Sfoglia il Catalogo ibs002
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9361-9380 di 10000 Articoli:
-
Le vergini
Il nuovo, acclamatissimo thriller di Alex Michaelides, autore da tre milioni di copie nel mondo con la La paziente silenziosa.«Dopo ""La paziente silenziosa"""", l'attesa è finita» – The New York Times«Alex Michaelides ha fatto centro un'altra volta: """"Le vergini"""" è un page-turner favoloso» – David Baldacci«Dopo """"La paziente silenziosa"""", il miglior thriller degli ultimi dieci anni, Michalides ha scritto un libro ancora piú elegante, sinistro e coinvolgente» – Chris Whitaker«Sullo sfondo dell'Università di Cambridge, una storia intrigante e suggestiva che unisce colpi di scena mozzafiato e formidabile suspense» – New York Journal of BooksCi sono professori capaci di incantare e far scoprire universi interi. È il caso dell'eccentrico, coltissimo Edward Fosca, il cui corso di tragedia greca è seguito con passione quasi ossessiva. Tanto che alcune studentesse, conquistate e rapite da quelle storie antiche, hanno fondato una setta segreta: Le vergini. Ma le ombre dei miti classici arrivano a minacciare gli alti saloni e le guglie gotiche di Cambridge. E quando alcune ragazze vengono ritrovate uccise molti degli indizi conducono proprio al professor Fosca."" -
Karma e rinascita nel pensiero indiano
Indagando l'eterogeneità e la fluidità delle posizioni filosofiche che affermano o falsificano la causalità del karman e la continuità tra azione e nascita, tra agente e retribuzione, tra ricompensa e punizione, Halbfass fa da intermediario fra l'orizzonte dei grandi pensatori sudasiatici e quello filosofico europeo.Con questo libro, rivolto a un pubblico generale e non solo di specialisti, uno dei piú illustri studiosi delle tradizioni culturali sudasiatiche offre una visione chiara e completa della storia e del significato delle diverse dimensioni filosofiche delle dottrine indiane sul karma e sulla rinascita: due concetti intimamente correlati e i cui ambiti coprono l'intero spettro del vissuto umano, passato, presente e futuro. Infatti, se la parola sanscrita karman indica l'agire, l'operare e il fare in senso lato, l'idea di «rinascita» – veicolata dal termine sanscrito samsara – è sempre relativa ai diversi modi di intendere le conseguenze che derivano da tale agire. Non c'è azione che non risenta degli effetti dell'aver operato in passato, cosí come non c'è gesto presente estraneo ai timori e alle speranze circa ciò che andrà a produrre. In che modi il gesto venga reso azione e l'azione venga collegata a conseguenze necessarie è il tema che Wilhelm Halbfass affronta a partire dalla storia intellettuale del Sudasia, sollevando problemi e questioni che vanno ben oltre l'analisi di aspetti peculiari degli studi indologici. -
La mia vita con i gatti
La mia vita con i gatti è il diario delle giornate che Noriko trascorre in compagnia dei suoi ospiti felini, ma non solo: grazie a loro, infatti, Noriko farà incontri speciali e scoperte sorprendenti su se stessa, la vita e, soprattutto, la felicità e la sua ricerca.«Nei giorni in cui il freddo è pungente, Mimí sale sulle mie ginocchia e si acciambella come una volpe addormentata. Quando la stringo a me, lei si arrotola ancor piú stretta, in modo da adattarsi perfettamente al mio abbraccio. In quei momenti penso: ""La felicità non è lontana, ma qui, ora"""".»Noriko vive una vita forse fin troppo tranquilla. È una scrittrice sulla cinquantina da qualche tempo ferma in una palude di tristezza camuffata da abitudine: il libro che sta scrivendo è bloccato da mesi, e nulla sembra andare per il verso giusto. Alla ricerca di una svolta, Noriko fa visita a un santuario shintoista e sussurra: «Dammi la felicità». Il giorno dopo, quasi fosse un segno soprannaturale, vicino al ceppo della magnolia davanti a casa sua, piantata tanti anni prima dal padre, qualcosa si muove nell'aiuola. È una gatta randagia che sta dando alla luce una cucciolata! Nessuno nel vicinato è disposto a prendersi cura dei gattini appena nati: inizia cosí la sua convivenza con questi animali di piccole dimensioni ma capaci di portare un grande cambiamento nella vita di Noriko. E pensare che a lei i gatti nemmeno piacevano... La mia vita con i gatti è il diario delle giornate che Noriko trascorre in compagnia dei suoi ospiti felini, ma non solo: grazie a loro, infatti, Noriko farà incontri speciali e scoperte sorprendenti su se stessa, la vita e, soprattutto, la felicità e la sua ricerca. La delicatezza e la bellezza dei libri di Morishita Noriko stanno proprio in questo: attraverso i piccoli e grandi cambiamenti quotidiani, la scrittrice giapponese, già apprezzata e celebrata per il longseller Ogni giorno è un buon giorno, riesce a intessere un racconto fatto di cose semplici e familiari, che diventa un racconto universale in grado di conquistare centinaia di migliaia di lettori in tutto il mondo."" -
Misurare ciò che conta. Al di là del Pil
M come Misurare. Perché è il momento di andare al di là del Prodotto interno lordo, il Pil. Dobbiamo misurare ciò che conta e ciò che conta davvero è il benessere.Nel 2009 un gruppo di economisti capitanati dai premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen e dal prestigioso economista francese Jean-Paul Fitoussi aveva scritto un rapporto che metteva in dubbio il Prodotto interno lordo (Pil) come strumento di misura del progresso e del benessere. Ciò ha dato il via a una discussione globale in relazione al Pil e a un importante movimento tra studiosi, decisori politici e attivisti, per cambiare il modo con cui misuriamo le nostre economie. Ora con Misurare ciò che conta Stiglitz, Fitoussi e Martine Durand – ricapitolando le riflessioni di un comitato di esperti sulla misurazione della performance economica e del processo sociale, promosso dall’Ocse – propongono una nuova agenda, «oltre il Pil». Il volume offre una panoramica di tale movimento globale negli ultimi dieci anni e propone un nuovo armamentario di metriche per stabilire la salute di una società, incluse misure sulla diseguaglianza e la vulnerabilità economica, sulla sostenibilità ambientale e su come le persone percepiscono la propria vita. -
Manifesto del Partito Impopolare
A 182 anni dalla nascita di Karl Marx, un libro satirico, paradossale e divertentissimo, scritto con un sogno nel cuore: impopolari di tutto il Paese, unitevi!«L'impopolare è internazionalista e se ne fotte dei confini. È patriota di molte patrie e non darebbe mai la vita per l'idea di un altro come diceva Voltaire, anche perché Voltaire non l'ha mai detto.»L'Italia è l'unica nazione al mondo in cui la maggioranza berciante si dice fuori dal coro, chi se la prende con le minoranze – neri, omosessuali, iscritti al Pd – sostiene di essere discriminato, e gli evasori fiscali si lamentano con chi paga le tasse. Intanto, i progressisti continuano a inseguire il Centro, che si sposta sempre piú a Destra. Ma non sarà che il consenso è sopravvalutato? Forse, per perdere con stile (o vincere per fortuna) basterebbe dire o fare qualcosa di impopolare. Ecco allora il Manifesto del Partito Impopolare, una brillante disamina della nostra classe dirigente, con pratiche schede sugli attuali partiti populisti e un programma di governo impopolare: la Costituzione, sviscerata punto per punto. Immaginando il discorso introduttivo del premier, il simbolo, il pantheon degli Impopolari e il loro inno, Bottura inocula un vaccino contro tutti i populismi, e sta dalla parte dei proletari, anche quelli che credono di essere borghesi. -
Checklist. Come fare andare meglio le cose
Atul Gawande ci fa conoscere uno strumento tanto umile quanto potente per «fare andare meglio le cose»: la checklist.Cosa permette a un'équipe medica di muoversi intorno al letto del paziente con la stessa coordinazione di un'orchestra durante la sinfonia? Qual è il dispositivo che impedisce a operazioni di routine di degenerare in tragedie fatali? E ancora: cosa trasforma quello che sembra un disastro annunciato – come l'ammaraggio di un aereo nell'Hudson nel 2009 – in una manovra perfettamente riuscita? A volte la distanza tra la vita e la morte può essere sottile letteralmente come un foglio di carta. Atul Gawande ci fa conoscere uno strumento tanto umile quanto potente per «fare andare meglio le cose»: la checklist. Non importa quanto tu sia esperto di una materia: l'errore è sempre possibile. Ma non per questo ci si deve rassegnare a commetterlo. -
La cavalcata dei morti
«Riempimi il bicchiere e saprai cosa ha visto quella donna... Conoscerai il terrore delle sue notti.»C'è un cadavere nei boschi della Normandia, sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, un'armata di cavalieri spettrali in cerca di anime nere da trascinare via, lontano dal mondo dei vivi, che non è stato in grado di punire i loro delitti. Una giovane, la luminosa Lina, ha visto la Schiera. È solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti piú spaventosi di una cupa credenza? -
L' uomo a rovescio
«Non è una storia. È il segno del lupo mannaro. Non ce ne sono altri. Ha i peli dentro perché è un uomo a rovescio. Di notte si inverte e compare la sua pelle villosa.»Ma è davvero un lupo che uccide le pecore tra le montagne del Mercantour? Mentre superstizioni e leggende cominciano a girare, un sospetto si diffonde: non è un animale, potrebbe essere un lupo mannaro. E quando una donna viene ritrovata sgozzata, il dubbio diventa certezza. -
Sotto i venti di Nettuno
«Attraverso le dita, il suo sguardo intercettò la cartina del Québec aperta sul tavolo. Era inutile farsi il sangue cattivo. Di lí a otto giorni sarebbe morto, e Adamsberg con lui.»Una donna uccisa con tre ferite di arma da taglio, una catena di omicidi tutti uguali che affiora dal passato. Sul cammino di Adamsberg, il misterioso Tridente. Il commissario sa chi è l'assassino, ma anche il Tridente conosce Adamsberg. E torna, come il suo peggiore fantasma, per metterlo davanti all'unico nemico di cui avere paura: se stesso. -
I Mandarini
Il romanzo di una generazione di intellettuali nella Parigi esistenzialista del secondo dopoguerra.Nel quadro dell'intera produzione di Simone de Beauvoir, I Mandarini, insieme all'autobiografia – Memorie d'una ragazza perbene, L'età forte, La forza delle cose, A conti fatti –, è il romanzo piú significativo ed emblematico. Nessuno meglio di Beauvoir avrebbe potuto raccontare la tumultuosa stagione di questo dopoguerra, in cui gli intellettuali francesi, i Mandarini appunto, erano gli indiscussi protagonisti della vita culturale e politica (basti pensare a Sartre e a Camus). Le vicende di Henri, Nadine, Anne, Dubreuilh, dei giovani «esistenzialisti» e delle ragazze che girano a vuoto, riflettono le lacerazioni di un mondo che non sa trovare il suo equilibrio, sospeso com'è tra speranze, ideali e il duro confronto con la realtà. -
La macchina della conoscenza. Come l'irrazionalità ha creato la scienza moderna
Perché abbiamo impiegato cosí tanto tempo a inventare la scienza? E perché è cosí potente?«Un'indagine elegante e accessibile sulla natura del metodo scientifico» – Nigel Warburton«Come nel caso de ""La struttura delle rivoluzioni scientifiche"""" di Kuhn, la concisione e la semplicità di questo testo non possono nascondere l'audacia della sua concezione, la straordinaria portata della sua ambizione. È un libro molto importante, forse addirittura un grande libro» – David WoottonÈ solo negli ultimi tre secoli che la formidabile macchina per la creazione di conoscenza che chiamiamo scienza moderna ha trasformato il nostro modo di vivere e la nostra visione dell'universo, ben duemila anni dopo l'invenzione della legge, della filosofia, del teatro e della matematica. Perché abbiamo impiegato cosí tanto tempo a inventare la scienza? E perché è cosí potente? La macchina della conoscenza offre una risposta radicale, mostrando come la scienza inviti da sempre gli scienziati a fare qualcosa di apparentemente irrazionale: devono spogliarsi di tutte le conoscenze precedenti – come convinzioni teologiche, metafisiche o politiche – per poi indirizzare tutte le loro energie nell'osservazione e nella sperimentazione, abbracciando dunque un metodo di ricerca irragionevolmente circoscritto e ben delimitato, ma che dai tempi di Newton e Bacone è la vera forza del successo della scienza. In un'epoca di cambiamenti climatici, nuove malattie e tecnologie in vertiginoso progresso, secondo Strevens abbiamo piú che mai la necessità di cogliere il funzionamento interno della nostra macchina della conoscenza."" -
Pinocchio. Le avventure di un burattino doppiamente commentate e tre volte illustrate
Dopo La follia di Hölderlin, Giorgio Agamben legge il celebre romanzo di Collodi, scansando le comuni interpretazioni esoteriche a favore di un'«illuminazione profana» in cui corpo e immaginazione si compenetrano.«Il naso è l’espressione dell’incorreggibile, picaresca insolenza di Pinocchio, e solo secondariamente della sua altrettanto picaresca furfanteria. In questione, in quel naso che non finisce mai è, piuttosto, qualcosa come una costitutiva indefinizione della natura del burattino, che, come quella degli abitanti del Regno segreto, è “pendula” e in continua rivoluzione. La menzogna è qui per cosí dire fisiologica, legata al carattere indeterminabile, alla vaghezza di un’esistenza che per questo non può che essere indefettibilmente mancata. Il naso senza fine di Pinocchio, che non passa piú dalla porta della camera e che rischia di conficcarsi negli occhi della fata, è la sua verità, che smentisce la falsa antinomia con la quale la fata vorrebbe definirlo: le bugie che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo. La verità non è un assioma fissato una volta per tutte: cresce e diminuisce “a occhiate” insieme alla vita, al punto di diventare sempre piú ingombrante e difficile per chi vi aderisce senza riserve – come il naso di Pinocchio, appunto».«Nessun libro finisce», ha scritto di Pinocchio Giorgio Manganelli. «I libri non sono lunghi, sono larghi. La pagina non è che una porta ad altra porta, che porta ad altra. Finire un libro significa aprire l’ultima porta, affinché nessuna porta si chiuda piú». È una porta di questo genere, che comunica segretamente col suo libro precedente su Hölderlin, che Agamben apre con questo doppio commento, tre volte illustrato, del libro piú letto e tradotto di tutta la letteratura italiana. E lo fa togliendo decisamente di mezzo e, insieme, riformulando da capo le interpretazioni esoteriche delle avventure del burattino, dalla morte alla rinascita, dalla metamorfosi asinina all’inghiottimento nel ventre della balena. Collodi inventa poeticamente, non applica dottrine massoniche trasmesse da imprevedibili iniziati. È vivendo le sue avventure di burattino, la vendita dell’Abbecedario, l’ingresso nel Gran Teatro, la fuga nel Paese dei balocchi, l’incontro col Gatto e la Volpe, la trasformazione in ciuco e il viaggio nel ventre del Pesce-cane che Pinocchio, come Lucio nel romanzo di Apuleio, è iniziato, ma ciò a cui è iniziato è la sua stessa vita. E il libro che ne risulta non è una fiaba, non è un romanzo, non è ascrivibile ad alcun genere letterario, proprio come il suo protagonista, che non è né un animale né un ragazzo, non è nemmeno un «che», ma solo un «come»: è, nel senso piú stretto della parola, una via di uscita o di fuga, tanto dall’umano quanto dall’inumano – per questo non fa che correre, e quando alla fine si ferma è perduto. -
L' invulnerabile altrove
Due donne si parlano senza aprire bocca, senza mai incontrarsi. Conversano in silenzio, all'insaputa di tutti. L'una si dice viva, l'altra no. Una si muove nel nostro presente, l'altra cammina nell'aldilà. Da quando hanno imparato a convivere nella stessa testa, ad apprezzare quella strana intimità, si confidano molto. Difendono con fatica qualche segreto, bisticciano, fanno pace. E adesso che hanno paura di venire scoperte, dovranno trovare un altrove in cui rifugiarsi. Perché in fondo tutti noi tendiamo instancabilmente a un luogo in cui non si possa piú essere feriti.«Qui i confini indagati sono quelli dell'io, che scopre un ""altrove"""" invulnerabile e interno, mentre la realtà perde progressivamente di senso: """"Dietro a ogni palco dev'esserci una porta, e tu mi hai aiutato a scoprirlo. Se queste ossa della nuca fossero vere, non ci saresti"""".» – Giacomo Tinelli, Alias - Il ManifestoUna donna si accorge che qualcuno abita nella sua testa. All'improvviso, la voce di un'altra donna si è insinuata nei suoi pensieri. Iniziano a dialogare: hanno progetti incompiuti, desideri e paure, speranze perdute ed altre che, ostinatamente, conservano. Come tutti. Soltanto che una di loro vive in questo nostro mondo, l'altra si trova nell'aldilà. Anna ha vissuto a Londra all'inizio del secolo scorso: lavorava in una fabbrica di fiammiferi, un'esistenza trascorsa a fare figli, scappando dalla povertà e combattendo la fame. Adesso cammina verso chissà dove, insieme a un gruppo di sconosciuti in un deserto abbacinante. L'altra donna vive il nostro presente: ha un compagno, due case, un amante e un lavoro d'ufficio. È opaca in una realtà fatta di ombre, forse per questo si è abituata cosí in fretta ad avere un'ospite in testa. Insieme elaborano un piano per trovare la risposta al mistero che le avvolge, e forse per salvarsi. Perché su una cosa non hanno dubbi: le scopriranno. I morti – precipitati in quell'infinita distesa di sabbia arancione solcata da fiumi che sembrano fatti di latte – sanno essere spietati: chi mette in pericolo il baricentro del gruppo viene lasciato indietro, a seccarsi come una statua di sale. Un'esperienza di lettura inedita e spiazzante, che esplora la forza della mente e dei suoi guasti. Con una lingua tersa che non ha paura dell'indicibile, Maurizio Torchio ha plasmato un nuovo e materico aldilà. Mentre le due protagoniste cercano un varco nella barriera che separa l'incompletezza di quello che c'è dallo splendore di quello che manca, anche chi legge si ritrova a contemplare l'abisso."" -
Il miglior tempo
Una giovinezza in fuga e un maestro che non si arrende. Due generazioni si sfiorano: una ricca del tempo che ha vissuto, l'altra incapace di trovare un posto nel tempo, l'una inetta a trasmettere, l'altra incapace di ricevere. Fra l'una e l'altra, la vita che preme con grazia maldestra.«Il romanzo di Rollo fa sfiorare due generazioni cercando un nuovo senso etico del vivere. E dello scrivere.» – Generoso Picone, Il Mattino«È come se per lui tutto il mondo fosse in allarme.»Filippo «Cantor» Castelli è un ventenne che, vorticando fra tante incertezze, di un'unica cosa è sicuro: che non ha avuto maestri, che forse non ce ne sono. Anche se ne ha cercato uno nella vigile figura del dottor Romagnoli, un pediatra che ha lasciato la professione dopo la morte della moglie e che trova conforto nell'ascolto della musica di Schumann. Cantor abbandona tutto, anche la compagna Anna che porta in grembo un figlio suo: tutto abbandona per combattere da solo, romanticamente solo, con un candore che oscilla tra la santità dell'idiota e il narcisismo eroico del sacrificio. Tanto Cantor riceve luce dalla sua affaticata, furiosa innocenza, quanto Romagnoli, che pure è stato traghettatore di piccole vite verso l'età adulta, avverte l'incombere del buio, la memoria mutilata di sentimenti che non lo difendono piú. -
Certi bambini
Un romanzo intenso, tragico e bellissimo su quel mondo spaventoso che è il nostro mondo.«State per leggere un vecchio libro che è riuscito a restare miracolosamente vivo» – Domenico StarnoneUna mattina, in una città mai nominata ma perfettamente riconoscibile, Rosario, un bambino di undici anni, si alza, prepara la colazione alla nonna, si affaccia alla finestra e guarda vivere i suoi vicini. Poi prende la borsa degli allenamenti, si veste da calciatore ed esce di casa per compiere il suo primo omicidio. Pedinando Rosario, spiandone i gesti e i pensieri come in una semisoggettiva, De Silva è riuscito a raccontare, con una lingua ricca, affabulante, ipnotica ma priva di pathos, una storia terribile sull'inconsapevolezza delle proprie scelte, sulla casualità del bene e del male. Un romanzo intenso, tragico e bellissimo su quel mondo spaventoso che è il nostro mondo. Prefazione di Domenico Starnone. -
I cani del nulla. Una storia vera
Nella paura cosmica di Gina, cane dalle zampe troppo lunghe e le orecchie enormi, c'è lo sgomento della vita di fronte alla propria nullità. È questo che ci affratella agli animali: il sentimento ineludibile, spaventoso, della nostra imperfezione. Torna il romanzo culto di Emanuele Trevi.È l'ottusa, spudorata tenacia con cui cerca l'attenzione dei padroni a definire il carattere di Gina, «avanzo di canile municipale» tenero e sproporzionato, in cui emotività e furbizia paiono incarnare l'essenza stessa della femminilità. Una sera, davanti a una sua specie di possessione, il narratore e la moglie credono di assistere a un evento cruciale. Potrebbe essere un'epifania, invece non offre alcun insegnamento, o loro sono refrattari a coglierlo. Vivere, d'altronde, significa alimentare la confusione, accorgersi che l'inconsapevolezza cresce giorno dopo giorno. Di fronte all'esistenza, non si può provare altro che stupore panico. In fondo, come i cani di d'Annunzio nella poesia che apre il romanzo e ne è il filo rosso, gli esseri umani sono «stupidi e impudichi», e al pari del vecchio poeta capiscono infine di non essere nulla. Tra conversazioni domestiche, uccellini in gabbia, passeggiate sui marciapiedi reggendo un guinzaglio e scatole di farmaci la cui «profonda giustizia» ripara dal disordine senza rimedio del mondo, l'autore costruisce un meraviglioso romanzo digressione. Se è vero che la vita «fa grumo, non si lascia trasformare in una storia», è pur vero che Emanuele Trevi sa restituirla, nella sua miseria e nella sua rivelazione, con una grazia senza paragoni. Introduzione di Sandro Veronesi.«Chiunque riesca a continuare a imparare anche da adulto, chiunque mantenga la mentalità dell'allievo anche quando non va piú a scuola risulta un sapiente, un iniziato. Ed è proprio ciò che viene da pensare di Emanuele Trevi, leggendo questo bellissimo libro, pervaso com'è in ogni pagina dallo strenuo, solitario, e dunque eroico sforzo di capire le cose che l'autore ha sotto gli occhi tutto il giorno, laddove lo schema sociale cui appartiene gli chiede solamente di accumularle e amministrarle. Trevi è l'allievo; sua moglie è la compagna di banco; la loro cagnetta Gina, con le sue misteriose manifestazioni di dio minore, è la maestra; il tinello di casa, la scuola. E l'abbecedario è una struggente poesia di d'Annunzio appesa al frigorifero.» -
Ricchi/Poveri. Storia della diseguaglianza
In un'accezione immediata, intuitiva, povero è colui che non dispone delle risorse necessarie a soddisfare i bisogni essenziali. Ricco, al contrario, è colui che possiede denari, beni, sostanze e mezzi molto maggiori di quanto gli occorra per vivere in modo normale. Partendo da un'approfondita e affascinantissima disamina storica, Pierluigi Ciocca affronta un tema sempre piú attuale: le diseguaglianze, infatti, non sono solo un problema morale, ma anche un freno allo sviluppo.«Pierluigi Ciocca è stato una figura fondamentale della Banca d'Italia. Gli piace riflettere e scrivere, e ci riesce benissimo» – Antonio Gnoli, la RepubblicaCon le competenze di un economista e la curiosità di un antropologo, Pierluigi Ciocca traccia una storia della diseguaglianza: dal Paleolitico ai Sumeri, dagli Etruschi all'Antica Roma, fino all'Età moderna e contemporanea. E mostra come ricchezza vs povertà sia una diade che per vie diverse – il potere, il bottino, il profitto – ha da sempre contrassegnato la vita dell'uomo. Oggi il divario tra ricchi e poveri è piú profondo che mai. E la povertà estrema, diffusa anche nei Paesi avanzati, costituisce una piaga economica oltre che sociale e politica. Di fronte a questo dramma – e a una pandemia che ha tragicamente acuito squilibri e rivendicazioni – l'umanità non è però condannata alle divisioni che la turbano: decisivi saranno il ritorno alla crescita, gli interventi dello Stato e un diverso welfare state. -
Gelosia
Ossessione, desiderio, smania di vendetta. Jo Nesbø racconta il preciso istante in cui la passione prende il sopravvento. Storie di uomini feroci, di amanti privi di scrupoli, di destini implacabili. Nell'atmosfera ossessiva e perturbante del maestro del crime scandinavo.rnrn«Originale, nella produzione del maestro noir norvegese, per l’abbandono degli scenari sanguinolenti e della figura classica del serial killer. E per la forma: una raccolta di racconti, diversi nella lunghezza, nei luoghi, nelle motivazioni di chi commette crimini e misfatti» - Claudia Morgoglione, Robinsonrnrn«Il mio angelo nero della morte, la chiamavo. Scherzando dicevo che sarebbe stata la causa della mia morte violenta, che uno dei suoi ammiratori fanatici avrebbe provveduto a togliermi di mezzo. Ma nel mio intimo temevo di piú che un giorno si sarebbe innamorata di uno di quei corteggiatori importuni. Come ho appena detto, sono un uomo mediamente geloso.»Ossessione, desiderio, smania di vendetta. Jo Nesbø racconta il preciso istante in cui la passione prende il sopravvento. Due fratelli gemelli coinvolti in un triangolo amoroso e un detective, specializzato in casi criminali che hanno la gelosia come movente, chiamato a sbrogliare la questione. Il profondo e improvviso legame tra due passeggeri su un volo per Londra che potrebbe essere l'inizio di una relazione o di qualcosa di molto piú sinistro. Uno scrittore di successo che si ritrova vittima dell'ossessione altrui e riesce a cavarsela grazie al suo talento nel raccontare. Una donna che approfitta della pandemia per vendicarsi di un crimine subito e, insieme, della vita. Storie di uomini feroci, di amanti privi di scrupoli, di destini implacabili. Nell'atmosfera ossessiva e perturbante del maestro del crime scandinavo. -
Breviario per un confuso presente
Manuale di sopravvivenza per ieri, oggi e domani.rnrn«Una lunga carrellata dal passato al presente nel quale, con prevalente ma non esclusivo riferimento alla storia italiana, si risale via via dal particolare al generale e poi se ne ridiscende dal generale al particolare, fino a comporre un quadro dal quale chi lo volesse potrebbe anche ricavare criteri per l'azione, intellettuale e pratica, politica... I capitoli del Breviario sono trenta: bisogna leggerseli tutti, uno dietro l'altro, per avere un'idea della ricchezza dell'esposizione». - Alberto Asor Rosarnrn«Corrado Augias ha difeso con tenacia, e lungamente, la postazione strategica del pensiero laico. Lo si legge con la sicurezza di ritrovare, sempre, quella misura, quella ostinata difesa della Ragione come solo, vero territorio comune di tutte le persone di buona volontà». - Michele SerrarnrnStiamo attraversando una rivoluzione che per molti aspetti non ha precedenti: il salto dalla cultura della carta a quella digitale del web. Nessuno oggi è in grado di dire fin dove arriverà la civiltà elettronica i cui confini appaiono praticamente illimitati. È indispensabile – soprattutto per i piú giovani – essere consapevoli del passaggio epocale che il genere umano sta vivendo. Questo «Manuale» nasce dalla curiosità dell'autore, un po' anche dalla sua ansia, comunque dal tentativo di capire ciò che (ci) sta succedendo, quali le potenzialità dei cambiamenti piú recenti, quali quelli che verosimilmente ci aspettano. Potremmo definire i trenta capitoli di queste pagine un manuale per l'uso consapevole del presente, un antidoto per scongiurare il pericolo di perdere il passato e la sua memoria. -
La legge di Bone
«Si potrebbe dire che la mia vita ha cominciato a diventare interessante l'estate in cui ho compiuto quattordici anni e mi facevo di erba ma non avevo i soldi per comprarmela, e cosí passavo il tempo a cercare per la casa cose da vendere ma non ce n'erano molte...»«Bone, l'eroe di Russell Banks, somiglia molto all'Huckleberry Finn di Mark Twain. Ha la stessa passione per gli amici, la stessa sintassi stralunata, lo stesso fiuto per cacciarsi nei guai. La legge di Bone è un capolavoro pop» – The New York Times Book ReviewQuando i genitori lo sorprendono a vendere pezzo dopo pezzo la loro collezione di monete antiche, lo sbattono fuori senza tanti complimenti, ma Chappie, cresta da mohicano e anello al naso, non si perde d'animo. Dapprima si fa ospitare dall'amico Russ che vive con una banda di motociclisti, tra ogni tipo di droga e reati, poi, ribattezzatosi Bone per quelle due ossa incrociate che si fa tatuare sul braccio, inizia il suo vagabondaggio alla ricerca di un altro se stesso, per capire chi vuole essere davvero e come diventarlo.