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Il cacciatore di teste
A Roger Brown non manca nulla. Ha un lavoro rispettabile come cacciatore di teste per le grandi multinazionali e un hobby segreto, i furti d'arte, grazie ai quali foraggia lo spropositato stile di vita che conduce. E non appena gli viene presentato Clas Greve, proprietario di un meraviglioso Peter Paul Rubens, un dipinto andato disperso durante la Seconda guerra mondiale, comincia immediatamente ad accarezzare l'idea del colpo. Ma niente in questa storia va mai come previsto. E nell'appartamento di Greve, Roger Brown trova sì il prezioso Rubens, ma anche qualcosa che non cercava affatto. E ben presto appare evidente che lo scaltro cacciatore di teste altro non è che una povera preda... -
Sangue e neve
Negato come rapinatore di banche perché incasina le fughe. Negato come pappone perché si affeziona alle prostitute. Negato come pusher o esattore di crediti perché non sa tenere i conti. Nel giro della mala, l'unica cosa che Olav è capace di fare è il liquidatore, il killer. Ma quando Daniel Hoffmann, il boss della droga di Oslo, gli ordina di uccidere sua moglie perché lo tradisce, persino lui capisce di essere finito in un mare di guai. Se poi, anziché uccidere la donna, Olav se ne innamora, è chiaro che il mare è destinato a diventare un oceano. Ormai braccato, gli resta una sola speranza: liquidare Hoffmann prima che Hoffmann liquidi lui, magari chiedendo aiuto al suo peggior nemico. Auguri. -
Il libro del cortegiano
Un modello di misura per un tempo di crisi. Un classico i cui insegnamenti non hanno mai smesso di essere attualirnrnPubblicato a ridosso del sacco di Roma, nel 1528, pochi mesi prima della morte del suo autore, e accompagnato subito da un immenso successo, ""Il libro del Cortegiano"""" è un testo dalla complessa e affascinante architettura retorica, nella quale si riflettono i grandi modelli classici. Considerato per molto tempo la grammatica della società di corte, è soprattutto una prova letteraria che affonda le proprie radici nei problemi di un'epoca percorsa da cruciali dilemmi e lacerazioni. Un trattato che affronta i temi caldi di un momento di grandi cambiamenti: la crisi italiana nel contesto europeo, la dubbia moralità degli uomini di governo, l'assenza di un principe italiano, la centralità della Roma pontificia, l'emergere di nuove istituzioni monarchiche. L'introduzione e il commento di Walter Barberis lo riportano alla sua filigrana politica ed esistenziale, fornendo al lettore le chiavi per comprenderlo e apprezzarlo nella dimensione piú peculiare e innovativa."" -
La famiglia Manzoni
Vincitore Premio Bagutta 1984La storia di una grande famiglia ricostruita attraverso gesti e sentimenti quotidiani.«Ho tentato di rimettere insieme la storia della famiglia Manzoni; volevo ricostruirla, ricomporla, allinearla ordinatamente nel tempo. Avevo delle lettere e dei libri. Non volevo esprimere commenti, ma limitarmi a una nuda e semplice successione di fatti. Volevo che i fatti parlassero da sé. Volevo che le lettere, accorate o fredde, cerimoniose o schiette, palesemente menzognere o indubitabilmente sincere, parlassero da sé... Il protagonista di questa lunga storia famigliare non volevo fosse Alessandro Manzoni. Una storia famigliare non ha un protagonista; ognuno dei suoi membri è di volta in volta illuminato e risospinto nell'ombra. Non volevo che egli avesse piú spazio degli altri; volevo che fosse visto di profilo e di scorcio, e mescolato in mezzo agli altri, confuso nel polverio della vita giornaliera. E tuttavia egli domina la scena; è il capo-famiglia; e gli altri certo non hanno la sua grandezza. E d'altronde egli appare piú degli altri strano, tortuoso, complesso...» (Natalia Ginzburg) -
Delitti a luci rosse
Non c'è passione più accecante di quella amorosa e non c'è movente per un crimine più forte di quello nascosto tra le lenzuola. Una raccolta di racconti che svela le forme conturbanti e sensuali del giallornrnCi sono notti in cui il delitto sceglie di indossare un abito provocante, che attrae e seduce, ma dietro il quale si nasconde sempre il sangue. Le mani che prima si sfioravano con dolcezza e lussuria possono l'attimo dopo impugnare una pistola. Perché non c'è niente che scateni la pulsione omicida come l'oggetto del proprio desiderio. Lo sanno bene i maestri del giallo, che, da sempre, hanno cercato vittime e carnefici indagando l'eros, il sentimento più letale di tutti. E quando il sesso diventa un'ossessione basta un attimo per trasformarsi in assassini. Da Ed McBain a Joe R. Lansdale, passando per James Grady, Joyce Carol Oates, Carlo Lucarelli; undici storie che rivelano il volto intrigante e oscuro delle nostre passioni carnali.rnA cura di Fabiano Massimi -
Il pane di ieri
«Mia madre deponeva sul tavolo ogni mattina una gríssia del ""pane di ieri"""", un fiasco di vino, un orciolo di olio e una saliera, tutto ricoperto da un tovagliolo da lei ricamato con la scritta: """"l'olio, il pane, il vino e il sale siano lezione e consolazione"""".»«Il pane di ieri è buono domani», dice per intero il proverbio. Con la bussola di queste parole Enzo Bianchi racconta storie e rievoca volti della propria esistenza: il Natale di tanti anni fa e la tavola imbandita per gli amici, il suono delle campane nella veglia dell'alba e il canto del gallo nel silenzio della campagna, i giorni della vendemmia e la cura dell'orto. Trova il momento della solitudine e quello della veglia, accoglie la vecchiaia come una stagione che arriva alla vita. Ogni racconto è la tappa di un cammino sapienziale che parla dell'amicizia, della diversità, del vivere insieme, dei giorni che passano e della gioia. Della vita di ogni uomo in ogni tempo e terra del mondo."" -
Nascere. Storie di donne, donnole, madri ed eroi
Il racconto di Alcmena, storia femminile per eccellenza, ha varcato secoli e oceani per riproporre intatti i medesimi contenuti, le speranze e i timori di uno dei momenti centrali nell'esperienza femminile.rnrnQuesto libro attraversa i cieli stellati della mitologia antica, e prosegue il proprio cammino soffermandosi a Tebe, in Beozia: qui la futura madre di Eracle, AIcmena, soffre doglie terribili, finché una fanciulla non riesce a ingannare le nemiche della partoriente e a permettere la nascita dell'eroe. Solo che la liberatrice di Alcmena, rea di aver sconfitto la divinità, viene trasformata in una donnola. Perche proprio in una donnola? Per rispondere a questa domanda Maurizio Bettini compie un viaggio attraverso i mondi dei racconti e delle credenze antiche sugli animali: per scoprire che queste ultime costituiscono non una collezione di incomprensibili bizzarrie, ma una vera e propria enciclopedia simbolica che aiutava a «pensare» la realtà umana attraverso le figurazioni di una fantasia millenaria. Seguendo le tracce leggere della donnola – animale dal corpo sottile, soggetto di infinite storie, nomi, credenze che spesso la ricollegano al mondo femminile – Nascere , che è insieme racconto ed esplicita riflessione di metodo, viene popolandosi man mano di streghe, levatrici, prostitute, spose mancate e spose infelici, conducendo il lettore dalla Grecia antica a Roma, dall'lrlanda medievale alla Scozia, e su su fino alla Scandinavia e al North Carolina degli inizi di inizio Novecento. Il racconto di Alcmena, storia femminile per eccellenza, ha varcato secoli e oceani per riproporre intatti i medesimi contenuti, le speranze e i timori di uno dei momenti centrali nell'esperienza femminile. Maurizio Bettini -
I Chironi: Stirpe-Nel tempo di mezzo-Luce perfetta
La storia dei Chironi inizia nel 1889 quando Michele Angelo e Mercede si incontrano: ""lui fabbro, lei donna"""". Basta uno sguardo per capire che staranno insieme tutta la vita. Dalla loro unione ha origine una famiglia che cresce forte, in una Nuoro pronta a entrare nel nuovo secolo e nella modernità. Ma a minacciarla ci sono gli spettri del rancore e della guerra, che la manderanno troppo presto in pezzi. Nel 1943 uno di quei pezzi perduti, Vincenzo Chironi, mette piede per la prima volta sull'isola di Sardegna. Con sé ha solo un vecchio documento che certifica la sua data di nascita e il suo nome. Ad accoglierlo trova il nonno, Michele Angelo, che diventerà per lui il padre che non ha mai conosciuto. Tornato a essere parte del suo sangue s'innamora dell'unica donna a lui proibita, Cecilia, già promessa sposa. Perché quello è il suo destino e non può sfuggirvi. Lo stesso destino del figlio Cristian; che non può avere Maddalena ma la prende comunque. E a quel punto, nell'Italia corrotta e violenta degli anni Ottanta, la sua stirpe fiera e infelice diventa troppo ingombrante per essere tollerata. Con la saga dei Chironi Marcello Fois ci fa ascoltare il battito del cuore di una famiglia nel corso di un intero secolo colmo di passioni sopite, tradimenti, colpi di scena e riconciliazioni."" -
Un destino ridicolo
Santi, vagabondi e mascalzoni convivono in questo romanzo che sembra davvero il testo di una canzone di De André con quelle esistenze sospese fra emarginazione e poesia, storie che si generano a cascata, le une dalle altre, vicende fatte per essere narrate e ascoltate.Un intellettuale marsigliese passato dalla Resistenza alla malavita, un pappone sognatore e indolente e un pastore sardo sfuggito a una pesante condanna organizzano il furto di un carico di merce preziosa. Tre uomini lontanissimi che il destino riunisce a Genova per il «colpo» della vita. Due donne, una timida prostituta dell'angiporto e un'affascinante istriana, attraversano indenni lo spettacolo del disastro. Ma saranno Fabrizio e Alessandro, figure all'inizio marginali, a rintracciare e riannodare i fili delle avventure degli altri, in un romanzo che ribalta ogni certezza, al di là delle casualità, seguendo la strada della sorte. -
Staccando l'ombra da terra
Vincitore premio Bagutta 1995La metamorfosi che trasforma a ogni decollo il metallo in aeroplano e le manovre di volo in manovre nella vita.Il protagonista di questo romanzo voleva essere un aeroplano, non pilota, ma un giorno si ritrova davvero ai comandi come nel peggiore dei sogni. Accede all'esperienza fisica e corporea della caduta e dell'errore, del perdersi e del non arrivare mai, della responsabilità verso gli altri e se stessi. L'elemento naturale dove si svolgono imprese leggendarie o ridicole è l'aria, cioè caos contenente ordine contenente caos, cieli di guerra, cieli di pace violata, cieli di manovre di volo e manovre nella vita; ma il riferimento costante è sempre la terra, a cui tornare. Romanzo dalla forma nuova, affida la narrazione ai molteplici punti di vista simultanei, alle diverse voci di giovani piloti apprendisti e anziani maestri, volatori scomparsi e fantasmi condannati a raccontare i loro ultimi istanti, ai check list recitati come liturgia, alla tensione del linguaggio letterario che si fonde alla tensione del linguaggio tecnico in uno straordinario tono epico ed evocativo. Staccando l'ombra da terra ha dato origine a versioni teatrali e musicali. Il capitolo sulla tragedia di Ustica, Unreported inbound Palermo, allestito dall'Opera di Norimberga è alla base dello spettacolo I-TIGI. Racconto per Ustica scritto da Del Giudice con Marco Paolini. -
Viaggio di un naturalista intorno al mondo
«Il viaggio sulla Beagle è stato di gran lunga l'avvenimento piú importante della mia vita e quello che ha determinato tutta la mia carriera.»Il 27 dicembre 1831 un brigantino inglese, la Beagle, salpa da Devonport, al comando del capitano Fitz Roy, con a bordo Charles Darwin, a quell'epoca ventiduenne. Scopo della spedizione era completare il rilevamento della Patagonia e della Terra del Fuoco, ispezionare le coste del Cile, del Perú e di alcune isole del Pacifico ed eseguire una serie di misure di longitudine attorno al mondo. I cinque anni sulla Beagle permettono a Darwin di accumulare un'enorme quantità di materiale, di riflessioni e di dati – sulla fauna, sulla flora, le formazioni geologiche e cosí via – che saranno alla base di una delle tappe fondamentali del pensiero umano e di uno dei piú importanti contributi scientifici di tutti i tempi. Un viaggio affascinante che offre al lettore non soltanto lo sguardo acuto di uno scienziato di genio, ma anche il senso di meraviglia del viaggiatore di fronte a mondi diversi, l'entusiasmo che accompagna la sua scoperta di realtà insospettate. -
Oblomov
Con ironia pungente e forza narrativa, Gončarov crea intorno al protagonista un'atmosfera ossessiva e a tratti morbosa che denuncia non solo l'arretratezza civile di una nazione ma soprattutto i conflitti interiori di ogni coscienza umana.«Uno dei capolavori piú insinuanti della letteratura russa dell'Ottocento» – Giorgio ManganelliUn provinciale idealista vive a Pietroburgo della rendita di una tenuta dimenticata, nella piú assoluta inerzia fisica e psichica. In una camera coperta di ragnatele e di libri ingialliti giace nella sua «normale posizione» su un emblematico divano, dormendo e sognando, stanco e insensibile ai rumori della vita. Specchio di un fatalismo storico, Oblomov è stato considerato dalla critica l'eroe immortale della pigrizia, prodotto di una generazione viziata e apatica, inerte e priva di volontà, che non ha saputo dedicarsi a quelle riforme di cui necessitava la società russa. Con ironia pungente e forza narrativa, Gončarov crea intorno al protagonista un'atmosfera ossessiva e a tratti morbosa che denuncia non solo l'arretratezza civile di una nazione ma soprattutto i conflitti interiori di ogni coscienza umana. -
Racconti notturni
Inquietanti quanto affascinanti «indagini» poetiche della realtà.«Anticipatore del realismo borghese e del surrealismo, narratore scapigliato di avventure ottocentesche e analizzatore dell'inconscio, umorista trascendentale e sognatore delle fiabe, antesignano dell'angoscia moderna e della dissociazione della personalità, esponente dello slancio romantico e ironico superatore dei limiti ideologici del romanticismo. Nei suoi racconti s'incontra la pittura del mondo provinciale tedesco ancora sacroromano- imperiale e la piú alta dimensione della rêverie romantica, [...] lo sguardo nei piú cupi abissi dell'inconscio e la pura liberazione nella fiaba, il divertimento piú spassoso e un procedimento strutturale per 'simboli' di straordinaria attualità.» (Claudio Magris) -
La moda della vacanza. Luoghi e storie 1860-1939
L'Orient Express e i suoi passeggeri con passaporto diplomatico, il Lido di Venezia con i capanni sulla spiaggia, le architetture coloniali, Monte Carlo, gli abiti dei piú grandi couturiers, il maharaja di Indore, i primi sci, il lungomare di Brighton, le acque di Vichy, i musicisti e gli scrittori, le teste coronate e la café society. E, ancora, il Train Bleu che corre verso la Costa Azzurra, il Bund di Shanghai, il fumoir del transatlantico Normandie decorato con i pannelli in lacca dorata di Jean Dunand, Lawrence d'Arabia, Marienbad, il Raffles Hotel di Singapore, la marinière di Coco Chanel, Gor¿kij e Lenin che giocano a scacchi a Capri... Sono solo alcuni dei protagonisti di queste pagine che raccontano il trionfo del turismo tra Otto e Novecento attraverso l'architettura e la moda.Dal secondo Ottocento e fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale uno sciame di turisti percorre in lungo e in largo l’Europa, e poi buona parte del globo, in carrozza, in treno, in automobile, in transatlantico e in dirigibile. Teste coronate e membri dell’alta società, artisti, scrittori, dandy, spie e avventurieri si danno appuntamento in casinò e grand hotel, spiagge e terme, promenade e ristoranti alla ricerca del medesimo, rassicurante e riconoscibile comfort: a Biarritz come a Luxor, a Baden-Baden come a Singapore. Dove alloggiano, come si divertono? Che cosa indossano sulle spiagge lungo la Manica, durante l’inverno mite di Nizza o l’estate di Ostenda? Quali abiti si inventano per i nuovi sport invernali, a St Moritz o a Megève, e quali per le escursioni nell’afa dell’Estremo Oriente?rnrn«Io non ho mai aspirato a essere un grande viaggiatore. Sono stato, piú semplicemente, un giovane tipico del suo tempo». Lo scrittore britannico Evelyn Waugh rie-voca cosí i suoi anni Venti e Trenta: «Si viaggiava perché ci veniva naturale farlo. Sono contento di averlo fatto quando viaggiare era un piacere». […] Fra il 1815 e il 1914 il numero delle stazioni balneari e termali raddoppia sul solo territorio britannico, mentre aumenta di venti o trenta volte sul continente europeo. Si seguita a trascorrere l’estate e parte dell’autunno nelle ville di proprietà e perdurano i flussi legati alle «stagioni» nelle grandi capitali, non solo europee. Londra, Parigi e New York attraggono con feste, mostre e grandi esposizioni, musei, concerti, teatri di prosa e d’opera, appuntamenti dai couturiers e negozi di lusso. Tuttavia sempre piú spesso ci si reca a «passare le acque» nei centri termali, ormai numerosi e ben attrezzati, si va al lago e di lí in montagna per esplorare, scalare, anche sciare; ci si bagna d’acqua e poi di sole nelle stazioni balneari di nuova fondazione, sui lidi prima nordeuropei e poi mediterranei. Si viaggia addirittura verso l’oriente, alla ricerca delle piú varie e impensabili suggestioni esotiche, spinti da interessi economici, afflati religiosi, passioni archeologiche. È l’età d’oro del turismo, durante la quale le élite – prima l’aristocrazia, poi l’alta borghesia – costruiscono canoni di gusto, dinamiche di relazione, strutture funzionali a soddisfare aspettative del tutto nuove, nel rispetto di standard adeguati.... -
Dimenticare
Peppe Fiore ha scritto un romanzo su cosa significa smarrirsi e poi ritrovarsi, raccontando quello che ognuno di noi ha dentro: «una bestia addormentata, sempre con un occhio chiuso e l'altro aperto».rn«La precisione della scrittura e la sapienza dei generi al servizio di un'indagine nelle profondità dei sentimenti umani» - Nicola Lagioiarnrn«Certe persone sono dei conti alla rovescia» Dove si può trovare riparo da se stessi? Un uomo che cerca nel silenzio una pace impossibile. La bellezza del bosco intorno a lui che sembra respirare, e decidere il destino delle persone. La malinconica umanità del litorale laziale, tra piccoli delinquenti nostalgici e case mangiate dalla salsedine. Dimenticare è un romanzo di solitudine e d'amore, spirituale e romantico. Un noir dei sentimenti, che dà corpo e voce alla paura piú indicibile – scoprire che il nemico ha la tua stessa faccia. Peppe Fiore è nato a Napoli nel 1981 e vive a Roma, dove affianca alla scrittura di romanzi la professione di sceneggiatore. Ha pubblicato, fra gli altri libri, La futura classe dirigente (minimum fax 2009) e Nessuno è indispensabile (Einaudi 2012). Dopo aver lavorato per tutta la vita in un lido balneare di Fiumicino, Daniele si è ritirato da un giorno all'altro in un paesino sperduto dell'alto Lazio, dove ha preso in gestione il bar fatiscente di una stazione sciistica abbandonata in mezzo al bosco. La piccola comunità di Trecase lo accoglie senza diffidenza ma col silenzioso sospetto che stia scappando da qualcosa. Ciò che nessuno può sapere, è che il suo nemico ha la sua stessa faccia. Si dice che da quelle parti un orso abbia ucciso una ragazza. Il bosco tace, e guarda quest'uomo rimettere a nuovo il locale mentre cerca di rimettere a nuovo se stesso. Quando una donna entra nella sua vita, inizia una storia d'amore calda e adulta: l'esistenza prende un ritmo accettabile, il passato sembra aver ormai rallentato la sua rincorsa. Ma un giorno il nipote – il figlio di suo fratello – lo viene a cercare. Sono passati tredici anni, e per Daniele è arrivato il momento di tornare con lui al Lido Esperanza. Dimenticare è la storia di un segreto lungo una vita. È la storia di un mistero senza nome che aleggia sul bosco, attraverso le fronde dei faggi che ogni notte sembrano «ripetere le voci dei morti». Non c'è redenzione in queste pagine, ma non c'è condanna. Peppe Fiore ha scritto un romanzo su cosa significa smarrirsi e poi ritrovarsi, raccontando quello che ognuno di noi ha dentro: «una bestia addormentata, sempre con un occhio chiuso e l'altro aperto». -
Gli adulteranti
Un'acutissima commedia del disinganno che strappa lacrime di riso e lacrime di commozione, e colloca Joe Dunthorne con tutti gli onori nella tradizione di Evelyn Waugh e Kingsley Amis. Una gita di puro, geniale, sorprendente piacerernrn«Letto con il senno di poi, Gli adulteranti, terzo romanzo di Joe Dunthorne, sembra la descrizione perfetta dell'anticamera della Brexit» - Enrico Franceschini, RobinsonrnrnRay è piú vicino ai 35 che ai 30, troppo vecchio per definirsi millennial , non abbastanza per non comportarsi come tale. Ha una moglie e un figlio in arrivo, e un lavoro da fame come giornalista hi-tech, eppure le responsabilità dell'età adulta gli appaiono remote e nebulose quanto il possesso di una casa di proprietà a Londra città: niente che una bella battuta e una gran dose di arguzia non sappiano ridimensionare. Sempre che un giorno di follia urbana nell'agosto del 2011 non lo metta di fronte al suo maggior talento: cacciarsi in guai ben piú adulti di lui. Oh, quanto la sa lunga il nostro Ray… D'altra parte è giovane, arguto, fulminante nella battuta e brillante in società: non sono forse questi i passepartout del nostro tempo? Ray spiantato e creativo, si prepara all'imminente nascita del suo primo figlio fingendo che delle responsabilità basti farsi gioco. Da giornalista tecnologico freelance, scrive per Techtracker.co.uk articoli che gli fruttano dieci pence a parola, una miseria di cui si vendica infilando in ogni pezzo una frase composta solo di parole brevissime, di cui poi si compiace cosí: «Quell'inciso vale quasi quattro pence a lettera, gonzi». Eh no, a Ray non la si fa! Certo, difficile potersi permettere una casa di proprietà con quegli introiti, non nella Londra del Ventunesimo secolo, non se si viene continuamente scalzati da fantomatici acquirenti per pronta cassa. Ma a quella vecchia volpe di Ray quell'uva interessa tanto poco da definirla «l'orribile villetta a schiera» (salvo poi spingersi fino all'effrazione pur di garantirsi una chance di raggiungerla). Se l'amata moglie Garthene, infermiera con i piedi per terra e un pancione di otto mesi, ha un turno di notte in ospedale, vorrà dire che Ray ci andrà da solo alla festa. Fingerà di annoiarsi e flirterà con la comune amica Marie, ma senza levarsi le scarpe, «il che, moralmente parlando, faceva una certa differenza». E che importa se quella è Londra, è l'agosto del 2011 e fuori infuriano i peggiori disordini che il Paese ricordi? Si può comunque uscire per strada, accettare un paio di birre di dubbia provenienza e lasciarsi immortalare, sorridente e compiaciuto, in uno scatto fatale. Ray la sa tanto lunga da surfare sulla vita come nel web che è la sua seconda casa (e forse la sola, giacché un'altra non l'avrà mai…). Ma possibile che nessuno gli abbia mai detto che se una cosa può andar male, lo farà? -
Elogio della letteratura
La controversa questione della relazione tra la letteratura (e le arti in generale) e la sociologia (o quel ramo delle scienze umane che pretendono di avere uno status scientifico)rnMentre molti vedono letteratura e sociologia come vocazioni radicalmente differenti, Bauman e Mazzeo sostengono che siano connesse da un obiettivo comune e condividano lo stesso ambito d'indagine. Bauman aveva detto che, se fosse stato costretto a trasferirsi su un'isola deserta con un solo libro, avrebbe scelto un romanzo di Musil o Calvino. E aveva testimoniato il suo debito nei confronti di Freud. Il libro intreccia dunque la letteratura con la sociologia, la psicoanalisi con la pop culture, Franzen, Musil, Littell e Proust con la cultura karaoke. Nonostante le molte differenze nei metodi e nel modo di presentare i risultati, i romanzi e i testi di sociologia non hanno scopi diversi. A dire il vero, sono precisamente le loro differenze che le rendono reciprocamente indispensabili e complementari. -
La notte della rabbia
Un noir drammatico sullo sfondo degli Anni di Piombo e un protagonista difficile da dimenticare: un autentico eroe riluttante. Candidato al Premio Giorgio Scerbanenco 2017 per il miglior romanzo noir italianornrn«Una cosa che Leone amava del proprio lavoro era la possibilità di limitare le conversazioni all'essenziale. Berardi non si era neppure sognato di chiedergli la meta, l'avrebbe saputa al momento opportuno. Avevano una pista, il resto era contorno»rnRoma, 1974. I terroristi delle Sap hanno rapito il professor Marcelli, astro nascente della politica nazionale. Le indagini che il colonnello dell'Arma Leone Ascoli avvia insieme al giudice Tramontano si presentano subito complesse. L'unico appiglio è la presenza di una testimone. Come se non bastasse, alla porta dell'ufficiale bussa «Bepi», un ex partigiano che gli ha salvato la vita ad Auschwitz: l'uomo gli comunica che l'aguzzino del campo si trova in città sotto falso nome e gli chiede di consegnarglielo. Il problema è che l'ex SS è diventato un agente doppio, in bilico fra le due anime di una Germania divisa dalla conferenza di Yalta. Intanto le Sap lanciano un ultimatum: o lo Stato libera il loro capo, o Marcelli verrà giustiziato. Per Ascoli sono ore drammatiche. Nella sua mente passato e presente si rincorrono, e sono molte le cose con cui si trova a fare i conti: prima fra tutte la sua coscienza. «Leone divaricò le gambe sino ad allineare i piedi alla larghezza delle spalle, poi si inarcò leggermente per fissare il baricentro nell'ombelico, la posizione piú comoda. Mosse in cerchio la testa per rilassare i muscoli del collo, aprí e chiuse le mani a turno. Non erano sudate e quello contava, al momento opportuno non lo avrebbero tradito. Solo allora guardò davanti a sé. A venti metri c'era la sagoma, la parte superiore del corpo di un uomo. La osservò con piú attenzione. Le opzioni erano due: la testa o lo spazio fra il petto e lo stomaco, chiamato «bersaglio grosso». A una certa distanza è la scelta migliore, è piú facile colpirlo, ma presenta profili di rischio. Se l'avversario indossa un giubbetto antiproiettile la fine è già scritta, sarà lui a beccarti prima che tu possa mirare di nuovo». -
L' impero che non voleva morire. Il paradosso di Bisanzio (640-740 d.C.)
Unendo gli esiti piú recenti della ricerca storica ai dati economici e climatici, questo libro ricostruisce in modo magistrale un'epoca di tumultuose trasformazioni.rn Se nel VI secolo l'Impero romano d'Oriente era il piú vasto stato nell'Eurasia, appena un secolo dopo esso si era ridotto drasticamente. Circondato da nemici, devastato da conflitti e malattie, sembrava destinato al collasso, ma non fu cosí, e questo saggio ci spiega tutti i motivi per cui ciò non avvenne. Nel 700 d.C. l'Impero aveva perso tre quarti del suo territorio a vantaggio del Califfato islamico. Ma l'accidentata geografia dei territori rimanenti in Anatolia e nell'Egeo fu strategicamente vantaggiosa, poiché impedí ai nemici di occupare permanentemente le città, rendendoli vulnerabili ai contrattacchi romani. Piú l'Impero si riduceva, piú si calamitava intorno a Costantinopoli, la cui capacità di resistere ai diversi assedi si rivelò decisiva. Anche i cambiamenti climatici ebbero un ruolo, poiché imposero di diversificare la produzione agricola, aiutando cosí l'economia imperiale. La crisi costrinse la corte ad avvicinarsi alle classi dirigenti delle province e alla Chiesa. Nonostante le perdite territoriali, l'Impero non patí gravi crisi politiche. Ciò che restava divenne il cuore di uno stato romano cristiano medievale, la cui potente teologia politica predisse che l'imperatore avrebbe infine prevalso contro i nemici, sancendo il dominio mondiale del cristianesimo ortodosso. -
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Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d'accordo Borges e Dickens, un'avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno. rnrn«Ricorda Le avventure di Augie March e Pastorale americana » - San Francisco Chroniclernrn « 4 3 2 1 è il risultato di un'ambizione vertiginosa e di una maestria artigianale unica. Una costruzione grandiosa di storie alternative e complementari» - The New York Times Book Reviewrnrn A volte per raccontare una vita non basta una sola storia. Il 3 marzo 1947, a Newark, nasce il primo e unico figlio di Rose e Stanley: Archie Ferguson. Da questo punto si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili, eppure reali, di Archie. Campione dello sport o inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo, le sue traiettorie sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy. Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d'accordo Borges e Dickens, un'avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno. Come direbbe Walt Whitman: 4 3 2 1 è un romanzo che contiene moltitudini. «La scrittura di Auster è piena di gioia, anche nei passaggi piú drammatici». NPR «Un romanzo in cui perdersi». «The New York Review of Books» Cosa sarebbe stato della nostra vita se invece di quella scelta ne avessimo fatta un'altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se avessimo risposto al saluto di quella ragazza, se ci fossimo iscritti a quell'altra scuola, se… Ogni vita nasconde, e protegge, dentro di sé tutte le altre che non si sono realizzate, che sono rimaste solo potenziali. E cosí ogni individuo conserva al suo interno, come clandestini su una nave di notte, le ombre di tutte le altre persone che sarebbe potuto diventare. La letteratura, e il romanzo in particolare, ha da sempre esplorato la «vita virtuale»: non la vita dei computer, ma i destini alternativi a quelli che il caso o la storia hanno deciso, quasi che attraverso la lettura si riesca a fare esperienza di esistenze alternative. Paul Auster ha deciso di prendere alla lettera questo compito che la letteratura si è data: e ha scritto il suo capolavoro. 4 3 2 1 è il romanzo di tutte le vite di Archie Ferguson, quella che ha avuto e quelle che avrebbe potuto avere. Fin dalla nascita Archie imbocca quattro sentieri diversi che porteranno a vite diverse e singolarmente simili, con elementi che ritornano ogni volta in una veste diversa: tutti gli Archie, ad esempio, subiranno l'incantesimo della splendida Amy. Auster racconta le quattro vite possibili di Archie in parallelo, come fossero quattro libri in uno, costruendo un'opera monumentale, dal fascino vertiginoso e dal passo dickensiano, per il brulicare di vita e di personaggi. Ma c'è molto altro in 4 3 2 1 : c'è la scoperta del sesso e della poesia, ci sono...