Sfoglia il Catalogo feltrinelli042
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6341-6360 di 10000 Articoli:
-
Oxymora. Diario poetico di un alchimista
"Oxymora"""", prima prova poetica di Mirco A. Mannucci, vuol essere opera ibrida: diario di bordo di un alchimista, collezione impromptu di prose poetiche, meditazione assorta e reiterata sul tempo e sull'amore. Il libro orbita intorno al suo titolo: se il Reale elude ogni irrigimentazione, ogni riduzionismo, allora dire, dire sino in fondo, è parlare per ossimori." -
Taranto in cartolina. Guida della città di Taranto nell'anno 1901
Oltre un secolo fa, nel 1901, lo storiografo Andrea Martini, sacerdote ""naturalizzato"""" tarantino, diede alle stampe un libello dal titolo: """"Guida di Taranto - pel XVIII Congresso Cattolico Nazionale."""" La singolare occasione offerta dal congresso pose la città al centro dell'attenzione del Paese. Molteplici iniziative furono poste in essere per garantire ai congressisti un piacevole soggiorno: servizi alberghieri, di ristorazione, di trasporto, di svago; non ultimo, una guida che illustrasse, in maniera esaustiva, le bellezze del territorio, senza trascurarne gli aspetti storico artistici. Il Martini, eclettico poligrafo noto agli studiosi di """"cose tarentine"""", colse quindi l'occasione per realizzare questo """"viatico"""" per il turista, descrivendo, in maniera semplice e scorrevole, Taranto: la città, la storia, la cultura. Dopo oltre 100 anni abbiamo deciso di ridare alle stampe questo libello, soprattutto per svelare un desueto spaccato di vita tarantina, in parte dimenticato, in parte scomparso, soffermandoci, per completezza di ricerca storica, anche sulle edizioni successive, curate dallo stesso Martini."" -
A fior di pelle
La parola ""amore"""" ripercorre i versi in ogni sua accezione: scritti intrisi di ardore, sia quando afferiscono all'amore in sé, sia quando trattano il vissuto personale attraverso una profonda analisi interiore. Parole che rappresentano suggestioni di vita, conducono lontano col pensiero, dominando la riflessione. Il fine primo e ultimo del libro è quello lasciare un segno indelebile, quello di tracciare un solco, in questo viaggio dell'anima. Spazio agli occhi che brillano e ai sentimenti vividi."" -
Il segreto di tanta bellezza
Silvana è una pittrice in fuga da una vita in cui non si riconosce più. Si ritrova nei vicoli di una città del sud Italia, dove il mare scandisce l'esistenza delle persone. Qui la sua vita si scontra improvvisamente con quella di Gabriele, un adolescente la cui famiglia è stata spazzata ai margini dal sogno fallito di industrializzazione e progresso che ha travolto l'intera città. La fuga incosciente e disperata di Gabriele da una vita allo sbando la coinvolge in una fiammata intensa e distruttiva di desiderio e bisogno di vita. La lotta incerta di Silvana per sottrarre Gabriele alla sua vita precaria troverà l'epilogo nel finale, sconcertante, del libro. ""Questa storia racconta sentimenti eterni - la nostalgia, la ricerca della bellezza, la gioia, la paura della morte -, eppure fino a ieri sarebbe stato difficile raccontarla: perché Silvana incarna soprattutto le donne di oggi, in bilico fra vecchie e nuove identità, fra bisogni affettivi immutati rispetto al passato e volontà di reinventare la propria vita. Donne in evoluzione fra quello che sono state e quello che diventeranno."""" (L. M. C.)"" -
Sckúme 'a Siréna Tarandíne. Cu' Pondònie, Donna Paricèdde, Veterúme e Bellònie. Ediz. per la scuola
«Questa favola che parla della sirena Schiuma, la Sirena tarantina, ripropone quella già raccontata da tre illustri scrittori: Giuseppe Gigli, Arcangelo Valente e Italo Calvino, i quali apportano qualche variante soprattutto nel finale, dove il lieto fine cede il passo al drammatico, in questa che è la versione più nota a Taranto. Restituita, infine, alla tradizione scritta della letteratura editoriale dal libro ""Le donne di Taranto"""" di Domenico Sellitti. A distanza di tempo ho deciso, così per gioco, di riproporre questo personaggio leggendario per tre motivi. Primo, perché mi farebbe piacere se questo libro potesse ispirare una o più """"maschere tarantine"""", traendo sollecitazione dai personaggi che chiamo a condividere la scena con la sirena Schiuma, giacché Taranto non annovera nella tradizione una """"maschera"""" tipicamente locale. Secondo, per il mio amore per la parlata tarantina ed il desiderio che possa essere divulgata il più possibile. Terzo, perché lascio che a raccontare la vicenda siano gli abitanti del mare: chi meglio di loro potrebbe?»"" -
Fuga nei pensieri
«La poetica di Francesco Guidato si discosta, com'è carattere frequente dei componimenti in versi contemporanei, dai tradizionali canoni della letteratura classicheggiante. Quest'ultima richiama, invero, un sistema tipicamente fatto di regole ben specifiche e proprie dell'arte poetica, pure esse presenti in Guidato. Il Nostro poeta comunque, nella maggior parte dei casi, finisce per abbracciare una rimatura abbastanza diversificata, che in questa antologia chiamerei più propriamente ""assolutismo letterario"""". Tra le righe delle diverse poesie dell'Autore mi è sembrato di cogliere netto e distinto lo studio di una parola investigata, perseguita e pensata profondamente, quasi fosse un abito capace di vestire frammenti di ricordi indirizzati, tutti, a cogliere l'emozione umana nei vari indugi più inaccessibili, arcani persino, celando a volte il messaggio nella classica figura metaforica.» (dalla introduzione al libro)"" -
Il libro delle «Delizie tarantine. Fatti e misfatti, detti e ridetti, uomini e donne, cose case e chiese: piccola storia delle bellezze intramontabili di una città antichissima»
Nel 1771 viene pubblicato postumo un poemetto in esametri latini, in quattro libri, scritto da Tommaso Niccolò D'Aquino, ""Deliciae Tarentinae"""", un omaggio a Taranto e alle sue bellezze. Senza volermi elevare alla nobiltà letteraria e alla valenza storica di D'Aquino, men che meno volendo innalzarmi a divulgatore dal tono cattedratico, ho ritenuto che, ogni tanto, è opportuno che qualcuno (o più di qualcuno) pubblichi un elenco delle bellezze di Taranto, presenti e passate, intese non solo come testimonianze storiche e artistiche, ma anche come tradizioni popolari, modi di dire, rituali, superstizioni... insomma, tutto ciò che fa """"tarantino"""". L'esperimento, se così lo vogliamo chiamare, è partito dal web, per la precisione attraverso il social, con la creazione del gruppo Facebook """"Delizie Tarantine"""" in cui, messe al bando lamentele, piagnistei, battaglie sociali e ambientali (per quanto utili queste siano), si deve parlare solo ed esclusivamente del bello di Taranto."" -
Viola. Il corpo e l'anima della donna
"L'antologia per l'8 marzo, un progetto artistico e culturale fatto per restare, un libro scritto dalle donne per pensare a se stesse e parlare al cuore di tutti. Un lavoro che, negli anni a venire, saprà raccontarci chi erano le donne, la loro ricchezza, i sogni e la forza insopprimibile, nonostante il dolore, nonostante tutto."""" (Dall'introduzione di Mara Venuto). Testi di: Chiara Bevilacqua - Giusi Boccuni - Patrizia Borgia - Arianna Brigranti - Sara Calabrese - Lucia Castellini - Luisa Catapano - Elvira Cerino - Yuleisy Cruz Lezcano - Mariarita Cupersito - Orietta Degiorgi - Maria Errico - Veronica Ferraiuolo - Daniela Ferraro Pozzer - Daniela Fontana - Claudia Gallo - Manuela Giacomelli - Barbara Gortan - Erika Grillo - Dora Laera - Annagrazia Larato - Lucia Lepore - Nicoletta Lepore - Marisa Lieti - Ma Raja - Lucy Malagrinò - Laura Maniscalco Blasi - Giovanna Mantini - Gabriella Miglietta - Ezia Mitolo - Tiziana Molendi - Sara Notaristefano - Alessandra Ortuglio - Nadia Pelillo - Laura Pepi - Maria Delia Picuno - Trizia Pulpito - Silvia Quero - Rosaria Ragni - Erika Romano - Rossana Scudieri - Mara Venuto." -
Sfiorando l'anima
"Per quanto la vita possa essere adombrata dalle nuvole, queste nuvole potranno comunque essere sempre ridipinte con colori nuovi, vivaci, proprio come avviene quando i barattoli di un pittore, rovesciati maldestramente, tinteggiano tutto ciò che si trova intorno, donando una luce nuova e differente. Immergersi in questa magia di colori potrà, alla fine, migliorare ogni cosa""""." -
Taranto, Albania & altri viaggi
Uno sguardo del tutto personale, interessato e attento ai luoghi, ai tempi, alle persone, ai momenti di vita colti nella loro autenticità e incastonati in un mosaico di contatti è il filo conduttore di questi articoli, scritti da Nicola Gala, pubblicati e raccolti per temi, così da offrire un panorama ampio del suo modo di concepire il viaggio. Si comincia da Taranto, evocata in relazione agli anni della giovinezza. Il discorso si amplia con l'Albania che ha avuto modo di conoscere e osservare con curiosità e volontà di comprendere nel momento del risveglio economico, sociale, umano, venutosi a creare con la fine della dittatura di Enver Hoxha. ""La cultura unisce, di ogni genere, nutrita di tradizione e di modernità e soprattutto di umanità, interessata ad altra umanità, espressa in vario modo"""" è il leitmotiv che anima i pensieri che affiorano dalle pagine. """"Il respiro del mondo""""si avverte in un vivace passaggio tra luoghi famosi ma poco conosciuti, grandi e piccoli, antichi e moderni, consapevoli alla fine che, si tratti di New York o Mosca, di Venezia o Roma o della amata Sicilia, sono tutti filtrati dall'obiettivo, unico dell'autore, capace di """"saperli sentire"""" mentre respirano."" -
A picco sul mare
"A picco sul mare"""", dove il mare fa un po' da protagonista in questo dipanarsi di flash-back, suggestioni, sensazioni. A picco perché è nell'abisso, dove tutto è silenzio e immobilità, che si può riflettere; perché è dall'abisso che si risale in superficie... sul mare, appunto. L'io narrante si mescola spesso alla seconda e terza persona, il passato col presente, per giocare e fantasticare con luoghi, luci, ombre di una città """"squinternata, devastata, mortalmente bella"""": Taranto. Allo stesso modo la prosa s'avvale e si fonde con la poesia per dare vita a un racconto immaginifico, a tratti surreale. E infine c'è sempre un filo di Arianna a condurre il gioco a suggerire la """"chiave"""" del labirinto. Sta al lettore scoprirlo (seguirlo), o meglio, interpretarlo. Un omaggio alla città, un atto dovuto, perché - malgrado la conflittualità con lei eterna - è sempre succhiando linfa dalle proprie radici che si riesce a trarre la forza necessaria per rinascere." -
Tre Donne
"Tre Donne"""" racconta le vicende delle tre protagoniste, tre donne diverse tra loro, appartenenti a tre generazioni differenti: una bambina di dieci anni, una giovane moglie ed una donna anziana. Chiara, Laura e Agnese, questi i loro nomi, sono nate e cresciute nello stesso luogo, una cittadina del nord barese. Un giorno, per uno strano scherzo del destino, si incontrano nel parco cittadino, altro protagonista del libro, alla """"loro"""" panchina vista mare. Un incontro breve, di poche ore, ma importante: ciascuna donerà all'altra qualcosa di sé. Tutte e tre ritorneranno alla quotidianità di sempre, pur diverse tra loro, ma accomunate ora dall'unica ed assoluta certezza: nella vita si è sempre in tempo per ricominciare ad amare." -
Mugghiére e Cemenére come l'èje te l'à tenère (Mogli e comignoli, come li hai te li dovrai tenere). ovvero La donna e il matrimonio nei proverbi e nei modi di dire dialettali tarantini
Una nuova edizione, riservata e numarata, di una tra le più celebri tra le ""Centuria"""" di Claudio De Cuia, il quale poco garbatamente - per il Gentil Sesso, - ha raccolto una serie di modi di dire che, rigorosamente in pura lingua tarantina, stigmatizzano la figura della Donna soprattutto attraverso i suoi atteggiamenti plateali, le sue caratteristiche proverbiali, i suoi modi di fare e di rapportarsi dinanzi alle facezie quotidiane, alla vita matrimoniale, familiare e domestica, nei rapporti con il mondo che le gira intorno... lei! il centro dell'universo. E non fa sconti a nessuno!"" -
Archeologia e storia sul monte Castelon di Marano di Valpolicella
L'importanza storico-archeologica del Monte Castelon di Marano di Valpolicella era già nota agli studiosi e alla comunità locale, oltre che per l'esistenza di un castello medievale sulla sua sommità, per la scoperta, avvenuta nel 1835, di un tempio romano dedicato a Minerva sulle sue pendici orientali. Assai più complessa e ricca si è ora rivelata, grazie alle indagini condotte negli ultimi anni dalla Soprintendenza Archeologia del Veneto, la storia insediativa di questo sito, sede prima di un villaggio protostorico con il suo luogo di culto, poi di un importante santuario romano, contraddistinto da più fasi edilizie, ed infine di un insediamento fortificato nel Medioevo. Ciascuna di queste fasi di frequentazione del Monte ha lasciato tracce strutturali e materiali assai importanti (anelli bronzei, ampie porzioni della pregevole decorazione parietale nel c.d. I stile pompeiano del primo edificio di culto realizzato in età tardo-repubblicana, cospicui resti del tempio di età imperiale). La storia del luogo di culto si conclude in età tardoantica, ma sulla sommità dell'altura dal X secolo sorge un castello, continuando la storia insediativa del Castelon. -
«Pavia, città ragguardevole». Mosaici pavimentali e cultura figurativa nel XII secolo
Pavia conserva un vero e proprio tesoro musivo di età medievale: sono ancora in loco i pavimenti figurati di San Michele Maggiore, di San Pietro in Ciel d'Oro e di San Teodoro, mentre quelli presenti nell'antica cattedrale di Santa Maria del Popolo, in Santa Maria delle Stuoie e in Sant'Invenzio sono ora conservati ai Musei Civici del Castello Visconteo. Ammirati già da Opicino de Canistris nel XIV secolo per i loro colori e le loro immagini, questi mosaici cominciarono ad essere riscoperti a partire dalla metà del XIX secolo e sono ora da riconoscere, con piena consapevolezza, come un caso unico nel panorama italiano ed europeo, per numero e per ricchezza figurativa. In questo volume ricollocati nei loro contesti storici, religiosi e culturali di genesi, in cui si intrecciano elementi cristiani, antichi e orientali, i mosaici pavimentali tornano così ad ornare il ben noto panorama medievale di Pavia, rendendola una città davvero ""ragguardevole""""."" -
Ricerche sul complesso episcopale di Padova. Scavi 2011-2012
Il volume pubblica i risultati dello scavo condotto, nel 2011-2012, presso il battistero del Duomo di Padova. Sebbene di limitate dimensioni, ha fornito dati importanti sulla base della sequenza di tre ambienti. Costruiti probabilmente nel IV secolo, crollano in seguito a un incendio all’inizio del VII secolo e vengono sostituiti da un paio di capanne. Dopo questa fase che segna quantomeno un declino, se non un abbandono, del centro episcopale, tra X e XI secolo tornano ad essere edificati nuovi edifici monumentali riferibili ad un battistero e al chiostro dei canonici. Queste vicende vengono poi inquadrate nella storia della città, in crisi dopo la conquista longobarda, e dei suoi luoghi di culto. Lo scavo ha restituito una gran quantità di reperti, sia manufatti, sia ecofatti, dai quali sono state ricavate ulteriori informazioni sull’alimentazione, sull’ambiente, sulle caratteristiche fisiche degli inumati, grazie al coinvolgimento di numerosi specialisti e laboratori europei che hanno applicato le più innovative metodologie analitiche. Il tutto è stato possibile con il supporto economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. -
Monselice. Archeologia e architetture tra Longobardi e Carraresi
La storia di questa cittadina dei Colli Euganei è quella di un centro strategico che, dopo la sua conquista da parte di Agilulfo agli inizi del VII secolo e il declassamento amministrativo di Padova e di Este, fu capoluogo di un distretto confinante con i ducati di Verona e Vicenza e con i territori dell'impero. Il volume combina i dati tradizionali offerti dalle fonti scritte, dalla cartografia e dagli scavi archeologici con nuove linee di ricerca. -
I Longobardi del ducato di Bergamo. Le necropoli di Fara Olivana e Caravaggio-Masano
Il ducato di Bergamo rappresentava un’area strategicamente interessante nell’ambito dell’organizzazione territoriale longobarda in Lombardia. La guida si focalizza su due nuclei funerari particolarmente significativi, Fara Olivana e Caravaggio-Masano, inserendo i ritrovamenti nel più ampio contesto territoriale e storico. -
Storia di Salò e dintorni. Infrastrutture, insediamenti, economia
Nel panorama bibliografico, non vasto ma pur sempre significativo, sulla storia di Salò e del suo territorio, l’opera promossa dall’Ateneo salodiano, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, aspira a prendere un posto preciso e rilevante. Non vuole essere, sia per taglio che per approccio storiografico, una narrazione popolare né tanto meno vuole apparire come studio specialistico per soli addetti ai lavori. Al contrario intende rivolgersi a quel pubblico vasto che in un’opera di questo genere cerca un’esposizione approfondita, ma non capziosa, scevra da sofismi e orientamenti critici, e ricca di elementi documentali in grado di offrire chiavi di lettura nuove, spunti di riflessione e suggestioni interpretative. L’intera struttura dell’opera è basata su un articolato e attento progetto di “ricostruzione” della realtà territoriale comprendente oltre alla Città, che fu per secoli capoluogo di un ampio distretto, anche Gardone Riviera e Roè Volciano che ne condivisero la Pieve nel periodo medievale e le pieghe di molti accadimenti. -
Migrazioni, clan, culture: archeologia, genetica e isotopi stabili. III incontro per l’Archeologia barbarica (Milano, 18 maggio 2018)
Le migrazioni dei popoli barbarici, la loro formazione e struttura sociale, l’esistenza di una specifica identità culturale e l’interazione con il popolamento locale sono temi fra i più controversi della storia medievale europea. Alla ricerca di approcci innovativi, la terza edizione degli Incontri per l’Archeologia barbarica ha presentato una serie di dati paleogenetici e isotopici da necropoli longobarde di Rep. Ceca, Ungheria e Italia. Un progetto di ricerca internazionale ha ottenuto le prime sequenze dell’intero genoma antico (63 individui), integrato dal DNA mitocondriale e dagli isotopi stabili su mobilità e dieta. Altri progetti interdisciplinari di ampio respiro si incentrano su sistematiche analisi isotopiche di intere estese necropoli. Il quadro delle indagini genetiche e isotopiche disponibili sul Barbaricum conferma potenzialità dei metodi e dinamiche coerenti ad ampio raggio. Sorprendenti sono i risultati, che permettono di supportare il percorso migratorio di individui con ascendenza genetica centro-nord europea dalla Pannonia all’Italia attribuito dai testi scritti ai Longobardi.