Sfoglia il Catalogo feltrinelli044
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4541-4560 di 10000 Articoli:
-
Con parole loro. L'amore per il lavoro nella tempesta del postfordismo
Il lavoro negli anni della crisi è l'ingegnere neolaureato che ringrazia la sua buona stella per essere stato assunto come commesso in un supermercato e che fa il suo vero mestiere quando si rompe l'impianto di aria condizionata del punto vendita. È la ragazza trentenne, con laurea e master, che finisce per lavorare in una catena di abbigliamento come finta imprenditrice di se stessa. Poi ci sono gli operai, quelli come ce li immaginiamo, con la tuta da lavoro e i turni alle catene di montaggio. Più tecnologiche di una volta, ma con tempi di produzione sempre più stretti. Aziende in salute e aziende quasi decotte, fabbriche che viaggiano a pieno regime e fabbriche occupate per impedire il trasloco dei macchinari. Un mondo che è stato un piacere e un onore raccontare attraverso la lente di ingrandimento di chi non è solo lavoratore ma anche delegato sindacale, sempre in produzione. Nel segno di quella antica massima — l'unione fa la forza — che è alla base del movimento operaio fin dalla rivoluzione industriale. Presentazione di Sergio Cofferati. Prefazione di Curzio Maltese. -
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (2018). Vol. 2
Rivista fondata da Aurelio Becca e da Ugo Natoli. -
Gli strumenti finanziari
Quali sono le dinamiche dei mercati finanziari? Che vogliono dire default e spread ? E, soprattutto, quali rischi comportano gli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati…) che ci vengono proposti? Comprendere i concetti base della finanza ed entrare nei suoi meccanismi essenziali è il primo passo per prendere decisioni consapevoli quando ci troviamo di fronte a scelte che coinvolgono le nostre esi genze finanziarie, come la gestione dei nostri risparmi, il cui risultato è incerto e si rivelerà soltanto a posteriori. Spesso trascurati, i rischi finanziari hanno invece avuto negli ultimi anni un impatto devastante sui redditi individuali e sui bilanci degli Stati. È importante quindi disporre di un bagaglio minimo di conoscenze per affrontare la complessità dei diversi prodotti finanziari. L’obiettivo di questo volume è offrire, anche ai lettori digiuni di nozioni economiche, un’introduzione ai concetti chiave del funzionamento degli strumenti di base e dell’universo della finanza. -
Tentativo di dialogo sul comunismo
"Ingrao mi riceve in un salottino, attorno a un tavolinetto basso. Lui mi sta seduto di fronte, in poltrona. Dialogando con lui sulla sua esperienza di pensare e fare il Comunismo avevo l'impressione che quel che diceva fosse meno di quel che pensava e viveva. Sentivo una passione a monte del suo discorso, che il discorso smorzava e riduceva a semplici parole. Sto dicendo che, in un certo senso, chi ha vissuto tutta una vita per fare il comunismo, contrae un'esperienza che in un tempo non comunista non è dicibile e non è comunicabile. C'è tanto d'incomunicabile, al fondo di Ingrao, e forse per questo lui ha tentato le vie della poesia: la poesia suppliva all'impotenza della politica. Anche lui deve aver sentito la sperequazione fra ciò che voleva e doveva dirmi, e ciò che effettivamente diceva. Non ne era contento. Finiti gl'incontri, questa insoddisfazione lo spinse a chiedermi che non fossero pubblicati."""" (dalla Premessa di Ferdinando Camon" -
Conversando con Vincenzo Boccia. Industria motore di sviluppo
Il presidente di Confindustria racconta la sua storia, le sue convinzioni, i principi che guidano l'attività dell'imprenditore. E l'esperienza in Confindustria, fino al suo incarico di presidente. Vincenzo Boccia ripercorre i rapporti con i governi, da Berlusconi a Conte passando per Renzi. E quelli con i sindacati, dallo scontro sull'articolo 18 al Patto per la fabbrica. Ma affronta anche i problemi e le sfide che riguardano le imprese italiane, dal superamento del «piccolo è bello» all'innovazione dei processi produttivi e della governance aziendale. Sfide che mettono a dura prova le stesse associazioni di rappresentanza: l'uscita della Fiat da Confindustria, il ruolo delle aziende pubbliche, l'economia digitale sono alcuni dei delicati passaggi che l'organizzazione ha dovuto, deve e dovrà gestire. Reddito «di cittadinanza», «quota 100», il salario minimo orario per legge, la manovra di bilancio 2020 già ipotecata per 23 miliardi con le «clausole di salvaguardia» sull'IVA. Su tutti questi temi Confindustria dice la sua nella difficile interlocuzione col governo dopo gli anni della «disintermediazione». Boccia lancia la sfida del raglio del cuneo fiscale «tutto a favore dei lavoratori». La questione salariale comincia a diventare importante anche per gli imprenditori, ma non può essere disgiunta dalla produttività. Di qui la funzione della contrattazione, che, di nuovo, rimanda alle questioni della rappresentanza e del dumping salariale. Tutti temi che, secondo il presidente della Confindustria, vanno affrontati col metodo del confronto: col governo e con i sindacati. -
Conversando con Enrico Giovannini e Pierluigi Stefanini. Per un futuro sostenibile
L'attuale modello di sviluppo è insostenibile, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. Conflitti, cambiamenti climatici, disuguaglianze crescenti che determinano povertà e migrazioni di massa sono sfide che mettono in discussione la tenuta stessa del pianeta, non in un futuro ipotetico, ma da qui a poche decine di anni. Ecco allora che il concetto di «sostenibilità» diventa la chiave di volta per ripensare le direttrici dello sviluppo, tanto che l'Onu ha individuato in un documento («Agenda 2030») i 17 obiettivi da raggiungere entro i prossimi 12 anni per evitare il collasso. L'Italia, pur avendo fatto alcuni passi avanti nell'ultimo periodo, è ancora ben lontana dal raggiungimento degli standard previsti. Per questo quella attuale deve necessariamente essere «la legislatura dello sviluppo sostenibile». Questa è almeno la convinzione di Pierluigi Stefanini ed Enrico Giovannini, rispettivamente presidente e portavoce di ASviS, l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, nata proprio per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda 2030 e degli obiettivi in essa contenuti. Ma come stanno andando le cose? Il governo è sensibile a questo tipo di tematiche? Quella della «sostenibilità» può essere una battaglia intorno alla quale coalizzare una nuova esperienza politica anche a sinistra? Su questi grandi interrogativi, ma anche su molte altre tematiche (dal ruolo della cooperazione a quello dei corpi sociali, dal cambiamento del lavoro alla rivoluzione tecnologica), si confrontano Enrico Giovannini e Pierluigi Stefanini, dando vita a una conversazione schietta e vivace, capace di offrire spunti interessanti per la costruzione di una visione politica nuova. -
Conversando con Sergio Romano. L'Europa tra Trump, Putin e Xi
L'Europa appare sempre più debole nei confronti delle politiche aggressive degli Usa, della Russia, della Cina e di altre aree del mondo che si contendono gli spazi commerciali, tecnologici e finanziari della globalizzazione. Una situazione che dipende dalla forza degli altri paesi o dalla sua incompiutezza politico-istituzionale? In altri termini, sono più efficienti i regimi non democratici a contendersi gli spazi di crescita nel mondo piuttosto che i paesi con percorsi decisionali plurimi e dialettici? Stefano lucci intervista su questi temi Sergio Romano che, con la sua esperienza di diplomatico prima e di storico della politica oggi, analizza le caratteristiche e le diversità tra Putin, Trump, Xi, inserendole all'interno delle dinamiche presenti in altre aree del mondo per tornare a ragionare sul lungo «guado» in cui l'Europa si trova: le indecisioni strutturali sul suo sistema politico, la mancanza di competenze uniche continentali e il rafforzarsi del sovranismo. -
Il lavoro che cambia verso l'era digitale. Terza indagine sui lavoratori italiani
Questa terza indagine sui lavoratori si è svolta mentre è alle porte la rivoluzione digitale. I lavoratori italiani si mostrano preoccupati per gli effetti dell'introduzione delle nuove tecnologie, ma ancora di più appaiono insicuri e ansiosi per i problemi che stanno affrontando «ora»: in particolare per la tenuta dei loro redditi e per la stabilità dei posti di lavoro. Il ritratto che emerge dai dati dell'indagine costituisce un catalogo molto ampio delle diverse facce dei cambiamenti in atto tra i lavoratori italiani. Esso conferma alcuni aspetti noti ed importanti, come il buon livello di soddisfazione espresso da questi verso il loro lavoro e l'apprezzamento diffuso verso i miglioramenti ergonomici introdotti dentro l'organizzazione produttiva. Nello stesso tempo si manifesta nella percezione dei lavoratori il rafforzamento di alcuni problemi ormai cronici. Primo tra tutti quello dei bassi salari, che sovente diventano bassissimi, e che attecchiscono sempre più anche tra i lavoratori autonomi (ai quali viene per la prima volta dedicato un focus approfondito e di grande interesse). L'indagine ritrae - attraverso dati drammatici - anche un grande cambiamento in atto da tempo, che viene definito come «evaporazione della politica»: l'aumento della distanza tra lavoratori e politica e il loro sentimento crescente di essere trascurati e non rappresentati adeguatamente nella sfera pubblica. Un mondo del lavoro insicuro e bisognoso di nuove garanzie: che rivela però, insieme alle sue preoccupazioni, anche una inedita e rilevante domanda di nuovi beni pubblici e di riforme di grande spessore. -
Il mondo in casa. Indagine sulle badanti in provincia di Livorno
Apartire dal quadro analitico proposto da Tiziano Distefano e dai successivi saggi di Sandra Burchi e di Caterina Satta che mettono a fuoco il tema del lavoro di 'badante', il testo propone una riflessione su questa particolare attività dei nostri tempi. Non solo numeri e flussi migratori, ma anche storie di donne che si intrecciano con lo sguardo dei loro datori di lavoro e della rete di solidarietà che esiste nella città di Livorno e che, sostituendo il ruolo dello Stato, cerca di fare incontrare la domanda con l'offerta. Questo volume è il primo passo verso un'analisi più approfondita di questa tematica, realizzato mediante il contributo dello SPI CGIL livornese e grazie all'attenzione e alla cura degli autori. Prefazioni di Enrico Pedini, Giuseppe Bartoletti, Franca Taddei. -
Pio La Torre e la CGIL. L'impegno sindacale a Palermo e in Sicilia
Esiste una vasta letteratura sulla vita e sull'attività politica di Pio La Torre, a cominciare dal suo Comunisti e movimento contadino in Sicilia. Fondamentalmente, però, è tutta incentrata sul La Torre politico, che ha profondamente innovato la legislazione antimafia e si è battuto per la pace e contro la base missilistica di Comiso. Su La Torre sindacalista, dirigente della più grande organizzazione sindacale d'Italia, la CGIL, solo pochi e fugaci accenni. Eppure senza la sua lunga esperienza sindacale (1947-1962) Pio La Torre non sarebbe stato l'efficace legislatore antimafia che conosciamo e nemmeno quel costruttore di pace che seppe tessere il filo di vaste alleanze ed entusiasmare migliaia di giovani. Questo libro, voluto fortemente dalla Camera del lavoro di Palermo, vuole essere un contributo per conoscere meglio gli anni della formazione di Pio La Torre, i suoi primi incontri con i braccianti e i contadini poveri delle borgate palermitane e dei comuni della provincia. Ma, negli anni in cui guidò la Camera del lavoro di Palermo, Pio La Torre imparò a conoscere anche gli operai della città, in particolare la classe operaia per antonomasia, quella dei Cantieri navali. E teorizzò e praticò l'unità tra gli operai della città e i contadini delle campagne da contrapporre all'unità tra gli agrari meridionali e la borghesia industriale del nord. Il libro si ferma alla fine degli anni Cinquanta. Su Pio La Torre segretario regionale della CGIL viene scritto un breve epilogo, lasciando aperte le porte per successive e più approfondite ricerche. Prefazione di Susanna Camusso. -
Annali Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Il lavoro e l'attività della nuova Fondazione Giuseppe Di Vittorio (2017)
Dopo l'Annale 2016 dedicato all'attività dei principali istituti sindacali europei, l'Annale 2017, il secondo dopo la costituzione della nuova Fondazione Di Vittorio, vuole documentare il core business dell'attività della Fondazione. A questo fine è stata effettuata una drastica selezione dei temi affrontati dall'istituto nel corso del 2017 (uno fra tutti quello dell'immigrazione che ha visto una specifica pubblicazione del rapporto biennale), scegliendo un solo argomento fra i diversi che ogni operatore ha sviluppato. Nonostante questo lavoro di selezione l'Annale ha una dimensione molto ampia e alcuni settori non sono ricompresi, dalla sezione Educazione al lavoro della Biblioteca, della sezione Attività europee e della sezione Comunicazione, alle tante pubblicazioni ideate e curate. La scelta dei temi contenuti nell'Annale è stata così ricondotta a tre delle principali sezioni dell'istituto: Storia, Formazione e Ricerca, con l'elaborazione di quindici contributi distribuiti fra le tre sezioni. Molti dei contributi non riguardano solo la sfera nazionale, ma anche quella europea, per il riferimento non solo ai progetti europei ai quali l'Istituto partecipa, ma anche all'intreccio, sempre più evidente, che esiste fra le due realtà. L'Europa è il futuro e una buona Europa è l'obiettivo al quale anche la Fondazione Di Vittorio vuole contribuire con la sua attività specifica. -
Giorgio Benvenuto. Una vita per il lavoro e l'unità sindacale
«Non vivo di ricordi, vivo con i ricordi. Penso che ho fatto una vita importante, ho visto tante cose, tanti cambiamenti. Tanti miglioramenti. Mi piace il quadro di Pellizza da Volpedo, non c'è una bandiera. Ci sono loro. Le donne sono scalze, come quelle che vedevo io nel dopoguerra, nelle manifestazioni bracciantili degli anni Cinquanta. A Messina quando ero ragazzo vedevo la gente assalire la distribuzione degli aiuti americani per prendere il pane... però il paese è andato avanti. Nella mia visione io penso che non ti devi mai rassegnare, che le cose si possono migliorare. Ho fiducia nelle persone. Sono convinto che il sindacato che ha attraversato questa crisi tornerà centrale: sono troppo forti le diseguaglianze. Non so come, non so quando, il sindacato farà il suo mestiere. Non ho rimpianti. Nel sindacato, più che dire ho sbagliato, uno dice: ho perso. Ma abbiamo anche vinto tanto. La storia non si replica ma non si deve ignorare. Le battaglie che fai non coincidono con la tua, vita, hanno un'altra prospettiva. Tocca ai giovani. Non ho rimpianti. La cosa difficile è che tu ti rendi conto che sei di passaggio. Questa consapevolezza è mitigata dall'idea che gli altri continuano. Una visione che guardi avanti nel tempo. Ho avuto la fortuna di vivere questa fase in cui c'era amicizia, rispetto. E un orizzonte, un'idea di progresso sociale.» (Dall'intervista di Giorgio Benvenuto) -
La professionalità docente. Materiali per una critica sindacale
Sono anni che il movimento sindacale contrasta i provvedimenti volti a destrutturare l'impianto della scuola pubblica emerso con la sperimentazione e la legislazione degli anni Settanta e Ottanta; più consistente è invece la fatica di tradurre l'elaborazione critica e analitica in una progettualità declinabile sul terreno della materia contrattuale. La legge 107/2015, intercettando un bisogno di cambiamento nella valorizzazione professionale, ha fornito però una risposta irricevibile che riproponeva, in modo piuttosto confuso e con diversi anni di ritardo, i fondamenti culturali della svolta di matrice neoliberista. Concetti distinti come impegno, merito, professionalità sono stati mescolati al fine di rappresentare nell'immaginario collettivo una risposta al bisogno di riconoscimento professionale che costituisce uno dei punti più delicati del lavoro educativo, approdando inesorabilmente ad una logica di tipo aziendalistico. È in questa cornice che matura la proposta di un convegno sulla professionalità docente, promosso dalla FLC CGIL Piemonte e i cui risultati sono raccolti in questo volume, per rispondere all'esigenza di entrare in un terreno difficile da sempre per il movimento sindacale, ma necessario per definire una strategia complessiva in grado di tenere insieme la sensibilità pedagogica con il profilo identitario del lavoro e con il controllo sull'organizzazione del lavoro. I contributi che seguono la relazione introduttiva si sviluppano su percorsi articolati: dalla riflessione in materia di professionalità nella cornice ministeriale all'elaborazione sui contenuti professionali della docenza professionale, per concludere con la lettura sociologica delle relazioni sindacali nel comparto scuola. -
Neosocialismo
Sono tre le date che hanno segnato i giorni che stiamo vivendo: ""dicembre 1989"""" che decreta il collasso definitivo del socialismo sovietico; """"settembre 2008"""" che, con il fallimento della Lehman Brothers, dà avvio alla più grande crisi del capitalismo dell'Occidente; """"4 marzo 2018"""" che segna la più micidiale sconfitta della sinistra italiana nel dopoguerra. Il presente, in Italia e nel mondo, è tuttora dominato dagli """"effetti disordinanti"""" di questi avvenimenti e l'accumulo di disordine sembra quasi inibire oggi, specie a sinistra, una visione razionale della politica. In tale disordine la nuova destra ha un gioco più facile: l'""""America first"""" sembra diventato lo scudo dietro cui si nasconde la destra di ogni angolo del mondo. Allo spazio chiuso della destra, la sinistra non può però rispondere semplicemente con lo spazio aperto, cosmopolita: la sinistra può rispondere solo con un'idea di spazio aperto ma governabile. Oggi lo spazio potenzialmente governabile per la sinistra italiana può essere spazio europeo, uno spazio politico però in gran parte da conquistare e organizzare. Tale obiettivo è possibile solo reinterpretando la crisi innescata dal fallimento della Lehman, anche come straordinaria dinamica trasformativa. Tale dinamica ha il suo motore nella rivoluzione informatica - per i più, la più potente e pervasiva rivoluzione tecnologica della storia - che distorce, confonde, e persino acceca la capacità di lettura delle contraddizioni che il suo avanzare pure continuamente produce. Per questo è sommamente necessario un «riarmo teorico» della sinistra sociale e politica, pena lasciare il campo, nell'acqua sporca della crisi, a giullari e avventurieri di ogni risma. Questo lavoro è dedicato all'analisi della nuova «marca» di capitalismo, e ha il suo ancoraggio specifico nel Marx del capitolo sulle macchine dei """"Grundrisse"""", nella sua straordinaria e profetica attualità; nel Gramsci di """"Americanismo e Fordismo"""", oltre che nell'esperienza di dirigente sindacale e politico del suo autore."" -
Perché sono stato comunista. La ricerca del comunismo democratico
Il libro è una riflessione sul comunismo italiano, è la storia della militanza dell'autore nel PCI, dal 1960 in poi, attraverso i vari incarichi ricoperti a Torino, a Venezia, a Botteghe Oscure, e soprattutto attraverso i leader che ha conosciuto più da vicino e che più lo hanno coinvolto per la loro personalità e originalità. Scorrono i ritratti personali di Gramsci, Togliatti, Amendola, Pajetta, Ingrao, Nilde lotti, Natta, Napolitano, Napoleoni, Occhetto, Trentin. Spicca la figura di Enrico Berlinguer, che ha portato il comunismo democratico del PCI alle estreme conseguenze, fino all'aporia, svelandone la contraddittorietà. Nel libro non c'è nostalgia. La sinistra va reinventata: in Italia, in Europa, a livello globale. C'è la considerazione della tradizione. Tradizione significa custodire il fuoco, non adorare le ceneri. -
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (2018). Vol. 3: (Luglio-Settembre).
Rivista fondata da Aurelio Becca e da Ugo Natoli. Diretta da Umberto Carabelli. -
Il valore democratico della conoscenza
La transizione dall'era industriale all'era della conoscenza ridefinisce gli equilibri economici e sociali su scala globale e, come accade in ogni nuova fase della nostra storia, anche questa trasformazione non è neutra perché mentre si rompono i vecchi equilibri stenta a ricomporsi un quadro culturale e politico unificante. La conoscenza non solo sviluppa le facoltà di base e prepara le persone al lavoro, ma trasmette anche valori, crea abitudini, coltiva attitudini e forma i cittadini. Pertanto questo passaggio d'epoca ci richiama particolarmente sia alla responsabilità di definire un bagaglio teorico adeguato alle sfide da affrontare, sia alla necessità ineludibile di attivare politiche pubbliche nelle quali la conoscenza si configuri progressivamente come un nuovo diritto di cittadinanza: un momento fondamentale per la ricostruzione del tessuto sociale e uno strumento di liberazione e progresso civile. L'Italia affronta tale fase tra scarsità di risorse, riforme regressive e un dibattito pubblico insufficiente e spesso inadeguato. Governare in termini positivi il passaggio verso il nuovo modello di società non significa passare attraverso la riedizione di sterili esperimenti neoluddisti ma richiede forme innovative di regolamentazione e criteri redistributivi incentrati sull'equità. Solo in questo modo sarà possibile definire una visione condivisa del futuro. Contributi di: Salvatore Biasco, Elena Gagliasso, Raffaella Messinetti, Vincenzo Nesi, Michele Raitano, Fabrizio Rufo, Gianfranco Viesti. -
Scuola e Costituzione, tra autonomie e mercato
Il nesso tra istruzione e cittadinanza evidenzia come la crisi dell'istruzione sia strettamente connessa con la crisi della rappresentanza e la presa del populismo, vecchio e nuovo, sulle istituzioni politiche. Tramite una lettura critica dell'evoluzione della disciplina del sistema dell'istruzione in Italia attraverso varie riforme, fino alla legge sulla «Buona scuola» e alle iniziative che propongono la regionalizzazione dell'istruzione, l'autrice riflette sulle torsioni subite dalla scuola e dal concetto stesso di istruzione. Il tentativo di trasformare la scuola in impresa e di applicarle criteri mercatistici sembra aver prodotto criticità e disservizi, con l'accentuarsi delle diseguaglianze tra diversi ambiti sociali e territoriali. Un tassello centrale di questa vicenda è rappresentato dalla condizione dei docenti, soggetti ad una modificazione dello status giuridico che ne ha compresso i diritti, nonché all'abuso dei contratti a tempo determinato, che è stato alla base di un ampio contenzioso europeo ed interno. Nel lavoro, che prende avvio dalla riflessione sul disegno costituzionale del diritto all'istruzione, questo classico diritto sociale assume una coloritura più ricca valorizzando al suo interno contenuti di libertà, che ne sottolineano il legame con lo sviluppo della persona e la creazione di una cittadinanza consapevole. L'esame di dispositivi introdotti nella recente legislazione, come test INVALSI, alternanza scuola lavoro, obblighi vaccinali, è poi l'occasione per una riflessione sul significato odierno del diritto-dovere all'istruzione nel contesto della riflessione sui doveri costituzionali. -
Mi ricordo e canto
All'inizio della terza edizione di ""Ci ragiono e canto"""", registrata nel 1973 dalla Rai, Dario Fo spiega che le canzoni popolari che parlano del lavoro derivano direttamente, in tempi, lunghezze dei versi e delle strofe, dinamiche e ritmi, dalle operazioni del lavoro. Accompagnavano l'attività lavorativa mentre la si svolgeva e su di essa erano misurate. Ma non tutte le canzoni di lavoro sono inquadrabili in questa prima definizione, come ci avverte Roberto Leydi. Il mondo del canto popolare ispirato al lavoro è molto più ampio e variegato. Giulia Giannini ci offre in questo volume, evocativo fin dal titolo, """"Mi ricordo e canto"""", un panorama più ricco, sia dal punto di vista storico che da quello tematico, delle canzoni legate al lavoro. Nella sua esposizione si può seguire l'evolversi del tema del lavoro nelle varie condizioni economiche e sociali, influenzate anche dalla nascita di un movimento operaio organizzato. In origine prevale la denuncia delle condizioni di lavoro «nei campi e nelle officine». Dello sfruttamento, in termini di orari e fatica e di rischi per la salute e per la vita. Successivamente le canzoni di lavoro diventano canti di emancipazione e di lotta, in cui alle difficili condizioni individuali si affiancano i richiami alla battaglia dei lavoratori o le proteste per le tragedie collettive. Prefazione di Janna Carioli. Postfazione di Gaetano Sateriale."" -
Critica marxista (2018). Vol. 6: Novembre-Dicembre.
La storica rivista di cultura politica italiana, nata nel 1963, presenta indagini e commenti sull'attualità politica, sociale, economica, e riflessioni teoriche e storiografiche.