Sfoglia il Catalogo ibs003
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2141-2160 di 10000 Articoli:
-
Netocka Nezvanova
In una nuova traduzione, il romanzo che Dostoevskij stava scrivendo al momento del suo arresto per mano della polizia zarista. Le prime tre parti di «Netocka» vennero pubblicate all'inizio del 1849: a fine aprile Dostoevskij fu arrestato, condannato a morte, graziato mentre già si trovava sul patibolo. A ciò seguirono la deportazione, i lavori forzati, il confino: dieci anni nel buio della steppa, a cercare la luce; dieci anni dai quali Dostoevskij fece ritorno profondamente mutato, colmo di nuove idee, nuove passioni e intuizioni. Le altre parti del libro non vennero mai scritte: l'aprile del 1849 segnò davvero la cesura fondamentale della creatività dostoevskiana. Dopo, nulla sarebbe più stato lo stesso, nulla di quanto prima era stato progettato sarebbe più stato realizzabile. «Netocka Nezvanova» ci si offre così come straordinario esempio di un'opera ""di confine"""" tra due mondi, con pagine di impressionante efficacia, di sconvolgente verità, che preludono ai grandi romanzi del periodo maturo. Netocka è l'esclusa, è colei che non è invitata al banchetto della vita, e che dal suo cantuccio è destinata a scrutare il mondo, degli adulti di casa prima, degli estranei di fuori poi. Un Dostoevskij al femminile, dunque, che però intreccia all'analisi del mondo interiore della bambina le tematiche tipiche del suo primo periodo, quello a suo modo """"romantico"""", nel quale ragiona ancora sul ruolo dell'artista."" -
Vent'anni dopo
Sono passati vent'anni da quella ""notte tempestosa e buia"""" che ha chiuso in maniera così tragica e fatale la vicenda de I tre moschettieri. Da allora, i quattro moschettieri hanno perso la consuetudine di vita comune che li aveva così tanto legati. Sono diventati uomini fatti, in un contesto storico che intanto è profondamente mutato. Richelieu è morto, al suo posto c'è il nuovo dominatore della scena politica francese, il cardinale Giulio Mazzarino. Anche Luigi xiii è morto, lasciando sul trono un bambino, che governa sotto la reggenza della madre, Anna d'Austria; attorno a loro, le turbolenze politiche più esasperate, i moti della Fronda. I quattro amici hanno preso strade diverse. Solo d'Artagnan continua a prestare servizio nei moschettieri, con la stessa immarcescibile fedeltà e con lo stesso grado di tenente con cui lo avevamo lasciato. Quale combinazione di eventi, quale irresistibile attrazione, quale volontà, quale destino li riunirà di nuovo? I quattro si ritroveranno tutti nell'Inghilterra sconvolta dalla Rivoluzione di Cromwell. Scampati dopo le più incredibili peripezie ai tumulti della Rivoluzione inglese e tornati in Francia, saranno chiamati ancora, a quarant'anni come a venti, a misurarsi con i valori della lealtà e dell'amicizia. Ma vent'anni non passano invano."" -
Eva
Il romanzo, che a detta di Verga, doveva essere consegnato per la stampa ""assolutamente agli editori di Milano"""" esce per i tipi Treves nel 1873: fin da subito fu un successo e uno scandalo. Articolato su più livelli narrativi, Eva offre il ritratto dell'artista nell'Italia unita agli albori della civiltà urbano-borghese. Con note di febbrile concitazione melodrammatica, il pittore Enrico Lanti rievoca le sue avventure d'amore e d'arte, sullo sfondo della """"civiltà delle Banche e delle Imprese industriali"""". Al centro del romanzo si staglia il profilo inedito e sorprendente di Eva, una ballerina dal fascino radioso e impudico che proclama con limpida voce: """"Una donna non è che come vuol essere"""". Una figura femminile che, per arditezza spregiudicata, confligge non solo con le tante silhouette sbiadite della nostra letteratura romantico-sentimentale e le femmes fatales dei racconti fantastici della Scapigliatura, ma anche con le protagoniste della produzione del Verga verista. Eva colpisce per la schiettezza borghesemente moderna dei suoi discorsi e comportamenti: e così, nella Milano della Belle époque, riscatta con le sue scelte di autonomia e libertà la malasorte delle tante traviate che, nei libri o sulle scene teatrali, redimevano con il sacrificio e la morte un'esistenza da """"peccatrici""""."" -
Vera o i nichilisti
"Vera, or the Nihilists"""" è il primissimo scritto per il teatro di Oscar Wilde. L'eroina principale, Vera, unitasi ai Nichilisti, ha in animo di sovvertire l'ordine monarchico russo dopo aver assistito alla deportazione in Siberia del fratello che apparteneva al gruppo di sabotatori rivoluzionari. La sua ambizione è tra le più grandiose: assassinare lo zar. L'ambientazione del play è la Russia di fine Settecento ma in controluce si legge l'Irlanda e il suo rapporto con l'oppressore coloniale, l'Impero britannico. La storia prende spunto dal tentato omicidio, da parte di Vera Ivanovna Zasulich, del governatore di San Pietroburgo Fëdor Trepov, nel 1878. Trepov si era reso famoso per la brutale repressione dei polacchi durante le rivolte del 1830 e poi nel 1863, e Vera aveva deciso di agire in seguito alla fustigazione di un prigioniero politico che da lui era stata decisa. Nel ricamare sull'episodio, Wilde modifica alcuni nomi e luoghi in questione, anche per evitare di incorrere in possibili censure, e nonostante l'evidente difficoltà di poter mai produrre in Inghilterra un play che avesse a che fare con i Romanov, dati i rapporti stretti tra la monarchia inglese e lo zar, non abbandonò presto le speranze di vederlo prodotto a teatro. Debuttò senza troppo successo a New York nel 1883. Apparentemente lontano per spirito dalle commedie successive di Wilde, tutte improntate alla brillante critica sociale delle classi alte della società inglese, è proprio qui che il drammaturgo punta di più sulla cultura del suo paese d'origine, l'Irlanda, e spiana la strada per il fondamentale saggio L'anima dell'uomo sotto il socialismo e per le istanze di libertà che animano le sue fiabe." -
La favola di Amore e Psiche. Testo latino a fronte
La favola di Amore e Psiche è il racconto dell'Anima che dopo errori, sofferenze ed espiazioni, ritrova la piena felicità immortale; la storia senza tempo dell'amore fra gli dèi e gli uomini; la favola della curiosità e dell'invidia, dell'umano che travalica i limiti della propria mortalità, segnando un passaggio di confine inimmaginabile.Comincia come ogni favola il racconto di Amore e Psiche, con un re e una regina e le loro tre figlie, tutte bellissime. Ma la grazia e lo splendore della più piccola, Psiche, sono talmente grandi da attirare le invidie di Venere: la dea della bellezza, per vendicarsi, decide di ricorrere all'aiuto di suo figlio Amore, a cui chiede di colpire Psiche con una delle sue infallibili frecce e di farla innamorare dell'ultimo degli uomini, il più vile e miserabile. Amore accetta, ma quando vede Psiche rimane così incantato dalla sua bellezza da distrarsi e pungersi con la freccia destinata alla ragazza, innamorandosi perdutamente di lei e portandola a vivere nel suo meraviglioso palazzo. A una condizione, però: che la sua amata rinunci a vederlo in viso. Ma una notte, istigata dalle sorelle invidiose, la ragazza cede alla curiosità e viola il patto. Paga duramente la colpa della disobbedienza ai precetti divini, ma infine, superate tutte le prove cui è sottoposta, viene accolta fra gli dèi e diviene immortale. Postfazione di Alessio Torino. -
Poesie. Testo originale a fronte
«Certi ricordi sono come vecchi amici, sanno fare pace.»I versi di Marcel Proust, riscoperti nel 1979, preludono e aiutano a comprendere meglio, per intermittenze e balenii, la grande sinfonia della Recherche du temps perdu. Tra dediche, pastiches, testi burleschi, indirizzi, questi versi rimandano ai riflessi della vita privata di Proust. Dopo la traduzione fortemente interpretativa di Franco Fortini, ecco una versione integrale dell’opera poetica di Proust, che mira a restituire la musicalità del testo e a reintegrare in italiano le assonanze con la Ricerca. -
Poesie sacre e profane. Testo originale a fronte
"La prima qualità con cui ci avvince la poesia di Donne, pur ricca com'è di significato, non è il significato, ma qualcosa di molto più immediato e puro: è l'esplosione con cui irrompe nel discorso. Ogni prefazione, ogni convenevole è stato consumato; egli balza nella poesia per la via più breve..."""" Così scriveva Virginia Woolf, nel 1913, per spiegare il fascino del grande poeta metafisico inglese John Donne (Londra 1572-1631). Il suo testo introduce, assieme a quello di Strachey, questa edizione dove si trovano tradotti in italiano tutti gli epigrammi di Donne con una nuova versione delle poesie sacre e profane. Completa il volume un ampio apparato di note, indispensabile per districarsi nei riferimenti religiosi e culturali del poeta inglese." -
Racconti di Pietroburgo
"Siamo tutti usciti da 'Il cappotto' di Gogol'"""" Fëdor Dostoevskij Pietroburgo non è una città: è un progetto, un sogno, un miraggio, un'allucinazione, o un incubo, se volete, ma non è una città. E non c'è un autore che meglio di Gogol' abbia visto e reso tangibile la sua realtà. I suoi """"Racconti di Pietroburgo"""" ci restituiscono l'essenza di questa città, che è la cultura che vi è germinata. Leggendo questi cinque smilzi racconti sarete in un attimo gogolianamente proiettati nel mondo di Puskin, di Dostoevskij, di Andrej Belyj, di Anna Achmatova e Andrej Bitov; grazie a queste cinque capriole gogoliane vi troverete in un istante imbevuti di cultura pietroburghese. E dunque: non mettete piede a Pietroburgo senza prima aver letto i racconti di Gogol'... non vedreste nulla, non capireste nulla... Restituiti al lettore italiano nella traduzione di Damiano Rebecchini, questi racconti iniziano oggi una nuova vita, vestiti di tutto punto, con un nuovo cappotto tagliato a meraviglia, pronti a popolare i sogni pietroburghesi dei loro futuri lettori." -
«Pianto per Ignazio». Versioni da García Lorca e altri poeti ispanici
Questo libro, ricco di materiali inediti, ci rivela un imprevisto Caproni traduttore: protagonisti accanto a lui non sono più i grandi poeti francesi dell'Otto e Novecento ma gli spagnoli e gli ispanoamericani. Finora si conoscevano poche sue versioni dal castigliano, limitate peraltro ai nomi di García Lorca e Manuel Machado. Qui invece sono ventidue gli autori presenti, dal romantico Bécquer al surrealista Aleixandre, dal basco Unamuno all'andaluso Alberti, dal cubano José Martí al cileno Pablo Neruda. Centrale l'attenzione per García Lorca rappresentato, oltre che da alcune liriche, dalla commedia in versi Il maleficio della farfalla, restituita ora nella sua integralità. Nel complesso siamo di fronte a una vera e propria antologia che offre un percorso nuovo e personale della poesia ispanica del Novecento. La passione di Caproni per questo universo letterario e linguistico viene finalmente messa in luce nell'ampia e documentata postfazione di Laura Dolfi che ne ricostruisce le diverse sfaccettature tenendo conto non solo delle numerose versioni recuperate, ma anche dei libri presenti nella biblioteca del poeta e delle recensioni pubblicate o trasmesse alla radio. Il ricchissimo commento conclusivo guida all'interpretazione dei versi (offerti con testo a fronte), evidenziando l'originalità delle scelte traduttive e la ricerca di ritmi e sonorità che testimoniano il coinvolgimento del poeta nella sfida della traduzione. -
Note invernali su impressioni estive
Queste note, pubblicate nel 1863, sono il racconto del primo viaggio compiuto all'estero da Dostoevskij: Colonia, Parigi, Londra, un'Italia visitata in fretta, nella quale si fa un gran parlare di Garibaldi. La borghesia europea occidentale e la sua cultura sono il principale richiamo del ""barbaro"""" scrittore russo. Dostoevskij tornerà deluso: le grandi idee di cui si sono nutriti i suoi sogni hanno prodotto mediocrità e ingiustizia. Le metropoli e le nuove società sono prive del primo elemento necessario all'uomo: la libertà della coscienza. Il resoconto del viaggio si trasforma così in un esperimento di """"filosofia dell'Europa""""."" -
Decameron
"O costor non saranno dalla morte vinti o ella gli ucciderà lieti"""". Così i dieci giovani della brigata, """"con le man piene o d'erbe odorifere o di fiori"""" appaiono a Giovanni Boccaccio sulla soglia della IX Giornata. Usciti da Firenze, dove trionfava la """"mortifera pestilenza"""" del 1348, i protagonisti scelgono di """"festevolmente viver"""" e di ritrovare se stessi attraverso la parola narrativa, la vita cortese, il piacere ottenuto """"senza trapassare in alcuno atto il segno della ragione"""". Raggiunto lo scopo, essi torneranno alfine in città, immuni dall'artiglio della morte o, se vinti, tanto maturi e quasi regali da non dismettere fino all'ultimo l'abito di una perfetta letizia. Nel progetto di rinascita affidata al Decameron, la centralità della brigata consente di cogliere in diversa prospettiva tutti i racconti, di saggiare passo dopo passo il costituirsi progressivo di una """"multifigurata vita del mondo"""", secondo le parole di W.B. Yeats, che restituisce al lettore """"l'emozione della moltitudine"""" e la comprensione delle fondamenta culturali che innervano di sé questa mirabile opera-mondo. Questa edizione in modo sistematico offre spicco, nell'apparato delle note, alle prospettive giuridiche, teologiche, politiche, etiche che attraversano il libro. Ogni singolo racconto riceve una diversa e rinnovata attenzione, nella considerazione non solo delle sue caratteristiche letterarie, ma anche del suo profondo e variegato significato, in un commento che segna una svolta negli studi sul Decameron." -
Al di là del bene e del male
In ""Al di là del bene e del male"""", polemico e paradossale fin dal titolo, Nietzsche confuta in anticipo quelle che lui chiama le """"idee moderne"""", supera la nozione stessa di """"spirito libero"""", spingendosi fino a mettere in questione l'idea di """"verità"""" in sé e tutto ciò che ne discende, a partire dalla morale: questo significa porsi al di là del bene e del male. Questa edizione presenta un vasto apparato di note, aggiungendo nella postfazione sia una guida ragionata alle molte tematiche del libro, sia i ragguagli filologici necessari a comprendere la sua formazione."" -
La guerra delle donne
Cosa succede al mondo dei Tre moschettieri, se lo si coniuga al femminile? È il 1844 quando appare per la prima volta, pubblicato a puntate, ""La guerra delle donne"""". Lo scenario è quello della Fronda, negli anni attorno al 1650, in una Francia in cui la regina, Anna d'Austria, e il suo ministro, il cardinale Mazzarino, devono fronteggiare la ribellione diffusa di una nobiltà che ha eletto a suo simbolo la principessa di Condé. Le due madri lottano a nome e per conto dei figli bambini, Luigi XIV e il piccolo Condé. Ma la guerra delle donne non è solo quella dello sfondo storico generale in cui il romanzo si svolge. Altre due donne, le protagoniste, schierate sulle opposte sponde, tessono la trama dei loro fili diplomatici e militari, ciascuna per far vincere la propria parte. Due eroine dai tratti contrapposti: Nanon de Lartigues, la bruna avvenente e irresistibile, brillante, astuta e appassionata, e Claire de Cambes, che dietro l'apparenza della delicatezza, della fragilità, della femminilità sottomessa, cela tesori di coraggio e un'impressionante capacità di affrontare le situazioni più drammatiche. Opposte in tutto, Nanon e Claire si accorgeranno di esserlo anche nella passione per lo stesso uomo..."" -
William Shakespeare
Nato come introduzione alla traduzione integrale delle opere di Shakespeare, questo scritto di Hugo è, per esplicita dichiarazione dell'autore, un 'manifesto letterario per il Diciannovesimo secolo' oltre che una celebrazione del drammaturgo inglese nel tricentenario della nascita. La difesa della poetica shakespeariana è il punto di partenza per una riflessione generale sull'arte e il suo rapporto con il potere, una vibrante perorazione a favore dell'impegno politico e sociale degli artisti. -
Wilson Testa-di-rapa. Quei gemelli fuori dall'ordinario
Tragedia, melodramma, romanzo di costume, romanzo di formazione, romanzo poliziesco-giudiziario, e soprattutto splendido ritratto di una donna che lotta con caparbietà contro un sistema spietato, ""Wilson Testa-di-rapa"""" è un duro attacco alla schiavitù, alla società classista e al ruolo in essa del denaro, e a ciò che ne consegue in termini di perversione dei rapporti umani, travolti da ipocrisia e crudeltà. Quest'edizione presenta anche """"Quei gemelli fuori dall'ordinario"""", il testo da cui è nato, e mostra così, a chiare lettere, l'emergere del Mark Twain critico inesorabile della società."" -
Al di qua del paradiso
"Al di qua del paradiso"""" è il primo romanzo di F. Scott Fitzgerald, quello che più di tutti gli cambiò la vita. All'indomani della sua pubblicazione, avvenuta nel marzo del 1920, trasformò il suo autore, all'epoca neppure ventiquattrenne, nel portavoce di una generazione, in un uomo ricco e famoso, e infine in un marito: nel giro di una settimana Zelda Sayre, una volitiva bellezza del Sud che mai avrebbe accettato di vivere accanto a un uomo qualunque, a uno scrittore fallito, lo sposò alla Saint Patrick's Cathedral di New York. Vagamente autobiografico, in """"Al di qua del paradiso"""" Fitzgerald racconta la vita di Amory Blaine, la sua formazione (scuola, religione, famiglia, università, amore), i suoi valori e i suoi dubbi. Sembra un """"romanzo di formazione"""", ma il passo instabile, la narrazione ironica, la trama frammentaria e dialogica, la conclusione aperta ne fanno piuttosto un grande testo novecentesco e modernista. Amory Blaine intuisce lentamente che nulla è certo e stabilito, che tutto è in movimento e si evolve con rapidità. Fortuna, certezze, morale fluttuano e si ribaltano incessantemente. Coglie l'impatto emotivo di cataclismi come la guerra, la morte e le ragazze. Quelle che incontriamo in """"Al di qua del paradiso"""" sono le flapper, che Fitzgerald per primo promuove al rango di personaggi letterari: baciano e fumano e ballano, e sfidano i ragazzi sul terreno amoroso, comportamentale e culturale." -
La primula rossa
Nel 1792, Parigi è sconvolta dal regime del Terrore imposto dai giacobini. La ghigliottina reclama ogni giorno il suo pegno di sangue, decine di teste aristocratiche. L'ultima speranza per la nobiltà francese sta nel misterioso eroe che organizza la spericolata evasione e il successivo espatrio dei condannati a morte armato solo della propria inventiva e utilizzando i più impensabili travestimenti: la Primula rossa, così chiamata perché ogni volta la sua prossima impresa è annunciata da un biglietto di sfida firmato con uno scarlatto simbolo floreale... ""La Primula rossa"""" è uno dei più fortunati romanzi di tutti i tempi. L'autrice, Emma Orczy, ha saputo trasporre genialmente le convenzioni del feuilleton e del romanzo di cappa e spada nella sensibilità del Ventesimo secolo, l'era della velocità, dell'elettricità e del cinematografo, creando una storia incalzante che non tralascia alcuna delle convenzioni del romanzo popolare del secolo precedente proponendole però con i ritmi del nascente cinematografo, e inventando il primo supereroe mascherato della storia, archetipo di un colossale filone dell'immaginario moderno (senza dimenticare la vera protagonista, Marguerite, uno dei primi esempi nella letteratura popolare di donna non sottomessa, libera e ardita). Non a caso da """"La Primula rossa"""" sono germinate innumerevoli trasposizioni per il grande e piccolo schermo."" -
Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares
«Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre di sentire.»«Soares va scrivendo minuziosamente, con la maniacale puntigliosità del contabile, il suo diario: grandioso zibaldone fatto di journal intime, di riflessioni, di appunti, di impressioni, di meditazioni, di vaneggiamenti e di slanci lirici che egli chiama Libro e che noi potremmo chiamare romanzo.» (dall'Introduzione di Antonio Tabucchi) -
Il monaco
“Voglio la tua anima. Voglio che sia mia, mia per sempre!”rnrnAmbrosio, monaco dell’ordine dei Cappuccini di Madrid, è conosciuto in città per la sua saggezza e la condotta virtuosa. Fino al giorno in cui scopre che il discepolo con cui ha un profondo legame è in realtà una fanciulla, Matilda. Caduto in tentazioni sempre più torbide, Ambrosio ricorrerà alla magia e al demonio nel tentativo di celare i propri crimini all’Inquisizione. Considerata uno dei capolavori di quella letteratura nera e sublime che canta il male solo per estenuare il lettore e fargli desiderare il bene per rimedio, l’opera di Lewis viene riscoperta dai surrealisti e Antonin Artaud, nel 1930, decide di farne rivivere la grandezza. La sua non è una traduzione o un adattamento ma, come dice Artaud stesso, “una specie di copia in francese del testo originale”. Egli usa il testo di Lewis come materiale grezzo, modellandolo in profondità per rendere il ritmo più incalzante, l’intreccio più intricato, come il dedalo di gallerie sotterranee teatro di alcune delle scene più cruente del romanzo. -
La macchina del tempo
La straordinaria fantasia di Wells in un romanzo distopico che travalica ogni cateoria di genere.«Se non avrà successo, saprò trarne le conseguenze.» Sono le parole che Wells, al tempo giornalista giovane e squattrinato, rivolge a un amico prima che La macchina del tempo uscisse a puntate sulla ""New Review"""". Quello che Wells non poteva immaginare fu non soltanto il clamoroso successo della sua storia, ma che il romanzo avrebbe inaugurato una serie di romance scientifici (L'isola del Dottor Moreau, La guerra dei mondi, L'uomo invisibile, Il risveglio del dormiente) proiettando Wells, nell'arco di soli tre anni, nel firmamento dei più grandi scrittori iconici e visionari di fine secolo. Il Viaggiatore del Tempo, scienziato eccentrico e idealista, fabbrica una macchina grazie alla quale è in grado di visitare il mondo dell'anno 802701. La realtà che si offre ai suoi occhi è agghiacciante: l'evoluzione umana ha prodotto due specie diverse, gli Eloi, creature gioiose, fragili e infantili, e i Morlock, esseri mostruosi e ripugnanti che escono di notte, col favore della luna, massacrando i delicati Eloi, per poi nutrirsene. Un'ulteriore incursione nel futuro più lontano ci mostra una terra desolata, priva di qualsiasi forma di vita, eccetto una misteriosa creatura simile a un pallone con i tentacoli. È una visione spettrale, l'epifania di un mondo senza speranza, che fa di Wells uno degli ultimi grandi scrittori moralisti occidentali. Vibrante """"opera aperta"""", romanzo polimorfo e distopico, Wells consegna per la prima volta al genere fantascientifico il compito privilegiato di dare forma alle nostre inquietudini esistenziali, regalandoci una prospettiva disperata ma profondissimamente moderna.""