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Il prefetto rappresentante dello Stato ai servizi del cittadino
I primi anni del duemila sono stati anni fecondi non solo per il coraggioso tentativo di ridefinire gli assetti istituzionali, in particolar modo quelli dei vari Dicasteri, inserendoli in un prezioso disegno configurante una nuova statualità cioè un nuovo modo di essere e di rappresentare lo Stato. Sono stati anni fecondi pure per la riconfigurazione di un nuovo ruolo del prefetto in generale e del prefetto in particolare come Rappresentante dello Stato e del Governo, un prefetto più vicino al territorio e ai Governi che sul territorio animano la loro azione, soprattutto più vicino ai cittadini che vivono sul territorio con i loro bisogni e le loro ansie, tesi a ricevere risposte alle loro legittime aspettative, proprio da parte dei responsabili della cosa pubblica. Si è trattato di configurare uno Stato più leggero, meno forte ma più forte, più orientato e preoccupato di svolgere le funzioni essenziali per la crescita e la difesa di una civile convivenza, più responsabile di garantire i diritti civili e sociali del cittadino, più autorevole nel sollecitare e nel sostenere i Governi locali e regionali nell'assolvimento della loro delicata missione istituzionale, più consapevole del nuovo ruolo e della sua importanza in una società complessa connotata da una difficile globalizzazione ricca di positività, ma pure di tante negatività. -
Dal cuore della tenebra all'apocalisse. Francis Ford Coppola legge Joseph Conrad
Un serrato ""corpo a corpo"""" tra un capolavoro indiscusso della letteratura inglese del Novecento, il conradiano """"Cuore di tenebra"""", e """"Apocalypse Now"""", il film-monstre di Coppola. La follia della guerra e gli aspetti più turpi del colonialismo, la discesa agli inferi nel cuore nero dell'uomo e della civiltà. Temi fondamentali e sempre attuali, che però non esauriscono le ragioni di questo ulteriore lavoro su due delle opere cardine del secolo appena passato. Voci diverse, provenienti da ambiti disciplinari molteplici (dagli studi letterari alla comparatistica, dalla storia agli studi sul cinema, dalla psicoanalisi alla filosofia), si rincorrono e si interrogano, in questo libro, sulla forza e sul senso plurimo dell'incontro della scrittura personale e altra di Conrad con il cinema visionario e destabilizzante di Coppola. Ne emerge un quadro complesso e articolato, in cui in gioco non sta la lettura di una trasposizione cinematografica di un capolavoro letterario, ma il rapporto aperto e conflittuale tra immagine e scrittura, tra storia e mito, tra il desiderio di potere e l'indagine sui limiti dell'umano. Un rapporto che è, ancora oggi, drammaticamente attuale."" -
McJob. Il lavoro da McDonald's Italia
McJob. Con questo termine coniato in riferimento ai lavoratori della McDonald's, la multinazionale del panino più famosa al Mondo, si indica nel linguaggio comune il lavoro sottopagato, sfruttato, mortificato e iper-flessibile. In sostanza i McJobs sarebbero il simbolo dei lavoratori ""sfruttati"""" del XXI secolo globalizzato e le vittime estreme di una cultura del lavoro neopredatoria espressa dalla McDonald's. Ma è davvero così? Questo libro sostiene la tesi contraria a quella denigratoria, spingendosi fino a definire il lavoro da McDonald's (Italia) un esempio virtuoso. Tesi sostenuta a seguito di un'indagine empirica sulla realtà dei McJobs made in Italy, e senza nessuna concessione a suggestioni ideologizzanti. McJob, quindi, come simbolo positivo di una cultura ispirata alla stabilità del lavoro, alla meritocrazia, a una sana flessibilità, alle pari opportunità e a concrete possibilità di carriera per tutti."" -
L' Italia che vorrei
È davvero una chiara idea dell'Italia, e del suo futuro, quella che emerge dal nuovo libro di Gianfranco Fini che, lungi dall'esercitarsi in questioni di politica corrente, guarda direttamente in faccia i problemi e propone, in vari casi, soluzioni, bypassando le bassezze di una certa politica e restituendoci quella che dovrebbe essere la vera missione di una politica ""alta"""", lungimirante, fondata su una rigorosa etica pubblica, e proiettata nel futuro. Ne emerge un libro denso di contenuti e di proposte in cui Gianfranco Fini si misura sui principali problemi aperti nella società italiana ed in quella europea: sulla questione, sempre in divenire, dello stato della democrazia e dei diritti e doveri dei cittadini, sulla vitalità della Costituzione e sul futuro del Parlamento, sui nodi irrisolti della nostra economia, sulla vexata quaestio del federalismo fiscale, sui veri nodi della giustizia, della ricerca scientifica e del sistema delle infrastrutture. Infine, il libro si chiude con un appello ai giovani a tener sempre vivo lo spirito della Costituzione."" -
Oriana Fallaci scrittore
Oriana Fallaci, la più famosa penna femminile del giornalismo italiano, è qui riletta nella continuità di un'opera che attraversa, nelle sue luci e ombre, i drammi del Novecento fino all'apocalisse delle torri newyorkesi. Viene qui delineata la mappa di una rotta finora intentata, quella che vuole attraversare la vita e gli scritti della sulfurea autrice fiorentina nella loro completezza. Un'immersione nello sguardo vigile e pungente della giornalista che ha calcato le scene internazionali grazie alla sua qualità di pensar male, la cui Olivetti Lettera 32 ha fatto tremare i potenti, battendo il ritmo del cosiddetto secolo breve. Ne emerge una Fallaci liberata dalla zavorra delle polemiche e strumentalizzazioni politiche, rivestita dei panni a lei più consoni: quelli di ""scrittore"""". Prefazione di Marino Biondi."" -
Donne indifese in Calabria
Nel 1859 a Londra, una lady vittoriana, Emily Lowe, pubblica ""Unprotected females in Sicily, Calabria and on the top of Mount Aetna"""", resoconto di un viaggio in Calabria e in Sicilia intrapreso in compagnia della madre, senza scorta e con un leggero bagaglio per non subire la presenza di scomodi gentlemen. Prima donna in Inghilterra a ottenere la patente di capitano navale e ad attraversare il mediterraneo al comando di uno yacht da 350 tonnellate, Emily Lowe rompe gli stereotipi delle viaggiatrici quali intrepide zitelle con parasole, pellegrini in gonnella e pioniere del picnic. Pienamente consapevole dell'unicità del viaggio intrapreso, la scrittrice fa spesso intendere al lettore di essere un'autentica traveller e non una semplice turista e, appena sbarcata sulla spiaggia di Reggio esclama: """"Evviva Calabria! Terra che pericoli romanzeschi proteggono dall'invasione dei viaggiatori"""". Pur cadendo nei tranelli degli stereotipi e dei pregiudizi che spesso caratterizzano i diari di viaggio, Emily Lowe ci regala un delizioso ritratto al femminile della regione e dei calabresi dell'epoca non mancando di volgere lo sguardo verso la società ospitante per sottolinearne anche i tratti positivi."" -
Fenomenologia del cinepanettone
I cinepanettoni: film di enorme successo e autentici cult contemporanei. Malgrado ciò rimangono, a livello di studio, ancora praticamente inesplorati. Questo libro è una storia analitica di un fenomeno unico per la cui comprensione si offrono vari spunti, mettendo l'enfasi soprattutto sull'aspetto carnevalesco, perfino utopico del filone. Oltre ai capitoli dedicati alla spesso negata varietà di tale produzione filmica, alla diffusa nostalgia sentita per il suo capostipite (""Vacanze di Natale"""" del 1983), e all'analisi del consumo dei cinepanettoni condotta mediante questionari in rete, il libro contiene un'ampia e vivace selezione delle numerose interviste condotte dall'autore con attori, registi, produttori, critici e fan."" -
I Romani nella terra del Vello d'Oro. La Colchide e l'Iberia in età romana
"Come fosse famosa questa terra nel mondo antico, è testimoniato dai miti che ci narrano del viaggio di Giasone"""". Così il geografo e storico Strabone venti secoli fa scriveva dell'antica regione della Colchide, situata sulla riva orientale del Mar Nero, nel Caucaso, nel territorio che fa parte dell'odierna Georgia, più volte ricordata nelle fonti sia greche sia romane e nota come la Terra del Vello d'Oro, meta del leggendario viaggio degli Argonauti. L'antica Georgia, composta dalla Colchide e dall'Iberia e posta proprio sulla linea di confine tra Europa e Asia, fu per molto tempo un vero e proprio teatro di guerre tra imperi, regni e stati militarmente, politicamente ed economicamente potenti e aggressivi. Il libro ripercorre la storia dei rapporti politico-militari tra Roma e la Colchide e l'Iberia, vale a dire l'antica Georgia, focalizzando l'attenzione su questa terra, posta ai margini tra Oriente e Occidente." -
Attualità della fenomenologia
Si può parlare di una attualità della fenomenologia e in particolare della fenomenologia di Husserl? Negli ultimi decenni si è assistito a un singolare ritorno alla fenomenologia sulla scena filosofica. Come mai? Anzitutto, essa si presenta come una via percorribile per chi non intenda rinunciare alla filosofia abbandonandosi a più o meno oscuri irrazionalismi. In secondo luogo essa mostra una positiva capacità di interagire con le scienze: senza sminuirne la portata, la fenomenologia intende sottrarle ai dogmatismi e alle superstizioni che ne minacciano la razionalità. In terzo luogo, la fenomenologia, proprio in quanto impegnata in una fedeltà all'esperienza, svolge una funzione critica nei confronti delle dottrine esplicative totalizzanti (scientifiche o filosofiche). L'impostazione fenomenologica porta con sé una dimensione anti-ideologica che non cessa di testimoniare la sua fecondità filosofica: essa invita a non staccarsi da quella fonte originaria di senso che è il nostro esperire, in cui sono chiamati a radicarsi i percorsi costruttivi e ricostruttivi delle teorie. -
Eduardo e il suo Monologo tra cinema, teatro e storia. Con DVD
Il ritrovamento negli archivi della Cineteca Nazionale di ""Monologo"""" (1949-1950), cortometraggio inedito sul Piano Marshall interpretato da Eduardo De Filippo, offre lo spunto per una serie di riflessioni in cui, sullo sfondo del secondo dopoguerra, si intrecciano vicende di cinema e pratiche teatrali. Il dvd contiene, oltre alla versione restaurata di """"Monologo"""", """"Considerazioni di Eduardo"""",""""I fantasmi siamo noi!"""" e un'intervista a Giovanni Nacca."" -
Le proiezioni mafiose al Nord
Il mafioso con la coppola storta e con la lupara appartiene a un mondo lontano. Molti uomini di 'ndrangheta che sono nostri contemporanei ""non portano addosso fucili o pistole, ma armi più potenti e più insidiose, le chiavi d'accesso alle loro finanze, che ripongono in eleganti valigette 24 ore, debitamente firmate. Hanno rapporti solidi e stabili con professionisti, uomini della finanza, politici, imprenditori"""". È questa la vera mutazione che sta avvenendo in Lombardia e in altre aree del Nord. È la più straordinaria e subdola attività di penetrazione di capitali e di uomini mafiosi che sia stata compiuta negli ultimi decenni perché sta contaminando il sistema economico nelle sue parti vitali. Oramai le mafie non sono più solo un problema del Mezzogiorno d'Italia, ma dell'Italia intera, delle zone più produttive del nostro paese."" -
Nuovi modelli organizzativi nella pubblica amministrazione. Dall'e-government all'opena data
Stiamo assistendo negli ultimi venti anni ad una importante evoluzione, alcuni parlano di rivoluzione, indotta dalle nuove e più sofisticate conoscenze e competenze in ambito ICT. Molti settori sono stati ""first mover"""" in questo campo, ma anche molti """"follower"""", quali ad esempio quelli connessi ed erogati dalle pubbliche amministrazioni, si sono dovuti adeguare. In Italia grazie anche alla emanazione dell'Agenda Digitale Europea si assiste in questi ultimi anni ad una evoluzione """"obbligata"""" a tappe forzate. Negli ultimi quindici anni abbiamo visto, in realtà, molte sperimentazioni ma solo poche reali innovazioni sono state introdotte nei rapporto PA-Cittadini e PA-Imprese. Attualmente il verso sta cambiando. Si assiste sempre più ad una graduale dematerializzazione dei documenti e processi amministrativi, nonché ad una disponibilità di servizi dedicati senza limiti spazio-temporali. Ovvero sembra che ci si stia incamminando sul percorso della creazione di una Pubblica Amministrazione realmente vicina alle esigenze dei suoi utenti e principali clienti, ovvero cittadini ed imprese."" -
Vedere la disabilità. Per una prospettiva umanistica
Una barriera trasparente separa le persone con disabilità da chi ne è privo: la difficoltà di vedere la disabilità, sottraendola alla rimozione che ancora l'avvolge. Per tentare di abbattere la barriera, il testo propone di adottare una prospettiva umanistica che offra una fenomenologia dei modi parziali e distorti in cui la disabilità è stata ed è vista, aprendo, al tempo stesso, alla possibilità di una diversa e piena visione, fondata su un nuovo umanesimo in cui la vulnerabilità sia cifra essenziale dell'umano. I diversi saggi del testo si propongono come un contributo alla definizione di tale prospettiva. Dalla riscoperta delle tracce lasciate dalle persone con disabilità nella storia e nella letteratura del mondo antico, si passa alle analisi, condotte tra storia, sociologia e comunicazione massmediale, delle contraddizioni del nostro tempo, diviso tra tendenze inclusive e rischi di emarginazione e stigma. La linguistica, la filosofia e lo studio di diverse forme di rappresentazione artistica aprono inoltre spazi di riflessione su come sia essenziale, per muovere verso un nuovo umanesimo, tentare di dire, pensare e raffigurare la disabilità. Il testo chiude con esperienze di pittura guidate che traducono in immagini il vissuto di persone con disabilità mentale. -
Sviluppo rurale e povertà in Africa australe. Le sfide del millennio
Dopo l'elaborazione dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030), il rapporto tra povertà, sicurezza alimentare e le questioni politiche dello sviluppo agricolo e rurale viene identificato in questo volume come il nesso mancante tra la crescita economica di molti Paesi africani e la mancata riduzione dei tassi di povertà nel continente. Il volume approfondisce alcuni studi di caso in Africa australe, dove le trasformazioni del mondo rurale hanno un impatto centrale nella ridefinizione degli assetti politici e, quindi, nella sostenibilità dei processi di sviluppo e di democratizzazione. -
Mezzo secolo di ritardi. Saggi sul crimine organizzato in Liguria
Il punto centrale di questo studio è stato quello di rilevare le modalità di interazione dei ""nativi"""" - i cittadini """"liguri"""" - nei confronti di situazioni e fenomenologie a """"rischio criminale"""" o dichiaratamente """"mafiose"""". Il tema principale del lavoro non è stato soltanto quello di analizzare la presenza delle criminalità organizzate nei territori lontani dalle loro terre di origine. Non si è neppure inteso ripercorrere la loro storia criminale a partire dalle sole attività di indagine giudiziaria. Ciò che ha guidato il pensiero dell'autore è stato stabilire come due fenomeni diversi e (apparentemente) distanti tra loro (le criminalità organizzate e il contesto sociale ligure) si siano correlati e su quali nessi causali l'uno abbia dato man forte all'altro, nel divenire dei decenni che dal secondo dopoguerra ci hanno accompagnato fin qui. La ricerca ha affrontato, a partire dalla gestione e dal controllo dei mercati illegali, l'espansione dei sodalizi criminali nei settori dell'economia lecita e, in particolare, i meccanismi che hanno portato queste ultime a rapportarsi con """"mondi sociali"""" così lontani (si pensi al contesto sociale, a quello politico, dell'imprenditoria locale, ecc.) fino a interagire tra loro tentando di servirsi l'uno dell'altro. A partire da questo assunto, si è tentato di comprendere al meglio la genesi e l'evoluzione dei rapporti di potere intercorsi tra gruppi, organizzazioni, leadership, approdate da territori """"stranieri"""" e coloro che vivono e operano in luoghi """"nativi""""."" -
Diritto, religione e politica nell'arena internazionale
Le dinamiche tra dimensione politica e fattore religioso costituiscono uno degli snodi più importanti all'interno dello spazio globale. La nuova forma giuridica della sovranità statale e l'intreccio a rete tra sfere multiple di governo della società civile richiedono l'allestimento di paradigmi innovativi necessari a declinare valori ""spendibili"""" a livello universale. Le religioni, come organizzazioni di interessi e come catalizzatori di bisogni afferenti la sfera individuale, svolgono un ruolo centrale all'interno di questa arena (sovente conflittuale) manifestando condotte differenti - a seconda della diversa matrice culturale di riferimento - di fronte alle richieste dei poteri pubblici a ricomporre equilibri finalizzati alla convivenza pacifica e civile. Si tratta perciò di verificare quanti margini, sotto il profilo politico e giuridico - oltre che sociale ed economico - sono ancora possibili ordinare per offrire a tutti gli attori coinvolti in questa esperienza l'occasione per lasciare un segno di speranza per le sorti dell'umanità. Questo volume raccoglie spunti di riflessione differenti, utili a """"farsi un'idea"""" del modo come provare a costruire un discorso pubblico sensibile alle mutate condizioni dei tempi, capace di includere senza stabilire premesse culturali escludenti e organizzato per categorie valoriali aperte."" -
Teologie della proprietà privata. Dai miti delle origini ai nuovi dei della finanza
Il problema della giustificazione della proprietà privata attraversa l’intera storia umana. A lungo il dibattito ha fatto prevalentemente ricorso ad argomenti teologici o comunque metafisici (dai miti mesopotamici ai giusnaturalisti). La secolarizzazione e positivizzazione del diritto, che ha caratterizzato le fasi iniziali della modernità capitalistica, si è dovuta misurare con due influenti culture critiche: la dottrina sociale della Chiesa e il marxismo. Con la globalizzazione ritorna un sistema economico e giuridico basato sull’individualismo possessivo. Le giustificazioni del neoliberismo appaiono a molti una nuova teologia: il mercato come Dio, è stato detto. Il libro ripercorre nelle grandi linee l’intera vicenda, e sottolinea l’attualità della dottrina sociale della Chiesa, e del nesso che essa instaura tra questione sociale e questione antropologica. -
La guerra è l'unico pensiero che ci domina tutti. Bambine, bambini, adolescenti nella Grande guerra
Negli anni della Grande guerra, una raffinata macchina di propaganda coinvolse militari e civili, tra questi ultimi non furono risparmiati bambini e adolescenti che ebbero un ruolo centrale nelle rappresentazioni e nelle pratiche della mobilitazione. Essi sono i protagonisti di questo volume che, saldando il genere alla categoria della guerra totale, analizza gli effetti della “cultura di guerra” nella sfera pubblica e privata, le ricadute sulla letteratura e sui giocattoli che, da strumento ludicoeducativo, si trasformano in simbolo dell’appartenenza alla nazione e dello sforzo bellico. Il conflitto si insinua nelle vite dei giovani testimoni e tra le pieghe della memoria, irrompe e spezza la quotidianità, genera conseguenze negative. Il grande evento è per molti portatore di separazioni, rottura di legami familiari e affettivi, ma le “scritture bambine” lasciano affiorare insieme alla materialità dell’esistenza, il loro coinvolgimento, la fascinazione provata. La soglia domestica è oltrepassata dalla forza degli eventi, dalla martellante propaganda capace di far vibrare le corde dell’emotività, di spronare la partecipazione, mentre rappresentazioni e realtà si intersecano restituendo una duplice versione del conflitto bellico: “alla guerra lontana”, di cui parlano le maestre e i tanti giornalini, fa da contro altare la “guerra vicina”, quella vissuta nel quotidiano, che è diverso a seconda dell’appartenenza sociale e di genere. Nella maggioranza dei casi, le due dimensioni, quella della rappresentazione e dell’autorappresentazione, si intrecciano e le prime entrano a far parte dell’esperienza individuale e collettiva, producono emozioni, condizionano giudizi, favoriscono scelte, stimolano l’impegno. -
Cinema e storia (2018). Vol. 1: Storia e storie delle audience in era globale
Lo studio delle audience ha attraversato come un basso continuo tutta la storia della ricerca sul cinema. Tema di sfondo, accessorio rispetto ad un'analisi concentrata sul film: sui suoi autori, sui suoi contenuti, sulle sue estetiche, sul suo funzionamento. Lo spettatore era insomma sempre dietro le spalle dello studioso: attento a quanto accadeva sullo schermo, ma assai meno a chi affollava (fino a un certo punto almeno) le sale. Da questa posizione liminale, la riflessione sulle audience cinematografiche ha guadagnato negli ultimi anni un'inedita rilevanza. Più il dispositivo cinema, inteso come apparato tecnologico e come insieme di testi e di pratiche di fruizione, si allontanava dal canone classico, più gli studiosi si rivolgevano allo spettatore, unico elemento della formula a restare, se non stabile, almeno identificabile. Ecco così un fiorire negli ultimi anni di ricerche sui pubblici di cinema: quelli occidentali, su cui già si comincia a lavorare negli anni Ottanta, complice la svolta revisionista della ricerca storica in ambito cinematografico, e quelli non occidentali, verso cui spingono le prospettive della world history; gli spettatori che ancora vanno in sala e quelli che vedono i film in televisione o sugli schermi dei propri laptop; gli spettatori di un tempo e quelli di oggi. Il numero 1/2018 di 'Cinema e Storia' è dedicato proprio a questo tema: negletto per molto tempo, oggi oggetto di un recupero energico che ne fa un campo di sperimentazione di metodi, letture, approcci. I saggi qui contenuti offrono uno spaccato prezioso delle sensibilità, degli oggetti e delle tecniche di ricerca storica sui pubblici di cinema. Completa la rivista la sezione Stile libero con una conversazione con Ermanno Olmi, un saggio sul musical, uno sulla fabbrica della storia e uno sul dialetto romano nel cinema; oltre alle segnalazioni cinematografiche ed editoriali dell'ultima stagione. -
Esperienza morale e conoscenza. Per una critica dell'esperienza
Come tutte le esperienze di relazione, l'esperienza morale nasce come una costrizione, come qualcosa che nega una presupposta libertà arbitraria. Essa non accade, ma è il prodotto di un processo conoscitivo, di una vera e propria attività di legiferazione, rispetto alla quale ci sentiamo obbligati. In realtà, a partire dall'esperienza dell'obbligo, facciamo esperienza dell'autonomia. Nell'analizzare da un punto di vista storico-filosofico il concetto di esperienza morale, il volume, facendo riferimento al fondamentale contributo di pensiero di Hermann Cohen, mette in luce in che senso si possa e si debba affermare che l'esperienza morale è possibile solo grazie alla conoscenza e ad una critica dell'esperienza e, per far questo, pone in discussione il modo in cui Martin Heidegger, con la sua ermeneutica della fatticità, ha inteso l'esperienza effettiva della vita, l'esperienza come essere-nel-mondo.