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Manuzzelle
Con questo thriller storico pieno di atmosfera e giocato sul filo di una tensione magistrale, Gaia Amaral firma un romanzo d'esordio di grande potenza, intriso di mistero e disegnato sullo sfondo di una Sicilia vera e carnale. Dove è fin troppo facile scavalcare il confine tra realtà e occulto, e perdersi per sempre.Ada e Elda sono amiche fin da bambine. Condividono un segreto traumatico, che ha sconvolto la loro infanzia. Ma mentre Ada ha deciso di sfuggire al passato abbandonando il natio paesino nelle Madonie per seguire il marito al Nord, Elda ha sposato il Signore, entrando in un convento di clausura. Poi, con la Seconda guerra mondiale, la loro corrispondenza si è interrotta. Nella primavera del 1945 Ada viene raggiunta da un telegramma di sua madre: Elda, data per morta un anno prima, forse in realtà è viva, nascosta da qualche parte nel monastero della Madonna della Catena, e in pericolo. Potrebbe persino aver avuto un bambino. Il ritorno a casa di Ada assume in fretta risvolti inquietanti: un libro rosso che qualcuno sembra volere a tutti i costi, un elenco di nomi di donne che apparentemente non hanno nulla in comune, una morte violenta e un simbolo strano e ricorrente, la Civetta di Minerva. E lassù, arroccato sullo strapiombo, il convento dove di certo si trova la chiave di tutti gli enigmi. È davvero una buona idea cercare di entrare fra quelle mura? Sarà mai possibile uscirne? Ada raccoglie attorno a sé molti alleati, dalla sua agguerrita madre Piera al tenebroso e determinato Sariddu: se Elda è viva, ha bisogno di tutto l'aiuto possibile per salvarla. Ma sa che se davvero in quel luogo di preghiera si nasconde il Male, si troverà sola a fronteggiarlo. -
Il sapore dolce dell'uva
Spesso, la fine è un inizio. È esattamente quello che accade a Lila, Henry e Abigail Bruce, riuniti nella casa di famiglia per la veglia funebre in onore della madre Geneva. Lila non si è mai sentita a suo agio a Wesleyan, in Georgia, soprattutto dopo che suo padre è scomparso all'improvviso lasciandola con una madre molto, troppo ingombrante. Lo stesso vale per suo fratello Henry: entrambi hanno cercato altrove la propria strada, e l'hanno trovata in vite appaganti, realizzate, in cui le ombre dell'infanzia sembravano definitivamente alle spalle. Diversa la sorte di Abigail, per cui abbandonare il nido non è mai stata nemmeno un'opzione. Ma nelle vite di Lila e Henry esiste qualcosa di non risolto che ha a che fare con il modo in cui sono diventati grandi. Con il luogo da cui sono fuggiti. La loro esistenza nasconde un vuoto che ora li richiama a sé rivendicando i suoi diritti. E anche la superficialità così provinciale di Abigail è molto meno trasparente di quanto sembri. La morte di Geneva, così repentina, così bizzarra nelle circostanze, li riconduce alla pergola di uva moscatina protagonista dell'infanzia di Lila. Fantasmi da tempo silenziosi sembrano rianimarsi. La verità però non si nasconde nel giardino di casa, rigoglioso dei colori e dei profumi del Sud, ma tra le aspre scogliere scozzesi battute dal vento: è qui che i Bruce dovranno confrontarsi con una realtà che supera ogni immaginazione. -
Cherosene
Un distributore, come tanti. Una notte d'estate nelle Ardenne, come tante. Sotto la luce cruda del neon, un gruppo di personaggi, un'inquietante e varia umanità riunita solo dal caso. Non mancano all'appello nemmeno un cavallo e un cadavere. C'è Juliette, la cassiera, con il suo collega Sébastien. C'è Alika, la tata filippina. C'è Chelly, insegnante di pole dance e influencer da 43.700 followers. E poi Victoire, modella con la fobia dell'acqua, e Joseph, che si vergogna a dirlo, ma è un rappresentante di acari... E altri si aggiungono: figure di passaggio, in cerca di un sorso di gin o un caffè. D'altronde, a questo servono le stazioni di servizio. Ma nel breve spazio di un minuto, tutto precipiterà. Ognuno di loro diventerà protagonista di una storia, legata alle altre da collegamenti del tutto imprevisti e parte di un capriccioso quanto inesorabile destino. -
Le regole del pianoforte. 33 note di musica e filosofia per una vita fuori dall'ordinario
Quale miglior manuale di filosofia e di crescita personale che un manuale di pianoforte?A suonare il pianoforte si impara. E lo studio del pianoforte, come un'arte marziale, può insegnare ben di più che una sequenza di movimenti e gesti. Insegna a conoscersi più profondamente, ad accettarsi e a dominare le proprie paure. A entrare in risonanza con il mondo e sc oprirsi capaci di stupire e sedurre. A valorizzare le differenze e creare sintonie. Ad affrontare incertezze e imprevisti con sangue freddo e un pizzico di follia. A superare i dubbi e gli stereotipi, a ignorare le sirene del successo fine a se stesso. E a mettere d'accordo mani, cervello e cuore, un'impresa non banale nel mondo convulso e confuso in cui viviamo. Quale miglior manuale di filosofia e di crescita personale, dunque, che un manuale di pianoforte? Partendo dai concetti più semplici che hanno a che fare con lo studio della musica – come l'accordatura dello strumento, la coordinazione delle mani, il sentimento del ritmo, il dosaggio del forte e del piano – Giovanni Allevi elabora così un sistema di spunti e di consigli, utili per conoscersi meglio e per vivere meglio. Con un avvertimento: molte di queste regole sono molto diverse da quanto ci potremmo aspettare. -
A Roma di notte le fontane si muovono
Percorriamo Roma e ascoltiamo le sue storie: quelle accadute e quelle che sarebbero potute accadere. Scopriremo una città che non è fatta di cartoline ma di scorci di una bellezza insolita, libera e gratuita, che arriva all’anima e per cui non serve il biglietto d’ingresso. Basta allenare la curiosità, il senso critico e la gratitudine.In quasi tre millenni di storia Roma ha visto tutto. È stata governata da personalità eccezionali e mediocri imbroglioni. Ha conosciuto il genio e l’imbecillità, solo la presunzione non riesce proprio a tollerarla. Trova sempre il modo di punirla, rivelando un aspetto di sé che non era stato colto. Ecco quindi particolari inattesi come la mano di Cicerone che indicava il prezzo del vino, la Torre Argentina che argentina non è, la statua di Marco Aurelio salva perché lo scambiarono per Costantino, il prezioso ponte romano acquattato sotto la strada per Ostia. Ecco curiosità che cambiano una prospettiva, come sapere che Torpignattara deve il suo nome alla madre dell’imperatore Costantino o ricordare in largo dei Librari, con la sua chiesa ritrovata, l’epoca fiorente dei primi stampatori. Ecco luoghi che collegano passato e presente, come il monastero di San Saba, che da secoli dà ospitalità ai pellegrini. Ecco monumenti che ancora non ci sono, come quello a Ugo Forno morto a dodici anni combattendo per la Resistenza. Ed ecco nomi che la Storia ha cambiato, per esempio piazza Adolf Hitler divenuta piazzale dei Partigiani e il Ponte del Littorio oggi intitolato a Giacomo Matteotti. -
In viaggio da sola e con qualcuno
«Non saremo eroi come i grandi viaggiatori, ma resta il fatto che anche noi dilettanti non siamo niente male. Per quanto orripilante sia stato l’ultimo viaggio, non rinunceremo al prossimo, lo sa Dio perché.»rnFino a un certo momento a Martha Gellhorn non era mai venuto in mente di scrivere di viaggi. E quindi in questo memoir, pubblicato per la prima volta nel 1978, sente di dover produrre delle «credenziali» per il lettore: cinquantatré Paesi visitati, più di un viaggio in ventiquattro di questi, con base di partenza in sette nazioni a undici indirizzi diversi. Da questa statistica desume una raccolta dei «migliori tra i viaggi peggiori», quelli da non dimenticare, quelli in cui la noia non è che una parentesi presto travolta da pericoli, difficoltà, avventure in cui lei, tra l’avventato e il noncurante, sembra sempre sfuggire al peggio per un soffio. Nel 1941 trascina Hemingway, il Compagno Recalcitrante, nella Cina in guerra per incontrare il generalissimo Chiang Kai-shek; nel 1942 naviga nei Caraibi in cerca di inafferrabili sommergibili tedeschi; un «viaggio di piacere» la porta ad attraversare l’Africa da ovest a est con mezzi di fortuna; un «impegno morale» la spinge nell’ostile Unione Sovietica, sedotta dalla prosa di una dissidente; un «libro che non prese mai forma» la conduce in una cisterna abitata da una comunità hippy, in Israele. Con trascinante ironia, la sua penna irresistibile attraversa cinque inferni terrestri, restituendo l’immagine di una donna che prende in giro la vita, mentre in ogni momento la mette a rischio per seguire il suo istinto più antico: guardare tutto con i propri occhi, senza fermarsi mai. -
Noi, gente di montagna. Pionieri e campioni, capolavori e fallimenti: l'alpinismo fra storia e futuro
Scalare è molto più che uno sport: è una filosofia. E la montagna non è mai «assassina»: è, e basta. Possono essere solamente gli uomini a commettere errori.Reinhold Messner, oltre che grande scalatore, è anche un attento e impegnato comunicatore del mondo dell'alpinismo, consapevole che la grande sfida, oggi, più che nelle altezze e nei record, sta nel rispetto della montagna e nello spirito con cui la si vive. Nella grande impresa, l'anima di un luogo e il confronto sincero, autentico con se stessi contano di più della bandierina su una vetta. Nella rubrica che tiene periodicamente su «La Gazzetta dello Sport», Messner ha raccontato i protagonisti e gioito dei traguardi dell'alpinismo contemporaneo. Ma, allo stesso tempo, ha raccontato a tutto tondo il mondo della montagna, apprezzando i comportamenti esemplari e condannando la retorica eroica e la commercializzazione della «grande impresa». Perché alcune derive, come per esempio la corsa all'Everest, rischiano di snaturare l'ispirazione con cui gli alpinisti della sua generazione hanno affrontato il corpo a corpo con la vetta, influenzati da grandi maestri come Walter Bonatti e Riccardo Cassin, «così eccezionali da sopravvivere alla loro stessa grandezza». Le parole di Messner portano il segno dell'attualità da cui scaturiscono, ma mostrano un'intenzione e una coerenza capaci di andare oltre il tempo. E seguendo questo filo nasce una storia dell'alpinismo in cui biografia, passioni, convinzioni si intrecciano in un racconto che è soprattutto una dichiarazione d'amore alla montagna e alle più pure emozioni che ha sempre mosso in chi ne ha fatto una ragione di vita. -
La variante DC. Storia di un partito che non c'è più e di uno che non c'è ancora
Che fine ha fatto la Dc? È davvero scomparsa, superata dagli eventi politici e da nuovi protagonisti, archiviata con la crisi dei partiti tradizionali? Gianfranco Rotondi, che ha iniziato la sua carriera politica nella Democrazia cristiana, ne ricostruisce la storia in queste pagine concentrandosi sulla parabola discendente della «Balena bianca» ma anche sulle sue molteplici mutazioni e resurrezioni susseguitesi in trent'anni di vita politica. Ne emerge un racconto appassionato e sinceramente di parte. La testimonianza di un protagonista che ha vissuto la dissoluzione del partito e la racconta senza peli sulla lingua e con una prospettiva privilegiata sulla storia politica italiana nazionale. Si va dalla morte ufficiale della Dc alla seconda vita dei democristiani fuori dal partito dello scudo crociato, dal centrosinistra al centro-destra, dal Patto Segni al Partito popolare, da Martinazzoli a Buttiglione, dall'Ulivo al Ccd, da Forza Italia alla Balena verde e oltre. Per scoprire che forse la Dc non è mai finita e i suoi eredi non sono solo i nostalgici. -
La tigre e l'acrobata
Dalla taiga alle città e dalle bizzarrie del circo al richiamo delle montagne, la storia di Piccola Tigre è un’avventura incalzante e senza tempo. Una favola moderna, allegorica e potente, sulla difficoltà e sulla necessità di essere liberi.«Attraverso una narrazione lenta e riflessiva, a tratti venata di malinconia, Susanna Tamaro ci mostra un percorso di formazione alla ricerca della libertà di essere se stessi.» – MaremossoPiccola Tigre è una ribelle fin dalla nascita. Mentre suo fratello Tigrotto è contento del proprio destino di potente re della Taiga, lei è irrequieta e piena di domande, tra cui la più fondamentale: cosa significa essere una tigre? Come può conquistare il suo Regno, diventare pienamente se stessa? Così, quando viene il momento, si mette in viaggio verso Oriente, per toccare il luogo da cui nasce la luce. Porta con sé il più importante consiglio della Madre: non fidarti dell’uomo, è più pericoloso del ghiaccio. È l’unico animale che uccide non per necessità, ma per piacere e per invidia. È l’unico che, con le sue armi che sputano fuoco, può uccidere la Tigre. Eppure, il primo uomo in cui Piccola Tigre si imbatte non è affatto così: è uno sciamano, che vive isolato dal mondo, un ribelle come lei. Tuttavia, questo primo incontro purtroppo non è l’ultimo. E le scoperte, non tutte indolori, sono appena cominciate. Lo sguardo dell’indomabile protagonista ci restituisce il dono della meraviglia, la potenza della domanda su noi stessi e sul nostro posto nel mondo. -
Le Sultane
Variazione sui temi del Macbeth, noir urbano, commedia delle periferie: il romanzo di Marilù Oliva è tutto questo e molto di più.In un condominio popolare di via Damasco, a Bologna, tre ultrasettantenni regnano in contrastate. Sono l'astuta Wilma, la tirchia Mafalda e la golosa Nunzia. Imperfette e segnate da vite altrettanto imperfette – liti e meschinità, malattie proprie o di parenti, la difficoltà di far quadrare i conti – l'aspetto peggiore della loro quotidianità è probabilmente Carmela, l'inquilina del secondo piano, rumorosa e cafona. Una spina nel fianco che si aggiunge alle mille grane di sempre: un marito con l'Alzheimer, nipoti viziati, una figlia satanista e un figlio perduto. Purtroppo, quando la vita aggiunge ogni giorno un nuovo piccolo peso al fardello che ti porti sulle spalle, perdere l'equilibrio è un attimo. E in quell'attimo prendi in mano i fili del destino e ti accorgi che anche tu hai il potere di tirarli con decisione. O forse di tagliarli come le Parche. Variazione sui temi del Macbeth, noir urbano, commedia delle periferie: il romanzo di Marilù Oliva è tutto questo e molto di più. È una storia irresistibile che parla delle nostre convivenze difficili, delle nostre umanità confuse, dello scontro tra volontà e destino. Della vita che passa e che lasciamo indietro, e del prezzo da pagare per riprendercene almeno un po'. -
Il re scugnizzo. Vita di Diego Armando Maradona a fumetti
La storia di una vita incredibile che diventa parabola esistenziale.La vita, l'icona, il mito e le tante declinazioni dell'esistenza di Diego Armando Maradona. La biografia, ricca di aneddoti e spunti di riflessione, di un talento straripante finito nelle mani – anzi, nei piedi – di un uomo fragile. Il re scugnizzo è la storia di una vita incredibile che diventa parabola esistenziale, raccontata da chi a Napoli, nel periodo di Maradona, era lì ad assistere alla sua incoronazione e alle sue conquiste. -
Dalla prima alla quarta rivoluzione industriale. Storia delle relazioni industriali dei metalmeccanici
Come si sono evolute le strutture industriali, le forme delle imprese e del lavoro del settore metalmeccanico in Italia? E perché sono essenziali per comprendere la storia economica e sociale del nostro Paese? Lo spiega questo volume frutto di un'indagine avviata dal CNEL che parte dal CCNL di categoria ma va oltre, considerando e analizzando tutti gli aspetti delle relazioni industriali, a ogni livello, in un settore strategico per il Paese. Una ricerca realizzata assieme a Federmeccanica in occasione del cinquantesimo anniversario dalla sua nascita, che ha coinvolto autorevoli esperti e studiosi della materia: Alberto dal Poz, Stefano Franchi, Tiziano Treu, Marco Fortis, Monica Carminati, Enzo Rullani, Lorenzo Bordogna, Arturo Maresca, Mimmo Carrieri, Paolo Feltrin, Luciano Pero. I saggi che compongono il libro analizzano i diversi profili tematici: l'andamento dei principali dati strutturali del settore, l'evoluzione dell'organizzazione delle imprese in parallelo con quella delle figure e delle specializzazioni operaie, le relazioni degli andamenti contrattuali con le trasformazioni tecnologiche e organizzative del settore. Dando vita a uno studio prezioso che contribuisce alla conoscenza della storia delle relazioni industriali e alla comprensione più ampia delle vicende nazionali. -
La bambina che non sapeva odiare. La mia testimonianza
«Quando vado da Mengele vengo addormentata, per cui quando esco non ricordo esattamente cosa sia accaduto. Mi sveglio ed è il mio corpo a parlare e a raccontarmi».Lidia Maksymowicz aveva tre anni quando è entrata assieme a sua madre nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. E per tredici mesi è sopravvissuta in quell'inferno, nella baracca dei bambini: una delle piccole «cavie» degli esperimenti del dottor Josef Mengele. La madre di Lidia, cattolica, fin dai primi giorni aveva aderito alla Resistenza bielorussa: una ragazza, con una figlia di pochi anni, che aveva deciso di entrare in clandestinità e di opporsi alla barbarie nazista. I boschi della Bielorussia sono l'ultima luce che Lidia ricordi, prima del buio di Auschwitz. Da cui esce nel gennaio del 1945, dopo la liberazione, per mano a una donna che non è sua madre: una polacca, senza figli, che decide di adottare una delle «orfanelle» rimaste sole in un campo disseminato di cadaveri. Lidia cresce con lei. Ma non dimentica la sua vera madre. Non smette di credere che sia viva, di cercarla. E in una storia che sa di miracolo la ritroverà. Del campo, Lidia ricorda il silenzio: a denti stretti, impegnata a sopravvivere, senza potersi permettere nemmeno un'emozione. Oggi ha ritrovato la voce e ha deciso di dedicare la vita a gridare: mai più. Perché tutto può ancora succedere di nuovo. «Prima che i campi aprissero quale fu l'errore? Dare cittadinanza a parole di una ostilità fuori da ogni logica, ma d'un tratto ritenute legittime. Così è ancora oggi. Torniamo ad ammettere parole che sanno di odio, di divisione, di chiusura. Quando le sento in bocca ai politici, mi manca il fiato. Qui, nella mia Europa, a casa mia, ancora quelle terribili parole. È esattamente adesso, in momenti come questi, che può ridiscendere il buio». Prefazione di Papa Francesco. -
La parabola della Repubblica. Ascesa e declino dell'Italia liberale
Un affresco di vita vissuta che porta con sé la denuncia di un’assenza che pesa tuttora nello scenario politico nazionale.Cosa sarebbe accaduto se Piero Gobetti, Giovanni Amendola, Carlo Rosselli e Giacomo Matteotti non fossero stati assassinati dal regime fascista? La democrazia liberale e socialista che rappresentavano avrebbe avuto maggiore fortuna? L’unica cosa certa è che il vuoto politico lasciato da quei delitti tra le fila dell’antifascismo ha influito sulle sorti della Repubblica. Le interpretazioni e le memorie più diffuse del Novecento italiano mettono l’accento su una storia segnata dall’impronta cattolica e da quella comunista con qualche riferimento alle destre. Ma quale è stato il ruolo dei liberali e perché è importante rievocarlo? Angelo Panebianco e Massimo Teodori rivivono e raccontano in questo volume le vicende nazionali da - gli anni Quaranta a oggi mettendo a fuoco proprio l’esperienza della «Terza forza» democratica. Teodori rievoca la sua attività di fondatore del Partito radicale con Pannunzio e Pannella, di militante federa - lista con Spinelli e per la libertà della cultura con Silone e Chiaromonte, oltre che di protagonista delle inchieste parlamentari su Sindona e la P2 fino al crollo della «Prima» Repubblica. Panebianco, da studioso di politica, ricostruisce la parabola liberale, stretta tra «bianchi» e «rossi», fino alla sua scomparsa di fatto nell’ultima stagione dominata dai populismi di destra e sinistra. Insieme scrivono una storia controcorrente del nostro Paese. -
Il dito e la luna. Riflessioni su filosofia, fede e politica
Spettatore partecipe e protagonista intellettuale di un secolo in cui emergeva il dominio della tecnoscienza quale forma di coerente realizzazione dell’ontologia greca, Severino ha ravvisato proprio qui il luogo di origine di quella filosofia che nasce grande e insieme ferita, perché tratta come evidenza suprema quella che è in verità una convinzione senza fondamento: che le cose nascano e muoiano, oscillando tra l’essere e il nulla.Se nella celebre definizione che ne dà Heidegger la filosofia è uno sguardo dentro a ciò che è, nel caso di Emanuele Severino, maestro di pensiero, potremmo dire che quello sguardo si è appuntato anche su tutto ciò che nel frattempo gli scorreva intorno, affrontando le questioni salienti del nostro tempo per coglierne il vero significato. Questo atteggiamento si rileva in particolare nei testi pubblicati sul «Corriere della Sera», una collaborazione lunghissima e fedele, tanto che a buona ragione si può dire che il «Corriere» è stato il suo giornale. Un lavoro riassunto in questo libro, in cui la sua riflessione sfiora la superficie – così come la intendeva Nietzsche, non strato primario del reale ma apparenza che è invece massima espressione di profondità – di numerosi ambiti. -
Grand tour sentimentale
Un tuffo vertiginoso in vite che sono anche la nostra. Un reportage che ha la saggezza della letteratura. Un racconto, semplicemente, di ogni cosa: «Di questo nostro amarci senza amarci. Dell’impossibilità di capirsi. Della meraviglia del mentirsi. Di come certi giorni diventano baratri e altri montagne. Di come si perde tutto e poi di tutto ci si dimentica. Di questo dolore e amore e sofferenza e pudore. Di questi dispositivi fragili che siamo».«Voglio mettermi uno zaino sulle spalle e partire per un cammino di Santiago sentimentale. Voglio osservare e perdermi, aggiornare man mano le credenze acquisite e girovagare senza meta nella speranza di trovare degli indizi che mi permettano di orientarmi nei meandri dell’incommensurabile disastro delle nostre vite emotive.» È la dichiarazione d’intenti di Elisa, che dopo decenni passati ad ascoltare le sventure amorose di amici, parenti, conoscenti, decide di imbarcarsi in un vero e proprio percorso di scoperta, un viaggio-inchiesta sugli italiani e l’amore diverso da ogni altro, che la porta nelle vite di 90 sconosciuti, incontrati attraverso lo schermo di un computer. Con ciascuno di loro imposta una lunga conversazione, ponendo domande intime e a volte spietate. Da ciascuno ottiene risposte più o meno sincere, sempre sorprendenti. E in questo libro le restituisce usando la casa come metaforico filo conduttore: in questa grande confessione collettiva ci sono infatti faccende di famiglia che si incontrano in corridoio, vicende vergognose relegate nello sgabuzzino, ritagli di relazioni dimenticati in un cassetto e scene di sesso in cucina. Leggere Grand Tour sentimentale è come leggere le nuvole: un libro che contiene moltitudini. -
Sul colle più alto. L'elezione del presidente della Repubblica dalle origini a oggi
Una lunga storia da conoscere per capire come sarà il prossimo settennato presidenziale in un momento delicato come quello della ricostruzione dopo la crisi della pandemia tra i destini del «governo di salvezza nazionale» e le necessità del Piano di ripresa e resilienza.Che cosa rende l’elezione del presidente della Repubblica un avvenimento politico così importante e imprevedibile nel suo sviluppo e, per questo, così avvincente? L’esperienza di questi ultimi anni ha insegnato quanto sia essenziale il suo ruolo in un sistema parlamentare e in un Paese, come il nostro, in eterna transizione politica e, di conseguenza, quanto sia decisiva la sua scelta. È con questo spirito che Valdo Spini rievoca in queste pagine le figure che si sono succedute come capi dello Stato da De Gasperi a Mattarella ricostruendo il modo in cui sono stati eletti e come sono arrivati alla carica rappresentativa più alta della Repubblica. Sono quattordici vicende che fanno quasi tutte storia a sé perché presentano svolgimenti molto diversi tra loro, a seconda degli anni, dei protagonisti e del contesto politico. Ma i tratti comuni non mancano: la volontà del Parlamento come corpo collettivo, il ruolo dei singoli parlamentari e anche le insidie rituali come quella dei cosiddetti «franchi tiratori». Spesso è accaduto che chi è entrato papa in conclave ne è uscito cardinale: non sempre, infatti, le leadership dei partiti maggioritari hanno portato al successo il candidato con cui avevano iniziato le votazioni. -
Pellegrini dell'universo. L'uomo nello spazio tra esplorazione e turismo
Piero Bianucci racconta in queste pagine la grande avventura dell'uomo nello spazio dall'astronomia degli antichi alle scommesse di un futuro sempre più vicino.L'elicottero Ingenuity sorvola il deserto rosso di Marte, il robot Perseverance accantona pietre che nel 2030 un altro robot porterà sulla Terra. Il programma Artemis per la prima volta nel 2025 farà camminare una donna sulla Luna. La prossima Stazione spaziale girerà intorno alla Luna e si progettano alberghi esclusivi in orbite terrestri e lunari. Tre miliardari - Jeff Bezos, Elon Musk, Richard Branson - hanno in lista di attesa centinaia di aspiranti turisti spaziali pronti a imbarcarsi sulle loro astronavi. A mezzo secolo dall'ultimo sbarco sulla Luna (1972), incomincia la seconda era spaziale. Il panorama geopolitico è irriconoscibile: non più due superpotenze in guerra fredda ma tre con la Cina che sta per diventare la prima. Non più il libero mercato americano contrapposto allo statalismo sovietico ma, in Russia e in Cina, un ibrido dei due, mentre negli Stati Uniti l'astronautica a fini scientifici cede il posto a quella commerciale. In un mondo abitato da otto miliardi di persone, l'uno per cento della popolazione possiede metà della ricchezza globale: è lì il serbatoio del turismo extraterrestre. -
Gli ospiti
Un romanzo d’amore e di disillusione, che raffigura con sensibilità e spietatezza una generazione, quella dei trentenni, cresciuta nel benessere e nell’individualismo. Una generazione che nella possibilità di fare le rivoluzioni e cambiare le cose non crede più. O forse sì?Lui è un giovane italiano, cervello in fuga che ormai da tempo lavora all’estero. Lei è una giovane turca che desidera vivere nel suo Paese. Quando insieme si trasferiscono a Istanbul, sulle prime la vita sembra dolce: certo, ci sono differenze culturali; certo, ci sono situazioni insolite; ma la città appare moderna e occidentale e l’amore è capace di superare ogni divergenza. Ma è il 2011, il regime di Erdogan comincia a serrare la sua morsa, nella società profondamente divisa tra laici e musulmani i semi della violenza stanno già portando frutto. L’inquietudine sfocerà nella rivolta di Gezi Park, che i due protagonisti vivranno in prima persona, ma con stati d’animo ed esiti profondamente e tragicamente diversi. -
L' Eneide di Didone
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.«È un romanzo femminista perché sovverte la narrazione maschiocentrica antica. Le dee, litigiose e rivali, ricalcano un vetusto modello patriarcale, mentre Didone e alcune altre (le Amazzoni, per esempio) anelano a una sorta di sorellanza.» – Marilù Oliva, intervista a Il Venerdì - la RepubblicaDidone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.