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Grande Tony. Little Tony. Storia matta di un cuore rock
Little Tony potrebbe essere considerato solo un cantante come tanti altri che hanno avuto il loro momento di gloria nei favolosi anni Sessanta e poi, dopo l’inevitabile declino dovuto alle nuove mode, hanno cercato di restare faticosamente a galla per tutti gli anni seguenti. In realtà Little Tony è stato innanzitutto, insieme a Celentano, il pioniere del rock in Italia. Quando esplose il rock’n’roll qui da noi, anche personaggi come Giorgio Gaber o Luigi Tenco si cimentarono, giovanissimi, con la nuova travolgente musica. E con loro tanti altri. Ma Little Tony lo ha fatto meglio e lo ha fatto per tutta la vita, sempre fedele a se stesso e assumendo una connotazione rock anche nel look. Questo libro, che colma un’evidente lacuna nel mercato editoriale italiano, racconta gli aspetti più importanti della sua storia di uomo e di artista. Il racconto è arricchito dalle parole di chi lo ha conosciuto e lo ha amato: il suo primo biografo, che scrisse un breve libro su di lui nel 1970, gli amici più intimi, il parrucchiere e il meccanico di fiducia, musicisti che hanno lavorato con lui, registi che lo hanno diretto in veste occasionale di attore, collezionisti, l’amicone di sempre Bobby Solo. E infine il cantautore italiano per eccellenza, Francesco De Gregori, che ha raccontato la genesi della dolcissima ""Come un anno fa"""" e, con reverenza, ha ammesso che un artista come Little Tony, la cui popolarità era calata proprio con l’avvento dei cantautori, andrebbe necessariamente rivalutato. Questa biografia ha l’ambizione di delineare finalmente un profilo giusto e veritiero del Grande Tony."" -
João Gilberto. Un impossibile ritratto d'artista
João Gilberto Prado Pereira de Oliveira è uno dei personaggi più geniali della musica del Novecento, in costante ricerca tra tradizione e innovazione, uno sciamano che trasforma in oro tutto quello che tocca. Il chitarrista brasiliano è uno degli inventori del celebre ritmo della Bossa Nova che ha dato origine, alla fine degli anni Cinquanta, a un genere inimitabile. João è un tutt'uno con la chitarra e, sin dagli esordi con i gruppi vocali, è ossessionato dalla ricerca di un nuovo modo di suonarla al punto da concentrarsi unicamente su di essa, anche a costo di isolarsi dal mondo. La sua caparbietà proverbiale gli ha permesso di creare un disco clamoroso, ""Chega de saudade"""", considerato da tutti l'album che ha gettato i semi della Bossa Nova, e di continuare la sua ricerca, imperniata sui brani tradizionali della musica popolare brasiliana. Miles Davis dichiarò che avrebbe potuto suonare bene anche leggendo un elenco telefonico, mentre per Caetano Veloso, João Gilberto è meglio del silenzio. Il libro è il risultato di una ricerca decennale basata su documenti d'archivio e propone un ritratto d'artista dettagliato e appassionato, che mette in primo piano la storia di João Gilberto e analizza, nel dettaglio, dischi ed esibizioni. Nell'ultimo capitolo, infine, si descrive il rapporto privilegiato che João ha con Malia, attraverso le recensioni dei concerti dei giornali italiani e i racconti di chi ha vissuto quei momenti speciali. Prefazione di Sergio Hovaghimian e presentazione di Francesco Raiola."" -
Istrioni e sirene. Vol. 2: Da Aretha Franklin a Willie Nelson
Con questo secondo volume prosegue il denso e animato percorso alla scoperta delle voci più significative e creative del panorama nordamericano del Novecento (e oltre), nell’articolato spazio canoro che prende il via dai grandi maestri emersi nei primi decenni del secolo scorso e in particolare dai ruggenti anni Venti, quelli di Louis Armstrong, Al Jolson, Bing Crosby, Ethel Waters, Bessie Smith, espressioni sorprendentemente affini di un formidabile melting pot etnico e culturale. Voci che attraverso la prosa immaginifica e il gusto per il dettaglio dell’autore vengono esplorate a fondo nei loro tratti stilistici e interpretativi, partendo da uno o più album particolarmente rappresentativi e andando a toccare l’intera opera discografica di ciascun artista. Sviluppato alfabeticamente dalla signora del soul, Aretha Franklin, al genio del country “fuorilegge”, Willie Nelson, il libro raggiunge tante altre figure di primissimo piano come i giganti del blues Albert e B.B. King, John Lee Hooker e Muddy Waters, la regina del jazz Billie Holiday, quella del R&B Etta James e quella del gospel Mahalia Jackson, gli innovatori del soul Curtis Mayfield e Donny Hathaway, i grandi baritoni Johnny Hartman e Al Hibbler, il poeta del country Merle Haggard (e il “Sinatra delle taverne honky tonk”, George Jones), l’assassino del rock’n’roll Jerry Lee Lewis, divi di varie epoche come Judy Garland, Lena Horne, Peggy Lee e i Manhattan Transfer. Ma va anche a esaminare carriera, stile e impatto emotivo di numerosissimi artisti “minori” legati per diversi motivi ai protagonisti principali di Istrioni e sirene: interpreti magari di modesta risonanza o vicini ad essere dimenticati ma in realtà memorabili per originalità e tensione espressiva e per la capacità di evocare i valori della loro epoca. -
Nascono da sole e sanno chi sei. Vasco e Ligabue nelle loro canzoni
"Nascono da sole e sanno chi sei"""" è un viaggio tra gli album e le parole di Vasco Rossi e Luciano Ligabue, un confronto dedicato ai due nomi più amati del rock italiano, un approfondimento originale e libero attraverso i testi delle canzoni. Dopo l'introduzione e i cenni biografici, viene presentata un'analisi degli album. La parte centrale, a metà tra la nuvola di parole e il dizionario di citazioni, seleziona elementi (condivisi e non) tra i due canzonieri, con richiami e curiosità. Una raccolta elaborata utilizzando anche strumenti dell'analisi testuale, con l'informatica a sostegno di anni di ascolto, nel rigore delle parole e con la passione per le canzoni, per le emozioni che sanno suscitare. La terza parte si sviluppa intorno a """"canzoni allo specchio"""", con confronti su temi che spaziano dall'amore all'universo femminile, dalla famiglia al soprannaturale, dalla rabbia al dolore e alla voglia di vivere. Il volume si conclude con """"contaminazioni"""", accostando frasi dei due a quelle di altri cantautori. Fin dal titolo il libro affianca citazioni per accompagnare il lettore nel viaggio dentro i brani dell'uno e dell'altro, dai pezzi più duri alle ballate romantiche. Tra la vita spericolata e i sogni di rock'n'roll, il Roxy Bar e il Bar Mario, Sally e la piccola stella senza cielo. Dai palchi di provincia agli stadi e ai record internazionali, da """"La nostra relazione"""" a """"Luci d'America"""". Un omaggio a due artisti di primissima grandezza nel nostro panorama musicale, alle parole che i due rocker emiliani hanno regalato a ciascuno di noi negli ultimi quattro decenni. Un modo nuovo per ascoltarli e per amarli, accarezzando le suggestioni e le emozioni che si colgono nelle loro canzoni. Circa 2000 citazioni da 324 canzoni di Vasco e Ligabue." -
Nudi di canzone. Navigando tra i generi attraverso musica e parole
Quanta musica c’è dentro a una canzone? Cos’è “canzone d’autore”? E il rock come si riconosce? Quand’è che una canzone è nuda? Come la si spoglia? Togliendo il superfluo? Cos’è superfluo? A queste e altre domande cerca di rispondere Nudi di canzone. Ragionando per sottrazione, l’essenziale di una canzone dipende dagli elementi (testo, melodia, interpretazione, strumentazioni, arrangiamenti, armonia, ecc.) di cui non si può fare a meno, ma che non sono sempre gli stessi: dipende dal genere. Il “corpo canzone”, perciò, varia da genere a genere. C’è un solo denominatore comune: la presenza di musica e parole. Questo è il motivo del titolo. Se la popular music contiene al suo interno tutto quello che non è “musica colta”, questo libro si occuperà di una parte di essa: cioè della canzone moderna, in particolar modo di quelle italiane che presentano parole e musica. Il volume raccoglie saggi sui principali generi di canzone, scritti da alcuni dei migliori critici musicali italiani per ogni ambito specifico. Il libro è alla sua seconda edizione. Rispetto alla prima, del 2010, i saggi sono stati rivisti e ampliati. La strada del volume è quella che conduce per gradi a giustificare la tesi secondo cui è imprescindibile tener conto dei generi per la corretta valutazione della canzone, partendo da ciò che caratterizza questa forma d’arte: l’unione di musica e parole. -
Ministri. Suoniamo per non lavorare mai
I Ministri erano tre ragazzini tra i banchi del liceo Berchet di Milano. Il preside forse ancora li aspetta. In cortile però non si può più fumare. In cantina ora c’è una sala prove e digitando Ministri su Google escono prima loro di quelli che stanno al governo. Davide, voce e basso, è rimasto fedele a Porta Romana, dalle aule al terzo piano vede casa. Federico, penna e chitarra, che avrebbe preferito fare Scuola di fumetto, è cresciuto in Piazzale Susa. Michele, il batterista, in corso Lodi. Conoscersi era una probabilità geografica. Anni in giro da band emergente, le canzoni su Myspace, le cover, cercandosi le prime date da soli o partecipando a concorsi dall’affidabilità discutibile, fino ad arrivare alla prima etichetta e a quel primo disco con l’euro in copertina. Iniziano ad affermarsi alcune delle caratteristiche che diventeranno punto di riferimento per i fan e per gli stessi Ministri: le giacche e le locandine. Ma soprattutto iniziano ad affermarsi i loro valori, il loro non venire a patti con la decadenza morale e l’omologazione, il loro racconto crudo di quello che succede dentro di noi e intorno a noi. Tutto questo con testi criptici, pregni di metafore, ma che scivolano via come la poesia più lineare che esista. Si crea così, live dopo live, una stretta empatia col pubblico, un pubblico che pian piano cresce e urla a ogni canzone la propria disillusione, sentendosi capito, libero. Ecco arrivare le prime soddisfazioni, dalla radio ai sold out nei più grandi live club d’Italia, dalle major al passaggio su Blob, ma, soprattutto, ecco come una rock band è riuscita a ritagliarsi un importante tassello nella storia della musica italiana. -
Percorsi postmoderni del rock
Il filosofo francese Lyotard definisce il postmoderno come un nuovo paradigma della conoscenza che accompagna l'avvento delle nuove tecnologie ma, prima ancora che il termine entrasse nel lessico filosofico e sociologico, i semi di una nuova era erano germogliati nel campo delle arti. Dalla letteratura all'architettura, e a partire dal fertile retroterra dell'America di fine anni Cinquanta del Novecento, l'estetica postmoderna ha sostituito la classicità fino a giungere a rappresentare il mainstream della cultura contemporanea. Non-linearità del racconto e dello sviluppo, accostamento e integrazione di stili apparentemente incompatibili, sperimentazione di nuovi modelli formali hanno preso il posto dei parametri tradizionali dell'arte occidentale, ereditati in ultima istanza dall'antica Grecia. A partire dagli anni Sessanta, il rock, straordinario fenomeno musicale intrecciato con storia e cultura, è uno dei frutti più autentici di questa rivoluzione. Moderno nei mezzi utilizzati, postmoderno nel modo in cui tali mezzi sono funzionali a un linguaggio che vede insieme la ciclicità infinita del blues e la ricerca melodica multiculturale, il rumore e lo stile cristallino, fino ad arrivare all'integrazione etnica e culturale. Il risultato è un variegato arcipelago di forme e stili che, pur nel sostanziale esaurimento delle spinte propulsive che si verifica da qualche anno a questa parte, permea la musica di oggi, facendosi colonna sonora di un'epoca tuttora in divenire verso ciò che verrà dopo. -
Zero, nessuno e centomila. Lo specifico teatrale nell’arte di Renato Zero
La musica di Renato Zero non è solo musica. Un concerto di Renato Zero non è solo un concerto. Parte da questi due semplici assunti l’idea di Zero, nessuno e centomila, viaggio nella carriera di uno degli artisti più eccentrici e longevi della storia della canzone italiana alla ricerca di quell’elemento tutto teatrale che è alla base dell’unicità, dell’originalità della sua produzione. Seguendo l’evoluzione della proposta artistica di Renato Zero, dalla sua formazione fino alle pubblicazioni più recenti, avvalendosi anche della testimonianza di alcuni collaboratori, il libro mette in luce le modalità, i meccanismi scenici e drammaturgici grazie ai quali la sua musica diventa a tutti gli effetti teatro. Individuati i punti di riferimento teatrali che avrebbero indirizzato il giovane Zero (Petrolini, Poli, Bene…), il volume accompagna il lettore a scoprire i primi tentativi dell’artista alle prese col palcoscenico in opere come Orfeo 9 di Tito Schipa jr e Anconitana di Gianfranco De Bosio, per poi entrare nel vivo del laboratorio creativo, e dunque della scena, di Renato Zero, andando a studiare da vicino la sua tecnica compositiva e performativa. Conclude il volume una puntuale disamina dei concerti-spettacolo più significativi di Zero come cantattore e vero e proprio regista. Metà saggio e metà racconto, ora analitico ora narrativo, un po’ pop e un po’ letterario, Zero, nessuno e centomila si propone così come uno studio alternativo ma indispensabile per chi voglia approfondire o scoprire il “fenomeno Zero”. -
Ambulance songs. Non dimenticare le canzoni che ti hanno salvato la vita
"Ambulance Songs"""" è un inclassificabile atto d'amore e devozione nei confronti della musica e del potere salvifico delle canzoni. Un libro commosso per """"non dimenticare le canzoni che ti hanno salvato la vita"""" e per un'erotica della musica, che deponga le ostilità dell'interpretazione in favore del sentimento poetico. Gli autori Luca Buonaguidi e Salvatore Setola propongono narrazioni inconsuete rispetto ai classici registri della critica, prediligendo di brano in brano uno stile emotivo, intimo e in consonanza poetica con lo spirito dei diversi brani scelti e in cui poesia e prosa si affiancano in interazione reciproca, per raccontare i due emisferi dell'ascolto nell'attimo esatto della scossa sismica prodotta dalla musica nell'anima di un appassionato. Il volume ha la struttura di un cofanetto con tanto di ghost track, bonus track e contenuti extra - a cura degli ospiti Diego Bertelli, Carlo Bordone e Claudio fabretti - e copre una moltitudine di generi, epoche e tematiche: dalla ribellione all'amore, dalla follia alla malinconia, dal dolore alla spiritualità. II risultato è una playlist eterogenea che affianca pietre miliari a capolavori dimenticati, ma soprattutto un kit di pronto soccorso per musicofili in crisi di senso. Un invito alla catarsi attraverso la musica." -
Italia d'autore. 1965-1985: il periodo d'oro dei cantautori dal vinile al Cd
Dal vinile al Cd: decine di cantautori hanno scritto la storia d'Italia, diventando protagonisti dello spettacolo e della cultura e rimanendo dei giganti anche agli occhi di chi è venuto dopo. De André, Battisti, Dalla, Battiato, Guccini, De Gregori, Fossati, Rossi e tutti gli altri compaiono ora in un racconto ragionato e inserito nel contesto storico di un fenomeno unico nel mondo della musica, ancora del tutto vivo. Un solco è stato tracciato prendendo le mosse da figure come Gino Paoli e Sergio Endrigo, e attraversando tutti i fenomeni — storici, d'attualità, di costume — che hanno caratterizzato un periodo particolarmente vivido per il nostro Paese. E accanto ai giganti, ecco raccontate anche le figure ""laterali"""", i pensatori alternativi, i personaggi sempre in grado di buttare all'aria lo spartito, da Luigi Tenco a Rino Gaetano, da Gaber e Jannacci ad Alberto Camerini. """"Italia d'autore"""" si propone anche di fornire il contesto, con uno sguardo rapido ai fatti della storia e uno più approfondito ai dischi che uscivano nel mondo in contemporanea, per capire meglio in quale terreno di coltura i capolavori dei nostri migliori autori sono nati, si sono sviluppati, sono cresciuti e sono arrivati fino ai negozi di dischi. Una guida per riscoprire con piacere dischi e persone in grado di lasciare tracce indelebili nella musica e nella cultura italiana."" -
Mamma Roma. La terza scuola di cantautori della capitale
Questo libro è una foto di gruppo che immortala i protagonisti della nuova scena cantautorale romana e un viaggio nei luoghi-simbolo di questa generazione di giovani fenomeni.rnrn«C’è un cuore che batte nel cuore di Roma», direbbe Antonello Venditti: è quello della nuova scena di cantautori della Capitale. Calcutta, Tommaso Paradiso e i suoi Thegiornalisti, Coez, Carl Brave x Franco126, Niccolò Contessa / I Cani, Gazzelle, Galeffi, Motta, Ultimo, ma anche Giulia Ananìa, Giorgio Poi e Viito, sono i protagonisti di quella che possiamo a tutti gli effetti definire “La terza scuola romana”, il capitolo più recente di una storia che partendo dalle pareti un po’ polverose del Folkstudio di Francesco De Gregori, di Rino Gaetano e dello stesso Venditti, e passando per il Locale di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè e Tiromancino arriva fino ai palchi dei club di San Lorenzo e del Pigneto, i laboratori in cui la leva cantautorale degli anni Duemiladieci sperimenta un nuovo modo di scrivere le canzoni e di farle arrivare al pubblico. -
Questi i sogni che non fanno svegliare. Storia di un impiegato, l'opera rock di Cristiano De André
Acinquant'anni dal Sessantotto, Cristiano De André ha riscritto la musica di ""Storia di un impiegato"""", tramutando lo storico album di Fabrizio in un'opera rock. Un modo per riproporre, con un vestito nuovo, l'attualità del messaggio poetico e sociale di quel disco. Nel libro di Alfredo Franchini e Ottavia Pojaghi Bettoni, Cristiano spiega che cosa lo ha spinto a rivestire di nuovi suoni le canzoni che sono presentate nei concerti con proiezioni e ambientazioni di palco in modo da riportarci nel clima degli anni Settanta quando, alla sera, i giovani andavano a dormire sapendo che si sarebbero svegliati nel futuro e avrebbero partecipato al cambiamento del mondo. Ma lo scopo è anche quello di trovare nelle parole di quelle nove canzoni dell'album i punti di contatto con la realtà attuale. Le musiche originali furono scritte da Fabrizio De André con l'ausilio di un giovane Nicola Piovani, """"scoperto"""" solo un anno prima da De André che lo aveva chiamato per gli arrangiamenti e la direzione dell'orchestra di """"Non al denaro, non all'amore né al cielo"""". E se in quel caso erano stati scelti dei suoni country o classici, in """"Storia di un impiegato"""" si sente l'influenza della musica """"progressive"""", caratteristica degli anni Settanta. Da qui l'esigenza da parte di Cristiano, musicista tra i migliori polistrumentisti d'Europa, di dare a quelle canzoni un abito nuovo. Ed è un suono elettronico che è stato calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia."" -
Fifth dimension. Psichedelia USA 1966-1974
Diviso in sette scene (le più significative: San Francisco e Los Angeles, New York e la Terra della Signora Elettrica), Fifth Dimension di Claudio Gargano è un caleidoscopio di suoni.rn«Sei anni (1966-1974) rievocati dagli autori con puntualità e passione» - il Venerdì di RepubblicarnA partire dalla Summer of Love, trae ispirazione da quelle che Allen Ginsberg chiama le Droghe Benevole, le sostanze chimiche che non danno assuefazione, l’Lsd che aspira a diventare un estatico strumento di conoscenza in grado di svolgere il ruolo di alimento base della Nazione Hippie e, come raccomanda l’autore di Howl, di allargare l’area della coscienza, per raggiungere l’Illuminazione e ottenere, secondo i Jefferson Airplane, “free minds, free bodies, free dope, free music”. Dopo un trip di mezzo secolo, giunge da lontane galassie l’onda lisergica di Janis Joplin, Country Joe & The Fish, Grateful Dead, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, 13th Floor Elevators, Byrds, Doors, Love, Spirit, Velvet Underground, David Crosby, Jimi Hendrix (la nebbia purpurea sprigionata dalle corde della sua Fender Stratocaster dipinge di blues una musica che equivale a un tuffo nelle zone d’ombra dell’Io) e delle altre settanta formazioni che volano eight miles high. -
Il sound della frontiera. Libertà e disillusione nella musica folk americana
Il folk è un genere musicale profondamente radicato nella cultura americana, fin da quando le antiche ballate attraversarono l’Atlantico viaggiando sulle navi dei migranti per colonizzare il nuovo mondo. La musica popolare si è storicamente legata all’immaginario statunitense e in questo caso alle sue due fonti primarie: il puritanesimo e la frontiera. Compiendo un viaggio attraverso più di un secolo di produzione culturale si possono scoprire i riferimenti continui all’immaginario collettivo americano, i simboli della ricerca di spazio derivante dall’ideale di frontiera come la strada, il fiume, il treno e successivamente l’automobile. Per cercarne le tracce, questo libro mette al centro le figure fondamentali del genere musicale, i grandi folksinger quali Woody Guthrie, Bob Dylan e Bruce Springsteen, ma anche gruppi folk più recenti come i Lumineers e i Caamp. La matrice puritana, portata dai padri fondatori, si incontra e si scontra con la frontiera, contribuendo a costituire l’ideale di spazio nell’immaginario statunitense. Il movimento eterno per arrivare al luogo dove costruire la propria casa sulla collina, il viaggio verso l’Ovest in cerca della terra promessa anche quando, dopo il 1890, viene dichiarata la fine della frontiera storica. La ricerca non finirà mai, si sposterà in altezza con i grattacieli o con le missioni spaziali, in profondità con il web, in altre dimensioni con le droghe. Ogni cantautore folk è pregno di riferimenti allo spazio, che sia l’Ovest per Guthrie, la libertà per Dylan o l’assenza di un luogo dove realizzarsi che caratterizza i loser di Springsteen. Leggendo in quest’ottica i testi dei brani che hanno segnato varie epoche della storia americana, tutto acquista un senso e il richiamo della frontiera e dell’elezione puritana è più vivo che mai. -
Jovanotti live: io c'ero! Una vita in tour
Io non sono una ""fan"""" di Jovanotti. Sono una """"fun"""" di Lorenzo. Non voglio sposarlo, non vado sotto casa sua, non commento i suoi post sui social, non cerco di incontrarlo perché mi viene il panico. Lo seguo e lo ascolto perché mi motiva e negli anni mi ha sempre dato spunti di vita, c'è sempre stato al momento giusto. Cos'è Lorenzo per me? Una religione. Vado ai suoi concerti perché mi diverto. E andare """"ai"""" concerti è diverso da andare """"al"""" concerto. Ne ho visti 157. Il mio viaggio lungo trent'anni che voglio raccontare per come è stato fino a qui: naturale, sfaccettato, impegnativo, entusiasmante, appassionato, arricchente. Un viaggio che tocca città italiane e straniere, stadi e palazzetti, parrocchie e auditorium. Vissuto in compagnia di amici vecchi e nuovi, compagni di esperienza sbalzati con me per una manciata di ore in una dimensione unica. Un viaggio pieno di vita che non è ancora finito ma che ad oggi vale la pena di essere raccontato per farlo ricordare a chi c'era e renderlo immaginabile a chi non c'era. La mia storia di vita in tour."" -
Emozioni private. Lucio Battisti. Una biografia psicologica
Emozioni private è un testo prezioso nella sterminata bibliografia battistiana. La vita e le opere del grande artista scomparso vent'anni fa sono oggetto di un'accuratissima ricerca di informazioni condotta attraverso i giudizi di chi lo ha frequentato più da vicino, a cominciare da Mogol, che in una lunga conversazione con l'autrice svela molti segreti della sua amicizia e della sua fertile collaborazione con Lucio.rn La ricerca effettuata da Amalia Mancini mette in luce una personalità che nei suoi tratti esteriori e nei suoi discreti comportamenti di uomo di spettacolo non manifestava a tutti la sua intima essenza, così bene trasmessa invece nella sua musica. Già nella prima parte del volume sono posti in rilievo quei temi che verranno poi ripercorsi nella seconda parte, che analizza le singole opere: il tema dell'amore, della malinconia, della libertà, della natura, dell'ecologia, della paura, dell'alienazione, della solitudine, del timore di una catastrofe naturale e umana. «Ascoltare significa qualcosa» dice Lucio, e riascoltare può essere un'operazione stimolante e coinvolgente. Questo libro, perciò, stimola e coinvolge trascinando a sua volta il lettore che viene sospinto a risentire parole e musica dell'opera di Lucio Battisti, immortale nel suono e nel ricordo. Con un'intervista esclusiva a Mogol. -
Blues pills e altre storie
"Blues pills e altre storie"""" è un’opera didattica pensata per coloro che desiderano conoscere il blues ma non sanno da dove iniziare. Zadro e Boschi dispensano piccole dosi di sapere sulla musica afroamericana con uno stile chiaro ma volutamente leggero ed essenziale, per non intimorire il lettore a digiuno della materia. La guida è suddivisa in due parti: i capitoli iniziali, in cui Zadro passa in rassegna le origini, gli stili, i musicisti di riferimento e la situazione del blues in Italia; la restante parte, uscita dalla penna di Boschi, va a ripercorrere alcuni aspetti al di fuori della musica ma che con la stessa hanno un legame fondamentale: “le altre storie”, appunto. La bibliografia, la filmografia e la guida all’ascolto che chiudono il volume saranno di grande aiuto a coloro che decideranno successivamente di approfondire l’argomento, ampliando le proprie conoscenze con letture più specifiche. Infine, le originali illustrazioni dell’artista Alexandra Balint conferiscono alla guida un ulteriore elemento di prestigio in quanto sono tutte realizzate con la tecnica dell’incisione e, nello specifico, con la tecnica della punta secca sul plexiglass. Questo metodo permette di avere un segno di grande carattere, deciso ed essenziale così come appare agli autori la musica blues." -
La voce dell'anima. 3 domande a 30 cantanti jazz sul proprio universo vocale
Il lavoro del musicista, oltre alla ricerca di carattere tecnico-musicale, non può prescindere dall'intraprendere anche un'indagine sulla propria interiorità artistica ed emotiva. Quali processi nascosti prendono vita quando si applica la voce cantata a un particolare genere come il jazz? Esistono rigidi confini stilistici entro cui stare o si fa appello a intenzioni più intime e personali, capaci di andare oltre il genere stesso? Ci si lascia influenzare e contaminare da altri stili oppure ci si pone l'obiettivo di preservare determinate prassi esecutive già codificate? E ancora, in un momento storico in cui la tecnologia è sempre più presente, è possibile includere nel linguaggio jazzistico forme di estensione del proprio strumento-voce attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie? Infine, quanto conta il contenuto letterario di un brano nel processo di selezione del repertorio? Queste e altre domande, fondamentali nel percorso artistico-musicale dell'autrice in relazione al proprio lavoro di cantante, giungono ora come una vera e sincera urgenza, tale da dar loro voce attraverso un libro-intervista. Questi interrogativi, capaci di aprire molteplici prospettive attorno all'universo della vocalità, tracceranno un sottile sentiero comune di confronto e condivisione. In un susseguirsi di pensieri e opinioni, talvolta anche molto differenti fra loro, saranno protagoniste le testimonianze di importanti cantanti appartenenti alla scena jazzistica italiana e internazionale. -
Donne rocciose. 50 ritratti di femmine rock, dalla contestazione alle ragazze del 2000
Un ambiente prettamente maschile, quello del rock. Addirittura machista, che ha tradizionalmente considerato l’altra metà del cielo come accessorio per rendere più stuzzicanti i video o, nel caso di artiste di evidente peso, come l’eccezione che conferma la regola e non come qualcosa di assoluta-mente normale, se non da valorizzare. Donne Rocciose – tratto in parte da una serie di articoli usciti esclusivamente in Rete e ora proposti in versione ampliata e aggiornata – è qui per fare giustizia. Ogni capitolo tratteggia prima una breve biografia dell’artista, per poi trarre le conclusioni sulla sua importanza come musicista e sui suoi tratti caratteriali, ponendo in primo piano la donna dietro il personaggio, fissando le coordinate del suo successo e del modo in cui possa essere considerata un modello. È proprio quest’ultima parte a costituire il nocciolo duro del libro. Le artiste – dalle grandi sacerdotesse del passato alle nuove ribelli contemporanee – sono state raggruppate seguendo una linea temporale che parte dagli anni Sessanta e giunge fino ai nostri giorni, tenendo come criterio per la divisione quello della pubblicazione del loro primo album o della loro prima apparizione ufficiale. All’inizio di ogni capitolo è stato poi inserito un “disco consigliato”, in modo da prendere (o riprendere) contatto con l’artista per iniziare un eventuale percorso di ricerca e riscoperta di tutta la sua carriera. -
No Beethoven. La mia vita dentro e fuori i Weather Report
Dai suoi esordi con le big band di Stan Kenton e Maynard Ferguson fino alle più recenti avventure nello spazio sonoro, Peter Erskine è un testimone privilegiato della storia del jazz degli ultimi quarant’anni, grazie, ma non solo, alla sua militanza nel gruppo dei Weather Report. Batterista tra i più grandi di sempre, musicista e compositore sopraffino, in molti lo hanno voluto accanto per valorizzare la propria musica: Michael Brecker, Joni Mitchell, gli Steely Dan, Elvis Costello, Pat Metheny sono solo alcuni dei personaggi che si avvicendano in queste pagine, e offrono all’autore lo spunto per raccontare la musica e per riflettere sulla creatività e sull’ispirazione. Il Peter Erskine che emerge da questo libro, però, è anche e prima di tutto un batterista, una persona profondamente legata ai suoi strumenti e alle persone che ne hanno fatto la storia: i musicisti, ma anche gli artigiani che, con la loro geniale creatività, insieme a loro ne inventano il suono. Il tono pragmatico del professionista, del session man e del discografico lascia tuttavia sempre spazio a quello incantato del fan e dell’appassionato, nel ripercorrere le tappe più importanti, gli incontri più determinanti e i momenti più toccanti del suo viaggio di musicista e di uomo. Come appunto quello con Joe Zawinul, Wayne Shorter e Jaco Pastorius, ovvero i Weather Report. Grazie al suo stile di scrittura piacevole e divertente, il batterista riscrive la storia “privata” di una delle più grandi band di tutti i tempi, condendo il racconto con foto inedite, e un’appendice con i cinquanta migliori dischi da lui incisi. Un libro per tutti: batteristi, musicisti, semplici appassionati, lettori curiosi e voraci. Introduzione di Mitch Haupers.