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Doppio sogno
Basta un'innocente confessione a incrinare la serenità di un matrimonio. È quello che accade in ""Doppio sogno"""", quando Albertine confida al marito Fridolin di aver fantasticato su un affascinante e sconosciuto ufficiale. Turbati dal pericoloso esercizio di reciproca sincerità cui hanno deciso di sottoporsi rivelandosi desideri proibiti e tentazioni represse, i due giovani coniugi si abbandonano a una notte di voluttuose evasioni: Fridolin vagando alla disperata quanto vana ricerca di un'avventura erotica con cui vendicarsi dell'infedeltà morale della moglie; Albertine inseguendo nel sogno l'appagamento dei sensi che la vita coniugale le nega. Pubblicato nel 1926 nella Vienna di Freud e della sua """"Interpretazione dei sogni"""" e reso celebre dalla versione cinematografica di Stanley Kubrick, il romanzo di Schnitzler smaschera la fragilità della morale borghese minacciata dalla potenza dell'eros ed esplora il territorio ambiguo tra conscio e inconscio trascinando il lettore in un intrigante gioco di specchi in cui il reale sconfina nell'onirico e i sogni hanno l'evidenza del vero."" -
La signora Dalloway
Comprare i fiori per un ricevimento diventa per Clarissa Dalloway un’occasione per dare voce alla propria interiorità. In un flusso di coscienza ispirato all’esempio dell’Ulisse di Joyce, da lei definito un «grande, orribile libro», Virginia Woolf riesce a tessere in un’unica trama, e a concentrare nel breve arco di una sola giornata e in un solo luogo – Londra –, passato e presente, realtà e immaginazione. I gesti, il passo, l’aspetto delle persone che incontra sono piccoli avvenimenti quotidiani che come vere e proprie epifanie risvegliano in Clarissa impressioni e ricordi, e le restituiscono i frammenti di un’esistenza in continuo divenire. Con La signora Dalloway, pubblicato nel 1925, Virginia Woolf ha firmato il suo capolavoro: un romanzo che, come scrive Attilio Bertolucci, non si potrebbe immaginare «più pieno di vita e di verità», e capace di immortalare, in un sapiente gioco di luci e di ombre, la fragilità e la precarietà della condizione umana. -
Le donne del Ritz
Torna l'autrice bestseller di La ragazza e l'inquisitore con un romanzo che celebra la forza e l'intraprendenza delle donne.rn«Nerea Riesco dà il meglio di sé e riesce a catturare con precisione l'assenza dei luoghi e dell'epoca in cui si muovono i protagonisti» - Revista Kriticarn«Una storia indimenticabile e attualissima, che parla di coraggio e desiderio di riscatto. Nerea Riesco è una grande narratrice da non perdere di vista» - El ImpartialrnrnrnMadrid, 1929. I saloni sono stati tirati a lucido e nell'argenteria ci si può specchiare: il Ritz è pronto a ospitare una delle sontuose feste a cui Martina, figlia del direttore, desidera partecipare sin da bambina. Da quando, di nascosto, sbirciava le grandi dame danzare nei loro abiti fruscianti, sperando di essere una di loro. Finalmente questo giorno è arrivato: il padre le concede di prendere parte al prossimo evento. Martina è al settimo cielo. Eppure, nonostante l'entusiasmo, il suo primo incontro con l'alta società madrilena si rivela deludente: dietro lo scintillio e una condotta impeccabile non scorge altro che superficialità e arroganza. Martina è pronta a giurare di non voler più avere a che fare con quel mondo così lontano dai suoi ideali. Finché non scopre che tutti i lunedì, nel giardino d'inverno dell'hotel, si riunisce un gruppo di donne facoltose che organizzano raccolte fondi per i più bisognosi. Sperano così di poter fare la differenza e di scardinare le dinamiche distorte tra ricchi e poveri. Martina è costretta a ricredersi. Forse c'è ancora qualcuno, come lei, disposto a condividere le proprie fortune con chi non ha mai toccato con mano agi e privilegi. Non ha dubbi: vuole entrare anche lei a far parte del gruppo, convinta di poter dare il proprio contributo. Ed è pronta a tutto per raggiungere il suo obiettivo. Perché solo così potrà distinguersi e diventare quella dama stimabile e onorevole che ha sempre sognato di essere. -
La lezione dei maestri. Charles Eliot Norton Lectures 2001-2002
Oggi parliamo fin troppo di insegnamento, educazione e formazione, ma molto poco di ""maestri"""". Certo, la figura del maestro è avvolta da un'aura retorica che può intimidire, e porta con sé l'asimmetria del rapporto con il discepolo e quella tensione erotica che li lega. Attraverso una serie di figure esemplari - Virgilio e Dante, Abelardo ed Eloisa, Tycho Brahe e Giovanni Keplero, il Baal Shem Tov, Edmund Husserl, Martin Heidegger e Hannah Arendt, ma anche i saggi confuciani e buddhisti - George Steiner individua tre modalità fondamentali di questa relazione. Racconta di insegnanti che hanno distrutto i loro studenti sia fisicamente sia psicologicamente. Racconta di apprendisti che hanno tradito e rovesciato i maestri. E racconta di rapporti di scambio e di reciproca fiducia, dove l'eros può giocare un ruolo determinante. Risale fino ai due maestri che, pur non avendo lasciato una sola riga scritta, hanno fondato la tradizione occidentale: Socrate e Gesù. """"La lezione dei maestri"""" è un omaggio alla vocazione dell'insegnante: sebbene pienamente consapevole di tutti i rischi che corrono sia il maestro sia l'allievo, illumina i sottili vincoli di potere e di fiducia che ogni autentica vocazione pedagogica porta inevitabilmente con sé."" -
Il lato oscuro dell'amore
Una storia d'amore proibita e struggente, quella tra il giovane Farid e la bella e sensuale Rana. La saga di due famiglie, quella dei Mushtak e quella degli Shanin, divise dalla legge dei clan e da una faida sanguinosa. Un affresco storico che ripercorre le tormentate vicende del Medio Oriente, dalla fine dell'impero ottomano ai giorni nostri, tra guerre e rivolte, trame segrete e feroci dittature. La biografia di un popolo, quello siriano, incessantemente vessato dalla storia. Il ritratto di una città misteriosa e affascinante, Damasco, che rivive in queste pagine con precisione e tenerezza. Ripercorrendo le vicende di tre generazioni, Schami ha scritto un romanzo di travolgente forza narrativa, che affronta gli aspetti più oscuri della storia del suo paese e al tempo stesso è un toccante inno alla forza dell'amore. -
Angeli terribili. Una storia di frontiere
Un viaggio sorprendente nella memoria divisa del nostro Paese. L'esordio narrativo di un grande giornalista.rnrn«La lapide che tutti raccontano e che nessuno ha visto è scomparsa, inghiottita dal tempo che non vuole memoria e dagli uomini che non vogliono pace»rnrn«Qui giace Cruchi, uomo iniquo e perverso, pregare per lui è tempo perso.» È il feroce epitaffio sulla lapide di un uomo morto sul finire della Seconda guerra mondiale, la cui memoria era tramandata di bocca in bocca dai vecchi che avevano vissuto quegli anni tormentati, e che riemerge ora tra i ricordi dell'infanzia dell'autore. Ma chi era Cruchi, al secolo Amadio De Stalis, e che cosa aveva fatto per guadagnarsi quel giudizio crudele, per non meritare neppure una preghiera? Era forse un partigiano? Una spia fascista? O una vittima innocente? Gianni Barbacetto indaga tra le pieghe di testi storici, relazioni di polizia, memoriali politici e privati per portare alla luce una vicenda mai raccontata prima, e con talento di autentico narratore ricostruisce un pezzo della sua storia personale e della nostra storia collettiva, nel mezzo di una guerra di tutti contro tutti che ha diviso i fascisti dai resistenti e i resistenti tra loro. E, sullo sfondo, dipinge con affetto e disincanto quel pezzo d'Italia a nord del Nordest, al confine con l'Austria, quella Carnia ferita, lacerata da divisioni profonde e attraversata da eserciti stranieri, nel bel mezzo della confusa, eroica, sanguinosa epopea della Resistenza. -
Le Rime
Non fu Dante a dare ordinamento alla propria produzione poetica, che copre un arco creativo di circa un ventennio (1283-1302). Le Rime , di datazione spesso incerta, non presentano dunque le caratteristiche di un organico canzoniere, ma danno conto nel loro insieme di un ricco itinerario di sperimentazione che comprende, oltre a un gruppo di 25 componimenti esclusi dalla Vita nuova e ai versi giovanili di impronta cavalcantiana, tutte le esperienze successive alla fase dello stilnovismo schematicamente raggruppabili intorno ad alcuni nuclei tematici. Accanto alle liriche amorose per la «donna gentile», probabile allegoria della filosofia, e alle ballate e canzoni dedicate a una certa «pargoletta», in cui riaffiora e si approfondisce la lezione dello Stilnovo, spiccano in particolare le rime «petrose», tese e allucinate nel loro stile aspro e raffinato di derivazione provenzale, in cui Dante tocca vertici di virtuosismo espressivo; la tenzone in sei sonetti con l'amico Forese Donati, che col suo tono burlesco e osceno ricorda le malebolge dell' Inferno ; e infine le liriche dottrinali, nelle quali si respira già l'atmosfera spirituale e morale del poema maggiore. -
Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia. Testo inglese a fronte
Non ci sono viaggi, ma viaggiatori, non ci sono mete, ma itinerari. È quanto sembra suggerire Sterne nel ""Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia"""" (1768), parodistico controcanto all'ossessione per il tema del viaggio che attraversa tutta la letteratura del Settecento. Il reverendo Yorick, già personaggio del """"Tristram Shandy"""", è il maturo protagonista dietro cui l'autore cela la sua identità di anomalo ecclesiastico. Eroe e narratore, tentato ora dalla virtù ora dalla trasgressione, più che descrivere luoghi e monumenti, elargisce impressioni, sottigliezze, umori, ricordi di incontri: il frate e la gentildonna, il locandiere e la sartina, il giovane valletto ed ex tamburino e il vecchio ufficiale. Episodi minuti, quadretti di vita e di costume venati di humour non meno che di malinconia, in cui il sentimento è l'unica regola alla quale il viaggiatore conformi andatura e linguaggio. In un perfetto gioco di specchi, il fittizio Yorick, maschera di Sterne, produce Didimo Chierico, l'immaginario traduttore foscoliano che traghetta da una lingua all'altra questo gioioso elogio delle fughe dell'io nel mondo."" -
La guerra giugurtina. Testo originale a fronte
Nella Guerra giugurtina, Sallustio dà la misura del suo valore di storico della latinità. Traccia perfette sintesi delle idee e della società del suo tempo denunciando l'incompetenza della nobiltà nelle questioni belliche ed elogiando la vitalità imprenditoriale della nuova classe mercantile. La storiografia sallustiana è una cronaca vivace ma soprattutto un'indagine sulle cause che legano l'intreccio degli avvenimenti, condotta da un protagonista della vita politica romana. Lo stile di Sallustio è aspro, serrato, veloce nell'esposizione dei fatti. Il suo modo di fare storia ha avuto una lunga e profonda influenza sugli annalisti successivi. -
Schopenhauer e gli anni selvaggi della filosofia
Una straordinaria serie di coincidenze ed eventi improvvisi è all'origine della vocazione intellettuale di Arthur Schopenhauer, che intrecciò come pochi altri la sua esistenza agli eventi di un secolo fondamentale per la cultura tedesca. Dai viaggi con i genitori attraverso l'Europa scossa dalle guerre napoleoniche alla giovinezza amburghese, dalle lezioni di Fichte all'incontro con Goethe, dalla sfida accademica a Hegel al tardo successo della sua filosofia, Rüdiger Safranski ricostruisce nel dettaglio una vita affascinante, e con abilità e maestria si addentra nella fitta rete delle relazioni intellettuali da cui è scaturita un'opera ineludibile, restituendoci il ritratto più ricco di un filosofo il cui pensiero è ancora in grado di influenzare il nostro presente. -
Le scarpe rosse
Sono passati quattro anni da quando Vianne Rocher e la figlia Anouk hanno lasciato il paese di Lansquenet. Hanno peregrinato di villaggio in villaggio, senza mai trovare stabile dimora: lo scandalo e le chiacchiere le hanno seguite, perseguitate, minacciate pericolosamente, ancora di più da quando Vianne ha dato alla luce la piccola Rosette. Alla fine hanno trovato rifugio e anonimato a Montmartre a Parigi e qui si sono rifatte una vita, assumendo un'altra identità. Ma tutto è diverso da prima. Sono spariti i tarocchi, gli incantesimi, persino Pantoufle, il vecchio compagno di giochi di Anouk, non esiste più. Il vento ha smesso di soffiare, almeno per un po'. Ma poi nella loro vita compare Zozie de L'Alba, la donna con le scarpe rosse, e tutto cambia. Zozie è tutto quello che era una volta Vianne: bella, solare e misteriosa. Offertasi di aiutare Vianne in negozio, ben presto lo trasforma pezzo per pezzo, e conquista la fiducia di Anouk e Rosette. Spietata, ambigua e seducente, Zozie ha un piano: distruggere la vita di Vianne, portandole via quello che ha di più caro. E mentre tutto quello che ama è in pericolo, Vianne deve scegliere: fuggire, come ha fatto tante volte prima, oppure affrontare il nemico più pericoloso con le uniche armi a sua disposizione: il cioccolato e la magia. Il libro è il seguito del famoso ""Chocolat""""."" -
Il giardino delle pesche e delle rose
Il vento ha ricominciato a soffiare. Vianne Rocher lo sa: è un segnale, qualcosa sta per succedere. Quando riceve una lettera inaspettata e misteriosa, capisce che ormai niente può opporsi a quel richiamo. Vianne non ha altra scelta che seguirlo e tornare a Lansquenet, il villaggio dove tutto è cominciato, il paese dove otto anni prima aveva aperto una cioccolateria. Qui, adesso come allora, regnano ancora la diffidenza e i pregiudizi, ma molte cose sono cambiate. Il profumo delle spezie e del thè alla menta riempie l'aria, donne vestite di nero camminano veloci e a capo chino per le viuzze e di fronte alla Chiesa, sulla riva del Tannes, è stato costruito un minareto. All'inizio la convivenza tra gli abitanti e la comunità musulmana era stata tranquilla e gioiosa, ma un giorno tutto era cambiato ed erano iniziate le incomprensioni, le violenze, il fuoco. Il curato Francis Reynaud è disperato e vuole a tutti i costi salvare la sua comunità e tornare all'armonia di una volta. E ha capito che solo una donna può aiutarli, Vianne, l'acerrima nemica di un tempo. Solo lei potrebbe portare la pace, solo lei potrebbe capire gli occhi diffidenti e impauriti delle donne che si celano sotto il niqab. Ma soprattutto solo lei può comprendere l'enigmatica e orgogliosa Inès. Ma non è facile leggere la paura e sconfiggere le ipocrisie e le menzogne che serpeggiano tra le due comunità. Eppure Vianne sa come fare, c'è una vecchia ricetta che potrebbe venirle in soccorso... -
Trilogia della vita: Le sceneggiature originali de Il Decameron-I racconti di Canterbury-Il fiore delle Mille e una notte. Nuova ediz.
Prefazione di Gianni Canovarn rn«Io abiuro dalla Trilogia della vita, benché non mi penta di averla fatta. Non posso infatti negare la sincerità e la necessità che mi hanno spinto alla rappresentazione dei corpi e del loro simbolo culminante, il sesso.»rn rnQuesto volume raccoglie le sceneggiature originali de Il Decameron, I racconti di Canterbury e Il Fiore delle Mille e una notte, film diretti da Pier Paolo Pasolini tra il 1970 e il 1974. Poche pellicole, nella storia del cinema italiano, hanno subito una censura così feroce fatta di denunce, sequestri, accuse di pornografia, linciaggi morali. Oggi, a distanza di oltre quarant’anni dalla loro prima uscita nelle sale, i dialoghi, le dettagliate didascalie e le precise descrizioni colgono in tutta la sua complessità il rapporto tra lo scrittore-regista e la sua opera, e più in generale quello tra letteratura e cinema. Reinterpretando infatti tre grandi classici della novellistica mondiale, Pasolini disegna un ambizioso e articolato progetto artistico dotato di genuina forza poetica e immediato slancio narrativo, capace di sfidare il conformismo e aggiungere nuove sfumature di significato alla nostra idea di moralità. rnLa prefazione di Gianni Canova descrive il cammino che ha condotto l’autore dall’idea iniziale al montaggio finale, e sottolinea la sorprendente classicità e l’attualissima modernità di questi tre film non omologabili, ancora estranei al deperire delle mode e al mutare effimero dei costumi. -
La nostra famiglia ribelle. Quotidiane emozioni e straordinarie tradizioni di una famiglia: Latendainsalotto
Quotidiane emozioni e straordinarie tradizioni di una famiglia: Latendainsalotto.rn«Un libro che, dal punto di vista di entrambirni genitori, racconta la storia di unarndelle famiglie più famose della rete.» - Fabio Grattagliano, Il Sole 24 OrernrnPerché essere felici è una scelta.rnMa non una scelta scontata.rnPerché «ribelle» non è chi cambia le coserndecidendo di distruggerle ma, piuttosto,rnchi cerca di rivoluzionarle in meglio.rnE questa è una famiglie ribelle.rnChe trova sempre il motivo per brindare alla vita,rnfesteggiando ogni piccola cosa bella.rnAlzando al cielo due bicchieri di birra buona,rnuna spremuta d’arancia ernun biberon di latte caldo.rnrnrnrnSentirsi una famiglia significa stare insieme, collezionare ricordi e sensazioni che, quando il sonno non arriva, si trasformano in un soffice cuscino. Significa esserci sempre l’uno per l’altro, al di là del tipo di legame che ci unisce e che, a volte, può non essere di sangue, ma solo di cuore.rnCosì è stato per Gaia e per Michele, che si sono innamorati e non hanno avuto paura di intraprendere un viaggio a tre, perché con loro c’era Lavinia, la bimba di Gaia, nata da una precedente relazione. Non hanno avuto paura di affrontare i pregiudizi verso una famiglia «diversa», fiera della propria unicità, ma consapevole dell’importanza delle tradizioni. Perché con Lavinia si può girare l’Europa zaino in spalla, ma è sul divano che le coccole hanno il loro vero sapore. Perché Gaia, con una tenda improvvisata in salotto, è capace di creare un mondo magico e Michele ha una soluzione per ogni problema. E la manina di Lavinia è sempre lì, a unirli ancora di più. Conquistare la sua fiducia non è stato facile, per Michele: capricci e musi lunghi sono durati finché Lavinia gli ha permesso di rimboccarle le coperte e farsi chiamare «Mimi». Accanto a Michele, Gaia è riuscita a zittire la vocina che le ricordava i fallimenti passati e ha capito che casa è dove ci si sente davvero sé stessi. Forti di queste certezze, Gaia e Michele hanno intrapreso una nuova avventura con la nascita di Brando, che ha sparigliato le carte rendendo tutto più speciale. Perché essere genitori non significa cambiare sé stessi per i figli, ma lasciarsi accompagnare da loro, giorno dopo giorno, per diventare grandi insieme.rnLe storie di Gaia, Michele, Lavinia e Brando hanno conquistato social e stampa con la pagina Latendainsalotto. Migliaia di persone non vedono l’ora di leggere della loro famiglia allargata, strampalata e felice. Ora le voci di Gaia e Michele raccontano in un romanzo una quotidianità fatta di emozioni e piccole difficoltà. Ma basta non smettere di ascoltarsi l’un l’altra e tutto si appiana. Anche se non si è la classica famiglia tradizionale. -
Il paese della fame
Passando dal Medioevo al Rinascimento, comprendiamo come la vitalità della cultura bassa abbia agito sulle arti più nobilirnrn«Camporesi ricostruisce costumi, sentimenti, terrori e amori che ci parevano antichi, e ci invita a guardarci dentro.» – Umberto Ecornrn«Prosatore ricco, anche sontuoso.» – Giorgio ManganellirnrnrnQuesto libro è un'analisi di alcuni grandi miti folklorici (il carnevale, la cuccagna, il sabba) nei loro rapporti con le pratiche culinarie, e al tempo stesso una ricerca sulla dimensione alimentare e corporale delle cosmogonie popolari nella loro interazione con la letteratura aristocratica. Piero Camporesi, con la sua capacità di scavare negli anni della cultura alla ricerca «non dell'Italia delle parole, ma quella dei fatti e dei documenti», ci porta attraverso, lo spettro della fame e le delizie della cucina, tra giganti e uomini-gallina, ciarlatani e mendicanti. Vengono così esplorate le varie forme della scrittura, dal teatro di piazza alla poesia di corte. -
La solitudine di un corpo abituato alla ferita
Dolce e ribelle, classica e contemporanea, misteriosa e struggente, Elvira Sastre è la poetessa che il mondo stava aspettando.rnrn«La poesia di Elvira è affascinante. In una pagina riesce a farmi innamorare, e in quella successiva mi ritrovo a pezzi. Questa sua capacità di far vivere i sentimenti è inimitabile. Trasmettere così tante emozioni in un solo magnifico libro è qualcosa di unico e di magico.» - Rupi Kaur, autrice di milk & honeyrnrnDolce e ribelle, classica e contemporanea, misteriosa e sincera, Elvira Sastre è la giovane poetessa che il mondo stava aspettando: i suoi versi trasmettono emozioni potenti come scariche elettriche, e le sue storie incisive e taglienti danno voce a una intera generazione raccontandone con candore e sincerità le battaglie interiori tra passione e desiderio di indipendenza, speranze e sofferenze, amicizie e disillusioni. Grazie all’estrema onestà con cui dona le sue emozioni e all’immediatezza di uno stile inconfondibile, nel racconto di una storia d’amore finita, ogni lettore riscoprirà la forza per riprendere in mano la propria vita e l’energia per andare avanti sempre, a ogni costo, con tutta la potenza che solo la grande poesia è in grado di infondere. -
Le palline di zucchero della Fata Turchina. Indagine su Pinocchio
«Pinocchio è l’infanzia dell’uomo. Pinocchio siamo noi.»rn rnLe avventure di Pinocchio è uno dei libri più noti al mondo: ogni anno si aggiungono nuove versioni teatrali, cinematografiche e a fumetti. I protagonisti – da Lucignolo al Grillo Parlante, da Mangiafoco al Gatto e la Volpe – sono entrati nell’immaginario collettivo a simboleggiare vizi e virtù del nostro paese. Ma qual è il segreto del suo successo? Perché il burattino nato dalle mani di Geppetto è diventato così popolare? Riportandoci come per incanto a spasso tra il Paese dei Balocchi e l’osteria del Gambero rosso, Piero Dorfles si conferma straordinario critico e divulgatore. E ci dimostra come in fondo non possiamo fare a meno di questo burattino perché in lui ci riconosciamo, perché è il simbolo del nostro essere stati giovani, monelli e incoscienti. Noi lo amiamo così tanto perché rappresenta tutto quello che, diventati adulti, a lungo rimpiangiamo: l’essere liberi, senza senso del dovere né complessi di colpa. In altre parole, perché Pinocchio siamo noi, e rappresenta quello che siamo stati, quello che crescendo siamo diventati, e insieme le nostre aspirazioni più profonde per quello che saremo. -
L' incontro
Ludovico ha quasi vent'anni e una passione smisurata, una malattia, per l'enigmistica. Quando un'estate gli capita tra le mani una poesia in versi strampalati intitolata ""Chi cerca trova"""" e firmata Il nastro di Möbius, per lui è impossibile resistere alla tentazione di risolvere il gioco. Comincia così una vera e propria caccia al tesoro fatta di alfabeti calligrafici, anagrammi sintetici, versetti diabolici, sciarade e frasi doppie, crittografie e rebus. Ma più Ludovico cerca il bandolo della matassa più questa si ingarbuglia: tutto sembra infatti ricondurre all'improvvisa scomparsa, qualche mese prima, di un celebre professore della Sapienza. E così quello che sembrava soltanto un innocente indovinello tra le pagine di una stravagante rivista diventa un lungo viaggio indietro nella memoria, che lo porterà a prendere coscienza dei fatti più drammatici che hanno segnato gli ultimi quarant'anni del secolo scorso, a scoprire le laceranti inquietudini degli anni Sessanta, il sangue degli anni di piombo, il dramma del terrorismo che percorse e devastò l'intero Paese. Prefazione di Stefano Bartezzaghi."" -
Fantasmi
Fantasmi è la storia di un viaggio: esotico, di conquista, avventuroso, imperviornrn«Romanzo complesso, questo Fantasmi di Cerami, il migliore, crediamo, di questo scrittore di linguaggi»/I> - Vincenzo ConsolornFantasmi è la storia di un viaggio: esotico, di conquista, avventuroso, impervio. A intraprenderlo è una donna, Morena, che all’inizio sembra in fuga da una misteriosa, rimossa paura. È un mondo sconosciuto quello che lei attraversa, inconoscibile, clandestino, pieno di pericoli. Per districarsi Morena si traveste, va dal parrucchiere, cambia nome, cambia identità, cambia pelle. S’inventa un passato e lo impara a memoria. E quando è pronta si getta nella mischia, sperimenta un vivere nuovo tra gente nuova, in case, quartieri e città che aveva visto solo da fuori. L’universo nel quale Morena s’immerge, così distante da sé e così carismatico, è l’Italia dei nostri tempi, dov’è nata e dov’è sempre vissuta senza quasi accorgersene, da estranea. Da qualche anno però ha deciso di varcare la soglia, senza più esitare; si lascia alle spalle vacuità e illusioni e entra nella concretezza di tutti i giorni, sfiorando anime e toccando corpi. Il lettore piano piano si accorge che Morena non sta scappando, ma cerca qualcosa di molto importante, di vitale: uno spazio tutto suo, in cui riconoscere finalmente sé stessa e inquadrare gli altri nella giusta e veritiera luce; un luogo sicuro nel quale serenamente depositare un neonato e farlo crescere nell’allegria. -
Il diritto all'ozio
Nel suo più celebre pamphlet ""Il diritto all'ozio"""", pubblicato nel 1880, Paul Lafargue si espresse contro la «strana follia» che con l'avvento della società capitalista si era impadronita delle classi operaie: «l'amore per il lavoro, la passione esiziale del lavoro, spinta sino all'esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua progenie». Positivamente accolto da Karl Marx, di cui Lafargue aveva sposato la figlia, """"Il diritto all'ozio"""" si configura anche oggi come un'ironica e graffiante critica dello sfruttamento e dell'alienazione, come una vigorosa esortazione a ritrovare nell'ozio, inteso come tempo liberato dai ritmi produttivi, e nell'attività intellettuale le proprie potenzialità e la propria dignità di uomini.""