Sfoglia il Catalogo ibs006
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6001-6020 di 10000 Articoli:
-
La notte si avvicina
Libro candidato da Romana Petri al Premio Strega 2021rnÈ sempre dal passato che arrivano i mostri.«Con una lingua carismatica che possiede l'energia selvaggia di una cronaca del soprannaturale, Loredana Lipperini ci consegna un'opera che ha affinità letterarie con due romanzi virtuosi ed eleganti come Lolly Willowes di Sylvia Townsend Warner e Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson» - Orazio Labbate, la LetturaItalia, 2008. L'anno della grande crisi economica e del più spietato disinteresse verso il mondo. Un paese ai piedi delle montagne, già segnato dal terremoto, circondato da militari, popolato da persone incerte, impaurite, rabbiose. E prigioniere. Un'epidemia, una nuova peste che dilaga e non perdona. Le streghe, come le epidemie, attraversano la storia, e in questa, di storia, ce ne sono tante: le mamme feroci che strappano a Maria i suoi figli, condannandola a una vita di solitudine; Chiara, smarrita nel suo mondo disseminato di presagi, sogni, visioni di fruste e angeli punitivi; Saretta, settant'anni, forte e vasta come una Grande Madre, con le sue complicità d'ombra e il dominio assoluto su Vallescura, il paese “noioso e grasso e poco ospitale” che sembra respingere i nuovi arrivati come un magnete e come un magnete attira a sé il male. Stella stellina / la notte si avvicina: parole consolatorie, parole micidiali. Un gotico italiano che ci parla dell'oggi evocando forze e misteri che arrivano dal passato, una filastrocca nera in cui l'ignoranza diventa ferocia, il peccato s'incarna nella malattia, e nessuno in fondo è innocente, nessuno può dormire in pace.Proposto da Romana Petri al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione: «Propongo con grande piacere per il Premio Strega 2021 il libro di Loredana Lipperini, La notte si avvicina, edito da Bompiani.rnQuesto bel romanzo ha, a mio parere, la qualità indispensabile alla letteratura di pregio: quella di sorprendere.rnContro ogni visione classica, la storia è concentrica, fatta dunque di tante storie che si intersecano, ma senza mai abbandonare il lettore che le segue con forte interesse e senza mai confondersi. Maestria dell’autrice.rnIl microcosmo preso in esame è un campione del mondo, la possibilità che avrebbe anche di espandersi, ma che per il momento resta lì, a memento del male che solo all’uomo è dato diffondere.rnIn un periodo ancora senza sospetti (2016) Lipperini comincia a scrivere di un luogo infettato dove la gente, colta improvvisamente da brividi, brucia di febbre e muore. Sopravvive solo chi non contrae la peste. Eppure nulla sarebbe casuale se l’occhio umano non fosse così negligente, perché non esiste pandemia che non sia annunciata, magari proprio da una crescente indifferenza dell’uomo verso i suoi simili. È allora che uno sguardo potente e malevolo (quasi streghesco) cade su un luogo qualsiasi per renderlo Inferno.rnColpisce la rara attenzione verso una lingua sempre accurata che mai cede alla tentazione del facile. Anche nello stesso parlato è sempre letteraria, impregnata della lezione morantiana che si fa portatrice di ogni strato sociale. Una lingua che avvolge, una fantasia debordante e un occhio attento ai cambiamenti epocali, fanno di questo romanzo... -
Quelli che ami non muoiono
Italo Calvino, Alberto Arbasino, Antonio Tabucchi, Daniele Del Giudice, Alice Munro e un imprevedibile scherzo ai danni del più noto e chiacchierato premio letterario italiano: sono i nuovi capitoli che arricchiscono questa edizione di un libro uscito la prima volta nel 2008 e fatto di incontri, viaggi, confronti, molta amicizia e qualche litigio con tanti dei più grandi scrittori del Novecento: da Moravia a Natalia Ginzburg, da Doris Lessing a Jorge Luis Borges, da Iosif Brodskij ad Amos Oz e, tra gli altri, Paul Auster, David Grossman, Salman Rushdie, Ian McEwan, senza dimenticare giganti come Giulio Einaudi, Federico Fellini o Lou Reed. Con questa brillante incursione nel nostro passato prossimo, negli anni in cui il mondo cambiava e la società letteraria volgeva al tramonto, Mario Fortunato ci mette di fronte a una verità semplice e assoluta: solo grazie alla scrittura la memoria può diventare racconto e dare immortalità alle persone e ai libri che abbiamo veramente amato. -
La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire
La prima e unica raccolta degli scritti della più grande scrittrice non scrivente d'Americarn«La donna più divertente d'America» - Edmund White, The Washington Postrn«Esilarante. A una dose di Huck Finn aggiungete un po' di Lenny Bruce, Oscar Wilde e Alexis de Tocqueville, un pizzico di tassista, giochi di parole vari, gergo tritato e completate il tutto con una spruzzata di prima della classe» - John Leonard, The New York Timesrn«Un libro pieno di manuali per il disvelamento della fesseria, istigazione all'autarchia, requisitorie contro ignoti e pure contro inanimati, teoremi, calcoli, deduzioni» - dalla prefazione di Simonetta SciandivasciFran Lebowitz è senza dubbio la voce umoristica più sferzante d'America. Ha un'opinione su qualsiasi argomento e non si fa pregare per esternarla. La sua grande amica Toni Morrison diceva: ""Ha sempre ragione perché non è mai imparziale."""" È arguta, crudele, pungente, se colpisce è per affondare. Newyorchese impenitente, amante della moda, dei mobili di lusso e dell'arte, è diventata suo malgrado un'icona di stile: dagli anni Settanta porta occhiali tondi tartarugati, camicia con gemelli, jeans, giacca di taglio maschile e camperos. Ha ufficialmente smesso di scrivere nel 1981 e da allora non ha mai smesso di parlare: si è ritagliata una carriera come public speaker e ha tenuto conferenze e interviste pubbliche praticamente su tutto: dalla politica alla moda, all'arte, al cinema, al teatro. Nessuno ha mai osato contraddirla. Qui sono raccolti quasi tutti i suoi scritti, tratti dagli unici due libri per adulti che abbia mai pubblicato (Metropolitan Life e Social Studies), corredati da un'intervista realizzata da George Plimpton all'indomani dell'inizio del blocco dello scrittore più famoso del mondo, e da un'intervista inedita realizzata dal curatore, che restituisce la viva voce di Lebowitz sui tempi (incerti) che corrono."" -
Il signore degli anelli
La nuova edizione del classico di J.R.R. Tolkien nella traduzione di Ottavio Fatica in un prezioso volume arricchito da 50 tavole illustrate dal pluripremiato artista Alan Lee.Il Signore degli Anelli è un romanzo d'eccezione, al di fuori del tempo: chiarissimo ed enigmatico, semplice e sublime. Dona alla felicità del lettore ciò che la narrativa del nostro secolo sembrava incapace di offrire: avventure in luoghi remoti e terribili, episodi d'inesauribile allegria, segreti paurosi che si svelano a poco a poco, draghi crudeli e alberi che camminano, città d'argento e di diamante poco lontane da necropoli tenebrose in cui dimorano esseri che spaventano solo al nominarli, urti giganteschi di eserciti luminosi e oscuri; e tutto questo in un mondo immaginario ma ricostruito con cura meticolosa, e in effetti assolutamente verosimile, perché dietro i suoi simboli si nasconde una realtà che dura oltre e malgrado la storia: la lotta, senza tregua, fra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un'allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi. -
La compromissione
Riflettevo a quale era stata la sorte della nostra generazione, spavaldamente illusa, fino a qualche tempo fa, d0essere chiamata a una specie d'appuntamento con la storia, e che ora soffriva per la caduta delle sue ambizioni come si soffre per un amore non consumato.rnTeramo, 1948. Marco Berardi, giovane professore di liceo e segretario della sezione locale del partito socialista, è fidanzato con Amelia, di famiglia ricca e cattolica, che accetta di buon grado idee diverse dalle sue. Dopo una storica e pesante sconfitta alle elezioni politiche, Marco comincia a dubitare delle sue convinzioni e in questa confusione il padre di Amelia lo convince a un matrimonio religioso, cosa che la ragazza considera una viltà per gli ideali di Marco. La coppia condurrà in ogni caso una vita agiata ma priva dell'armonia di un tempo. Quando Amelia perde il bambino che aspettava, i due restano insieme, tristi e incapaci di offrirsi un amore riconciliato, fino a quando Marco sprofonderà nell'autodisprezzo. Il romanzo, vincitore del premio Campiello nel 1965, impose Pomilio fra più importanti romanzieri del secondo dopoguerra, e letto oggi ha qualcosa di importante da dirci sui rischi che si annidano dietro i compromessi della vita e le scelte trasformistiche. -
1984. Millenovecentoottantaquattro
Capolavoro della letteratura distopica, Millenovecentoottantaquattro è la spaventosa visione di un mondo dominato da regimi totalitari e carico di foschi presagi. Un romanzo che ha ispirato generazioni di scrittori e lettori, entrato in profondità nella cultura popolare e da riscoprire in questa originalissima traduzione di Vincenzo Latronico.«Uno dei miei libri preferiti, lo rileggo di continuo» – Margaret AtwoodScritto a pochi anni dalla fine della seconda guerra mondiale, narra di un occidente grigio, oppresso dall'ideologia propagata dal Partito EngSoc, il cui leader infallibile e onnisciente è Big Brother. Winston Smith lavora per il Ministero della Verità a Londra: ogni giorno censura libri e articoli di giornale, modifica la memoria storica e impoverisce la lingua. È vittima e ingranaggio di questa mostruosa società nella quale non c'è spazio per il libero pensiero e tutti sono controllati da una tecnologia che invade ogni aspetto dell'esistenza. Quello che Winston non ha previsto è l'irrompere dell'amore nella sua vita: amore che avrà l'effetto deflagrante di una bomba in grado di spazzar via menzogne e indifferenza. Winston deve nascondere i sentimenti che prova per Julia perché il sentimento è bandito e avversato dal sistema, però comincia a desiderare un'altra vita possibile e a pretenderla a qualunque costo. Ma Big Brother non tollera nessuna forma di autonomia o dissenso, ed è pronto a prevalere con metodi scientifici e inesorabili. -
La fattoria di animali
George Orwell, uno degli scrittori e intellettuali più ispirati dal libero pensiero del novecento, ci regala un capolavoro di satira in questo romanzo sulla forza corruttiva del potere. Un libro da rileggere in nuova traduzione per apprezzare la tagliente ironia dell'autore nei confronti della Russia dell'epoca ma anche il monito rivolto a tutti noi: anche i migliori propositi politici possono sfociare in un regime di cupidigia e ingiustizia.«Se la libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuole sentirsi dire» – George OrwellIn una fattoria padronale vicino a Willingdon, in Inghilterra, gli animali da cortile decidono di ribellarsi alla loro condizione di sfruttamento. Sobillati da tre maiali leader, il vecchio Maggiore, Palla-di-Neve e Napoleone, cacciano il fattore, il signor Jones, e prendono il comando. «La fattoria degli animali», come viene rinominata la loro casa, è ripensata a vantaggio di chi possiede quattro zampe, e la lotta contro gli umani, «le uniche creature che consumano senza produrre», è un trionfo animato da ideali di uguaglianza e giustizia. Ma in questa favola per adulti non c'è un lieto fine. I valori di equità che hanno animato la rivolta si fanno più flebili e vengono stravolti a vantaggio di pochi. -
Turmac Bleu. Un'autobiografia sognata
Tra il vero e il falso, tra l’invenzione simbolica e una realtà che spesso supera la più folle delle immaginazioni, in un gioco dello spirito continuo che non mostra mai del tutto le sue carte, l’“autobiografia sognata” di Umberto Silva racconta insieme la storia di una famiglia, gli orrori e le dolcezze del vecchio mondo e lo splendore di un’epoca irripetibile.rnrn«Amoroso, tenero e insolente» - Barbara Alberti, Annarnrn«Un assecondare - rivisitare il flusso dei ricordi, lasciando in bella evidenza tutti gli spazi bianchi, i territori che non si ha voglia di rievocare o si ha voglia (forse) di dimenticare» - Paolo Mauri, Robinsonrn«Umberto Silva è un autore che meriterebbe di essere conosciuto da una cerchia più vasta di lettori. I suoi scritti mi appaiono a volte come un nuovo genere, mi ricordano quelle farfalle e quegli insetti non ancora catalogati che un entomologo scopre per caso» - Raffaele La Capria, Corriere della SerarnrnrnVi sono momenti nel cammino di ciascuno in cui l'esistere incontra una violenza che lascia interdetti: momenti che solo dopo anni e anni trovano la via del racconto.rnrnrnUn uomo è sveglio alle tre della notte, e ripercorre il suo passato: l’infanzia dorata e piena di ombre in una villa dal grande giardino, con un padre affascinante che appare, scompare e scialacqua denaro nei modi più eccentrici e una madre addolorata sempre chiusa nelle sue stanze, la Milano degli anni cinquanta, l’istituto dei gesuiti, la scoperta del sesso e della cultura, la rovina economica della famiglia; e poi il trasferimento a Roma al Centro Sperimentale di Cinematografia dove lavorerà e diventerà amico di grandi registi, attori e scrittori, il tutto inseguendo il comunismo, amori e ardori erranti, cercando di lasciarsi alle spalle fantasmi che poi si ritroverà a inseguire senza requie, mentre la sua vita incredibile e lunare procede per larghi balzi narrativi verso l’età matura e una gioiosa paternità. -
La fine del romanzo d'amore
In questa acclamata raccolta di saggi critici Vivian Gornick analizza l’amore e il matrimonio come temi della letteratura del ventesimo secolo, e lo fa con la stessa acuta intelligenza che definisce i suoi memoir. Abbiamo amato una volta, e abbiamo amato male. Abbiamo amato ancora, e ancora abbiamo amato male. L'abbiamo fatto una terza volta, e non stavamo più vivendo in un mondo libero dall'esperienza. Abbiamo capito che l'amore non ci rende teneri, saggi o compassionevoli. Sotto la sua influenza non abbiamo rinunciato alle nostre paure né alle nostre furie. Dentro di noi siamo rimasti immutati.Gornick esamina opere e vita degli autori che più ammira – Grace Paley, Willa Cather, Hannah Arendt, Jean Rhys, George Meredith, Jane Smiley, Richard Ford, Andre Dubus – per arrivare a sostenere che l’amore, l’appagamento sessuale e il matrimonio sono ormai temi esauriti come metafore del successo e della felicità. A tormentare gli scrittori come i lettori oggi è il dramma del nostro io arrabbiato e spaventato di fronte all’amore. -
Texas blues
Lark è una manciata di case a ridosso delle paludi, una cittadina dimenticata dal tempo e dal progresso. È tagliata in due dalla Highway 59: di qua c'è la tavola calda di Geneva Sweet, dove servono limonata dolcissima e pesce gatto fritto da mangiare seduti al bancone insieme a neri che in altri locali verrebbero cacciati; di là c'è una grande casa in perfetto ordine, tetto a cupola e staccionata bianca intorno, la dimora dei Jefferson, la famiglia più potente della zona. Come accade spesso nel Texas orientale, solo pochi metri separano mondi molto lontani. Un giorno due corpi affiorano dal bayou: erano un avvocato di colore di mezza età arrivato da Chicago e una giovane donna bianca del posto. In apparenza un caso già chiuso, l'ennesimo crimine a sfondo razziale che tutti dimenticheranno presto. Ma Darren Mathews, appena arrivato a Lark, capisce in fretta che niente è come sembra, lui che incarna una suprema contraddizione: un ranger nero che deve difendere la legge e dalla legge difendersi. Un omaggio dell'autrice alla sua terra, un romanzo che è come il blues, armonia dissonante tra la vita che abbiamo e quella che vorremmo avere. -
Ricordando l'Apocalisse
Come incubi incancellabili del passato e minacce incombenti sul mondo del futuro, la guerra e i suoi orrori hanno sempre turbato i sonni di Kurt Vonnegut e tornano come tema dominante in questa raccolta di dodici pezzi scelti dal figlio Mark. Il libro si apre con l'ultimo discorso tenuto dall'autore ottantaquattrenne a Indianapolis, la sua città natale. Tra battute e freddure, nella tradizione dei grandi umoristi alla Mark Twain, vengono sfiorati molti argomenti: religione, scienza, selezione naturale, tortura, pena di morte, cambiamento climatico, Marx, comunismo, capitalismo, Cina, USA e razzismo, quasi come se Vonnegut presentisse la fine e volesse lasciarci il suo testamento spirituale. Gli altri undici pezzi vanno dalla ""storia vera"""" del bombardamento di Dresda, dal quale si salvò miracolosamente, al racconto di fantascienza che chiude la raccolta e dà il titolo al libro, Ricordando l'Apocalisse: una trionfale caccia al Maligno che perseguita l'umanità."" -
Un uomo senza patria
"Siamo qui sulla terra per andare in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti""""«Acuta e gioviale, l'eccentricità di Kurt Vonnegut è erede diretta di quella del suo illustro predecessore Mark Twain» - The New York Times Book ReviewSe non avete un vecchio amico con cui fare quattro chiacchiere la sera fumando un sigaro o bevendo un grappino, un vecchio amico che ne ha viste di tutti i colori ma che non ha perso la fiducia nella vita, ecco il libro che fa per voi. È stato pubblicato per la prima volta nel 2005, ma sembra scritto oggi. Dodici brevi saggi sulla società americana, sull’imperialismo dei suoi governi, sulle guerre in Iraq e in Afghanistan, sullo sfrenato capitalismo delle multinazionali: la critica feroce a una patria che l’autore non riesce più a riconoscere come propria. Gli Stati Uniti che Vonnegut mette alla berlina con la sua consueta verve non sono certo quelli di Donald Trump. Ma George W. Bush era molto diverso? E andate avanti a leggere, là dove il nostro vecchio amico parla della Terra e di quanto si sta facendo per salvarla. Vi sembra che negli ultimi quindici anni si siano fatti molti progressi? Queste riflessioni sul mondo e sulla vita sono insieme il manifesto di un uomo dalle idee chiare e il testamento di un irriducibile difensore di tutto ciò che resta di umano sul nostro pianeta." -
Morsi
Un romanzo lucido e terribile, divertito e tagliente, che si misura con i grandi temi – la paura, la crescita – e reinventa le regole del gioco. Una storia sulla fatica di cavarsela in un mondo a misura di adulti, quando gli adulti escono di scena e ti lasciano solo.Così, alle nove e mezza di mattina del primo gennaio 1997, s'incamminarono verso il paese. Chi li avesse visti insieme, zaino in spalla, avrebbe pensato a due ragazzini che stanno andando a scuola. Proprio lì erano diretti: nel centro esatto del caos.Tutto ha inizio con una ragazzina che gioca nella neve. Si chiama Sonia, sono le vacanze di Natale del 1996 – quelle della grande nevicata – e lei deve passarle suo malgrado a casa della nonna. Siamo a Lanzo Torinese, un paesino di mezza montagna dove ogni cosa sembra rimasta ferma a cinquant'anni prima. Compresa la casa cigolante e ingombra di mobili in cui vive nonna Ada, schiva, severa vecchia che nella zona ha fama di guaritrice (ma chissà, forse è altro), per la quale Sonia prova un affetto distante. La scuola ha chiuso prima del previsto a causa di quello che tutti chiamano ""l'incidente"""": la professoressa Cardone, acida insegnante di italiano, si è trincerata nella sua aula e durante una lezione – di fronte a una classe segregata e terrorizzata – ha fatto qualcosa di indicibile. Qualcosa che adesso, mentre Lanzo un po' alla volta si svuota per via delle feste e dell'incessante vento ghiacciato, sembra riguardare tutti gli abitanti. Toccherà a Sonia, insieme al suo amico Teo, ragazzino di famiglia contadina educato alla voracità, affrontare l'incubo in cui sono precipitati. Complici per forza, Sonia e Teo si avventurano nel biancore accecante della neve col distacco curioso di chi non ha pregiudizi e forse proprio per questo può sperare nella salvezza. Ma che cos'è la salvezza? Andar via, cambiare vita? O restare e tentare di resistere?"" -
Spaccanapoli
Quando nel 1947 scrisse Spaccanapoli, suo libro d'esordio, Domenico Rea avvertì l'esigenza di cambiare il linguaggio tradizionale perché in quegli anni «avvenne una cosa: la guerra». Ed è in quella particolare atmosfera creatasi a Napoli durante l'occupazione militare alleata che scrisse questo libro dirompente, uno schiaffo alla cultura letteraria del tempo e ai luoghi comuni associati non solo alla città, ma all'intero meridione.«Nessuno quanto Rea seppe approfittare delle libertà dell'immediato Dopoguerra, quando, con una cultura che pareva rasa al suolo, la narrativa divetà una specie di zona franca e campo aperto a tutte le sperimentazioni» – Mario PomilioAccolto con favore dalla critica ma confuso da alcuni con le varie operazioni neorealistiche di quegli anni, Spaccanapoli rivela già per intero le doti di uno scrittore non catalogabile, che descrive un mondo – quello della plebe – in una lingua sonante, ellittica, nervosa. La novità di questi racconti risiedeva nella compresenza e alternanza di alto e basso, di vernacolare e letterario, di un dialetto «avviluppato e attaccato alle cose». Il titolo Spaccanapoli fece la fortuna storica del libro, anche se la città non vi compare mai fisicamente: è piuttosto uno spazio simbolico, lo specchio della mentalità dei suoi abitanti «attenta a rubare ogni attimo di godimento, con qualunque mezzo, per la fondamentale ragione che la vita è un mare, ora buono ora cattivo, e l'uomo, ora naufrago, ora superstite». -
Salvare il fuoco
Con sfumature shakespeariane, un ritmo teso, una costruzione sapiente, Salvare il fuoco mostra i paradossi di un paese, le contraddizioni più feroci dell’amore, e conferma Guillermo Arriaga come uno degli autori più audaci e appassionanti della letteratura contemporanea.La fiamma di un cerino dura solo pochi secondi, ma è capace di incendiare un boscoMarina appartiene alla buona società messicana: è una coreografa, sposata con tre figli, vive in un bel quartiere residenziale, frequenta i ristoranti di classe e le persone giuste. Un giorno il suo amico Bernardo la coinvolge in un progetto che la spinge fuori dal suo mondo: dovrà avvicinare i detenuti di un carcere di massima sicurezza all’arte. E proprio in carcere Marina incontra José Cuauhtémoc: “aspetto europeo ma sangue indio”, lui è il fuoco che infiamma una donna rassegnata a una vita senza scosse. Dà nuova linfa alla sua arte, la accende di passione e arriva a farle commettere reati in nome del legame fortissimo che da subito li unisce. José è in prigione perché colpevole di omicidio e proprio dal suo passato violento arriva un cacciatore in cerca di vendetta. E lui è la preda perfetta, chiuso com’è tra quattro mura. Ma né Marina né José, animati da un fuoco che purifica e dà speranza, sono disposti a rinunciare alla loro occasione senza lottare. -
Papyrus. L'infinito in un giunco
Questo è un libro sulla storia dei libri. Ma è anche un viaggio lungo le rotte del mondo antico, un racconto personalissimo dove l'esperienza autobiografica si intreccia a evocazioni letterarie, e una favolosa avventura collettiva che ha come protagoniste le migliaia di persone che nel corso del tempo hanno salvato e protetto i libri.«L'amore per i libri e per la lettura sono l'atmosfera in cui si snodano le pagine di questo capolavoro» – Mario Vargas Llosa«Una delle cose più belle, divertenti, istruttive e ben scritte che si sono lette da molti anni a questa parte» – Fernando AramburuL'uomo, dopo aver scritto su pietra, fango, legno e metallo, vedeva il linguaggio prendere casa nella materia viva. Il primo libro nacque quando le parole trovarono rifugio nel midollo di una pianta acquatica. E in quel modo il libro divenne subito un oggetto flessibile, leggero, pronto a viaggiare e vivere avventure.Questo è un libro sulla storia dei libri: libri di fumo, di pietra, di argilla, di giunchi, di seta, di pelle, di alberi e, ultimi arrivati, di plastica e di luce. Ma è anche un libro di viaggio che percorrendo le rotte del mondo antico fa tappa tra i canneti di papiro lungo il Nilo, sui campi di battaglia di Alessandro, tra le stanze dei palazzi di Cleopatra, nella Villa dei papiri di Pompei prima dell'eruzione del Vesuvio, sul luogo del delitto di Ipazia, e poi nelle scuole più antiche dove si insegnava l'alfabeto, nelle prime librerie e nei laboratori di copiatura manoscritta, fino ad arrivare davanti ai roghi dove sono stati bruciati i libri proibiti, ai gulag, all'incendio della biblioteca di Sarajevo e ai sotterranei labirintici di Oxford. Papyrus è un racconto personalissimo, dove l'esperienza autobiografica si intreccia a evocazioni letterarie e a storie antiche, e dove un filo invisibile collega i classici con il frenetico mondo contemporaneo e i dibattiti più attuali: Erodoto e i ""fatti alternativi"""", Aristofane e i processi agli umoristi, Tito Livio e il fenomeno dei fan, Saffo e la voce letteraria delle donne, Seneca e la post-verità. Ma questo libro è soprattutto una favolosa avventura collettiva che ha come protagoniste le migliaia di persone che nel corso del tempo hanno salvato e protetto i libri: cantori, scribi, miniatori, traduttori, venditori ambulanti, insegnanti, maestri, spie, ribelli, suore, schiavi, avventurieri... lettori al riparo delle montagne o di fronte al mare in tempesta, nelle grandi capitali dove l'energia si concentra o nelle comunità più remote dove il sapere si rifugia quando infuria il caos."" -
L'altro mondo. La vita in un pianeta che cambia
Questo libro va a cercare un nuovo sguardo nelle storie reali di persone già oggi costrette a misurarsi con un pianeta più caldo, esplorando allo stesso tempo le zavorre cognitive e culturali che rendono così difficile accettare il cambiamento in atto. Il risultato è un reportage narrativo che ci aiuta a vedere il nuovo mondo in cui stiamo imparando a vivere.«Alcuni libri sono macchine pensanti: non si limitano a intrattenere e procurare piacere, ma è come se facessero lavorare ogni singola frase per aiutare chi legge a ripensare il mondo là fuori. Il nostro rapporto con l'ambiente ha un bisogno famelico di ripensarsi: Fabio Deotto raccoglie questa sfida in maniera generosa, attraverso un racconto personale e collettivo, che ha la malinconia del disorientamento privato ma anche la forza politica di un impegno comune. Non contiene lezioni ma storie, non parla di dottrine ma di sguardi, non cerca la catastrofe o la salvezza, ma prova sempre a stanare, e a restituire, la vita» – Claudia Durastanti«Fra i moltissimi pregi del libro di Fabio Deotto – la chiarezza espositiva, l'originalità dell'impostazione – c'è soprattutto la capacità di incidere sulle nostre categorie cognitive: una dote rara. ""L'altro mondo"""" è un viaggio ricco e appassionante, al termine del quale si è ricompenasati con uno sguardo nuovo sulla crisi climatica» – Giorgio Fontana«Il libro accerchia il lettore, facendo un’operazione pedagogica di contestualizzazione: non si può più, dopo averlo attraversato, ignorare la realtà, la presenza dei cambiamenti climatici.» – Demetrio Marra per MaremossoAlle Maldive le spiagge spariscono, a Miami si ricostruiscono le strade sollevate di un metro, la Louisiana sprofonda a vista d'occhio, in Franciacorta il vino diventa ogni anno più difficile da produrre, e mentre a Venezia l'acqua salata consuma un patrimonio artistico inestimabile, altre città si svuotano di automobili e si riempiono di animali. Negli ultimi dieci anni la crisi climatica è passata da essere un problema delle generazioni future a un'urgenza di quelle presenti. Eppure, nonostante il mondo in cui viviamo sia cambiato in modo inequivocabile e sia ormai lontano da quello in cui siamo cresciuti, noi continuiamo a vederlo inalterato. La colpa è dei tanti angoli ciechi che intralciano la nostra percezione della realtà. Questo libro va a cercare un nuovo sguardo nelle storie reali di persone già oggi costrette a misurarsi con un pianeta più caldo, esplorando allo stesso tempo le zavorre cognitive e culturali che rendono così difficile accettare il cambiamento in atto. Il risultato è un reportage narrativo che ci aiuta a vedere il nuovo mondo in cui stiamo imparando a vivere."" -
Conversazione in Sicilia. Ediz. illustrata
Il romanzo-manifesto dell’impegno etico e civile dell’autore torna in un’edizione speciale a ottant’anni dalla prima pubblicazione con Bompiani. Un libro importante, che non teme di guardare in faccia la realtà e le sorti dell’umanità, oggi più attuale che mai.rn«Perfettamente bello e originale... Un libro che lascerà un'eco per lungo tempo» - Robert Penn Warrenrn«Non vi è, nel mondo d'oggi, spirito più tenero e più caldo di quello dei contadini italiani e, in particolare, siciliani. È in essi la più piena nobiltà del mondo, e il libro di vittorini l'ha colta» - Tennesse WilliamsSilvestro si sente impotente di fronte alle sofferenze del genere umano. Il padre per lettera gli comunica che ha lasciato la madre per vivere con un’altra donna. Silvestro intraprende un lungo viaggio in treno da Bologna per fare visita alla madre e ritrovare il paese natale in Sicilia, abbandonato quindici anni prima. Lì accompagna la donna ad assistere i malati di malaria e di tisi e ha una rivelazione: queste persone sono il “mondo offeso”, la parte di umanità quotidianamente oppressa e rassegnata al proprio destino. Con un linguaggio estremamente letterario, ispirato ai silenzi e alle ombre di una Sicilia insolita, invernale e montuosa, Elio Vittorini, siciliano emigrato al nord, racconta in questo romanzo la propria terra e la trasforma in metafora del mondo intero e dell’esistenza. -
Le città del mondo
Un Vittorini impegnato nella ristrutturazione del concetto stesso di romanzo e letteratura, che individua la città come idea universale del genere umano, dando vita a una delle sue opere migliori.«Per tutta la vita Vittorini ha professato un'idea di letteratura che interferisse al livello più alto in tutte le attività umane» – Italo CalvinoPubblicato postumo e incompiuto nel 1969 con la curatela di Vito Camerano e Italo Calvino, Le città del mondo è il racconto di un cammino, di un viaggio inevitabile verso un orizzonte misterioso e sconosciuto, diverso per ciascuno dei protagonisti. In una Sicilia senza tempo si muovono pastori, pupari, sposini, giovani fuggiasche e prostitute ritratti in una peregrinazione senza fine per le città dell'isola, ""le città del mondo"""", ognuno alla ricerca affannosa di qualcosa. Città solo sognate dai personaggi del romanzo, create sotto la spinta dei loro desideri e delle loro aspirazioni alla felicità, rievocate nei loro discorsi immaginari ma sempre osservate da lontano. Un Vittorini impegnato nella ristrutturazione del concetto stesso di romanzo e letteratura, che individua la città come idea universale del genere umano, dando vita a una delle sue opere migliori. Da questo libro Vittorini trarrà anche una sceneggiatura, che nel 1975 diventerà un film con la regia di Nelo Risi."" -
I bambini della luna
I bambini della Luna è un reportage che ricostruisce la biografia di Angelo Di Carlo ed è insieme un romanzo generazionale che racconta il Grande Inganno: l’idea dell’inarrestabilità del progresso e il disastro prodotto dal silenzio dei vecchi che non trasferirono ai figli e ai nipoti – la generazione che oggi governa il mondo – la memoria della Resistenza e della guerra.Siamo la prima generazione che ha sognato di morire eroicamente senza avere alcuna idea della morteÈ l’11 agosto del 2012. Angelo Di Carlo, noto come Sgargy, cinquantatré anni, militante ambientalista da tutta la vita, si dà fuoco davanti a Montecitorio. La notizia dopo pochi giorni è già scomparsa dai media mainstream, ma ha raggiunto un reporter specializzato in suicidi della crisi nella casa della sua infanzia, dove si è rifugiato dopo la chiusura del giornale per cui lavorava. Sgargy è un suo coetaneo. Appartiene alla generazione di quelli che sono stati bambini al tempo dello sbarco sulla Luna. Il giornalista decide di ricostruirne la storia. E inevitabilmente, indagando sulla vita di Sgargy, si trova a ripercorrere la propria. Fino a elaborare, con quarant’anni di ritardo, il lutto che l’ha segnata.