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Tramonti in bicicletta
Da Palermo alla Vetta d'Italia. Un viaggio solitario in bicicletta dopo l'isolamento del 2020 per riscoprire le bellezze dell'Italia risalendo lentamente lo stivale. Nessuna programmazione, nessuna tappa obbligata: solamente tanti pensieri. Pedalare aiuta moltissimo a scrivere, a recuperare i pensieri, a mettere in ordine le idee. Libertà è un concetto talmente volatile da non poter essere fissato su un foglio di carta. Ha bisogno di essere respirata tra la polvere, il sole accecante, il caldo cocente, la pioggia fredda e il vento gelido di una strada. E andare in bicicletta è questo. È libertà. È felicità. È rapportarsi in maniera diretta e senza alcun intermediario con l'ambiente che ci circonda, entro cui sei immerso e dove non desideri altro che rimanerci quanto più a lungo possibile. È sofferenza. E talvolta questa sofferenza diventa dolore. Ed è bellissimo. -
Bombe a mano austriache (1914-1918)
Ritorna disponibile un libro esaurito dal 2001. All'interno si trova la repertazione di tutte le bombe a mano austriache: difensive, offensive, per fucile, a liquidi speciali, incendiarie e a tubo di lancio. Prefazione di Gianni Pieropan. -
Elementi di didattica pedagogia musicale
Un testo che sviluppa ampiamente i contenuti indicati dal Decreto Ministeriale 616/2017, nell'ambito dell'acquisizione dei 24 crediti necessari per accedere ai concorsi a cattedre nella scuola secondaria. La didattica e la pedagogia musicale sono affrontate sotto l'aspetto storico, metodologico e legislativo: si citano i maggiori autori e le problematiche attuali, particolarmente cruciali nella nostra epoca segnata da grandi e rapide trasformazioni tecnologiche e sociali. -
Il concerto per violoncello e orchestra
Questo libro nasce dall'esigenza di trovare risposte alla classica domanda: c'è una musica adatta per la distensione, l'attivazione, la nevralgia, smettere di fumare e ricominciare a mangiare, migliorare la riuscita in matematica e far ricrescere i capelli? Sono convinta di no, non esiste una panacea musicale se intesa come Chopin, Debussy o Sakamoto. Eppure, dalla mia esperienza di musicista, studiosa ed amante della musica, mi sono accorta che certi stili, certe scelte musicali, formali, timbriche e strutturali messe in relazione con le esperienze di vita degli ascoltatori danno risultati di un certo interesse dal punto di vista della modificazione del proprio modo di sentirsi e quindi del proprio comportamento. L'obiettivo è offrire spunti di riflessioni supportati da studi autorevoli, nonché nozioni e suggerimenti pratici essenziali per operare una scelta cosciente e ragionata del materiale sonoro il più possibile calzante con il soggetto preso nella sua unicità -
Libro della pace col poema di Giovanna d'Arco
Il Libro della pace è un testo per molti aspetti originale e sorprendente. È stato scritto da un'autrice, Christine de Pizan, abituata a muoversi in un universo maschile, una scrittrice e poetessa che ha sempre affrontato nella sua scrittura i problemi del mondo femminile, difendendo da un punto di vista sociale e politico il ruolo delle donne nella colta e raffinata élite cortigiana della Francia del Quattrocento. Ma in questo caso Christine produce un'opera ancora più stimolante, per il suo tempo e anche per i lettori di oggi: un trattato sul buon governo, pieno di consigli acuti e concreti, e sempre mediati da un'autentica, profonda fede, su come ottenere e gestire l'imprendibile tesoro della pace. Dedicato al delfino Luigi di Francia, duca di Guyenne, e scritto in occasione della conquista di una pace sia pure non durevole nel tragico volgersi di eventi della Guerra dei Cento anni, presenta una sorprendente particolarità: è stato ultimato nel 1413, cioè cento anni prima di un altro trattato sul buon governo, destinato a diventare una pietra miliare nel suo genere, Il Principe di Niccolò Machiavelli. Il volume è arricchito da una breve, ma straordinaria opera in poesia: il Poema di Giovanna d'Arco, un testo unico, in quanto l'unico scritto quando l'eroina della travagliata Francia del Quattrocento era ancora in vita, ma anche l'ultimo di questa autrice, Scrive Bianca Garavelli nell'Introduzione. -
Ivan Illich e la sua eredità
Oggi sono in molti a richiamarsi al pensiero di Ivan Illich, ma spesso ignorando la sua complessità e il dubbio sistematico che caratterizzava la sua opera. Illich è stato un critico spietato di tutte le istituzioni - scuola, medicina, professioni, sistema del lavoro, coppia - e delle invenzioni automobili, televisione, media, computer - che rendono l'uomo dipendente e schiavo di sistemi totalizzanti. Sempre scomodo, Illich ha costruito un pensiero radicale che può essere compreso solo se lo si conosce nella sua interezza e lo si pone accanto alla vicenda umana del pensatore. In questo ritratto che di lui delinea chi gli è stato vicino per più di vent'anni come amico, come allievo indisciplinato, Franco La Cecla, ne ricostruisce la figura umana, la passione e la forza di critico devastante e il mondo di relazioni che Illich aveva creato e a volte disfatto. -
La vera nascita di Maigret
Un mito non nasce dal niente, ma ha, com'è buona regola, i suoi tempi di maturazione, nei quali comincia a manifestare i tratti che lo identificheranno dopo la nascita. Così, prima di dare a Maigret il volto che conosciamo, Georges Simenon scrisse quindici romanzi dove protagonisti sono altre figure di detective. Come e dove è nato, dunque, Jules Maigret, commissario di polizia? Ha veramente visto la luce su una chiatta abbandonata in un porto olandese, dove il suo autore si era rifugiato per scrivere? In questa che potrebbe essere l'ultima impresa del Commissario, un'indagine su se stesso, Francis Lacassin ricostruisce la ""vera nascita di Maigret"""" al di là dei falsi indizi disseminati dall'abile Simenon. Seguendo le orme del Commissario nella sterminata produzione precedente di gialli e di romanzi popolari a forti tinte, con cui il giovane scrittore si guadagnava la vita sotto i più vari pseudonimi, Lacassin offre un affascinante esempio di come si costruisce un eroe popolare, ricavando dalle opere quelle lezioni di ideazione e di scrittura che Simenon non si sarebbe mai sognato di mettere sulla carta, ma che indirettamente offriva nel suo entusiasmo di rappresentarsi, farsi intervistare, raccontarsi e inventarsi, sotto la spinta di una energia e facilità creativa sotto la quale scorre una lucida e profonda consapevolezza dei segreti del proprio mestiere di scrittore."" -
Civiltà medievale sulle Alpi occidentali
Con la loro imponenza vertiginosa, il clima difficile e il profilo tanto splendido quanto inquietante, le Alpi sono sempre state una presenza ambivalente per le civiltà che le hanno frequentate e vissute. Ma al contrario di quanto si possa pensare, non hanno mai rappresentato una barriera invalicabile, anzi. Percorse da strade, sentieri e mulattiere, solcate da torrenti e fiumi, le Alpi sono state sin dalla remota antichità un crocevia che ha visto transitare senza soluzione di continuità popoli e civiltà, ora con il passo marziale degli eserciti, ora con il pacifico vociare dei pellegrini e dei mercanti. Il passaggio è stato particolarmente intenso nel Medioevo grazie alla presenza della Francigena, l'«autostrada» percorsa da chi, da nord, si dirigeva a Roma e poi in Terrasanta e in Oriente, ma anche da sovrani e contadini, monaci e predicatori, artisti e letterati. Arricchite dai continui scambi, le comunità delle valli alpine hanno dato vita nel Medioevo a una civiltà sorprendentemente feconda che trovava la sua espressione tanto negli assetti politico-sociali e nei culti quanto nelle lingue parlate e nell'arte. Provare a raccontare la complessità e il fascino della civiltà medievale delle Alpi, mostrarne almeno in parte le tante bellezze spesso nascoste e cercare di coglierne, per quanto possibile, la straordinaria e multiforme eredità è l'ambizione di questo libro. -
Il colore le donne il vino il canto. Vita di grandi pittori vigezzini. Cavalli, Fornara, Ciolina, Peretti, Rastellini...
«È questo, insomma, un romanzo. Un romanzo dove i vari destini dei singoli, dai più complessi ai più semplici, si confondono in un unico destino comune. Il romanzo di un'intera popolazione e di un'intera vallata.» (Dalla Presentazione di Marcello Venturi) -
Giorni felici con Leonardo Sciascia
Roma 1983. Albergo Nazionale. Leonardo Sciascia siede in un salottino verde, ordina un caffè, poi comincia a parlare. Fu quello il primo incontro di Antonio Motta con Leonardo Sciascia. Da allora gli incontri si moltiplicano fino alla morte dello scrittore, avvenuta nel 1989. Motta rievoca quei memorabili ""giorni felici"""" in un vero e proprio racconto da cui la personalità, le malinconie e le passioni dello scrittore ormai anziano emergono attraverso i suoi gesti, i suoi silenzi, le sue stesse parole dette e scritte (nelle interviste e in alcune lettere che vengono qui pubblicate). Un ritratto in bianco e nero che rivela pensieri, ricordi, sentimenti e riflessioni inedite di uno dei maggiori scrittori del Novecento."" -
Di spalle
Wank, pittore non ancora quarantenne, in un'estate pingue e paralizzante attraversa un periodo di crisi. Non gli piace il suo lavoro di grafica ornamentale su compensato per le vetrine di un negozio. Ha pochi amici che non lo capiscono e che si rivolgono a lui per superare i loro problemi coniugali. Lo annoiano le cenette estive con i vicini di casa, invadenti e volgari. Non riesce a capire perché i negozi di scarpe offrano un campionario di sandali tanto ricco e preferisce uscire a mani vuote piuttosto che scegliere. Per fortuna c'è il piccolo Sämi, un ragazzino down che gioca sotto casa. Per fortuna ci sono i piccoli enigmi dell'esistenza che ancora riescono a stupirlo e l'ironia con la quale riesce a prendere in giro se stesso. -
Da quaresime lontane
Un insegnante ha deciso di lasciare la scuola per fare il becchino. Un uomo è ossessionato dall'incapacità di ""impacchettare"""" le cose e i discorsi. In una cascina sperduta la presenza di un diavolo-serpente semina il panico. Un musicante da balera decide di darsi al contrabbando. Un padre è alle prese con i propri figli proiettati verso la modernità e con i propri fantasmi che ritornano dal passato. Questi racconti prendono avvio da fatti minimi di una realtà locale, il paesaggio ticinese, tra montagne, paesi che sembrano abbandonati, luoghi fisicamente e psicologicamente impervi, per tessere pensieri, divagazioni, associazioni di immagini e di idee, richiami letterari, piccole biografie di personaggi non illustri. Tra comico e grottesco, tra lirica e sarcasmo, Giovanni Orelli crea raffinate architetture a spirale che quando sembrano allontanarsi dal fulcro primario della narrazione, vi ritornano sorprendentemente."" -
Voce da una nube
Maurice prepara un piccolo bagaglio, prende la bicicletta e pedala verso la campagna animato da una curiosità nevrastenica. Poi, il buio. Si risveglia su un prato, la sua vita è implosa. ""Fissavo il cielo e non mi potevo muovere. Intorno a me tutto sembrava vacillare e sul punto di spezzarsi"""". Da quel momento vivrà nei letti d'ospedale; dovrà reimparare a camminare, ad accettare gli esseri umani, a rinunciare alla morte. """"Non poter fare una cosa è come farla doppiamente in qualche altro modo"""", scrive Jakob von Gunten, un personaggio di Robert Walser per certi versi affine a Maurice. E difatti quest'ultimo trasforma il proprio impedimento fisico in un caleidoscopio interiore. Anche in preda agli accessi di febbre Maurice sa osservare il dolore e le contraddizioni dell'animo umano con lucidità, offrendoci alcune tra le pagine più profonde e toccanti mai scritte sulla vita d'ospedale, senza per questo rinunciare a sfrenate evasioni nei mondi raffinati e a tratti perversi della sua immaginazione. Ma alla fine è un atto d'amore che rende possibile la speranza e sottrae."" -
Sentieri. Valle Verzasca, Leventina e Bedretto. Vol. 4
Centri di riferimento, capanne e rifugi, equipaggiamento necessario, itinerari, cenni etnografici. -
Le forme linguistiche dell'ufficialità. L'italiano giuridico e amministrativo della Confederazione Svizzera
Quale italiano si scrive a Berna? E quali sono i criteri che guidano chi è chiamato a concretizzare il principio costituzionale della pari dignità dell'italiano in ambito federale? Studiosi e addetti ai lavori offrono in questo volume uno spaccato dell'uso della lingua italiana nel contesto istituzionale federale svizzero, analizzando alcune tipologie testuali chiave per i rapporti tra Stato e cittadini, come i comunicati stampa, le pagine Internet o gli atti normativi. Ne risulta, per la prima volta in modo così ricco e circostanziato, un quadro fedele della realtà ufficiale della terza lingua svizzera, la quale si trova a dover dialogare criticamente con le altre lingue ufficiali svizzere e con le altre varietà di italiano, ma anche a dover soddisfare precise esigenze di uniformità, certezza e chiarezza, e ad adeguarsi alle forme imposte dai nuovi mezzi di comunicazione. -
Che razza di ebreo sono io
Bruno Segre prese coscienza della propria identità ebraica a otto anni, brutalmente, quando le leggi razziali lo costrinsero ad abbandonare la scuola pubblica. Ci tornò solo nel 1945. Nel frattempo vede il padre morire in maniera drammatica, la madre assumere il ruolo di capofamiglia e riuscire a passare indenne attraverso i rischi di deportazione dopo l'8 settembre. Ai Segre andò bene, ma parenti e amici perirono nella Shoah. Laureato con Antonio Banfi, collaboratore di Adriano Olivetti, insegnante nel Canton Ticino, Segre ha lavorato poi soprattutto nell'editoria e collaborato a giornali e riviste. Dopo la pensione è divenuto attivissimo esponente di una minoranza critica della Comunità ebraica: ha visto infrangersi il mondo nuovo che Israele sembrava promettere negli anni Sessanta, ha contestato il progressivo nazionalismo sionista, ha cercato attivamente soluzioni di convivenza tra Israele e Palestina. La sua storia personale, qui raccontata in una serrata conversazione con Alberto Saibene, diventa il paradigma di un popolo irrequieto, che non ha mai smesso di interrogarsi su se stesso. -
La carta delle arance
Antichi aeroplanini al decollo, bolle di sapone... Non è infrequente, tra le metafore del fare poesia, l'immagine dello stacco da terra, della levitazione. Ma quella trovata da Pietro De Marchi nella poesia che sigilla ""La carta delle arance"""" e gli dà titolo ci porta assai peculiarmente dentro le ragioni e le pulsioni di un'esperienza di scrittura in cui hanno parte fondante, radicale, la consapevolezza dell'effimero e, ad avversarla, l'ostinazione che pretende l'iterazione del miracolo. Capiamo allora, giunti al punto apicale del libro e della trilogia che esso conclude, come De Marchi sia riuscito - accensione dopo accensione, verso dopo verso - a farci riconoscere, nel volto del bambino protagonista della poesia di congedo, il nostro stesso volto. Lo ha fatto alimentando il desiderio di esserci, di essere chiamati a testimonianza, di poterci affacciare sulla scena per una qualche minima battuta che ci perpetui: fino a che il desiderio si dissolve e insieme si realizza nell'affidamento alla capacità di ascolto di questo straordinario captatore di voci, detti, storie, ritmi."" -
La mosca e la ragnatela-The fly and the spider web. Ediz. bilingue
"Boggeri mi chiama nel suo studio e comincia a raccontarmi una storia di ragni e di ragnatele. E con le sue bellissime mani, le mani più belle che io abbia mai toccato, traccia diverse tipologie di ragnatele nello spazio. Finalmente arriva alla grafica e mi dice che spesso la grafica svizzera è perfetta, ma spesso di una perfezione inutile. Utile, la ragnatela, sarebbe diventata solo quando infranta dalla mosca. È così, che grazie a lui, è cominciata questa ricerca del senso nel mio lavoro.""""" -
Anche in italiano! 100 anni di lingua italiana nella cultura politica svizzera
In occasione dei cento anni (1917-2017) del Segretariato di lingua italiana - oggi Divisione italiana dei servizi linguistici centrali della Cancelleria federale - il volume di Verio Pini ricostruisce la storia di questa preziosa istituzione a difesa dell'italianità in Svizzera. È l'autunno del 1917 quando il Consiglio federale decide di creare presso la Cancelleria un Segretariato di lingua italiana e di pubblicare anche in italiano il Foglio federale svizzero. A quel primo passo segue un lungo processo di rafforzamento dello statuto dell'italiano, a lato della progressiva costruzione dello Stato federale. Nel 1969 il Segretariato diviene Segreteria per la Svizzera italiana e la presenza dell'italiano si consolida anche in Parlamento, per poi evolvere verso un'effettiva parificazione rispetto alle altre lingue ufficiali, nell'amministrazione federale e nei lavori parlamentari, dal 1991 in poi. Nel volgere del secolo, grazie alla nuova Costituzione e alla legge sulle lingue nazionali, il plurilinguismo istituzionale si afferma come principio di Stato, diviene paradigma per la comunicazione e premessa indispensabile per una piena partecipazione di tutti alla vita politica. La ricorrenza che si celebra quest'anno diventa allora l'occasione per rileggere criticamente e da un'angolazione inconsueta un aspetto importante della vita culturale e politica della Svizzera di lingua italiana - intendendo con ciò Ticino, Grigioni e italianità diffusa nel Paese - e per riflettere sul potenziale del plurilinguismo istituzionale e sul ruolo che dovrà continuare a svolgere anche in futuro. -
La verità di Michelangelo Pistoletto. Dallo Specchio al Terzo paradiso. Catalogo della mostra (Ascona, 30 maggio-26 settembre 2021). Ediz. italiana e inglese
Il catalogo documenta l'opera permanente realizzata da Pistoletto con grandi sassi levigati dal tempo sul Monte Verità, nel Canton Ticino, e le 40 opere, tra dipinti, quadri specchianti e installazioni da lui esposte nelle sale del museo comunale d'arte moderna di Ascona nel 2021.