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Un nuovo management pubblico come leva per lo sviluppo. Atti del seminario «Società complessità inclusione»
Dopo il primo focus del ciclo di seminari ""Un nuovo management pubblico come leva per lo sviluppo"""" su """"Istituzioni norme risultato"""" di cui sono stati pubblicati gli atti sul precedente numero di questa collana, continua il percorso di analisi dedicato alle sfide che attendono la Pubblica Amministrazione, con l'intento di identificare gli strumenti più idonei per superarle. A partire dall'innovazione sociale, concetto evoluto di sussidiarietà, vera prova per tutti i cittadini e per le istituzioni a cui si chiede di cambiare rotta, guardare al futuro distaccandosi da schemi precedenti, certamente più facili e consolidati, ma ormai in grande parte esauriti a causa delle complessità in cui versa la società moderna. Una complessità fatta di flussi migratori, geopolitici, finanziari e tecnologici, in cui adottare un paradigma nuovo vuol dire trovare la via per favorire l'inclusione sociale, riscoprire la reciprocità, ovvero la fiducia tra le parti e, più di tutto, recuperare il senso di collettività perduto."" -
Lavorare è difficile. Un mondo in trasformazione dove è arduo trovare il lavoro quanto saperlo interpretare e sviluppare
Guardare al lavoro oggi vuol dire prima di tutto vedere la trasformazione sociale, economica, politica ed anche personale in corso. Il lavoro è infatti una delle manifestazioni dell'uomo più profondamente contaminato da questi diversi fattori. Molto di quello che abbiamo fin qui conosciuto: regole, modalità, processi, è scosso dalle fondamenta ed è impietosamente invecchiato. Si dice che dobbiamo rivedere l'intero sistema produttivo. Forse. Certamente e in breve tempo, dobbiamo costruire un nuovo rapporto tra persone e lavoro. Specie in Italia, dove il senso stesso dell'impegno personale, della sfida a far meglio, della moralità imprenditoriale e gestionale parrebbe svanito. A fare le spese di questo momento di transizione sono i trentenni che rischiano di rimanere intrappolati tra una generazione che non riesce ad andare in pensione e un'altra che cresce nel digitale con la mente aperta libera da aspettative e pregiudizi e con una predisposizione quasi naturale ad essere agenti di cambiamento. Bisogna fare in fretta nel ripensare la nostra società trovando il giusto spazio per tutti e dobbiamo farlo insieme. È il nostro Paese. È una responsabilità collettiva. Magari ognuno partendo dal minimo indispensabile. Capire. Orientarsi. Scegliere. Agire. -
Un nuovo management pubblico come leva per lo sviluppo. Atti del seminario «Economia responsabilità competizione»
«Un nuovo management pubblico come leva per lo sviluppo» è dedicato a identificare un New Public Management rivisitato e interessato a comprendere, davvero, i problemi delle comunità. Uno Stato in cui dai luoghi periferici dovrà emergere conoscenza, in cui la responsabilità sociale dovrà diventare valore utile al cambiamento e in cui l'economia dovrà agire come motore di innovazione. Il tutto, con un nuovo e sapiente uso della Csr - Corporate Social Responsability, da giocare, ora, sia a livello privato che pubblico, sia in ambito nazionale che locale. Con la consapevolezza che per sostenere l'economia dell'innovazione serviranno politiche contestualizzate nei territori. -
Affari pubblici. Benessere individuale e felicità pubblica
Questo volume appare dopo la scomparsa di Carlo Donolo, avvenuta nella primavera del 2017. Esso raccoglie diversi contributi, alcuni inediti, altri rivisti, che ben riassumono l'itinerario di ricerca seguito negli ultimi decenni dall'autore. Al centro del lavoro vi è quella che con un'antica terminologia si chiama ""cosa pubblica"""": la cura e il governo degli """"affari pubblici"""", intesi come gli affari che ci riguardano tutti e ai quali tutti dobbiamo contribuire. La tesi di fondo è che occorra riprogettare lo stato resistendo alle lusinghe del neo-liberismo. Solo un pubblico che """"funzioni"""", legittimato e capace di prendere decisioni vincolanti ed efficaci per la collettività, può essere in grado di rimuovere i vincoli e di offrire le opportunità che permettano ai soggetti privati di arricchire e sviluppare le loro qualità. Ma come curare i fallimenti dello stato? Come renderlo davvero al servizio di un accrescimento delle libertà e di un maggior benessere collettivo? La risposta dell'autore si articola su due fronti. Da un lato, studiare a fondo le politiche pubbliche in relazione ai fattori istituzionali che le influenzano e puntare sul rafforzamento dei saperi come risorsa chiave; dall'altro, guardare alla società civile, alla sfera pubblica come luogo di apprendimento, di ridefinizione del patrimonio istituzionale, e quindi di stimolo alle organizzazioni pubbliche attraverso la crescita della riflessività sociale. Donolo è ben consapevole delle difficoltà che si incontrano per questa strada, ma ritiene che tale compito non dovrebbe essere eluso dalle scienze sociali. La sua è infatti una sociologia critica, che assume come punto di riferimento l'obiettivo di sostenere il processo di emancipazione: l'allargamento delle libertà."" -
Urban data. Tecnologie e metodi per la città algoritmica
La diffusione di tecnologie e metodologie digitali sta modificando radicalmente l'approccio progettuale e le relative implicazioni alle diverse scale. ""Urban data"""" si focalizza sulle nuove modalità progettuali e operative capaci di traguardare i futuri delle città sulle sfide energetiche, sociali e ambientali. Nella città algoritmica, i tradizionali confini tra ambiti conoscitivi vengono superati e lasciano posto a visioni condivise basate su una grande quantità di dati e informazioni dove la complessità viene affrontata tramite modelli articolati e flessibili. Questo libro si configura come piattaforma in cui diversi approcci di progettazione urbana si fondono in una dimensione integrata, con metodologie di gestione delle trasformazioni adattabili al mutare delle esigenze urbane in tempo reale. I diversi contributi permettono di delineare il quadro teorico e la prassi operativa delle tecnologie digitali e le implicazioni della datizzazione sul progetto e sul modello integrando diverse scale di intervento. Il contributo si caratterizza per la varietà di approcci e di esempi nonché per la peculiare esperienza teorico/pratica degli autori."" -
Il mondo di seconda mano. Sociologia dell'usato e del riuso
Da sempre considerato marginale ed emarginato, in odore di povertà, muffa ed esclusione, il mondo del riuso, il mondo dell'usato e della ""seconda mano"""" si sta prendendo la propria rivincita. Non soltanto in espansione ma anche in evoluzione.rnNuove reti di negozi, nuove iniziative di scambio, dono, condivisione stanno liberando quel mondo che l'impero del nuovo e della novità ha da sempre relegato in una zona """"grigia"""" della società e del mercato, ridandogli nuova vita e nuova dignità.rnSe restano ancora gli """"orfanotrofi degli oggetti"""", più vicini ad una discarica che ad un negozio, le nuove reti di vendita assomigliano sempre più a negozi """"normali"""" in cui il valore simbolico degli oggetti usati e del loro riuso può diventare non un minus ma un plus rispetto alle cose nuove. L'etica della condivisione, l'affievolirsi del senso di proprietà esclusiva, la riscoperta delle reti di relazione, gli imperativi della ecologia e del risparmio energetico, il grande successo dei siti di vendita e scambio on line, donano agli oggetti seconde e terze vite, nuovi significati e nuove relazioni in cui esprimersi, allontanandone sempre più l'uscita di scena. Questo volume esplora questo vecchio/nuovo mondo, i suoi significati profondi e le nuove linee di sviluppo, sia nel campo della merce e dei negozi, sia nell'universo dei gruppi e delle reti di relazione, del dono e della charity, sia in quello della con-divisione e della """"sharing economy"""", per restituire al lettore un affresco il più possibile completo, del presente, del passato e del possibile futuro del """"mondo di seconda mano""""."" -
Capacitare l'innovazione. La formatività dell'agire lavorativo
Il lavoro è un concetto cardine della modernità ed è attraversato nella contemporaneità da profonde trasformazioni in seguito al mutamento dei fattori demografici, dei sistemi produttivi e della digital trasformation. Questo libro vuole offrire al dibattito scientifico una prospettiva capace di ridefinire in chiave generativa la relazione tra formatività e innovazione. La personalizzazione del lavoro nel capitalismo cognitivo richiede una formazione capace di creare e generare nuove opportunità e ambienti di attivazione e senso che possano qualificare i processi ricorsivi di apprendimento e agency professionale. La capacità creativa e innovativa del lavoratore, unitamente ai nuovi processi tecnologici (smart economy, open innovation) e di produzione (shared economy), trasformano il valore performativo della competenza in ""competenza ad agire"""" (agency): questo cambiamento rilancia un nuovo patto formativo e sociale (learnfare) in cui il sistema formativo ed educativo rappresentano la base per capacitare uno sviluppo basato sui talenti dell'uomo."" -
I valori pubblici della comunicazione sociale
Questo lavoro nasce dall'esigenza di riaffermare la comunicazione come uno dei processi fondamentali di emancipazione sociale, dalla necessità di trascendere i campi di specializzazione che la frammentano in interessi particolari e la confondono con la politica e l'economia dei mezzi, dall'auspicio di vederla ricondotta sempre, da qualsiasi ambito e soggetto provenga, ad un unico paradigma di valori pubblici storici come il bene comune o, per esempio, il diritto alla verità dell'informazione. Tutta la comunicazione operante è intrinsecamente sociale; anche senza averne la vocazione, è sociale negli effetti e nelle conseguenze; e non smette mai di essere sociale quando, e se, assume questa responsabilità. È un processo impegnativo di attenzione relazionale: si realizza concretamente solo come reiterata scelta di valore di una estesa consapevolezza etica di tutto un sistema sociale. Un'etica pubblica della comunicazione sociale consiste nel lasciarsi adoperare per far emergere e considerare, alimentare e diffondere, realizzare e tutelare valori essenziali ad ogni umanità. E non c'è principio etico (bene, giustizia, verità) che si possa dosare diversamente a seconda di cosa, di dove e per cosa si operi nella società, in quanto contesto di vita di tutti. In questo senso, non c'è relazione sociale che non abbia, quando comunica, la responsabilità dell'informazione che veicola, del modo in cui la ostacola e la condiziona, la libera e la sostiene. -
Il coraggio di cambiare vita. La coerenza non dà la felicità
Se la società è in continuo cambiamento, lo è anche il nostro corpo, composto da migliaia di miliardi di cellule che mutano e si rinnovano continuamente: non siamo più quelli di anni fa né possiamo credere, pensare e vivere nell'identico modo. Eppure qualcuno dichiara con orgoglio: ""Io non cambio mai idea, sono sempre coerente!"""". Chi lo afferma non sa che proprio l'eccessiva coerenza può diventare un punto debole e un freno perché raramente porta alla felicità, soprattutto quando una situazione - sentimentale, lavorativa o di altro tipo - è simile al dilemma del pesce rosso costretto in una boccia di vetro senza via d'uscita. In tal caso occorre il coraggio di cambiare vita: imparando ad affrontarla diversamente, rendendola migliore, oppure voltando pagina e scrivendo un nuovo capitolo. Se anche a voi servisse un vitale rinnovamento, questo libro vi aiuterà a comprendere che: troppa coerenza fa male alla salute; se la vita non funziona va cambiata; accontentarvi è perdente; è sempre possibile migliorare l'esistenza; avete il diritto di rompere le catene; il Sogno allunga la vita."" -
Gli italiani nel mondo e le istituzioni pubbliche. La politica italiana nei confronti dell'emigrazione e delle sue forme di volontariato all'estero
Nel mondo esiste una comunità di connazionali più vasta di quella residente nella Penisola, formatasi grazie ai grandi flussi migratori dell'Otto e Novecento, che conta circa ottanta milioni di persone e s'ingrossa ogni anno per il gran numero di giovani che si recano all'estero. Pur parlando molti solo lingue straniere e benché in essa si coltivi in genere un'identità italiana differente da quella della Penisola, se ne condividono comunque i valori fondanti e peculiari. Il libro, dopo una ricostruzione storica della politica italiana e delle vicende che l'hanno accompagnata fin dall'Unità, cerca di dimostrare che le istituzioni pubbliche e la classe di governo si sono rapportate a questo mondo prevalentemente in termini di minimalismo politico e di massimalismo burocratico. Limitando la loro gestione alla mera quotidianità, non sono riuscite ad allungare lo sguardo alle potenzialità, soprattutto economiche e culturali, offerte da una comunità che, nel frattempo, è riuscita a organizzare in modo massiccio e capillare la propria presenza nel pianeta. Infine si domanda se un approccio politico che vada oltre l'armamentario del tradizionale stato-nazione e superi reciproche diffidenze e antichi risentimenti non possa essere capace di riavvicinare queste due sponde a tutto vantaggio di un sistema-Italia caratterizzato da una maggiore rilevanza politica e culturale sul piano internazionale. -
Elogio della buona educazione. Riscoprire le belle maniere per riportare l'armonia nella nostra vita
In passato, le buone norme di comportamento sociale erano considerate indispensabili per il vivere civile. Con l'era dell'abbondanza e dell'ostentazione, invece, ha prevalso l'idea che i doveri dell'educazione siano solo imposizioni ipocrite, che soffocano la libera espressione dell'individuo. Il risultato è una società imbarbarita, dove gli atteggiamenti più frequenti sono l'ostilità e l'arroganza. Piuttosto che il sentirsi bene con se stessi e in armonia con gli altri, la condizione prevalente è quella dell'essere maldisposti, verso tutti e verso tutto. Partendo dall'analisi dei vari ambiti della vita sociale, dal lavoro alla coppia, alla famiglia, ai social network, l'autrice evidenzia come comportamenti maleducati portino a inasprire i rapporti personali e a peggiorare la nostra vita. D'altro canto, la conoscenza delle regole della buona educazione aiuta ad acquisire competenza sociale. E la capacità di mettere a proprio agio gli interlocutori e il saper mantenere buone relazioni con tutti migliorano il nostro ambiente sociale e rendono più facile e soddisfacente vivere con gli altri. Su queste considerazioni si basano le regole di comportamento proposte nel volume, ricco di suggerimenti e consigli utili nelle più diverse occasioni, dal colloquio di lavoro alle cerimonie, dalle feste dei bambini a internet. Una buona occasione per scoprire quanto nel nostro mondo frettoloso e digitale ci sia ancora bisogno della buona educazione e del fascino delle belle maniere. -
Gratitudine, dono, perdono, spiritualità. Le emozioni positive nella vita individuale e sociale
Come viene percepita, vissuta e interpretata la gratitudine? Quando nasce e come si sviluppa questo sentimento? Quali sono i meccanismi e i processi che spingono gli esseri umani a donare e a perdonare? La dimensione spirituale può favorire la disponibilità all'altruismo, alla gratitudine e al perdono? Qual è l'effetto di queste emozioni virtuose sul nostro benessere personale? A queste e ad altre domande cerca di dare risposte il volume, attraverso la descrizione e l'analisi interpretativa dei principali modelli psicologici che hanno fatto dello studio di queste emozioni il centro dei loro interessi scientifici, di tipo teorico e applicativo. Attraverso puntuali e ricche documentazioni l'autrice mette in luce le similarità e le differenze fra l'essere grati, il donare e il perdonare intesi come risposte positive alla bontà, ai bisogni dell'altro e perfino ai torti ricevuti, individuandone il comune denominatore nella forza dei legami sociali, nel bisogno di aiuto, nell'empatia, nel rispetto reciproco. Il testo offre, inoltre, un'ampia riflessione critica sul ""declino"""" di questi sentimenti nella nostra società contemporanea, interrogandosi sulle trasformazioni che la dipendenza dal mondo virtuale e l'abuso della tecnologia può aver prodotto nelle relazioni sociali, con una particolare attenzione alle difficoltà che gli adolescenti e i giovani sembrano incontrare nel riconoscere ciò che gli altri fanno per loro e nel provare ed esprimere gratitudine."" -
Essere/dover essere. Saggio su Hans Kelsen
Che cos'è il Sollen? Cosa si interroga realmente in questa domanda? Essa non afferma forse già da sempre che il dover-essere, il Sollen, è? Non occorrerà, allora, pensare il dover-essere attraverso un'altra domanda che ecceda quella che chiede che-cosa-è? Ripercorrendo la prima edizione della Reine Rechtslehre, non si farà che tentare di seguire questo ""eccesso"""", questo spostamento da una domanda all'altra che solo rende possibile, per Kelsen, il pensiero del diritto in quanto tale. Nel lavoro qui intrapreso, verrà così rimesso in questione il senso stesso della """"dottrina pura"""", mediante una rilettura dei concetti principali del pensiero kelseniano, dal ruolo del Rechtssatz alla Grundnorm, sino al problema dell'obbligo di obbedire al diritto. Ciò nella convinzione che quello di Kelsen costituisca l'ultimo, e forse più compiuto, tentativo, da parte della filosofia del diritto del XX secolo, di pensare il fondamento """"metafisico"""" del diritto (e sarà questo, in fondo, l'eccesso, lo """"scandalo"""", l'impensato di una teoria che lo stesso Kelsen rivendicò sempre come antimetafisica). Ma questa ricerca, in Kelsen, non dà luogo ad un sapere, se con esso si intende una serie finita e trasmissibile di enunciati scientifici, dal contenuto determinato - ed è questo, in fondo, che fa di un testo un """"classico"""", ossia un testo mai davvero letto una prima volta, e sempre ancora da leggere. Sarà dunque un insegnamento, e non un sapere, quello che dovrà ancora essere portato avanti."" -
Misinformation. Guida alla società dell'informazione e della credulità
Quella contemporanea è l'epoca dell'informazione h24, della velocità delle notizie che attraverso il web e i social network fanno il giro del mondo in pochi minuti, della possibilità di accedere a contenuti e documenti prima raggiungibili soltanto da pochi: eppure questa è paradossalmente anche l'epoca che ha visto il proliferare incontrollato di informazioni false che, una volta entrate nel circuito della rete e dei media tradizionali, è praticamente impossibile bloccare. Non è un caso che nel 2013 il World Economic Forum ha inserito la disinformazione digitale (casuale o costruita ad arte) nella lista dei 'rischi globali', capace di avere risvolti politici, geopolitici e, perfino, terroristici. Partendo da una ricerca di Walter Quattrociocchi che ha avuto molto eco negli USA, il libro offre una panoramica sui meccanismi della formazione delle opinioni e della fruizione dei contenuti sui social network come Facebook, YouTube, Twitter, e sulle dinamiche di contagio sociale, il tutto con puntuali riferimenti all'attualità. Un libro importante per riflettere sul nostro rapporto con l'informazione. -
Innovazione e cambiamento. Struttura, tecnologia, competenze e leadership tra innovazione tradizionale ed innovazione aperta
Innovazione e cambiamento sono temi tanto prioritari per l'agenda organizzativa quanto ostili nella loro implementazione. Nel dibattito scientifico essi sono universalmente riconosciuti come una risorsa chiave in termini di vantaggio competitivo, ma nelle dinamiche organizzative stimolano reazioni di resistenza che portano i tassi di fallimento dei relativi progetti a punte del 70%. Il volume, partendo da queste premesse, si focalizza sulla complessità dell'innovazione e del cambiamento che i change agents e recipients devono affrontare. In particolare esso offre un punto di vista originale che coniuga ai modelli tradizionali la prospettiva dell'innovazione aperta, descrivendo le principali questioni legate all'innovazione e al cambiamento (perché, cosa e come le organizzazioni innovano). Tale descrizione viene arricchita attraverso la lettura di due classi di variabili organizzative, le variabili hard (struttura organizzativa, processi/procedure e tecnologie ERP) e le variabili soft (leadership, cultura organizzativa e competenze), considerate condizioni complementari per un'efficace implementazione del processo di cambiamento e innovazione. Ad ogni capitolo sono abbinati case studies di grandi aziende (Acea ed IBM), impegnate in progetti di innovazione che danno un'evidenza concreta di come elementi apparentemente astratti siano invece quotidianamente applicati. -
Il controllo delle entrate e delle uscite. Guida pratica per imprenditori e dirigenti per gestire il cash-flow. Con l'esempio di un caso pratico. Con l'esempio di un caso pratico online e il prog...
"Questo libro nasce dalla mia esperienza professionale e operativa fatta da oltre quindici anni in molteplici aziende, che ho seguito e seguo ancora come consulente aziendale. Ho seguito casi che apparentemente sembravano disperati, ma che con una giusta pianificazione e gestione del cash-flow ho potuto risanare e ridare fiducia, salvando l'azienda e molti posti di lavoro. La stessa fiducia voglio trasmetterla ai lettori di questo libro. Esiste sempre una soluzione, quello che necessita è il mettere in ordine i numeri come se fosse un puzzle, sino ad arrivare alla sua giusta composizione. L'intento che mi sono posto con questo libro è quello di dare a tutti coloro che possiedono un'attività imprenditoriale, una guida utile e positiva per gestire operativamente il proprio flusso di cassa o meglio le proprie entrate e le proprie uscite, al fine di metterle in ordine e di trovare il proprio equilibrio. Non dovete sottovalutare il flusso di cassa perché il vostro conto economico chiude in utile, non è detto che le entrate coprano le uscite. Potreste ugualmente trovarvi in sofferenza di cassa: la dinamica dei costi e dei ricavi non sempre coincide con quella delle entrate e delle uscite. La vostra azienda, per rimanere in vita, deve avere un flusso di cassa positivo: le entrate devono almeno coprire le uscite. Però tuttavia si possono manifestare """"momentanei"""" crisi di liquidità, che mettono in difficoltà la gestione. I problemi di liquidità sono complessi e molto diffusi. Però, si possono risolvere con provvedimenti attenti e ben ponderati. Se si riescono a prevedere per tempo e nella loro entità, se ne potranno ridurre al minimo gli effetti nocivi alla sopravvivenza e alla redditività aziendale. Se il flusso di cassa si gestisce bene, l'azienda cresce, i costi rimangono sotto controllo, le vendite e gli incassi sono bene equilibrati, i margini sono preservati e l'utile aumenta. Se invece il flusso di cassa si gestisce male, forse l'azienda potrebbe """"galleggiare""""."""" (Marcello D'Onofrio)" -
Il secondo senso. Per un'antropologia dell'ascolto
Il secondo senso è l'udito, essendo il primo la vista. Il primato dell'occhio nella gerarchia dei sensi marca l'immaginario contemporaneo, non solo occidentale, al punto da far parlare di cultura oculocentrica, visualismo, iconismo. L'antropologia culturale non fa eccezione: notoriamente si connota come disciplina scientifica la cui metodologia di ""ricerca sul campo"""" si basa sull'""""osservazione partecipante"""". Il volume s'interroga sul ruolo dell'udito e dell'ascolto nel lavoro dell'antropologo: l'etnografia come pratica di acquisizione, ma soprattutto di rappresentazione dell'alterità culturale o, più """"semplicemente"""", della cultura.rnPrendendo in considerazione alcune innovative prospettive di studio - quelle riguardanti il paesaggio sonoro, il design acustico, l'acustemologia - e ricorrendo a molteplici e, a volte, non convenzionali terreni di ricerca (cinema, letteratura, pubblicità), il libro individua e propone molteplici """"punti d'ascolto"""": prospettive sul secondo senso inteso come dispositivo di accesso al mondo e alla sua comprensione.rnPoetiche dell'ascolto offrono al lettore un itinerario tra favole di magia, film e romanzi raccontati secondo un codice acustico. Etnografie dell'orecchio calano il lettore nelle rappresentazioni museografiche e del patrimonio culturale, nell'intreccio dei sistemi religiosi e della mitopoiesi, lo conducono infine nel senso sociale della malattia.rnUn ricco apparato di contenuti video può essere attivato fotografando i QR Code stampati all'interno del testo."" -
Imparare la felicità. Abbiamo molte risorse per riuscire a rispondere alle difficoltà della vita e del lavoro
Chi non vorrebbe essere felice o più felice? Non credo vi sia altro argomento che ci trovi tutti d'accordo: raggiungere il massimo della felicità possibile. La grande lotta è nella nostra mente, attraversata di continuo da innumerevoli pensieri che le neuroscienze ci dicono essere all'80% negativi. La qualità della nostra vita passa attraverso la qualità dei nostri pensieri. Se la felicità dipende in massima parte dal modo in cui trattiamo i problemi, dalla maniera in cui accettiamo per reali i tanti pensieri negativi, dalla fiducia o meno che abbiamo nella nostra capacità di costruirci una bella vita, cosa possiamo mettere in atto e come, affinché la nostra mente elabori pensieri maggiormente positivi e si impegni a raggiungere la felicità? Questo libro, attraverso lo studio dei meccanismi del nostro cervello, le tecniche della Psicologia Positiva, di memorizzazione, di apprendimento degli adulti, di mindfulness (""consapevolezza"""") e le tecniche di fusione dei pensieri, ci aiuta a identificare gli autostacoli e ad acquisire un metodo per allenare il cervello ad aumentare la capacità di reagire agli eventi quotidiani con positività e ottimismo, a memorizzare e fare tesoro dei momenti felici. Una parte è dedicata anche alla """"felicità al lavoro"""" perché le persone felici creano un clima aziendale più sereno, produttivo, innovativo e, come se fosse un virus buono, trasmettono questo benessere anche a chi lavora con loro."" -
Conflict coaching. Allenarsi ad affrontare i conflitti di tutti i giorni con maggiore fiducia
Questo testo si presenta come una palestra che offre la possibilità di sviluppare, in una modalità di self-coaching, competenze considerate particolarmente utili in qualsiasi situazione conflittuale, sia nel privato che nel mondo lavorativo. Imparando ad affrontare il contrasto con maggiore fiducia nelle proprie competenze conflittuali, il lettore inizia a cogliere le potenzialità che un conflitto può offrire per poter instaurare relazioni mature e collaborazioni lavorative efficaci. Uno scontro non deve essere il contrario della serenità ma, se affrontato nella giusta maniera, permette che si creino i presupposti per instaurare relazioni serene e di qualità. Ogni confitto offre una preziosa ed unica occasione di crescita personale, relazionale e organizzativa che sta a noi cogliere o rifiutare. Se il conflitto, in una dialettica paritetica interpersonale, può essere considerato un fenomeno naturale, da dove nascono le dinamiche disfunzionali che spesso l'accompagnano? Talvolta, le persone tendono ad evitare fino all'ultimo il confronto diretto sull'argomento dello scontro. Sostanzialmente ciò accade spesso per due motivi: per una certa incapacità o scarsa abitudine nell'esprimere le proprie esigenze e interessi, oppure per non voler ferire a livello personale/relazionale. Evitando il dialogo diretto, si rischia un'armonia fittizia che inevitabilmente condurrà a dinamiche esplosive in un secondo momento. Un'apparente simbiosi di interessi e di opinioni non migliora la relazione; il miglioramento è dato dalla capacità delle persone a confrontarsi costruttivamente su qualsiasi questione. Un'altra causa di un alto livello di disfunzionalità nel conflitto consiste nell'adozione di un approccio di tipo ""vincitore - perdente"""". Soprattutto persone abituate a risolvere i contrasti attraverso un potere gerarchico di tipo sociale o relazionale individuano nella risoluzione dello scontro un'opportunità atta a rafforzare la propria dominanza nella relazione. Al contrario, in una partnership paritetica, i due contendenti non temono alcun tipo di confronto perché sanno cogliere appieno le potenzialità di un conflitto per la propria crescita personale e relazionale."" -
Quale futuro per l'accounting education? Criticità e aspetti evolutivi
Il dibattito sull'accounting education è oggetto di diffusa attenzione da molti anni. Negli Stati Uniti, in particolare, la tematica divenne centrale a partire dal 1980, anno in cui vennero pubblicati i primi report ufficiali sulle problematiche connesse alla formazione contabile. A seguire, l'attenzione al tema, che è stato oggetto di ulteriore evoluzione fino ad oggi, si è prevalentemente sviluppata anche in altri Paesi di matrice anglosassone, con orientamento più global rispetto a quello italiano o europeo in generale. Il problema emergente che accomuna i diversi studi è rappresentato dall'incapacità dei percorsi formativi di tenere il passo con i cambiamenti riscontrati nella professione contabile, evidenziando, in altri termini, l'esistenza di un crescente gap tra i fabbisogni che gli accountant profession sono chiamati a soddisfare nel dinamico contesto economico di riferimento e ciò che gli accountant educator insegnano. In tale quadro diviene quindi importante studiare le possibili soluzioni pedagogiche funzionali al superamento di questo gap. Fondamentale, inoltre, risulta il ruolo delle organizzazioni internazionali, che rivestono una posizione chiave nel processo di accounting education, ed indagare come esse si pongono di fronte al dibattito sulle criticità della formazione dei professionisti. Tra queste, molto rilevante l'International Accounting Education Standards Board (IAESB), con la pubblicazione dei nuovi International Education Standard (IES).