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Cora. A dolce ricordo degli Avi Latini
"Gli scorci dell'antico Paese ispirano versi che specchiandosi delicatamente nelle sonorità dialettali assurgono ad un melodico atto d'amore""""." -
Colleferro e il suo stemma. Documenti e immagini dall'Archivio storico del Comune di Colleferro
Le strade per ripercorrere a ritroso il tempo sono molteplici, la Storia ci ha lasciato e continua a lasciare tracce giorno dopo giorno. Le testimonianze sono innumerevoli e di diverse tipologie: orali, scritte, archeologiche, iconografiche, ognuna è fondamentale per ricostruire il passato. Tra le tracce 'minori' che ci accompagnano giornalmente ci sono i simboli araldici. Una parte della storia di ogni Comune d'Italia è rappresentata nel suo stemma. In esso è l'identità di ogni Comunità. Lì sono racchiuse le nostre origini, le nostre peculiarità, il nostro sviluppo. E possiamo anche leggerci il nostro futuro. -
Il Guardiano della soglia. Il segreto della Commanderia
"Per me, la verità è una questione di vita o di morte. È per coltivare il dubbio, per non accontentarci delle luci riflesse in una caverna e cercare la verità, è per 'seguir virtute e canoscenza' che siamo stati creati"""". Questo è il principio ispiratore della vita di Armando Maria De Scarsi, professore emerito ammaliato dalla storia dell'Ordine dei Templari e protagonista del romanzo. O meglio, protagonista in una delle dimensioni temporali in cui il romanzo si snoda, quella a noi contemporanea, mentre il giovane miles Matteo da Carpineto ci accompagna in un viaggio tra le terre lepine e la Terra Santa del 1200. È il magico misticismo dei Templari che, con il loro carico di segreti, fa tappa tra le montagne dei Volsci. Matteo ha giurato al Gran Maestro di custodirli a costo della propria vita. Il professor De Scarsi si aggira tra le """"pietre parlanti"""" alla ricerca della chiave di lettura di quei segreti. """"Il Guardiano della Soglia"""" sorveglia gli antichi e i moderni avvenimenti, impedendo che la luce della verità possa abbagliare al punto da mettere in pericolo l'esistenza della Chiesa di Roma." -
Una Carmen sui generis
La partitura musicale, l'intreccio narrativo e l'esecuzione sono aspetti dell'opera lirica la cui unione sincretica dà voce e fisicità non solo alla vicenda ma a quello che il filosofo della musica Vladimir Jankélévitch ha definito come l'""ineffabile"""", """"il dire"""" della musica. Ma l'interpretazione di un'opera è libera, o i """"fatti"""" vincono sull'interpretazione? E non è nella """"possibilità interpretativa"""" che la musica si carica di una forza rivelatrice tale da rendere l'ordinario una rivelazione? In questo lavoro di ricerca, l'Autrice sottolinea come anche le regie operistiche siano influenzate dai paradigmi della cultura di genere, e propone un'analisi sul """"caso"""" della Carmen di G. Bizet con la regia di Calixto Bieito, nell'allestimento del 2016 al Teatro Massimo di Palermo, che tanto fece scalpore nel mondo della critica musicale. Non un'analisi musicale-formale né una descrizione pedissequa di quanto avviene in scena. Piuttosto una analisi della performance nel complesso universo della musica e del suo """"senso""""."" -
Musicologia di genere. Il caso di Susan K. McClary
A partire dagli anni Ottanta del Novecento, agli studi musicologici venne impressa una vera e propria svolta, che prese il nome di New Musicology: una musicologia dall'approccio critico ermeneutico in cui l'attenzione è posta sul ""senso"""" insito nella musica e nel teatro, perché si comprendano al contempo come riflesso e generatore di significato sociale. Branca di questa nuova musicologia è la Gender Musicology, di cui è stata pioniera la studiosa americana Susan McClary, che ha tematizzato le costruzioni culturali di genere, della sessualità e del corpo nei vari repertori musicali. Sono questi i temi affrontati nel presente volume, che analizza i diversi aspetti della New Musicology, la sua genesi e le critiche che l'hanno accompagnata. Perché se è vero, come sostiene la McClary, che ogni individuo matura la propria identità sociale sullo sfondo dei paradigmi culturali, allora è innegabile la necessità di una indagine musicologica che di questi paradigmi tenga conto."" -
Le favole del gufo
Le favole del Gufo narrano le avventure degli animali che abitano nel territorio Pontino, dal mare alla collina. Ogni storia si dipana attraverso un linguaggio semplice ma non banale e può essere una divertente lettura dei racconti ma anche uno spunto di riflessione sulle tematiche ambientali. Le favole sono accompagnate dalle schede di approfondimento scientifico del biologo Sergio Zerunian e dalle suggestive tavole illustrate dell' artista Isabella Venditti. Nel testo sono presenti pagine da colorare e spazi per il lavoro di ricerca individuale. Età di lettura: da 6 anni. -
Dai Lepini alle Ande (Da Cori a Santiago del Cile)
Italia Nardocci Figueroa è figlia di Pietro Nardocci, che a quattro anni arriva a Santiago con la sua famiglia originaria di Cori, paese dove Pietro non tornerà mai. Inizia così la storia dei Nardocci del Cile, con un'emigrazione e con quella nostalgia che avrà eco anche nelle vite delle generazioni successive, pur sentendosi cilene ""fino alle ossa"""". Pietro Vitelli la ripercorre in maniera attenta e appassionata, con cura, ricostruendo momenti della vita dei Nardocci del Cile, recuperando documenti di una emigrazione ancora precedente a quella di Pietro a cominciare dai due missionari francescani Isaias e Lorenzo Nardocci, restituendo ai lettori, ai coresi in particolare, la fatica e l'orgoglio di chi costruisce una nuova vita altrove, senza mai dimenticare la storia degli avi e i loro luoghi di origine."" -
Ricordi di un uomo dimenticato
“Ricordi di un uomo dimenticato” è una raccolta che non tratta di un tema in particolare, ma si concentra sulla vita di un uomo che vive senza essere notato, un uomo perso in un mondo in cui le persone restano indifferenti al suo dolore, un uomo che cerca rifugio nella natura e nella grandezza dell’universo, perfino nella morte, per poter sfuggire a tutto il Caos, il Male… chiamatelo come volete. Alcune poesie sono episodi di vita vissuta, altre si concentrano su paesaggi volti a richiamare determinate emozioni, altre ancora su riflessioni più profonde, ma sono tutte incentrate sulla ricerca della tranquillità in un animo stravolto dall’esistenza. -
Aenigma S.
16 settembre 1571. Da Messina parte la flotta cristiana che a Lepanto sconfiggerà i Turchi. Nello stesso giorno si sta svolgendo il dramma di una coppia siciliana che sta per affidare l’unico figlio, di neanche sette anni, ad un maestro di fama giunto dall’Inghilterra. È l’unico modo per i genitori di tenerlo al sicuro. Inizia per i due, un viaggio per l’Italia, di apprendimento e di formazione per il fanciullo. Da Roma a Taranto, da Venezia a Pisa, da Verona a Trento, i due incroceranno menti che hanno dato lustro alle arti, alla scienza e alla teologia, gustando i pregi della creatività e dell’intelligenza. Ma nel descrivere gli incontri con Giordano Bruno, Galileo Galilei, Michelangelo o la Bologna universitaria sul finire del 1500, Firenze in occasione di una partita del calcio in livrea sull’Arno ghiacciato o l’Arcimboldo e la sua Milano, il precettore, cui è affidata la narrazione, nasconde indizi e citazioni. Sta ai lettori coglierli, per svelare prima della fine, il mistero contenuto nel romanzo, l’aenigma da sciogliere. -
Via delle Mimose. Storie di ieri
Gloria ha deciso di guardarsi indietro e lo fa condividendo i propri sentimenti, rendendo pubblico il suo privato. Così, addentrandosi tra i ricordi, gli affetti, le immagini, i luoghi della sua vita, ritrova la bimba scanzonata e ribelle di un tempo, l'adolescente decisa a dare forma al suo mondo nonostante un padre padrone e forse, anche grazie a lui. Rivive le esperienze di gioventù, gli amici, le infatuazioni, i primi approcci con il sesso. E poi la vita adulta, il lavoro, la famiglia, gli incontri, l'amore. Di nuovo respira il profumo dei fiori di arancio e quello dei grappoli gialli della mimosa mentre i ricordi, faville che si levano dal legno del camino d'inverno, fanno a gara per avere il privilegio di essere rievocati, testimoni delle storie di ieri. -
Colleferro. Voci di una comunità
"Questo libro è una rielaborazione della mia tesi di laurea, Origini del Villaggio di Colleferro, fonti scritte e orali, discussa negli anni Settanta presso la cattedra di Antropologia culturale della Sapienza con il professor Alberto Mario Cirese, del quale conservo un riconoscente ed affettuoso ricordo. Un lavoro dettato, allora, dal voler capire il linguaggio e i pensieri degli uomini e delle donne in mezzo ai quali ero cresciuta, essendo nata proprio nel Villaggio vecchio di Colleferro e avendo respirato sempre “la fabbrica” da fuori, ma soprattutto dal voler comprendere perché molti parlassero dell’esperienza del Villaggio, della fabbrica, e degli eventi che hanno segnato la comunità che attorno ad essa era nata, in modo diverso dal nostro giovanile e ideologico sentire. Proporre ora questo testo risponde alla esigenza di coltivare la memoria, perché, nel percorso che ci ha portato ad essere quel che siamo, restino evidenti le tracce di ciò che siamo stati"""". (Annalisa Palombi)" -
Sul fronte dell'Isonzo. Giuseppe Cacciotti. Primo caduto di Carpineto Romano nella Grande Guerra
“Mese di luglio, monte Falzarego. Sono seduta all’inizio di un sentiero che porta alle trincee scavate dai soldati della Grande Guerra e, davanti al panorama bellissimo di cime alpine possenti, la mia mente corre verso un ricordo. Un nome riaffiora, quello del prozio Giuseppe, morto a soli 21 anni nel primo conflitto mondiale. Così questi luoghi di vacanza assumono subito un diverso significato. Quella guerra lontana nel tempo, e nello spazio, se penso a Carpineto Romano, il paese da cui provengo, improvvisamente diventa vicina. Giuseppe è morto il 1° luglio 1915, ‘sul campo di battaglia’, diceva mia nonna. Ma quale campo? Quale battaglia? A queste domande ho tentato di dare una risposta, in memoria di Giuseppe e dei tanti come lui, contadini che avevano riposto la zappa per avere in cambio un fucile e un’uniforme e una destinazione al fronte, accanto ad altri giovani che parlavano dialetti diversi e che non si erano mai allontanati dal paese, e quel paese era il loro mondo. -
Il «Manzoni» di Latina. Appunti per una storia del Liceo Manzoni e questioni metodologiche per una storia degli istituti scolastici in Italia
La storia – scrive Fernand Braudel – non è altro che una continua serie di interrogativi rivolti al passato in nome dei problemi e delle curiosità – nonché delle inquietudini e delle angosce – del presente che ci circonda e ci assedia». Da questa esigenza del presente nasce questo lavoro di ricerca storica con le classi 5AU e 5BL sui 70 anni del Liceo Manzoni di Latina. La scuola è uno spazio particolare della città: chiuso, ma costantemente attraversato dalla cittadinanza; rigido per la sua composizione, ma in continuo mutamento. Usando una metafora dello storico della scuola Dominique Julia, comprendere “la scatola nera” che è la scuola ci aiuta ad avere un’idea sui mutamenti e le trasformazioni che riguardano ambiti decisamente più ampi. -
Medea nei libretti d'opera italiani. Dal seicento agli anni duemila
Nonostante le straordinarie evoluzioni che il melodramma ha affrontato sin dalla sua nascita, le diverse incarnazioni di Medea nell'opera lirica sono accomunate da alcune tipologie di versi, suoni e parole così come dall'utilizzo di specifiche figure retoriche. Proprio nell'analisi approfondita della figura di Medea all'interno della tradizione operistica italiana si immerge l'indagine presentata in questo volume, concentrandosi particolarmente sull'aspetto linguistico che emerge nei testi dei drammi musicali. Il primo capitolo si dedica ad una panoramica generale dei libretti d'opera e fornisce chiare delucidazioni sul ruolo drammaturgico che le diverse parti del testo assumono. Il secondo capitolo, il cuore pulsante di questa ricerca, presenta un'analisi dettagliata dei testi dei libretti che coinvolgono il personaggio di Medea, si evidenziano le peculiarità testuali che ne caratterizzano la rappresentazione e si mettono in luce le trasformazioni che il personaggio ha subito nel corso dei secoli nel contesto dell'opera lirica. Infine, il terzo capitolo offre uno sguardo d'insieme sulle figure femminili del melodramma che sono legate direttamente a Medea. -
Dinamica della manifestazione
Tra i più importanti esponenti della scuola fenomenologica francese, studioso di Husserl e di Merleau-Ponty, Renaud Barbaras ha guardato soprattutto a Jan Patocka nel corso della sua ricerca. Dall'infaticabile confronto con l'opera del grande filosofo ceco il filosofo ha preso le mosse per elaborare la sua originalissima impostazione fenomenologica, di cui questo libro rappresenta un fondamentale punto di arrivo. -
Strategie narrative in Gogol'
Un singolare cammino à rebours, quello fatto da Carla Maria Solivetti nel suo percorso di studi: dalle avanguardie russe dei primi decenni del '900 indietro fino agli anni 1830-1840: da Chlebnikov a Gogol', scrittori solo cronologicamente lontani, accomunati dalla stessa fascinazione per la lingua russa e per le sue straordinarie capacità espressive, entrambi insuperati maestri dell'arte verbale. Il volume raccoglie otto tra i saggi di argomento gogoliano dell'Autrice, pubblicati negli ultimi quindici anni, ora in italiano, ora in russo, che spaziano dal racconto ""Il Vij"""" ai """"Racconti di Pietroburgo"""", a """"Roma"""" e al """"poema"""" """"Le anime morte"""". L'ultimo saggio qui presentato, """"Dipingere con le parole, narrare con il pennello: Gogol' e Chagall"""", chiude il cerchio, collegando direttamente l'avanguardia e Gogol'. I saggi compongono un quadro interpretativo non solo originale, ma anche coerente e illuminante, esplicitando la continuità della metodologia d'indagine della studiosa e fornendo un'immagine critica del tutto nuova, e avvincente, dell'opera gogoliana e del suo autore."" -
Vita in forma di letteratura nella Dorotea di Lope De Vega
È finalmente disponibile in edizione italiana quest'opera di Leo Spitzer, fino a adesso nota solo agli specialisti, un tentativo di ricucire lo strappo tra il concetto di barocco come esteriorità letteraria, perlopiù falso, e l'idea del realismo barocco che arriva a macerare nello splendore una verità rovinosa e ineludibilmente marcerscibile. La realtà, insomma. -
Cenerentola come testo culturale. Interpretazioni, indagini, itinerari critici
Cenerentola è una tra le fiabe più radicate nell'immaginario collettivo: popolare tra bambini e adulti, tradotta, adattata e reinventata anche in versioni del tutto divergenti tra loro, ha oltrepassato l'orizzonte meramente fiabesco, percorrendo territori culturali molto più vasti e approdando al teatro, alla musica, al cinema e alle altre arti. Lo documenta bene questo volume, che nasce dal Convegno Internazionale di Studi Cenerentola come testo culturale, svoltosi a Roma nel 2012 in occasione del bicentenario della prima edizione delle Fiabe del focolare dei fratelli Grimm. Oltre a riportare all'attenzione degli studiosi testi dimenticati o poco indagati, i contributi raccolti nel volume, nella loro sfaccettata varietà e attraverso vari approcci metodologici, inseguono la straordinaria diffusione del personaggio di Cenerentola e le sue metamorfosi nel tempo e nello spazio, aprendo ulteriori prospettive di ricerca. -
Fattore democrazia. Social network e cittadinanza attiva
Un intrigo fantasioso che tocca temi di grande attualità. Nuove generazioni, social network e cittadinanza attiva si combinano tra loro lungo quel confine sottile che separa la saggistica dalla narrazione. Il dramma di una generazione di trentenni che riesce a riscattarsi grazie all'uso consapevole delle nuove tecnologie. In questo viaggio suggestivo, i social network rappresentano la piattaforma ideale per iniziare a immaginare quella che sarà la democrazia del futuro. -
Utero in anima
Già Foucault usava il termine ""biopotere"""" per indicare le tecnologie disciplinari introdotte in Europa, a partire dal XVII secolo, per consentire il governo della vita e dei corpi degli esseri umani. Negli ultimi decenni il fenomeno ha conosciuto una crescita esponenziale, tanto che il potere di controllo sui corpi umani sembra potersi esercitare senza più limiti. Con la diffusione delle tecnologie di riproduzione assistita e con la commercializzazione di tessuti, ovociti e spermatozoi, la maternità surrogata configura sempre più un fiorente mercato del lavoro, la cui manodopera viene prodotta e selezionata, in gran parte, in base a parametri di classe e razza. Non accettando la massificazione del pensiero prevalente e non ricercando il facile consenso legato al progressismo, man mano abbiamo portato avanti e messo in luce le nostre idee, riflessioni e domande sulla GPA. La maternità surrogata è per noi tema che va osservato con attenzione multidisciplinare...""