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L' arte a Napoli. La scuola di Posillipo
Sin dalla metà del XVIII secolo, nell'Italia meridionale la pittura di paesaggio fu esercitata da una folta schiera di artisti che trovarono in questo genere pittorico motivo di sopravvivenza. Il tutto nacque grazie al mercato dei turisti stranieri che, soprattutto dopo la scoperta degli scavi di Pompei ed Ercolano, inclusero la Campania tra le tappe obbligate del Grand Tour e, quando la vacanza finiva, amavano ritornare a casa portando come souvenir una veduta di Napoli o delle isole del Golfo. Agli inizi dell'800 questa tradizione si rinnovò profondamente in senso romantico grazie all'influenza di molti pittori stranieri, tra cui Turner e lo stesso Corot che stazionarono a Napoli per lunghi periodi, attirati dalla dolcezza del clima e dalla bellezza dei paesaggi campani. -
Ritmi del cuore
Oltre all'attività pittorica, Pietro Scoppetta fu anche poeta. Sotto lo pseudonimo di ""Pictor Petrus"""" pubblicò nel 1919 a Napoli la raccolta """"Ritmi del cuore"""". Il filone guida dell'opera è lo struggimento d'amore, riflesso letterario di un vero amore, che l'artista coltivò in età già avanzata per una giovane allieva."" -
Versi per Raffaele Viviani. Premio letterario
L'associazione culturale ""Terra Utopiam"""", in collaborazione con la casa editrice """"Le Parche Edizioni"""" e l'agenzia letteraria """"Vena Letteraria"""", ha indetto nei primi mesi del 2017 il premio per poesia e narrativa dedicato a Raffaele Viviani, con l'intento di onorare, e ricordare, il nome dell'artista stabiese. La casa editrice pubblica questa antologia che include tutte le poesie pervenute in redazione e un breve cenno alle opere di narrativa presentate."" -
Giudizio universale
La creazione, minuziosamente narrata dall'autore, parte dalla discesa agli inferi dell'Inferno dantesco, per incontrare la debolezza di Dante, in un incipit particolarmente infuocato. Tutto comincia da qui, vestendo i panni dell'occhio universale virgiliano. È qui che ha inizio il difficile viaggio introspettivo dell'autore, partire dalla debolezza del peccato, dalla vanità di Lucifero, e cercare a tutti i costi di non essere subordinato; cercare quella perfezione che solo Dio può avere e che l'uomo cerca di rincorrere, con tutti i suoi mezzi. -
Festa notturna
Tutto quello che, generalmente, si conosce sulla festa di Piedigrotta deriva da un'immensa letteratura. Si può dire che, dal '600, fino quasi ai giorni nostri, non c'è stato storico, viaggiatore o cronista che, scrivendo della città di Napoli, non abbia lasciato una qualche notizia, o osservazione, su quell'evento. Testimonianze che risultano presenti in ricordi di viaggio, storie e opuscoli sulla canzone napoletana, opere specifiche, descrizioni, considerazioni e articoli di giornale. Dai più antichi documenti storici finora pervenuti, si evince che il Santuario mariano, principale luogo della festa, sarebbe stato meta di pellegrinaggio dei sovrani di Napoli fin dall'epoca angioina. -
Il mare in un angolo
L'autore, con stile ermetico prettamente ungarettiano, celebra ed esalta temi a lui tanto cari, quali: il mare che tutto svela e tutto porta con sé; l'amore che, su parere virgiliano, vince su ogni cosa; la vita in tutte le sue sfaccettature, prediligendo il quotidiano fatto di piccole cose; il dolore che ha sempre con sé un valore hegeliano di antitesi per una sintesi fatta di rinascite ed infine il tempo, che sfugge inesorabile ma sa arrestarsi nella bellezza della poesia. -
Racconti napoletani... tinti di giallo
Il primo dei racconti è ambientato nella Napoli moderna, nella vita borghese amorale e viziosa. Il secondo si svolge a Ischia, tra Casamicciola e Sant'Angelo, e tratta di giovani oziosi e di ambienti camorristici. Il terzo ci porta indietro nel tempo, alla fine del 1400, all'epoca degli Aragonesi a Napoli e del poeta Giovanni Pontano e trae spunto dall'episodio storico del ""pozzo di S. Sofia"""". Il quarto si svolge intorno al famoso Palazzo Donn'Anna ed ai lidi circostanti. Infine, l'ultimo, ricalca un tratto del romanzo """"Solo per caso"""", teatralizzandolo e sviluppando maggiormente l'episodio del """"Giallo d'autore"""", attribuito a un poeta."" -
La farmacia dell'anima. Nuova ediz.
Se c'è un elemento che più di ogni altro segna malinconicamente la vita di molti esseri umani, questo è il rimpianto, ossia il ricordo, spesso struggente, di occasioni mancate o di cose e persone perdute. Tino Sicca, protagonista del romanzo, mostra l'intelligenza e l'umiltà di vivere con attenzione l'occasione che si presenta e a suo modo conquista una meritata serenità. Accade lo stesso a Laura, che riesce coraggiosamente a curare le ferite che la vita le ha inferto e a mettere al riparo le sue aspirazioni e i suoi sentimenti. Due bei personaggi Tino e Laura; due spaccati esistenziali ricchi di valori e trepidazioni. Prefazione di Pino Imperatore. -
Tipacci da hotel. Diario di una receptionist. Nuova ediz.
"Nell'arco di tre anni, in un percorso che mi porta da stagista a direttrice, racconto delle difficoltà trovate nell'approcciarmi a un lavoro totalmente nuovo e sconosciuto, del rapporto con i colleghi e, soprattutto, a descrivere i personaggi strani che ho incontrato, che mi hanno dato lo spunto per riorganizzare tutte le note e gli appunti che avevo raccolto nel tempo, quasi per gioco. Ho terminato la stesura del romanzo in forma diaristica già due anni fa, sottoponendolo per divertimento ad amici e parenti, soprattutto ai miei ex colleghi, che avrebbero ritrovato tra le pagine episodi e personaggi realmente accaduti ed esistiti, rispettivamente. Sarebbe stata un'occasione per rivivere insieme dei ricordi piacevoli e in seguito mi sono resa conto che avrebbe potuto rappresentare un'occasione per informare, introdurre e avvicinare futuri giovani receptionist a questa professione, nonché per divertire gli attuali receptionist, che si sarebbero riconosciuti nelle esperienze e nelle sensazioni che si vivono e che si provano in questo meraviglioso settore."""" (L'autrice)" -
Una nuova primavera
I versi di Chiara Verdicchio sono limpidi e precisi, quasi fossero scolpiti, e trovano un perfetto equilibrio tra il ricordo e la narrazione vitale di ""un racconto col finale tutto da inventare"""", tra """"una gracile promessa"""" e """"un grande campo di girasoli"""". Sofferenza e conforto si scontrano in questi versi, che l'autrice raffigura usando colori tenui ed emozionali, materializzandosi improvvisamente nel desiderio di cambiamento """"per gridare al mondo che anche le peggiori tempeste hanno alle spalle un meraviglioso arcobaleno""""."" -
Peccato mortale. Nuova ediz.
Marta de Bonnay, figlia di un ricco filatore della valle dell'Ornano, moglie di Vivant Déglise proprietario della fabbrica Lineuse, non avrebbe mai immaginato che la vicinanza involontaria di un uomo più giovane di lei le avrebbe sconvolto la vita. Paolo Lobligeois, un parigino di ventitré anni raccomandato dal padre alla famiglia Déglise per indurlo al mestiere, era un bravo ragazzo, ma troppo leggero al piacere e alla compagnia femminile. La vita alla Lineuse era monotona, basata principalmente sul lavoro, ma la bellezza di Marta, donna di grandi principi, fronteggiava questa piattezza. Marta era molto più giovane del marito, sposato per convenienza economica, e per paura che questa passione potesse sfasciare la serenità familiare cercò di indirizzare il giovane verso la sorella, libera da qualsiasi vincolo. La gelosia prende il sopravvento e travolge tutto. -
Terra viva. Sotto una buona stella
Il racconto, è un dipinto, un acquerello di uno scorcio di Meridione, uno scorcio di un tempo passato, ma non finito, le cui tracce solcano ancora oggi le terre di cui l'autrice scrive, tracce in cui generazioni hanno depositato i loro sogni che si infrangevano contro i muri di una guerra, sogni che cozzavano con ciò che doveva essere, con ciò che era stabilito per ciascuno! E questo dipinto, in cui l'autrice mostra la sua maestrìa anche nell'arte pittorica, sembra scritto con un pennello imbevuto dello stesso inchiostro di quelle lettere che dal fronte giungevano alle donne indurite dall'attesa, svuotate di speranza, rose dal senso di colpa per il solo anelare a quel briciolo di felicità! -
Le piccolissime tragedie
Abbiamo bisogno di cattive notizie. Abbiamo bisogno di telefonare a sconosciuti, schernendoli, ringraziandoli, giurando amore eterno, perché i conoscenti non arrivino mai a capire l'infinito mondo che ci portiamo negli zaini. Perché i conoscenti è meglio che non sappiano, è meglio che tutto continui a marciare e marcire come ha sempre fatto nel nostro ideale di sicurezza, nelle nostre verità assolute, nei nostri dogmi che fin dal giorno ""uno"""", con le nostre esperienze, faticando, ci creiamo."" -
Vuoto mentale. Un viaggio nel tempo. Nuova ediz.
È difficile credere alle favole, prima o poi tutto svanisce e si dissolve. È difficile, quasi impossibile, ma mentre la vivi ti senti immerso totalmente tra le mura del tuo castello fatato e ti illudi che niente e nessuno possa mai scalfire la tua felicità. Ernesto Pancaldo viveva in quel castello, insieme alla sua adorata Fiorella, e tutto intorno risplendeva di un amore vero. Si erano conosciuti per caso, come succede nelle favole più belle, e il loro amore si nutriva di emozioni: niente e nessuno poteva dividerli. Ma se non vogliamo credere alle favole, dobbiamo credere all'amore, quello vero, quello che nel bene e nel male non si arrende e vive, anche se le mura di quel castello si sbriciolano, anche quando intorno c'è il vuoto. -
I capelli del diavolo
Marco Giri ci propone un noir molto singolare e contorto, presentando il diavolo come un'entità esoterica che spadroneggia liberamente nella società ricca e borghese tra Cracovia e Montpellier. I due personaggi principali, padre e figlio, hanno il dono dell'immortalità e sfruttano il loro potere per soddisfare tutti i piaceri della vita, sottomettendo chiunque cerchi di contrastarli. L'autore ha il pregio di aver saputo modellare l'intreccio del romanzo distribuendo le varie vicende in modo sparpagliato, per poi farle confluire in un epilogo pieno di suspense e colpi di scena. -
Le Neanidi
Una ""vita trascendentale"""" dove tutto si confonde in un equilibrio tra fantasia e realtà. Una realtà che fa paura, ma esiste, e con il quale dobbiamo convivere. Una Terra che sprigiona gocce che non si possono imprigionare, non si possono evitare, ma dal quale bisogna lasciarsi bagnare senza mai perdere la speranza e la forza di andare avanti. La felicità è fatta di semplici emozioni, gesti singoli, forse abitudinari ma concreti, e le parole ne fanno da contorno setacciando il bene dal male."" -
Vivere
Basta un attimo e tutto si ricollega, tutto ciò che fa parte della nostra vita e che abbiamo conservato meticolosamente nel cuore, tutto ciò che ha cosparso di gioia il nostro cammino. In un attimo ci lasciamo cogliere da mille emozioni e ci proiettiamo in un passato probabilmente già accantonato, lasciato in sospeso, ma mai dimenticato. Non solo ricordi in queste pagine di vita, non solo la gioia recuperata da un passato lontano, nei racconti di Franca Giangeri c'è la gioia di vivere, la gioia raccontata come segno di forza, di cambiamento, perché la vita ""...è ridere, è soffrire, è cadere e rialzarsi. È gustare l'alba e il tramonto. È andare avanti nella vita di tutti i giorni"""". Questi racconti ci regalano anche forme diverse, prospettive individuali che lambiscono la soglia del dolore, immagini stereotipate fatte di malesseri e disagi personali, ma sono aspetti che l'autrice sapientemente indirizza in una sola direzione, verso la ricerca del senso, il senso della vita, quella sensazione che assume un significato imprescindibile nel nostro cammino."" -
Chela
Michela ama in maniera viscerale, a prescindere. Le sue due bambine, i suoi uomini, il viaggiare inteso come esperienza completa di vita: tutto ciò, insomma, che l'ha resa quello che è diventata, nel bene e nel male. Perché Michela è convinta del fatto che tutto serve, che certi gesti e certi momenti rimarranno sempre e comunque nel cuore. E scalpita per scoprirsi, anzi per ri-scoprirsi, dopo che ha provato con forza ad essere come gli altri si aspetterebbero, rischiando di spegnersi per aderire all'idea che si ha di lei e del suo ruolo. L'anima urla la sua necessità, suggerendo di lacerare l'edulcorata pista di condotta borghese che tanto sembrerebbe adatta a questa giovane donna dai lunghi silenzi e dall'apparente e dolce remissività. -
Chiedilo alla luna. Aforismi e pensieri
"Chiedilo alla Luna"""" è il risultato di cinque anni più o meno intensi della mia vita, accomunati tutti da un unico principio: l'essere veri in ogni circostanza. Ci vuole coraggio nel mettere per iscritto ciò che si sente dentro e farlo senza alcun filtro, perché a volte nascondersi dietro frasi che non ci appartengono ci fa sentire più protetti, meno vulnerabili. In assenza di un interlocutore reale, al quale rivolgere i miei pensieri, la notte è diventata il mio velo con cui mi sento e mi son sentita protetta, in pace." -
Il bacio di Klimt. L'arte dell'ossessione
Nessuno può sottrarsi al destino, tantomeno Francesca Delgado. Per quanto provasse a scappare, la troverà sempre mettendola di fronte a due scelte: arrendersi e accettarlo o sfidarlo e mutarlo. La protagonista si troverà a cambiare radicalmente la sua vita mettendosi alla ricerca di uno spietato serial killer ossessionato dall'arte, Andrea Riestri, lo stesso che anni prima, mascherato da principe azzurro, l'aveva fatta innamorare. Il destino la condurrà nella città di Napoli che farà da sfondo a terribili delitti e grandi rivelazioni. All'ombra del Vesuvio inizierà la sua corsa contro il tempo, tra punti d'arrivo e luoghi di partenza.