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Tomoterapia ed altro
Postfazione di Franco Contorbia. -
Che ne sarà stato
"Raramente vado al funerale. Questo mi capita, vieppiù amplificato, nei confronti di coloro che conosco meno o che avevo conosciuto molto tempo fa. Anche quando se ne va uno quasi sconosciuto, mi invade uno struggente senso di vuoto. È come se la vita intera se ne andasse. A tutti coloro che hanno attraversato di sfuggita la mia esistenza sono ispirate queste brevi storie""""." -
Desaparecido. Memorie da una prigionia
"Per me il campo si estendeva molto più in là delle pareti dell'edificio in cui ero sequestrato: il Paese intero era un'immensa prigione e se fossi scappato avrei solo sostituito un campo con un altro. L'unica differenza tra il di fuori e il di dentro era che la gente che camminava per strada non era cosciente di essere prigioniera, io sì. In questo senso, scappare dalla finestra avrebbe significato qualcosa come uscire dalla prigione per cadere nel suo cortile. Ancora una volta sentii che la mia unica possibilità di trionfare su di loro era restare vivo e che quanto più a lungo vi fossi riuscito, tanto più avrei vinto io e avrebbero perso loro.""""" -
La grande festa
"In appena un'ora la tempesta si abbatte sulla casa. Le alte palme si piegano sotto il vento che le proietta ora a destra, ora a sinistra. Si piegano regolarmente, poi con forza sempre maggiore, come se una bilancia sregolata abbandonasse a poco a poco la sua cadenza. La fragilità e l'esilità del loro tronco la spaventano. Teme che cadano sulla casa. Si chiede su che cosa riposi il loro equilibrio. Lei pensa che riposi semplicemente sulla loro flessibilità. È così poco per mantenersi in piedi. Sélim le diceva che le palme sono come le donne. Sono degli alberi fragili. La loro arroganza è illusoria, persino ingannatrice, e serve per mascherare la loro vulnerabilità.""""" -
Lettera sullo stile (a me stesso). Nuova ediz.
Affrontare la questione dello stile, persino ammiccando nel titolo a celebri lettere di Estetica, è indubbiamente un atto azzardato. L'aver precisato che la lettera in questione è indirizzata a me stesso non sarà valso a ridurne le insidie, avendo voluto piuttosto indicare che si tratta di una riflessione obbligatoria per chiunque sia impegnato, a qualunque titolo, nel lavoro artistico. -
Con gli occhi di un bambino. Nuova ediz.
Qual è il senso della nostra vita? Come viverla al meglio? Sono le domande che si pone Gianluca che, dall'apatia delle proprie giornate, tenta di ricostruire la propria strada e procedere da diversi, e inaspettati, ambienti. L'innocenza diventerà la motivazione; la carenza di mezzi il motore: l'energia che servirà a tracciare i nuovi percorsi. Una rinascita in cui anche il dolore trova la sua collocazione. -
Sulle tracce di Elena. Nuova ediz.
Liliana Bellone nei suoi romanzi tesse biografie documentate e contestualizzate con competenza, con psicologie adeguate ai comportamenti e documenti verificabili, ma reinventate grazie a intrecci di tempi e voci narranti, creando con quegli ingredienti nuove identità e testi che si leggono come romanzi. In ""Sulle tracce di Elena"""" offre un ritratto di Elena Hosmann che, dopo un breve matrimonio con l'ingegnere italiano - caprese - Edwin Cerio e una vita divisa tra Italia, Svizzera, Argentina e Stati Uniti, si è dedicata alla fotografia etnica tra le popolazioni andine di Argentina, Bolivia, Perù, inaugurando un approccio transdisciplinare collaborando con la pittrice austriaca Gertrude Chale e la musicologa Isabel Aretz-Thiele."" -
Lettera d'amore. Nuova ediz.
Postfazione di Silvio Perrella. -
In tasca la paura di volare
Scostate le fronde ultime, un saluto e ciascuno alla sua strada. Le prime luci, rade (è notte e la più parte dorme) fanno sicuro l'accesso al villaggio. -
Una sola morte numerosa. Nuova ediz.
Nel 1977 Nora Strejilevich fu sequestrata, rinchiusa e torturata nel centro di detenzione clandestino Club Atlético, a Buenos Aires. Una volta liberata, andò in esilio prima in Israele, poi in Canada. Nel 1997 ha pubblicato ""Una sola muerte numerosa"""", un testo di autofiction che si muove tra denuncia, rievocazione poetica e documentazione sulla desaparición di suo fratello Gerardo."" -
Sotto la luna
"Notte glaciale e tu sorgi eterna, Luna fanciulla con la chioma sparsa, per formar lucido lago all'occhio solo, levato per una speranza dal molle sasso azzurro di nulla, lanciato nel ciel per fine trastullo da mano sacra o impetuoso fato, superbo, misero e d'amore vago.""""" -
Una festa da ballo nel regno di Lilliput. Il cinema di Takahiko Iimura
Una festa da ballo nel regno di Lilliput è un viaggio nel cinema di Takahiko Iimura, uno dei primi artisti giapponesi a investigare le possibilità creative del video. Un viaggio coraggioso e affascinante, perché fa luce su un artista e su un modo di fare cinema che in Italia sono sostanzialmente sconosciuti. Nel corso della sua esperienza - segnata agli esordi dai movimenti del dadaismo e del surrealismo - Iimura si è spinto al di là delle proprie origini, studiando le strutture del linguaggio e le differenze e le relazioni tra i concetti e le idee sul tempo e lo spazio nelle culture orientali e occidentali. Si è occupato di semiotica e di cinema strutturale, di filosofia e di tecnologia, di problemi di lettura sulle immagini in movimento e dell'intero complesso della scrittura audio/video per mezzo del principio di astrazione formale. Ancora oggi, il suo lavoro è un esempio di opera aperta tra i più coerenti e significativi dell'intero panorama del cinema sperimentale. -
Essere madre
"Rifuggo dalla freddezza del tuo distacco facendomi spazio nel solco vuoto lasciato dalle tue radici""""." -
Voltacielo. Nuova ediz.
«La raccolta di poesie di Fernando Della Posta si chiama ""Voltacielo"""", ed è un titolo curioso, perché suggerisce molteplici connotazioni. Proprio l'incertezza del significato del termine doppio lascia nel lettore la chiave d'accesso al mondo del poeta e ai suoi quadri brevi e leggeri, quasi dal sapore alessandrino e oraziano.» (Dalla prefazione di Roberta De Luca)"" -
Cliff (il dirupo)-La pietra oscura
Cliff (Il dirupo) e La pietra oscura sono due testi apparentemente incommensurabili tra loro: uno porta in scena il dramma dell'inesorabile caduta di un idolo, l'altro è motivato dalla volontà di recuperare una figura sul punto di precipitare nell'oblio; il primo testimonia del progressivo sgretolamento di un'identità nota, il secondo del tenace tentativo di farne emergere una che rischia di rimanere schiacciata dalla Storia. I personaggi di entrambi si offrono tuttavia allo spettatore come figure fantasmatiche, esseri nebulosi, dotati di un'esistenza incerta e fragile, che emergono a malapena dalle brume delle proprie coscienze torturate. -
Il corpo di Moro. Nuova ediz.
"Il corpo di Moro"""" è quello edito nel 2001, con la suggestione della grafica di Gelsomino D'Ambrosio, per le edizioni 10/17 (nel 2002, Primo premio """"Deltapoesia""""). In quarta di copertina vi erano queste parole: """"Il corpo di Moro e il suono della poesia. L'orrore di quella lenta morte, le parole estreme per dirla"""". Da registrare, in questa nuova edizione, leggere variazioni: nella prima (Mettersi in posa davanti a chi ti uccide), nell'undicesima (Il leone e le antilopi hanno messo le ali, stanno in alto) e nell'ultima stazione (Cinque automobili, cinque volte un volare volto in basso avvolto in onde nere, volgersi naufrago nel buio, coincidere col nulla in uno spazio sempre più stretto). Anche l'ordine è in parte mutato per quattro di esse: La metamorfosi di Aldo Moro, Con chi parlava Moro, La poesia e, infine, La bicicletta di Moro. Per la regia di Nuccio Siano, e col suo gruppo romano, Porta Nova e Beat 72, Il corpo di Moro fu rappresentato nel cortile del Palazzo della Provincia di Salerno il 3 giugno 2003. Poi, sempre nell'interpretazione scenica di Siano, al Teatro Verdi di Salerno il 24 aprile 2004 e al Teatro Il Vascello di Roma dal 4 maggio 2004." -
La verità sepolta
"So che è notte. Lo so per il silenzio della selva gentile che mi parla con una lingua fatta di suoni sommessi e cupi, gli stessi che sentivo quando ero ancora in vita...""""" -
Da «Documento-Sud» a «Oltranza». Tendenze di alcune riviste e poeti a Napoli 1958-1995
"Che Napoli sia stato il centro di un lungo dibattito di cultura sperimentale, già a partire dagli anni '60 - più marcato, se vogliamo, nelle arti figurative (grazie al lavoro del pittore Mario Colucci), e certamente non secondario a quello del resto del mondo occidentale, nonostante uno stagnante e asfittico oscurantismo culturale post-bellico imperante, confuso e acritico -, è argomento fin troppo noto. Forme sempre più nuove si divulgano negli ambienti culturali coinvolgendo un po' il Centro-Meridione che, «proverbialmente connotato da pulsioni spudoratamente liriche e trafitto da vettori elegiaco-viscerali, [...] ritrova [...] le proprie sources illuministiche e si [...] ricongiun[ge] (criticamente, dialetticamente) con la grande esperienza futurista e sperimentale» (M. Lunetta).""""" -
Il genio maligno
Cosa dici, insensato? Già abbiamo stabilito la regola che una storia è come uno la riferisce. - Voglio chiarirti un dettaglio sul quale hai preferito tacere. - In un racconto conta anche quello che si tace. Contano i silenzi. I vuoti tra le parole sono pieni di mormorii. -
Fuori dalla città
«Tu sei quel tempo immobile Lo iato sospeso Tra due estremi scoscesi - La proiezione del presente all'eterno, l'istante consumato E ora viva presenza Ma impostura, simulacro».