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Occhi azzurri
Tenochtitlán, 30 giugno 1520. È l'ultima notte degli spagnoli nella capitale dell'impero azteco, ed è passata alla storia come la «Noche Triste». Dopo la «strage del Templo Mayor», l'odio dei tlaxcaltechi verso i conquistadores trabocca come una marea, e si mischia alla pioggia che batte furiosa sulla città, travolgendo gli uomini di Hernán Cortés in disordinata e sanguinosa ritirata. Tanto disperato è il tentativo di salvare la pelle che molti lasciano indietro l'oro dei saccheggi, per correre più leggeri verso la salvezza. Non lui, il soldato dagli occhi azzurri, che non vuole rinunciare, a nessun costo, alla promessa che quel tesoro racchiude, la promessa che lo ha portato fin lì. È il prezzo del suo coraggio, gli ha sacrificato tutto, persino la sua paura. ""Occhi azzurri"""" è una miniatura perfetta in cui una notte di ferro e sangue racchiude il senso di due universi che collidono: nel fragore della battaglia, nel terrore che tutto avvolge nella sua cappa scura di morte, sentiamo il soffio leggero di desiderio, speranza, amore, a rammentarci come le pagine più terribili della Storia riescano spesso a essere - senza cadere in contraddizione - anche «indimenticabili e magnifiche»."" -
Le impazienti
Camerun, Regione del Nord: tre donne, tre matrimoni, un unico destino. Ramla ha diciassette anni ed è costretta dal padre a lasciare gli studi e a sposare un uomo di cinquanta. Crede che sua cugina Hindou sia più fortunata di lei, perché il suo promesso sposo Moubarak di anni ne ha solo ventidue, e non è brutto, tutt'altro. Ma sbaglia, perché Hindou sa bene di che pasta è fatto suo cugino e qualsiasi sorte sarebbe per lei meglio che essere data in sposa a lui. Safira, trentacinque anni, per ventidue è stata la prima e unica moglie di Alhadji Issa, l'uomo più importante della città. Fino al giorno in cui Ramla non entra in casa sua come «co-sposa», e i suoi occhi cominciano a consumarsi dalla gelosia. Per nessuna di loro c'è una via di fuga, una strada diversa che non le consegni all'istante alla riprovazione sociale, alla gogna pubblica. L'unico antidoto alla sofferenza, alla violazione, l'unica soluzione che viene loro additata, il basso continuo delle loro esistenze interrotte, è la pazienza, nel nome di Allah. La capacità senza limiti di sottomettersi, nascondere, accettare di buon grado, senza un pianto, un lamento, un grido. In questa prova sta il valore di una donna, su questa scala si misura la sua virtù. Grazie alla pazienza si può sopravvivere. Grazie alla pazienza di tante come loro, tutto un sistema sociale può sopravvivere. Con questo romanzo polifonico Djaïli Amadou Amal ci riporta a un universo sommerso, tribale, in cui la femminilità non ha diritti e il rapporto fra i sessi è fondato sulla prepotenza. Scortica, disseziona, riduce all'osso i meccanismi di una cultura patriarcale progettata per schiacciare le donne, mostrandoci i danni irreparabili che produce, la sua intrinseca violenza. Una violenza cui le donne stesse si condannano, nel momento in cui rinunciano ai sogni per abbracciare i doveri, insegnando alle proprie figlie a fare lo stesso. Così Amal ci insegna a guardare con sospetto, sempre e ovunque, chi ci chiede di «pazientare» a ogni costo, mettendoci in guardia contro la subdola minaccia che in questo invito si annida. -
Il giallo del gallo. Le nuove involontarie indagini del commissario Mineo
Al commissariato di Terrasini-Cinisi è in corso una guerra. Contro la malavita, visto che gli omicidi si susseguono? Niente affatto: contro la vile mano anonima che continua a disseminare di 800A i muri del paese, in barba a tutte le telecamere di sicurezza. È questo il cruccio principale del commissario Saverio Mineo (oltre a sua moglie, naturalmente). Ma se fosse tutto qui, forse gli resterebbe un po’ di tempo per la sua attività principale, leggere la «Gazzetta dello Sport». E invece, una nuova ondata di delitti sembra scatenarsi apposta per rovinargli le giornate: tre omicidi che richiedono indagini rischiose, con la comparsa sulla scena di un gallo da combattimento assai aggressivo e, in un altro caso, addirittura di un vampiro. Tra un imprescindibile acquisto di scamorze e una visita al bar per rievocare storie di eccentriche glorie del calcio, il commissario riesce comunque a inchiodare i colpevoli, grazie al suo udito prodigioso e all’ormai leggendaria distrazione creativa che gli fa trovare il bandolo della matassa mentre pensa ad altro. Ma questo imbrattatore di muri che lo perseguita lo fa sudare, e sembra sfuggirgli dalle mani. Saverio Mineo, che è stato definito «l’anti-Montalbano», è il più esilarante e umano antieroe del giallo italiano: svogliato, insofferente, iracondo e pavido, oltre che un po’ ipocondriaco, ma capace di capire le persone, le loro debolezze e i loro difetti, perché li condivide. È questo a fare di lui un investigatore migliore di quanto chiunque si aspetti. Ed è per questo che le sue avventure divertono, appassionano e restano nel cuore -
Manuale di marketing romagnolo
«Mettetevi davanti a uno specchio, possibilmente in posizione eretta. Se non disponete di uno specchio o di una posizione eretta fate con quello che avete in casa. Posatevi una mano sulla spalla e dite a voi stessi: Che sburone che sono. Che sburone che sono.» È solo uno dei molti esercizi in cui cimentarsi per diventare esperti di Marketing romagnolo, una delle tecniche di vendita più infallibili ma stranamente l’unica che non avesse ancora prodotto un manuale. Paolo Cevoli colma questa lacuna svelando il segreto del successo dei romagnoli, così come lui stesso l’ha appreso in una vita che non gli ha fatto mancare le svolte professionali. Primo impiego alla Pensione Cinzia, l’attività di famiglia dove ha fatto per molte estati il cameriere, per continuare con le felici esperienze di manager e imprenditore e la carriera di comico a Zelig. A ogni passaggio ha imparato uno o più segreti del successo. Per questo, il libro che avete tra le mani non è solo divertente, è utile. Contiene istruzioni che possono sembrare semplici, ma hanno fatto la fortuna della Romagna intera. Per esempio? Ai clienti ci devi volere bene. Il barometro va tenuto rotto sul «bel tempo», tanto domani sarà sempre meglio di oggi. E soprattutto la spaghettata aglio olio e peperoncino di mezzanotte è gratis… ma il da bere si paga. Non mancano le lezioni apprese dalla Storia, perché anche Ulisse, Abramo, Cristoforo Colombo erano romagnoli anche senza saperlo. Ora, grazie a questo manuale, potete diventarlo anche voi. E sapete qual è la cosa migliore? Non importa nemmeno leggerlo: basta comprarlo, tenerlo in tasca e dire a tutti che vi ha cambiato la vita. -
L' agenda della milanese 2022
"Questa che leggerete, riempirete di appunti e appuntamenti, sfoglierete alla ricerca di un consiglio, non è l'agenda della milanese, ma delle milanesi e dei milanesi. Amiche e amici, lettori, paesaggisti, musicisti, critici cinematografici che ci hanno dato i loro posti segreti da passaparola, reali e virtuali, per vivere la città. Un'agenda corale, l'agenda di Milano."""" Michela Proietti Dopo il """"La Milanese"""" arriva l'agenda per affrontare il prossimo anno nel modo più organizzato, cool e... milanese." -
La streghetta Emma e la principessa Bettina
Favola per bambine che credono in sé stesse.Emma è una ragazzina dai capelli rossi e i grandi occhi verdi, un po' rotondetta, ma agilissima, che vive nel cuore della foresta insieme alla mamma, la nonna e altre donne un po' strane. Streghe, le chiamano. Sanno entrare in contatto con gli spiriti e parlare con gli animali, ma la vera forza non sta solo nel recitare incantesimi o inventare pozioni. Il loro segreto è aver imparato a gioire di ogni momento della vita e accettarsi per come sono: alte o basse, timide o spavalde, magre oppure paffutelle. Un giorno, Emma si imbatte in una ragazzina dai lunghi boccoli biondi, un abito di tulle e... scomodissime scarpette di cristallo! È Bettina, una vera e propria principessa, che piange disperata nel bosco in cerca del suo cavaliere. Grazie alla loro stupenda amicizia scopriranno che la ricchezza più preziosa, la magia più grande è amare sé stesse e coltivare il potere interiore. -
Storia di Mila
Per chi crede che l'amicizia sia più forte di ogni sopruso.Mila ha undici anni e vive insieme ai nonni Gastone e Maria sull'Altopiano dei Sette Comuni. Ama vivere a contatto con la natura, aiutare il nonno a spaccare la legna e la nonna a preparare gli gnocchi. A scuola la conoscono tutti, non solo per le sue treccine rosse come il fuoco, ma anche per il caratterino deciso e l'insofferenza a qualsiasi sopruso. Mila non si ferma davanti a niente, neanche di fronte a Ganassa, un ragazzino più grande che non perde occasione per tormentare lei e la sua amica Cate. Come se non bastasse, a complicarle la vita ci si mette anche un animale che sembra far strage di galline, contro il quale alcuni abitanti del paese scatenano una caccia spietata. Quando una notte Mila sente dei rumori sospetti nel pollaio, scopre un intruso: una cucciola di lupo affamata e ferita a una zampa. Possibile sia questa la belva feroce che tutti stanno cercando? Senza pensarci due volte la ragazza decide di proteggerla, nascondendola, e le dà un nome: Selva. Riuscirà a salvare la vita della nuova amica e ad affrontare il gruppo di bulli, vincendo la solitudine del bosco e l'ira dei cacciatori privati della loro preda? Troverà il coraggio di battersi per ciò in cui crede? -
Marilyn. Una biografia
È stata una delle icone del Novecento. Ha conquistato registi, scrittori, lo stesso presidente Kennedy. Eppure morì in solitudine, a 36 anni. Chi era davvero Norma Jeane Baker?L'attrice più nota della storia del cinema, il simbolo erotico di tutta un'epoca nascondono una personalità che rimane un mistero. Marilyn incarnò come nessun altro il sogno americano. E non solo grazie al suo bel corpo. Di famiglia umile, costruì con pazienza la sua strada per diventare una stella, e ne pagò tutti i prezzi. Perfezionista e insicura, lavorava duro per migliorarsi, ma al contempo viveva liberamente una sessualità per quei tempi scandalosa. In definitiva, Marilyn rappresentava un pericolo: per questo è stata neutralizzata e tramutata in un oggetto di vuoto desiderio. Meglio che fosse frivola, meglio che apparisse sciocca. Ma María Hesse gioca con i suoi mille volti, cercando l'anima di una donna che merita di essere ricordata per la sensibilità, il coraggio, per tutte le barriere che ha varcato. -
La Guerra fredda
Dal dopoguerra fino al crollo dell'Urss, la Guerra Fredda è stata la minaccia più drammatica all'integrità del mondo. Per quarant'anni l'ipoteca dell'""olocausto nucleare"""" ha gravato sulle due superpotenze e sull'Europa, """"terra di mezzo"""" con scarso peso decisionale ma territorialmente al centro della contesa. Sorta per contrastare, dall'una e dall'altra parte, l'espansionismo dell'avversario in Europa e nei Paesi Terzi, la Guerra Fredda ha via via stemperato i suoi connotati ideologici (comunismo contro liberaldemocrazie) per diventare uno scontro tra due blocchi militari ed economici. A posteriori, è stato chiaro che nessuno dei due avversari aveva realmente intenzione di premere il bottone rosso; ma tirarsi indietro dal confronto era ugualmente impossibile. Solo l'improvvisa dissoluzione dell'Urss vi ha posto concretamente fine; ma presto altri problemi relativi alla sicurezza mondiale sarebbero insorti."" -
Le crociate
"Guerre sante"""" contro gli """"infedeli"""", come la tradizione ha riportato per secoli, oggi le crociate sono viste dagli storici secondo letture su piani diversi: al di là del significato religioso-militare per la riconquista della """"Gerusalemme terrestre"""", hanno rappresentato un pellegrinaggio armato durato due secoli, una migrazione/colonizzazione di massa degli europei nel Vicino Oriente, da Costantinopoli alla Siria, un tentativo per sancire la supremazia del Papato su re e imperatori occidentali e per stabilire il primato della Chiesa di Roma su quella bizantina, un modo di """"esportare"""" in terre lontane la violenza feudale che infiammava l'Europa per pacificare quest'ultima. Si conclusero con la sconfitta militare dei cristiani, che peraltro andavano ormai guadagnando la supremazia economica nel Mediterraneo." -
Anima e cacciavite. Per ricostruire l'Italia
«Perché tornare?» È la domanda che Enrico Letta si è sentito fare tante volte dai giovani italiani che studiano in Europa e che si è fatto anche lui, prima di riprendere la strada di casa per tornare alla politica attiva. La risposta è che ciascuno di noi ha il dovere di impegnarsi e ribellarsi, per riscrivere il futuro dell'Italia. Lo spiega in queste pagine appassionate e lucide, intense e ricche di storie, che intrecciano un percorso personale e le prospettive di un Paese da risollevare. Attraverso le ragioni civili e quelle del cuore, l'anima e il cacciavite, che vanno usati insieme per vincere le paure del XXI secolo e combattere ingiustizie, nazionalismi, populismo. L'anima - con l'appello all'«essere liberi», liberi fino in fondo - richiama all'ispirazione degli ideali, ai valori non negoziabili che vanno anteposti, sempre, agli interessi del momento e al timore di perdere consenso. Il cacciavite riporta alla concretezza e alla competenza necessarie per guarire una democrazia malata e attrezzarsi a una storica azione di ricostruzione dell'Italia, fondata sulla dignità del lavoro, sulla lotta alle vecchie e nuove disuguaglianze, sulla promozione di un'idea di progresso e benessere all'altezza delle sfide di questo tormentato passaggio d'epoca. Con la pandemia abbiamo sofferto tutti, ci stiamo rialzando, siamo cambiati. Deve cambiare anche la politica. Occorre passare dal partito del potere a quello dell'intelligenza collettiva, per aprirsi finalmente alla società accogliendo i tanti che credono nelle ragioni dell'impegno, ma che per anni hanno trovato le porte chiuse. Una comunità che scommette sull'istruzione, sui giovani, sulle donne. Che rilancia una norma di civiltà come lo ius soli. Che combatte con forza per l'ambiente e la sostenibilità. Che riafferma l'importanza di essere e sentirsi europei e, dunque, parte di un progetto più grande e ambizioso. -
Cose belle
Travolto dagli scandali sollevati da Donald Trump per screditare la famiglia Biden, Hunter racconta qui con coraggio e senza infingimenti la propria verità. E con questo libro ci dice: questo sono io.«Un amico mi ha chiesto: “Non sarebbe splendido se tutta questa storia avesse un lieto fine?”. E io ho pensato che ce l’ha già. Ma non è un finale, non è un traguardo: è solo l’inizio. L’inizio di una nuova vita che ho la fortuna di vivere fintanto che resterò pulito. Ed è un dono davvero meraviglioso, questa vita nella luce delle cose belle.»rnrnEra la promessa ricorrente fra Hunter e Beau, suo fratello. Quando Beau sarebbe guarito dal tumore che lo stava devastando, avrebbero fatto solo «cose belle». E invece, il lutto per la sua morte si aggiunge a quello per la madre e la sorella, che avevano perso la vita in un incidente d’auto quando Hunter aveva appena due anni. Il suo cuore continua a battere tenendolo in vita, ma la sua anima sembra volare via insieme a quella di Beau. Lasciando il suo corpo solo, con droga e alcol come unica compagnia.rnrnIn questo memoir, candido e toccante come una confessione, Hunter non nasconde e non minimizza niente. Ci racconta della solitudine immensa che circonda le dipendenze. Di una vita vissuta giorno per giorno, ascoltando soltanto i richiami animaleschi dell’astinenza. Di un universo di «intoccabili», in cui ha scoperto un’umanità sepolta e insospettabile, in cui tutti sono uguali nel buco nero che pian piano li divora. E ci parla della forza della famiglia, dell’affetto tenace e incondizionato cui ha attinto l’energia necessaria per sconfiggere i suoi demoni. Di Melissa, l’amore ritrovato dopo il divorzio. -
Battaglie perse. Montanelli ambientalista rimosso
Dall'assalto edilizio all'avvelenamento delle acque, dalla decimazione degli alberi al saccheggio dei siti archeologici, dalle coste sarde alle Dolomiti: non c'è tema sul quale Indro Montanelli non abbia lanciato l'allarme. Spesso ignorato. A riscoprirlo oggi, unendosi al suo grido contro la devastazione del territorio, è Gian Antonio Stella che riporta alla luce testi formidabili, sepolti negli archivi ma quanto mai attuali.«La distruzione di un paesaggio è un crimine che dovrebbe valere ai responsabili la galera a vita.» Indro Montanelli, per decenni celeberrimo per le sue polemiche politiche, le sfuriate sui difetti degli italiani, gli elzeviri ricchi d'ironia, le rasoiate a questo o quell'uomo di potere, la franchezza dei dialoghi con i lettori, è stato il giornalista più conosciuto dell'ultimo secolo. Eppure una larga parte del suo lavoro, soprattutto (ma non solo) negli anni in cui il nostro Paese viveva una straordinaria stagione di euforia economica ma insieme di degrado culturale, ambientale, paesaggistico, è rimasta ignota. O quasi. Certo, in diversi ricordano ancora la storica battaglia per salvare Venezia ma restano stupefacenti il silenzio, l'oblio, la rimozione su decine di altre battaglie («quasi tutte perse» sospirava) combattute per il nostro patrimonio e in difesa dell'articolo 9 della Costituzione. Dall'assalto edilizio all'avvelenamento delle acque, dalla decimazione degli alberi al saccheggio dei siti archeologici, dalle coste sarde alle Dolomiti: non c'è tema sul quale non abbia lanciato l'allarme. Spesso ignorato. Anche da coloro con i quali avrebbe forse potuto dialogare. Offrendo a questo Paese prospettive diverse. Peccato. A riscoprirlo oggi, unendosi al suo grido contro la devastazione del territorio, è Gian Antonio Stella che riporta alla luce testi formidabili, sepolti negli archivi ma quanto mai attuali. Testi che spiegano ciò che l'Italia è oggi e ciò che avrebbe potuto essere. O magari tornare a essere. -
I diari degli anni di piombo
«L'agente di pubblica sicurezza Antonio Annarumma muore con la testa fracassata da una sbarra di ferro». Gli anni di piombo si aprono nel 1969 con un morto durante una manifestazione a Milano, e proseguono con le stragi nere di piazza Fontana, di Brescia e dell'Italicus, con lo stillicidio degli agguati delle Brigate rosse e degli altri gruppi terroristici di estrema sinistra fino alla morte di Aldo Moro e degli agenti della sua scorta. Ma quello tra il 1969 e il 1979 fu anche il decennio delle grandi riforme con l'istituzione delle Regioni, lo Statuto dei lavoratori, l'introduzione del divorzio, il nuovo diritto di famiglia, la regolamentazione dell'aborto, la maggiore età ai diciottenni. E furono anche anni di gravi crisi economiche, soprattutto legate al petrolio e alle oscillazioni valutarie. Dopo il precedente volume sugli anni Ottanta, questa nuova serie dei diari inediti di Giulio Andreotti, curati dai figli Serena e Stefano, documenta in presa diretta un'epoca ancora viva nella memoria di milioni di italiani; e la prosa disincantata e partecipe dell'uomo che per quasi metà di quel decennio è stato presidente del Consiglio ci restituisce con accuratezza, vivacità e ironia lo spirito del tempo. Un racconto rivelatore e ricco di retroscena di un capitolo cruciale e controverso della storia italiana. Introduzione di Bruno Vespa. -
L' origine della coscienza. I segreti della nostra mente
L'uomo è ancora «un grande sconosciuto» e la sua coscienza è il più difficile interrogativo che la scienza sta affrontando oggi, potendo contare sempre di più su nuove tecnologie che permettono di osservare il cervello mentre svolge funzioni motorie o puramente mentali e persino in differenti stati emotivi e sentimentali. Vittorino Andreoli, che ha vissuto nei laboratori della ricerca scientifica applicata al cervello per una decina di anni prima di passare alla clinica e, dunque, di osservare il cervello «dentro un uomo tutto intero», ha maturato un'affascinante teoria della coscienza, che espone per la prima volta in queste pagine. Dalla fantasia al sogno, dall'immaginazione alla meditazione, dal linguaggio al dolore, dall'inconscio alla follia, dalla moralità al tempo, dal sesso alla morte: l'autore ci accompagna in un viaggio che porta alla nascita di una nuova visione della consapevolezza di noi stessi e dunque a un'analisi dell'uomo nel tentativo di mostrare come i suoi comportamenti siano sempre legati alla sua mente. -
Dubito, ergo sum. Brevi lezioni per vivere con filosofia
Mauro Bonazzi nel suo nuovo libro ci accompagna a riscoprire alcuni grandi pensatori del passato remoto e prossimo - da Aristotele a Kant, da Epicuro a Machiavelli, da Voltaire a Wittgenstein, da Benjamin a de Beauvoir - per ricostruirne il contributo alla storia delle idee, trovarvi un aiuto nell'interpretare la realtà di oggi e forse in fondo capire meglio noi stessi. Dubitare per aprirci alla bellezza della complessità e conoscerci meglio: un percorso affascinante tra teorie e protagonisti, vita e opere dei grandi pensatori, per imparare a vivere con filosofia, attraverso una divulgazione rigorosa ma dal piglio narrativo e coinvolgente.Cosa fareste potendo sfruttare un anello che rende invisibile chi lo porta? Platone, nella Repubblica, non si faceva troppe illusioni. Quanto a Eraclito, è vero che «tutto scorre»? Nietzsche, invece, cosa intendeva quando proclamava che Dio è morto - è possibile vivere in un mondo senza Dio? E con Dio? Difficile rispondere e difficile accettare che noi non siamo quello che pensiamo di essere, come hanno spiegato Freud e Montaigne. O ancora, cosa pensa Bergson del tempo? Cosa significa la banalità del male, di cui parla Hannah Arendt? E una vita autentica, è davvero possibile viverla come voleva Martin Heidegger? «La filosofia non offre facili soluzioni ma solleva domande, svelando prospettive inattese sulla realtà che ci circonda in tutta la sua ricchezza.» -
Il racconto del cortigiano
Edgarda Ferri, combinando ricerca storica, curiosità e vivacità del racconto, nel quadro di una vita dipinge un'epoca: questa «autobiografia» ci restituisce il Rinascimento nei suoi gloriosi dettagli e nelle sue umanissime passioni, come un grande romanzo italiano.«Edgarda Ferri racconta Baldassare Castiglione grazie a una mole di documenti, lettere e ritratti giunti fino a noi» - Natalia Aspesi, RobinsonSpendeva in abiti, libri e cavalli, era amico di artisti, consigliere di principi e confidente di dame. Scriveva lunghe lettere alla madre, dense di dettagli e pettegolezzi. Amava il gioco del potere e della politica ma ne rimase più volte scottato e deluso. Ebbe due grandi amori: Elisabetta Gonzaga, conosciuta da bambino e andata sposa a Guidubaldo da Montefeltro, e Ippolita Torelli, che finalmente sposò dopo una serie di fidanzamenti concordati per interesse o calcolo. Fu un'unione singolarmente felice ma dal tragico destino, alla quale non ne seguirono altre: rimasto vedovo, prese i voti per entrare al servizio di papa Clemente VII. Morì in Spagna, dove l'imperatore Carlo V in persona pianse la scomparsa di «uno dei migliori cavalieri del mondo». È un vero e proprio racconto d'avventure, la vita di Baldassarre Castiglione, che ci porta tra gli intrighi delle maggiori corti del Cinquecento: dalla Mantova di Isabella d'Este alla Milano di Ludovico il Moro e poi a Roma, dove Castiglione conobbe Michelangelo e Raffaello alla fastosa corte di papa Leone X, il figlio di Lorenzo il Magnifico. Ma fu a Urbino che scrisse il trattato con cui sarebbe passato alla storia, Il Cortegiano. -
La settima stanza del cardinale. L'eredità di Carlo Maria Martini
Carlo Maria Martini è stato a lungo un punto di riferimento per cattolici e laici nel nostro Paese. Un pastore innamorato della Scrittura che non ha esitato a misurarsi sempre e con coraggio con la società e la politica, con il mondo della cultura e della comunicazione, denunciando nella vita pubblica prepotenze, meschinità, trasformismi e degrado delle coscienze. Un uomo di dialogo, ideatore della «Cattedra dei non credenti», che si è sempre adoperato con energia e passione per una libera discussione all'interno della Chiesa aperta al contributo di tutti. In queste pagine, alla vigilia dei dieci anni dalla scomparsa, lo ricordano autori come Liliana Segre, Benedetta Tobagi, Gianfranco Ravasi, Ferruccio de Bortoli, Luigi Ciotti e molti altri, che lo hanno conosciuto e frequentato, che hanno ascoltato i suoi discorsi e letto i suoi scritti. Lo fanno mettendo a fuoco la sua eredità e in particolare i temi «penultimi» dell'esistenza umana che si appresta a incontrare la soglia dell'ultimo mistero. La «settima stanza» è infatti l'ultimo approdo mistico del Castello interiore di santa Teresa d'Avila, ma è anche la camera a gas nazista di Edith Stein. E i testi d'autore qui raccolti a cura del teologo Marco Vergottini riguardano appunto questioni cruciali come l'unione mistica con lo Sposo, la presenza e l'assenza di Dio, il silenzio, la ricerca del senso, la Shoah, il terrorismo, il martirio, la malattia, il perdono, lo scandalo del male, il morire e la morte, la speranza ultraterrena. Un'occasione per ribadire la straordinaria attualità del pensiero di Martini. -
Senza riserve. In politica e nella vita
«La politica è una cosa bella, anche se oggi è difficile spiegarlo, soprattutto ai più giovani.»Vincenzo Spadafora ci crede e lo ha sperimentato in prima persona: dall'impegno giovanile nella terra dei fuochi all'incarico come presidente dell'Unicef, da Garante per l'infanzia a ministro della Repubblica, passando per una rivoluzione politica chiamata «Cinque Stelle» che ora ricostruisce in queste pagine dove si racconta senza riserve. E dove porta alla luce i retroscena degli anni che hanno visto il Movimento crescere, cambiare e arrivare al governo: un passaggio ricco di sfide e promesse ma non privo di contraddizioni. Vicino al leader Luigi Di Maio, e con un ruolo determinante nella costituzione dei Governi Conte prima con la Lega poi con il Pd, l'autore ha vissuto in prima linea la trasformazione del partito di Beppe Grillo. Da sottosegretario si è battuto sul fronte dei diritti e delle pari opportunità, da ministro durante i difficili mesi della pandemia si è scontrato con una parte del mondo dello sport contraria al cambiamento. Esperienze che emergono in una testimonianza autentica e inedita di successi e scenari drammatici, di protagonisti della scena pubblica e di lotte politiche, di scelte difficili e di equilibri da costruire. Ma anche di storie piene di umanità e di confessioni a cuore aperto. -
La cancelliera. La vita, la carriera politica, l'eredità
Nessuno aveva mai, di propria volontà, rinunciato alla massima carica politica tedesca. Angela Merkel l'ha fatto. Fino alla fine del suo cancellierato, ha riscosso alti indici di consenso, soprattutto per la sua capacità di gestire i momenti di crisi. La dote politica che i tedeschi le riconoscono è il pragmatismo: una qualità che Helmut Schmidt avrebbe avuto volentieri. Le questioni di principio e le domande fondamentali le sono estranee e non le interessano: ha rovesciato diversi idoli della CDU, come il nucleare o l'obbligo di leva. Per questo i detrattori sostengono che il cancellierato fosse il suo unico programma politico. Eppure, così antideologica, così priva di visione, Merkel ha forgiato un'epoca. Gli anni dal 2005 al 2021 sono indubbiamente i «suoi» anni. Ora che l'«era Merkel» si chiude, è il momento di guardarsi indietro e domandarsi: cosa rimane del proverbiale pragmatismo della cancelliera? La sua «strategia dell'esitazione», le sue decisioni dell'ultimo minuto utile hanno portato frutti solo nell'immediato, o messo in moto processi di più lungo periodo di cui vedremo gli esiti solo dopo la fine del mandato? La risposta di Ursula Weidenfeld è sì, Merkel è stata determinante ben oltre il termine della sua carriera politica. E gli effetti del suo governo si faranno sentire nei prossimi anni. Questo libro è molto più di un bilancio. È uno sguardo a tutto tondo sul fenomeno Merkel: la cancelliera, la donna che ha cambiato il destino della Germania. E anche dell'Europa.