operazione nostalgia"""" e a due anni dalla sua chiusura, gli autori hanno deciso di far conoscere la storia di questa scuola particolare, convinti che possa dire ancora molto in questi tempi inquieti."" -
Il Tanto. La tradizione del pugnale giapponese dalle origini al periodo Shinshinto-The Tanto. The tradition of the Japanese dagger from its origin to the Shinshinto times
Un breve manuale che desidera attribuire un modesto riconoscimento ad una lama che, da sempre, ha accompagnato la storia del Bushido. -
Ti aspettavo da cent'anni
Lévis, Quebec, Canada, anno 1914. Un ragazzo e una ragazza corrono insieme nella foresta, è la loro fuga temporanea dalla dura vita quotidiana di immigrati italiani. Sono innamorati ma non se lo sono mai detto. Almeno fino a quel momento. Che sarà anche l'inizio del loro dramma. Inizia così questo giallo-fantasy che si svolge nell'arco di un secolo. Si può dire che quasi tutti i personaggi di questa storia hanno cent'anni, anche se sono giovani uomini e donne che vivono all'inizio del ventesimo e del ventunesimo secolo. Gabrielle, la protagonista, che dopo la morte della madre, si traferisce con il fratello Matthew in Canada dal padre. Agata, la donna che li vuole morti ritenendoli responsabili della morte della sorella gemella Amelia, il cui spirito li tormenta. Xavier e Alex, due fratelli segnati da uno strisciante quanto misterioso conflitto. E Salvatore, bibliotecario di professione, al quale sono stati donati i poteri dello sciamano. Quando a scuola Gabrielle incontra Alex, bello, atletico e con capacità particolari, quasi ""un uomo d'altri tempi"""", il filo che si dipana nell'arco di questi cento anni comincerà a riannodarsi."" -
Damasco d'oro, damasco d'argento. Armi e armature della collezione Ghiringhelli-Gold and silver damascus. The Ghiringhelli arms and armour collection. Ediz. illustrata
"Avere queste armi a casa, sui nostri muri, sotto i nostri occhi, era come vedere concretamente tutto quello che avevamo studiato io e mio marito Mario, come rivivere i nostri viaggi avventurosi in Asia. Una sorta di distintivo che abbiamo sempre portato con orgoglio. Conservare i vari tipi di armi asiatiche ci dava l’impressione di salvare un mondo che tutti stavano dimenticando"""". Dalle parole di Vanna Ghiringhelli, raffinata collezionista e autrice di questo testo, si coglie tutto il suo senso: ben più che un catalogo ragionato di una preziosa collezione, """"Damasco d'oro, damasco d'argento"""" è un atto di amore e di cura verso un patrimonio storico e culturale che rischia di perdersi. Un viaggio """"sul filo di lama"""" che parte dalla Persia e arriva alle Filippine, passando per il subcontinente indiano e il sud-est asiatico (e non solo)." -
Sapessi com'è strano. Tre anni dopo
"Come la vita che riprende con le sue dinamiche di sempre, con le sue accelerazioni e i suoi momenti di riflessione e stasi. La vita di tutti i giorni; forse banale, forse anche noiosa, ma ricca di quella quotidianità che ci è stata improvvisamente tolta e ora ci accorgiamo di quanto fosse preziosa"""". Sono le parole del protagonista di uno dei sedici racconti """"ai tempi del Covid"""" che compongono questa raccolta. Ripubblicarla a tre anni dall’inizio del lockdown, integrata da alcune riflessioni sull’esperienza vissuta e su quello che si è sedimentato nella coscienza collettiva, non è un semplice """"amarcord"""", ma un tentativo di contribuire alla rappresentazione pubblica e privata di quel disorientante e drammatico periodo della nostra vita per impedirne la rimozione generalizzata e per combattere il bisogno cieco di una normalità immemore che non impara e non insegna nulla. Prefazione di Fulvio Scaparro." -
Pietro Ingrao: le origini. Dialoghi su Lenola e il nonno garibaldino
Il libro attraverso documenti, interviste e dialoghi, ricostruisce l'arrivo della famiglia Ingrao dalla Sicilia a Lenola e le vicende di questo paese tra la seconda metà dell'ottocento e i primi anni del novecento sotto l'influenza di Francesco Ingrao, nonno di Pietro, repubblicano e garibaldino, che ne fu sindaco fino al 1913. Una ricerca che apre una interessante finestra sulla storia politica contemporanea di un paese del Lazio meridionale, sull'influenza di una famiglia borghese e intellettuale, e sul percorso di formazione di uno dei leader storici della sinistra italiana del 900, Pietro Ingrao, che nell'ampia testimonianza narra il suo particolare rapporto con quel mondo contadino. -
Due padri, due figli. Una famiglia tra Napoli e Latina
La vicenda di due padri e due figli, in realtà un nonno, un figlio e un nipote, che attraversano la Storia del nostro Paese dal settembre 1943 ai giorni nostri. C'è la Napoli degli anni del dopoguerra e del boom economico, con le sue bellezze artistiche e naturali, la sua creatività, la capacità di arrangiarsi tra le mille difficoltà di una metropoli del Mezzogiorno. A fare da contraltare c'è la città di Latina, un centro di provincia di 100mila abitanti, costruita negli anni Trenta dal fascismo, nel bel mezzo di una pianura, un tempo palude. Una città senza Storia se non quella dei suoi pionieri Veneti, Friulani, Emiliani che, insieme all'immigrazione successiva, stimolata dalla Cassa per il Mezzogiorno, non sono mai riusciti a integrarsi per formare un popolo. In queste due città crescono due giovani che affrontano la vita in modo diverso, dalle amicizie alla scuola, dal lavoro alla politica, all'amore. Ma la vera protagonista di questa storia è una donna, Assunta. Sarà lei a guidare i suoi uomini attraverso le difficoltà che la famiglia incontrerà nella vita. -
Il Cùnsolo
Quattro fratelli si riuniscono per ricordare la figura del padre morto di recente. Nel corso di un lungo pranzo, il Cùnsolo, ripercorrono la loro vita, dall'infanzia in un piccolo paese sulla collina al trasferimento in una città nuova, Latina, proprio durante gli anni del boom economico e delle lotte studentesche. Tra una portata e l'altra, sollecitati dal buon vino che scorre in abbondanza, i ricordi riaffiorano impietosi demolendo l'immagine di una famiglia e di un'educazione ""perbene"""" che tutti hanno contestato in modi diversi a seconda dell'età."" -
«Fuori il collocatore!». Le lotte per il lavoro a Sonnino negli anni Cinquanta
Agli inizi degli anni Cinquanta tutti gli italiani sono impegnati, ancora, a riparare le ferite della II guerra mondiale. In questo più generale contesto i disoccupati di Sonnino, che sono 500 su una popolazione di poco più di 7.000 abitanti, si organizzano e lottano per chiedere più lavoro e maggiore giustizia nella assegnazione dello stesso. Il 16 febbraio 1954 numerosi abitanti del paese aderiscono allo sciopero provinciale indetto dai sindacati dando vita a una grande manifestazione popolare che causa però l'intervento della «Celere». I principali responsabili dell'agitazione vengono arrestati e processati. Il libro, basandosi su documenti d'archivio, ricostruisce questo avvenimento inserendolo nel quadro sociale, economico e politico di Sonnino e della provincia di Latina all'epoca dei fatti. -
«Sembravamo tanti quel giorno...». L'occupazione operaia della BPD di Colleferro nel marzo 1950
Non è il biennio rosso né la grande smobilitazione degli anni '80; non è il Nord delle grandi concentrazioni industriali, culla del movimento operaio. È Colleferro, giovane città nelle vicinanze di Roma nata in simbiosi con la sua fabbrica a ridosso della prima guerra mondiale. Già qui sta la peculiarità della vicenda dei giorni del marzo 1950 alla Bombrini-Parodi-Delfino. Il contesto nel quale essa si svolge conferisce quel carattere di unicità che deriva da un conflitto ingaggiato nei confronti del padre-padrone-fondatore della città-fabbrica cui tutto si deve (lavoro, casa, chiesa, scuola, ospedale, tempo libero). La cronistoria della settimana 22-29 marzo 1950 è qui riportata non certo al fine di ricercare vinti e vincitori, ragioni e colpe, quanto invece per restituire una pagina di storia alla coscienza collettiva di una comunità. -
Viaggi nell'Agro Pontino. Vita vitis vinum
«... Il vino dei Lepini sa di terra vulcanica e di profumi di bosco, la vite respira insieme agli olivi. Come le genti che vivono su quei monti è forte e gentile. Le colline da cui proveniva il vino degli imperatori continuano, abbracciate dal sole, a produrre nettare di vita e sogni alcolici. Quello di Satricum si nutre di storia, di tufo e dell'annuncio del mare. Il vino della Litoranea affonda le sue radici nella sabbia, nella duna. È dolce come il miele e odora di salsedine e di mito ...» Un romanzo che è un viaggio nei sentieri dell'Agro Pontino, seguendo illustri e antiche orme, lungo il filo conduttore del vino, secolare eccellenza e linfa vitale di queste terre. Il vino come sublimazione del rapporto dell'essere umano con il territorio e il paesaggio, sia dal punto di vista dell'appartenenza e del radicamento che della sua trasformazione, della mobilità degli uomini e delle idee. -
All'ombra del tempio. Racconti di storia corese
Questa raccolta di racconti è scaturita dall'affetto che l'autrice nutre nei confronti del paese natìo e del suo dialetto. Alcune sono storie vere altre liberamente ispirate a fatti realmente accaduti, ma tutte comunque ambientate nel contesto corese. Spesso narrano vicende della famiglia dell'autrice, ma anche aneddoti curiosi e divertenti tramandati dai racconti degli anziani. Di sovente le protagoniste sono le donne, forti e coraggiose, che con il loro lavoro nei campi e fra le pareti domestiche, sono state a volte le uniche colonne della famiglia in un passato, neanche tanto lontano, dove non esisteva un'assistenza sociale. Il contesto socio-economico di Cori è analogo a quello di tutti i paesi dei Monti Lepini, ma sicuramente ha pagato un prezzo molto più alto durante il periodo dell'ultima guerra, essendo stata lo scenario di cruenti bombardamenti da parte degli Alleati. Le storie tragiche legate a quel drammatico momento sono numerosissime e ancora oggi si raccontano nelle famiglie coresi. -
«La mia solitaria fierezza». Altiero Spinelli. Le carte del confino politico di Ponza e Ventotene dell'Archivio di Stato di Latina
Verso la fine degli anni '30 del secolo scorso, sulle isole pontine si spendeva la vita di tanti condannati dal Regime fascista. Tra questi uno dei padri dell'Europa unita. Condannato a più di 16 anni di carcere, limitato nella libertà sulle isole di Ponza prima e di Ventotene dopo, Altiero Spinelli ha attraversato la storia italiana ed europea diventandone uno dei protagonisti assoluti. Questo lavoro vuole restituire visibilità ai documenti del confino contenuti nei fascicoli personali di Spinelli conservati presso l'Archivio di Stato di Latina. L'introduzione di Mario Leone e i colloqui con Edmondo Paolini e Piero Graglia conducono per mano il lettore nella vita al confino di Spinelli; il pensiero da questi maturato in quel periodo lo accompagnò ""alle porte della città democratica"""", dove realizzò il """"Manifesto di Ventotene""""."" -
Terra Pontina. Podere 599
I Lorenzin, la famiglia numerosa di Giocondo e Maria, vivono nel trevigiano con un contratto di lavoro a mezzadria, oppressi ogni anno dal timore che il padrone non lo rinnovi. Pur lavorando duramente, vivono in condizioni miserabili e quando vengono a conoscenza della possibilità di trasferirsi in Piscinara, nell'Agro Pontino, decidono di lasciare la loro terra di origine in cerca di miglior fortuna. Sarà la nipote Ester, molti anni dopo, a compiere un faticoso lavoro per superare la crisi di identità che le aveva causato l'aver interiorizzato così tanto la lacerazione dei nonni e dei genitori, seguita al loro arrivo in Agro Pontino. Saprà così far fiorire un senso più maturo di appartenenza, donandosi una memoria fatta d'amore per questa originale terra, ponte di passaggio, luogo di incontri nuovi e nuove opportunità. Ester si farà custode di un prezioso passato convincendosi a lasciare aperta la porta al futuro, dove spira un vento che sa di fresco. Un romanzo scritto dall'interno di un podere che ci conduce in una accattivante «passeggiata» negli animi dei coloni.