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La vita in blu. La nostra vittoria sull'autismo
Il racconto autobiografico di una madre che nel 2007 inizia a scrivere spinta dall'assoluta necessità di evitare il peggio. Nel corso degli anni nasce questo piacevole diario. Tramite la scrittura il ""bisogno di capire"""" si trasforma in lotta determinata con il fine di trovare le soluzioni, non solo per curare un figlio ma per guarirlo. Il libro è un racconto magico e fluido guidato dall'amore, dal coraggio, dall'ottimismo e dalla speranza, che vanno oltre qualsiasi difficoltà."" -
Di cu ti dìciunu? Dizionario dei soprannomi a Biancavilla
"Di cu ti dìciunu?"""" è un'espressione che spesso ci si sentiva rivolgere da chi voleva capire a quale famiglia si appartenesse. Ebbene sì, prima ancora di chiedere il cognome («comu ti scrivi?»), si faceva riferimento al soprannome per potere individuare l'ambito di parentela. Succedeva in comunità ristrette, in cui gli appellativi di famiglia erano più """"utili"""" dei dati anagrafici. Come a Biancavilla, dove la prassi resiste ancora oggi, seppure soltanto tra gli anziani. Questa ricerca di Alfio Lanaia registra circa 1200 soprannomi (personali e di casato) relativi al centro etneo. Per ognuno di essi, quando possibile, vengono indicati significato e ipotesi sull'origine. Ne viene fuori uno studio di antroponimia capace di costituire un contributo al recupero della memoria storica popolare e dell'identità culturale biancavillese." -
Antichi versi contadini. L'agricoltura nella poesia dialettale di Placido Cavallaro (1784-1866)
Sono versi dialettali ispirati dal duro lavoro nei campi con l'aratro o col tridenti, quelli di Placido Cavallaro, poeta-contadino vissuto a Biancavilla, alle falde dell'Etna, tra il Settecento e l'Ottocento. Componimenti che ci tramandano una esaltazione dell'agricoltura come ""arte pulita e duci"""", di cui Cavallaro si considerava un maestro. E per questo, nonostante l'analfabetismo, consapevole e responsabile del ruolo di tramandare usi e tradizioni, seppur aperto al progresso della tecnica e della scienza in un settore economico che aveva raggiunto una certa rilevanza nello Stato borbonico. Dalla mietitura del grano alla coltivazione degli ulivi e della vigna: è il mondo rurale di Cavallaro, analizzato in queste pagine da Alfio Grasso con puntigliosi riferimenti storici, socio-economici e letterari. Col suo dialetto verseggiato, con quella libertà di espressioni, figure e atteggiamenti, con quegli impeti di abbandono, di follie e di pittoresco, Cavallaro ci seduce e ci immerge in un mondo surreale. La sua poesia, in un passato non lontano, correva sulla bocca di tutti. Era ed è poesia degli umili. Un lascito prezioso per la cultura siciliana."" -
San Placido
Il grido «Viva San Placido!» è la simploche di questa novella di Federico De Roberto. Una trama dinamica e corale, un groviglio di tipi e situazioni che esplodono nella festa di inizio ottobre dedicata al patrono. Prevaricazioni e tradimenti si intrecciano a devozione popolare e missione sociale, in una giostra di caratteri venata di ironia. ""San Placido"""". Ecco riproposto uno dei """"capitoli"""" che compongono la raccolta """"La sorte"""", pubblicata nel 1887. L'autore aveva 26 anni. Ma - come sottolinea Antonio Di Grado - è «possibile cogliere l'irrequietezza con cui l'esordiente si è aggiogato al carro degli amici e conterranei veristi». Una novella che, sotto una nuova luce, con il contributo di Placido A. Sangiorgio e un saggio critico di Rosaria Sardo sulle varianti che non compaiono nell'edizione a stampa, trova qui la sua contestualizzazione storica, sociale e politica nella Biancavilla di fine '800. Benché De Roberto non faccia espliciti riferimenti, gli elementi di vita paesana presenti nello scritto portano al centro etneo, dove la festa in onore del martire benedettino è, ieri come oggi, identitaria manifestazione del carattere civile."" -
Il papa mancato. Mariano Rampolla del Tindaro, il cardinale siciliano che sfidò i Savoia e l'imperatore d'Austria
Un cardinale, un re, un imperatore. Una storia che ruota attorno a un Conclave e alla Questione Romana. Mariano Rampolla del Tindaro è appena un adolescente quando lascia la Sicilia per trasferirsi a Roma e studiare per diventare prete. L'Italia non è ancora una e i Borbone governano a Napoli e a Palermo, fino all'arrivo di Garibaldi e alla resa di Francesco II. Al soglio pontificio si avvicendano Pio IX e Leone XIII, che del presule siciliano apprezza le doti, tanto da elevarlo al cardinalato.Ascesa e declino di una eminenza che, da nunzio in Spagna torna nell'Urbe e ricopre la massima carica di Segretario di Stato Vaticano per più di tre lustri. Fino al 1903, quando, per tutti, sarà lui il nuovo Papa. Per tutti, ma non per l'imperatore d'Austria, Francesco Giuseppe, che si avvale di un vecchio privilegio: lo jus exclusivae. Drammatico episodio che cambiò la storia della Chiesa e che portò all'abolizione del diritto di veto e dunque di qualsiasi interferenza politica: la fine dell'ancien régime. Documenti, foto, interviste e una corposa rassegna stampa dell'epoca, per ripercorrere la storia di quello che oggi viene ricordato come il Papa mancato. -
Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio
Una sequenza di numeri impressa su una placchetta metallica, appesa al collo con un laccetto. Dietro all'identificativo di prigionia 102883/IIA, la storia di Gerardo Sangiorgio, lo studente di Biancavilla, chiamato alle armi, rifiutatosi di aderire alla Repubblica di Salò e, per questo, spedito nei Lager nazisti. Anni di disumane sofferenze, al limite dell'annientamento. Poi, la liberazione ed il ritorno a casa. Mai una parola di rancore per i suoi aguzzini. Ma la testimonianza dei valori umani e cristiani rivolta ai suoi alunni e sempre presente nel suo impegno di intellettuale e letterato. «Una nobile figura che ci viene incontro con la sua memoria e con i suoi scritti e ci costringe a pensarlo nella sua individuale, unica e sacra, e violata, esistenza», lo descrive in prefazione Nicolò Mineo. «Borzì ne segue le vicende biografiche con profonda partecipazione e illuminandone il significato profondo. Oggi abbiamo più che mai bisogno di tramandare i valori autentici e di proporli con fermezza ai più giovani. E forse non soltanto a loro. Abbiamo bisogno ancora di ricordarci e ricordare cosa abbia rappresentato la dittatura fascista per l'Italia. Ricordare cosa è una dittatura». -
Santu, riccu e furtunatu. Padre Placido Brancato, album di una vita dedicata ai giovani
"Santu, riccu e furtunatu"""". Sembra ancora di sentirle quelle sue parole. Sembra ancora di vederlo per le viuzze dell'Annunziata. Padre Placido Brancato resta nei ricordi collettivi di diverse generazioni, nella sua Biancavilla. La sua figura è un tassello della memoria storica cittadina. Il suo impegno sacerdotale è legato alla parrocchia dell'Annunziata, guidata per quasi mezzo secolo. Il suo impegno sociale richiama le esperienze dell'Azione Cattolica e dell'oratorio: luoghi di aggregazione, formazione e rifugio. Un prete d'altri tempi, fedele all'esempio di don Bosco. Un prete """"costruttore"""". Capace di intuire che con un biliardino in sagrestia o un campetto di calcio si poteva fare sana educazione. La vita di padre Brancato è un pezzo di storia """"sociale"""" della Biancavilla del Novecento. Giuseppe Gugliuzzo e Giuseppe Ciadamidaro la raccontano in questo libro una biografia essenziale, una serie di testimonianze e un prezioso album fotografico con immagini d'epoca. Una storia visuale in cui ognuno si può riconoscere. Perché ogni biancavillese - che ha ricevuto uno scappellotto o un pesciolino zuccherato da padre Brancato o ha ascoltato racconti su di lui - ne fa parte." -
Una vita ancora più bella. La guerra, l'8 Settembre, i lager. Lettere e memorie 1941-1945
Sono scritti intensi. Lettere e riflessioni di Gerardo Sangiorgio, siciliano di Biancavilla, che vive gli eventi della guerra, dell'8 Settembre e della deportazione nei lager nazisti. Lui, antifascista che rifiuta di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò, segue il destino degli internati militari italiani. Rinchiuso nei campi di sterminio in Germania, vive indicibili sofferenze. Si aggrappa tenacemente alla sua fede cristiana. Il rapporto epistolare che riesce ad avere con i familiari (soprattutto con la madre) copre il periodo 1941-1945: lettere che vengono qui pubblicate per la prima volta. Bagliori di umanità nel buio della grande Storia, che travolge l'Italia, l'Europa, il mondo. Dopo ""Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio"""" (Nero su Bianco Edizioni, 2019), Salvatore Borzì ci restituisce, ancora una volta, la voce di un autentico testimone di libertà, sopravvissuto agli orrori del Novecento. Un uomo giusto, capace di """"parlarci"""" ancora oggi, grazie alla sua eredità civile, intellettuale, educativa e letteraria: antidoto ai rigurgiti di intolleranza e allo smarrimento della memoria di un atroce passato."" -
Antonio Bruno, letterato e politico
Poeta raffinato, elegante narratore, sensibile traduttore ed intelligente polemista. Qualità riconosciute ad Antonio Bruno, tra i protagonisti della vita culturale di Catania ad inizio Novecento. Il suo lirismo, la sua adesione al Futurismo, la sua produzione poetico-letteraria e giornalistica sono stati studiati negli ultimi anni. Ma c'è tanto ancora da approfondire su un intellettuale che ha varcato i confini della provincia, riuscendo ad essere apprezzato negli ambienti culturali d'avanguardia. Alfio Grasso dà il suo prezioso contributo, attraverso un'angolazione particolare, che ci fa conoscere Antonio Bruno per il suo impegno culturale, ma anche per il suo attivismo politico: fu osservatore acuto delle questioni cruciali della sua epoca e consigliere comunale, al fianco del padre, Alfio, sindaco defeliciano di Biancavilla, amato quanto osteggiato, l'ultimo democraticamente eletto prima del fascismo. -
Amore è gioia. Storie di donne maltrattate. Manuale essenziale per riconoscere i segnali della violenza e non cadere nel vortice delle relazioni pericolose
La violenza sulle donne raccontata e spiegata a ragazzi e ragazze di scuole superiori. Un compito arduo ma necessario. È quanto si propone, con questo agilissimo volume, Pilar Castiglia, avvocata ed attivista contro abusi e maltrattamenti sulle donne. Lo fa senza piglio ideologico né modi bacchettoni o prediche noiose. Castiglia si rivolge direttamente ai suoi interlocutori - immersi nella loro delicata fase adolescenziale - guidandoli in un itinerario di conoscenza di vite vissute. Storie di donne della provincia di Catania, che Castiglia ha seguito in prima persona. Racconti crudi, quasi in ""presa diretta"""". Solo senza retorica né edulcorazioni si avrà piena coscienza di un fenomeno macroscopico, benché spesso invisibile. «Cronaca di una guerra silenziosa», così la chiama Roberta Rei, inviata de """"Le Iene"""", che ha firmato la prefazione di questo libro. È un percorso per gli studenti, quello che si sviluppa in queste pagine, ma consigliabile pure ad insegnanti e genitori. Un libro-bussola per orientarsi nella conoscenza dell'amore vero, autentico. E riconoscere i segnali di allarme per non cadere nel vortice delle relazioni malate e pericolose."" -
La collegiata di Biancavilla. Tre secoli di storia, trame e dispute ecclesiastiche
Documenti impolverati e carte ingiallite rivedono la luce per ricostruire le vicende storiche della Collegiata di Biancavilla. Tre secoli di trame e dispute ecclesiastiche raccontate da Giosuè Messina, dopo un'appassionata e scrupolosa ricerca d'archivio, effettuata sotto la guida dello storico mons. Gaetano Zito. Uno studio sugli eventi - tra conflitti e fazioni, controversie e manovre - che hanno caratterizzato la nascita e lo sviluppo di un'importante istituzione nella vita pubblica del paese alle pendici dell'Etna. Non solo nelle dinamiche interne alla Chiesa locale, ma anche per le implicazioni sociali, politiche ed economiche che ha determinato sull'intera comunità. Dal passaggio della cappellania alla erezione della Collegiata (avvenuta con decreto del vescovo Pietro Galletti), dalla riforma del cardinale Giuseppe Francica Nava (confermata con bolla di Papa Pio XI nel 1924) fino ai prevosti Giosuè Calaciura e Carmelo Maglia (tra le figure più emblematiche). Un arco di tempo che va dagli inizi del Settecento al 2000, scandagliato con rigore scientifico. Un prezioso tassello da incastonare nell'articolata storia dell'Arcidiocesi di Catania. -
Piccola storia di un'anima
"Frammenti della memoria e spruzzi di sentimento. Ricordi, esternazioni e sfoghi dell'animo. In prosa e in versi, siciliani e italiani. Con alcune confidenze e confessioni. È uno scrigno di umanità, quello che ci lascia Luciano Vinci con la sua limpida e scorrevole scrittura, in un'alternanza di dolore e ironia, malinconia e amore per la vita, osservazioni e riflessioni: 'U me chiantu e 'u me risu, 'a me fantasia e 'u me pinzari.Vinci ci porta nel suo mondo interiore, accogliendoci tra i suoi più cari affetti. Pagina dopo pagina, si rivolge al lettore, accompagnandolo nel percorso di un'esistenza vissuta appieno. La famiglia e le relazioni familiari, soprattutto l'adorata moglie Clara, sono al centro della produzione poetica contenuta in questa """"Piccola storia di un'anima"""". Ma Vinci - cultore di storia patria e tradizioni locali - si dimostra essere pure un attento osservatore di usi e costumi, la cui rievocazione, attraverso l'inconfondibile bellezza del dialetto catanese, ci offre lo spaccato di un'epoca scomparsa e di una Sicilia d'altri tempi.""""" -
Cronache di Adrano nel secolo di ferro. Fatti e misfatti tra la fine del '500 e l'inizio del '700
Baroni e villani, preti e banditi, uomini e donne protagonisti di vicende ""diseroiche"""" in un'epoca in cui violenza e prevaricazione si sommavano all'estrema miseria. Sono personaggi di ogni ceto sociale, quelli che emergono da queste vecchie cronache di Adrano (Adernò), datate tra il XVI e il XVIII secolo. Documenti sottratti alla polvere e all'oblio, grazie a Pietro Spitaleri Perdicaro, dopo accurate ricerche d'archivio. Così, sullo sfondo dei grandi fatti del Seicento, l'Autore rievoca una serie di episodi di cronaca (dettagliato quello sul tentato omicidio di una donna, presa a pugnalate e colpi di scopetta) e fa luce su alcuni aspetti socio-economici e culturali di Adrano nel """"secolo di ferro"""". Attraverso verbali giudiziari, atti notarili e riveli, in queste pagine prendono forma individui, diversi per ruoli ed estrazione, che però convivono nella stessa congiuntura della storia. Dal soldato di origine balcanica ai nobili trasformatisi in ladri di passo, dal giovane costretto a farsi monaco al prete accusato di """"commercio carnale"""". Sembrano personaggi di opere letterarie di Manzoni, Verga o Pirandello. E invece sono veri, autentici, tutti drammaticamente esistiti."" -
Cesare Battisti: 10 luglio 1916. Una fine cercata?
Dopo il suo primo libro ""Cesare Battisti: il Tirolo tradito"""", Giuseppe Matuella ritorna ad affrontare il tema dell'irredentista trentino, focalizzando questa nuova ricerca sugli ultimi mesi di vita di Cesare Battisti e sulla sua cattura, avvenuta sul monte Corno di Vallarsa il 10 luglio 1916. L'analisi delle vicende avvenute in quel periodo, attraverso i numerosi documenti riportati e citati, tutti di esclusiva provenienza italiana, induce a pensare seriamente che altri soggetti, all'indomani della Strafexedition tanto annunciata in anticipo e con precisione da Cesare Battisti, abbiano voluto la sua fine. I numerosi lati oscuri della fallimentare conduzione da parte dell'esercito italiano dell'assalto al monte Corno di Vallarsa e la celerità con la quale la macchina della propaganda si mise in movimento per celebrare """"il martire di Trento"""" rafforzano tale sospetto, per cui sorge spontaneo interrogarsi se l'esecuzione del boia Lang nella fossa del Castello di Buonconsiglio, in quel fatidico 12 luglio 1916, sia stato solo il compimento, scontato, di un percorso preparato, ma non dall'Austria-Ungheria."" -
La Fersina, antica signora della valle
Non si può non amare un fiume o un torrente, l'acqua che scorre, carica di simbologie, miti, paure, demoni, streghe e fate; l'acqua che scorre è vitale, ma è anche lotta dell'uomo per sopravvivere, per domare la sorte e la terra che calpesta. La vitalità dell'acqua fa della Fersina natura pura. Chi ha scritto queste pagine ha amato la Fersina, l'ha vista, l'ha vissuta da bambino, l'ha percorsa dalla sorgente alla foce, l'ha studiata, l'ha personificata, l'ha raccontata dal punto di vista storico, geografico, antropologico, scientifico, ingegneristico, letterario e iconico. -
Molti viaggi
Sono molti i percorsi che attraversano un'esistenza, spesso sono fili nascosti, cammini minuti, che si confondono e si perdono, di rado si fanno traccia evidente da seguire, sempre immersi nella più grande mappa del tempo, nello schizzo confuso dei fatti che accadono ben prima di appartenere alla netta geografia della Storia. Sono, per Elia, il destino dettato da un nome rigettato, in una terra dai confini mobili; sono l'impronta di una colpa e una lunga assenza; sono un viaggio di ritorno e sono i molti viaggi di tutte le esistenze incontrate, amate, temute, a volte recise o solo sfiorate. -
Selvatica
La vita di Matilde è semplice e complicata insieme, con lo sguardo sempre rivolto alla natura, madre più benevola e accogliente di quella morta quando lei era ancora bambina, lasciandole in eredità un fardello di parole che le piegherà per sempre le spalle. La storia, collocabile negli anni Cinquanta del secolo scorso, si dipana in ambiente rurale, segnato dalla fatica, da una tradizione patrilineare e dai ritmi di una vita essenziale che piano piano viene contaminata dalla modernità. Le vicende narrate attingono ai ricordi dei genitori dell'autrice, creando un intreccio tra il vero e la fantasia. -
La montagna incarcerata. Guida all'interno dei contorni
Tommas rifiuta l'idea di convertirsi in una vittima ulteriore del potere rappresentato dal fantasma. Inghiotte la paura, cammina nelle oscurità della montagna perché il suo inconscio gli lascia intravvedere che in qualche luogo esiste un barlume di speranza, il Corcolocio, lo spirito del popolo che, infine, relega al suo posto il fantasma, il quale, a sua volta, rappresenta lo spirito della dittatura e del controllo sociale ai quali si era abituato dai tempi in cui il sangue scorreva nelle sue vene portando al contempo globuli rossi e avarizia, nutrimento e fame, piastrine e guerra interminabile. -
Le scarpe di Klara. Storia di una ebrea boema
Klara, la protagonista del libro, è appassionata di scarpe del modello ""Mary Jane"""", scarpe con un cinturino sul collo del piede e un bottone come chiusura. Sono scarpe che l'accompagnano in tutta la sua breve vita: dagli anni sereni della gioventù passata in una famiglia della borghesia ebrea benestante a Pilsen, città della Boemia occidentale, alla scuola di fotografia a Vienna e al matrimonio con l'architetto Adolf Loos, dalle difficoltà e tribolazioni all'inizio della Seconda guerra mondiale alla persecuzione, essendo lei ebrea, fino alla morte nella lontana Lettonia. Partendo da un paio di scarpe, scarpe sporche e logore, l'autrice percorre le tappe più significative della vita di Klara Beck, nata il 4 novembre 1904 a Pilsen (oggi Repubblica Ceca) e morta massacrata verso la meta di gennaio 1942 in un bosco vicino a Riga."" -
Verso il Brennero. Luoghi nel tempo
Questo libro compie un vagabondaggio. Dai sentieri della prima guerra mondiale che ancora tracciano le creste del Becco di Filadonna, ai palazzi che sono stati sede di case commerciali nel distretto paleo-industriale della seta della Rovereto sei-settecentesca, in una passeggiata che attraversa i luoghi forgiati dall'età della seta roveretana. Dagli altipiani coperti di selve affacciati sulla val d'Adige, colonizzati da popolazioni germaniche nel basso medioevo, alle architetture razionaliste della Bolzano ""italianizzata"""" dal fascismo dopo la grande guerra. Dalla valle dell'Isarco, grande scenario della rivolta contadina del 1525 guidata dal Bauernführer Gaismair, alla val Pusteria che nella prima metà Cinquecento pullulava di anabattisti, e dove ancora tornano - discendenti degli esuli - gli hutteriti canadesi a metter lapidi in onore del loro fondatore, al maso natale di Moos. Luoghi nelle terre fra Verona e il Brennero, da sempre corridoio di transito per merci, eserciti, idee, in viaggio fra l'Europa centrale e il mondo mediterraneo.""