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The Barberini tapestries. Woven monuments of Baroque Rome
Il libro, che funge anche da catalogo alla mostra di New York e Eugene, tratta in modo completo il ciclo di arazzi dedicato alla Vita di Cristo, uno dei grandi ""monumenti"""" della Roma barocca, commissionati dal cardinal Francesco Barberini. L'attenta lettura che ne fa James Harper li situa nel contesto stilistico del Barocco maturo e in quello della propaganda politica e sociale del loro committente. Il primo capitolo introduce la Roma di papa Urbano VIII. I capitoli successivi ripercorrono la storia della manifattura privata del cardinale Barberini e l'attività di Giovanni Francesco Romanelli (1610-1662), che disegnò i cartoni per gli arazzi. Basandosi sui documenti dell'epoca, l'autore ricostruisce i modi in cui il ciclo di arazzi veniva utilizzato dai Barberini tracciando così una vera e propria storia del gusto. Il capitolo successivo segue lo spostamento degli arazzi negli Stati Uniti nella cattedrale di St. John the Divine, sullo sfondo della storia del collezionismo della gilded age. Infine, Marlene Eidelheit discute gli aspetti tecnici degli arazzi e il lungo lavoro di restauro che ha preceduto mostra e libro."" -
Un Lotto riscoperto. Ediz. illustrata
A dispetto della sfortuna che ha colpito l'artista in vita e per molto tempo dopo la morte, durante il secondo dopoguerra la figura di Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 circa - Loreto, 1556 o 1557) è stata oggetto di una radicale rivalutazione critica. Alla pionieristica esposizione tenuta a Venezia nel 1953 sono seguiti studi, monografie, convegni, campagne di restauro, nonché mostre di taglio monografico che hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico. L'esposizione ""Un Lotto riscoperto"""" e il catalogo che l'accompagna intendono approfondire un momento ben preciso del percorso di Lotto, una fase che coincide con gli ultimi anni trascorsi dal pittore a Bergamo. La mostra è costruita intorno a un importante inedito dell'artista che si collega a una delle sue imprese più celebri, la realizzazione dei disegni per le tarsie eseguite da Gianfrancesco Capoferri per il coro ligneo della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo. Il Luogo Pio Colleoni di Bergamo custodisce una tarsia lignea, raffigurante la Creazione, creduta sinora una replica antica, ma successiva, di una delle tarsie degli stalli del coro di Santa Maria Maggiore. L'oggetto si è rivelato a un esame più attento di pregevole esecuzione ed è possibile riconoscervi una delle tarsie che, come attestano le fonti documentarie, furono realizzate a titolo di saggio e direttamente profilate da Lotto per essere sottoposte all'approvazione dei Consiglieri del Consorzio della Misericordia Maggiore di Bergamo, committente dell'opera. La mostra ruota intorno a questo capolavoro ritrovato, testimonianza significativa di una impresa come quella del coro che rappresenta, per tante ragioni, ma soprattutto per lo straordinario universo narrativo e simbolico dispiegatovi dall'artista, un apice della stagione bergamasca e dell'intera carriera di Lotto."" -
Le «Livre de croquis de Gabriel de Saint-Aubin». Ediz. francese
Nel 1783, tre anni dopo la morte del pittore, disegnatore e incisore Gabriel de Saint-Aubin (1724-1780), Pahin de la Blancherie ricordava che l'artista non era mai stato visto «senza una matita in mano, intento a disegnare tutto ciò che gli si presentava dinanzi agli occhi». Ciononostante, questo cronista della vita parigina fu ben presto dimenticato: bisogna attendere i Goncourt, alla fine del XIX secolo, per la sua riscoperta. Da allora, tutti apprezzano l'arte di Saint-Aubin e cercano le sue opere. Oggi, per la prima volta, un eccezionale carnet di più di cento pagine su cui il maestro aveva schizzato scene di vita quotidiana viene riprodotto in scala reale e studiato in modo esaustivo. L'artista ci invita a percorre le vie di Parigi, a scoprire alcuni dei suoi monumenti, a condividere con lui qualche avvenimento importante, oppure a vivere la quotidianità. Con la sua scrittura minuta, Saint-Aubin ha riempito queste pagine delle più svariate annotazioni. Per chi ama la Parigi del XVIII secolo o per chi vuole conoscere meglio l'arte di Saint-Aubin, il carnet del Louvre invita innegabilmente alla più appassionante delle scoperte. -
Bernardo De Dominici e le vite degli artisti napoletani. Geniale imbroglione o conoscitore rigoroso?
Bernardo De Dominici (Napoli, 1683-1759) è tra le personalità più controverse della storiografia artistica italiana. Modesto pittore di paesaggi, mercante di disegni e aspirante letterato, pubblicò dopo una lunga elaborazione, tre tomi di ""Vite de' pittori, scultori e architetti napoletani"""" (1742-1745). Concepita nel momento di maggior successo della scuola napoletana di pittura, tra i clamori dei successi internazionali di Luca Giordano, Paolo De Matteis, Francesco Solimena, l'opera è il primo e il più ambizioso tentativo di costruire una storia dell'arte napoletana. Nonostante qualche perplessità suscitata già al tempo della prima pubblicazione, le """"Vite"""" costituiscono da allora un punto di riferimento essenziale per chiunque sia interessato alla storia dell'arte nell'Italia meridionale. Costruite attraverso un uso estremamente disinvolto delle fonti, con largo ricorso a manoscritti ignoti e più che sospetti, le """"Vite"""" non passarono il severo vaglio critico degli studiosi del secondo ottocento, che dimostrarono l'inaffidabilità di larga parte del testo, soprattutto delle parti relative al medioevo e al primo rinascimento, e bollarono il loro autore come """"Il falsario"""" (così si intitolava un saggio di Benedetto Croce sul nostro autore). Nel corso del novecento, a cominciare dai primi studi di Roberto Longhi, l'opera è stata largamente riabilitata, soprattutto per le sue parti sei e settecentesche. Il libro, elaborato al termine di un lungo lavoro di edizione e commento dell'opera, condotto dall'autore in collaborazione con Fiorella Sricchia Santoro e con altri studiosi, offre per la prima volta un'approfondita analisi della storia dell'opera, del contesto in cui fu concepita, dei metodi utilizzati dal biografo, della sua altalenante fortuna e del ruolo che ancora oggi può e deve svolgere per la conoscenza e la comprensione dell'arte napoletana."" -
Mediterraneo in chiaroscuro. Ribera, Stomer e Mattia Preti da Malta a Roma. Catalogo della mostra (Roma, 12 gennaio-21 maggio 2017). Ediz. illustrata
Alcuni dei principali capolavori della National Gallery di Valletta, Malta, sono messi a confronto con celebri opere della collezione delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini di Roma: l'esposizione prende spunto dall'intensa relazione storica e artistica che coinvolse i due paesi fin dal Seicento, quando prima Caravaggio (1571-1610) e poi Mattia Preti (1613-1699) si trasferirono a Malta e l'isola si aprì progressivamente al gusto e alle novità del Barocco. È proprio dalla lezione pittorica di Caravaggio che la mostra prende avvio, dedicando una sezione ai pittori stranieri attivi a Roma all'inizio del Seicento che più ne subirono il fascino: Jusepe de Ribera (1591-1652) e Matthias Stomer (1600 circa-1650). Un'intera sezione della mostra è poi per Mattia Preti (1613-1699), il ""cavaliere calabrese"""", che spenderà a Malta gli ultimi trent'anni della sua vita, contribuendo in maniera sostanziale alla trasformazione barocca dell'isola. Se le opere della collezione di Palazzo Barberini testimoniano la fase di affermazione del pittore, i dipinti provenienti da Malta restituiscono il volto dell'artista nella sua piena maturità."" -
Prêt-à-porter di Giovanni Frangi. Ediz. illustrata
Da sempre il lavoro di Giovanni Frangi, un artista milanese, nato nel 1959, si sviluppa a partire dalle cose viste: le persone, i luoghi, la vita. Non va, almeno all'apparenza, al di là di quanto ha sperimentato con i propri occhi. Con il passare del tempo gli esseri umani sono scomparsi dalla pittura di Frangi, che rischia di essere nell'Italia di oggi il maggiore interprete degli spettacoli naturali, restituiti attraverso tutti gli strumenti possibili, senza barriere. Ogni sua mostra, piccola o grande, non è più una generica raccolta di opere ma il frutto di un progetto che nasce dall'auscultazione dei luoghi e degli spazi; spesso il «dottore» che lo accompagna nell'uso di questo stetoscopio o sismografo interiore è Giovanni Agosti, anche lui milanese, classe 1961. Insieme hanno popolato le scuderie di Villa Panza a Varese, con l'evocazione tridimensionale di un fiume di notte, o l'emiciclo di Villa Manin a Passariano, con un arsenale di apparizioni, o il nuovo Orto botanico di Padova, con un match di tele dedicate alla flora terrestre e a quella subacquea. Il secondo piano di Palazzo Fabroni, con le sue finestre affacciate su scorci diversi e opposti della città, è il punto di partenza per una mostra costruita su un sistema binario di rappresentazione. Da un lato infatti l'edificio prospetta, con il suo ingresso principale, su via Sant'Andrea, dove - proprio lì davanti - si staglia la facciata della chiesa romanica omonima, con le sue strisce bicrome; dall'altro lato c'è invece, passato il cortile, via Santa: in quella direzione lo sguardo punta, oltre piazza del Carmine, verso l'ospedale del Ceppo, tanto celebre per il suo fregio policromo in terracotta invetriata. Questa contrapposizione coinvolge due dei più celebri monumenti di Pistoia: i bianchi e i grigi di Sant'Andrea e i gialli, i verdi, i blu e i rossi del Ceppo. Da qui, con una contrapposizione elementare, lo scheletro di Prêt-à-porter, il cui filo conduttore è costituito proprio dal fatto che le sale di Palazzo Fabroni affacciate su via Sant'Andrea ospitano opere in bianco e nero e quelle su via Santa opere di colori diversi. Il repertorio di Frangi è squadernato in questi ambienti, attingendo dal suo magazzino creazioni appartenenti a stagioni diverse della sua ormai lunga carriera: si va da dipinti su tela che risalgono al 1986 fino a realizzazioni ad hoc, che vedono la luce per la prima volta a Pistoia. Non ci si deve affatto aspettare però una retrospettiva quanto piuttosto una riflessione sulle stagioni del proprio lavoro e sulle analogie, ma anche sugli scarti, tra opere eseguite a distanza di tempo. -
Firenze. Coloring tour. Ediz. italiana e inglese
"Coloring Tour"""" è un nuovo concetto di libro da viaggio: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni di Giuseppe di Lernia, e una guida da leggere, per scoprire curiosità e notizie sulle più belle città d'Italia." -
Giona lo squalo meccanico
Giona, lo squalo meccanico un tempo acclamata star della saga horror Il pescecane, si gode la pensione lontano dal set a MonsterLand, un parco divertimenti a tema, insieme a Grogzilla, zombie e vampiri. Ma, troppo vecchio anche come attrazione, rischia la rottamazione. Una fuga rocambolesca e un tuffo nell'oceano danno inizio a una formidabile avventura per realizzare il suo desiderio più profondo: incontrare la sua mamma... -
Alfio e la cornacchia. Ediz. illustrata
Gli animali seguono sempre la propria natura? Alfio è un maialino pancia a tazza e vorrebbe guidare una macchina. Ma non arriva ai pedali. Pensa, però, che con delle scarpe da uomo potrebbe realizzare il suo sogno. Nell'ardua impresa di impossessarsi di un paio di calzature, tenta di farsi aiutare da quella che crede essere una gazza ladra, ma che in realtà è una cornacchia. Ne nasce una storia poetica e ironica che racconta della natura degli animali, ma anche di quella degli uomini. Una storia interamente scritta e illustrata da Jack Tow. Età di lettura: da 4 anni. -
Chimera relocated. Vincere il mostro. Catalogo della mostra (Firenze, 28 marzo-27 aprile 2017). Ediz. illustrata
La celebre Chimera di Arezzo, un bronzo votivo etrusco degli inizi del IV secolo a.C., fu rinvenuta nel 1553 nella città di Arezzo e fu subito trasferita a Firenze per volere del duca Cosimo I de' Medici, che la fece collocare nella sala dedicata a papa Leone X de' Medici in Palazzo Vecchio, residenza del principe e sede del governo. Secondo l'intento di Cosimo, la Chimera doveva testimoniare la presunta (e desiderata) continuità del potere dai tempi dell'antica dominazione etrusca sino all'attuale governo ducale. La Chimera rimase in Palazzo Vecchio sino al 1718, quando venne trasferita nella Galleria degli Uffizi, per poi entrare a far parte, dal 1870, della collezione stabile del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Raramente uscita dal museo, la scultura è stata esposta per un mese proprio nella sala di Palazzo Vecchio dove è rimasta collocata per quasi due secoli. Il catalogo presenta saggi di approfondimento sul contesto storico-artistico della Firenze medicea, sulla fortuna dell'opera dal suo ritrovamento, sul busto di Cosimo I di Baccio Bandinelli e sulla sala di Leone X in Palazzo Vecchio. -
Un seminario sul manierismo in Lombardia. Ediz. a colori
Due insegnanti di Storia dell'arte moderna stanno preparando - per conto del Comune di Milano - una mostra a Palazzo Reale: è il 2014. L'esposizione, dedicata a ""Bernardino Luini e i suoi figli"""", affronta la cultura figurativa della Lombardia del Cinquecento. Ad aiutarli è un gruppo di allievi, che vanno dai venti ai trent'anni, dai triennalisti ai dottorandi di una moderna università di massa. Da quell'esperienza nascono approfondimenti, deragliamenti, sopracciò su un campo poco esplorato degli studi, quando in Lombardia sono i governatori spagnoli a fare il bello e il cattivo tempo. Su per giù tra il 1535 e la fine del secolo. Gli artisti vengono soprattutto da fuori e sembrano contendersi un territorio dove nessuno detta legge. Su questo sfondo arrivano a Milano, più volte, Tiziano (ma soprattutto i suoi quadri, primo tra tutti l'Incoronazione di spine oggi al Louvre) e tanti pittori dai territori della Serenissima e da Vercelli, Lodi e Cremona... E ci si spinge, tra testi e immagini, dalla Bassa al Sacro Monte di Varallo, fino alle private simpatie del giovane Carlo Borromeo per l'antichità, prima di diventare il severo arcivescovo di Milano."" -
Le creature di pietra di Leone Lodi. Viaggio nell'Italia della scultura
Dopo ""La Milano scolpita da Leone Lodi"""", un nuovo percorso attraversa l'Italia, alla scoperta delle sculture dell'artista soresinese (1900-1974) che hanno segnato il volto delle città e delle loro architetture. Il Leone, simbolo delle Assicurazioni Generali, compare sulle facciate di molte sedi della storica società. Gli altorilievi della Torre dei Venti a Bergamo fanno parte dell'immaginario comune. L'incarico prestigioso ricevuto dalla Snia Viscosa di corredare i suoi stabilimenti all'avanguardia a Torviscosa con un ciclo di sculture nei viali dell'opificio è un eccezionale esempio di imprenditoria illuminata. Da Mantova a Cremona, da Como a Mogliano Veneto, da Stresa al Palazzo Montecatini di Roma, il viaggio ricostruisce un museo a cielo aperto, punteggiato di importanti tappe estere: in Svizzera, a Parigi per l'Expo Universale del 1937, fino a Columbia (South Carolina) nella sede del partner statunitense della Snia."" -
Gli avori del Museo Nazionale del Bargello. Ediz. illustrata
Gli avori, capolavori di un mondo lontano e raffinato, costituiscono una delle collezioni più importanti del Museo Nazionale del Bargello, con uno straordinario repertorio di altissima rilevanza storico artistica, esteso dall'antichità al Rinascimento. Per la prima volta se ne pubblica il catalogo completo, che presenta circa 250 esemplari attraverso saggi e schede redatti da specialisti del settore, con un ricchissimo corredo di illustrazioni frutto di un'apposita campagna fotografica da cui emergono dettagli inediti e di inaspettata bellezza. La varietà delle opere è entusiasmante, con una molteplicità di tipologie, generi stilistici ed iconografici che ripropongono secoli di storia con immagini di sovranità, di devozione e di vita cortese. Appartenenti per la maggior parte alla collezione lasciata in eredità al museo da Louis Carrand nel 1888, gli avori del Bargello comprendono opere di eccezionale rarità, come la celebre Imperatrice Ariadne, o il Flabellum di Tournus, oggetto liturgico del IX secolo di cui esistono solo altri due esemplari noti al mondo. Le diverse sezioni si aprono con una breve introduzione del periodo storico artistico di riferimento: avori romani, avori bizantini, avori del Basso Impero (IV-VI secolo), avori dell'Alto Medioevo, avori romanici (XI-XIII secolo), tric trac e scacchi, avori gotici e rinascimentali, avori islamici. -
Anche i lupi cattivi vogliono essere amati. Ediz. a colori
Una sera, l'autrice sente bussare forte alla porta. Boom! boom! boom! È il Lupo, che non ne può più di fare il cattivo nelle storie. ""Io voglio... Io voglio essere amato!"""" Riuscirà l'autrice a trasformarlo in un'amabile creatura? E con quali conseguenze? Una storia con un finale a sorpresa.. Età di lettura: da 4 anni."" -
Arte? non mi faccia ridere! La critica d'arte secondo il disegnatore umorista
"La raccolta di vignette in questo volume vuole attirare l'attenzione su quel disegno umoristico italiano, nato e fiorito nel secondo dopoguerra, che ha contribuito in modo originale e spassionato al dibattito sull'arte antica, moderna e contemporanea, così come ha saputo stigmatizzare molteplici aspetti dell'umano vivere: con semplicità e tirandone fuori sane risate. È un umorismo che punta a mettere in evidenza il lato divertente delle cose, senza essere polemico, irrispettoso o un pretesto per dare risalto a un'opinione personale, e contemporaneamente coglie, attraverso la comicità della situazioni quel punto di vista capace di farci sorridere e riflettere insieme, mostrandoci le cose da un'angolazione diversa, svelando inaspettati scorci di possibili verità. Il mondo dell'arte viene garbatamente irriso in tutti i suoi aspetti, dal passato al presente. Nessuno è escluso. Ci sono l'artista di successo e quello incompreso il gallerista e il critico, il collezionista e il committente, l'intenditore e il semplice curioso. Troviamo impiegati dei musei, falsari, critici, modelle, casalinghe, bambini, donne delle pulizie, imbianchini e persino animali. Il mondo dell'arte diventa un palcoscenico per inscenare la commedia dell'esistenza, dove ognuno di noi può facilmente immedesimarsi, almeno in una delle tante situazioni. (...)"""" (Botter Francesco)" -
Accademia Carrara Bergamo. Dipinti del Trecento e del Quattrocento. Ediz. a colori
Il volume illustra in centodieci schede tutti i dipinti antichi italiani dell'Accademia Carrara, databili tra il 1300 e il 1500. Divise in tre aree - toscana e centroitaliana, lombarda, veneta - queste opere permettono di seguire lo sviluppo della nostra tradizione figurativa per due secoli, tra straordinari capolavori e pitture meno note. Tra gli artisti più celebri ci sono Baldovinetti e Botticelli, Foppa e Bergognone, Mantegna e Bellini, Crivelli e Carpaccio; ma attorno a loro molti altri rendono affascinante un itinerario che è anche una riscoperta della linea di collezionismo e di connoisseurship di alta qualità che ha creato questa pinacoteca, dal lascito di Giacomo Carrara, a quelli di Guglielmo Lochis, di Giovanni Morelli e di altri appassionati. Molte le nuove attribuzioni proposte rispetto ai cataloghi precedenti - ormai datati - e tra queste la riscoperta di un dipinto di Andrea Mantegna. -
La donna che amava i colori. Mary P. Merrifield. Lettere dall'Italia
Mary Philadelphia Merrifield (1804-1889) è nota come «la signora delle tecniche artistiche»: a metà Ottocento scoprì, trascrisse e tradusse importanti manoscritti sul modo in cui gli antichi maestri creavano le loro opere; studiò i pigmenti e i colori, classificandoli ed esaminandone le proprietà fisiche e chimiche. Pubblicò tutto negli ""Original Treatises on the Arts of Painting"""" (1849), ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per storici dell'arte e delle tecniche artistiche e restauratori. Sfortunatamente, della sua vita sappiamo pochissimo. Ma di recente, a Brighton, sono state riscoperte trentanove lettere al marito - scritte tra 1845 e 1846 nel corso del suo viaggio italiano in cerca di manoscritti -, qui pubblicate per la prima volta. Ci restituiscono il ritratto di una donna straordinaria. Madre di cinque figli, Mary parte su incarico del governo inglese assieme al primogenito diciottenne e passa al setaccio archivi e collezioni private di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia. Si accorge che essere donna è per lei un vantaggio: restauratori e artisti non la vedono come una potenziale concorrente, e sono più disponibili a svelarle i «segreti» delle tecniche. Le lettere fanno luce sul circuito delle conoscenze inglesi della studiosa, e descrivono il mondo della cultura italiana appena precedente i moti del 1848, immortalato con la schietta evidenza che solo la scrittura privata sa restituire, in vivacissime impressioni di viaggio. L'occhio attento e curioso dell'autrice trattiene aspetti del quotidiano difficilmente reperibili altrove. Tornata in Inghilterra, Mary non abbandona la ricerca; anzi, esplora un nuovo campo, dedicandosi alle scienze naturali, principalmente alle alghe. A guidare i suoi studi è lo stesso approccio scientifico alla descrizione della realtà che appare in filigrana anche nelle lettere dall'Italia. Questo spirito d'indagine, appassionato e scrupoloso, è probabilmente il lascito più prezioso che la vita di Mary Philadelphia Merrifield ci consegna."" -
Lupino fa la nanna nel suo lettino
Lupino è il protagonista di una nuova serie di libri illustrati per incoraggiare nei più piccoli il desiderio di crescita e autonomia, stimolandone la fantasia e dando loro fiducia. In questo primo episodio, per Lupino; è arrivato il momento di imparare a dormire tutta la notte nel suo lettino che, grazie all'immaginazione, si trasforma in un formidabile strumento per superare paure e vivere avventure. Età di lettura: da 3 anni. -
Matermundi
Una pièce di urgente attualità e insieme di meditazione profonda sulla memoria storica del nostro paese. Un testo che ci racconta il coraggio e la fede, la pietà e la condivisione, la fatica e la disperazione dei migranti italiani di ieri, e avvicina l'eccezionale figura di madre Francesca Saverio Cabrini (1850-1917) ai migranti di oggi. Matermundiè teatro e testimonianza, documento e invenzione letteraria. Intreccia le voci di madre Cabrini, e del vescovo Giovanni Battista Scalabrini, con quelle di tanti che hanno abbandonato la propria terra per rincorrere un sogno oltre oceano, o verso l'Italia del Nord. Sono voci che provengono da tempi e spazi lontani tra loro, e che parlano linguaggi contaminati e imperfetti: anche per questo vivissimi, e veri. Sono le voci dell'emigrazione, della nostra emigrazione: ci chiamano, dal cantuccio dove ci ostiniamo a cacciarle per nasconderne ia memoria, e ci costringono a guardare oltre queste pagine, ai nuovi compagni di una comune e antica fuga dalla miseria verso lo spaesamento e la speranza. Madre Cabrini, fondatrice di opere di assistenza e istruzione per gli emigrati tra Europa e Americhe, e santa patrona dei migranti, ci ha lasciato un indimenticabile esempio di come la solidarietà e la determinazione possano riscattare le «periferie della storia». Anche papa Francesco, di recente, ha richiamato al grande modello della ""santa con la valigia"""": «Francesca Cabrini è oggi molto attuale e ci insegna ancora la via da percorrere per affrontare il fenomeno epocale delle migrazioni coniugando la carità e la giustizia»."" -
Venezia & Veneto. Coloring tour. Ediz. bilingue
"Coloring Tour"""" è un nuovo concetto di libro da viaggio: un carnet da colorare, dialogando con gli originali disegni di Giuseppe di Lernia, e una guida da leggere, per scoprire curiosità e notizie sulle più belle città d'Italia."