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Via delle Zite 18. Non sono diventato uno scugnizzo
Quella raccontata in queste pagine è la storia di un ragazzo, Salvo, nato in un quartiere difficile e da una famiglia uscita dalla guerra in condizioni economiche disastrose. Salvo vive la vita seguendo, col suo istinto dolce e la sua indole tranquilla, i sogni di bambino e poi di ragazzo. Chi nasce a Napoli però impara presto quali sono i confini da non superare, e crescendo disegna la sua personale mappa per sopravvivere. Su questa mappa orienta la sua vita, aggiungendo o sottraendo sogni. Il dipanarsi della storia diventa pian piano il pretesto per raccontare la Napoli dei primi anni di Salvo, dal '52 al '68, anni vissuti in una città che affascina per il suo costante divenire e che nel corso dei secoli è diventata l'allegoria di sé stessa, un'immagine da incorniciare e portare via. Napoli è da sempre, però, una città fatta dal suo popolo, crocevia importante ed essenziale per l'arte, la letteratura, la filosofia, il teatro, la musica. -
I ragazzi del '99 in provincia di Latina
La Prima guerra mondiale fu un'immane catastrofe, una strage di uomini e mezzi che provocò la perdita di un'intera generazione in tutta l'Europa a causa della logorante guerra di trincea. Il fabbisogno continuo di uomini portò ovunque ad anticipare la chiamata alle armi dei militari. In Italia dopo la sconfitta di Caporetto vennero chiamati a combattere i ragazzi del '99, non ancora diciottenni: i soldati bambini. Questo libro vuole onorare la memoria dei 1.408 soldati della nostra provincia che furono chiamati a servire la Patria nel momento più difficile del conflitto. -
Maria Goretti. La violenza e il perdono
Chiunque oggi segue i fatti salienti della cronaca quotidiana può rendersi conto che la storia di Maria Goretti, verificatasi più di cento anni fa, è ancora attuale. La tragica vicenda, verificatasi nel lontano 5 luglio del 1902 in terra pontina, che portò alla morte violenta di Maria da parte del giovane ventenne, Alessandro Serenelli, è una vicenda, inserita in una particolare cornice storico-ambientale, che colpisce ancora oggi l'immaginazione individuale e collettiva. Nell'esaminare la quantità di informazioni e documenti sulle persone e sui luoghi che furono testimoni degli avvenimenti, si è cercato di raccontare con rispetto e delicatezza l'avventura umana di Maria Goretti, con uno sguardo nuovo, con una mente sgombra da ogni forma di pregiudizio ideologico, politico, culturale e con un linguaggio semplice e colmo di intensità emotiva. La drammatica storia di Maria Goretti, intrisa d'amore, di tenerezza e di passione per la vita stroncata prematuramente dalla brutale violenza, induce a interrogarci sul senso della vita e della morte, del dolore e del male, della violenza e del perdono. -
Omaggio a Oddini. L'architetto del '900
Da un'idea alla realtà. Schizzi, bozzetti, disegni, immagini, fotogrammi per raccontare la storia. Una storia di inizi '900, quando Il Villaggio Industriale di Colleferro di Roma esisteva solo nella mente di un uomo, Lepoldo Parodi Delfino, ed è diventato realtà grazie all'ingegno, all'estro, alla creatività dell'architetto ingegnere Michele Oddini. -
Ricordi di quand'ero bambina. La vita a Maenza negli anni Trenta del Novecento
Il libro è basato su una testimonianza diretta di come si viveva a Maenza e negli altri paesi dei Monti Lepini negli anni Trenta del Novecento. Nel testo si raccontano le tradizioni locali, dal fidanzamento al matrimonio, dalla raccolta dell'uva e del grano alle feste religiose. Piccole storie di donne e di uomini, infarcite di fatiche quotidiane e punteggiate di gioie sincere per le cose semplici della vita; si racconta anche di come gli eventi storici e le conquiste tecnologiche, come ad esempio l'arrivo dell'energia elettrica in gran parte delle case del paese, incidevano e cambiavano la vita della gente. All'epoca Maenza aveva poco meno di tremila abitanti, circa cinquecento famiglie la maggior parte delle quali ricavava tutto ciò che era necessario per vivere da una povera agricoltura collinare. La coltivazione degli olivi e la produzione dell'olio rappresentavano il pezzo forte dell'economia del paese; ma ogni famiglia aveva anche un po' di terra che al prezzo di non poca fatica dava grano, granturco, frutta ed uva per il vino. Tutti avevano poi polli e galline, molti anche un asino e un maiale. La vita era dura, ma non si moriva di fame. -
Maenza e la rivolta del 1911. Le condizioni di vita agli inizi del secolo. I fatti, la cronaca e i documenti
"Il mio modesto lavoro ha una sua spiegazione di fondo: inserire la rivolta e alcuni fatti accaduti a Maenza nel 1911 nel solco di altre sommosse popolari, esplose contro il feudo affamatore, cioè contro condizioni di vita di vero e proprio sfruttamento. Sottolineare ancora una volta uno spaccato di vita delle nostre zone dei Lepini: le condizioni igienico-sanitarie, la rivendicazione dei diritti civili, lo sfruttamento vero e proprio dell'uomo sull'uomo. Un contributo modesto, per continuare a scavare nel nostro piccolo ambiente. Volevo far emergere nella ricerca i primi bagliori del movimento socialista, che cominciava a far presa sulle classi oppresse proprio facendo leva sulle condizioni di estremo sfruttamento della classe contadina."""" (Alessandro Pucci)" -
Maciste. Da Cisterna a Stalingrado
Questo libro è liberamente ispirato a una storia vera ma i personaggi sono frutto della fantasia dell'autore. Il giovane Maciste percorre gli anni del ventennio fascista, ne assimila la retorica e fa sue le ambizioni del regime, tra le certezze del padre e lo scetticismo della madre. Durante la sua adolescenza, vissuta a Cisterna di Littoria, partecipa come muratore alla costruzione di alcuni edifici di Littoria e poi di Aprilia. Vede così nel fascismo la grandezza dell'Italia e del Duce, capace di grandi opere come la bonifica e la costruzione di nuove città che tanto lavoro e benessere portarono nell'Agro Pontino, da sempre soggetto all'impaludamento e alla malaria. Le leggi razziali segnano l'inizio dei dubbi del giovane Maciste. Poi la guerra, i primi amici morti sul fronte francese, il fango della Grecia, il gelo della Russia, la sua Cisterna di Littoria distrutta e la sua famiglia sconvolta. Tutto contribuirà a cancellare dalla sua mente ciò che per lui aveva significato il fascismo. Ma poi, nonostante i morti e le macerie della guerra, comprende che in un'Italia libera e democratica si poteva ricominciare tutto dal principio. -
Un cappellano eroico. Padre Angelo Cerbara primo cappellano militare morto nella Grande Guerra
Padre Angelo Cerbara, giovane sacerdote dei Monti Lepini, precisamente di Gavignano (Roma) fu il primo cappellano militare italiano caduto nella Grande Guerra. Il 22 ottobre 1915 fu ferito mortalmente da una granata sulle montagne di Livinallongo, nel bellunese, mentre assisteva dei commilitoni feriti, morì l'indomani a 27 anni, lasciando un percorso di vita esemplare che già nel 1908 lo aveva visto accorrere assieme all'esercito ad assistere la popolazione di Messina devastata dal terremoto che causò 100.000 morti. Il saggio di Piero Capozi ne ricostruisce in modo agile la biografia con documenti originali, alcuni del tutto inediti. -
Ventuno lustri
È il 1913. In un piccolo paese del Lazio, l'esercito spara sui manifestanti, uccidendo sette persone. La carneficina manda in frantumi tutti i sogni di Giggino, che vede anche la sua migliore amica Fortunata cadere a terra, colpita a morte. È il 2018: in una birreria molto particolare di Latina, una giovane coppia, assieme al proprietario del locale e alla sua aiutante bulgara Giordi, cominciano una ricerca storica partendo da un vecchio bastone. Due storie diverse, distanti ventuno lustri, che si intrecceranno in continuazione, alternando l'Italia di inizio '900 a quella odierna. -
Annales. Memorie documentali di storia amministrativa di Roccagorga dal 1944 al 2014
Un saggio che ripercorre gli atti amministrativi fondamentali del comune di Roccagorga dalla nomina della prima giunta dopo la Liberazione ai risultati di tutte le elezioni comunali dal 1946 al 2014, con i nomi dei consiglieri comunali e dei sindaci, incluse le foto di questi ultimi. Dall'acquisto della prima macchina da scrivere all'istituzione dell'EtnoMuseo, piccoli e grandi avvenimenti che hanno segnato l'evoluzione della comunità rocchigiana. -
Amato maestro. Plagosus Orbilius
Sonnino, metà degli anni '50. La quinta B della scuola elementare ospitata negli spazi del ""Vecchio Mulino"""" si prepara agli esami, e a salutare l'Amato Maestro che ha accompagnato la classe per cinque anni. È un uomo particolare, sopra le righe, le cui scelte, convinzioni e comportamenti, in classe e nel paese, non lo pongono certo al riparo da critiche e illazioni. Eppure per Brenno, Organzino, Mammabbella, Merloparlante - nessuno dei suoi alunni sfugge al rito della """"nòmmera"""" - il Maestro è un riferimento, la mente geniale che apre loro una finestra sul mondo, oltre la Semprevisa."" -
Freccia Rossa
Roberto ed Elena s'incontrano su un Frecciarossa. Entrambi diretti a Milano, trascorreranno insieme poche ore ma sufficienti per raccontare liberamente, l'uno all'altra, e forse per la prima volta anche a sé stessi, i propri fallimenti, le delusioni, le aspettative mai realizzate e gli obiettivi mai raggiunti. E quel raccontare, così improvviso, così veloce, diventa il ""pretesto"""" per innamorarsi. Di quell'amore maturo, empatico, che va oltre l'attrazione, la bellezza, gli interessi e le affinità. Perché l'amore, con l'età, cambia. Se ne migliora la percezione, con l'età. L'amore, come la speranza, non muore mai."" -
Ludmila. La Russia dagli Zar a Putin
La vita della filosofa russa Ludmila Nikitic abbraccia tutte le vicende, assai drammatiche e storicamente significative, che hanno segnato la storia della Russia dagli Zar a Putin. Il libro è certo la biografia di una donna che ha vissuto una vita importante dal punto di vista intellettuale e politico nel suo paese ma ne rivela anche le gioie, i dolori, le paure, le speranze che ne fanno una donna normale che ci aiuta a capire il secolo che è alle nostre spalle e apre anche finestre per la comprensione del presente. La vita di Ludmila si è intrecciata con personalità politiche e culturali della Russia di grande rilievo storico ancora oggi. Il libro può essere considerato certamente un saggio storico per il suo contenuto ma è anche un vero e proprio racconto, perché parla di vite reali nel loro naturale svolgersi, e, grazie allo stile narrativo, si legge come un romanzo. -
Ercole. Il cavaliere di Cisterna
Questo libro è liberamente ispirato a una storia vera ma i personaggi sono frutto della fantasia dell'autore. Ercole nasce mentre il padre muore sul fronte dell'Isonzo durante la disfatta di Caporetto. Vive i primi dieci anni della sua vita a Roma, sotto le ali protettrici della madre Maria, da sempre in conflitto col padre. Poi si trasferisce con Maria, finalmente libera dall'oppressione del padre, a Cisterna, dove trova dei nuovi punti di riferimento che sostituiscono la figura paterna, e dove, con grande fatica, conquista le prime amicizie, rendendosi conto però che per essere preso in considerazione deve abbracciare la fede fascista. E, come accade a chi deve dimostrare la sua fedeltà a una causa, lo fa con grande trasporto, arruolandosi volontario, ancora diciottenne, nelle truppe che partono per l'avventura etiope. Poi la guerra voluta da Mussolini muta la sua vita, le sue idee, trasformandolo in un adulto consapevole, deciso ad affrontare le sfide del Dopoguerra. -
Confesso di avere insegnato. Diario di un viandante tra scuola, cinema e teatro
Il diario (quasi segreto) di un viandante sfrontato, impertinente, provocatorio. Un ""gioco"""" con persone e personaggi di una città nuova, della scuola, del paese Italia. Un mettersi in gioco per capire se hai vinto o hai perso. Un'escursione della memoria tra il sentimentale, il razionale e l'immaginario. Quasi un romanzo. Catullo l'avrebbe detto nugae (sciocchezze)."" -
Nodi al pettine. Storie di bambini che diventano «minori»
Queste pagine propongono al lettore le storie di otto minori. Brani di vita, episodi che mostrano legami famigliari non facili, fragilità e vulnerabilità sociali e culturali, esperienze di percorsi devianti, trascuratezze e imperfezioni nell'esercizio della genitorialità. Situazioni di cui il bambino/minore è il capro espiatorio ma anche la cartina di tornasole, nella quale si rispecchiano le incoerenze, le contraddizioni, le smagliature dei contesti prossimali: non solo della famiglia, ma anche del vicinato, della scuola e del più ampio sistema territoriale, delle realtà urbane, extraurbane e rurali, del vasto contesto metropolitano interessati da un complesso mutamento. Sono ricostruzioni ispirate a vicende reali: non episodi di gravi maltrattamenti, mostruosi abusi o pesanti trascuratezze - che pure si registrano nel lavoro sociale - ma storie ""minime"""", fatte di disattenzioni, diffuse ed insidiose incompetenze educative e genitoriali."" -
Clementina Caligaris. Storia di una consultrice
Il 25 settembre del 1945 per la prima volta in Italia tredici donne entrano a far parte di un'istituzione politica, si tratta della Consulta nazionale per la Costituente, un parlamento transitorio nominato dai partiti del CLN in attesa delle prime elezioni politiche dopo la caduta del regime fascista. Nella piccola pattuglia femminile i cronisti notano una figura diversa dalle altre. «Nel settore occupato dai socialisti sedeva una donna anziana, secca e piccola, vestita di nero, calze nere e cappello nero». Si tratta di Clementina Caligaris, la più anziana tra le consultrici, maestra di origini vercellesi, ha insegnato per diciotto anni a Sezze romano (Latina) prima che il fascismo, alla vigilia della marcia su Roma, la cacciasse insieme alla sua famiglia costringendola a rifugiarsi a Velletri. Alle spalle una lunga esperienza politica iniziata all'alba del '900 non nei salotti borghesi o nelle aule universitarie, ma nelle campagne più povere del Lazio meridionale, accanto ai braccianti, alle loro mogli e ai loro figli. Un raro profilo di militanza politica femminile capace di attraversare l'Italia liberale, fascista e repubblicana. Questo libro ricostruisce la sua storia. -
Un' aquila nel cielo. Storie di un laziale consapevole
«Se amare vuol dire essere in pena per le sorti dell'amata, rimanerle fedele qualunque cosa accada, e trascorrere la vita in sua compagnia, nella buona e nella cattiva sorte, ebbene: uno dei miei più grandi amori è stato la Lazio. Un'amante volubile, distratta e anche esigente. Certe volte ti fa disperare, se ti fa gioire non lo fa solo per te, e ti costringe a rinunciare, spesso, a tutti gli altri affetti della tua vita. Quante volte ho assistito a sconfitte sotto la pioggia, oppure ho litigato con i miei cari per vedere una partita; quante volte in occasioni anche importanti sbirciavo di nascosto il cellulare per vedere cosa stesse facendo la Lazio. Ma c'è di più: il mio amore sportivo non è neanche tra le squadre abituate a vincere, anzi. Insomma, un amore poco corrisposto e tormentato. Eppure, non se ne può fare a meno. ""Di Lazio ci si ammala inguaribilmente"""", disse una volta Giorgio Chinaglia. La cosa più giusta che abbia mai detto in vita sua»."" -
Il gruppo del lunedì. Campo, immagine interna, sogni e pensiero trasformativo
"La sessualità nel rapporto di coppia. È questo il tema centrale del gruppo del lunedì, undici donne e uomini, per lo più giovani, che una volta la settimana si confrontano con il proprio psicoterapeuta, analizzando sogni ed esperienze di vita""""." -
Nura
Giulia è una donna felice. Figlia di un ricco imprenditore e di una contessa senza più titolo, vive una vita agiata e una brillante prospettiva di carriera. Ma la vita spesso riserba sorprese inaspettate che possono incidere sul futuro e, a volte, anche sul passato di una persona. E Giulia attraverserà per due volte sconvolgimenti che le cambieranno la vita. Il primo sarà l'arrivo della piccola Nura, una bambina etiope, bisognosa di cure. Il secondo, giungerà con la morte dei genitori, quando le sarà svelato un terribile segreto.