Sfoglia il Catalogo feltrinelli044
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4521-4540 di 10000 Articoli:
-
Conversando con Fabrizio Barca. Viaggio nell'Italia disuguale
La disuguaglianza è il peggiore nemico del tempo presente, rissa può assumere molte forme: c'è quella economica, quella sociale, ma c'è anche quella di «riconoscimento». L'Occidente è attraversato da queste faglie di disuguaglianza, che hanno una natura fortemente territoriale: faglie fra aree rurali e urbane, fra periferie e centri, fra città in decadenza e fiorenti. Se queste sofferenze non trovano la strada dell'avanzamento sociale, si trasformano in rabbia verso élites e istituzioni e in deriva autoritaria. L'Italia non fa eccezione. C'è una parte importante del Paese che avverte l'abbandono. Sta nelle periferie. E nell'Italia delle due «erre», rurale e rugosa, l'Italia delle aree interne. Qui si combatte una sfida tra innovatori e rentiers, ovvero quelle parti di classe dirigente locale più preoccupate di difendere rendite di posizione che di invertire il declino. Quando sono questi ultimi a vincere, per i giovani e gli innovatori le possibilità sono due: una è la fuga, l'altra è l'insubordinazione ai rituali del passato. Fabrizio Barca è un sostenitore convinto di questa seconda ipotesi. Perché per costruire una nuova stagione di avanzamento serve uno shock, affinché le aree interne possano diventare motore di nuovo sviluppo per l'Italia. Il cambiamento va però innescato attraverso un processo «rivolto ai luoghi», che parta cioè dall'azione delle comunità e dei cittadini organizzati, che, nel vuoto lasciato dai partiti, diventano i protagonisti. E l'insegnamento della travagliata esperienza aquilana, dopo il sisma del 2009. Ed è un metodo che, in forme diverse, vale anche per le grandi città, persino per Roma. Questo piccolo viaggio fatto di domande e risposte, tra aree interne, zone terremotate e degrado urbano, vuole provare ad offrire spunti per la costruzione di un progetto, certamente ambizioso, ma possibile. In cui una parte del paese è già impegnata. -
Eguaglianza e divieti di discriminazione nell'era del diritto del lavoro derogabile
La riduzione delle tutele classiche e inderogabili del lavoro realizzata con le recenti riforme mediante l'ampliamento degli spazi di regolazione concessi ai poteri imprenditoriali e alla contrattazione collettiva, specie aziendale, aumenta i trattamenti differenziali e le diseguaglianze nel lavoro, e, al contempo, sposta l'attenzione sul rispetto dei divieti di discriminazione, sempre più invocati a tutela dei diritti dei lavoratori. Gli studi raccolti in questo volume affrontano il tema delle discriminazioni alla luce delle riforme più recenti, interrogandosi sul ruolo svolto dal diritto antidiscriminatorio nell'attuale sistema normativo, in una prospettiva che tiene conto sia dell'evoluzione del diritto nazionale, sia del contesto e della regolamentazione europea in cui esso si colloca. Alla prima parte, dedicata all'inquadramento generale del tema, seguono i saggi dedicati ai diversi ambiti di applicazione del diritto antidiscriminatorio: dai contratti di lavoro non standard ai licenziamenti, dai comportamenti molesti e ritorsivi alla tutela della salute nei luoghi di lavoro. Chiude il volume una parte dedicata ai profili processuali e ai rimedi giudiziali avverso le discriminazioni. L'opera si caratterizza per il dialogo che si instaura tra gli Autori: accademici, magistrati e avvocati impegnati quotidianamente nello studio e nell'applicazione concreta del diritto antidiscriminatorio. Presentazione di Laura Curcio, Donata Gottardi, Guariello Fausta. -
Pierre Bourdieu
A quindici anni dalla sua scomparsa, l'interesse per l'opera di Bourdieu è così vivo da far sì che lo studioso francese sia oggi annoverato tra i classici della sociologia contemporanea. il volume esplora, ripercorrendone la genesi e lo sviluppo, le categorie analitiche e i concetti di uno dei più controversi intellettuali del nostro tempo. Per rendere appieno la complessità della figura intellettuale di Bourdieu, analizza i rapporti tra teoria, concettualizzazione e ricerca empirica nell'opera del sociologo francese, individuando fecondità e limiti, luci e ombre, felicità e criticità relativamente al rapporto tra teoria e ricerca e tra concetti e loro traduzione operativa. Molteplici sono i riferimenti agli autori e alle principali scuole di pensiero che hanno esercitato un'influenza fondamentale su Bourdieu. -
Squilibrio. Il labirinto della crescita e dello sviluppo capitalistico
"Le ragioni dello squilibrio sono essenzialmente nell'incapacità delle imprese e delle famiglie di conoscere gli effetti macroeconomici delle loro azioni. Naturalmente, sono le decisioni di impresa che muovono l'economia, ma non è chiaro come tali decisioni siano prese, e quanto influenzino e siano influenzate dall'andamento dell'economia nel suo complesso. Cosi, se è indubbio che l'economia è trainata dalle decisioni imprenditoriali, tuttavia sono gli effetti non conosciuti di queste decisioni che alterano continuamente la struttura. Una delle ragioni dell'intervento pubblico sta proprio nell'ignoranza dei decisori. Molto rilievo, in questo libro, è dato al progresso tecnico, specialmente nella sua forma di nuove tecniche 'superiori' — ovvero quelle che costano di meno e producono di più rispetto a quelle esistenti, quali che siano i rapporti tra i prezzi dei fattori della produzione [...]. Un avanzamento introdotto nel libro è nella qualificazione del progresso tecnico come elemento della domanda effettiva, proprio per gli effetti macroeconomici dell'applicazione delle nuove tecniche. Nello squilibrio, tuttavia, gli imprenditori non sanno se le tecniche scelte siano effettivamente superiori per l'economia nel suo complesso, e così si possono facilmente presentare grandi fallimenti, distorsioni nei prezzi e nei costi, sprechi generalizzati, situazioni che giustificano l'intervento pubblico. Gli autori guardano al progresso tecnico anche per illustrare la poca fondatezza delle politiche europee, che apparentemente incoraggiano l'innovazione, ma chiudono nella prigione del 'consolidamento fiscale' l'unico soggetto, lo Stato, capace di mettere in moto l'innovazione."""" (dalla prefazione di Paolo Leon)" -
La rivista delle politiche sociali (2017). Vol. 3: Quale destino per i diritti sociali in Europa? (Luglio-Settembre).
Il modello sociale europeo è messo sotto tensione dalle asimmetrie crescenti interne all'Europa. I rigidi paletti dell'austerità permanente hanno fatto sì che gli obiettivi di ricalibratura o siano stati abbandonati, oppure sottoposti a strategie di contenimento dei costi che fanno emergere nuovi trade-off, tra espansione dei tassi di copertura dei servizi collegati al social investment e lavoro a bassi salari nei medesimi servizi, tra inserimento lavorativo e lavoro povero, tra spesa pubblica e spesa privata. In questo quadro si inserisce la sezione Tema del n. 3/17 di Rps. I contributi offrono uno spaccato del dibattito corrente sull'Europa sociale, con una particolare attenzione da un lato alle criticità interne e alle contraddizioni che hanno acuito i divari tra i paesi, dall'altro a riforme e innovazioni compatibili con un modello di sviluppo e di crescita diverso da quello consegnato dalla crisi. Di politiche fiscali e welfare si discute nella sezione Attualità dove si sottolinea la necessità di mettere a punto un sistema tributario che garantisca il finanziamento dello Stato sociale e, nel contempo, consenta di ridurre le forti disuguaglianze. Seguono la sezione Dibattito che prende le mosse dal volume di Mazzucato e Jacobs (2017), la rubrica Questione sociale e neo populismi con un approfondimento sulla cultura politica dei giovani e infine un articolo sull'importanza dello Stato rispetto all'innovazione sociale. -
La sinistra è un fiore di campo. Dalla fabbrica al Parlamento, cercando un'altra politica
Ferrara ripercorre tutte le tappe della sua vita, le umili origini contadine, le prime esperienze di lavoro, le lotte in fabbrica da sindacalista, l'impegno politico, l'esperienza da deputato. Parla di politica industriale, di quella passata e futura, delle più grandi aziende italiane e del Mezzogiorno, di come quel modello di fabbrica entri in crisi intomo agli anni Ottanta e Novanta per colpa di scelte politiche ben precise, di un'economia che cambia e di un Paese che non si adegua e non ha una visione strategica. Il libro racconta i luoghi vissuti dal protagonista, i campi di granturco, l'Alfasud di Pomigliano, i Regi Lagni, l'Alenia di Pomigliano, gli acquisti a Forcella, il rito contadino dell'uccisione del maiale. Racconta i prodotti della terra dove è nato, il San Marzano, il «piennolo», la pasta fatta in casa, le conserve. Il filo rosso che unisce tutto è la politica, il rapporto tra questa e la sinistra, tra il sindacato e i lavoratori, vista attraverso gli occhi di un uomo che non ha mai dimenticato le sue origini e ancora oggi si interroga su come si possano riannodare i fili tra la sinistra e quel popolo che sembra aver smarrito, e offre interessanti spunti di riflessione per il futuro. Prefazione di Gad Lerner. -
Una lunga storia sindacale. In difesa del lavoro, dei diritti, della democrazia
Le memorie di Mario Giovannetti abbracciano quasi mezzo secolo di storia. Vi sono riproposte parti importanti della sua storia personale, della storia dell'Umbria, dell'Italia e della sua vita democratica, dell'emancipazione del lavoro. Il volume delinea la storia di un operaio che in fabbrica aderisce alla FIOM-CGIL e successivamente al Partito Comunista Italiano, del suo impegno prima come delegato di reparto e poi come dirigente della FLM e, successivamente, della Camera del lavoro di Terni, per giungere infine alla direzione della CGIL dell'Umbria, incarico che assume in un momento particolarmente delicato e difficile. È la narrazione di una militanza vissuta in modo quasi totalizzante, la cronaca dei passaggi di una vita intensa dedicata interamente a una causa nella quale Mario ripone convinzioni profonde. Quelle per cui tanti uomini e donne del nostro Paese nel corso di interi decenni hanno deciso di dedicare le energie migliori della loro esistenza all'emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, dei ceti più deboli e indifesi, nel tentativo di promuovere, insieme ai diritti delle persone e alla giustizia sociale, il progresso generale del nostro Paese. -
L' epigenetica
Il volume introduce il lettore all'epigenetica, lo studio biologico della continuità tra organismi e ambienti, attraverso la sua storia e le sue attuali applicazioni nella salute pubblica e nella ricerca scientifica. Sulla scia della divisione del mondo nei blocchi delineati durante la guerra fredda, l'epigenetica venne osteggiata dalle più importanti istituzioni scientifiche occidentali di inizio Novecento e dimenticata fino alla fine degli anni sessanta. Uno dei motivi di questo ostracismo da parte degli ambienti accademici risiedeva nel carattere di forte interdisciplinarità della sua genesi - prerogativa propria della scienza sovietica - mentre nell'assetto scientifico del blocco occidentale la specializzazione disciplinare e il conseguente ruolo degli esperti nelle istituzioni democratiche iniziava a prendere piede. Dopo aver percorso le tappe storiche dello sviluppo dell'epigenetica, vengono analizzati casi di studio in cui questa disciplina interagisce con la zoologia, la botanica e la sfera della salute pubblica per le generazioni presenti e future, nonché le linee di ricerca più recenti che aprono al ripensamento dei cardini culturali e scientifici delle nostre stesse società. -
Annali Fondazione Giuseppe Di Vittorio (2016)
L'Annale 2016, il primo vero anno della «nuova» Fondazione Giuseppe Di Vittorio, è dedicato all'attività che in Europa svolgono tante strutture che, in modo analogo alla nostra, per il sindacato si occupano di formazione e di ricerca storica e sociale. Abbiamo coinvolto istituti con i quali abitualmente cooperiamo, rappresentativi delle realtà del Sud, Norded Est Europa (ETUI, ISTUR CITUB, Fondazione Hans Böckler, INE-GSEE, Istituto Bento de Jesus Caraça IBJC, Fundación Cultural 1° de Mayo, SALTSA, ESRITU, DIEESE, SEWA Academy), ampliando - a livello internazionale - l'esame ad altri due importanti paesi come India e Brasile. La scelta di fondo nel lavoro degli istituti sindacali, riscontrabile nei saggi pubblicati, è rappresentata dalla necessità di rimettere al centro le persone e i lori diritti, le condizioni di vita e di lavoro, gli interessi e le domande che esprimono. Le attività si svolgono attraverso campagne di informazione, rapporti di ricerca, corsi di formazione sindacale, pubblicazioni e libri che aiutano a sviluppare reti di esperti sindacali, a formare i rappresentanti dei sindacati ed anche a sviluppare un rapporto con università ed altri centri di ricerca esterni al sindacato stesso. L'approfondimento, la conoscenza e i saperi, la loro divulgazione, costituiscono un obiettivo fondamentale di un sindacato moderno, favorendo la discussione e il dibattito sia interno che esterno, e rappresentano sempre più un caposaldo dell'attività del sindacato per il futuro. -
L' ufficiale e il comunista. La vicenda di Francesco e Peppino Capobianco
La vicenda di Francesco e Peppino Capobianco - padre e figlio, l'ufficiale e il comunista - è emblematica di quel conflitto generazionale che segnò il complesso passaggio dal fascismo alla Repubblica, per divenire poi uno dei tratti peculiari e costanti di gran parte della seconda metà del secolo scorso. Gaeta, splendida città della riviera di Ulisse, appena assegnata per diretto volere del duce Benito Mussolini alla provincia di Roma dopo la soppressione di Terra di Lavoro nel 1927, ne è la principale cornice. La città, dopo aver perduto il ruolo di fortezza del Regno meridionale, attraverso trasformazioni urbanistiche, l'insediamento di una grande vetreria, il rilancio delle attività portuali e la costruzione della città giardino di Serapo, tenta in quegli anni la strada di un nuovo sviluppo fondato sulle risorse del territorio. Ma lungo il faticoso percorso incontra la guerra e la spietata occupazione tedesca che si scatena contro i militari italiani e la popolazione civile in un punto strategico della linea Gustav dopo l'8 settembre 1943. Qui Francesco Capobianco - un ufficiale del Regio esercito, pluridecorato della Grande Guerra, che sceglie a rischio della vita di rimanere fedele al Re - e il figlio Peppino - studente eccellente dall'animo generoso e sensibile - vivono il calvario patito dalla popolazione di Gaeta dopo l'Armistizio; i due riescono a salvarsi con una fortunosa fuga via mare il 17 marzo del 1944, dopo mesi trascorsi sulle montagne tra rifugi di fortuna e inaudite sofferenze. Un'esperienza dura e traumatica che accrescerà la stima reciproca tra padre e figlio ma, al tempo stesso, creerà le premesse di un lungo e doloroso conflitto familiare. Entrambi, infatti, vivranno con estremo rigore, coerenza e determinazione le opposte scelte di vita e i diversi modi di concepire la società nell'Italia liberata. -
Il Piolín imbavagliato. Cronaca dell'autunno catalano
Lo scorso autunno provavo a spiegare alle amiche e amici italiani cosa stesse succedendo in Catalogna dicendo: ""Questa è una storia che finisce male, ma è una storia vera"""". Effettivamente """"la rivoluzione del sorriso"""" s'infrange sulle violenze della polizia spagnola il 1° ottobre, sulla proclamazione unilaterale di una Repubblica durata poche ore e la repressione dello Stato. Ma che la storia non si fosse conclusa allora lo dimostra il risultato delle elezioni del 21 dicembre, in cui il blocco di forze repubblicane riesce a confermare la maggioranza assoluta di seggi parlamentari. E oggi, con la Generalitat sotto il giogo dell'articolo 155 della Costituzione, i prigionieri politici e quelli in esilio accusati di reati che non hanno commesso, la questione catalana si ripropone nella sua interezza e il movimento non rifluisce. Perché sono oltre due milioni a volere una relazione diversa della Catalogna con il resto della Spagna. E questa è la storia vera». Così l'autrice introduce la narrazione dell'autunno catalano: eventi che mozzano il fiato per velocità e spessore ed uno sguardo sulla percezione soggettiva dei protagonisti di un movimento popolare, pacifico e di massa che afferma la sua sovranità nella celebrazione di un referendum. Ma il libro, nato per raccontare «la rivoluzione del sorriso», finisce col diventare anche altro, perché in Spagna succedono cose che suscitano allarme. Non è solo la maxi-causa contro l'indipendentismo con l'imputazione di reati per una violenza che non c'è mai stata, sono la restrizione della libertà d'espressione e l'uso abusivo della legislazione antiterrorista che rendono la Spagna distante dagli standard democratici europei del XXI secolo. Perché la democrazia è quanto oggi è in gioco nella vicenda catalana ed è perciò qualcosa che riguarda l'Europa."" -
Critica marxista (2018). Vol. 2
La storica rivista di cultura politica italiana, nata nel 1963, presenta indagini e commenti sull'attualità politica, sociale, economica, e riflessioni teoriche e storiografiche. -
Giuristi del lavoro nel Novecento italiano. Profili
Per genesi e per costante evolutiva, il nostro diritto sindacale e del lavoro è un prodotto prevalentemente extra-legislativo che si giova non solo dell'autoregolazione sociale costituzionalmente protetta, ma anche del riciclaggio di istituti e categorie di pensiero risalenti a un passato che non vuole passare. Per questo, il suo processo formativo è accompagnato, implementato e continuamente rivisitato dai ceti professionali appartenenti al circuito giudiziario, forense e universitario coi margini di libertà di valutazione consentiti dalla legge non scritta del doppio binario cui ha deciso di attenersi, nel dopo-Costituzione, il nostro legislatore: non-ingerenza e non-indifferenza. In questo volume l'autore analizza lo star system accademico dove generazioni di viandanti bisognosi di lampioni che illuminassero la strada hanno fatto entrare, per sdebitarsi, i pochi giuristi-scrittori capaci di accenderli. Guardarne da vicino le biografie intellettuali servirà sia per farsi un'idea di come ciascuno dei componenti dell'elitario club abbia svolto il ruolo di supplenza legislativa elaborando progetti di sentenza sia per capire se il patrimonio di sapere posseduto gli permettesse di agire con la consapevolezza che il suo modo di interpretare il suo tempo implicava in realtà una scelta tra alternative possibili. -
La rappresentanza del lavoro marginale. Precariato, sindacati e organizzazione sociale a Milano e a Buenos Aires
Donne, immigrati e precari vivono condizioni di lavoro particolarmente difficili e la recente crisi economica ha ampliato il loro numero e ha reso la loro mancata tutela un problema sociale particolarmente avvertito. Gli stessi sindacati trovano difficoltà a rappresentarli sia per le instabili condizioni di lavoro sia per le complesse esigenze personali, e stanno sviluppando nuove strategie per ottenere il loro consenso. La maggior parte degli studi si è soffermata tuttavia sulle scelte strategiche delle grandi organizzazioni mentre in questa ricerca viene adottata una prospettiva rovesciata che si interroga sui modi in cui gli stessi soggetti contribuiscono al cambiamento della rappresentanza. Nel volume vengono confrontate le forme di difesa del lavoro marginale in due metropoli, Milano e Buenos Aires, molto diverse tra loro ma accomunate dagli stessi processi di precarizzazione tipici della condizione post-fordista. Per ciascuna delle due città sono stati scelti casi particolarmente significativi: a Buenos Aires sono stati studiati i raccoglitori di rifiuti urbani che hanno dato vita al sindacato dei ""cartoneros"""", le lavoratrici immigrate bo-liviane del comparto tessile che si sono liberate dal lavoro schiavo per fondare nuove cooperative, le colf che hanno dato vita a un sindacato di donne unico nel suo genere; di Milano vengono presentati i casi dell'Ortomercato - caratteristico per la presenza del lavoro clandestino -, delle donne delle pulizie negli ospedali e negli uffici pubblici, dei giovani ricercatori precari dell'Istituto nazionale dei tumori e dell'Istituto Carlo Besta. I casi considerati sfidano le forme tradizionali della rappresentanza e spingono i sindacati verso un rinnovamento culturale prima ancora che organizzativo. Prefazione di Bianca Beccalli e Enrico Pugliese."" -
Lavoro e innovazione per riformare il capitalismo
I saggi raccolti in questo volume riflettono su una problematica oggi assai dibattuta, a livello mediatico come accademico e istituzionale, ma poco indagata in modo approfondito: la relazione tra innovazione e occupazione. L'obiettivo della «piena e buona occupazione», questa la tesi di fondo del volume, va rilanciato proprio quando tanta incertezza grava sulle conseguenze della rivoluzione tecnologica in atto, mentre il capitalismo, lasciato a se stesso, si acconcerebbe alla jobless society, la «società senza lavoro». Si ripropone dunque la crucialità del tema degli investimenti e, insieme, del nuovo modello di sviluppo. La profondità della trasformazione è enorme e, di conseguenza, è decisiva la qualità delle istituzioni pubbliche che dovrebbero dirigerla. L'innovazione può e deve essere guidata, nei suoi indirizzi di fondo, dalla collettività, anche perché la diffusione delle nuove tecnologie coincide con un approfondimento delle diseguaglianze e una polarizzazione del potere senza precedenti. Si tratta anche di cogliere le straordinarie potenzialità che, tra tante difficoltà, la fase presenta. Le nuove tecnologie racchiudono forti istanze cooperative e aprono eccezionali «finestre di opportunità» che, anziché essere lasciate al solo capitalismo animato dalla volontà di consolidare i tradizionali rapporti di forza, possono essere attivate da una nuova politica industriale e, in generale, una nuova economia pubblica - così come pensata anche nel Piano del Lavoro - nonché utilizzate dal sindacato, intenzionato a rinnovare la rappresentanza sociale, la contrattazione, la partecipazione dei lavoratori, rilanciando un progetto di democrazia economica. Prefazione di Susanna Camusso. -
Relazioni industriali e contrattazione collettiva nel settore del commercio
Il volume si basa sui risultati della ricerca internazionale Decoba condotta in cinque paesi europei: Italia, Spagna, Francia, Germania e Belgio. A partire dalla ricerca Decoba, l'opera approfondisce il caso italiano esaminando i rapidi e crescenti cambiamenti che nel corso dell'ultimo decennio hanno interessato il commercio. Lo studio ricostruisce le sfide affrontate in Italia negli ultimi dieci anni dalle organizzazioni di rappresentanza sindacale e datoriale nel settore del commercio mettendone in evidenza processi decisionali, azioni collettive intraprese ed esiti ottenuti. Emerge un quadro nel quale, se da una parte il commercio conferma le proprie specificità settoriali, dall'altra si presenta come un settore in cui le trasformazioni in atto, anche per effetto di dinamiche sovranazionali, pongono agli attori collettivi (inclusi i governi) ulteriori sfide, più difficilmente gestibili a livello nazionale. Prefazione di Massimo Carrieri. -
Ultime notizie dalla terra. La Terra dei fuochi: questioni per il paese intero
Un viaggio in Campania dopo la crisi della Terra dei fuochi, per capire come stanno veramente le cose. Nonostante l'emergenza abbia interessato un'area assai ristretta, la diffidenza dei consumatori ha finito per coinvolgere il territorio di un'intera regione. Ricerche approfondite hanno accertato che si tratta di un timore del tutto infondato, ma il danno, per una delle agricolture più importanti del paese, è stato enorme. Il libro è il racconto di ecosistemi e di paesaggi agrari della Campania del terzo millennio: da quelli universalmente noti, come la Penisola, i Campi Flegrei e il Vesuvio, a quelli meno conosciuti, come il Cilento interno e il Fortore. Un racconto di luoghi, ma soprattutto di persone: gli agricoltori che in questi paesaggi vivono e operano ogni giorno. Si tratta di cittadini assai particolari, invisibili ai più: nel sostanziale disinteresse della politica e dell'opinione pubblica, le loro imprese continuano a produrre qualità e innovazione, insieme al servizio pubblico forse più importante, cioè la cura e il presidio del paesaggio, la manutenzione dei suoli del paese, in quel novanta per cento del territorio campano e italiano che non è fatto di città, ma di coltivazioni, pascoli e boschi. Le esperienze narrate nel libro evidenziano come gli interrogativi e i problemi posti dalla Terra dei fuochi riguardino l'intero paese nel suo rapporto con l'agricoltura e lo spazio rurale. Continua infatti a mancare un progetto collettivo del territorio che regoli e risolva i rapporti tra un sistema urbano sempre più fuori controllo e il mosaico fragile degli ancora straordinari e bellissimi paesaggi rurali d'Italia. -
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (2018). Vol. 1
Rivista fondata da Aurelio Becca e da Ugo Natoli. -
Critica marxista (2018). Vol. 3-4
La storica rivista di cultura politica italiana, nata nel 1963, presenta indagini e commenti sull'attualità politica, sociale, economica, e riflessioni teoriche e storiografiche. -
Costituzione e clemenza. Per un rinnovato statuto di amnistia e indulto
Abusata in passato, la clemenza collettiva oggi conosce un'eclissi quantitativa senza precedenti nella storia d'Italia. È, invece, possibile recuperarla tra gli strumenti di politica criminale, proponendone una rilettura costituzionalmente orientata al divieto di pene inumane e alla finalità rieducativa del diritto punitivo, in linea con importanti affermazioni della giurisprudenza costituzionale. Così ripensate e rimodellate, per restituire agibilità alle leggi di amnistia e indulto è necessario porre mano di nuovo all'articolo 79 della Costituzione, la cui revisione approvata nel 1992 è giuridicamente alla base del loro tramonto. Questi i temi del Seminario svoltosi a Roma, in Senato, il 12 gennaio 2018, di cui il presente volume riproduce gli atti, offrendo un'aggiornata riflessione interdisciplinare in materia, allargatasi anche al contiguo versante della clemenza individuale. Una riflessione inedita negli esiti, a partire dall'ipotizzata riformulazione dell'articolo 79 della Costituzione, riprodotta in Appendice e proposta ai parlamentari della XVIII Legislatura come mezzo e fine per una battaglia di politica del diritto.