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Un' opera per il castello 2011. Catalogo della mostra (Napoli, 12 aprile-4 giugno 2012). Ediz. illustrata
Il catalogo del concorso ""Un'opera per il castello"""": sul tema """"Questo lo saprei fare anch'io. Il contemporaneo ricerca il suo pubblico"""", si propone di suggerire alle giovani generazioni di artisti una riflessione sui molteplici aspetti del linguaggio artistico contemporaneo e del rapporto con il pubblico. La pluralità dei media e l'introduzione di nuove tecnologie hanno fatto superare la tradizionale distinzione delle arti figurative, introducendo possibilità e obiettivi per tipologie di ricerche e sperimentazioni nell'approccio al fare artistico. Inoltre, è divenuta necessaria una riflessione sulla fruizione museale e sul pubblico del contemporaneo, sempre più numeroso. 13 artisti per 11 opere, in mostra a Castel Sant'Elmo fino al 4 giugno."" -
Emilio Notte. Ediz. illustrata
Il lungo percorso artistico di Emilio Notte, nato a Ceglie Messapica nel 1891 e a Napoli in giovanissima età, prende avvio da una fase simbolista a cui seguirà l'adesione al Futurismo (prima a Firenze e poi a Milano) e l'avvicinamento al Gruppo Novecento. Nel 1929 l'assegnazione della cattedra di decorazione all'Accademia di Napoli è uno snodo della sua vita: conquistando ascendente sui suoi allievi, diventa punto di riferimento imprescindibile nel panorama artistico della città. al contempo, nelle opere di quegli anni, esplora la dimensione psicologica dei personaggi che ritrae. Nell'ostilità dell'ambiente artistico partenopeo la sua attività si dispiega instancabile, virando, nell'ultima parte della sua vita, verso soluzioni più meditate e introspettive, anche grazie ai contatti continui con personaggi di spicco del mondo letterario, da Carlo Levi ad Eduardo De Filippo ed Eugenio Montale. -
Il museo civico Gaetano Filangieri
Il 22 maggio 2012, dopo lunghi anni di chiusura per mancanza di fondi, riapre il museo civico Gaetano Filangieri. Nato dalla passione collezionistica del suo fondatore Gaetano Filangieri, principe di Satriano, e dalla consapevolezza della funzione sociale della cultura, il museo conserva un repertorio ricchissimo di tesori: dalle arti decorative alla pittura e alla scultura, ospitando busti in marmo, terracotta e bronzo e dipinti dal XV al XIX secolo, con una prevalenza degli interpreti principali del barocco napoletano, Battistello, Ribera, Vaccaro e Giordano. -
Confronti. Il restauro del moderno. Quaderni di restauro architettonico. Ediz. illustrata. Vol. 1
Dopo il numero 0, dedicato alla categoria del 'rudere' e al concetto di frammentarietà, individuata come caratteristica peculiare di una rovina, continua la pubblicazione della rivista con un numero monografico sul restauro del moderno. Una rassegna ampia di contributi nella quale architetti, storici e studiosi di respiro nazionale e internazionale affrontano il tema del 'moderno che entra nella storia'. -
Igor Mitoraj. Memoriae. Catalogo della mostra (Ravello, 31 marzo-8 settembre 2012). Ediz. italiana e inglese
Dal piazzale dell'auditorium Oscar Niemeyer fino a piazza Duomo, attraversando i giardini meravigliosi di Villa Rufolo, Ravello si popola delle sculture monumentali quanto estrose - di Igor Mitoraj, riconosciuto come uno dei maggiori artisti del nostro tempo.Le opere di Mitoraj, provenienti da importan collezioni pubbliche e private, riflettono con attenzione la condizione dell'uomo contemporaneo, con le sue fratture e lacerazioni. -
The Aragonese castle of Ischia
Poco più di uno scoglio in mezzo al mare, una cellula geologica e antropica lambita dall'acqua, nutrita dal sole e segnata dalla storia, un'antica memoria feudale, una terra agricola, un simulacro della distruzione e della rinascita, un rifugio, un punto di arrivo e di partenza; oggi è meta turistica e culturale"" (Roberto Middione). Testi di: Gina Carla Ascione, Maria Francesca Cretella, Stefano Gizzi, Roberto Middione, Rosa Romano."" -
I giardini la Mortella a Forio d'Ischia. Ediz. illustrata
"La Mortella è venuta componendosi come una partitura musicale, in un'alternanza di adagi, presto, allegri, maestosi, sfruttando al massimo le suggestioni della cultura e della musica, l'articolazione naturale dei luoghi, le prospettive quasi visionarie degli scorci vedutistici, le pause di riflessione offerte dagli snodi e dalle anse del percorso..."""" (Roberto Middione). Sir William Walton, la moglie argentina Susana, l'architetto paesaggista Russell Page: """"La Mortella è stata la missione di una vita, un monumento alla vita e alla musica di William... fusione della passionalità argentina con la tradizione del giardinaggio inglese"""" (Alessandra Vinciguerra). Testi di: Antonella Delli Paoli, Stefano Gei, Roberto Middione, Alessandra Vinciguerra." -
Il museo di Capodimonte di Napoli
Una guida aggiornata al museo italiano probabilmente più curato e rappresentativo, oggi, nel panorama delle collezioni di fama internazionale. Rende conto con essenzialità e rigore di sintesi della riorganizzazione radicale, per nuclei collezionistici, degli ultimi venti anni, degli adeguamenti funzionali esemplari della reggia, del recupero di nuovi spazi espositivi. Al primo piano: l'appartamento reale con l'esposizione delle più importanti testimonianze delle manifatture borboniche; i dipinti e gli oggetti della collezione Farnese, da Tiziano a Parmigianino ai Carracci; la raccolta del cardinale Borgia, acquistata dai Borbone nel 1817; le acquisizioni di epoca borbonica e post-unitaria, ancora, opere del valore della ""Crocifissione"""" di Masaccio o del """"Ritratto di Fra' Luca Pacioli"""" di Jacopo dei Barbari. Al secondo piano, quasi un compendio delle vicende artistiche territoriali più significative, le testimonianze dell'arte a napoli dal Duecento all'Ottocento. Al terzo, infine, la selezione di dipinti, sculture, invenzioni, contemporanei', eseguiti espressamente per Capodimonte nel corso dell'ultimo ventennio da artisti di fama internazionale."" -
Il restauro e la questione dello «stile». Il secondo Ottocento nel mezzogiorno d'Italia. Ediz. illustrata
Una rilettura complessiva della conservazione e della tutela del patrimonio architettonico nella seconda metà del XIX secolo nell'Italia meridionale attraverso approfondimenti critici e documentari inediti, a partire dalla nascita del restauro come disciplina autonoma nel momento storico cruciale che prelude al passaggio dai Borbone all'Unità nazionale. L'analisi di restauri e progetti emblematici a Napoli, in Campania e in Puglia testimonia la specificità del Mezzogiorno d'Italia, con le contaminazioni tra cultura del restauro e cultura architettonica tout court, dove la questione dello 'stile' diviene elemento unificatore e identificativo. -
Giuditta decapita Oloferne. Louis Finson interprete di Caravaggio. Catalogo della mostra (Napoli, 27 settembre-8 dicembre 2013). Ediz. illustrata
A Palazzo Zevallos Stigliano, sede napoletana della collezione d'arte di Intesa Sanpaolo, nel quadro dell'edizione 2013 dell'esposizione itinerante Restituzioni. Tesori d'arte restaurati, l'attribuzione a Louis Finson del dipinto Giuditta decapita Oloferne ha meritato uno spazio di primo rilievo: al termine di un restauro rigoroso, la personalità dell'artista fiammingo caravaggesco, attivo all'epoca del Viceregno spagnolo a Napoli anche come collezionista e intermediario negli acquisti di opere di qualità, assume tratti sempre meglio definiti per spessore iconografico e identità culturale, anche in riferimento a confronti pregnanti quali l'annunciazione monumentale di Capodimonte e la Crocifissione di Sant'Andrea del Musée des Beaux-Arts di Digione, copia a sua volta dell'opera del Merisi esposta al Cleveland Museum of Art. -
La collezione Orilia al museo di San Martino. Ediz. illustrata
Amante della caccia e conteso dai salotti napoletani, negli anni tra le due guerre mondiali, per la sua raffinatezza e il buon gusto, Marcello Orilia discendeva da un'antica e nobile casata di Cava dei Tirreni. Nella sua lussuosa dimora partenopea, in Palazzo Arlotta, con la moglie Maria Teresa de Vito Piscicelli diede vita a un piccolo museo, frequentato da collezionisti e amici e caratterizzato da un gusto collezionistico di stampo moderno. La raccolta comprendeva - oltre che maioliche e porcellane di manifatture europee e italiane prestigiose - ventagli, bastoni alla moda, nonché importanti rivestimenti parietali lignei, provenienti da complessi conventuali napoletani. -
La chiesa di Sant'Erasmo a Castel Sant'Elmo. Un patrimonio ritrovato
"La riapertura della chiesa di Sant'Erasmo situata sulla piazza d'Armi di Castel Sant'Elmo, che domina la città dalla collina di San Martino, costituisce senza dubbio una nuova occasione di riflessione su di un luogo complesso e stratificato, ma di non sempre limpida e univoca chiarezza per gli studi, come anche le più recenti pubblicazioni hanno confermato. Le diverse ristrutturazioni e i rimaneggiamenti, soprattutto di epoca novecentesca, hanno spesso impedito, infatti, una certa e filologica ricostruzione di ambienti, percorsi e ubicazioni, resa dubbia per le note trasformazioni avvenute in epoche precedenti al passaggio del castello sotto la giurisdizione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tuttavia proprio la riapertura della chiesa è diventato per la Soprintendenza da me diretta un incoraggiante pretesto per approfondire ricerche e per ripercorrere fila ininterrotte di studi, per mettere assieme intuizioni, documenti e competenze, per sperimentare nuove soluzioni e attendere verifiche. Con la cura e il coordinamento scientifico di Katia Fiorentino è stato possibile così procedere alla risistemazione dei cinque dipinti originari nelle nicchie in stucco, operare su alcuni di essi interventi conservativi o di restauro e ricollocare nella chiesa il monumento funebre di Pedro de Toledo, cugino dell'omonimo e più noto viceré di Napoli e, soprattutto - elemento biografico per noi più significativo - primo castellano della fortezza."""" (Dalla presentazione)" -
Un' opera per il castello 2012. Lo spazio della memoria, la memoria dello spazio. (Napoli, 24 maggio-24 giugno 2013). Ediz. illustrata
"lo spazio della memoria-la memoria dello spazio"""" è il tema della seconda edizione del concorso per giovani artisti """"Un'opera per il castello"""", promosso dalla soprintendenza per il polo museale di Napoli. ancora una volta il punto di partenza è Castel Sant'Elmo: luogo emblematico della storia della città, che viene dominata dalla sua mole straordinaria. i partecipanti al concorso sono chiamati a riflettere sullo spazio suggestivo del castello, sede dell'opera vincitrice, che si lega strettamente ai concetti-chiave di spazio e di memoria, per il suo rapporto con la storia degli uomini e la complessità della sua articolazione spaziale." -
Paestum. The archaeological park. The museum. The temple of Hera Argiva
Il viaggio nella storia di Paestum comincia dai templi greci, celebri in tutto il mondo e ancora integri, dopo oltre duemilacinquecento anni di storia. Il percorso si snoda lungo il tempio di Cerere, il tempio di Nettuno e la basilica, attraversando gli spazi del foro, l'Ekklesiasterion, l'Heroon, ricchi di una vitalità mai interrotta dallo scorrere del tempo. La visita continua nel museo che ricostruisce l'identità e le trasformazioni del parco archeologico, attraverso l'esposizione accurata dei reperti emersi da templi, abitazioni, teatri, tombe. Poco distante, il museo narrante di Foce Sele che, con l'uso di strumenti tradizionali ma avvalendosi in gran parte anche della multimedialità, con videoinstallazioni e ricostruzioni virtuali interattive, guida il visitatore alla scoperta del santuario di Hera Argiva. Cuore del museo è la Sala delle Metope, con esposte le riproduzioni delle lastre di età arcaica provenienti dal santuario di Hera e raffiguranti le fatiche di Ercole ed episodi della guerra di Troia. -
Paestum. Le parc archéologique. Le musée. Le sanctuaire d'Hera Argiva
Il viaggio nella storia di Paestum comincia dai templi greci, celebri in tutto il mondo e ancora integri, dopo oltre duemilacinquecento anni di storia. Il percorso si snoda lungo il tempio di Cerere, il tempio di Nettuno e la basilica, attraversando gli spazi del foro, l'Ekklesiasterion, l'Heroon, ricchi di una vitalità mai interrotta dallo scorrere del tempo. La visita continua nel museo che ricostruisce l'identità e le trasformazioni del parco archeologico, attraverso l'esposizione accurata dei reperti emersi da templi, abitazioni, teatri, tombe. Poco distante, il museo narrante di Foce Sele che, con l'uso di strumenti tradizionali ma avvalendosi in gran parte anche della multimedialità, con videoinstallazioni e ricostruzioni virtuali interattive, guida il visitatore alla scoperta del santuario di Hera Argiva. Cuore del museo è la Sala delle Metope, con esposte le riproduzioni delle lastre di età arcaica provenienti dal santuario di Hera e raffiguranti le fatiche di Ercole ed episodi della guerra di Troia. -
Paestum. Der archäologische park. Das museum. Das heiligtum von Hera Argiva
Il viaggio nella storia di Paestum comincia dai templi greci, celebri in tutto il mondo e ancora integri, dopo oltre duemilacinquecento anni di storia. Il percorso si snoda lungo il tempio di Cerere, il tempio di Nettuno e la basilica, attraversando gli spazi del foro, l'Ekklesiasterion, l'Heroon, ricchi di una vitalità mai interrotta dallo scorrere del tempo. La visita continua nel museo che ricostruisce l'identità e le trasformazioni del parco archeologico, attraverso l'esposizione accurata dei reperti emersi da templi, abitazioni, teatri, tombe. Poco distante, il museo narrante di Foce Sele che, con l'uso di strumenti tradizionali ma avvalendosi in gran parte anche della multimedialità, con videoinstallazioni e ricostruzioni virtuali interattive, guida il visitatore alla scoperta del santuario di Hera Argiva. Cuore del museo è la Sala delle Metope, con esposte le riproduzioni delle lastre di età arcaica provenienti dal santuario di Hera e raffiguranti le fatiche di Ercole ed episodi della guerra di Troia. -
Paestum. El parque arqueológico. El museo. El santuario de Hera Argiva
Il viaggio nella storia di Paestum comincia dai templi greci, celebri in tutto il mondo e ancora integri, dopo oltre duemilacinquecento anni di storia. Il percorso si snoda lungo il tempio di Cerere, il tempio di Nettuno e la basilica, attraversando gli spazi del foro, l'Ekklesiasterion, l'Heroon, ricchi di una vitalità mai interrotta dallo scorrere del tempo. La visita continua nel museo che ricostruisce l'identità e le trasformazioni del parco archeologico, attraverso l'esposizione accurata dei reperti emersi da templi, abitazioni, teatri, tombe. Poco distante, il museo narrante di Foce Sele che, con l'uso di strumenti tradizionali ma avvalendosi in gran parte anche della multimedialità, con videoinstallazioni e ricostruzioni virtuali interattive, guida il visitatore alla scoperta del santuario di Hera Argiva. Cuore del museo è la Sala delle Metope, con esposte le riproduzioni delle lastre di età arcaica provenienti dal santuario di Hera e raffiguranti le fatiche di Ercole ed episodi della guerra di Troia. -
Sette opere per la misericordia (duemilatredici). Catalogo della mostra (Napoli, 24 maggio-24 agosto 2013). Ediz. illustrata
Il volume è il catalogo della mostra di Napoli (Chiesa del Pio Monte della Misericordia, 24 maggio - 24 agosto 2013). L'esposizione presenta le opere di: Salvino Campos, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Giulia Piscitelli, Franz West, Gilberto Zorio. -
Caravaggio tra le camicie nere. La pittura napoletana dei tre secoli. Dalla mostra del 1938 alle grandi esposizioni del Novecento
La pietra miliare della critica d'arte, della ""rivoluzione copernicana"""" in materia di civiltà figurativa, nel mezzogiorno, riferita ai """"secoli d'oro"""" della pittura napoletana. Napoli, Castel Nuovo, 1938: la generazione di studiosi che diventerà il motore della tutela del patrimonio e di una formazione accademica rigorosa e non convenzionale nel secondo dopoguerra propone alla ricerca e alla città, con sensibilità innovativa, la lunga stagione che conduce da Caravaggio, attraverso il Barocco, alla vedute illuministe e romantiche del Settecento e dell'Ottocento. un capitolo corposo dell'identità napoletana, destinato ad imprimere segni indelebili nei decenni del dopoguerra, fino al nuovo millennio, che svilupperanno, attraverso esposizioni monografiche e grandi affreschi trasversali, il tema delle metamorfosi culturali e civili della capitale del meridione, declino, rinnovamento, fragilità, potenzialità: è la trama del racconto di stefano causa, tra messaggi in codice a tre generazioni di addetti ai lavori e esplorazioni a tutto campo, provocazioni, interrogazioni al magma vulcanico della cultura d'occidente del ventesimo secolo che va in archivio."" -
Paladino/Ravello. Catalogo della mostra (Ravello, 29 giugno-31 ottobre 2013). Ediz. illustrata
Oltre cinquanta sculture di Mimmo Paladino ed un corto - Labyrinthus realizzato con Alessandro Haber e musiche originali di Franco Mussida. A cura di Flavio Arensi, promossa dalla fondazione Ravello, una rassegna esemplare tra 60 opere che invitano a riflettere e indagare: dai venti testimoni maestosi sul piazzale magico dell'auditorium di Niemeyer, all'omaggio a Carlo Gesualdo, a cinquecento anni dalla scomparsa, attraverso le opere in dialogo con il genius di Villa Rufolo, per finire con l'opera grafica nel segno della stagione verdiana, nell'interpretazione di Riccardo Muti al Teatro dell'Opera di Roma.