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Anoressia, bulimia e obesità
Il libro è opera di due psicoanalisti che da anni si dedicano a esplorare i cosiddetti disturbi alimentari. In un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, gli autori rispondono ai quesiti fondamentali che l'anoressia-bulimia e l'obesità pongono non solo al clinico ma anche al soggetto che ne soffre e ai suoi familiari. Quale rapporto c'è tra anoressia, bulimia e obesità? Quali sono i problemi sottesi alla diagnosi differenziale? Quali sono le cause dei disturbi dell'alimentazione? Perché essi si manifestano prevalentemente nell'adolescenza e nei paesi del benessere? Perché l'anoressia-bulimia è una patologia femminile? Vi sono segnali che possono annunciare il rischio della malattia? Qual è la cura e come orientarsi nelle sue difficoltà? Che cosa fare con i familiari e la loro angoscia? Ne risulta una ""conversazione"""" che aiuta a sgombrare il campo da molte delle approssimazioni che ancora circolano intorno a queste malattie, che sono sicuramente tra le forme più diffuse e più scabrose del disagio contemporaneo."" -
La fine di tutte le cose
Come ha scritto Jacob Taubes, nelle pagine de ""La fine di tutte le cose"""" l'opera forse più ingiustamente trascurata dell'ultima fase della vita del grande maestro di Konigsberg - Kant conduce l'ambizioso progetto filosofico di """"tradurre le dichiarazioni metafisiche dell'escatologia cristiana in una sorta di escatologia trascendentale"""". L'escatologia trascendentale ruota attorno a un duplice interrogativo: perché, in generale, gli uomini si aspettano una fine del mondo? E se questa viene anche loro concessa, perché proprio una fine che, per la maggior parte del genere umano, fa paura? Per Kant l'antica profezia apocalittica di San Giovanni prefigura, in simboli e immagini, il limite estremo della stessa attività del pensare, delineando la struttura paradossale di un """"concetto con cui, al tempo stesso, l'intelletto ci abbandona e, addirittura, ha fine ogni pensiero""""."" -
Elogio della bicicletta
Una apologia della bicicletta: della sua bellezza e saggezza, della sua alternativa energetica alla crescente carenza di energia e al soffocante inquinamento. Illich nota che la bicicletta e il veicolo a motore sono stati inventati dalla stessa generazione. Ma sono i simboli di due opposti modi di usare il progresso moderno. La bicicletta permette a ognuno di controllare la propria energia metabolica (il trasporto di ogni grammo del proprio corpo su un chilometro percorso in dieci minuti costa all'uomo 0,75 calorie). Il veicolo a motore entra invece in concorrenza con tale energia. -
La freccia e il dolore. Vaginismo e condizione femminile
La ginecologa e psicoterapeuta Luciana Tumiati per illustrare un tema delicato come il vaginismo ricorre suggestivamente a figure letterarie e mitologiche come Ehrengard di Karen Blixen; Atena, la terribile e altera vergine guerriera; Artemide, la cacciatrice selvaggia; Antigone con la sua pietà sacrificale risolutamente chiusa in sé stessa; le Amazzoni e il loro orgoglioso isolamento. La sindrome del vaginismo, purtroppo ""pronta a nascondersi nei paragrafi minori dei trattati di medicina"""", è affrontata considerando fondamentalmente le paure delle donne, le loro sofferenze, le loro fughe ostinate. Donne in cui si incarnano e prendono vita quelle componenti mitico-archetipiche che, guardando alla storia e ai suoi sviluppi sociali, circondano da sempre il corpo e il femminile. Donne che affrontano la bruciante e irriducibile conflittualità del desiderio intrappolate nei loro confini, quasi fossero angeli asessuati e """"sublimati"""", come scrive Augusto Romano nella sua presentazione. Ed è proprio nella seconda parte del volume che Luciana Tumiati, portando il lettore sul terreno dell'analisi, con la ricchezza dei casi clinici indica il modo di guidare le pazienti verso il superamento di quei confini apparentemente invalicabili, verso l'accettazione dell'incerto, del rischio e delle opportunità insiti nella differenziazione, nella relazione con l'altro."" -
Etica
Il capolavoro filosofico di Spinoza, l'esposizione del suo sistema metafisico, al quale lavorò dal 1661 al 1665 per poi portarlo a termine poco prima di morire. Scritto in latino, fu pubblicato ad Amsterdam nel 1677. Dio o la Natura non agiscono secondo scopi, ma per necessità: bene o male non indicano qualcosa di positivo nelle cose, ma soltanto le rappresentazioni umane di esse. Buono è ciò che aiuta l'uomo ad avvicinarsi al suo ""modello"""". Dal principio dell'autoconservazione consegue che virtù significa la forza di seguire la propria natura, di realizzare il proprio poter-essere. L'affettività va mediata con la ragione, in quanto la conoscenza diviene essa stessa affetto, gioia che corrisponde all'essenza della natura umana. L'uomo, che ha tanta più virtù quanto più cerca di conservare il proprio essere, impara che agire per virtù altro non è se non agire sotto la guida della ragione e mirare per sé a ciò cui mira anche per gli altri. La riuscita della virtù significa """"felicità"""", e poiché, secondo Spinoza, le azioni razionali sono sempre buone, la cosa migliore per l'uomo è vivere sotto la guida della ragione."" -
Il ragazzo di via Panisperna. L'avventurosa vita del fisico Franco Rasetti
"Chi si fosse avventurato, negli anni sessanta e settanta, sopra i duemila metri dell'arco alpino, avrebbe probabilmente finito con l'imbattersi in un uomo slanciato e ossuto, intento a fotografare e descrivere minuziosamente le diverse migliaia di fiori che sbocciano a quelle quote. Sarebbero stati evidenti la meticolosità e il rigore con cui ogni specie veniva catalogata, ma forse pochi avrebbero indovinato che la stessa meticolosità e lo stesso rigore erano stati, in anni precedenti, applicati a studi di tutt'altro genere. Quell'uomo solitario e infaticabile era Franco Rasetti, uno dei migliori fisici nucleari degli anni trenta e dei primi anni quaranta, nonché uno dei maggiori esperti della paleontologia del periodo Cambriano"""". In questo libro Valeria Del Gamba ricostruisce l'avventurosa storia del fisico Franco Rasetti dagli studi universitari a Pisa, dove aveva come compagno Enrico Fermi, all'attività di ricerca presso l'Istituto di fisica in via Panisperna a Roma, all'assegnazione della cattedra di Spettroscopia presso l'Università di Roma, ai soggiorni all'estero in Germania, in Canada e negli Stati Uniti, fino all'abbandono nel 1942 della fisica nucleare a causa delle implicazioni nelle attività belliche e all'inizio della sua nuova brillante carriera di paleontologo." -
Il mestiere dell'antropologo
Una riflessione sul mestiere dell'etnologo prima e dell'antropologo poi e sulla materia della loro indagine. -
Cinque meditazioni sulla bellezza
François Cheng, studioso di origine cinese, membro dell'Accademia di Francia, è considerato il più importante e acuto mediatore culturale tra la Cina e l'Europa. I suoi studi sono un punto di riferimento per chiunque voglia accostarsi e comprendere la cultura dell'Oriente. Ma il suo merito più grande è quello di aver innovato e arricchito la filosofia occidentale di elementi provenienti da un mondo apparentemente molto diverso e lontano. Essendosi dovuto confrontare sin da giovane con il male e la bellezza per esser stato frequentatore, da un lato, di quell'incredibile luogo che è il Monte Lu, nella sua provincia natale, e dall'altro spettatore del terribile massacro di Nanchino, perpetrato dall'armata giapponese, Cheng ci rende partecipi delle sue riflessioni sulle questioni esistenziali più radicali che non hanno mai smesso di tormentarlo. -
La decadenza degli intellettuali. Da legislatori a interpreti
A differenza delle tante opere che cercano di definire con oggettività sociologica la natura e la consistenza della categoria degli intellettuali, l'autore mette al centro di questa sintesi di tre secoli di storia dei rapporti tra potere e sapere le strategie in base alle quali gli intellettuali si sono autodefiniti come tali. Si tratta ovviamente del ruolo del lavoro intellettuale nelle società moderne, che trovò la sua definizione canonica con i philosophes dell'illuminismo e che sembra aver subito una radicale trasformazione oggi, in epoca postmoderna. Trasformazione che Bauman sintetizza metaforicamente nel passaggio dalla figura dell'intellettuale ""legislatore"""" a quella dell'""""interprete"""": da chi arbitra e sceglie in base al proprio superiore sapere tra opinioni relative alla realizzazione del miglior ordine sociale a chi, abbandonate le ambizioni universalistiche, mette la propria competenza professionale al servizio della comunicazione tra soggetti sovrani. Interessato soprattutto a comprendere le successive definizioni che del proprio ruolo hanno dato gli intellettuali, Bauman tuttavia non ritiene che sia stato superato l'orizzonte della modernità: anzi, come si è portati a pensare a lettura ultimata, proprio in società come quelle postmoderne, divise in sedotti e """"repressi"""", sembra riproporsi con urgenza il ruolo originario dell'intellettuale """"legislatore""""."" -
Storia dell'arte e anacronismo delle immagini. Ediz. illustrata
L'anacronismo, ovvero l'intrusione di un'epoca in un'altra, la proiezione sul passato di categorie che non gli appartengono, è la bestia nera di ogni disciplina storiografica, compresa la storia dell'arte. Ma il tabù dell'operazione ritenuta falsificante sopra ogni altra è rovesciato da Didi-Huberman nella prospettiva che la recupera a paradigma vitale dell'interrogazione storica, sulla scorta delle tre ""stelle solitarie"""" che hanno posto l'immagine nel cuore stesso della riflessione sul tempo: Aby Warburg, Walter Benjamin e Carl Einstein. Il tempo non si identifica senza residui con la storia, di cui le immagini non sono meri documenti, secondo l'abusata formula """"l'artista e il suo tempo"""". Dunque quale tempo ci sta davanti nell'immagine? È innanzi tutto un tempo plurale, un montaggio di temporalità differenti e sfasate, di ritmi eterogenei, come accade in un affresco del Beato Angelico, dove un pensiero mistico del V secolo si incastona in una cornice già rinascimentale. La storia dell'arte si esercita su questi oggetti temporalmente spuri, e facendolo modifica lo schema epistemico della storia stessa, mette in atto una serie di temporalizzazioni che è anche una critica della storia in quanto sottomessa alla dinamica chiusa della cronologia."" -
Forme contemporanee del totalitarismo
L'ideologia del terrore ha caratterizzato l'affermazione tragica dei sistemi totalitari nel corso del Novecento. La follia rigeneratrice per la costruzione dell'uomo nuovo, per il trionfo delle leggi della storia o della natura ha animato una dimensione ferocemente spietata del potere. Questo libro tiene conto di quella vicenda, ma si concentra sulla possibile esistenza di una nuova versione del totalitarismo o, meglio, della tendenza totalitaria che attraversa le società cosiddette democratico-liberali. Quali forme assume l'attuale totalitarismo postideologico? Si tratta di un totalitarismo senza un centro identificato ma socialmente diffuso, intrecciato alla potenza del mercato globalizzato e allo scientismo tecnologico, con le sue pretese di misurazione e di controllo dell'esistenza. Un totalitarismo che, pur in un contesto storico-politico profondamente diverso, conserva il nocciolo della versione originaria, ovvero l'incidenza del potere, nella sua variante biotecnologica, sulle condizioni di possibilità della vita stessa. -
Eracle al bivio. Semiotica e filosofia
Il libro si presenta nella sua terza edizione ampliata e riveduta dall'autore: fin dalla sua prima apparizione contestava tradizionali dualismi e superficiali opposizioni. Per esempio tra formalismo logico e metafisica speculativa o tra semiotica empirica di tradizione anglosassone e pensiero ermeneutico continentale. Ponendo in modo radicale la questione della verità del segno e del linguaggio e articolandola in autori come Peirce e Nietzsche, Foucault e Derrida, il percorso del libro invita a considerare l'unità profonda del cammino della filosofia del Novecento. Nel contempo suggerisce nuovi orizzonti per l'elaborazione del significato e del senso, nuove figure possibili della verità. -
Il femminile nella fiaba
Ha scritto Jung che le fiabe consentono di studiare meglio l'anatomia comparata della psiche, in quanto sono l'espressione più pura dei processi psichici dell'inconscio collettivo. Con questo volume Marie-Louise von Franz invita i lettori a imparare qualcosa dalla saggezza che si esprime nelle fiabe, qualcosa che sia utile oggi. Il libro si presta a una lettura immediata, vista la semplicità delle fiabe e il riscontro con le storie moderne che l'autrice racconta; ma può essere oggetto di una lettura meditata, che si soffermi sulla ricca esperienza umana contenuta nelle osservazioni psicologiche. Dagli archetipi fiabeschi prende infatti le mosse una psicologia contemporanea del femminile (della donna in primo luogo, ma anche dell'elemento femminile nell'uomo), capace di dare risposte autentiche a molte domande che l'epoca attuale si pone. -
La filosofia e il suo luogo nello spazio della spiritualità occidentale
"L'idea di Occidente - secondo Toth - non corrisponde a un territorio né a una qualsiasi etnia."""" Sembra trattarsi piuttosto di una temperie dello spirito, una temperie inseparabile dalla filosofia. L'Occidente non è un luogo, ma il tempo nel quale la filosofia ha inizio. Il problema dei rapporti tra logica e matematica è divenuto esplicito nell'età moderna e, lungi dall'essere risolto, è posto anche ora come problema della definizione della matematica. Tale definizione, più volte tentata, appare sempre insufficiente e rinvia a ulteriori tentativi altrettanto inevitabili e ricchi di significato, che provvisori, come quelli della definizione della filosofia. Imre Toth nega che la matematica sia derivabile dalla logica e riducibile a essa e con ciò rifiuta ogni semplificazione nella considerazione del rapporto della filosofia con la matematica: esso non è tanto contenuto nel programma educativo di Platone descritto nella """"Repubblica"""", quanto nel modo stesso in cui Platone fa filosofia ed espone il proprio pensiero nei suoi dialoghi." -
L'officina della guerra. La grande guerra e le trasformazioni del mondo mentale
Nel corso della Grande Guerra il flusso della vita e della storia si interruppe almeno per un momento e lì, in quell'arresto del battito cardiaco della storia europea, si poterono cogliere simultaneamente l'agonia del vecchio mondo e l'irrompere del nuovo: l'una non ancora compiuta, l'altro non ancora pienamente dispiegato ma già chiaramente visibile tra i lampi e gli scoppi, tra le montagne di cadaveri, i laboratori fotografici e gli studi psichiatrici. Fu allora che lo specchio della civiltà occidentale andò in frantumi. Fu allora che un «colpo di tuono» squarciò il velo del progresso e aprì le porte alla modernità, disvelandone la micidiale ambivalenza. L'officina della guerra – qui proposta in terza edizione con un saggio inedito dell'autore – voleva dire anche questo. E l'essere riuscita, in qualche misura, a dirlo ha permesso di aprire in Italia una nuova, vitalissima stagione di studi sulla prima guerra mondiale come spartiacque decisivo della storia contemporanea. -
La perversione sadomasochistica. L'oggetto e le teorie. Ediz. ampliata
L'autore delinea, all'interno della tradizione psicoanalitica, alcune grandi correnti di pensiero sul tema delle perversioni e in particolare del sadomasochismo. Da questa indagine, si rivela immediatamente ineludibile un approfondimento della natura della sessualità e del contesto in cui si realizza il piacere dell'orgasmo. De Masi considera poi i rapporti tra la sessualità condivisa e l'esperienza perversa, e quelli tra perversione e devianza, nonché l'attuale immagine sociale della perversione come un fenomeno ormai non più relegato nell'anonimato e nel segreto. Nell'universo delle perversioni, il sadomasochismo resta peraltro misterioso e, anche per motivi di riservatezza, non risulta troppo ampiamente trattato nella letteratura psicoanalitica. L'indagine di De Masi lo porta ad accentuarne l'aspetto pericoloso od estremo, quello che coincide con la sessualizzazione del piacere distruttivo. L'autore non trascura tuttavia la possibilità che comportamenti perversi o fantasie sadomasochistiche agite siano spesso sintomatici della riattualizzazione di altre esperienze, e che in tali comportamenti il piacere si colleghi al dispiacere traumatico di vissuti dolorosi del passato. -
L'uomo è antiquato. Vol. 1: Considerazioni sull'anima nell'epoca della seconda rivoluzione industriale
In questo libro del 1956, Günther Anders muove dalla diagnosi della ""vergogna prometeica"""", cioè dalla diagnosi della subalternità dell'uomo, novello Prometeo, al mondo delle macchine da lui stesso create, per affrontare il tremendo paradosso cui la bomba atomica ha posto di fronte l'umanità, costringendola fra angoscia e soggezione. La vergogna prometeica è legata anche a un senso di """"dislivello"""", di non sincronicità, tra l'uomo e i suoi prodotti meccanici che, sempre più nuovi ed efficienti, lo oltrepassano, facendo sì che egli si senta """"antiquato"""". Oltre che perfetta la macchina è ripetibile, standardizzata, riproducibile in esemplari sempre identici; quindi possiede una specie di eternità che all'individuo umano è negata. Di qui, una rivalità, una impari gara dell'uomo, una inversione dei mezzi con i fini, di cui Anders analizza con grande anticipazione tutta la portata. In particolare, là dove tratta delle tecniche di persuasione, soprattutto televisive e radiofoniche, che ci assediano con immagini-fantasma, irreali, di fronte alle quali l'individuo diventa passivo, maniaco, incapace di pensare e comportarsi liberamente."" -
Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche
A re Mida che gli chiede quale sia la cosa più desiderabile per l'uomo, Sileno risponde: ""Non essere nato, non essere, essere niente"""". Diverse versioni della sentenza, dette da altri personaggi, riecheggiano in fonti diverse, da Erodoto ai grandi tragici a Plutarco, ma nessuna è riducibile alla dichiarazione di pessimismo metafisico. Anzi, per Umberto Curi parlare di pessimismo è fuorviante, se non consolatorio. La densità tutt'altro che univoca dell'apologo e rilevata già da Nietzsche, che lo colloca all'inizio della """"Nascita della tragedia"""" e ne rovescia la valenza corrente in quel dire sì alla vita in ogni sua manifestazione, compreso il dolore, che costituisce il cuore del sentimento tragico. Una densità che si intensifica e si incupisce quando dall'orizzonte senza Dio dei greci si passa alle denunce bibliche della miseria umana, al cospetto della potenza divina: l'imprecazione di Geremia (""""maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto""""), la certezza della nullità dell'esistenza nel Qohelet e la contesa angosciosa di Giobbe con il Signore rimandano alla verità paradossale della fede, alla figura cristologica di Abramo riletto da san Paolo, Kierkegaard e Simone Weil. Nelle sue diramazioni e riformulazioni il motto di Sileno esprime, più che negatività dell'esistere, l'inattingibilità di un sapere positivamente definito sull'esistenza, e continua a interpellare il logos discorsivo della filosofia e le forme del pensiero religioso."" -
A ciascuno il suo cervello. Plasticità neuronale e inconscio
Cosa accadrebbe se, secondo quanto gia auspicato da Freud, la psicoanalisi potesse trovare conferma nelle neuroscienze? E se le neuroscienze stesse si avvantaggiassero dal confronto con il modello psicoanalitico? Francois Ansermet e Pierre Magistretti propongono in questo saggio l'incontro originale tra due discipline spesso presentate come antagoniste. E il punto di incontro e rappresentato proprio da quei meccanismi di plasticità neuronale grazie ai quali il cervello rimane aperto al cambiamento e alle trasformazioni portate dall'esperienza. Dall'incontro tra stimoli provenienti dalla realtà esterna e stimoli provenienti dalla realtà interna inconscia nasce la specificità individuale, che rende ogni individuo un essere unico e imprevedibile. -
Trattato di storia delle religioni
"Il fine che ci siamo proposti - scrive Eliade - è quello di mostrare che cosa sono i fatti religiosi e che cosa rivelano"""". Nel complesso labirinto che essi costituiscono il lettore penetra a poco a poco, acquista familiarità con le diversità culturali da cui essi dipendono, prende contatto con le manifestazioni del sacro che si palesano a vari livelli cosmici (il Cielo, le Acque, la Terra, le Pietre), nei fenomeni biologici (i cicli vegetativi, i ritmi lunari, la sessualità), nei miti e nei simboli (il famoso mito dell'eterno ritorno). Il """"Trattato"""", che a distanza di sessant'anni dalla pubblicazione conferma il suo valore e la sua permanente attualità, può leggersi da un duplice punto di vista: come interpretazione fenomenologico-religiosa spesso suggestiva e stimolante, e come documento del travaglio della cultura moderna, impegnata nella ricerca di un più ampio e sensibile umanesimo."