Sfoglia il Catalogo feltrinelli044
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4481-4500 di 10000 Articoli:
-
Agromafie e caporalato. Terzo rapporto
Il rapporto analizza il fenomeno del caporalato e dell'infiltrazione mafiosa nella filiera agroalimentare, fenomeni notevolmente cresciuti negli anni della crisi economica come dimostrano le recenti cronache giornalistiche. Il volume, in continuità con i due precedenti, fotografa la vita dei braccianti agricoli nelle campagne italiane, pervase da nord a sud da nuovo caporalato, grave sfruttamento e nuova schiavitù. Dalle raccolte del pomodoro all'ortofrutta, dal distretto vitivinicolo al settore delle carni, i diversi settori vengono analizzati attraverso la raccolta e l'analisi dei dati, nonché interviste agli operatori del settore e del sindacato, ai rappresentanti delle Istituzioni, delle forze dell'ordine, dell'associazionismo e con testimonianze dirette dei lavoratori vittime di caporalato. Particolare attenzione viene posta anche sui braccianti stranieri, siano essi extracomunitari o neocomunitari, e sul legame che c'è tra il caporalato e la tratta di esseri umani. Il terzo rapporto Agromafie e caporalato si concentra poi sull'azione di contrasto oltre che di denuncia. È così possibile trovare nel volume anche una mappatura delle azioni di ""sindacato di strada"""" e delle buone pratiche messe in campo dalla FLAI CGIL in sinergia con tante realtà territoriali impegnate nel contrasto al caporalato e per l'affermazione dei diritti dei lavoratori."" -
Le filiere mafiose. Criminalità organizzata, rapporti di produzione, antimafia
Da oltre trent'anni la criminalità organizzata rappresenta in Italia un argomento molto discusso e approfondito, sia dai policy makers che dagli studiosi. Si è sviluppata anche una produzione mediatica, che spazia dalla letteratura popolare alla realizzazione di specifici format televisivi. Infine, nella società civile, si sono sviluppate vere e proprie forme di professionalità legate al contrasto delle organizzazioni criminali. La mafia e l'antimafia sono così diventate due campi attraversati da conflitti politici e culturali, all'interno dei quali il contrasto del fenomeno si sovrappone alla costruzione e alla riproduzione di rendite di posizione, che chiamano in causa il sistema politico, i rapporti di produzione, il sistema giudiziario e le garanzie del sistema penale. Vincenzo Scalia. da anni attivo nello studio dei fenomeni mafiosi, ci propone una lettura delle mafie e delle antimafie basata su due cardini: il primo riguarda la trama costitutiva delle organizzazioni mafiose, che l'autore vede speculare alle trasformazioni produttive: il seconde riguarda la necessità di osservare i fenomeni mafiosi senza tralasciare l'aspetto della tutela dei diritti individuali e collettivi. Se si vuole contrastare le mafie, suggerisce l'autore, si tratta piuttosto di ripartire proprio da una società attenta alle garanzie individuali e all'emancipazione sociale. -
Luca Ronconi. Un grande maestro negli anni dei guru
Un regista seduttore e sfuggente: un capo carismatico in mezzo alle paure del teatro che non sa cosa possa essere, ancora. Italo Moscati dedica questo libro a Luca Ronconi, il grande regista di teatro scomparso nel 2014 dopo avere svolto una intensa, ininterrotta, attività sulle scene italiane e del mondo. Nonostante l'attenzione generale che Ronconi ha suscitato, il suo ""caso"""" è da spiegare. Ronconi assomiglia solo a se stesso. L'attività che ha svolto è la profonda, affascinante dimostrazione della vitalità di un suo """"teatro enciclopedico"""", innamorato della conoscenza, senza esclusioni né di epoche né di autori; in cui si avverte una elegante e potente intenzione illuministica, contro il passato, contro le tradizioni, tuttavia mai tradite, anzi prese molto sul serio, reinventate. Ronconi ha guardato alle idee e alle forme delle avanguardie di ogni paese e di ogni tendenza. Per fare luce con centinaia di rappresentazioni, esperienze, laboratori. Ha cercato la contemporaneità in modo concreto, non subendola ma per rifarla, scoprirla, svelarla. Con i suoi attori, i collaboratori, le compagnie, gruppi compatti e determinati. Oltre che regista, è stato un maestro, ha coinvolto i giovani, anche come docente all'Accademia d'Arte Drammatica; ed è rimasto, dopo Luigi Squarzina e Giorgio Strehler, con pochi altri, il solo a rifiutare la fine del teatro e ad avere desiderio di raccontarla, trovando spunti e strade che sono andate oltre le proposte provocatorie e geniali di Carmelo Bene."" -
Appalti pubblici e sindacato. Buone pratiche contro mafia e illegalità
Gli appalti pubblici in Italia sono stati utilizzati, storicamente, come un modo per soddisfare interessi privati, sia delle imprese sia di amministratori e burocrati, permettendo alle mafie di fare grandi affari, soprattutto nel settore delle costruzioni, inquinando il mercato del lavoro e provocando distorsioni nel meccanismo di domanda e offerta. Una risposta concreta è arrivata dal CCASGO, il Comitato di Coordinamento per l'Alta Sorveglianza delle Grandi Opere, e dalle organizzazioni sindacali degli edili di CGIL, CISL e UIL, che sono riusciti a fare emergere l'inquinamento mafioso, utilizzando la tracciabilità finanziaria, la gestione legale e trasparente dei cantieri e il monitoraggio dei flussi di manodopera. Questa esperienza, realizzatasi attraverso le Linee Guida Antimafia e i Protocolli di Legalità, ha determinato non solo un avanzamento della ""legislazione di prevenzione"""", ma anche una serie di procedure che i soggetti firmatari devono attuare. Pertanto, con i Protocolli di Legalità si sa chi, quando e come deve realizzare le azioni prescritte. Il sindacato è certo che questa attività di prevenzione attiva allargherà il solco tra quanti alimentano il sistema di illegalità e quanti, forti dei principi costituzionali, vogliono vincere una guerra civile strisciante che dura dall'Unità d'Italia ad oggi."" -
Vite ballerine. Prima e dopo il jobs act
Nel 2001 compare su ""l'Unità"""" una rubrica settimanale dell'autore, intitolata """"Atipiciachi"""", collegata all'inizio a una mailing list creata dal NIdiL Cgil, il sindacato dei lavoratori atipici. La rubrica si conclude nel 2014 con la chiusura della vecchia """"Unità"""", dopo aver riportato storie, racconti, documentazioni, polemiche, che ritroviamo in questo volume, ordinate in diversi capitoli: """"Gli stagisti"""", """"I soci"""", """"Le partite Iva"""", """"Gli informatici"""", """"Gli operai"""", """"I commessi"""", """"I pubblici"""", """"I cali center"""", """"Le donne"""", """"I professionisti"""". E, dopo le storie, ci sono le proposte, le analisi, le conquiste. Leggi, welfare, sindacato. Con bilanci non omogenei tra sindacalisti e studiosi. E le vicende di quelli che nonostante tutto vincono, quelli che con il Jobs Act per il momento ce la fanno e i tanti che perpetuano la loro condizione. Un percorso che testimonia l'impegno particolare della Cgil su questo terreno, senza nascondere assenze e ritardi. Con confronti tra chi voleva battersi per una soluzione globale capace di portare le nuove generazioni nel mondo del lavoro con eguali diritti, e chi per conseguire lo stesso obiettivo proponeva la via della contrattazione inclusiva, riconoscendo le diversità presenti nel mondo dei lavori. Con uno sguardo all'oggi, attraverso primi risultati ottenuti da chi ha provato a cambiare aspetti assai discutibili del Jobs Act. Con un primo bilancio e un piano per il futuro nelle parole di Susanna Camusso. Prefazione di Susanna Camusso."" -
Politiche per l'alta formazione e «brain drain». Il caso Master & Back in Sardegna
Nelle realtà socio-economiche dei paesi occidentali il sapere e le conoscenze scientifiche rivestono un ruolo centrale nella produzione di beni materiali e immateriali, diventano esse stesse una forza produttiva, l'unica capace di produrre valore e vantaggi competitivi durevoli per la knowledge society. Dentro questo quadro teorico l'Unione europea si era prefissata l'obiettivo strategico (per il 2001-2010) di ""diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo"""" e l'ha confermato con il Programma Europa 2020. È in tale contesto che assume una rilevanza significativa lo sforzo di investimento in formazione delle regioni meridionali italiane più svantaggiate, come il programma Master & Back promosso nell'ultimo decennio dalla Regione autonoma della Sardegna, per conferire maggiore spessore al capitale umano dei suoi giovani laureati attraverso esperienze di alta qualificazione al di fuori dell'isola ai fini di un successivo inserimento, una volta specializzati, nel mercato del lavoro locale. Il volume è un'attenta analisi dei meccanismi di una politica che ha guardato solo al lato dell'offerta della forza lavoro, del suo impatto sui livelli di occupazione e dei suoi effetti perversi, come il massiccio brain drain verificatosi alla fine dell'esperienza in seguito a un processo di mismatch con un tessuto produttivo inadeguato e impreparato ad accogliere personale altamente qualificato, o un notevole brain waste."" -
Declino di un partito. Il PCI negli anni Ottanta visto da un suo centro studi
Il declino negli anni Ottanta del PCI, maggior partito di massa in Italia, non fu soltanto legato alle contraddizioni del comunismo mondiale e alla preclusione che le forze della guerra fredda opposero a un percorso di integrazione democratica di quel partito. La vicenda di quel declino rivela aspetti generali di mancato sviluppo democratico delle democrazie come tali: nuove soggettività politiche, partecipazione di cittadini competenti e autonomi, rispetto della dignità delle persone, nuovi bisogni, allargamento dei sistemi politici. Tutto questo si manifestò in quel decennio, e tutto fu respinto, la guerra tornò sulla scena del mondo, il Sud d'Europa e soprattutto il Mediterraneo furono abbandonati a esiti tragici. Questi temi furono colti e segnalati con grande anticipo in una singolare esperienza di ricerca promossa dal CRS, Centro Studi del PCI, che per quindici anni con la direzione di Pietro Ingrao provò a orientare il partito verso riforme del sistema politico e a contribuire da sinistra alla costruzione europea. La chiusura del partito a quei temi e a quelle proposte è un aspetto particolare del suo declino. Oggi l'interesse per quella vicenda, che l'autore ricostruisce dall'interno per il ruolo svolto nel CRS, è dato anche dall'attualità delle questioni irrisolte: le riforme istituzionali e costituzionali, l'unione politica dell'Europa, forme e ruolo delle nuove soggettività. -
Guerra di liberazione e sport popolare. Dal Fronte della gioventù all'UISP (1943-1948) Il caso di Firenze
Accostare le asprezze della guerra di Liberazione alla nascita dello sport popolare sembra essere un autentico azzardo, eppure l'esperienza fiorentina del Fronte della gioventù, che aveva partecipato in prima linea alla lotta contro il nazifascismo, dimostra che non è affatto così. Il volume ripercorre le vicende di un'organizzazione che ha avuto vita breve, ma che ha costituito un esperimento unico di autonomia rispetto all'allineamento partitico; un laboratorio di associazionismo e democrazia partecipata aperto alle iniziative politiche e culturali dal basso. Proprio nel delineare un programma di ricostruzione nazionale, il Fronte aveva indicato nello sport una delle leve attraverso cui i giovani avrebbero potuto tornare a vivere e a sperare, incoraggiandone la rinascita e una più ampia diffusione. Ed è a Firenze, sia in modo diretto sia attraverso i movimenti giovanili di altri partiti della sinistra, coinvolgendo la CGIL, il sindacato metalmeccanici FIOM, fabbriche e aziende come l'Officina Galileo, l'Officina motori delle ferrovie, la Società elettrica Valdarno, l'Istituto geografico militare, che il Fronte si è fatto, più che altrove, promotore della creazione di un'organizzazione nazionale per lo sport popolare. Sarà un'esperienza determinante, da cui avrà origine, pur in un percorso non lineare e carico di contraddizioni, la costituzione stessa dell'UlSP. -
Il sindacato nella città ferita. Storia della Camera del lavoro di Genova negli anni sessanta e settanta
Il libro ricostruisce la storia della Camera del lavoro di Genova dal 30 giugno 1960, giorno dello sciopero generale cittadino proclamato contro l'imminente congresso nazionale del Msi, al 24 gennaio 1979, giorno del barbaro assassinio di Guido Rossa, delegato della Fiom-Cgil nella fabbrica Italsider di Cornigliano, da parte delle Brigate rosse. Gli anni sessanta e settanta hanno rappresentato un ventennio cruciale per le sorti del capoluogo ligure. Attraverso una mole notevole di fonti a stampa e documenti inediti, provenienti per lo più dai fondi della Camera del lavoro e della Fiom di Genova, custoditi presso l'Archivio storico del Comune, il volume ripercorre le complesse vicende della Cgil locale, dalla ripresa operaia degli anni sessanta alla parabola decrescente degli anni settanta, passando attraverso lo straordinario ciclo di conflittualità sociale del 1968-1973. Gli avvenimenti sindacali vengono intrecciati alle diverse fasi economiche (il boom, la successiva congiuntura negativa, la deindustrializzazione e terziarizzazione del sistema produttivo) e alle differenti stagioni politiche (la crisi del centrismo, la parabola del centrosinistra, l'affermazione delle ""giunte rosse""""), con molteplici riferimenti anche ai mutamenti sociali e culturali che rendono particolarmente interessante il contesto genovese."" -
Filda CGIL. È stato bello... e noi c'eravamo
Nell'agosto del 2016 ricorrerà il cinquantenario della fondazione della Filda Cgil, il sindacato dei lavoratori delle assicurazioni oggi confluito nella Fisac, una storia di passione e di intelligenza collettiva che il gruppo dirigente del sindacato ha vissuto con migliaia di lavoratori. Così è stato possibile difendere anche gli interessi di milioni di assicurati, quando sono fallite le imprese assicurative. Centinaia di giovani nel corso degli anni sono stati poi attratti da questa nuova organizzazione, affermandosi nella direzione e costituendo la struttura portante della nuova Filda che in pochi anni diventerà il primo sindacato della categoria. La regola base si fondava sui valori della rappresentanza e della rappresentatività, del radicamento nei luoghi di lavoro e soprattutto sul primato dell'ascolto. La forza conquistata nelle aziende direzionali veniva utilizzata poi per difendere più efficacemente i lavoratori meno protetti e gli assicurati. Importanti i risultati conseguiti: contrattazione in tutte le pieghe del comparto, compresi i mondi difficili dell'appalto e dei produttori, salvaguardando lavoratori e utenti, con forme innovative individuate sul campo, in condizioni spesso molto difficili. I protagonisti di allora raccontano questa storia di lavoratori e cittadini. -
La costituzione bene comune
L'11 gennaio 2016 nella sala dei Gruppi Parlamentari della Camera si è svolta un'affollata assemblea convocata / dal ""Comitato per il NO nel referendum sulle modifiche della Costituzione"""" per esporre le ragioni della contrarietà ai contenuti di questa legge. Il Comitato per il NO è stato costituito prima della conclusione dell'iter parlamentare della legge, che avverrà nel mese di aprile con l'ultima lettura da parte della Camera. Si è tentato di ottenere almeno modifiche indispensabili degli aspetti più controversi, ma l'opposizione del Governo a qualsiasi cambiamento non lo ha reso possibile. Ad aprile, dopo la sua definitiva approvazione, il testo della legge verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ma non entrerà in vigore fino a quando ci sarà l'esito del referendum, ricorrendo i casi previsti dall'art. 138 della Costituzione. Il Governo ha voluto far credere che il referendum sia una sua gentile concessione, ma non è così. E la Costituzione che ne prevede la possibilità quando, al secondo passaggio, l'approvazione delle leggi costituzionali avviene con meno dei due terzi dei voti in almeno un ramo del Parlamento, come appunto si è già verificato al Senato. Questo volume si propone di far conoscere le ragioni che il Comitato ha messo in campo e che costituiranno la base per motivare la raccolta delle 500.000 firme necessarie per il referendum e, nel corso della campagna elettorale, per convincere le elettrici e gli elettori a votare quindi NO nel referendum costituzionale."" -
Fare storia, custodire memoria. (1945-2015) i primi settant'anni dell'UDI
I primi settant'anni dell'UDI (1945-2015) coincidono, non a caso, con i primi settant'anni della Repubblica italiana, con la sua storia, della quale la storia delle donne è parte costitutiva e integrante. Questo libro raccoglie le relazioni e gli interventi - rielaborati - delle protagoniste del convegno ""Fare storia, custodire memoria"""", svoltosi il 7 ottobre 2015 nella Sala Aldo Moro della Camera dei deputati, organizzato dall'Unione donne in Italia. Sono ricerche storiche, memorie e testimonianze che rilevano vicende sconosciute, fatti e aspetti inediti, ma soprattutto esprimono un'altra interpretazione della storia: quella delle donne nella Resistenza, quei """"cuori pensanti"""" """"che fecero un lavoro prezioso, ma più prezioso è quello che accadde nelle loro teste... non fu solo la Liberazione dell'Italia, fu la Liberazione delle donne""""; quella delle """"madri costituenti"""", che lasciarono un segno, ben più significativo allora che oggi; quella di donne che erano femministe, ma non avevano """"le parole per dirlo"""". Temi che ricadono tutti nel confronto sull'oggi - la seconda parte del libro - in un tempo in cui le donne non sono escluse, ma, alcune, cooptate e incluse nelle élite, mentre, le altre, vedono ridotti i propri diritti; un tempo in cui è difficile """"fare la differenza"""" nella politica, una politica non tanto per le donne, ma delle e con le donne; un tempo in cui """"la scuola non nutre le nostre ragazze libere"""". Una lunga storia, in cui l'UDI è sempre stata protagonista."" -
Commercio resiliente. Il mercato di Raibetta nel cuore di Genova tra precarietà e legittimità sociale
Un mercato clandestino, dove immigrati rivendono cose di seconda mano e provenienti da circuiti informali su lenzuola stese a terra, si sviluppa da vent'anni nel cuore della città di Genova a due passi dal Porto antico. Oggetto di vessazioni e sequestri continui, il mercato è stato mal tollerato con un'escalation di xenofobia e attacchi politici che lo hanno fatto sparire agli occhi dei genovesi nell'aprile 2015, alla vigilia delle elezioni regionali, vinte poi dal centro-destra. Nell'autunno 2015 il Comune di Genova ha quindi promosso un progetto di mediazione dal nome ""Chance"""" che ha portato all'emersione di un gruppo di emigrati con una nuova collocazione sotto le mura di Sarzano, a duecento metri dai luoghi scelti in passato, ma una parte del vecchio mercato resiste di notte nei portici di Sottoripa. L'inchiesta di tipo etnografico tra gli immigrati trovarobe racconta i percorsi a caccia di oggetti, la percezione della discriminazione di questo lavoro che diventa spesso camera di compensazione in periodi di disoccupazione. Le parole degli altri attori coinvolti (abitanti, commercianti, amministrazione e polizia) ci interrogano sulle dinamiche migratorie, sulla precarietà del mondo del lavoro in Italia, sul diritto all'utilizzo delle città da parte di nuovi e vecchi abitanti e sulle nuove povertà."" -
Per non tornare al buio. Dialoghi sull'aborto
Per non tornare al buio, a quegli anni oscuri in cui le donne erano costrette ad abortire in clandestinità. Ripensare l'obiezione di coscienza, che in Italia riguarda oggi oltre il settanta per cento dei medici, attraverso un dialogo fra ginecologi, obiettori e non obiettori, mettendo fine allo scontro ideologico su questo tema. Un libro di ascolto, nel quale la politica non sale in cattedra, e i medici, per la prima volta, con grande sincerità, raccontano le loro esperienze professionali e umane, e tutti, indistintamente, formulano proposte concrete, partendo da una premessa comune: tutelare la salute delle donne innanzitutto. Due diritti a confronto: quello delle donne a vedere applicata la legge e quello dei medici a esprimere l'obiezione di coscienza, quando seria e motivata. Il volume è anche il racconto, per le generazioni più giovani, del percorso straordinario di impegno civile, di mobilitazione delle donne che ha portato all'approvazione della legge n. 194/78 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Una memoria storica, un passaggio di testimone, per evitare di vanificare una legge che si propone di salvaguardare la salute e l'autodeterminazione delle donne, di prevenire l'aborto, di valorizzare i consultori familiari. Con la convinzione che, per affrontare il problema etico e morale dell'aborto, bisogna avere il coraggio di pensare a una società materna e a una politica materna. Per costruire una società libera dall'aborto. -
La società della prestazione
La sociologia ha fin dai suoi esordi ciclicamente individuato espressioni suggestive per descrivere il prodursi del mutamento sociale. In quest'ottica la descrizione del quadro attuale di riferimento deve fare necessariamente i conti con il precisarsi del cosiddetto paradigma «neoliberista». Più specificamente, il neoliberismo definisce un modello di governo sociale legato da un lato alla destrutturazione del tradizionale sistema di regolazione sociale dell'economia, dall'altro alla diffusione della competitività come criterio fondamentale di giudizio sul valore della soggettività. Tali processi, uniti alla crescente individualizzazione delle carriere di vita, delineano i contorni di un nuovo tipo di configurazione economica e sociale che possiamo definire con il termine di società della prestazione. Quest'ultima non solo manifesta la centralità crescente della retorica manageriale d'impresa nella società contemporanea, ma prefigura la nascita di una nuova antropologia e di un nuovo discorso sociale basato sulla centralità della performance come imperativo sociale. -
L' attuazione degli articoli 39 e 46 della Costituzione. Tre proposte a confronto. Atti del Convegno (Roma, 13 aprile 2016)
Il volume ospita relazioni e interventi del convegno che ha preso spunto dalla recente presentazione, da parte della Cgil, della proposta di legge di iniziativa popolare, ""la Carta dei diritti universali del lavoro, nuovo statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori"""" - il cui Titolo II è dedicato, appunto, all'attuazione degli articoli 39 e 46 della Costituzione - e dalla contemporanea emersione di altre due proposte di legge in materia, provenienti rispettivamente da un gruppo di studiosi giuslavoristi che si è dato il nome di «Freccia rossa» e da un altro di scuola napoletana. In merito alla riforma del sistema di contrattazione l'intervento legale dovrebbe fronteggiare gli accordi interconfederali del 2011 e del 2013, poi consolidati nel Testo unico del 2014, che, sia pure con difficoltà innegabili, le grandi confederazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro sono riuscite a costruire dimostrando una forte motivazione verso un sistema contrattuale ordinato e controllato. Per quanto riguarda invece la partecipazione dei lavoratori, una legge che ne consentisse l'avvio rappresenterebbe una vera e propria «rivoluzione culturale» rispetto alla cosiddetta cultura conflittuale che ha caratterizzato l'esperienza sindacale del nostro paese dal 1948 ad oggi. Il volume riporta altresì gli interventi alla Tavola rotonda che, nell'ambito del convegno, si è tenuta con la partecipazione delle forze sociali, nella consapevolezza di quanto sia importante che le riforme legislative in materia sindacale siano comunque aderenti alle aspettative delle organizzazioni di rappresentanza."" -
La schiavitù
Il libro si propone di indagare la storia della schiavitù da una prospettiva giuridica che, rispetto agli aspetti sociali, politici ed economici, è rimasta maggiormente nell'ombra. Eppure, il rapporto che permetteva di considerare un individuo proprietà di un altro e pertanto privo di ogni diritto o limitato nel suo esercizio era il frutto di una costruzione eminentemente giuridica. Sia il commercio degli schiavi che la loro condizione si basarono su un'attenta disciplina consuetudinaria e legislativa che, dietro le parvenze della neutralità e del rispetto, seppur minimale, dei diritti degli schiavi, manteneva e perpetuava una situazione di dominio di un uomo su un altro uomo. Il volume dunque, partendo dall'epoca classica, attraverso le servitù medievali, la schiavitù mediterranea e lo sviluppo del commercio atlantico, arriva fino alle nuove forme di schiavitù, che in maniera più subdola, ma non meno drammatica, caratterizzano la realtà contemporanea. -
Rapporto sui diritti globali 2016. Fortezza Europa, polveriera del mondo
Il Rapporto sui diritti globali è uno studio annuale, unico a livello internazionale, che analizza i processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali, osservati in un'ottica che vede i diritti come interdipendenti. La struttura del Rapporto, giunto alla sua quattordicesima edizione, è articolata in capitoli tematici, suddivisi in una panoramica generale e in Focus di approfondimento su alcune delle problematiche più rilevanti e attuali dell'anno. L'analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, dati statistici, riferimenti bibliografici e web. Il Rapporto sui diritti globali, contenente le analisi più approfondite, le cifre più aggiornate, il quadro più ampio, si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell'informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni. Ideato e realizzato dall'Associazione Società INformazione ONLUS, è promosso dalla CGIL nazionale, con la partecipazione di: ActionAid, Antigone, ARCI, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Gruppo Abele, Legambiente. -
Memoria
"Memoria"""", tra gli inediti conservati nell'Archivio Pietro Ingrao, è il primo che viene pubblicato. Datato luglio 1998, """"Memoria"""" si avvale di un dettato asciutto e di un movimento lineare e filante che ottengono, alla densa ricostruzione degli avvenimenti in prima persona, l'attrattiva di uno svolgimento congruente e partecipe. """"Ma dove sta, alla fine, il nodo irrisolto, il punto cruciale che ha portato non solo al crollo dell'Urss e del suo impero, ma più largamente a una sconfitta del movimento operaio mondiale nel chiudersi di questo secolo: insomma dove sta l'errore strategico che ha condotto il comunismo allo scacco? Sta nella linea della dittatura militare imboccata subito e fatalmente dai bolscevichi nel 1917? Oppure ha la sua fonte nello stesso marxismo e socialismo europeo, prima ancora di Lenin, facendo salva (ma non proprio tanto) la barba augusta di Karl Marx?"""" (Pietro Ingrao). """"Immaginazione nuova di istituzioni e 'individualità'. Sono temi e concetti ai quali Ingrao ha dedicato da gran tempo una costante riflessione rivolta alla soggettività umana, all'uomo quale universo multiforme. Una ricerca teorica legata ai quesiti emersi nel vivo e attivo operare ad una crescita ed espansione delle libertà, nella situazione storica determinata del «tragico» Novecento. A parere di Ingrao, infatti, è lecito convenire che le realtà, vuoi soggettive, vuoi di relazione, non solo si rivelano intimamente plurali e si affermano poliedriche e multiformi, ma producono complessità e come complessità agiscono. 'Dar conto della complessità': tale, dice, è il compito della politica. Della politica, puntualizza, che sia intesa a 'esprimere un allargamento dell'esistere' e si faccia dunque capace di articolare una praxis che determini le condizioni di allargamento dell'esistere, ovvero di espansione delle libertà. Dove, a ben vedere, la locuzione allargamento dell'esistere par qui giunta a sussumere il termine comunismo."""" (dallo scritto di Alberto Olivetti)" -
Bilateralità: quali prospettive?
Il libro raccoglie gli atti del seminario: ""Bilateralità, quali prospettive?"""", tenutosi a Napoli nei giorni 8 e 9 settembre 2015, in cui sono state approfondite le diverse dimensioni attraverso le quali si articola il mondo della bilateralità. Alle due giornate di lavoro hanno partecipato, in qualità di relatori, esperti provenienti dal mondo della ricerca, dell'università e della formazione, dirigenti sindacali, segretari nazionali confederali e di alcune importanti categorie. Il libro si articola in diverse sezioni. Una parte introduttiva espone l'analisi confederale nazionale sulle opportunità e sugli aspetti cruciali della bilateralità e sulle proposte della CGIL in merito. La prima sezione ricostruisce il percorso formativo nell'ambito del quale si è collocato il seminario di Napoli. La seconda sezione raccoglie gli approfondimenti tematici realizzati dagli esperti. La terza sezione è dedicata alla tavola rotonda alla quale hanno partecipato i segretari nazionali di alcune categorie. Il libro si apre con l'introduzione di Franco Martini, segretario confederale della CGIL Nazionale, e si chiude con le conclusioni di Fabrizio Solari, segretario confederale della CGIL Nazionale.""