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Agiografie domenicane
L’agiografia fu un tipo di scrittura sacra praticata dai Domenicani con particolare assiduità e impegno, anche allo scopo di trasmettere ai fedeli contenuti dottrinali e morali altrimenti incomprensibili nei termini dell’alta teologia dei maestri. Duplice è il percorso tracciato dai dodici saggi pubblicati in questo volume. In primo luogo esso delinea una nuova proposta interpretativa del corpus delle fonti di Domenico di Caleruega, per poi mostrare come, l’immagine del Padre diventasse norma di vita, esempio di santità molto presente nella memoria e nella devozione dei suoi frati. -
Sogno e legittimazione. Ger 1,11-16 alla luce della letteratura accadica. Verso la revisione di un genere letterario. Ediz. integrale
Di fronte alla vastità del compito esegetico la Pontifica Commissione Biblica sostiene la necessità di una cooperazione interdisciplinare tra specialisti in diversi campi onde evitare quegli inconvenienti eventualmente apportati da rigide specializzazioni. Alla luce di ciò in questo volume è mio desiderio mostrare come una scienza profana quale l'assiriologia possa agevolare nella comprensione di testi veterotestamentari. -
ll ministero di Gesù nel Vangelo secondo Matteo. L'unità tra «dottrina» e «pastorale». Ediz. integrale
Il presente saggio esamina il rapporto tra «dottrina» e «pastorale» nel ministero di Gesù nel Vangelo secondo Matteo. Con l'uso del metodo narrativo si analizzano il punto di vista e la cristologia dell'Evangelista, la trama del suo Vangelo, la caratterizzazione del personaggio principale (Gesù), il ruolo dei personaggi, per chiarire che il titolo di «Maestro» riferito al Nazareno non è separato dalla sua azione di promozione di «percorsi di discepolato». Matteo propone Gesù come «Maestro» di sequela perché guarisce, libera, predica, dialoga, disputa, chiama alla conversione e invita i suoi interlocutori ad aderire al suo progetto di salvezza e a decidersi per il Regno. Questa sua scelta pastorale rivela un insegnamento su Dio e delinea un «volto» di Dio, che senza staccarsi dalla tradizione, mette in crisi gli antagonisti. -
Le ragioni della speranza che è in noi. Un percorso di teologia fondamentale: fondamento e credibilità della fede cristiana. Ediz. integrale
Lo scopo del testo è quello di mostrare il fondamento della speranza cristiana, la fede, e a mostrare le condizioni che rendono quest’ultima credibile e quindi degna di essere accolta e vissuta, nel momento in cui si traduce in speranza per gli uomini e le donne di ogni epoca storica. Esso è rivolto a chi è lontano dal mondo della fede, sia perché non credente, sia perché credente di un’altra religione o confessione cristiana, sia perché battezzato ma non credente, sia perché battezzato credente ma non praticante. Ma è anche rivolto a coloro che da tempo hanno scelto di seguire Gesù il Signore e che desiderano camminare in una conoscenza maggiore sull’oggetto e sulle ragioni della propria fede. -
La Salette. Il Mémoire e l'impegno sulla parola di Maria, luce e sale per l'attualità
La Salette, parola profetica è segreto ineffabile, ecco l'oracolo che Raissa e Jacques ci fanno ascoltare finalmente, sulle orme di Melania Calvat e Massimino Giraud, a traverso queste pagine finora celate. ""Vedete l'Europa in subbuglio, la società sull'orlo della rovina!,"""" proclamava già il vescovo di La Salette. """"Chi ci ha preservato, chi ci preserverà da disgrazie ancora più grandi, se non Colei che è venuta dall'alto sui nostri monti, per piantarvi un segno di raduno e salvezza, un faro luminoso, un serpente di bronzo..."""" (P. de Bruillard, Lettera pastorale della fondazione del santuario, 1° maggio 1852) Cresciuta nell'infelice Mariupol, fuggita nel 1940 dall'Europa della Shoà, Raissa ha incarnato in cuore suo, e nel poema Pietà da lei dedicato a Maria, """"Colei che piange"""", icona della Misericordia di Dio che intenerisce e salva. Jacques, invece, ha raccolto la divina indignazione della Figlia di Gerusalemme, """"schierata come armata"""" (Cant 6,10) contro gli idoli delle genti, è l'ipocrisia dei farisei. Oggi la guerra colpisce l'Europa ricca, e più che mai i scandali strappano le maschere. Guarderemmo verso la Montagna dello Spirito, ammonitrice e risanatrice? (Sal 121,2) Consumata dalla carità, da questo """"monte"""" Raissa prese il volo il 4 novembre 1960. Il 28 aprile 2013, festa di altri due apostoli mariani, marca il cinquantenario della morte, tutta francescana, di Jacques. Pubblicare il suo coraggioso manoscritto, che ebbe P. Garrigou Lagrange per censore, è pregio dell'Angelicum e dei domenicani romani alle soglie della ricorrenza. L'impavidità dei fanciulli di la Salette, Lourdes e Fatima, restii alle preferenza di persone, contagiò nel 1918 i sposi davvero convertiti, che attraversarono l'Europa in guerra per portarlo in Vaticano. """"Svegliare i dormiglioni"""" fu l'impegno romano che Maritain volle ancora svolgere, nel 1945, aiutato da Massignon (p. 607). Adesso, nel terzo millennio, lasciamoci pure interpellare, sul modo divino. Indifferenza e tiepidezza sono i contrari di Dio: le voci del suo amore sono gridi e ansimi (Is 42, 13-14)."" -
Roma e la risposta delle donne alla crisi. Dall’inizio del Cristianesimo ai giorni nostri
I saggi del volume esaminano da una prospettiva spirituale, socio-politica e culturale le storie di donne, nate o trasferitesi a Roma, che hanno affrontato coraggiosamente le crisi del loro tempo dall'inizio del Cristianesimo ai giorni nostri. -
La città (in)visibile
Con lo pseudonimo di Maffeo Robo, Roberto Maffioletti, allora senatore della Repubblica, ha pubblicato nella rivista ""Roma sorante"""", cinque """"Noterelle romane"""", come ha poi amato definire questi racconti. Lo sguardo è nello stesso tempo irriverente, ironico e """"politico"""". Il fine è il sorriso, ma è presente la consapevolezza di un tessuto sociale e urbano in rapida trasformazione in cui Roma, magnifica e colorata scenografia per turisti frettolosi, diventa sempre meno una comunità autentica, viva e pulsante. Le Noterelle sono dunque un quadro espressionista della parte ancora viva della città di allora, nella sua povertà commovente e amara e talvolta nel suo """"trucidume"""". Oggi quel mondo è in larga parte scomparso, dopo secoli di immutabilità: larga parte delle """"botteghe"""" e dei suoi abitanti sono scomparsi, sopraffatti da una trasformazione non sempre governata, che determina, per Roma, come già per le altre città d'arte d'Italia, il destino di città-cartolina, pur se una bellissima cartolina. Il testo è arricchito da alcuni acquerelli dell'autore dedicati alle """"Città invisibili"""" di Calvino."" -
Genua
Il presente volume, edito a Lipsia nel 1906, rappresenta un caposaldo della storiografia artistica genovese, in cui lo storico dell'arte austriaco Wilhelm Suida prende in esame le opere d'arte della città ligure spaziando dal Medioevo al 1751, anno di fondazione dell'Accademia Ligustica di Belle Arti. Grazie alle competenze linguistiche e storico-artistiche di Antonie Rita Wiedemann, è stato finalmente possibile riproporre quest'opera, tradotta dal tedesco e arricchita da continui confronti con il manoscritto di una precedente traduzione a cura di Onorio Soardi, lacunosa e connotata da un linguaggio di inizio Novecento, tanto desueto quanto, in qualche maniera, più aderente a quello originario. il risultato è un testo che ci consegna, per la prima volta in lingua italiana, una delle ""Guide"""" più amate dagli esperti dell'arte genovese e, più in generale, ligure."" -
Cos'è un capolavoro? Le risposte dell'arte attraverso i secoli
Che cos'è un capolavoro? è difficile avere un parere unanime: per dare una risposta all'emblematico quesito è necessario riflettere sulla estrema varietà delle opere d'arte anche in relazione alla loro finalità, sottolineando come ogni epoca abbia prodotto una diversa idea di capolavoro. Se il valore di alcune opere è stato riconosciuto fin dalla loro creazione, come nel caso della Pietà di Michelangelo, altre hanno riscosso un'ammirazione più discontinua, come è accaduto per i dipinti di Piero della Francesca e di Caravaggio, riscoperti soprattutto nel '900. Qui si propongono undici capolavori diversissimi tra loro, dalle sculture del Partenone alla Cappella Cornaro del Bernini, dal Polittico dell'Agnello Mistico dei fratelli van Eyck alle opere espressionistiche di Käthe Kollwitz; ognuno da analizzare e da valutare secondo il proprio personale sguardo. -
Qui nacque l'Europa. Il carcere di santo Stefano a Ventotene. Una proposta di riuso tra storia, conservazione ed eco-energia
Circondata da un affascinante tratto di mare dalle mille tonalità, l'isoletta di Santo Stefano, con il suo carcere borbonico (in uso fino al 2 febbraio 1965), permette di vivere un'esperienza indimenticabile. La particolare conformazione dell'isola e la teatralità della struttura carceraria stupiscono il visitatore e allo stesso tempo lo ""istruiscono"""". In fondo anche una semplice prigione è un luogo della memoria, che merita di essere rispettato e recuperato, facendo a suo modo parte del patrimonio culturale della nostra società. Nel caso specifico, la struttura che si erge a Santo Stefano rappresenta una sorta di """"rivoluzione copernicana"""", sia come tipologia edilizia, sia come sistema di gestione della prigionia. è tra l'altro in tale luogo che nel 1944 prese forma il cosiddetto Manifesto di Ventotene (dal nome della splendida isola che fronteggia Santo Stefano), prima che lo stesso carcere fosse abbandonato al suo inesorabile destino, alla crudeltà del tempo e della natura e all'inciviltà dell'uomo. è però giunta l'ora di scoperchiare questo vaso di Pandora, per offrire una nuova vita al gioiello architettonico costituito dalla cittadella carceraria di Santo Stefano."" -
Prima, durante e dopo. Un girotondo nella Forza A(r)mata
Trovando nel cassetto della memoria una manciata di vecchie perle coltivate ho provato a metterle in collana. Cose di poco valore quelle rinvenute, perle piccole, opache e logorate dal tempo: eppure, anche il monile più umile può riscaldare a volte il cuore di chi lo possiede. Per questo e con doverosa semplicità le porgo ai miei lettori. Forse, a qualcuno di essi che divide con me il passato, potrebbe sembrare di imbattersi in pagine già lette e questo è normale: la tenacia di certi vecchi nel raccontare sempre le stesse cose è più che fisiologica... Quei vecchi, però, antiche creature in prestito al mondo, sono spesso depositari di altri, tanti altri, scorci di vita e, quando ci si mettono, riescono a parlarci anche di essi. Come in questo caso. -
Palazzo Portanova a Reggio Calabria. Una residenza estiva vescovile. Storia, restauro e progetto di riuso
Il palazzo oggetto del presente volume prende il nome dal cardinale Portanova e fu costruito nella prima metà del XIX secolo quale residenza estiva dei vescovi presso la via Ravagnese, in un'area un tempo immersa nel verde e oggi limitrofa all'Aeroporto dello Stretto. Si tratta di uno dei pochissimi edifici sopravvissuti al terremoto del 1908, testimonianza dell'efficacia dei criteri antisismici imposti all'indomani del terremoto del 1783. Si registrò infatti, all'epoca, una rinnovata attenzione alle buone regole dell'arte del costruire, le quali hanno permesso alle murature di Palazzo Portanova di resistere nel tempo, nonostante lo stato di abbandono e il conseguente degrado in cui ancora oggi si trova. Quanto espresso nel volume ripercorre la storia dell'edificio, già proprietà privata ed espropriato poi dall'Amministrazione Comunale al fine di un allargamento della sede stradale che ne prevedeva la demolizione. Evento poi scongiurato con il salvataggio del palazzo e il relativo vincolo imposto dalla Soprintendenza. -
Fondamenti per una dottrina del restauro architettonico
Finalità del volume consiste nella definizione dei fondamenti sui quali la disciplina del restauro architettonico possa ritrovare la sua specifica identità. A tale obiettivo l'autore intende pervenire da un'evidenza che viene assunta come un assioma: l'opera restaurata deve rimanere se stessa dopo il restauro. Ma come può un'opera conservare la propria identità dopo un intervento, sia pure conservativo, che inevitabilmente la modifica? Per dare risposta a tale interrogativo, l'autore muove da un'indagine sul manufatto architettonico che viene dapprima considerato nella sua più elementare determinazione di cosa, precisandosi poi come cosa in sé e fondandosi infine in un concetto di sostanza. Su tale fondamento vengono poi individuati i caratteri di permanenza, singolarità, autenticità e identicità, per rinvenire - tramite il giudizio e la scelta - il valore su cui a sua volta si fonda il monumento come deposito di memorie. -
Guida di Reggio Calabria e dintorni (ristampa 1928)
La guida, qui proposta come ristampa dell'edizione del 1928, fu edita subito dopo la costituzione della ""Grande Reggio"""" e che oggi si colloca nell'attualità della Reggio Calabria 'Città Metropolitana', fu dagli autori concepita con attento e ampio respiro nella precisa essenzialità delle notizie storiche archeologiche e artistiche, abbinate a quelle delle attualità socio-culturali-economiche per una finalità, come scrisse Luigi Parpagliolo, che la """"valorizzazione della città dipende dalla sua maggiore conoscenza"""". La ristampa è preceduta da una estesa 'Nota introduttiva' di Enzo Bentivoglio."" -
L' anima persistente di una fabbrica. Storia, immagini e dipinti dell'ex S.I.To.Co di Orbetello
Il titolo del presente volume rimanda a quello di una mostra dell’artista Rossella Rispoli tenutasi nel 2011 a Orbetello e dedicata all’Archeologia Industriale. A questa ne sono seguite molte altre, sempre dedicate alla Fabbrica di Orbetello Scalo, che nel tempo ha visto avvicendarsi vari nomi: ex Colle e Concimi, ex Montecatini-Montedison e, infine, ex S.I.To.Co. Il padre dell’artista ha lavorato tutta la vita in tale fabbrica e, insieme ad altri operai ancora in vita, ne costituisce la memoria storica. Le loro testimonianze e la storia del sito – fin dalle sue origini – sono qui pubblicate con il corredo di foto d’epoca, di immagini dello stato attuale della fabbrica e di opere, olii e incisioni, in cui l’artista ha rappresentato tale luogo carico di suggestioni e ricordi. L’auspicio è che, anche grazie all’impegno profuso dalla società Laguna Azzurra, oggi proprietaria della Fabbrica, si possa avviare un valido progetto di ristrutturazione e di riconversione, al fine di preservare la memoria storica di questo luogo. -
Terre e cementi. Architetture e spazi
Terre e cementi sono termini che hanno un forte significato allusivo, pregnante e allo stesso tempo articolato: le ""terre"""" sono infatti i luoghi in cui sono catapultati i modelli della cultura architettonica e urbanistica europea; e anche, però, i materiali poveri di questi stessi luoghi da sempre utilizzati per costruirvi case ed edifici nelle varie forme e con le diverse modalità e consuetudini che le culture locali hanno maturato nel corso del tempo; e i """"cementi"""", in opposizione alle terre, sono le tecnologie e i linguaggi architettonici moderni contrapposti alle tecnologie povere dei luoghi che li ospitano: tutti i materiali e tutti gli armamentari delle tecniche costruttive e dei linguaggi dell'architettura moderna, in opposizione alle tecnologie dei luoghi; le teorie e i modelli dell'architettura e della città moderna dunque che vengono diffuse nei contesti periferici."" -
Fratto C
L'artista Carlo Vincenti (1946-1978) opera negli anni '60-'70. La sua poetica ha voluto dire nulla per scelta e ha detto tutto per necessità. Con immagini e parole. Tutto sta dentro Carlo, che nuota in un mare antico, come un pipistrello, cieco. Lancia segni e aspetta risposte. Tutto è troppo. Qualcosa si rompe, si frantuma. Carlo si frange per ricomporsi. E, a ogni ricomposizione, moltiplica. -
L' antischiavismo. Storia della Società Antischiavista Italiana e delle sue pubblicazioni (1888-1937)
Il volume presenta la prima ricostruzione complessiva della storia della Società Antischiavista Italiana - fin dalla fondazione avvenuta nel 1888 per opera del cardinale francese Charles Marie Lavigerie - con l'intento di abolire la tratta degli schiavi nei vari possedimenti coloniali italiani. Tuttavia, l'Associazione aveva anche altre finalità, tra cui il superamento delle divergenze tra lo Stato Italiano e la Santa Sede e la difesa dell'espansione coloniale italiana, soprattutto dopo la disfatta di Adua e la caduta di Crispi (1896). A partire dagli anni Venti del Novecento, però, la Società fu sottoposta in maniera crescente all'influenza del regime fascista, che ne stravolse gli obiettivi facendone di fatto uno strumento di propaganda e di consenso. Il presente studio si basa sulle molteplici pubblicazioni della Società - dal Bollettino agli Atti dei Congressi - e ne ricostruisce sistematicamente le vicende storiche fino al 1937, anno in cui si conclusero le pubblicazioni e terminò ogni notizia riguardante la Società stessa. -
«Storia de' pittori scultori et architetti liguri e de' forestieri che in Genova operarono» secondo il manoscritto del 1762 di Carlo Giuseppe Ratti
Carlo Giuseppe Ratti, pittore e storiografo, nato a Savona (1737-1795) ma operante soprattutto a Genova nell'ambito dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, affrontò e ampliò, dopo Raffaele Soprani, la conoscenza della letteratura artistica, del collezionismo e del territorio, aggiornando al suo tempo le biografie degli artisti, ma anche creando veri e propri strumenti per le visite sul territorio genovese e ligure, quali le sue ""Istruzioni"""" e """"Descrizioni"""" della città di Genova e del territorio genovese, edite nel 1766 e 1780. Il presente volume è la trascrizione riveduta e commentata del manoscritto del 1762, preparatorio all'ampliamento delle Vite dei pittori di Raffaele Soprani, dato alle stampe nel 1768. L'edizione aggiornata e commentata delle Vite di Raffaele Soprani (1674) è in corso di stampa in questa stessa collana."" -
Incursioni islamiche in Italia Centro-Settentrionale e Sardegna
Il presente lavoro contiene una vasta collezione di stralci e spunti storiografici sul tema delle incursioni islamiche in Italia centro-settentrionale e in Sardegna, nell'alveo del più grande fenomeno dei contatti e degli scontri tra Paesi Europei e Impero Ottomano in epoca moderna. Il volume prosegue una precedente ricerca dedicata alle incursioni islamiche in Italia merdionale, estendendo le indagini fino alle soglie del XIX secolo. Completano il libro due appendici: una dedicata alle incursioni nel Mezzogiorno e una contenente alcune stampe settecentesche curate da Ferdinando Marsili. All'interno del volume vi è inoltre un corredo iconografico consistente in una serie di raffinate mappe realizzate nel XVI secolo dall'ammiraglio turco Piri Reis.