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Il pensiero politico medievale
Il libro di Gianluca Briguglia propone una lettura delle teorie politiche medievali nel loro contesto proprio. Ne scaturisce un'introduzione originale e plurale al pensiero politico del medioevo.rnrn Superando sia i secolari pregiudizi negativi su un presunto medioevo tenebroso, sia certe rivalutazioni troppo convenzionali e rapide, che a volte caratterizzano l'interesse per il pensiero medievale, il libro di Gianluca Briguglia propone una lettura delle teorie politiche medievali nel loro contesto proprio. Ne scaturisce un'introduzione originale e plurale al pensiero politico del medioevo (XII-XV secolo), in cui i maestri delle università e i teologi, ma anche gli intellettuali delle città, i laici, perfino i traduttori dei testi latini nelle lingue volgari rispondono ai problemi del loro presente ricollocando teorie del passato, modificando idee ricevute, costruendo orizzonti teorici del tutto nuovi. Per questo il volume non solo tratta idee e teorie di autori classici, da Tommaso d'Aquino a Marsilio da Padova, ma include autori spesso neppure menzionati in opere di questo tipo, e la cui importanza va ormai riconosciuta, come nel caso di un Brunetto Latini, di un Tolomeo da Lucca o di un Giacomo da Viterbo, e soprattutto ricostruisce contesti concettuali capaci di rendere piú approfondita e ampia la conoscenza del pensiero medievale, come nel caso delle «ecclesiologie politiche», dell'importanza delle lingue volgari, degli intrecci tra post-aristotelismo e ispirazioni guelfe o ghibelline. -
Due come loro
Un impiegato del ramo suicidi al servizio di Dio e del Diavolo. Una commedia folle e irriverente sulle nostre debolezze, i nostri vizi, le nostre paure. E la nostra atavica fame d'amore. rnrn""L'Inferno e il Paradiso sono oasi create a immagine e somiglianza di Dio e del Diavolo, come fossero le loro case al mare. Anche se vivono tra noi, spesso quei due staccano la spina e si rintanano lassú, o laggiú. E se in Terra combattono per accaparrarsi il destino di ogni singolo essere umano, nei loro manieri vogliono solo godersi i frutti del duro lavoro. Mica è facile gestire i buoni e i cattivi di un intero pianeta. Siamo quasi sette miliardi, eh. Per quanto riguarda Shep, però, la cosa principale da dire arrivati fin qui è che è riuscito a infinocchiarli entrambi. Né Dio né il Diavolo sanno che lui fa il doppio gioco. Immaginate di lavorare per due spietate società finanziare concorrenti, di nascosto, nello stesso tempo. Poi immaginate che i capi delle spietatissime società finanziarie siano i creatori del bene e del male. Fatto? Ora sapete perché Shep sta iniziando a perdere i capelli.""""rnrnrnShep ha trentasei anni, un'ex fidanzata di nome Viola, della quale è ancora perdutamente innamorato, e una professione insolita. Si occupa degli aspiranti suicidi e lo fa per conto di Dio, all'insaputa del Diavolo, ma anche per conto del Diavolo, di nascosto da Dio. È lui a decidere di volta in volta chi salvare dalle fiamme dell'Inferno. Riceve ogni mese una lista con i nomi, il luogo, la data e l'ora del suicidio. Tutto sembra andare alla grande finché nella lista non compare il nuovo fidanzato di Viola: un avvocatuccio stempiato sulla quarantina, buon partito per il desiderio di sistemarsi di lei. Shep esulta all'idea di accompagnare alla morte il suo rivale, cosí da potersi riprendere Viola. Però gli balza in testa una domanda: perché una persona in apparenza senza segreti vuole ammazzarsi? È allora che comincia la sua indagine. MARCO MARSULLO è nato a Napoli nel 1985. Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Atletico Minaccia Football Club (2013), L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache (2014) e I miei genitori non hanno figli (2015). Il suo sito è: www.marcomarsullo.com «L'Inferno e il Paradiso sono oasi create a immagine e somiglianza di Dio e del Diavolo, come fossero le loro case al mare. Anche se vivono tra noi, spesso quei due staccano la spina e si rintanano lassú, o laggiú. E se in Terra combattono per accaparrarsi il destino di ogni singolo essere umano, nei loro manieri vogliono solo godersi i frutti del duro lavoro. Mica è facile gestire i buoni e i cattivi di un intero pianeta. Siamo quasi sette miliardi, eh. Per quanto riguarda Shep, però, la cosa principale da dire arrivati fin qui è che è riuscito a infinocchiarli entrambi. Né Dio né il Diavolo sanno che lui fa il doppio gioco. Immaginate di lavorare per due spietate società finanziare concorrenti, di nascosto, nello... -
La liberazione dei campi. La fine della Shoah e le sue eredità
Il lento, e spesso impossibile, ritorno alla vita delle migliaia di superstiti dei campi di sterminio nazisti. Una pagina poco conosciuta di una terribile tragedia, raccontata con profonda comprensione e pietà umana.Quando i martoriati prigionieri dei campi di concentramento e di sterminio furono liberati, l'orrore delle atrocità naziste venne alla luce per intero. A stento si può immaginare l'enorme sollievo provato in quel momento dai prigionieri. Tuttavia, per chi era sopravvissuto all'inimmaginabile, l'esperienza della liberazione fu un lento e sfibrante percorso di ritorno alla vita. In questa indagine senza precedenti sui giorni, mesi e anni successivi all'arrivo delle forze alleate nei campi nazisti, uno dei più importanti storici dell'Olocausto utilizza fonti archivistiche e testimonianze dirette, scritte e orali, per raccontare le nuove odissee che i prigionieri liberati dovettero affrontare e le grandi difficoltà incontrate da chi li liberò nel tentativo di ridare un senso alle loro vite in frantumi. Dan Stone si concentra sui sopravvissuti: sul loro senso di colpa, sullo sfinimento, le paure, la vergogna che provavano per essere ancora vivi e il devastante dolore per i famigliari perduti, sugli enormi problemi di salute, e sulle loro successive richieste di abbandonare i campi sfollati per insediarsi in altri Paesi. L'autore non descrive soltanto gli sforzi che i liberatori (russi, inglesi, americani e canadesi) dovettero affrontare per soddisfare i bisogni immediati dei superstiti, ma prende anche in considerazione i problemi a lungo termine che influenzarono il mondo del dopoguerra, primo baluginare dell'imminente guerra fredda. -
Un giorno perfetto
Emma e Antonio si sono amati. Ora però, dopo due figli e troppa gelosia, lei cerca orgogliosamente di inventarsi un'altra vita, e lui è deciso a impedirglielo. Maja sembra avere tutto, e invece le manca l'essenziale. Zero vorrebbe cambiare il mondo; Sasha si accontenterebbe di festeggiare l'anniversario con l'amante e l'onorevole Fioravanti di essere rieletto. Per ventiquattro ore le loro storie si incrociano nelle strade di una Roma frenetica e sorprendente, la tensione si accumula e per qualcuno non ci sarà domani. Non un giorno perfetto, nemmeno un giorno qualunque: un'immersione totale nella realtà che ci circonda. Una storia d'amore e disincanto, di scuola e di lavoro, di sogni e di sconfitte, una notizia da prima pagina e uno straziante caso di cronaca nera. Ma, soprattutto, l'anatomia di una famiglia: donne e uomini, padri e madri, figli e figlie, scene da un matrimonio in cui tutti, nel bene e nel male, possiamo riconoscerci. -
Una meravigliosa solitudine. L'arte di leggere nell'Europa moderna
Viviamo in un mondo in cui i modi di comunicare, e di pensare, cambiano a una velocità che la storia non ha mai conosciuto. Cosa significa tutto questo per la lettura? rn«In questa appassionante indagine sulla lettura l'illustre studiosa eccelle nel ricostruire una realtà pluridimensionale, dove istanze politiche e ambizioni individuali, religione e libero pensiero, latino e volgare, filologia e retorica, prosa e poesia, immagini e parole, procedono strettamente associati, travalicando i confini delle varie forme di espressione» - Benedetta Craveri, Il Venerdìrn«Petrarca, e tanti altri come lui, che incontreremo in queste pagine, a raccontarci le loro esperienze di lettori, sono davvero i personaggi di un mondo che è ormai inesorabilmente alle nostre spalle? Un mondo in cui la lettura è esperienza comune e insieme del tutto intima e personale; una specie di viaggio in cui, incontrando l'altro, si riconosce (e si ridisegna) il proprio io; un'esperienza vitale, che dà ospitalità allo sconosciuto e proprio per questo è carica di fascino e di pericolo; un percorso ai limiti del tempo e dello spazio, là dove si delineano infiniti mondi virtuali e la realtà si apre all'orizzonte del possibile».rnrnrnDavanti ai rischi, e alle nuove sfide che oggi si delineano, questo libro guarda al passato per farne emergere i grandi miti che hanno nutrito l'esperienza della lettura all'inizio del mondo moderno: miti pieni di fascino, fragili e potenti insieme; inesorabilmente lontani, ci osservano con ""uno sguardo familiare"""". «Entro nelle antique corti degli antiqui uomini, [...] dove io non mi vergogno parlare con loro, e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro umanità mi rispondono», scriveva Machiavelli a Francesco Vettori. È questo il cuore del percorso, che si dipana indietro e avanti nel tempo, da Petrarca a Tasso, a Montaigne, seguendo il tema della lettura come incontro personale, come dialogo con gli autori che si leggono. Il libro diventa un corpo, una persona; i ritratti degli autori, che comparivano nelle biblioteche o negli studioli come spesso fanno le fotografie sui muri di casa dei lettori di oggi, aiutano a mettere in atto una specie di rievocazione negromantica che è capace di sfidare la morte, di stabilire legami di amicizia al di là delle barriere del tempo."" -
Regie immaginarie
I demonî, Delitto e castigo e L'idiota, Jekyll e Hyde, Le Tre sorelle di Cechov, La visita della vecchia signora di Dürrenmatt, La guerra dei mondi di Wells, La bestia umana di Zola, Moll Flanders di Defoe, La linea d'ombra di Conrad e altri capolavori della letteratura mondiale.rnrn Negli anni Novanta Ceronetti si è dedicato assiduamente a rileggere gli autori piú importanti della sua vita, e a selezionare segmenti delle loro opere, a rimontarli, a riscriverli per ipotetiche messe in scena teatrali o cinematografiche rigorosamente mai realizzate. Il tutto condito con riflessioni, commenti e divagazioni sempre molto personali, note di regia che evidenziano le scene piú emblematiche, le ricostruiscono «à la Ceronetti». Gli appunti e i brogliacci di quel periodo sono stati ora rimessi in ordine dall'autore e formano un libro organico che è un modo originale per attraversare la grande letteratura. «Le regie immaginarie illuminano meglio certi testi letterari, mi aiutano a capire, ad accendere di piú la lampada della conoscenza e dell'iniziazione...» ˇ -
Dall'ombra
Dall'ombra è un romanzo claustrofobico e visionario che a tratti si fa lieve, ironico, surreale, imprevedibilmente liberatorio.rnrnLa sua abilità nel vedere ciò che gli altri non vedono, il talento nel mostrare ciò che sta oltre le semplici apparenze, fanno di Juan José Millàs uno degli scrittori più talentuosi e sorprendenti del nostro tempo - Pàgina DosrnrnDamián Lobo, da quando ha perso il lavoro, si sente un po' confuso. Un giorno, nemmeno lui sa perché, commette un furto. Ma, colto sul fatto, è costretto a nascondersi all'interno di un grande - e misterioso - armadio. Non fa in tempo a uscirne che il mobile viene impacchettato e portato a casa di Lucía, che l'aveva appena acquistato. Inizia così per Damián una nuova vita all'interno dell'armadio: non solo un perfetto nascondiglio, ma anche un privilegiato punto d'osservazione - dall'ombra, appunto - da cui riuscire a scavare nei segreti più intimi di Lucía e della sua famiglia. -
La deposizione
Conservato per quarant'anni nel cuore di una famiglia, un segreto spaventoso emerge all'improvviso alla luce.rnrnQuesta è la storia vera di un assassino che non ha soltanto ucciso la sua giovane amante, ma ha costretto al silenzio la sua famiglia con una personalità manipolatrice e diabolica. Ed è la storia di un figlio che ha trovato la forza di ribellarsi al padre seducente e mostruoso, perché «il segreto uccide piú della verità».rnrnUn lunedí di primavera, 7 aprile 2014, un'aula di corte d'assise nel tribunale di Rennes, Francia. Si processa un uomo, Maurice Agnelet, accusato di aver ucciso la giovane amante, Agnès Le Roux, quasi quarant'anni prima, a Nizza. La vittima proveniva da una famiglia molto in vista, proprietaria di un casinò sulla Promenade des Anglais. Il cadavere della donna non è mai stato ritrovato, rendendo il lavoro dell'accusa, dopo tre processi, ancora piú difficile. Agnelet si è sempre professato innocente, e la sua famiglia, moglie e due figli ormai adulti, non ha mai smesso di sostenerlo nella sua battaglia. Pascale Robert-Diard segue il processo per il suo giornale, solo un drappello di cronisti irriducibili assiste alle battute conclusive. Appassionati al caso mai risolto, affascinati dalla figura manipolatrice e quasi diabolica dell'imputato, ma anche dall'atmosfera magica della Costa Azzurra che rivive nelle testimonianze, e dallo «sfondo di pantaloni a zampa d'elefante, sciarpe lavorate ai ferri e khol sugli occhi» dei lontani anni Settanta. È a questo punto che il caso di cronaca nera di quarant'anni prima acquista la cadenza solenne e l'impellente necessità dell'antica tragedia. Uno dei figli di Agnelet, Guillaume, sale sul banco dei testimoni e accusa il padre di omicidio, rivelando di sapere da anni della sua colpevolezza, confessando di aver testimoniato il falso in passato. Accettando il confronto con la madre e il fratello, che continuano a difendere l'assassino. Affermando che «il segreto uccide piú della verità». Una deposizione che per Guillaume ha diversi significati, quanti quelli della parola stessa: testimonianza, liberazione da un peso, ma anche «rimozione di qualcuno dall'esercizio di un potere». Come se il figlio avesse compiuto la sua rivoluzione contro il padre. -
La parte migliore
Cosa tiene insieme una famiglia? Il ricordo di un passato comune e incantato, o la memoria dei dolori che non scemano? A chiederselo sono due donne - madre e figlia - e un padre lontano. rnrn«La domanda giusta per chi ha a che fare con una quasi diciottenne non è che cosa ha in testa, ma che cosa ha in corpo»rnrnQuesta diaspora che dura da quindici anni potrebbe interrompersi, se solo imparassero a mettersi in ascolto. Ma il lavoro, la scuola, gli amici e gli amori richiedono sempre piú spazio, sempre piú attenzioni. Solo quando si affaccia la possibilità di una nuova vita, diventa chiaro a tutti che è tempo di fermarsi e parlare. Leda e Laura sono madre e figlia. La prima ha quarantacinque anni, fa la psicologa e assiste i malati terminali; la seconda non ne ha nemmeno diciotto e va al liceo. Sono due donne determinate e intelligenti, che vivono insieme come fossero sorelle. Un giorno Laura torna a casa da scuola, è agitata, e confessa alla madre che è incinta: a una festa, ubriaca, ha fatto sesso con un ragazzo. «Non ti preoccupare», le dice Leda, la abbraccia, e le promette che la accompagnerà lei stessa in ospedale. Nelle loro giornate tutto si è sempre risolto con facilità, da quando anni prima un incidente doloroso le ha costrette a essere forti e autosufficienti; anche stavolta sarà cosí. Se non fosse che per loro è giunto il momento di fare i conti con le proprie ombre, tra incombenze lavorative impossibili, ribellioni adolescenziali e il mondo che a fatica proviamo ad abitare tutti i giorni. La vita di ciascuno di noi nasconde in controluce tutto ciò che non siamo diventati, quello che - per paura, o per eccesso di amore - non abbiamo avuto il coraggio di dire. Il solo modo per poter essere liberi, sembra suggerirci questo romanzo, è non pensare di essere padroni del proprio destino. -
Donne col rossetto nero. Un nuovo caso del colonnello Anglesio
Nella Genova dei primi anni Cinquanta, porto di traffici leciti e illeciti, la crudeltà esplode seguendo le vie più tortuose. Tocca al colonnello dei carabinieri Enrico Anglesio orientarsi nel labirinto degli interessi criminali e nelle stanze oscure della mente umana.«Il viso era coperto da una pesante patina di cipria scura in contrasto col bianco latteo del collo. Gli occhi erano orlati da strati e strati di ombretto di vari colori, viola, nero, blu scuro, fino a una lunga striscia rossa che, superate le sopracciglia, arrivava ad attraversare la fronte. Anche le labbra erano truccate. Nero, un rossetto nero. Una maschera, non un volto.»Tre giovani donne vengono trovate senza vita. Ogni volta il referto del medico legale parla di arresto cardiaco, eppure qualcosa non torna: tutte hanno il viso pesantemente truccato e presentano segni di legature sui polsi. Anglesio si lascia coinvolgere dalla vicenda più di quanto avrebbe mai immaginato, e comincia a investigare sul caso in modo frenetico, quasi si trattasse di una questione personale, fino a compromettere la propria vita privata e affettiva. E a poco a poco, con difficoltà, davanti ai suoi occhi emerge una realtà miserabile e perversa, che lo porta a spingersi oltre i limiti della legge. -
Amore e anarchia. La vita urgente di Soledad Rosas 1974-1998
A come Amore e Anarchia. Due elementi che toccano la breve vita di Soledad Rosas, da Buenos Aires a Torino, incongruamente accusata di essere la terrorista piú pericolosa d'Italia. rnrnSoledad Rosas nasce a Buenos Aires nel 1974. Nel 1997, quando lascia l'Argentina, è una semplice ragazza di ventitre anni. Un anno dopo, quando fu ritrovata impiccata, era finita a Torino in una vicenda per cui l'accusavano di essere la terrorista piú pericolosa d'Italia. La sua è una storia di amore e anarchia, ma anche del modo in cui uno Stato può inventarsi i suoi peggiori nemici. Una storia che l'Italia conosce come la storia di «Sole e Baleno»: sullo sfondo di una Val di Susa che comincia a entrare in fibrillazione, di una città ostile, di alcuni centri sociali legati all'anarchia, Baleno, un anarchico torinese, e Soledad, una ragazza argentina finita per caso a dormire in una casa occupata, si innamorano. Indagini e intercettazioni della polizia li condurranno in prigione con accuse molto gravi. Baleno si toglie la vita e, qualche mese dopo, anche Sole. Entrambi diventeranno un simbolo dell'anarchia italiana, in una vicenda alquanto oscura. -
Stella del mattino
Oxford, 1919. Il Primo conflitto mondiale è appena terminato e una schiera di giovani reduci torna sui banchi universitari. Le ombre dei compagni morti popolano le loro notti, la routine accademica non ha risposte da offrire all'orrore vissuto al fronte. Da un giorno all'altro l'austera quiete dei college è turbata dall'arrivo di T. E. Lawrence, il leggendario «Lawrence d'Arabia». Partito da Oxford come archeologo e divenuto ispiratore della rivolta araba contro i turchi, l'uomo d'azione ha ora un nuovo incarico: scrivere il memoriale della propria impresa. Mentre i ricordi prendono vita, la saga di «Lord Dinamite» si alterna alle vicende di tre sopravvissuti al massacro. John Ronald Reuel Tolkien, filologo e scrittore di racconti. Clive Staples Lewis, studente di lettere che dalla guerra ha avuto in dono una doppia vita. Robert Graves, poeta che tenta invano di affrancare i propri versi dall'incubo delle trincee. L'incontro con Lawrence cambierà per sempre le loro vite, costringerà ognuno a confrontarsi con i propri fantasmi e sarà il punto d'origine di nuove memorabili storie. -
Detti memorabili. Di re e generali, di spartani, di spartane
Carlo Carena, che con Plutarco ha una lunga e affettuosa consuetudine, ha riunito, traendole dai Moralia, le sue raccolte di Detti memorabili. rnrnrn «Artaserse, figlio di Serse, detto Lungamano perché aveva una mano piú lunga dell'altra, soleva dire che aggiungere è piú regale che togliere».rn «Oronte, genero del re Artaserse, cadde in disgrazia per un'accusa da lui mossa. Condannato, disse che gli amici dei re assomigliano alle dita di coloro che fanno di conto: come queste possono valere ora diecimila ora uno, cosí quelli ora possono tutto ora niente».rn«Tere, padre di Sitalce, soleva dire che quando era in ozio, senza guerreggiare, gli sembrava di non differire per nulla dal suo stalliere».rnrn «Vilipeso un giorno per il fetore del suo alito, Ierone rimproverò alla moglie di non averglielo mai detto. Lei rispose: ""Credevo che tutti gli uomini avessero un tale odore""""».rn «Degli aspiranti alla mano di sua figlia, Temistocle preferiva l'onesto al ricco: """"Ricerco – diceva – un uomo senza soldi anziché soldi senza un uomo""""». rn«Un barbiere ciarliero chiese ad Archelao come dovesse raderlo, ed egli disse: """"Tacendo""""».rnrnrnrnrnCarlo Carena, che con Plutarco ha una lunga e affettuosa consuetudine, ha riunito, traendole dai Moralia , le sue raccolte di Detti memorabili . Queste raccolte costituiscono uno dei grandi capisaldi del pensiero aforistico classico e della sentenza morale. Oltre che per la traduzione, l'edizione si caratterizza per un commento molto originale che mette a confronto le versioni e il riuso di questi Detti da parte di altri scrittori successivi, primo fra tutti Erasmo, altra passione ripetutamente coltivata nel tempo da Carena. Il commento fa vedere come l'originale di Plutarco venga ripreso, ampliato, modificato, adattato ai tempi secondo gli autori e le epoche, attraversando tutta la cultura umanistica fino all'età moderna. Le tre raccolte degli Apoftegmi di re e generali, di spartani, di spartane si annidarono nel vasto cumulo delle Opere morali di Plutarco, accompagnate dalle Istituzioni spartane e dalle Virtú delle donne , come schegge dei monumenti delle Vite parallele . Nelle Vite, spiega l'autore dedicandoli all'imperatore Traiano, le sentenze di quei grandi si trovano frammiste alle loro azioni, per cui il rintracciarle e isolarle richiede grande disponibilità di tempo e grande devozione alla lettura. Mentre quelle parole sono proficue alla conoscenza del carattere e del comportamento dei potenti; scaturite dal vivo delle loro gesta, vi si riflettono e vi si può conoscere limpidamente quali fossero i loro pensieri. Raccoglierle è come raccogliere da un campo «i semi della vita». (...) Si viene cosí componendo in quell'intreccio un manuale di buoni costumi e buona condotta, di ideali e di norme, naturalmente secondo l'etica di quegli anni e del compilatore. Questi antichi hanno tutti, o quasi, la statura dei protagonisti delle Vite parallele ; e il compilatore è, e non potrebbe essere altrimenti, un elevato platonico di formazione, istruito dall'esperienza della vita e della storia a concedere qualcosa agli stoici e nulla agli epicurei, avvantaggiato dalla sua modestia... -
Il metodo Aristotele. Come la saggezza degli antichi può cambiare la vita
Tutti vogliamo essere felici. Ma appena ci fermiamo a riflettere iniziano i guai: cos'è davvero la felicità? Cosa vuol dire essere felici? La felicità è uno «stato» o un «processo», è oggettiva o soggettiva? In questi casi conviene rivolgersi a chi per primo e meglio di tutti ha messo la felicità al centro delle proprie riflessioni: Aristotele. È quello che fa Edith Hall, una delle classiciste piú importanti al mondo, che nelle dieci sapienti lezioni di questo libro ci mostra come il grande filosofo sia ancora la guida migliore per orientarsi nel caos della vita di ogni giorno. «Edith Hall esce dalla torre d'avorio degli specialisti e, tra Mary Beard e Mary Poppins, infonde nuova vita alle dottrine di Aristotele per i lettori del ventunesimo secolo». «Hall ha riscritto Aristotele con il linguaggio di oggi, applicando le sue lezioni alla quotidianità: dalla felicità al resistere alle tentazioni, dal compilare il curriculum all'autoanalisi». Le parole «felice» e «felicità» – happy e happiness – vanno alla grande. Potete comprare un Happy meal, o bere un cocktail a un happy hour. O magari prendere una «pillola della felicità» per tirarvi su, o postare una faccina felice sui social. Sulla felicità, tuttavia, abbiamo le idee confuse. D'accordo, tutti pensano di volere essere felici, ma cos'è, davvero, la felicità? È uno stato psicologico duraturo nel tempo o un attimo cosí effimero che, appena ci rendiamo conto di viverlo, è già passato? È qualcosa di oggettivo, riconducibile a determinati parametri (ad esempio godere di buona salute, essere liberi da preoccupazioni finanziarie o dall'angoscia esistenziale) o è qualcosa di soggettivo, che non può essere misurato né osservato, qualcosa che non va accostato al «benessere» ma alla «soddisfazione» o alla «letizia»? Aristotele fu il primo filosofo a chiedersi davvero cos'è la felicità e cosa possiamo fare per diventare persone felici: un programma che mantiene ancora intatta la sua validità. Edith Hall, una delle classiciste piú importanti al mondo, presenta l'antica e veneranda etica aristotelica in un linguaggio contemporaneo. Applica cioè gli insegnamenti di Aristotele a svariate sfide pratiche della vita reale: prendere una decisione, scrivere una domanda di lavoro, parlare in un colloquio, usare la tabella dei Vizi e delle Virtú per un'analisi del proprio carattere, resistere alle tentazioni, scegliere gli amici e i partner. Sono pochi i filosofi, i mistici, gli psicologi e i sociologi che hanno fatto molto di piú che riformulare le fondamentali intuizioni di Aristotele. Ma lui le ha dette per primo, meglio, piú chiaramente e in modo piú olistico di chiunque le abbia successivamente riprese. Ogni parte delle sue prescrizioni per essere felici si riferisce a una diversa fase della vita umana, ma al tempo stesso le interseca tutte. In qualsiasi periodo della vita vi troviate, le idee di Aristotele possono rendervi piú felici. -
Come sarei felice. Storia con padre
Vincitore Premio Napoli 2020, sezione PoesiaLa raccolta poetica di Tommaso Giartosio è una mappa autobiografica che indaga i legami sotterranei fra le generazioni e le epoche, interrogandosi su come si formano le linee di un destino.rnTutti i segreti morti con te non sono mai vissuti. Sapevi tenerli. Non li sapevi. Nessuno mai ha sospettato che tu potessi tradirli: neanche tu. Solo questi segreti si tramandano tra le righe di un testamento impugnato. Fidati di me. Non ti tradirò mai abbastanza. rnÈ un percorso in due tappe. La prima genealogica, dedicata al padre, un ufficiale di marina ormai scomparso ma presenza continua e pressante anche da morto; un rapporto fatto di vuoti da colmare, di ricordi, di sogni soprattutto, e di eros. Le poesie della seconda parte costituiscono un romanzo di formazione e d'amore. Riannodando i fili di viaggi giovanili, di paure e desideri di quell'età di passaggio, l'autore sperimenta stili e scritture per costruirsi un'identità di uomo e di poeta. Ma l'amore arriva con la maturità, la fa esplodere in tutti i sensi, ne mette in crisi gli equilibri faticosamente raggiunti. Le due parti si integrano perfettamente anche grazie a un poemetto-cerniera, in eccentrici endecasillabi («riciclo crea-tivo costellato di licenza»): La stellina . Sviluppato sulla metafora del titolo, metafora vorticosamente cangiante, incastona la biografia del padre nella cornice di un video porno. Alla ricerca di un incantesimo che trattenga la vita fra legge ed eccezione, fra durata e istante. -
La compagnia dell'acqua
Nei sotterranei di Milano si nasconde una folla di reietti un po' buffi e un po' inquietanti: allevano lucciole e coltivano giraluna, ma soprattutto custodiscono un segreto che cambierà la vita di un ragazzo per semprernrnGiacomo Papi inventa una metropoli stramba eppure credibilissima, una Terra rimossa, per raccontarci la paura come scoperta del mondo.rnrn- Noi siamo i custodi del male, ragazzo. - I custodi di che? - Di quello che viene scartato. - Tipo? - Tipo tutto quanto: il cinema Orfeo, il cibo buttato, le cose abbandonate, i rifiuti del corpo. - Ma perché tenete nascosto chi siete? Gli occhi del vecchio cambiarono colore: - Perché se si sapesse come nasce la paura, nessuno si sforzerebbe di avere coraggio.rnrnrnOtto ha undici anni e vive nel terrore che possa succedergli qualcosa di brutto: si è inventato una serie di gesti scaramantici, per i quali spesso i compagni di scuola lo prendono in giro. Un giorno, per scherzo, lo buttano in un tombino. Rischia di annegare, ma qualcuno lo salva. Nei canali sepolti di Milano abita infatti una comunità di persone escluse dalla vita in superficie perché inadatte o squinternate. Sono la compagnia dell'acqua, puliscono i fiumi e tengono a bada il lago nero della Malamorte, alimentato dai rifiuti e ribollente di gas. A volte la Malamorte si risveglia: è quello che sta accadendo. Da qualche tempo i suoi miasmi agitano anche la gente di sopra, che è sempre piú spaventata e violenta. Mentre il vecchio capo dei custodi cerca un sistema per ristabilire la normalità, c'è chi progetta di sfruttare il caos per tornare alla luce. Otto sa che il male deve restare nascosto, perché vederlo fa paura. Quel che ancora non sa è che affrontare la paura è l'unico modo per crescere. -
Anne Frank. Diario
Settant'anni fa usciva il Diario di Anne Frank. Il mondo scopriva il volto intimo dello sterminio nazista attraverso gli occhi di una ragazzina «qualunque». E oggi, grazie allo sceneggiatore e regista Ari Folman e all'illustratore David Polonsky, le parole di Anne si trasformano in un graphic novel.rnrn «Cara Kitty, con tutti i miei amici posso soltanto divertirmi; si fanno solo discorsi banali. Per quanto mi sforzi, non si parla mai di argomenti piú intimi. Ecco perché… Appena ti ho visto tra i regali… Ho capito che eri speciale! Sarai quindi l'amica del cuore che in vita mia non ho mai avuto… e ti chiamerai Kitty». rnrn«La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere, ma la gioia che hai nel cuore può essere soltanto offuscata: per tutta la vita tornerà a renderti felice. Prova, una volta che ti senti solo e infelice o di cattivo umore, a guardare fuori quando il tempo è cosí bello. Non le case e i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, saprai di essere puro dentro e che tornerai a essere felice». rnrnSettant'anni fa usciva il Diario di Anne Frank. Il mondo scopriva il volto intimo dello sterminio nazista attraverso gli occhi di una ragazzina «qualunque». E oggi, grazie allo sceneggiatore e regista Ari Folman e all'illustratore David Polonsky, le parole di Anne si trasformano in un graphic novel capace di conservarne la forza e di enfatizzarne la straordinaria qualità letteraria. Basandosi sull'unica edizione definitiva del Diario , autorizzata dall'Anne Frank Fonds fondata da Otto Frank, Folman e Polonsky ci consegnano, per mezzo di una prospettiva inedita ed emozionante, la voce di un'adolescente allegra e irriverente, che come ogni sua coetanea – di ieri, di oggi, di sempre – desidera soltanto scoprire un mondo che invece è costretta a sbirciare di nascosto. Traduzione di Laura Pignatti e Elisabetta Spediacci. Il 12 giugno 1942, per il suo tredicesimo compleanno, Anne Frank riceve in regalo un diario. In quelle pagine l'indicibile orrore della persecuzione e della deportazione del popolo ebraico assume una dimensione quotidiana e insieme universale attraverso lo sguardo di una tredicenne ironica, vivace e profonda, animata da una grande voglia di vivere. Oggi, grazie allo sceneggiatore e regista Ari Folman (vincitore del Golden Globe per Valzer con Bashir ) e all'illustratore David Polonsky, le parole di Anne si trasformano in una forma nuova che, però, ne mantiene intatto lo spirito. Anne da grande s'immaginava giornalista e scrittrice, e nel racconto per immagini emerge, con toccante chiarezza, la sua capacità di restituire la propria esistenza, ordinaria eppure straordinaria, grazie alla precisione dei dettagli: uno sguardo rubato tra i banchi di scuola, le piccole rivalità con una sorella apparentemente perfetta, il gesto amorevole di un padre in una notte in cui la paura toglie il sonno. -
Sole di mezzanotte
Il sole non tramonta mai. La caccia non ha mai fineDice di chiamarsi Ulf, e cerca un posto dove nascondersi. Così ha viaggiato per 1800 chilometri su treni e autobus fino a un paesino sperduto, nell'estremo nord della Norvegia. Aveva dei buoni motivi per tradire il Pescatore, il signore della droga con cui lavorava a Oslo, ma ora ha i suoi sicari alle calcagna. Inutile continuare a scappare. A Kåsund, almeno, ha trovato un capanno da caccia, una donna quasi bella e un ragazzino che non vedeva l'ora di parlare con un forestiero. Non dovrà attendere a lungo per scoprire se, anche per uno come lui, è possibile una redenzione. Oppure se davvero la speranza non è altro che un'invenzione del diavolo. -
Il confessore
La rabbia di un figlio rimasto orfano. Un angelo caduto, dolce e feroce, che vuole avere la sua vendettaIl mondo di Sonny Lofthus è crollato il giorno in cui, tornando a casa, ha trovato il padre, un poliziotto, morto suicida. Ha cominciato a drogarsi. Ora non ha neanche trent'anni ed è in prigione da dodici per duplice omicidio. Eppure c'è qualcosa in lui che ispira fiducia, perché nel carcere di massima sicurezza di Staten i compagni lo considerano una specie di confessore; gli raccontano le loro storie. La sua esistenza è ormai tutta li non ha più sogni né un'idea del futuro. Finché un detenuto gli rivela che in realtà suo padre è stato ucciso. In quel preciso istante Sonny riscopre una ragione per vivere e riacquistare la libertà: punire i colpevoli, uno alla volta. -
Il rinoceronte d'oro
Anche se non documentata da testimonianze scritte, l'Africa antica possiede una storia, spesso sottostimata quando non brutalmente negata A partire dalle tracce lasciate da civiltà il piú delle volte scomparse e dalle tradizioni orali, François-Xavier Fauvelle ricostruisce in modo rigoroso e appassionante la ricchezza di questo continente ritrovato. In trentaquattro brevi saggi offre al lettore un panorama dell'Africa subsahariana dall'VIII al XV secolo: dai viaggiatori cinesi del periodo Tang alle avventurose spedizioni di Vasco da Gama lungo le coste dell'oceano Indiano. Tra questi due estremi il lettore incontrerà momenti memorabili: una città introvabile, la capitale del Ghana, descritta nel 1068 da un geografo di Cordova; una cerimonia grandiosa svoltasi a Marrakech con l'arrivo del re dell'oscuro regno di Zafun; una misteriosa tomba sudafricana dove nel 1932 è stato trovato un piccolo rinoceronte d'oro del xii secolo; una chiesa costruita dal sovrano cristiano d'Etiopia nel XIII secolo... Un mosaico di testimonianze, siti archeologici, oggetti e frammenti che permettono all'autore di ricostruire il volto di un'Africa per lungo tempo rimasto nell'ombra. Dal Sahara al fiume Niger, dall'impero del Mali al regno cristiano della Nubia, dai principati della costa orientale alle maestose rovine di un enigmatico regno del Grande Zimbabwe.rnTraduzione di Anna Delfina Arcostanzorn«Tra i fiumi Senegal e Gambia si estende il regno dei ""Gilofi"""" (Wolof), guidato da un re che regna su altri re suoi vassalli. Ma, dice Cadamosto che cerca in qualche modo di cogliere l'originalità di ciò che sente e vede, """"non è questo re simile alli nostri di cristianità; perché il suo regno è di gente selvaggia e poverissima; e non vi è città alcuna murata, se non villaggi con case di paglia"""". I loro regni, del resto, non sono ereditari, poiché la loro sovranità sembra dipendere da un sistema di scambio di servizi e tributi fra re e signori. Un re ha tutte le mogli che vuole ed è proprietario di schiavi che coltivano i suoi possedimenti. È presso un signore della costa chiamato il """"Budomel"""" [...], che il Veneziano affina la sua antropologia del potere: i grandi di questo paese non sono affatto re per merito dell'estensione della loro terra, della potenza dei loro castelli o dell'ereditarietà del loro status. """"Questi tali non sono signori perché siano ricchi di tesoro né di danari, perché non ne hanno, né lí si spende moneta alcuna; ma di cerimonie e di seguito di genti si ponno chiamar signori veramente, perché sempre sono accompagnati da molti e reveridi e temuti molto più dai suoi sudbditi, di quello che non sono i nostri signori di qua"""". La regalità non consiste in un elenco di attributi; essa è una percezione sociale»""