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L'educazione estetica dell'uomo. Testo tedesco a fronte
La Rivoluzione francese e il suo tragico epilogo influenzarono essenzialmente la letteratura e la riflessione tedesche posteriori al 1789. La “serie di lettere” sull’educazione estetica scritte da Schiller nel 1793, per ringraziare il principe Friedrich Christian von Holstein-Augustenburg del sostegno ricevuto in un momento di grave difficoltà, appartengono al diffuso percorso da una prima fase di entusiasmo a una di disincanto, quando non di dichiarata avversione. Quella prima serie di lettere andò distrutta nel 1794 durante un incendio del palazzo reale di Copenaghen. Su invito del principe, Schiller scrisse un nuovo trattato sull’educazione estetica mantenendo la forma epistolare. Lo arricchì di ulteriori riflessioni ed espunse i numerosi riferimenti diretti ai tumulti rivoluzionari presenti nella prima redazione. A emergere è l’appello all’autodeterminazione e alla formazione estetico-politica, a un’educazione estetica necessaria per tentare di ripristinare l’equilibrio classico di forma e vita. Pur nella consapevolezza dell’impossibile totalizzazione degli ideali di libertà, bellezza, umanità, si trattava (e con ogni probabilità è un compito per varie ragioni ancora urgente) di provare a ricomporre realisticamente nella natura umana stessa, e mediante l’arte teatrale, l’interezza e la totalità frante. Un tentativo per far fronte al buio dei tempi e alle menti offuscate, voraci di sogni e utopie. Il saggio introduttivo ricostruisce il contesto storico-genetico dell’opera e ne discute i problemi fondamentali. Le note al testo illuminano puntualmente singoli passi e riferimenti talora solo impliciti. Le parole chiave focalizzano i termini concettuali delle argomentazioni su cui si costruisce l’intera opera. La bibliografia propone sia titoli indispensabili per la comprensione del capolavoro schilleriano sia titoli per un suo più ampio inquadramento. Il testo tedesco a fronte è quello dell’edizione canonica di riferimento dei Schillers Werke. -
Trattato teologico-politico. Testo latino a fronte
Questa nuova edizione del Trattato teologico-politico (Amsterdam, 1670), con a fronte il testo latino edito da C. Gebhardt, intende contribuire a una più approfondita conoscenza di un'opera che ha svolto un ruolo decisivo nel processo di formazione della cultura e della coscienza europea su vari piani: la costituzione del metodo storico-critico per l'interpretazione della Scrittura, il riconoscimento del diritto alla libertà di pensiero e di espressione, l'affermazione dell'idea di tolleranza. L'esigenza di pervenire a una civiltà della tolleranza percorre in profondità la riflessione del Trattato. La sua problematica fondamentale si delinea a partire dalla constatazione che è l'elemento dottrinale delle credenze religiose, assunto dogmaticamente, ciò che fa sì che esse producano odio, divisioni, conflitti, violenze, rappresentando così una grave minaccia per la pace e la stabilità dello Stato. Indicare a quali condizioni è possibile impedire il dispiegamento del potenziale di intolleranza implicito nel dogmatismo e promuovere una pacifica convivenza tra confessioni religiose diverse è perciò l'obiettivo principale del Trattato. Per Spinoza occorre separare la filosofia dalla teologia, prendere coscienza che la religione riguarda essenzialmente la sfera etica e la pratica della vita, acquisire la consapevolezza che i contenuti teoretici delle religioni, le loro verità fondamentali sono poche, semplici e condivise. Questa edizione è curata da Alessandro Dini che ha insegnato Storia della filosofia all'Università di Firenze. Ha pubblicato saggi sul libertinismo e sul pensiero religioso di Ficino, Malebranche e Vico. Di Malebranche ha anche curato l'edizione dei Colloqui sulla morte (Firenze 2018). Alla filosofia di Spinoza ha dedicato una parte del lavoro Immagini della natura nell'età moderna. Tra metafisica e fisica (Pisa 2020). -
Eros dèmone mediatore. Il gioco delle maschere nel Simposio di Platone
Il Simposio, che Platone compose nel fiore dei suoi anni, è considerato un assoluto capolavoro non solo del pensiero filosofico greco ma della letteratura universale. Una parte non trascurabile di questo fascino risiede nella difficoltà di ricavare il senso ultimo di un testo che le molte voci rendono multiforme ed enigmatico. Partendo dalla sentenza di un grande negatore di Platone come Nietzsche, ""Tutto ciò che è profondo ama la maschera"""", Giovanni Reale avanza una nuova, organica interpretazione del dialogo valorizzandone proprio l'aspetto teatrale, e lega questa lettura ai suoi innovativi studi sulle dottrine non scritte di Platone. Questa nuova edizione di Eros dèmone mediatore è guida alla comprensione di una delle opere chiave della nostra civiltà e importante tappa nel lungo itinerario di studi platonici di un filosofo che non ha mai smesso di cercare appassionatamente la verità."" -
L' ora desiata vola. Guida al mondo dei rebus per solutori (ancora) poco abili
L'arte dei rebus sta in questo: riuscire a scorgere il messaggio che si nasconde sotto le cose.""È un rebus"""" dovrebbe significare """"è affascinante"""". Invece lo diciamo di ciò che risulta incomprensibile. A questa profonda ingiustizia si ribella un famoso giurista, che da bambino ha imparato a risolvere rebus prima facili e poi difficili e da grande ha notato che pochi si accostano all'arte del rebus, per timore di non capirla. Il rebus è invece il più incantevole degli enigmi. Intreccia parole e figure come accade solo nei sogni, che del rebus sono la variante notturna (come sapevano Artemidoro, Sigmund Freud e Primo Levi). I rebus però hanno sempre una soluzione e per trovarla basta saper usare quelle chiavi, e quei grimaldelli, di cui Pietro Ichino qui fornisce un giocoso e completo assortimento."" -
Gotico americano
È la notte delle elezioni. Bruna - che insegna Scienze politiche in un college di New York - è stata in tv per commentarne i risultati, ma l'angoscia che prova rientrando a casa non è dovuta alla vittoria del candidato repubblicano bensì al segreto che deve confessare a suo marito Tom. Da tempo intorno al loro matrimonio si affollano lunghe ombre: quella dei genitori di Tom, italoamericani perbenisti, radicalmente conservatori; l'ombra del tormento del figlio Mario, che manifesta un precoce disagio verso il suo corpo maschile; quella dell'alien number attribuito a Bruna dalla burocrazia statunitense. Questo libro è la storia di una famiglia, dei suoi segreti, delle sfide a cui è chiamata, ma è anche un appello rivolto a tutti noi. Yunus, il giovane studente afroamericano con il quale Bruna ha intrecciato una relazione, le lascia infatti un memoriale che è una requisitoria contro l'ipocrisia delle democrazie occidentali, un romanzo nel romanzo e una lettera d'amore. Ciascuno dei protagonisti cammina solo, dentro un buio più forte delle luci di Manhattan, alla ostinata ricerca della propria identità. Arianna Farinelli fa della diversità - etnica, culturale, religiosa, di genere - la lente attraverso cui misurare il mondo in cui viviamo. E attraverso la voce di Yunus ci addita come specchio il quadro di Grant Wood, American Gothic: ""Facce bianche di vecchi impauriti che pensano di proteggere il mondo con un forcone, ma il loro mondo già non esiste più"""". È la voce di chi ha perduto tutto, tranne la speranza che le parole possano costruire ponti verso un futuro di uguaglianza e libertà."" -
Il re
James Clavell ci regala un nuovo capitolo della sua saga asiatica, la storia coraggiosa di un uomo che deve vivere e sopravvivere alla terribile esperienza dei campi di prigionia giapponesi, un racconto basato sui tre terribili anni che lo stesso Clavell passò a Changi.«James Clavell è un narratore avvincente, un osservatore brillante, un uomo che comprende molto e perdona altrettanto» - The New York Timesrn«Changi divenne la mia università invece che la mia prigione. Tra gli internati c'erano esperti in ogni campo, in ogni percorso di vita, dai più alti ai più vili. Studiai e assorbii tutto quello che potevo, dalla fisica alla contraffazione, ma soprattutto appresi l'arte di sopravvivere, il corso più importante di tutti» - James ClavellrnrnSeconda guerra mondiale. Nel brutale campo di prigionia di Changi, in territorio occupato dai giapponesi, nei pressi di Singapore, un caporale americano detto il Re, tiene in pugno più di ottomila uomini senza speranza e attaccati alla vita. È un uomo spietato quanto brillante, capace di tener testa ai prigionieri e ai carcerieri, continuamente alla ricerca di un’improbabile salvezza all’interno di un abisso di sofferenza ma anche dell’opportunità di espandere il proprio potere, corrompendo o distruggendo chiunque gli si metta di fronte. -
L'ultima canzone di Bobby March
Glasgow, estate 1973. Bobby March, rockstar in declino dopo un esordio illuminato dal mito dei Rolling Stones, viene trovato morto in una camera d'albergo, la siringa nel braccio. E Alice Kelly, tredici anni, sembra scomparsa nel nulla. Il caso viene affidato all'ispettore Harry McCoy, incaricato anche di ritrovare un'altra ragazzina, Laura, nipote dell'ispettore capo Murray, in apparenza fuggita di casa. Le indagini si rivelano più complicate del previsto. Cercando di districare un groviglio di intrighi e menzogne, l'ispettore McCoy, affiancato dall'inseparabile Wattie, lotta contro il tempo per trovare Alice e Laura. Ma chi è il colpevole quando nessuno sembra realmente innocente? E dove sono finiti gli appunti musicali su cui Bobby March contava per tornare alla ribalta? In una Glasgow più calda che mai e più nera dei suoi crimini un altro caso per il tormentato ispettore McCoy. -
L' uomo di fumo
Londra, 1885. In Edgware Road viene ritrovato il cadavere di una donna. La testa spiccata riaffiora a dieci miglia di distanza dalle acque melmose del Tamigi. L'ennesimo delitto orrendo che rischia di restare irrisolto in una città abitata da relitti umani, attraversata da fogne a cielo aperto, popolata da spiriti vagabondi, fasciata in una perenne nebbia sporca. Il nascondiglio perfetto per l'uomo di fumo, Edward Shade, il criminale che tutti cercano e tutti accusano. Allan Pinkerton, il detective più celebre di tutti i tempi, è morto senza riuscire a catturarlo; e ora tocca al figlio William, che ne ha ereditato l'ossessione, portare a termine l'impresa fallita. Ma anche Adam Foole, gentiluomo trasformista che viaggia accompagnato da un gigante e da una bambina, ha le sue ragioni per ritrovare Shade: e sono ragioni che alludono a un amore perduto, a una lettera, a un viluppo di segreti. Le miniere di diamanti del Sudafrica, i campi di battaglia della Guerra civile americana, un paesaggio vittoriano modellato sul dolore e sulle speranze infrante: questi i fondali di un romanzo dal passo epico e dall'architettura stupefacente. -
La straniera
Sullo sfondo di una Torino multietnica e inquieta, raccontata attraverso gli occhi di due anime in transito provenienti da una cultura altra, una storia d'amore impossibile, insieme toccante e amara, che ha segnato l'esordio di una nuova e potente voce letteraria.«Uno storia orientale nella Torino di oggi. Un romanzo crudele come un crimine, scritto con poesia e fantasia» – Tahar Ben JellounStraniero. Diverso. Estraneo. Così è l'Architetto, un giovane uomo che dall'Iraq si è trasferito in Italia per gli studi universitari e vi è rimasto a lavorare senza incontrare eccessive difficoltà. E così è Amina, una ragazza marocchina che l'uomo incontra per caso e da cui si sente irresistibilmente attratto, contro la sua stessa volontà. Perché Amina vive una vita ai margini, molto diversa da quella dell'Architetto, la vita di chi non si è mai integrato, e per resistere è costretta a vendere il suo corpo. Sullo sfondo di una Torino multietnica e inquieta, raccontata attraverso gli occhi di due anime in transito provenienti da una cultura altra, una storia d'amore impossibile, insieme toccante e amara, che ha segnato l'esordio di una nuova e potente voce letteraria. Una voce in grado di infondere a un romanzo di grande contemporaneità tutto il fascino della letteratura islamica classica, creando uno stile inedito, diverso, straniero. -
L'ultima estate in città
Ma è sempre così, siamo quello che siamo non per le persone che abbiamo incontrato ma per quelle che abbiamo lasciato.rnrn«La qualità essenziale del romanzo è nell'avere illuminato con disperata chiarezza il rapporto fra un uomo e una città, cioè tra la folla e la solitudine» - Natalia Ginzburgrn«È ancora possibile scovare dei tesori: è il caso de L'ultima estate in città. Per questo libro Gianfranco Calligarich passerà alla storia» - Le Figarorn«Scoperto da Natalia Ginzburg e mai tradotto prima in inglese, L'ultima estate in città è un classico dimenticato della letteratura italiana, dello stesso livello de Il grande Gatsby o de Il giovane Holden. La sua recente ripubblicazione ha portato con sé il confronto con scrittore del calibro di Capote, Hemingway, Franzen e Moravia» - dalla quarta di copertina dell'edizione americanarnrnrnApprodato a Roma da Milano, Leo Gazzarra è un trentenne alla ricerca di se stesso, in fuga dal grigiore del nord e dalla mancanza di una prospettiva esistenziale. Colto e amanti dei libri, si accontenta di lavori saltuari e malpagati, girovaga per i caffè della città trovando nell’alcol un rifugio. Le sue relazioni sono quelle effimere e superficiali dei salotti, fatta eccezione per un amico sincero e per la ragazza fragile e inquieta che gli cambierà la vita. Dopo nemmeno mezza giornata di lavoro abbandona il posto sicuro e ben pagato in Rai: è la resa a un dolore che si placa e si riaccende negli incontri con gli affetti più veri. Intorno, una Roma falsamente accogliente, indifferente alle sorti di chi ci vive. Un romanzo feroce e amaro, che indaga il rapporto disincantato tra un uomo e la sua città e la contraddizione che lo condanna a sentirsi parte di un tutto e insieme inesorabilmente solo. -
Neve, cane, piede
Torna, arricchito di nuovi capitoli, il romanzo di Claudio Morandini che ha vinto nel 2016 il premio Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante ed è diventato un sorprendente e indimenticabile caso letterario.rnrn«Minuzioso e tragicomico... Un racconto avvincente e crudele, sconcertante, simile a quelle storie leggendarie che si raccontano la sera» - le MondernrnQuell'alpe è suo. Quella conca è sua. E anche tutto il vallone è suo. Può farci quel che gli pare. Gli animali sono suoi, come le rocce e l'erba e l'acqua e il ghiaccio. E se qualche volta ha sparato ai camosci per procurarsi la cena non deve renderne conto a nessuno. I camosci sono suoi. Pelle, carne, ossa, corna, tutta roba sua.Il romanzo è ambientato in un vallone isolato delle Alpi. Vi si aggira un vecchio scontroso e smemorato, Adelmo Farandola, che la solitudine ha reso allucinato: accanto a lui, un cane petulante e chiacchierone che gli fa da spalla comica, qualche altro animale, un giovane guardiacaccia che si preoccupa per lui, poco altro. La vita di Adelmo scorrerebbe scandita dai cambiamenti stagionali, tra estati passate a isolarsi nel bivacco sperduto e inverni di buio e deliri nella baita ricoperta da metri di neve, se un giorno di primavera, nel corso del disgelo, Adelmo non vedesse spuntare un piede umano dal fronte di una delle tante valanghe che si abbattono sulla vallata. ""Neve, cane, piede"""" si ispira a certi romanzi di montagna della letteratura svizzera, in particolare a quelli di Charles-Ferdinand Ramuz, o alle opere ancora più aspre di certi autori di lingua romancia, come Arno Camenisch. Leo Tuor o Oscar Peer: vi si racconta una vita in montagna fatta di durezza, di fatica, di ferocia anche, senza accomodamenti bucolici. Nell'ambiente immenso, ostile e terribile della mon-tagna, il racconto dell'isolamento dell'uomo, del ripetersi dei suoi gesti e dell'ostinazione dei suoi pensieri e reso dalla descrizione minuziosamente realistica che a volte si carica anche di toni grotteschi e caricaturali, soprattutto nei dialoghi tra uomo e animali, questi ultimi dotati di loquacità assai sviluppata."" -
L' amore che dura
Teso come un thriller, forte di un montaggio cinematografico che tiene incollati alla pagina, L’amore che dura è la storia di un amore nato al tempo della rivoluzione femminista. Lidia Ravera coglie con esasperata sensibilità gli slittamenti della vita di coppia, interrogandosi sulle ragioni del sentimento amoroso: dura quando l’altro è il fantasma che insegui e che ti insegue, il tuo pezzo mancante?rnrnC'è chi ha bisogno di amare e chi no. C'è chi ha bisogno di amare a sedici anni e dopo no. C'è chi si sazia di realtà e non ha più spazio per il sogno. E se sei sazio di realtà, vedi i tuoi contemporanei per quelli che sono. Donne e uomini.rnNon è un appuntamento d’amore, quello che si sono concessi Emma e Carlo. È piuttosto una resa dei conti. A quarant’anni da quando hanno scoperto l’amore insieme, a vent’anni dalla fine del loro matrimonio: quando Carlo è volato a New York a sfidare se stesso ed Emma è rimasta a Roma, a insegnare in una scuola di borgata. Oggi lui è diventato un regista quasi famoso, lei un’idealista fuori dal tempo. Lui ha girato un film che racconta con nostalgia la loro love story adolescente, lei l’ha stroncato su una rivista online. Lui si è offeso, lei è pronta a scusarsi. Ma quella è la colpa minore. L’altra, ben più grave, si è piantata fra loro come una spina. Lui non la immagina neppure, lei vorrebbe confessare ma non sa come. All’appuntamento va in bicicletta, difesa da un gilet di velluto vintage, armata di una borsa a bandoliera che contiene quattro quaderni neri traboccanti di verità. Ma la resa dei conti non avrà luogo. Un incidente la impedisce, o forse la ritarda soltanto. Resta il mistero dell’amore che dura, che resiste, anche se più Carlo ed Emma si allontanano dalla prima giovinezza più aumenta la distanza fra loro. Che cosa continua a tenerli legati dai movimentati anni settanta fino al disincanto del presente? Quella che Emma chiama la chimica dei corpi? O qualcosa di più misterioso e tenace? -
Mettere al mondo il mondo. Tutto quanto facciamo per essere detti creativi e chi ce lo fa fare
A un certo punto del secolo scorso si è sentita risuonare una parola rotonda ed espressiva: ""creatività"""". I discorsi sulla creatività si sono presto infittiti e allargati a ogni ambito dell'attività umana: la creatività è dei designer ed è dei cantautori, degli stilisti e dei programmatori di computer, dei pubblicitari e dei bricoleur, dei bambini e dei tecnologi. Cosa esattamente esprima una parola tanto espressiva è difficile e anzi impossibile da precisare. Intanto però questi discorsi hanno finito per edificare una sorta di piramide che dalla terra punta verso il cielo. La creatività eleva: come l'artista con la sua opera pare voler emulare il Creatore, così chiunque può sperare di parere un artista, grazie alla propria creatività."" -
Atlante dei luoghi infestati. Ediz. a colori
Questo Atlante raccoglie cinquanta fra i luoghi più spaventosi del pianeta e racconta le storie maledette che li infestano. Dal Regno Unito alle località più remote dell'Africa e dell'Asia e fino all'Antartide, esploriamo vecchi castelli, foreste, porzioni di deserto, cimiteri, villaggi abbandonati, antichi ponti nella giungla, edifici modernissimi. Per chi non si sognerebbe mai di avvicinarsi a un cimitero maledetto o alla barca infestata dal fantasma di Errol Flynn, questo libro sarà una riserva di storie a cui attingere, nel silenzio di una stanza in penombra, per alimentare il piacere dell'inquietudine.Un edificio è sempre infestato: che sia abitato, disabitato, lasciato cadere in rovina, ristrutturato. Che non sia nemmeno più un edificio, ma le sue scarne macerie. Infestati sono tutti i luoghi vissuti, che porteranno per sempre le impronte di chi ci è passato, ci ha trovato casa, se n'è andato, è morto. Segni sulle piastrelle, graffi sui muri, scalfitture nelle travi dei tetti, solchi nel verde. È proprio lì, nei dettagli, che spesso si nasconde l'infestazione: nelle tracce lasciate da chi non è più tra i vivi, ma dall'altra parte non è riuscito a trovare dimora. I loro fantasmi ci affascinano e ci spaventano, ci attraggono e ci respingono allo stesso tempo. Sebbene rappresentino la nostra paura più profonda, non riusciamo a staccare gli occhi dal grande buio che li nasconde. Questo Atlante raccoglie cinquanta fra i luoghi più spaventosi del pianeta e racconta le storie maledette che li infestano. Dal Regno Unito alle località più remote dell'Africa e dell'Asia e fino all'Antartide, esploriamo vecchi castelli, foreste, porzioni di deserto, cimiteri, villaggi abbandonati, antichi ponti nella giungla, edifici modernissimi. Per chi non si sognerebbe mai di avvicinarsi a un cimitero maledetto o alla barca infestata dal fantasma di Errol Flynn, questo libro sarà una riserva di storie a cui attingere, nel silenzio di una stanza in penombra, per alimentare il piacere dell'inquietudine. Per i lettori più temerari invece sarà un libro di consultazione, una guida, un volume dal quale prendere spunto per organizzare viaggi da brivido e per rispondere finalmente a una domanda che tutti ci accomuna: perché vogliamo avere paura? -
The stand. L'ombra dello scorpione. Vol. 1
Adattato da Roberto Aguirre-Sacasa, autore teatrale, cinematografico e televisivo di successo, e illustrato da Mike Perkins e Laura Martin, questo primo volume del graphic novel di The Stand. L’Ombra dello Scorpione apre le porte al mondo di orrore creato da Stephen King, i cui protagonisti, che si sono imbattuti nel morbo e ne hanno respirato l’aria nefasta, devono adesso passare alla riscossa.Dio ci aiuti tutti.Gli addetti ai lavori lo chiamano Progetto Azzurro, un agente biochimico sviluppato dall’esercito e sfuggito di mano ai suoi arroganti custodi. Charlie Campion e i suoi cari lo chiameranno ben presto morte. Per la gente comune tra la quale Campion diffonde il contagio, il nome del virus sarà Captain Trips, infernale sinonimo di una condanna a morte inflitta al 99 per cento di coloro che saranno affetti dal morbo. Per pochi eletti, invece, è una figura senza volto e senza forma in un sogno delirante, uno spettro minaccioso che si staglia su scuri e oppressivi campi di granturco, che osserva e insegue... Chi sono questi fortunati – se di fortuna si può parlare – apparentemente immuni alla morsa letale di Captain Trips? Uno è Stu Redman, che, rinchiuso in laboratori segreti prima ad Atlanta e poi nel New England, si aggrappa alla caparbietà, alla diffidenza per le istituzioni e alla voglia di futuro dell’uomo della strada. Un’altra è Frannie Goldsmith, giovane donna che porta in grembo una vita mentre attorno a lei il mondo crolla letteralmente a pezzi. E che dire di Larry Underwood? Un suo brano sta scalando le classifiche, la fama è vicina, eppure, mentre l’ombra sinistra di Captain Trips si allunga sul paese, Larry sa di dover affrontare il lato oscuro della propria anima. -
Camilla, la Cederna e le altre
«Guai a chi perde la capacità di indignarsi, ho sempre pensato, quindi non ho mai rinunciato a quella che considero una forma di giovinezza. E così ho scandalizzato i benpensanti, cioè quelli che vivono nel chiuso di poche idee sbagliate.»La delusa, la snob, l'eterna bambina, l'ex bellissima. Ma anche Maria Callas, Anna Magnani, Ava Gardner. La fioraia della Scala e la regina Elisabetta; le pareti nere dell'inventata (ma quasi vera) contessa di Belminy e la vestaglietta rosa di Licia Pinelli la notte in cui rimase vedova. Le donne di Camilla Cederna sono tante che bastano da sole a raccontare un'epoca. E in questa raccolta di articoli pubblicati tra il 1939 e il 1991 emerge anche il ritratto di una cronista al lavoro, che svela trucchi del mestiere ancora attuali: quasi un manuale di scrittura di costume. Sono gli anni in cui nelle redazioni ci sono solo bagni maschili; e in cui i colleghi scrivono di lei che è una ""merlettaia"""", una """"zitella"""", e che difende gli anarchici perché """"perlomeno odorano d'uomo"""". Ma sono anche gli anni in cui solo le giornaliste – come la Cederna così la Fallaci, la Mulassano, la Aspesi, tutte con l'articolo davanti al cognome come una tassa o la cifra di una carboneria – si accorgono della rivoluzione più radicale tra quelle in atto: quella, appunto, delle donne. E nel racconto degli amori, delle frustrazioni, dei vezzi e delle nevrosi delle signore che diventano """"moderne"""" si vedono i germogli dei nostri vezzi, delle nostre frustrazioni, delle nostre nevrosi. E naturalmente dei nostri amori."" -
Sapiens. I pilastri della civiltà
Il secondo volume della versione illustrata del bestseller internazionale sulla storia dell'uomo.Quando Homo sapiens addomesticò alcuni animali e certe piante, poté abbandonare lo stile di vita nomade per adottarne uno sedentario. Vivere insieme agli altri stimolò la nascita di credenze e miti condivisi. Grazie a un immaginario comune i gruppi umani, nel frattempo accresciuti di numero, si lanciarono in progetti sempre più ambiziosi come la fondazione di città e regni, dando vita alle prime civiltà della storia. Questo secondo volume del graphic novel tratto dal bestseller Sapiens. Da animali a dèi continua la narrazione là dove Yuval Noah Harari l'aveva lasciata: Homo sapiens è l'unico a essere sopravvissuto all'estinzione delle altre specie umane e di gran parte dei grandi mammiferi, ed è pronto a conquistare il mondo. Ma si trattò davvero di una marcia trionfale? A questa domanda risponderà un gruppo assai eterogeneo di personaggi, tra cui lo stesso prof. Harari, che con autoironia interpreta se stesso, Doctor Fiction, con una passione a tratti pericolosa per le finzioni e i miti collettivi, il diabolico Mefistofele, che nei panni di un'umile spiga di grano cambierà il destino dell'uomo, la rigorosa ma non sempre equa Lady Justice, e infine l'acuto e gentile avvocato praghese Franz K. che ci aiuterà a vedere al di là del labirinto di regole in cui ci muoviamo – o rimaniamo intrappolati. Con Sapiens. I pilastri della civiltà l'analisi storica di Harari trova nel brio narrativo del racconto a fumetti un adattamento divertente e intelligente che non mancherà di entusiasmare tutti gli appassionati del cammino dell'uomo dall'antichità ai giorni nostri. -
Histoire d'O
Un insuperato, scandaloso e divisivo classico della letteratura erotica di tutti i tempi, tradotto in ventidue paesi, che ha stregato e fatto discutere milioni di lettori.«Questo romanzo va oltre il dicibile, rompe ogni inibizione, dissipa la passione e incarna la natura impossibile dell'erotismo» – Georges Bataille«O si denuda, o soffre, o adora, ""Histoire d'O"""" è ben più di un romanzo erotico. Spesso imitato, mai uguagliato» – Clara Dupont-MonodCondotta al castello di Roissy dal suo amante René, O è sottoposta a un duro addestramento come schiava sessuale. Posseduta e seviziata, obbligata a soddisfare più uomini, viene istruita a colpi di frusta, abituandosi al dolore e alle continue umiliazioni e sopportando infinite sofferenze in nome di un pensiero più alto e edificante: l'amore incondizionato per René. Al termine del suo apprendistato, verrà consegnata da quest'ultimo, in segno di ammirazione, a un nuovo padrone, Sir Stephen, un uomo potente abituato a ottenere quello che vuole. Con lui conoscerà nuove vette di dolore, brutalità e amore, trovando la felicità proprio nel progressivo e totale annullamento della sua volontà. Un insuperato, scandaloso e divisivo classico della letteratura erotica di tutti i tempi, tradotto in ventidue paesi, che ha stregato e fatto discutere milioni di lettori."" -
Diario di un parroco di campagna
«Per lei l'amicizia è una vocazione», osservava un giorno un mio vecchio maestro, il canonico Durieux. «Stia attento che non si trasformi in passione. Tra tutte, è l'unica da cui non si guarisce.»«Questo scrittore di razza merita il rispetto e la gratitudine di tutti gli uomini liberi» – Albert CamusDal diario di un giovane parroco del piccolo paese di Ambricourt, nel nord della Francia, emerge il percorso umano e spirituale di un'anima semplice, determinata ad avvicinare alla fede autentica una comunità chiusa e ostile. Sfilano tra luci e molte ombre personaggi come il conte e la contessa, la loro figlia Chantal e l'istitutrice, il dottore di paese e l'ex compagno di seminario. L'unica arma contro la diffidenza dei compaesani è la parola del Vangelo portata di casa in casa in sella a una sgangherata bicicletta. Insignito del Grand Prix de l'Académie Française nel 1936 e tradotto in tutto il mondo, il Diario è stato adattato per il cinema da Robert Bresson nell'omonimo film del 1951. Un classico che svela i tormenti della lotta contro il Male ma anche la passione della giovinezza e dell'amicizia con una prosa cristallina e potente, da riscoprire oggi nella nuova traduzione di Stefania Ricciardi. -
L'inquilino del terzo piano
Da questo libro il film omonimo di e con Roman Polański.«Il reale non esiste, o lo si può scorgere soltanto se cambia forma o se l'osservatore cambia il punto di vista. Da mutante» – dalla nota introduttiva di Gilberto FinziSubentrato nell'appartamento di un'inquilina apparentemente suicida, Trelkovsky, scapolo tranquillo e ingenuamente anticonformista, si trova piano piano coinvolto in una misteriosa macchinazione ordita dai vicini. Reo inconsapevole e prigioniero di un'inesorabile metamorfosi, fuori e dentro casa, in una Parigi di comignoli e scale di legno, verrà perseguitato con accanimento in un crescendo di trappole e stregonerie. Una storia che ipnotizza il lettore riga per riga, creando un'insopportabile tensione psicologica generata dal quotidiano orrore della vita in un condominio.