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Fermo. Storia artistica della città del Girfalco
Scrive Giulio Carlo Argan: «Per studiare l'arte bisogna partire dalla città invece che dall'arte, così come Goethe, per studiare i colori, è partito dall'occhio invece che dalla luce. Se l'arte è la città [...], lo storico dell'arte è lo storico della città». Questo libro parte dallo stesso presupposto: per potere trattare gli aspetti artistici di Fermo, dobbiamo prima conoscere la sua storia, partendo da quando esisteva, presso l'attuale piazzale del Girfalco, sul colle Sabulo, solo un piccolo abitato di popolazioni arrivate dall'Etruria. La storia di Fermo, fino alla fine del XV secolo la più importante città di tutte le Marche, inizia nel 264 a.C., quando i Romani fondarono la colonia di Firmum, della quale, oltre che della storia, ricavata dalle fonti antiche, daremo, utilizzando i dati archeologici in nostro possesso, una dettagliata ricostruzione topografica. -
Montegallo. Ricerche storiche e memorie
Questo libro nasce come tentativo di colmare la scarsità di pubblicazioni storiche concernenti Montegallo. Attraverso la consultazione di fonti scritte e orali, si è cercato di ricostruire le vicende di questo piccolo ma prode Comune ai piedi del Monte Vettore. Nei secoli, difatti, sono state molte le dimostrazioni di virtù e coraggio dei suoi abitanti; un esempio su tutti riguarda il periodo dell'unificazione d'Italia, quando Montegallo diede feroce battaglia e fu l'ultimo baluardo dello Stato Pontificio ad arrendersi. Ampio spazio è dedicato anche alle leggende locali, ai legami montegallesi con il mito della Regina Sibilla e al Beato Marco, acerrimo nemico dell'usura e fondatore di Monti di Pietà a prestito senza interesse, unici nel loro genere. -
Fermo nei libri dell'800
Nell'Ottocento è stata rilevante l'attività degli storiografi fermani prima e dopo l'Unità d'Italia. Ciò avveniva sulla scia delle pubblicazioni di fine Settecento, quando allo scadere del secolo troviamo le notevoli ricerche del canonico Michele Catalani e quelle dell'abate Giuseppe Colucci, che era inoltre editore e proprietario di una tipografia. Le più antiche memorie di Fermo hanno inizio con la Cronaca di Antonio di Niccolò (fino al 1447), continuata da Luca Costantini (1448-1502), proseguita con gli Annali di Giampaolo Montani (1447-1455) e portata avanti da un Anonimo fino al 1557. Il primo a pubblicare un libro a stampa con una raccolta di documenti sulla storia di Fermo è stato Francesco Adami con De rebus in civitate Firmana gestis fragmentorum libri duo, Roma 1591 per redigere il quale l'autore si giovò delle cronache sopra segnalate. Nel Settecento i fermani Vincenzo Brancadori, Cesare Erioni, Marcantonio Francolini, Adriano Martello, Giuseppe Porti e altri ancora, si cimentarono in cronache rimaste per lo più inedite. Quella di Domenico Raccamadori è stata da noi pubblicata nel 2003. Merita una citazione tra gli autori fermani Domenico Maggiori, per il suo poemetto in versi elegiaci De Firmanae Urbis origine atque ornamentis, del 1789. Giuseppe Porti sistematizzò le notizie storiche nelle Tavole sinottiche delle cose più notabili della città di Fermo e suo antico Stato, pubblicate nel 1836. -
Tra ieri e oggi. Fermo protagonista nei secoli
La ricerca archivistica e l'uso di fondi documentari arricchiscono una narrazione giornalistica ben consapevole del riferimento storico documentale e volta a mettere in risalto il valore dei fatti citati. Per questo volume sono stati scelti 163 articoli su temi differenti e nel rispetto dell'interesse dell'autore, così ripartiti: n. 52 storia della Chiesa (Governo/Provincia di Fermo, Delegazione Apostolica); n. 52 periodo napoleonico incluso governo di Murat 1808 - 1815 (Dipartimento del Tronto), n. 40 storia contemporanea (Regno d'Italia, fatti d'arme); n. 19 argomenti vari. -
Romolo Murri cristiano nella storia
Gli studi raccolti in questo volume sono stati pubblicati nel corso di più di vent'anni. L'ultimo di essi, Murri e l'idea di Roma, è inedito. Lo studioso di Romolo Murri non avrà difficoltà ad individuare il sottile filo rosso che ne garantisce la coerenza, ovvero la persuasione che non sia ancora stata adeguatamente messa in luce la religiosità che anima un'intera esistenza vissuta nella prospettiva di una profonda, non rinviabile riforma del Cristianesimo e della Cristianità. L'avventura politica di Murri continua ad attirare l'attenzione degli studiosi del cattolicesimo politico italiano, eppure non risulta ancora pienamente delineata la sua particolare dimensione spirituale, di cui appaiono i tratti essenziali fin dagli anni in cui il giovane don Romolo si impone come riferimento dei giovani democratici cristiani. Riforma religiosa e rinnovamento della vita politica sono istanze intimamente correlate e si illuminano reciprocamente nel corso di un'intera esistenza. Murri attraversa la prima metà del Novecento confrontandosi con i limiti e le contraddizioni della vita religiosa e della chiesa del suo tempo, o meglio con l'inesorabile tramonto di una forma storica della Cristianità alla quale non subentra, con il necessario vigore, un'altra prassi cristiana e un nuovo modo di articolarne la dimensione istituzionale. -
La tradizione delle opere sallustiane: dai manoscritti agli incunaboli della Biblioteca civica di Fermo
La presente trattazione si prefigge l'obiettivo di ricostruire la fortuna avuta dalle monografie sallustiane (il De Catilinae coniuratione e il Bellum Iugurthinum) nel corso dei secoli, dall'antichità agli inizi dell'età moderna, dunque sino all'invenzione della stampa, facendo particolare attenzione ai secoli che vanno dal XIII alla fine del XV. Per il suddetto lasso di tempo il lavoro si sposta poi dal macrocosmo europeo al microcosmo della Biblioteca Civica Romolo Spezioli di Fermo. La trattazione si suddivide dunque in tre parti: -La prima parte serve a dare una visione d'insieme della fortuna avuta dal De Catilinae coniuratione e dal Bellum Iugurthinum dagli anni immediatamente successivi alla morte dell'autore sino al XV secolo, facendo particolare attenzione alla variazione della diffusione del testo da un secolo all'altro e alla tradizione manoscritta delle opere. -Nella seconda parte vengono presentati e catalogati i tre esemplari manoscritti (27, 53 e 81) contenenti le monografie sallustiane, posseduti dalla Biblioteca Civica Romolo Spezioli. -Nella terza, dopo una riflessione sui punti di continuità e discontinuità nel passaggio dal manoscritto al libro a stampa, si va a presentare e catalogare l'incunabolo sallustiano 4 C8/ 395-34390 conservato nella medesima Biblioteca. -
Porto San Giorgio e visite ai dintorni
ristampa anastatica della prima edizione del 1929 -
Vocabolario della parlata fermana: Dizionario. Modi di dire
Raccogliere i vocaboli e i modi di dire della nostra gente è quanto ci siamo proposti con questo libro, convinti come siamo che la vita e la cultura di un popolo si rispecchino nella lingua usata. Ci è sembrato, pertanto, che valesse la pena di salvare dall'oblio tante espressioni dialettali, in larga parte sconosciute ai fermani di oggi, destinate a scomparire se non opportunamente registrate. Questo vocabolario è un repertorio di termini, organizzati nella struttura del libro, frutto della nostra personale esperienza. L'operazione ha preso avvio venti anni fa, inizialmente concepita come un glossario da allegare a un'antologia di poesie dialettali per facilitarne la comprensione. Il piacere della ricerca è venuto progressivamente crescendo e così il numero delle voci si è conseguentemente ampliato. A questo punto, abbiamo proceduto a una raccolta sistematica di vocaboli colloquiando con persone anziane di diverse estrazioni sociali, e abbiamo riletto antiche fiabe, novelle e poesie in dialetto, ma anche libri di altre aree linguistiche regionali, per opportuni confronti. -
La fondazione di Fermo in versi burleschi
Poemetto di Storia patria ad uso de' buontemponi -
La lupa e il picchio. Genti e luoghi tra l'Appennino e l'Adriatico
Raccontare la storia non è facile. Intendo dire: raccontare in modo che tutti riescano a comprendere i ragionamenti complessi e la mole di dati che si celano dietro il lavoro degli specialisti. Noi abbiamo cercato di farlo trattando dei cambiamenti che si verificarono a vari livelli quando Roma varcò l'Appennino per affacciarsi sulle vallate e sulle coste marchigiane, nelle vaste terre in buona parte abitate dai Piceni. Fu un momento storico importante, perché la romanizzazione dei territori delle attuali Marche ebbe un impatto enorme sulla rete insediativa e stradale, sull'economia, sui costumi funerari, sulla struttura sociale e sulla vita delle persone. Raccontare la storia non è facile. Intendo dire: raccontare in modo che tutti riescano a comprendere i ragionamenti complessi e la mole di dati che si celano dietro il lavoro degli specialisti. Noi abbiamo cercato di farlo trattando dei cambiamenti che si verificarono a vari livelli quando Roma varcò l'Appennino per affacciarsi sulle vallate e sulle coste marchigiane, nelle vaste terre in buona parte abitate dai Piceni. Fu un momento storico importante, perché la romanizzazione dei territori delle attuali Marche ebbe un impatto enorme sulla rete insediativa e stradale, sull'economia, sui costumi funerari, sulla struttura sociale e sulla vita delle persone. Agli autori che hanno collaborato a questa raccolta di saggi ho chiesto di dar vita a scenari narrativi provvisti di un solido impianto scientifico. Voglio essere chiaro: non sto parlando di quello storytelling superficiale che un po' troppo spesso viene acclamato, ma piuttosto - mi si passi l'espressione - di una quinta scenica nella quale dar respiro ai contenuti cari agli studiosi di professione. -
La Marca nella geopolitica del XVI secolo fino alla battaglia di Lepanto
Questa ""narrazione"""" è frutto di una minuziosa e lunga ricerca sulle fonti storiche e quindi su materiale autentico, che è alla base della disciplina """"Storia"""" e il cui orizzonte di riferimento è una filosofia della storia. È proprio per questo motivo che il presente lavoro, redatto senza l'aggiunta di interpretazioni personali, che possono talvolta romanzare la realtà, è presentato in questa forma, allo scopo di far abituare gli studenti a lavorare direttamente sulle fonti storiche. Il principale riferimento per questo lavoro è Fernand Braudel, grande storico del secolo preso in esame, che ha compiuto un lavoro di ricerca basato esclusivamente su fonti storiche, attinte da Archivi pubblici e privati di quello che egli chiama il """"Mediterraneo"""", in quanto la storia del mondo sino allora conosciuto, passava attraverso questo continente liquido. Altri miei riferimenti importanti sono: i Diari e le Lettere di quanti hanno partecipato alle vicende prese in considerazione, portati alla luce da biografi o discendenti dei protagonisti, nonché il lavoro di tanti appassionati ricercatori: marchigiani, basati su fonti locali della Marca; di altre regioni, sempre basati su fonti locali di riferimento. Terza edizione aggiornata."" -
Il capitale umano nella geopolitica della Grande Guerra... ed anche i marchigiani nel fango, fra i gas sotto un lenzuolo di neve e di ghiacci
In quest'opera, scritta per far conoscere gli avvenimenti che condussero al grande snodo storico della Prima guerra mondiale, momento che determinerà grandi cambiamenti politici e culturali, ho voluto ricondurre la Storia ad una dimensione umana oltre che glocale. Questa ""narrazione"""" poggia su ricerche sulle fonti storiche e quindi su materiale autentico, che è alla base della disciplina """"Storia"""" e il cui orizzonte di riferimento è una filosofia della storia, passando da una solida base geopolitica, fino alla realtà delle trincee dove muoiono tutti gli ideali e il Capitale Umano che, volontariamente o involontariamente, si trova ad agire nei diversi schieramenti di tutti i fronti della Prima guerra mondiale. Terza edizione aggiornata."" -
La collezione Fioretti di san Francesco In memoria di p. Bernardino Pulcinelli
Il focus è la collezione di edizioni dei Fioretti di san Francesco, una piccola ma significativa raccolta dedicata al testo che più di ogni altro incarna da sempre il carisma francescano e, insieme, ricorda i primordi dell'Ordine in terra marchigiana. Due coordinate, quella minoritica e quella marchigiana, che padre Bernardino Pulcinelli, curatore della collezione, non mancava mai di sottolineare. È stato grazie alla sua profonda passione per questo testo che negli anni ha preso corpo la raccolta costituita da edizioni antiche e moderne, molte delle quali selezionate per il notevole pregio editoriale o la rarità, anche se il vero obiettivo del suo allestitore rimase sempre quello di perseguire l'esaustività. -
In nomine Domini. Le pergamene dei Minori delle Marche
Quarto numero della collana di Studi storico-critici, è il risultato di un lavoro corale attorno alle pergamene e ai frammenti dell'archivio storico dei frati minori della Provincia picena delle Marche, conservato a Falconara Marittima, negli stessi locali che ospitano la Biblioteca storico-francescana e picena ""San Giacomo della Marca""""."" -
Il Picchio e la Lupa. Genti e luoghi tra l'Appennino e l'Adriatico
Quando Roma varcò l'Appennino per affacciarsi sulle vallate e sulle coste marchigiane, nelle vaste terre in buona parte abitate dai Piceni, fu un momento storico importante, perché la romanizzazione dei territori delle attuali Marche ebbe un impatto enorme sulla rete insediativa e stradale, sull'economia, sui costumi funerari, sulla struttura sociale e sulla vita delle persone. -
Giuseppe Maria Asclepi. Matematico, fisico, astronomo (Macerata, 1706-Roma, 1776)
Il presente lavoro di ricerca ha come obiettivo fondamentale quello di riproporre agli studiosi la figura e le opere del matematico e astronomo Padre Giuseppe Maria Asclepi (Macerata, 21 aprile 1706 - Roma, 21 luglio 1776), significative per il loro valore intrinseco di testimonianza storica e scientifica, ma ancora poco note. Padre Asclepi, considerato dai suoi contemporanei studioso di apprezzabili doti e competenze in campo matematico, fisico e astronomico, è stato nel tempo dimenticato, come accade spesso nella Storia della Scienza. -
Antologia di poeti dialettali fermani tra '800 e metà '900
Questa antologia raccoglie composizioni di poeti dialettali da metà Ottocento a metà Novecento, partendo dal formidabile Giovanni Battista Tamanti, passando per Alfonso Ripani, Luigi Vinci, Luigi Mannocchi, Gaetano Galassi, Antonio Curi-Colvanni, Aristide Scorcelletti, Leone Bernardi, Edmondo De Minicis sino a giungere a Pietro Iacopini. -
Recanati e Loreto tra fede, politica ed economia
Nel libro i rapporti tra Recanati e Loreto riemergono nella loro articolata complessità: infatti i problemi politici e giurisdizionali si intrecciano con quelli religiosi e devozionali, che a loro volta non possono non avere importanti ricadute economiche. Nel Cinquecento, una volta elevata a cappella pontificia e divenuta il maggiore santuario mariano della cristianità, Loreto assume un peso religioso e simbolico e un'influenza culturale e artistica che la portano ad avere un rilievo europeo. Sono temi che richiederebbero ben altre competenze; qui vengono affrontati con l'obiettivo di far emergere le loro interconnessioni; quelle interconnessioni che spesso sfuggono agli sguardi degli specialismi e che offrono chiavi interpretative in genere poco utilizzate anche dalla storiografia degli ultimi decenni. -
La Società Dante Alighieri. 130 anni di vita culturale a Fermo
La presente pubblicazione, attesa da tempo, è frutto di un'ampia ricognizione, a partire dalle origini del Comitato fermano, resa possibile attraverso l'impegno instancabile di un ricercatore attivato attraverso un Progetto d'Inclusione Sociale in collaborazione con l'Ambito Sociale XIX. La data di riferimento era stata indicata nel 2019, anno in cui ricorreva il 130° della Fondazione. La propagazione del virus Covid-19, con il conseguente «confinamento», ha bloccato i lavori di ricerca rinviandoli a tempi più propizi. Ed ecco che siamo giunti al 2023 ma questo lasso di tempo non è stato inattivo perché ci ha consentito di usufruire di una speciale opportunità: la ricorrenza del 700° della morte del Sommo Poeta. -
Diario del ghetto
È il diario degli ultimi giorni di vita di Korczak prima del rastrellamento del ghetto di Varsavia nel 1942. Scritti con tenacia nonostante la stanchezza e l'indebolimento fisico, complice il silenzio della notte e l'inesauribile desiderio di vivere, gli appunti e le memorie di Janusz Korczak non hanno niente della confessione; questi pensieri intendono piuttosto riaffermare l'opera di una vita, e ne dichiarano la vittoria proprio nel momento della persecuzione e dello sterminio.