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La Repubblica inquieta. L'Italia della Costituzione. 1946-1948
Il racconto avvincente dei primi tre anni della Repubblica italiana e dell'impossibilità di costruire la comunità ideale che aveva ispirato le ResistenzarnLa storia dell'Italia repubblicana comincia nel caos. La fine della guerra ha lasciato dietro di sé un paese logoro e diviso, ma soprattutto ha fatto emergere le fratture di lungo periodo che il fascismo aveva oscurato a colpi di propaganda e di retorica nazionalista. Nel 1945 il paese è costretto a fare i conti con le profonde differenze che lo attraversano da nord a sud. C'è squilibrio economico, infrastrutturale e demografico, ma anche divergenza sul piano delle reazioni alla fine del conflitto: la guerra non è stata vissuta da tutti allo stesso modo. Chi reagisce con energia abita di fianco a chi torna da reduce e si ritrova improvvisamente senza riferimenti e senza lavoro... Per dipanare la complessità di questo periodo decisivo, De Luna costruisce una narrazione corale, fatta delle voci di una grande galleria di testimoni, a partire dalla storia personale di chi torna dalla guerra o va a cercare fortuna negli Stati Uniti, fino ai grandi scenari della politica, che hanno per protagonisti Alcide de Gasperi, Palmiro Togliatti, Ferruccio Parri e Pietro Nenni. E ci costringe a riflettere sulla nostra identità e sul nostro passato, spingendoci a fare i conti con il capitolo più difficile, ma anche più appassionante, della nostra storia nazionale. -
Cacciateli! Quando i migranti eravamo noi
Vincitore Premio Estense 2020Nel 1970 viene indetto in Svizzera il primo referendum contro gli stranieri nella storia d'Europa. E gli stranieri eravamo noi.rn«Un libro ricorda il primo referendum elvetico per cacciare gli italiani. Era il giugno del 1970, e un politico adottò lo slogan che oggi, rivisto e corretto, va così di moda» - Fabrizio Ravelli, Il VenerdìrnJames Schwarzenbach, un editore colto e raffinato di Zurigo, rampollo di una delle famiglie industriali più ricche della Svizzera, cugino della scrittrice Anne Marie Schwarzenbach, a metà degli anni sessanta entra a sorpresa in Parlamento a Berna, unico deputato del partito di estrema destra Nationale Aktion, e come suo primo atto promuove un referendum per espellere dalla Svizzera trecentoquarantamila stranieri, perlopiù italiani. È l'inizio di una campagna di odio contro gli emigrati italiani che dura anni e che sfocerà nel referendum del 7 giugno 1970, quando Schwarzenbach, solo contro tutti (giornali, establishment, Confindustria sono schierati su posizioni opposte), perderà la sua sfida solitaria per un pelo. Com'è stato possibile? Cosa ci dice del presente questa storia dimenticata? E come si spiega il successo della propaganda xenofoba, posto che la Svizzera avrà dal 1962 al 1974 un tasso di disoccupazione inesistente e sono stati proprio i lavoratori italiani, i Gastarbeiter richiamati in massa dal boom economico, a proiettare il paese in un benessere che non ha eguali nel mondo? Eppure Schwarzenbach, a capo del primo partito antistranieri d'Europa, con toni e parole d'ordine che sembrano usciti dall'odierna retorica populista, fa presa su vasti strati della popolazione spaesata dalla modernizzazione, dalle trasformazioni economiche e sociali e dal '68. Schwarzenbach fiuta le insicurezze identitarie e le esaspera. ""Svizzeri svegliatevi! Prima gli svizzeri!"""" sono i suoi slogan, mentre compaiono le inserzioni """"Non si affitta a cani e italiani""""."" -
Michel Foucault. Il filosofo del secolo. Una biografia
Chi era quest'uomo, Michel Focault? Che cos'è un'esistenza filosofica? In che modo un gesto teorico è ancorato all'esperienza vissuta? Esce in Italia in una nuova edizione la biografia definitiva di Michel Focault.Al momento della sua morte nel 1984, all'età di cinquantotto anni, Michel Foucault era considerato una delle menti più grandi del Ventesimo secolo. Oggi continua a suscitare un dibattito molto vivace. Foucault scoraggiava le domande biografiche, perché le considerava poco interessanti. Il racconto di Didier Eribon rovescia questa affermazione. Eribon conosceva Foucault e lo intervistò a lungo. Per scrivere la biografia definitiva del grande filosofo ha attinto ai resoconti dei testimoni più vicini a Foucault in tutte le fasi della sua vita: sua madre, i suoi insegnanti di scuola, i suoi compagni di classe, i suoi amici e nemici nella vita accademica e i suoi celebri compagni di attivismo politico, tra cui Simone Signoret e Yves Montand. Eribon ha ripercorso le orme del suo soggetto peripatetico, dalla Francia alla Svezia alla Polonia, dalla Germania alla Tunisia, dal Brasile al Giappone, fino agli Stati Uniti. Il risultato è una narrazione serrata, leggibile e rigorosamente documentata che ci avvicina alla verità sulla vita del pensatore che si sostituì a Sartre nel ruolo dell'intellettuale parigino e cosmopolita. E ci costringe a considerare seriamente l'idea che tutti i suoi libri siano davvero, proprio come Foucault disse alla fine della sua vita, ""frammenti di un'autobiografia"""". Una grande narrazione di vita e di pensiero, che ricostruisce il clima culturale, politico e intellettuale della Francia dal Dopoguerra alla fine del Ventesimo secolo. È la storia di un uomo e del suo tempo."" -
Labirinto Stasi. Vite prigioniere negli archivi della Germania Est
Dopo la caduta del Muro, gli archivi della Stasi si aprirono ai cittadini della ex Ddr che erano stati spiati per quarant'anni. Questa è la storia di tre fra loro, che per primi lessero la sceneggiatura della propria vita osservata con gli occhi terribili del regime.L'apertura degli archivi della Stasi è un esperimento unico al mondo e nella storia, frutto di una scelta coraggiosa, ma soprattutto voluto dalla gente, dai tanti cittadini che nel 1989-90, vinta la paura dopo la caduta del Muro, assediarono e occuparono gli uffici della Stasi per fermare la distruzione dei documenti tentata dai funzionari. Furono così messi in sicurezza 111 chilometri lineari di file cartacei, 41 milioni di schede personali e una quantità altrettanto rilevante di altri materiali fotografici, video, audio ed elettronici prodotti in anni di lavoro operativo, ai quali va aggiunto il contenuto di circa 15.500 sacchi ricolmi di brandelli di documenti stracciati e parzialmente distrutti, attualmente in ricostruzione. Dopo questo atto di riappropriazione collettiva del privato violato e mortificato per decenni dall'azione spionistica e repressiva della Stasi, il primo Parlamento della Germania riunificata approvò una legge speciale che negli ultimi trent'anni ha consentito a oltre 3 milioni di persone di prendere visione del proprio fascicolo. Tre di loro sono i protagonisti di questo racconto: Baldur, giovane tipografo della Turingia, nel 1958, all'età di 19 anni, venne arrestato e condannato a 3 anni di reclusione per aver letto il romanzo di George Orwell 1984. Andreas, ventenne di Potsdam, imprigionato nel 1986 per un fallito tentativo di fuga, scoprì nel 1992 di essere stato spiato dal padre. Gilbert, classe 1945, nativo di Görlitz, condannato a due anni di carcere per aver prodotto una documentazione fotografica sulla vita dei punk a Berlino Est, dopo il 1990 sviluppò un rapporto di amicizia con il funzionario della Stasi che lo aveva interrogato in prigione. Nella trama di queste tre vite la storia si fa romanzo e la realtà si confonde con la distopia. -
Immagini contese. Storia politica delle figure dal Rinascimento alla cancel culture
Un intreccio di storie concrete di pitture, statue, fotografie e scene cinematografiche ""contese"""" che getta luce sulla figura come tecnologia del potere.Le immagini sono il cuore del linguaggio del potere. I dibattiti di oggi sulla cosiddetta """"cancel culture"""" e sulla presunta tendenza di alcuni gruppi sociali a limitare la libertà di espressione altrui non colgono che ogni testo, identità o forma sono da sempre sottoposti a relazioni di potere, che di volta in volta ne hanno indotto la vittoria o la cancellazione, la preservazione o la mutilazione. E i cancellati di ieri possono certo rischiare di diventare i cancellatori di oggi o di domani. Nel passato, come nel presente, le figure sono state impiegate per costruire, negoziare, negare la fama, l'onore, la reputazione, il credito degli individui, nell'ambito di specifici e ricostruibili rapporti economici, sociali e culturali. Per conoscere questa saga piena di intrighi e colpi di scena è necessario decifrare le relazioni storiche e contemporanee fra immagini e potere, e poi inquadrare le figure nei loro contesti di creazione, rielaborazione e superamento, anche per il tramite della cancellazione. Germano Maifreda, storico dell'economia, costruisce un intreccio di storie che raccontano un passato in cui le idee, assieme ai testi e alle figure che le trasmettevano, sono state più volte cancellate o corrette attraverso l'applicazione di teorie e pratiche di potere sbilanciate, talora violente. Dal Rinascimento, quando l'immagine divenne un dispositivo per l'affermazione di nuovi ceti sociali o minoranze come gli ebrei, passando per gli spartiti censurati nel Risorgimento e per le statue contese durante l'Unità d'Italia, Giordano Bruno a Roma e Paolo Sarpi a Venezia, fino alle opere d'arte sequestrate ai """"nemici"""" durante la Seconda guerra mondiale e alle scene proibite in Salò di Pasolini, Maifreda ci svela come dai conflitti passati fra movimenti, idee, gruppi sociali abbiamo ereditato un universo culturale niente affatto neutrale o intatto. Dal Rinascimento fino a oggi la storia italiana è costellata di infinite vicende di piccolo e grande dissenso, intellettuale e popolare, che si svolgono in un territorio inaspettato, affascinante e difficile da decifrare: le immagini."" -
Pamphlet dal pianeta delle scimmie
Montalbàn esamina ciò che lui chiama ""la stanchezza"""" democratica che sembra pervadere i paesi del Nord opulento. L'autore decifra gli eventi e le ideologie degli ultimi anni, dalla nuova povertà alle nuove divisioni del potere, alla teologia neoliberale, alla verità unica. Opulenza e miseria comunicazionali, il Nord come Grande Fratello, i media, i più recenti fatti nell'Italia di Berlusconi e del Gruppo del 27 marzo."" -
Il re del mondo
Esistevano già delle figure mitiche nello sport americano (come per esempio Joe Di Maggio), ma quando irruppe sulla scena Cassius Clay, proveniente dalla natia Louisville negli anni Cinquanta, nulla fu come prima: cambiò il mondo della boxe e dello sport in generale, ma per certi versi influenzò anche il mondo intero. In questo libro l'autore traccia non solo il profilo di un pugile e di un uomo, ma anche delle grandi speranze degli anni Sessanta, attravero le figure chiave dell'epoca. -
Verso Gerusalemme
Il Cardinale Carlo Maria Martini ha lasciato, dopo più di vent'anni, l'Arcidiocesi di Milano e scelto Gerusalemme come ""meta definitiva di un cammino"""". Una scelta che Martini ha maturato attraverso un complesso percorso spirituale, culturale ed esistenziale e che, nell'attuale clima di lacerazione e conflitto, appare ancora più significativa. Questo volume rende testimonianza di questo """"cammino"""" e offre una riflessione sulla Gerusalemme simbolica e sulla Gerusalemme storica, sui rapporti tra ebraismo e cristianesimo e sul tema fondante della pace."" -
Fratelli e sorelle. Una malattia d'amore
Le relazioni tra fratelli e sorelle sono il risultato di una grande intimità imposta, non scelta. Si può addirittura affermare che i rapporti di fratellanza siano una specie di malattia: una malattia d'amore cronica con i suoi istanti di complicità, di benessere condiviso, ma anche con momenti di crisi, rivalità e gelosie. Tutto ha inizio con l'arrivo del secondo, vissuto dal primogenito come un vero e proprio cataclisma. Come accettare di condividere l'amore dei genitori? Avvalendosi di numerosi casi clinici, arricchiti da riferimenti alla tradizione mitologica e culturale, il saggio scandaglia l'universo delle relazioni fraterne, spesso agitate, patologiche, mostrando come esse compongano le corde più intime della personalità. -
L' intrigo. Banche e risparmiatori nell'era Fazio
Una parte crescente dell'opinione pubblica ritiene le banche corresponsabili dei crack Cirio e Parmalat. La convinzione è che esse fossero informate dello stato di dissesto di questi gruppi e che, per recuperare i loro crediti altrimenti inesigibili, abbiano aiutato i bancarottieri a emettere bond e a venderli allo sportello, come se fossero titoli a rendimento garantito. L'obiettivo del libro è individuare le responsabilità di quanto è successo, risalendo alle cause del fenomeno, chiedendosi: cosa non ha funzionato e cosa non funziona nel sistema bancario? che cosa c'è all'origine di certe degenerazioni? come hanno potuto affermarsi certe consorterie? -
Napoli siamo noi. Il dramma di una città nell'indifferenza dell'Italia
Annegata nell'illegalità, strozzata dal traffico e dall'abusivismo, umiliata dal servilismo e dal clientelismo, Napoli muore: ma siccome muore da troppi anni nessuno ci fa più caso. ""Napoli è un caso a parte"""", """"Napoli è sempre stata così"""": se Napoli è unica ed eterna, allora non ci riguarda e comunque nulla si può cambiare. La verità che Giorgio Bocca ha scoperto era sotto gli occhi di tutti, bastava andare a vederla: Napoli ha, elevate a potenza, malattie molto simili a quelle del resto d'Italia. Il suo problema più grave non è la camorra: è l'immoralità e la vigliaccheria della politica, che fa affari, che cerca il consenso costi quel che costi, che fa finta di non vedere."" -
Il futuro delle idee
L'invenzione del Web nei fatti ha prodotto una controrivoluzione ""proprietaria"""" di cui ancora non si è percepita esattamente la portata. Il progetto di Internet in realtà era stato pensato in maniera tale da permettere ai creatori di poter sperimentare liberamente. Questa libertà si sta restringendo, tecnicamente e legalmente, giorno dopo giorno. Potentati economici stanno riconquistando la Rete, trasformandola da forum aperto per le idee in null'altro che televisione via cavo ad alta velocità."" -
Il bene comune della Terra
Vandana Shiva è una scienziata ambientalista nota in tutto il mondo, tra gli esponenti di spicco del movimento democratico globale. In questo libro, Shiva fa il punto su quelle battaglie che anche grazie al suo contributo hanno assunto un rilievo internazionale - la lotta contro la privatizzazione delle risorse naturali, i brevetti sul vivente e l'impiego di organismi geneticamente modificati in agricoltura e nella produzione alimentare riconducendole a un progetto politico, economico e culturale di democratizzazione della globalità. L'autrice delinea dunque una alternativa alla globalizzazione economica, che giudica responsabile non soltanto della catastrofe ecologica imminente, ma anche dell'avvento dei fondamentalismi politici e religiosi. Vandana Shiva considera i brevetti sul vivente e la privatizzazione delle risorse naturali come l'ultima frontiera di un colonialismo che aveva cominciato a manifestarsi già nel Sedicesimo secolo con la recinzione delle terre comuni britanniche. La privatizzazione delle risorse comuni, insieme alla progressiva erosione dei beni e dei servizi pubblici e all'indebolimento dei meccanismi democratici di controllo dell'economia, costituiscono una grave minaccia in termini di sostenibilità ecologica e di sopravvivenza sociale. -
La scommessa della decrescita
Il termine ""decrescita"""" suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell'incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. L'oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di una società che decresce è una scommessa che vale la pena di essere tentata per evitare un contraccolpo brutale e drammatico. Bisogna ripensare la società inventando un'altra logica sociale. Ma qui si pone la questione più difficile: come costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo? Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l'economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, bisogna garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una Società della decrescita. Tutti temi questi che già a vario titolo compaiono nell'agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico. Questo libro ne è il manifesto teorico."" -
I padroni delle città
Curzio Maltese ha utilizzato, rielaborato e ampliato il materiale dei reportage realizzati per ""la Repubblica"""", trasformando una """"inchiesta"""" sulle città italiane (condotta con Alberto Staterà) in un documento che riconduce il lettore alle radici di un malessere non soltanto politico o civile (forse più facile da riconoscere), che ha a che fare con l'amministrazione dei luoghi in cui vive: le città. Ci sono, in questo panorama, città capitali come Milano (ed ecco allora che Maltese registra il passaggio dalla città operaia e borghese a una città ricca, opulenta ma senza identità), e città provincia come Rimini e Taranto, la prima al centro di una vera e propria deriva etnica (i ricchi russi ma anche l'immigrazione slava povera o poverissima), l'altra al centro di uno dei più significativi episodi di catastrofe amministrativa (una donna sindaco che nel progetto di Berlusconi avrebbe dovuto guidare la rinascita e che invece ha finito per determinare la bancarotta del danaro pubblico). Curzio Maltese insegue immagini che schizza con rigore e pertinenza, al di là dei cliché e del giornalismo passivo. Insegue personaggi, li tallona, li fa parlare sia quando vogliono, sia quando si oppongono. Una testimonianza presa dal vivo, sui loro padroni, e sui loro i servi."" -
Il prezzo del velo. La guerra dell'Islam contro le donne
II ritorno del velo non riguarda solo i paesi arabi ma tocca anche il cuore dell'Europa. Nella cosmopolita Sarajevo, per esempio, sempre più donne scelgono di portare il velo, ma anche nelle grandi metropoli occidentali esso compare con sempre maggiore visibilità. In Francia la questione è stata affrontata impedendo il suo uso nelle scuole e nei luoghi pubblici, come tutti gli altri segni di riconoscimento identitario e religioso. In Italia la risposta è affidata al cosiddetto ""buon senso"""", eludendo nei fatti il portato ideologico della questione. Quali questioni generali si celano dietro una scelta in apparenza personale? Il velo rappresenta simbolicamente l'oppressione della donna nel mondo islamico, quando è imposto come regola religiosa. Il ritorno del velo è dunque legato spesso a regimi teocratici oppure alla reislamizzazione di alcuni paesi. In questo caso si tratta di un velo """"ortodosso"""" solo parzialmente legato alla tradizione locale. La reinvenzione dell'islam restituisce quel senso di appartenenza perso con il fallimento del nazionalismo arabo e quindi dichiara l'appartenenza a una comunità ampia che va oltre i confini dei singoli stati nazionali per investire anche l'Occidente."" -
Il rancore. Alle radici del malessere del nord
Sono ormai vent'anni che il Nord, la parte più dinamica e ricca del paese, manifesta in vari modi il proprio disagio. In passato lo ha fatto affidando con forza la delega politica a un partito che esprimeva gli interessi del territorio regionale, la Lega Nord. Oggi invece manifesta il suo rancore con un atteggiamento di sfiducia nel complesso del mondo politico, e in particolare nei confronti dei partiti di centro-sinistra. La politica viene accusata di essere troppo lenta nel risolvere i problemi posti dallo sviluppo produttivo, ma anche di avere un atteggiamento vessatorio, per esempio sulla questione fiscale generale e soprattutto nei confronti del cosiddetto ""mondo delle partite Iva"""" (ormai circa sette milioni in tutta Italia). Il Nord in realtà si trova di fronte a una sfida importante perché sotto sforzo per poter competere a livello mondiale. Per fare questo, la richiesta è rivolta affinchè la politica tenda a riterritorializzarsi: non ha difatti bisogno di una politica """"di sorvolo"""", ma di accompagnamento concreto dei territori in Europa e nel mondo."" -
Un mondo senza povertà
Con ""Il banchiere dei poveri"""" ha raccontato la storia straordinaria della fondazione della Grameen Bank e ha mostrato come il sistema del microcredito sia capace di sottrarre milioni di persone alla miseria e allo sfruttamento. Da allora ha esteso il raggio d'azione di Grameen dal campo strettamente finanziario a quelli dell'alimentazione, dell'educazione, dell'assistenza sanitaria, delle telecomunicazioni. Oggi il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus è pronto per una nuova sfida: proporre quell'esperienza come un modello e un punto di riferimento per riuscire finalmente a estirpare la piaga della povertà mondiale. La sfida si può vincere, secondo Yunus, con lo sviluppo e la diffusione del """"business sociale"""": un nuovo tipo di attività economica che ha di mira la realizzazione di obiettivi sociali anziché la massimizzazione del profitto. Una forma di iniziativa economica capace di attivare le dinamiche migliori del libero mercato, conciliandole però con l'aspirazione a un mondo più umano, più giusto, più pulito. Sembra un sogno a occhi aperti. Ma è un sogno che ha aiutato il Bangladesh quasi a dimezzare il suo tasso di povertà in poco più di trent'anni. E che comincia a coinvolgere multinazionali, fondazioni, banche, singoli imprenditori, organizzazioni no profit in ogni parte del mondo."" -
Un piano per salvare il pianeta
Affrontare il problema del clima può richiedere misure costose. Ma non fare nulla e non fermare il riscaldamento del pianeta costerà molto, molto di più. Per tutti. È questo l'allarme lanciato da uno dei maggiori economisti del mondo, Nicholas Stern, già autore della più importante indagine esistente sulle conseguenze economiche dei cambiamenti climatici. Il mondo si trova oggi in un momento delicatissimo. Il modello tradizionale di sviluppo si è inceppato ed è urgente pensare un nuovo modello basato su un basso uso di combustibili tradizionali. Occorre avviare subito azioni concrete: definire precisi obiettivi di riduzione delle emissioni, bloccare la deforestazione, varare efficaci strategie di adattamento, sostenere l'innovazione e l'impiego di tecnologie a bassa componente di idrocarburi. Chi pensi che l'attuale crisi dell'economia mondiale dovrebbe portare a un rinvio di queste misure commette un errore madornale. Al contrario, proprio i disastri finanziari mostrano cosa può succedere quando si ignorino troppo a lungo gli inequivocabili segnali di rischio. E oggi solo una efficace strategia ambientale potrà far tornare a una nuova fase di crescita più sicura, più equa, più pulita. -
La bolla. La pericolosa fine del sogno berlusconiano
"Ci stanno rubando il futuro!"""" hanno gridato nelle piazze di tutta Italia gli studenti del movimento dell'Onda. Ma lo stesso grido potrebbe accomunare in realtà l'intero paese. Perché l'Italia si è fermata, ha perso la capacità di progettare il futuro, e la crisi economica non fa altro che rendere più visibile e più dolorosa una malattia contratta già da tempo. Il collasso è la radiografia impietosa ma reale di un paese che non sa più proiettarsi in avanti. Che spreca le sue migliori risorse intellettuali non riconoscendo loro alcun merito e costringendole a emigrare. Che non ha il coraggio di investire sull'innovazione e la tecnologia. Che sta perdendo la sfida della competizione internazionale. E che continua a devastare il suo territorio senza preoccuparsi di cosa troveranno le prossime generazioni. Al culmine della piramide, purtroppo, una classe dirigente che è più che mai parte del problema anziché una possibile soluzione. Una classe dirigente che nella sua parte conservatrice continua a coltivare la nostalgia di un passato autarchico, quando sul mondo non spiravano ancora i venti della globalizzazione. E che nella sua parte progressista appare immobile, incapace di ricambio generazionale, sorda agli umori del paese reale, addirittura messa in discussione dal punto di vista dell'onestà."