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La casa degli incontri
Il protagonista di questa bruciante confessione non può proprio definirsi un eroe: è un uomo istintivo e violento, che durante la Seconda Guerra Mondiale ""si è fatto strada in quella che sarebbe stata chiamata Germania Est a suon di stupri"""", ma allo stesso tempo è un individuo capace di grandi slanci emotivi e dotato di una sensibilità che può solo definirsi """"tipicamente russa"""". Ormai è vecchio e l'antica autoindulgenza ha lasciato il posto al rimorso e all'amarezza: decide di tornare in patria - da cui era fuggito vent'anni prima - e intraprendere un ultimo disperato viaggio attraverso la Siberia, nei luoghi che lo videro internato in un gulag da dopo la guerra fino al mutamento del clima politico successivo alla morte di Stalin. Le giornate al suo interno sono scandite da un implacabile calendario di violenze: nel campo la vita nuda si rivela in tutta la sua crudeltà e quell'esperimento chiamato Unione Sovietica viene a reclamare il suo costo in vite umane. A Norlag, un inferno artico """"poco sopra il sessantanovesimo parallelo"""", è rinchiuso anche il fratellastro del narratore, Lev. A dividerli non sono solo le inclinazioni Lev è un poeta e un pacifista - ma anche l'amore di Zoya, una giovane ragazza ebrea, bellissima e sensuale, che con la sua scelta decide il destino dei due uomini."" -
Sonetáula
Sonetaula è il soprannome di un ragazzino sardo, servo pastore, che riesce ad avere un proprio gregge, ma scivola nell'inevitabile subcultura del mondo pastorale e si spinge sulla via senza ritorno del banditismo. È la ""condanna dell'ovile"""", trafila comune a quasi tutti i ragazzini di quegli anni (1937-50) nella Sardegna dell'entroterra. A questa si sottrae un coetaneo che, divenuto neccanico, è caposquadra nella lotta all'anofele, combattuta dagli Americani nel 1944 per liberare l'isola dalla malaria. Diversamente dall'amico, il meccanico si """"salva"""" dalla sorte comune grazie alla diversa realtà lavorativa in cui riesce ad entrare. Un testo scritto quarant'anni fa e, recentemente, rivisitato dall'autore."" -
La canzone dell'eterno rimpianto
Nella Shanghai cosmopolita e brillante dell'immediato dopoguerra, la sedicenne Wang Qiyao intende approfittare delle possibilità offerte da un concorso di bellezza. Non vince, ma riesce comunque a conquistare una certa notorietà perché rappresenta un tipo di fascino ""quotidiano"""": quello, elegante ma non vistoso, che si incontra per strada tutti i giorni e che meglio incarna lo spirito della città. Scoperta da un fotografo che l'ama non ricambiato, diventa l'amante del potente Direttore Li. Ma la Cina si trova in un momento storico di grandi mutamenti e quando Li muore in un incidente aereo, Wang Qiyao deve lasciare l'ovattata atmosfera della residenza Alice, dove, assai rispettate, vivono le mantenute, i """"fiori della società""""; possiede solo una scatola di legno intarsiato che contiene alcuni lingotti d'oro avuti in regalo dall'amante. Wang Qiyao è costretta a reinventarsi un'esistenza all'ombra dei grandi sommovimenti politici; si mantiene facendo l'infermiera e riunisce attorno a sé una piccola cerchia di amici con i quali passa il tempo a cucinare, a giocare a majiang e a chiacchierare davanti a una stufa. Dalla fugace relazione con uno degli ospiti nasce una figlia, Weiwei. La sua è un'esistenza fatta di dettagli e di piccoli piaceri intimamente legata a quella di Shanghai, la città cinese più aperta e occidentale."" -
Patrimonio. Una storia vera
Il libro, come recita il sottotitolo, è una storia vera. Protagonista è Hermann Roth, il padre di Philip. Hermann è un vedovo di ottantasei anni, agente di assicurazioni in pensione, conosciuto un tempo per il suo genio, la sua forza e il suo fascino, che ora lotta contro un tumore al cervello. Colmo di amore e attenzioni, di ansia e terrore, Philip accompagna il padre in ogni momento di questa enorme esperienza, lungo il calvario di una dilatata agonia. Il figlio condivide l'umore e le miserie che il malato è costretto a subire: consulti medici, l'orrore del decadimento fisico, l'attesa inumana della separazione finale. Gli episodi memorabili si accumulano: il figlio che paragona la fredda tomografia del padre al calore della propria biografia; il confronto del suo lascito patrimoniale con quello di un taxista psicopatico; ma anche il concerto di musica da camera suonato dagli amici per Hermann; o Philip che telefona a Joanna, una compagna d'università, per calmare le proprie angosce. -
Non c'è più tempo
Città di pietra e di luce, Firenze nasconde nel suo ventre un luogo di pura tenebra, dove la sera del 2 ottobre 1981 un uomo in sedia a rotelle viene condotto. Di lui si sa poco, molto invece delle sue ossessioni. Per il mondo strangolato dai suoi abitanti e dalla follia che li domina. Per la sua vita che corre senza senso verso la fine. Per il tempo che non c'è più. È uno come tanti, Venturino Filisdei, dunque non è nessuno, o comunque uno che, non avendo più nulla da esplorare nel mondo di sopra, scende nel mondo di sotto, dove rigurgitano acque malsane e fioriscono incubi. Terrore chiama terrore, e lui si prepara a morire. Ma benché sappia che c'è anche di peggio della morte, non sospetta quanto possa essere penoso quel che sta per capitargli. Ad attirarlo nella trappola è un'improbabile banda armata. Trappola ? In realtà è lui a muovere verso di loro, anime perse come lui, e a lui affini più di quanto si possa pensare. Loro sono Max Penitenti, un povero diavolo che la sa anche troppo lunga. Dolores Entierro, brigatista malinconica e indecifrabile. Confiteor, equivoco comandante transgenere. E poi quel ragazzo cupo e disperato, che si rivela suo figlio. Un patto di sangue li impegna ad amare e a uccidere gli stessi compagni. Lui lo rispetta. Non perché lo voglia, ma perché costretto da una tragica necessità. E dire che la vita era là fuori, libera, dolcissima, con quanto di non vissuto e desiderabile aveva da offrire. Bastava abbandonarsi al suo incanto. Ma ormai non c'è più tempo. -
La curva del latte
È una notte dolce sul mare che profuma di gelsomino e fico. Una notte buona per pescare i totani, per consumare intrighi e tradimenti. Poi un grido esplode nel buio, illuminando a giorno il piccolo paese sulla curva del Latte. È come l'inizio di un viaggio tra memoria e modernità. La ribelle Jolanda ha un figlio da un padre segreto mentre strani avvenimenti turbano gli umori di Libero e dei suoi uomini, incaricati dal Partito di tenere sotto controllo campagne e paese in tempo di elezioni. Intanto le beghine reclamano la testa trafugata della Vergine di Sant'Anna, il ricordo favoloso del matrimonio di Grace Kelly continua ad aleggiare nell'aria e sulle colline appare l'ultimo mostro creato dalla bizzarria del conte Voronoff. Dopotutto è il 1957, e mentre il paese ribolle di passioni civili e amorose il cielo è attraversato dallo Sputnik e dalle note di una canzone fatta solo di blu che meriterebbe di andare al Festival di Sanremo. Il ritratto in acquaforte, ironico e appassionato, di un'Italia che sembrava sparita appena ieri. -
Lo spazio bianco
Maria ha superato da poco i quarant'anni, vive a Napoli, lavora come insegnante in una scuola serale e un giorno, al sesto mese appena di gravidanza, partorisce una bambina che viene subito ricoverata in terapia intensiva neonatale. Dietro l'oblò dell'incubatrice Maria osserva le ore passare su quel piccolo corpo come una sequenza di possibilità. Niente è più come prima: si ritrova in un mondo strano di medicine, donne accoltellate, attese insensate sui divanetti della sala d'aspetto, la speranza di portare sua figlia fuori da lì. Nei giorni si susseguono le mense con gli studenti di medicina, il dialogo muto con i macchinari e soprattutto il suo lavoro: una scuola serale dove camionisti faticano su Dante e Leopardi per conquistarsi la terza media. La circonda e la tiene in vita un mondo pericolante: quello napoletano, dove la tragedia quotidiana si intreccia con la farsa, un mondo in cui il degrado locale è solo la lente d'ingrandimento di quello nazionale. -
Il mio olocausto
Maurice e Norman Messer riconoscono un buon prodotto quando ne vedono uno. Questa volta il prodotto in questione è l'Olocausto: Maurice, un sedicente sopravvissuto alla Shoah con una storia personale confezionata ad hoc, e Norman, una vittima ""per delega"""" in qualità di membro della cosiddetta seconda generazione, decidono di imporlo sul mercato. Intravisto il profitto dello Shoah business i Messer usano l'eredità di 6 milioni di morti per indurre il senso di colpa e spillare denaro: il donatore generoso meriterà di vedere il suo nome inciso sul muro del museo, oppure potrà acquistare un'urna d'argento contenente autentiche ceneri umane. Una satira cinica, allegra e scandalosa contro lo sfruttamento dell'Olocausto e il gran circo del vittimismo autoconsolatorio attorno alla memoria di una grande tragedia."" -
La memoria dei vivi
Lena vive da anni all'ombra del marito gravemente malato: ha dovuto mettere da parte la sua vita e la carriera accademica, votandosi alla cura di quest'uomo che lentamente muore. Il giorno dell'inaugurazione della stazione faunistica che lei avrebbe dovuto dirigere, è costretta ad affrontare, insieme a Matteo, un imprevisto weekend di vacanza. Silvana e Carmen hanno lo stesso padre, ma non potrebbero essere più diverse: sottomessa e rispettosa la prima, estroversa e calcolatrice la seconda. Fin da bambina Silvana ha vissuto all'ombra della sorella, e rivederla dopo tanti anni risveglierà in entrambe un rancore sordo. Nice è intontita da una vita che le sembra una perdita di tempo, da un marito capitatole quasi per caso e poi accantonato in un angolo. Quando il vecchio padre si risposa con la signorina Teresa, Nice si sente tradita: accettare la felicità altrui le sembra un compito impossibile. Tre storie, tre destini, tre donne: ciascuna di loro è fotografata nel momento esatto in cui l'amore, la solitudine, il coraggio e il dolore, convergono in un unico punto. -
Scritti e parlati
La consapevolezza che ""i rapporti tra le arti devono essere casti"""", non impedí a Francesco Biamonti di rincorrere in pitture, poesie e prose altrui le tracce di comuni demoni artistici. In opere nelle quali il paesaggio si fa metafora dell'animo umano; con forme, colori e parole che si caricano d'essere per quanto sono spogli. In queste pagine sono molti quegli artisti che con il territorio ligure, o con il paesaggio marino mediterraneo, hanno dialogato. Alcuni pittori, Boine, Orengo, passando attraverso al rapporto purissimo con le cose che Calvino iniziò sulle rive della sua Liguria e che si fece fantastico, perché cristallino, nelle """"Città invisibili"""". Biamonti si sente in armonia con chi dà voce alla natura, al paesaggio verticale, tra cielo e mare, della Liguria e della vicina Francia: il Valéry del """"Cimitero marino"""", Cézanne e l'amico Ennio Morlotti. Con quegli artisti che hanno saputo, come lui, coniugare un linguaggio spoglio, scarno e materico con un lirismo corroso e pieno di luce."" -
Il tradimento dei chierici. Il ruolo dell'intellettuale nella società contemporanea
Anche se la questione ha radici lontane, che affondano nell'""affaire"""" Dreyfus che negli anni a cavallo tra Otto e Novecento divise la cultura francese ed europea in due schieramenti inconciliabili, """"Il tradimento dei chierici"""" (1927) resta uno dei testi seminali sul ruolo (e l'autonomia) degli intellettuali: un libro che mette il sale della polemica su ferite tuttora aperte. Contro la crescente barbarie delle società occidentali e il loro impoverimento culturale (la subordinazione del pensiero agli interessi del capitale), Benda difende un ruolo dell'intellettuale """"custode di valori"""" al sevizio di universali come la ragione, la verità, la giustizia. I """"traditori"""" contro i quali si scaglia sono gli sciovinisti, i razzisti, i fascisti di ogni gradazione. Ma anche i rappresentanti di quella corporazione intellettuale che fa politica al riparo dalla sua supposta superiorità e imparzialità, i servi di ogni regime o ideologia, anche quando mossi delle migliori intenzioni. Con la prefazione di Davide Cadeddu."" -
Storia d'Italia. Annali. Vol. 23: La banca.
I venticinque saggi delineano la storia economica del ruolo delle banche in Italia. La prima parte studia il primato mondiale della finanza italiana del Medioevo e dell'età moderna e si chiude con la descrizione della formazione delle reti di credito e della ""rivoluzione finanziaria"""" ed economica dell'Italia negli anni precedenti e subito successivi all'Unità. Nella seconda parte viene individuato l'apporto della finanza internazionale all'avvio del sistema bancario unitario e sono descritti il rapporto tra banche e industrializzazione in età giolittiana e la raccolta del risparmio da parte del settore pubblico. La terza parte studia gli anni di espansione, crisi e innovazione istituzionale degli anni contemporanei tra i due conflitti mondiali. L'ultima parte si apre con la situazione del dopoguerra, segnala l'emergere di Mediobanca, l'azione della Banca d'Italia e la graduale apertura al mercato internazionale, fino a descrivere gli assetti bancari dell'ultimo decennio."" -
Il tunnel delle multe. Ontologia degli oggetti quotidiani
"Mi è capitato di prendermi tre multe per eccesso di velocità nel tunnel del Monte Bianco, visto che l'infrazione era stata rilevata da tre autovelox. Di qui, a parte l'esborso, la domanda filosofica: un evento si moltiplica in ragione degli osservatori? Si direbbe di sì, stando alla polizia italiana e alla gendarmeria francese. Ma, in questo caso, se gli autovelox fossero stati mille, avrei dovuto pagare mille multe?"""" Gli aneddoti che Maurizio Ferraris raccoglie in questo dizionario filosofico fuori dal comune sono piú o meno di questo tenore. Da """"Autovelox"""" a """"Zuhandenheit"""", in 129 voci che spaziano dal """"Bancomat"""" agli """"Zoccoli"""" passando per """"Cavatappi"""", passando per le """"Mutande, senza dimenticare le """"Cazzimme"""" e le """"Supercazzole"""", l'autore cerca di definire quelli che Roland Barthes chiamava """"miti d'oggi"""" e Martin Heidegger """"essere-nel-mondo"""". La filosofia alle prese con i paradossi della vita quotidiana." -
In nessun modo ancora
In ""Mal visto mal detto"""" (""""Ill Seen Ill Said"""") una donna in nero attende la morte in un casotto nel mezzo di una pietraia. """"Compagnia"""" (""""Company"""") è un passo in avanti nell'esplorazione dell'inesplorabile, l'odissea di un autore negli abissi dell'immaginazione creatrice. In """"Peggio tutta"""" (""""Worstward Ho"""") una voce misteriosa parla della fine e della continuità che sta nella fine. Nella seconda sezione il volume raccoglie con il titolo redazionale (ma beckettiano) di """"Sussulti"""" altri tre testi coevi: """"Né l'uno nè l'altro"""", """"Fremiti fermi"""" e """"Qual è la parola"""", l'ultima opera di Samuel Beckett. Anche questi sono testi fatti di bisbigli mormorati: l'ultima frontiera della letteratura, tenebre che Beckett, come sempre, illumina con austera ilarità. La vera conclusione è nell'ultima frase di """"Fremiti fermi"""": """"Non importa come non importa dove. Il tempo e il dolore e il cosiddetto sé, tutto alla fine""""."" -
Il sergente. DVD. Con libro
Nell'autunno del 2004 Marco Paolini viaggiò fino alle pianure del Don, fino al villaggio, ormai scomparso, in cui i soldati italiani cercarono rifugio durante la ritirata delle forze impiegate in Russia del 1943. Il DVD include il filmato di uno spettacolo teatrale registrato nel corso degli anni in tre teatri diversi - ""Il sergente"""" -, ma racconta anche del viaggio di Paolini per preparare lo spettacolo. Un film nel film: il racconto de """"Il sergente nella neve"""" di Mario Rigoni Stern, ma anche il racconto del """"ritorno sul Don"""" dell'autore. Il libro - """"Il quaderno del sergente"""" - è un quaderno teatrale in cui Paolini ripercorre l'avventura della messa in scena dello spettacolo."" -
Cinquanta vacanze orrende. Storie di viaggi infernali
Cinquanta fra le peggiori esperienze che possano essere capitate in tema di vacanze: quando le vacanze da sogno si trasformano in un incubo. Storie tragicomiche di: rotture del nucleo famigliare; cibi immangiabili e orribili malattie esotiche; crociere sconvolte da uragani e scottature solari terrificanti; inapproppriati viaggi d'affari. Il volume fa anche un passo indietro nel tempo per dare un'occhiate alle infernali vacanze del passato, per poi esaminare la cultura delle vacanze del XXI secolo, con una serie di informazioni su temi più seri, quali: il numero di morti ""da vacanza"""" che accadono ogni anno, il numero e il tipo di reclami ricevuti ogni anno da operatori diversi, i profitti realizzati ed i prezzi pagati per queste tremende vacanze."" -
Unità di risveglio
Il ""risveglio"""" citato nel titolo della raccolta evoca una drammatica ed estrema vicenda personale: nel maggio 2005, in seguito a un banale intervento medico, l'autrice finisce in coma, e solo dopo un lungo percorso di riabilitazione la sua esistenza ritrova una forma di """"normalità"""", per quanto la relativa disabilità acquisita risulti alla fine permanente. In una recente intervista la poetessa così rievoca la genesi del libro: """"Unità di risveglio è il diario-racconto in versi, fra speranze e paure, del mio ritorno alla vita a seguito di questa esperienza... Di come io abbia cercato di trasformare lo choc per quanto mi è successo, e per la mia nuova condizione, in un nuovo punto di partenza... Ribaltando la rabbia e il lutto per la perdita in ragioni di forza. Entrando a far parte di un mondo, quello della malattia, della sofferenza, dell'insufficienza fisica, che prima mi era totalmente sconosciuto, un mondo sorprendentemente giovane, ricco di umanità ed empatia. Trovando finalmente il coraggio, io che scrivo da sempre, di legittimarmi compiutamente questa parte di me stessa""""."" -
Teatro
"La voce nella tempesta"""" è la riduzione teatrale del romanzo """"Cime tempestose"""" di Emily Brontë, elaborata poco dopo che il giovane Fenoglio ha assistito (ad Alba nel 1945 in un campo da pallone elastico utilizzato come arena estiva) alla proiezione del film di W. Wyler. Il romanzo è uno dei suoi preferiti, il film non lo convince, ma lo sprona a cimentarsi in un adattamento per la scena. Un altro lavoro giovanile è """"Serenata a Bretton Oaks"""", un doppio dramma d'amore che tocca la giovane e attraente Cathy e il giovane maestro Joel, appena """"venuto da lontano"""", e Amy e Joshua Colburn che tanti anni prima non ebbero la forza di percorrere insieme la strada dei sentimenti. Con """"Atto unico"""", """"Solitudine"""", i """"Prologhi"""", l'attenzione si sposta dal tema amoroso a quello partigiano: in questi testi più tardi Fenoglio non mette in scena personaggi dalla grandezza titanica come Johnny, ma guerrieri fragili e pensierosi che riflettono sulle proprie paure e sulla possibilità del compromesso." -
Il tempo ormai breve
Al centro della nuova raccolta di Franco Marcoaldi non ci sono piú gli animali e il loro modo istintivo di capire l'universo. C'è il tempo, in tutte le sue sfaccettature: quello da vivere, sempre piú corto man mano che gli anni passano; quello delle discussioni dei filosofi, a partire da Agostino; quello frenetico dei commerci quotidiani, che non consente né pause di riflessione né quei vuoti, quelle assenze che permettono di cogliere il respiro pieno di ciò che sta intorno a noi e di cui facciamo parte. -
Descartes
Quasi mai le ricostruzioni del pensiero di Descartes danno conto della vicenda biografica del filosofo francese. La scarsa attenzione prestata alla sua storia personale viene giustificata in nome della stessa filosofia di chi farà del cogito il fondamento della verità e della meditazione come esperienza spirituale il genere filosofico elettivo. Con eleganza e sobrietà, ma senza tacere le complesse questioni che s'intrecciano all'elaborazione di un metodo che comporta il coinvolgimento della soggettività del pensatore nell'elaborazione della dimostrazione, Gombay fornisce una introduzione del tutto originale a Descartes, il cui pensiero viene esposto secondo i mutevoli problemi di una riflessione che, pur aspirando a una ricostruzione dell'intero sistema del sapere, costituisce sempre anche un'esperienza intellettuale e morale che interviene direttamente sull'elaborazione della prima e al contempo sull'assise di tutta un'epoca. Da questo punto di vista, pur con la parzialità dichiarata delle scelte e dei punti di vista, André Gombay ci offre un ritratto vivido e rigoroso di una filosofia nuova e di un pensatore alle prese con i problemi della philosophia perennis, ma anche con la questione delle passioni dell'anima e la possibilità di fondare un'etica sulla loro conoscenza e sul loro controllo razionale.