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Le 12 mappe che spiegano il mondo ai ragazzi
Non c’è storia senza geografia.rn rnPerché scoppiano le guerre?rnPerché alcuni paesi sono ricchi e altri poveri?rnPerché il cambiamento climatico è una minaccia per l'umanità?rnPerché le persone migrano da un continente a un altro?rn rnLe risposte a queste e a molte altre domande in 12 illuminanti mappe per guardare in modo completamente nuovo il nostro pianeta e comprendere meglio quel che ci succede intorno.rnIllustrazioni di Grace Easton e Jessica Smith. -
L' amore nelle prose e nei versi
Dai ""Canti"""" alle """"Operette morali"""", dallo """"Zibaldone"""" alle """"Lettere"""" l'antologia ripercorre le tracce del «discorso amoroso» nell'opera di Leopardi. La riflessione sulla natura dell'amore non ha un vero sviluppo nel poeta di Recanati: cresce in intensità, trova via via accenti più forti ma non muta nella sostanza. Il sentimento d'amore appare sempre segnato da una sorta di malinconia che nasce dalla mancanza, dalla perdita: Silvia, Nerina, Aspasia, la «donzelletta» sono fantasmi, ricordi. L'oggetto del desiderio è assente; la donna vagheggiata è lontana, emblema di una «beltà» tanto anelata quanto misteriosa e inattingibile, e sempre disincarnata. L'esperienza dell'amore è tutta intellettuale e interiore perché l'amore è materia prediletta dell'immaginazione, la facoltà più preziosa dell'uomo. La «dolce imago», l'immagine idealizzata della donna che si forma nella mente del poeta, è l'unico conforto, l'unica fonte di appagamento sensuale e spirituale. E se il pensiero d'amore può stremare il cuore, ma anche liberarlo dalle angustie del mondo, la lusinga della passione quando si trasforma in inganno diventa per il poeta l'ennesima, desolata rivelazione dell'«infinita vanità del tutto». Introduzione di Paolo Ruffilti."" -
Eraclidi-Supplici. Testo greco a fronte
Negli ""Eraclidi"""" (430-427 a.C.) i figli di Eracle perseguitati da Euristeo, tiranno di Argo, si rifugiano a Maratona, invocando la protezione delle leggi di Atene. Il tema di fondo della tragedia è la lotta dei giusti contro i prepotenti pronti a violare con la forza il diritto (il diritto di asilo, il diritto a vivere in pace e sicurezza), e più in generale il conflitto tra legalità e umanità da un lato, e ferocia e disumanità dall'altro. Un conflitto che dilania gli stessi protagonisti: Alcmena, la madre di Ercole, invoca la morte di Euristeo trasformandosi in punitrice ancor più spietata del suo persecutore, mentre Euristeo, feroce oppressore, davanti alla morte reclama per sé quei diritti che ha sempre disprezzato. L'encomio di Atene come soccorritrice dei deboli e dei perseguitati risuona anche nelle """"Supplici"""" (424 o 421 a.C.), in cui le madri dei capi argivi uccisi nell'assalto contro Tebe implorano l'intervento di Teseo, il sovrano di Atene, per ottenere la restituzione delle salme dei caduti e dare loro una pia sepoltura. Riecheggiano nella tragedia i dibattiti su democrazia e tirannide del tempo di Pericle, cui dà voce proprio il personaggio di Teseo, alfiere della libertà contro il dispotismo e interprete delle istanze di Euripide. Introduzione e traduzione di Umberto Albini Note di Fulvio Barberis."" -
Bestie
Accanto ai più noti Tre croci, Con gli occhi chiusi e Il podere, Bestie offre l’occasione di riscoprire l’opera di un grandissimo autore del Novecento italiano.rnIn Bestie, uscito nel 1917 per Treves in seguito all’interessamento di Borgese, Federigo Tozzi sperimenta un genere letterario inusuale: in sessantotto brevi prose di argomento vario, personaggi, situazioni e atmosfere si accostano e si avvicendano legate da un unico filo conduttore, la presenza animale. Vipere, lumache, formiche e cardellini si affacciano e assistono silenziosi alla scena, facendo da cornice e allo stesso tempo entrando a far parte della composizione. Si tratta di vere e proprie apparizioni, nelle quali Vincenzo Cerami, autore della prefazione a questa nuova edizione del testo, vede affiorare le memorie personali di Tozzi, che nel mondo animale ritrova quella «logica misteriosa» che è anche la «stravagante preistoria di ogni uomo». -
La mia legge è l'amore
Questa piccola antologia raccoglie le illuminanti riflessioni del Mahatma sui principi e la pratica della non violenza: ideali «antichi come le colline» che possono ancora parlare al cuore dell'uomo moderno.rn«La non violenza è la legge della nostra specie, così come la violenza è la legge dei bruti.» Per Gandhi, simbolo della ribellione dell'India al dominio britannico e principale artefice dell'indipendenza della nazione, la resistenza passiva e il rifiuto di obbedire a leggi ingiuste con metodi non violenti sono una forma legittima di lotta civile, ma prima ancora una professione di fede, nel solco di Thoreau e Tolstoj. In un mondo dominato dalla logica della forza bruta, dal fanatismo ideologico e dal razzismo, scegliere la non violenza significa ricondurre l'azione politica a una dimensione morale basata su valori universali come l'amore del prossimo e il rispetto dell'uomo. -
Il coltellino svizzero. Capirsi, immaginare, decidere e comunicare meglio in un mondo che cambia
Annamaria Testa con questo libro ci aiuta a prendere coscienza dei meccanismi che orientano la vita di tutti noi, per imparare così a compiere le scelte giuste e soprattutto a porci gli interrogativi corretti.«Avete notato che un punto interrogativo a testa in giù somiglia a un amo? Bene: buttatelo nel mare del possibile, e vedrete che qualcosa di interessante ci resterà attaccato.»rnrnViviamo tempi incerti e fatichiamo sempre più a riconoscere il mondo che ci circonda: eventi totalmente inediti e che non riusciamo a interpretare stanno modificando gli strumenti con cui ci confrontiamo con gli altri, come veniamo condizionati dalle informazioni, le modalità di accesso ai saperi. Mai come oggi abbiamo avuto bisogno di un nuovo, ideale coltellino svizzero per poter di volta in volta avvitare un pensiero, limare una percezione, stappare un punto di vista originale. Perché esplorare nuovi orizzonti è diventata una necessità, e Annamaria Testa, protagonista di enorme successo della comunicazione italiana degli ultimi anni, con questo libro ci aiuta a prendere coscienza dei meccanismi che orientano la vita di tutti noi, per imparare così a compiere le scelte giuste e soprattutto a porci gli interrogativi corretti. Perché il modo più semplice, efficace e (quasi) infallibile per trovare buone risposte è proprio quello di farsi buone domande. -
Le vie del senso
Dalle prime pagine della stampa internazionale al visual journalism, dai social media ai format televisivi, dalle scelte cromatiche dei maggiori brand alle infografiche, questo libro ci svela i meccanismi permanenti che tengono insieme informazione, narrazione ed emozione. Ci offre gli strumenti teorici e pratici per produrre comunicazione, per capirla e per orientarci nell'universo iperconnesso a cui tutti apparteniamo.«Leggete, guardate, sperimentate. Osservate quali e quanti elementi influiscono sulla percezione, e come. Soprattutto, mentre vi inoltrate per le vie del senso, provate a cercare ulteriori sentieri. E divertitevi.»Siamo oggi sottoposti a un inarrestabile flusso di informazioni, di testi, di immagini. Interrogarsi criticamente sul senso dei discorsi e sulla loro intenzione è decisivo per comprenderli ed essere davvero liberi. Usando con accortezza le parole è infatti possibile non solo interpretare ma anche deformare e manipolare i dati di realtà fino a costruire e sostenere tesi diametralmente opposte. Annamaria Testa smonta e rimonta gli elementi di base della comunicazione, e lo fa con rigore e immaginazione. Dalle prime pagine della stampa internazionale al visual journalism, dai social media ai format televisivi, dalle scelte cromatiche dei maggiori brand alle infografiche, questo libro ci svela i meccanismi permanenti che tengono insieme informazione, narrazione ed emozione. Ci offre gli strumenti teorici e pratici per produrre comunicazione, per capirla e per orientarci nell'universo iperconnesso a cui tutti apparteniamo. Il punto di partenza è una frase elementare: Bella giornata oggi. Attorno a questo frammento irrisorio Annamaria Testa costruisce un sorprendente esercizio di stile. Ci mostra che ogni testo può dire qualcosa di meno, o di più, o di diverso da quel che sembra. E che la nostra ricerca di senso va sempre oltre le parole. -
Confessioni d'un italiano
Scritto di getto tra il dicembre del 1857 e l'agosto del 1858, ma pubblicato postumo nel 1867, le ""Confessioni di un italiano"""" narra attraverso l'educazione della sensibilità e della coscienza del protagonista Carlo Altoviti il travagliato processo dell'unificazione dell'Italia, dal tramonto della repubblica di Venezia al 1856. Entro la cornice del romanzo patriottico, con il suo inevitabile apparato scenografico, rivivono l'infanzia e la giovinezza di Carlino e la sua storia d'amore con la cugina, la Pisana - personaggio femminile modernissimo per complessità e spregiudicatezza - in una trasposizione idilliaca, quasi fiabesca, venata di nostalgia ma illuminata dalla consapevolezza della maturità e da uno slancio morale che si ispira agli ideali foscoliani e mazziniani. Nonostante diseguaglianze e squilibri, il racconto risulta pervaso da una vitalità e una freschezza così straordinarie da far nascere nel lettore la certezza dell'imminente risorgere di un popolo. Autobiografia sentimentale e romanzo di formazione, ma al tempo stesso storia di una nazione e del suo riscatto politico, il capolavoro di Nievo si conferma uno dei romanzi più suggestivi dell'Ottocento italiano. Introduzione e note di Paolo Ruffilli."" -
La letteratura fantastica
Partendo dalla classificazione proposta da Northrop Frye in Anatomia della critica, Todorov adotta la categoria del fantastico come strumento di indagine di un genere letterario fiorente nell'Ottocento, la cui funzione sociale è stata assunta nel Novecento dalla psicoanalisi. Il fantastico, dice Todorov, si colloca in quella esitazione in cui il lettore deve decidere fra la spiegazione naturale e quella sovrannaturale di un fatto insolito. Prendendo in esame i testi esemplari del fantastico, Todorov propone una vasta gamma di sottoclassificazioni, recuperando in modo dialettico i luoghi emblematici affrontati dalla narrativa fantastica. Il mondo del doppio, della metamorfosi, della follia, ciò che un secolo positivista come l'Ottocento ha rimosso, si sono tradotti per noi nell'inquietante scoperta freudiana della sessualità, della nevrosi, della psicosi e della morte. -
Le relazioni pericolose
Nulla è lasciato al caso nelle Liaisons dangereuses [1782), romanzo epistolare che ruota attorno alla rete di intrighi ordita dal visconte di Valmont e dalla sua ex amante, la marchesa di Merteuil: libertini privi di qualsiasi scrupolo che ricorrono alla seduzione per corrompere nell'anima e nel corpo le vittime dei loro raggiri, come l'innocente mademoiselle de Volanges, che finirà i suoi giorni in un convento, e la virtuosa madame de Tourvet, che morirà di vergogna e rimorsi. Il cinismo, l'ipocrisia e la depravazione sono le armi dei due spregiudicati comprimari, che dell'immoralità hanno fatto l'unica regola di vita e dalla corruzione ricavano un piacere tanto più grande quanto più numerose sono le difficoltà che si frappongono ai loro disegni. Lucido e amaro non meno che drammatico per la sua capacità di mettere a nudo l'abisso di perversione cui può spingersi il cuore umano, il capolavoro di Laclos costituisce un primo abbozzo di quella «scienza del male» che troverà compiuta espressione nel marchese de Sade nonché un implacabile atto d'accusa dei costumi della nobiltà cortigiana, della sua crudeltà e della sua dissolutezza. Introduzione di Maurizio Cucchi. -
Canzoniere
Pur definendo le sue rime in volgare, con affettata noncuranza, nugae o nugellae (""sciocchezzuole""""), Petrarca si dedicò alla loro stesura lungo tutto l'arco della sua vita, dal 1336 circa fino alla morte. Il Canzoniere, che le raccoglie in due cicli - in vita e in morte di madonna Laura, la donna amata - delinea un'esemplare fenomenologia del sentimento amoroso che da un lato eredita e sublima la tradizione della lirica medievale - dai trovatori allo stilnovo - dall'altro anticipa la sensibilità romantica. Perché più che la storia di una passione, il capolavoro di Petrarca è la storia di un'anima tormentata da un'ossessione che si placa e si riaccende senza sosta e governa ogni moto del cuore e dell'intelletto: «Amor mi sprona in un tempo ed affrena, / assecura e spaventa, arde ed agghiaccia, / gradisce e sdegna, a sé mi chiama e scaccia, / or mi tene in speranza ed or in pena». In questa inesauribile capacità di analizzare sentimenti e stati d'animo sta la vitalità poetica di Petrarca affidata a una lingua di raffinata semplicità che per oltre due secoli rimarrà modello lirico insuperato nella cultura europea."" -
Notturno
Nel 1916, ferito a un occhio in seguito a un incidente aereo e costretto a indossare un benda che lo condanna a una temporanea cecità, D'Annunzio compone il ""Notturno"""", prima dettando poi vergando con incerta grafia migliaia di cartigli, le «liste sibilline», che saranno raccolte, sistemate e pubblicate nel 1921 in quello che l'autore definirà «il diario della mia sofferenza, un libro di dolore e disperazione», profetico e misterioso. Composto da appunti, meditazioni, ricordi e pervaso da un lirismo che a tratti è delirio, il poema in prosa sembra fondarsi su una sorta di sovrapposizione fantastica e allucinatoria di tre piani temporali: il presente della malattia e della scrittura; il passato recente degli episodi di guerra con la rievocazione dei compagni caduti in volo; il passato remoto dei ricordi d'infanzia, della madre e della terra d'Abruzzo. Pochi ed essenziali sono i motivi attorno a cui si sviluppa la frammentata narrazione: la morte, la guerra, la figura femminile, e soprattutto la cecità, condizione conoscitiva e creativa oltre che fisica che trasforma il poeta in veggente e gli fa dono di una nuova sensibilità cromatica, musicale e tattile. Introduzione di Pietro Gibellini. Prefazione e note di Elena Ledda."" -
L' adolescente
Scritto in prima persona, ""L'adolescente"""" (1875) è l'autobiografia di Arkadij Dolgorukij, figlio naturale del proprietario terriero Versilov. Umiliato dai coetanei per la sua condizione di bastardo, accumula rancori e sogni di riscatto: diventare ricco quanto un Rothschild e fare del denaro uno strumento non di lusso e piacere ma di potere. È questa la grande prova cui il giovane si prepara coltivando con un durissimo tirocinio le indispensabili virtù della fermezza e della volontà, una prova che nello sviluppo della storia conoscerà cedimenti e sconfitte. Complesso e a tratti contorto, segnato da uno stile vorticoso e febbrile, il romanzo meno compreso e forse più discusso di Dostoevskij ha al centro la ricerca del padre: il padre naturale Versilov, che incarna il modello della nobiltà spirituale russa, l'unica classe secondo Dostoevskij capace di grandi prospettive ideali, e il padre putativo Makar, schietto esempio di pellegrino russo dall'animo candido, che predica con saggezza e fede purissima l'avvento di un cristianesimo autentico. Due figure luminose in un mondo caotico, in cui regnano il disordine, la confusione morale, la disgregazione della famiglia. Introduzione di Fausto Malcovati."" -
Viva più che mai
Una notte sfortunata, un contrabbandiere improvvisato e qualche scomoda verità di troppo.rnrnIl soprannome che hanno dato a Ernesto, «Dubbio», parla da solo. Una certezza, però, ce l'ha persino lui: dai carabinieri è meglio stare alla larga. Perché il Dubbio fa il contrabbandiere e campa traghettando stecche di sigarette dalla Svizzera, magari di notte, con una barchetta a motore. E proprio stanotte, col fianco della barchetta, ha urtato il cadavere di una donna. L'ha tirato a riva ed è andato a chiamare un suo cliente fidato, il medico di Bellano, proprio per evitare i carabinieri. Quando torna alla riva, il cadavere non c'è più. Il medico sospetta che Ernesto si sia sognato tutto: gli capita di avere allucinazioni, fin da ragazzino. Ma il lago non mente, e nasconde segreti inconfessabili... Tra ganassate di paese, coincidenze impensabili e colpi di scena, la matassa da sbrogliare rivela segreti del passato che qualcuno avrebbe preferito restassero tali. -
L' amico fedele
Karen Blixen era convinta che si potesse rendere tollerabile ogni sofferenza inserendola in una storia. Come se le parole avessero un grande potere. In questo momento della sua vita si domanda se sia davvero così. rnrn«L’amico fedele, vincitore del National Book Award, con la sua tessitura equilibrata ma densa dei dettagli, è lo stato dell’arte della narrativa americana.» – Robinsonrnrnrn«Una lettura obbligatoria da una delle migliorirnpenne del momento.» - The Timesrnrn«Magnificamente scritto.rnUna riflessione profonda sul valorerndella letteratura e della memoria.» - Vanity FairrnrnrnC'è un'unica persona a cui potrebbe chiedere: il suo amico più caro. Ma, ora, non può più farlo. È passato tanto tempo da quando si sono conosciuti, lui, professore di un corso di scrittura, e lei, la sua studentessa più promettente. Quelle lezioni le hanno aperto un mondo fatto di libri. Le hanno insegnato che nessuna pagina scritta è mai sprecata, perché anche se viene gettata via, l'autore impara qualcosa. Le hanno infiammato il sogno di fare della letteratura la ragione della sua esistenza. Da quelle ore nelle aule dell'università sono diventati inseparabili. Un'amicizia che si è nutrita del sapere, del ragionamento, della poesia. È a questo che Karen si appiglia mentre accoglie l'eredità inaspettata che le ha lasciato: un simpatico e ingombrante alano. Forse dietro quel regalo si nasconde qualcosa. Perché il tempo passa e la natura di quello che la legava al suo amico assume forme diverse, sopite, mai confessate. Chissà se con davanti la pagina bianca è arrivato il momento di dare vita a quel romanzo che non ha mai avuto il coraggio di scrivere. -
L'amante di lady Chatterley
Nelle pagine di Lawrence vibra ancora intatta la potente sensualità degli amanti che respira all'unisono con la natura selvaggia della campagna inglese delle Midlands, un Eden incontaminato per questi nuovi Adamo ed Eva che cercano la via della rigenerazione in una sessualità pura e innocente, libera da ogni tabù.rnrnConnie Chatterley è moglie di sir Clifford, un aristocratico che in seguito a una ferita di guerra è diventato impotente (metafora della sterilità intellettualistica della sua cultura e della sua classe). Connie desidera la maternità e la sua carica vitale la spinge verso il guardacaccia Mellors. Nasce tra i due una passione e quando Connie si accorge di aspettare un bambino, lascia il marito e va a vivere insieme a Mellors. Per il verismo tattile con il quale racconta l'amore sessuale, per la critica aperta alle convenzioni sociali, per l'apparente esaltazione dell'adulterio, l'opera più famosa di Lawrence (colpita da sentenze di oscenità e volgarità) uscì ""purgata"""" nel 1928, in Inghilterra; sarà pubblicata in edizione integrale solo nel 1960. Introduzione di Paolo Ruffilli."" -
Tempo curvo a Krems
I cinque protagonisti di questi racconti si ritrovano tutti a fare i conti con un tempo che sembra non avere inizio né fine, corrente di un fiume che conduce alla foce e alla sorgente.«Uno dei più grandi scrittori del nostro tempo» - Mario Vargas Llosarn«L'illustrazione di copertina, cerchi d'acqua prodotti dal lancio di un sasso, porta a pensare che l'autore abbia a cuore l'idea di un tempo liquido, eracliteo» - Paolo di Paolo, Il Venerdìrnrn«Sempre vuol dire vivere o morire? Il vetro della clessidra si accende e si colora nella luce che lo attraversa, una luce dorata rugginosa quando la clessidra è colma di sabbia e giallorosa pallido quando si svuota.»rnrnrnI cinque protagonisti di questi racconti si ritrovano tutti a fare i conti con un tempo che sembra non avere inizio né fine, corrente di un fiume che conduce alla foce e alla sorgente. Il ricco e ormai vecchio industriale che inscena una beffarda ritirata dalla vita; il maestro di musica che dopo tanti anni rivede il proprio allievo in un incontro di ambigua ed elusiva crudeltà; il viaggiatore che, nella piccola e assopita cittadina di Krems, mosso da una coincidenza apparentemente insignificante, scopre il non tempo della vita e dell’amore in cui tutto è presente e simultaneo; il vecchio scrittore ospite d’onore di un premio che misura la propria estraneità al mondo e ai riti della letteratura; e infine il sopravvissuto della Grande Guerra e della grande stagione culturale della Trieste absburgica e irredentista che osserva le riprese di un film dedicato a una vicenda della sua giovinezza e di quella dei suoi amici stentando a riconoscere sé stesso e i propri compagni nei gesti e nelle battute degli attori che li interpretano. Ironicamente crudeli, malinconicamente sobri, i cinque personaggi sembrano a poco a poco attutire l’intensità delle loro esistenze, sfumando la distinzione tra finzione e realtà, con la consapevolezza che anche «le pagine invecchiano come le cose vive: fanno orecchie d’asino, si sgualciscono, avvizziscono. Come la mia pelle». -
Piazza Fontana. Il primo atto dell'ultima guerra italiana
Questo libro getta nuova luce su eventi tra i più oscuri della nostra Repubblica.rnrn«Dalla Milano da bere a Tangentopoli e all'Expo, Barbacetto ha raccontato ogni storia come cronista e inchiestista senza indulgenza per i potenti di turno.» – Raffaele Liucci, Domenicarn«Io so. Noi sappiamo. Basta con la retorica dei ""misteri d'Italia"""". Abbiamo indizi e anche prove che ci dicono chi mise le bombe.»rnIl 12 dicembre 1969, una bomba scoppia all'interno della Banca nazionale dell'agricoltura in piazza Fontana a Milano provocando 17 morti e 88 feriti. È la «madre di tutte le stragi», il prologo di una stagione di violenti attentati che insanguinerà l'Italia negli anni successivi, ma per Gianni Barbacetto rappresenta anche il primo atto di una strategia eversiva molto più ampia e ispirata a un sistematico disegno criminale. Quell'ordigno segna infatti l'inizio di una «guerra non ortodossa»: da una parte, un esercito occulto, senza divise e senza bandiere ma pronto a tutto, che riteneva di combattere contro il «mostro» comunista; dall'altra parte, cittadini inermi con l'unica colpa di trovarsi al momento sbagliato nel luogo sbagliato: una banca, un treno, una piazza, una stazione. Dopo gli anni dell'orrore e dell'indignazione, e dopo il fallimento quasi completo della via giudiziaria, quelle stragi sono state ridotte a occasione per meste cerimonie di commemorazione. Questo libro, frutto di una ricerca di decenni, dà voce in presa diretta ai magistrati che hanno indagato sull'eversione, getta nuova luce su eventi tra i più oscuri della nostra Repubblica, li collega tra loro e sottolinea come le vicende siano ormai chiare, le responsabilità accertate, il disegno e le connessioni svelati. E ribadisce che raccontare resta un dovere per non dimenticare."" -
Malombra
Fogazzaro riversa nell’opera la sensibilità ombrosa e decadente di interprete tra i più acuti della crisi dei valori etici e civili che avevano sorretto la borghesia italiana nel processo di formazione dello stato unitario, insieme ai turbamenti dell’intellettuale cattolico che si confronta con il sentimento del peccato e dell’assenza di Dio.rn«L'oggetto di Malombra è il male: l'attrazione che esso esercita, l'istinto di morte, il ""cupio dissolvi"""", il gorgo, l'abisso in cui la coscienza si annulla, la fatalità, il destino inteso cattolicamente come negazione o insufficienza della grazia. È il problema del male; ma un problema che non ha soluzione: alla maniera stessa che """"I Malavoglia"""" sono il problema del dolore.» (dall'introduzione di Luigi Baldacci)rnLa giovane Marina di Malombra, donna irrequieta e incline all’esaltazione morbosa, ritrova nella villa dello zio una ciocca di capelli e un breve scritto di una sua antenata morta tragicamente, e si convince di esserne la reincarnazione. Da questo spunto, che asseconda il gusto dell’autore e dell’epoca per l’occulto e il soprannaturale, si dipana l’esordio narrativo di Fogazzaro pubblicato nel 1881 alle soglie dei quarant’anni. Considerato il capolavoro del romanzo gotico in Italia, Malombra ruota attorno al male e al suo fascino misterioso: l’attrazione che esso esercita è all’origine della sensualità perversa e del cupio dissolvi sia della protagonista sia del suo spasimante, Corrado Silla, trascinato via via nel folle delirio di Marina."" -
Il gran teatro del mondo. Testo spagnolo a fronte. Ediz. bilingue
Nel ""Gran teatro del mondo"""" (composto nel 1633 e più volte rappresentato) Calderón mette in scena l'eterna commedia della vita, nella quale i diversi tipi umani - il Re e il Contadino, il Ricco e il Povero, la Bellezza e la Prudenza - interpretano il ruolo che è stato loro assegnato da Dio. Tema e tono sono quelli degli autos sacramentales, le composizioni drammatiche di carattere allegorico-morale che discendono dalle sacre rappresentazioni del medioevo ma che nei versi raffinati degli autori del Siglo de Oro diventano una delle più caratteristiche espressioni del barocco spagnolo. Calderón si muove nel perimetro del genere, ma il suo memento sulla condizione umana, sulla brevità e precarietà della vita si sottrae alle rigidità del modello e regala accenti commossi alle figure del dramma che da meri simboli si tramutano in esseri reali. Introduzione di Andrea Baldissera.""