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Il respiro delle Ande. Millequattrocentonovantadue chilometri per ritrovare la mia vita
«Ogni parte del mio corpo brontola per la fatica ma io mi sento piena d'amore, pienamente innamorata del camminare. Respiro con amore, sorrido con amore. Che leggerezza!» Il Sufi Trail, in Turchia, stava per sfociare in tragedia: durante un trekking in solitaria Linda subisce una violenta aggressione a cui sfugge per un soffio. Qualcosa si spegne dentro di lei e, nonostante il sostegno di una terapia psicologica, le sembra impossibile gettarsi questo drammatico episodio alle spalle. E allora decide di affrontarlo di petto, con la vecchia tecnica, sempre efficace, del chiodo scaccia chiodo: un altro percorso, uno dei più difficili al mondo, un altro orizzonte, le Ande. Sempre da sola, tra dicembre 2019 e marzo 2020 affronta il Greater Patagonian Trail, famoso per «ricompensare gli umili e umiliare i superbi», che si snoda da Santiago del Cile fino al lago Viedma. Chilometri di natura selvaggia e sentieri non marcati, in cui i quattro elementi, acqua, aria, fuoco e terra, dominano incontrastati nella forma di impetuosi torrenti, tempeste apocalittiche, vulcani ancora attivi e un'impenetrabile vegetazione. Una sfida contro se stessa, ma soprattutto un rito di purificazione che la porterà agli estremi del mondo. E la ricongiungerà alla vita. -
Campo tre. Sul K2 in inverno e altre storie ostinate
Gennaio 2021: ventidue alpinisti provenienti da tutto il mondo sono riuniti al campo base del K2. Diverse spedizioni, un solo obiettivo: la vetta della seconda montagna più alta del pianeta, l'unico Ottomila a non essere ancora stato conquistato in inverno. La montagna chiama, la montagna respinge: l'assalto al K2 sarà un'odissea per tutti, un trionfo per alcuni e un dramma per altri. Mattia Conte è il solo italiano insieme a Tamara Lunger a prendere parte all'impresa. Di sport nella vita ne ha provati tanti, sempre spingendo al massimo delle possibilità, ma la sfida del K2, dove si ferma a 7050 metri con una temperatura di -51° C, è la più dura e sofferta. Su quella montagna Conte è testimone della storica conquista della cima da parte di Nirmal Purja e dei suoi compagni nepalesi, ma anche della morte del suo mentore e amico Sergi Mingote e di altri quattro alpinisti. Mattia è tornato col cuore gonfio di dolore, ma non ha smesso di sognare il suo prossimo traguardo: l'Everest in invernale. -
Intelletto d'amore. Quattro donne e un poeta, Dante Alighieri
Beatrice, Francesca, Gemma e Taide: donne diversissime, con storie diversissime, che hanno in comune un uomo, Dante Alighieri. Due le ebbe accanto in vita, Beatrice e Gemma, la musa e la moglie; due le cantò nella Divina Commedia, Francesca e Taide, l'amante e la cortigiana. Ma forse i ruoli non sono così netti come sembrano? La verità è che la virtù e il peccato, la ragione e il torto, il Paradiso e l'Inferno sono frontiere permeabili, e proprio in questa zona grigia stanno le possibilità di sorprendersi ed emozionarsi, di ridere e piangere, come ci accade di fare ascoltando, per la prima volta, le voci di queste quattro protagoniste. Con ironia e acume, Lella Costa e Gabriele Vacis le chiamano a raccontare la loro vicenda, ponendole al centro della scena e arricchendone la «testimonianza» di riferimenti e digressioni, di incursioni in altri testi, da Euripide a Shakespeare, e di balzi repentini nell'attualità degli smartphone, dei tormentoni dell'estate e dei batticuore per i divi. Ne nasce una versione della vita e dell'opera dantesca inattesa e giovane, che mescola racconto storico, esegesi, esperienza quotidiana e personale saggezza, espugnando con audacia il piedistallo del Sommo Vate per restituirci un uomo ispirato, appassionato e vivo. Perché la poesia di Dante, scrivono gli autori, era la musica del suo tempo. Una serenata rap che piaceva ai suoi coetanei, ma con ali così forti da oltrepassare i secoli. -
Invisibile meraviglia. Piccole lezioni sulla natura
Per spalancare il panorama di meraviglie che l'universo naturale contiene non occorrono grandi spedizioni, possono bastare un parco cittadino, un balcone, persino una fessura nel pavimento di casa. Tenendo gli occhi e la mente bene aperti impareremo a decifrare le voci delle rondini e le abitudini dei merli, ad amare alcuni insetti e a combatterne altri, a seguire il ritmo con cui di stagione in stagione si vestono e si svestono gli alberi, dal flessuoso salice al burbero castagno.Seguire i voli delle rondini o le fioriture delle veroniche. Scoprire che il rospo si «innamora» per primo e che il picchio sa vedere nel futuro. Ricordare che della pervinca scriveva Giovanni Pascoli, dell'usignolo John Keats, e dell'upupa il poeta persiano Farid ad-din Attar. Per spalancare il panorama di meraviglie che l'universo naturale contiene non occorrono grandi spedizioni, possono bastare un parco cittadino, un balcone, persino una fessura nel pavimento di casa. Tenendo gli occhi e la mente bene aperti impareremo a decifrare le voci delle rondini e le abitudini dei merli, ad amare alcuni insetti e a combatterne altri, a seguire il ritmo con cui di stagione in stagione si vestono e si svestono gli alberi, dal flessuoso salice al burbero castagno. «Da quando ho memoria di me, le scienze naturali sono sempre state la mia unica vera passione» ricorda Susanna Tamaro. Una passione mai sopita e che in un tempo di lutti e difficoltà come l'attuale si impone come una necessità, quella di tornare a meravigliarsi, a provare gratitudine per la ricchezza e lo splendore dell'esistente. Il suo «taccuino di appunti» prende vita lungo i mesi grazie a un'osservazione quotidiana colta e intima, che si incanta per il volo delle coccinelle e dialoga con i grandi autori del passato, da Plinio il Vecchio a Charles Darwin. Ritroviamo così una dimensione domestica e sorprendente della natura che appartiene a tutti noi e che abbiamo il diritto di conoscere di più e meglio: perché la conoscenza è la prima e più necessaria forma dell'amore. -
L' alta fantasia
Libro candidato da Paolo Di Paolo al Premio Strega 2022Un racconto di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo su Dante, la ricostruzione di un Medioevo vero, sporco, luminoso e umano: una prova d'artista intessuta di passione e di poesia.Ravenna, 1321: esiliato e misconosciuto, Dante Alighieri esala l'ultimo respiro. Nel convento delle clarisse di Santo Stefano degli Ulivi, l'albero di mele selvatiche che le suore chiamano «l'albero del Paradiso» smette misteriosamente di dare frutti. Trent'anni dopo Giovanni Boccaccio, studioso appassionato dell'opera dantesca, riceve un incarico singolare: andare in quel convento, dove risiede la figlia di Dante, divenuta monaca con il nome di suor Beatrice, e consegnarle un risarcimento in denaro per l'esilio ingiustamente subito da suo padre. Sarà un viaggio di riparazione e di scoperta, ma anche di fatica e pericoli, non ultima l'accoglienza non sempre entusiastica ricevuta dai conventi dove l'opera del Sommo è ancora vietata, in odore di eresia. E per Boccaccio sarà l'occasione di riandare ai momenti più importanti della vita dell'Alighieri, le sensibilità di bambino e l'incontro con Beatrice, la politica e i tradimenti, l'amarezza della cacciata da Firenze, il tormento e l'estasi della scrittura. Trovando conferma, lui, scrittore, di quanto il dolore promuova l'essere umano a una più alta conoscenza. Pupi Avati ci consegna con il suo nuovo romanzo l'opera di tre vite: l'incontro inaspettato attraverso i secoli tra un regista e scrittore e due maestri della cultura italiana. Un racconto di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo su Dante, la ricostruzione di un Medioevo vero, sporco, luminoso e umano: una prova d'artista intessuta di passione e di poesia.Proposto da Paolo Di Paolo al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:«Non è un gesto semplice quello che consente a una realtà storica di riacquistare visibilità e tangibilità. Occorre fare in modo che l'immaginazione si incarni. Un lavoro per artisti – capaci, per esempio, di far tornare a vivere ""una inclemente tempesta"""" che segna la fine dell'estate del 1321. Una pioggia """"cattiva"""" che batte sulle strade di Ravenna, nel giorno in cui muore Dante Alighieri. Nessuno può riportarci lì, se non la macchina del tempo allestita da un narratore. La pioggia si ferma per un istante. Il racconto può cominciare: e Pupi Avati ne fa coincidere la traiettoria con quella percorsa da Giovanni Boccaccio. L'autore del Decameron è incaricato di raggiungere la figlia di Dante, fattasi monaca, per consegnarle un risarcimento, una somma di denaro con cui Firenze prova a farsi perdonare per l'esilio subito dal poeta. Avati ricostruisce il viaggio tappa per tappa, emozione per emozione, facendoci misurare la portata simbolica e il peso emotivo. Il viaggio di Boccaccio è un atto di restituzione non solo concreta, ma ideale: è il cammino di un uomo ammirato verso la radice di quella ammirazione, è il tentativo di cogliere, a posteriori, il segreto del genio altrui, di darsi risposte sul mistero della creatività. È, in fondo, il viaggio che, in settecento anni, abbiamo fatto anche noi – studenti, studiosi, lettori appassionati, esposti al bagliore di un talento senza... -
I cani di Raffaello
Una storia di ricerca e d'amore, dietro cui si staglia la parabola struggente dell'artista contemporaneo Félix González-Torres e del suo compagno Ross Laycock, morto di Aids. Il percorso di scoperta di Raffaello è una riflessione aperta sul nostro tempo: la passione deve sintonizzarsi con la ragione, per riuscire a salvarci.L'arte può salvare? L'arte può uccidere? Da mesi Raffaello si rigira in testa queste domande: da quando Matteo, il figlio della sua compagna, ha perso un occhio ed è finito in coma per un'aggressione omofoba. E all'improvviso tutta la sua cultura, tutta la bellezza che ogni giorno studia come professore di Storia dell'arte contemporanea all'Università Ca' Foscari di Venezia, a Raffaello non bastano più. Vuole una cosa sola: la vendetta. Ha deciso di tenere un ultimo corso, sull'arte minimalista e concettuale. Ai suoi studenti intende lasciare un messaggio: la bellezza non salverà il mondo da sola e le stesse emozioni che danno luce alla vita rischiano di colorarla di violenza. Sarà il suo canto del cigno prima di abbandonare l'alveo rassicurante della teoria, e passare alla brutalità dei fatti. Non bastano a dissuaderlo né la compostezza della sua compagna, Rosaria, né la dolcezza della dottoressa Jeanne de Couteaux, che cura Matteo: con l'aiuto del Colombiano, commerciante di pietre preziose con un passato nella lotta armata, Raffaello mette in atto il suo piano indicibile. -
Oggi c'è scuola. Un pensiero per tornare, ricostruire, cambiare
Suona la campanella e, nonostante le incognite, la scuola si prepara a una nuova stagione. Ma sarà davvero nuova? Basta un rapido appello per scoprire che troppi sono gli assenti. Intanto, oltre un milione di ragazzi hanno smesso di frequentare, impossibilitati a seguire le lezioni per mesi perché senza computer, senza connessione, senza risorse. Poi, manca lo spazio: in edifici affollati e male organizzati, qualunque tipo di distanziamento necessario comporta un ritorno alla Dad, la famigerata didattica a distanza. Infine, mancano ancora le parole per venire a patti con il trauma vissuto, per elaborarlo attraverso il racconto. Il panorama che abbiamo di fronte non è fatto, però, solo di vuoti. Il tempo passato lontani è stato anche un tempo di scoperta: di nuove possibilità didattiche, di una diversa alleanza con le famiglie, di inattesa flessibilità. La scuola è stata a lungo capro espiatorio per ogni genere di problema e laboratorio di riforme ampiamente peggiorative ed è tempo di cambiare registro. Di darle risorse, per migliorare gli edifici e motivare gli insegnanti. Di darle spazio, portandola nei parchi, nei musei, nei centri delle città. Di darle tempo, quello di un dialogo con le istituzioni, con le famiglie, con i ragazzi, dialogo che era mancato o si era interrotto da ben prima della pandemia. Mariapia Veladiano scrive pagine «alla scuola» più ancora che «sulla scuola»: in questo libro critico ma affettuoso la chiama a ritrovare una dimensione più egualitaria, più efficiente, più giusta. Disegna con proposte concrete un possibile percorso e una filosofia della ricostruzione per un'istituzione che può rinascere. Perché quest'anno non basta cominciare la scuola. Bisogna ricominciare dalla scuola. -
La macchina zero. Mario Tchou e il primo computer Olivetti
Graphic novel con tavole a colori. Il 9 novembre 1961 sull'autostrada Milano-Torino pioveva a dirotto. Mario Tchou, capo della Divisione Elettronica Olivetti, era in auto verso Ivrea dove avrebbe presentato le ultime novita al consiglio di amministrazione. Aveva 37 anni, e sarebbe stato l'ultimo dei suoi viaggi. Su richiesta di Adriano Olivetti, era tornato in Italia dagli States dove dirigeva il prestigioso Hartley Laboratory. Aveva presentato alla Fiera di Milano un Elaboratore Elettronico Aritmetico, Elea 9003: il primo computer amente realizzato con elementi allo stato solido, i transistor. Questa macchina segnò un passaggio tecnologico fondamentale. Da allora, il mondo non sarebbe più stato lo stesso. -
La collina dei lupi
Un uomo, chiuso in prigione e a pochi passi dalla fine. Una macchina da scrivere, recuperata in carcere per lui che a stento sa tenere in mano una penna. Una confessione che è anche l'unica terapia rimasta, uno sguardo lucido al Demone da cui tutto ha avuto origine, custode implacabile di un'infanzia che non ha conosciuto altro che violenza. Le parole cadono come gocce, sequenze che nessuna grammatica può controllare, mentre prende forma la storia di Duke, come una tragedia antica, in cui «sangue chiama sangue». Il male è una spirale mossa da improvvise accelerazioni che portano sempre più in profondità, nell'abisso dove non arriva nessuno psicologo, nessuna medicina, nessun «affido d'urgenza ». Una meccanica inesorabile che spegne pure quella luce che a tratti s'intravede, flebile. Clara. Billy. La logica del Demone colpisce più forte proprio quando Duke vorrebbe proteggere, guarire, sottrarre alla contaminazione e alla morte. Una meditazione acuminata e sconvolgente sul destino, sulla scelta e sulla giustizia: se è vero che quello che abbiamo ereditato non può essere sradicato e deve compiersi, come può un bambino cresciuto alla Collina dei Lupi trovare la strada per salvarsi? E a quale legge obbedirà chi avrà il compito ingrato di giudicare? -
La milanese 2. Il viaggio continua
È la donna più internazionale d'Italia: cresciuta da mamme globetrotter, balie neozelandesi e specialmente dal «tato dell'Essex», la milanese va a New York con l'obiettivo di sentirsi un po' come a Milano ma poi arreda casa propria come a Tokyo per non apparire provinciale. La mattina si sveglia e sa che deve cominciare a correre e, probabilmente, prendere un aereo. O almeno un monopattino, per lanciarsi in una giornata multiforme: immersioni nel foliage e Dinner Conversations, lecture sull'empowerment e seminario di PNL, corso di yoga e incontro galante con sex toys ultimo modello, e-shopping e cena a chilometro zero, consiglio d'amministrazione e appuntamento dallo sciamano... Stancante solo a pensarci? Non per lei, che come motto ha «work hard, play hard» e che in queste pagine volteggia, seguita dall'ironia colta e leggera di Michela Proietti, tra mondanità e impegno. Perché coniugare ricerca della perfezione e qualità della vita si può: una milanese lo sa, perché lo fa da generazioni. Prefazione di Inès de la Fressange. -
Prima che tu venga al mondo
Quando è stata l'ultima volta che avete fatto qualcosa per la prima volta? Che avete scoperto qualcosa di inaspettato e avete provato un'emozione nuova? Immaginate un uomo che, superata la soglia dei cinquant'anni, diventa padre quando ormai, in famiglia e sul lavoro, si era adagiato su una perfetta vita da figlio. Che cosa può rompersi o scatenarsi all'improvviso? Il libro di Massimo Gramellini è il racconto di una trasformazione e di un'attesa. Nove capitoli, uno per ogni mese di «gravidanza», che compongono una lunga lettera, emozionante e ironica, destinata a un bambino che non c'è ancora mentre si fanno i conti con un padre che non c'è più. Una storia d'amore e di rinascita che ci ricorda come attraverso gli altri possiamo ritrovare in noi stessi infinite risorse e comprendere ciò che conta davvero. Se «la vita è un gioco e vince chi ritorna bambino», per riuscirci bisogna prima diventare adulti. -
Inter nos. Interismi 2021
«Il mondo si divide in due. Ci sono quelli che amano i gatti, Londra e l’Inter. E quelli cui piacciono i cani, Parigi e la Juventus. L’Inter (come i gatti e Londra) è fascinosa e imprevedibile. La Juve (come i cani e Parigi) è solida e rassicurante. Il resto è contorno.» Lo scudetto 2021 ce lo ricorda, perché segna il ritorno alla vittoria dei nerazzurri allenati da Antonio Conte. Ma anche la batosta dei bianconeri del divo Ronaldo, e la fine di un’epoca, dopo nove scudetti di fila. Beppe Severgnini torna a scrivere della sua squadra del cuore, che negli ultimi vent’anni ha saputo raccontare con passione e ironia, dal disastro (5 maggio 2002) al trionfo (Triplete, 22 maggio 2010), dal post-Mourinho all’arrivo di Conte, su cui non ha mai avuto dubbi: «Un ottimo allenatore e un grande attore». Inter nos vuol dire «tra di noi». In questo libro si intrecciano l’interiorità del tifoso nerazzurro, le difficoltà del lungo interregno (2011-2021), le interposizioni con i fulminanti ritratti della formazione titolare (finalmente ce n’è una!), le interruzioni di un campionato affaticato dalla pandemia. E le interferenze. Come il goffo tentativo, ispirato da Real Madrid e Juventus, di creare una Superlega europea. Inter nos è una dichiarazione d’amore, divertente e serissima, che va oltre il calcio e arriva alle radici della passione sportiva: ricordi e famiglie, figli e amici, ansie ed euforia, fibrillazioni e fantasia (Lautaro e Lukaku, quanto li abbiamo aspettati!). E poi lo scudetto, finalmente. -
La fuga di Enea. Salvare la città in fiamme
«È questo il modo in cui finisce il mondo. Non con uno schianto ma con un lamento». Quello che Antonio Scurati compie in queste pagine è un grande viaggio d'autore nella crisi italiana che la pandemia ha trasformato in dramma. Un percorso attraverso i commenti scritti in questi ultimi anni che svela il rischio del populismo e di un ritorno al fascismo, la condanna dei pochi nuovi figli e l'assenza di un deciso investimento nell'istruzione e nel futuro dei giovani. Un futuro che ricade sulle spalle di una generazione di adulti, quella cui appartiene l'autore, che sembra quasi vittima di se stessa: incapace di reagire e di difendere i padri, pronta a vivere solo nel presente, schiacciata dalla paura e con un vicino che viene da un altro mondo ancora troppo lontano. C'è, però, una luce di fiducia e speranza che illumina il racconto di questo nostro presente, l'indicazione di un cammino per risorgere che parte dal mito: la fuga di Enea in cui c'è la nostra salvezza. Il padre caricato sulle spalle e il figlio per mano: gli esseri umani sono coloro che soccorrono i loro simili più fragili, i malati, gli indifesi. Per preparare un futuro alla prossima generazione. Un atto di accusa al Paese di oggi, sospeso tra decadenza e occasione di redenzione. Un pamphlet intenso, a tratti anche intimo, che non fa sconti a nessuno ma anche un accorato appello all'impegno e alla mobilitazione etica che traccia la strada per la politica, per le istituzioni e per ognuno di noi. -
Padiglione Italia. Bestiario fantastico per un paese paradossale
«Ogni giorno, il bel paese ci offre uno sgangherato spettacolo teatrale di cui non si sa se ridere o se piangere.»Vizi e costumi, trasformismi e maschere della politica, ambiguità e paradossi della cronaca quotidiana. Aldo Grasso è un maestro nell'infilzare con la sua penna ironica e appuntita la contraddittorietà dell'esistere, le luci e le ombre di tutto ciò che ci passa sotto gli occhi, curiosando nelle pieghe dei personaggi, senza risparmiare nessuno: da Grillo a Toninelli, da Asor Rosa a Salvini, da Toti ad Arcuri, da Gratteri a Montanari, da Speranza a Meloni. Mai con facile indignazione e pedante supponenza e sempre con curiosità e disincanto: da vero moralista, insomma, che si occupa della natura intima dell'uomo; da polemista autentico, teso anzitutto a smascherare l'ipocrisia dominante. In queste pagine, con il ritmo e l'ispirazione delle grandi favole morali di Esopo, si susseguono gustosi ritratti di illustri campioni e irresistibili incapaci ma anche quadri di varia e dissestata umanità che insieme compongono un più ampio inventario, spietato e verissimo, dei disturbi culturali e politici che colpiscono la vita italiana contemporanea. -
Il cielo oltre le polveri. Storie, tragedie e menzogne sull'Ilva
È l’unica prospettiva di lavoro e quindi di vita. È un mostro sorpassato dai tempi. È una grande impresa italiana. È uno scandalo nazionale. È l’Ilva: fin dalla fondazione un’azienda considerata strategica per il nostro Paese, un’industria siderurgica con alle spalle quasi settant’anni di storia. Ma che ha visto tragedie come quella di Francesco Zaccaria, finito in mare con la cabina della sua gru durante una tempesta; e quella di Alessandro Morricella, consumato vivo da una colata incandescente; e molte altre. Periodicamente, singoli eventi emergono nella cronaca: contaminazione ambientale, malattie, vittime sul lavoro.Ma dietro le notizie e le vicissitudini giudiziarie si staglia, più vasta e apparentemente senza fine, la maledizione di un’intera città, Taranto bella, avvelenata e impaurita, Taranto che si chiude in casa nei «Wind Days». A ciascuno il suo dramma, per ciascuno la stessa domanda: come cambiare il corso di questa storia?Valentina Petrini è cresciuta proprio a Taranto, in un quartiere operaio a ridosso dell’Ilva dove le polveri si posano sui balconi delle case e sui giochi dei bambini. Si è trasferita a Roma per costruire una carriera. Torna sui luoghi della sua infanzia per fare i conti con il grande racconto nero dell’Ilva. Lo compone in queste pagine con sensibilità e con forza, parlando con i testimoni e i parenti delle vittime, interpellando professionisti e istituzioni, seguendo i dibattimenti in aula, interrogando il suo stesso passato. E scrive un libro necessario, intenso e vivo, dopo il quale non sarà più possibile dire «non sapevo». -
Il tesoro leggero. L'avventura dei polmoni dalla pandemia al futuro della scienza
Sono organi raffinatissimi e delicati: sintetizzano, inventano, determinano il miracolo della vita. Sono i nostri polmoni, leggeri e preziosi, la loro attività non si può fermare nemmeno il tempo necessario per curarli, perché nessuno sopravvive senza ossigeno, nessuno può stare più di pochi minuti senza respirare. Quando un nuovo virus sconosciuto e letale ha cominciato a insidiare proprio i polmoni, ci siamo accorti che la maggior parte di noi li conosce pochissimo: come funzionano, cosa occorre per mantenerli in salute e cosa li mette in crisi? Quali malattie li colpiscono e come si curano? Quali racconti si nascondono nelle pieghe di una storia che dalle prime teorie di Ippocrate e Galeno ci porta alla grande e misconosciuta epidemia della tubercolosi, passando per l'invenzione di «macchine meravigliose» come il ventilatore e il saturimetro e per un susseguirsi di bizzarri esperimenti e ancor più strane malattie? I lunghi mesi di un'emergenza che ci ha tolto l'aria ci hanno fatto riscoprire l'importanza del «tesoro leggero» che sono i nostri polmoni. Luca Richeldi, che da pneumologo si è trovato in prima linea nella lotta al Covid-19, prende l'avvio da quei giorni terribili per costruire un libro che illumina il funzionamento del nostro respiro, ripercorre le svolte più importanti della ricerca, ci fa incontrare personaggi affascinanti attraverso cui raccontare il lavoro della scienza. Che è fatto di scoperta, di tenacia e anche di errori. E che va compreso con chiarezza e sostenuto con convinzione: ieri come oggi. -
Sapevamo già tutto. Perché la mafia resiste e dovevamo combatterla prima
Una ricostruzione lucida e ardente della lotta alla criminalità organizzata tra storia e attualità, tesa a evidenziare le vulnerabilità e gli aspetti culturali e di soft power che alimentano le mafie, ma anche a rilanciare con passione l'impegno del Paese e dei suoi cittadini contro uno dei suoi nemici più insidiosi.C'era bisogno davvero del pentimento del boss Tommaso Buscetta per convincersi della forza della mafia, quando esistevano già il rapporto del questore di Palermo Ermanno Sangiorgi di fine Ottocento e quello degli anni Settanta del generale dei carabinieri dalla Chiesa? Perché quei documenti non portarono a una reazione pronta dello Stato? Che rapporto si è creato nel tempo tra la mafia e le istituzioni più inerti e accidiose, e come possiamo rimediare oggi a errori e ritardi? A rispondere a questa e molte altre domande è Giuseppe Governale, a lungo ai vertici del Ros e della Dia, che spiega in queste pagine come e perché ha prevalso troppo a lungo la convivenza con il fenomeno criminale, e poi la «cultura dello zero a zero» della classe dirigente nazionale. Come se lo Stato avesse paura di vincere, non fosse per lo sforzo di molti rappresentanti della magistratura e delle forze dell'ordine, quanto meno dagli anni Ottanta in poi. Una ricostruzione lucida e ardente della lotta alla criminalità organizzata tra storia e attualità, tesa a evidenziare le vulnerabilità e gli aspetti culturali e di soft power che alimentano le mafie, ma anche a rilanciare con passione l'impegno del Paese e dei suoi cittadini contro uno dei suoi nemici più insidiosi. -
Oro grigio. I signori dell'alluminio
Un grande racconto della bellezza e della difficoltà di fare impresa, che si intreccia alla saga di una famiglia e a quella di una nazione: delle sue epoche, delle sue sfide, del suo coraggio.Tutto comincia da un ragazzo, Baldassare Agnelli, che nella Milano del 1894 perde tutto, all'improvviso: i genitori, l'osteria che gestivano a porta Ticinese, la possibilità di mantenere se stesso e i suoi cari. Ha appena dodici anni e si adatta a fare i mestieri più disparati. Diplomatosi orafo cesellatore, si rivolge a uno dei più prestigiosi orafi della città che non solo lo prende a bottega ma lo manda in viaggio di lavoro: un'avventura nei Balcani durante la quale Baldassare avrà occasione di fare un favore al capo di una famiglia Rom. Verrà ricompensato con il dono del loro segreto: una tecnica ancora sconosciuta in Italia per la saldatura dell'alluminio su cui costruirà un'impresa di famiglia destinata a durare attraverso decenni ricchi di eventi. L'azienda degli Agnelli dovrà attraversare due guerre mondiali e una dittatura, le agitazioni sindacali degli anni caldi, l'Italia del boom tra espansione dei consumi domestici e dura battaglia contro l'acciaio, le crisi e le opportunità della Guerra fredda, l'espansione sui mercati internazionali, la sfida della Cina. Attraverso quattro generazioni, con i loro amori e le loro ambizioni, sapersi rinnovare restando uniti e mantenendo saldi i propri valori si rivelerà la chiave del successo. Il libro di Paolo Agnelli disegna, dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri e inoltrandosi nel futuro, un grande racconto della bellezza e della difficoltà di fare impresa, che si intreccia alla saga di una famiglia e a quella di una nazione: delle sue epoche, delle sue sfide, del suo coraggio. -
Soglie. La cultura occidentale di porta in porta
La porta è il luogo di passaggio per eccellenza, il segno di demarcazione tra due mondi, due stati, due momenti. Spesso l'attraversiamo inconsapevoli, presi dalla fretta di «entrare», e trascuriamo i valori metaforici e architettonici che richiama a sé. Significati e figure che variano a seconda del tempo, della civiltà, della destinazione d'uso (sacra o profana, pubblica o privata): gli ingressi descritti in questo libro inanellano una particolare e affascinante storia dell'arte in ventuno capitoli. D'altro canto, la soglia è un elemento legato ai concetti universali di cambiamento e di evoluzione: oltrepassandola, marchiamo una transizione, ci muoviamo da ciò che conosciamo verso l'ignoto, esercitiamo l'immaginazione e nutriamo la curiosità. Per questo il simbolismo che la sottende contiene elementi di affinità anche a distanza di tempo e in culture molto lontane fra loro. La porta congiunge l'umano al divino, ed è perciò un territorio magico. Ma è anche uno spazio fragile: nelle fortificazioni era il punto da dove poteva insinuarsi il nemico. A sua protezione, ogni civiltà ha creato una serie di rituali di passaggio, di figure tutelari, di talismani, a salvaguardia di un transito che, come tutte le iniziazioni, contiene in sé il germe della minaccia e del pericolo. In queste pagine troverete ingressi di santuari preistorici, templi egizi, greci e romani, chiese medievali, fortezze, negozi, palazzi e ville. Scoprirete ciò che li rende speciali, il messaggio che è stato loro consegnato perché arrivi fino a noi. Soglie non è solo un libro d'arte e architettura, ma un irresistibile invito al viaggio, che ci apre porte finora socchiuse: se le abbiamo già attraversate, potremo soffermarci con occhi nuovi nel loro spazio ibrido; se ancora non le conosciamo, nascerà in noi il desiderio di varcarle rubandone tutti i segreti. -
Una creatura fatta per la gioia. Biografia poetica di Alda Merini
La sua storia, ricostruita con acume e originalità, gronda verità da ascoltare e vita da godere. A partire dalla lezione della transustanziazione più necessaria: quella del dolore in amore.Alda Merini: «una donna che cerca di estrarre da un dolore inimmaginabile, immeritato e continuo, un amore incondzionato per la vita». Così la descrive Maria Grazia Calandrone nell’affrontare i chiaroscuri di una protagonista anomala del suo tempo, insieme straripante e involontaria. L’esistenza di Alda è composta come un mosaico di tanti tasselli, raramente armonici fra loro, spesso pervasi dallo scintillio della predestinazione. La madre bellissima e il padre che le insegna a scrivere prima di mandarla a scuola. La guerra, e gli amori che sono come guerre, e il matrimonio che è anche un modo per mettersi al riparo, di porre la realtà quotidiana di una moglie e madre come argine al potere dirompente dell’ispirazione. La realtà sbagliata e violenta, però libera, del manicomio dove affronterà ben ventiquattro ricoveri. Le quattro figlie: ripetutamente perdute, date in affido mentre lei lotta con i suoi demoni e con le istituzioni. E l’epopea di un successo letterario, quello di una poetessa «nata due volte»: la prima nei salotti letterari milanesi del dopoguerra, e la seconda negli anni Novanta, con la consacrazione anche commerciale e la tossica ribalta mediatica. Leggerezza e intensità, sofferenza e passione, la capacità di leggere il presente e le persone, senza autoindulgenza né sentimentalismi: per tutto questo, Alda Merini è stata grande.