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Dieci lezioni per capire e attuare l'e-government
Il tema dell'innovazione nella pubblica amministrazione attraverso l'introduzione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione da un decennio si presenta come un'opportunità sfuggente. Uno degli errori più diffusi, sia da parte degli amministratori che degli studiosi, è quello di considerare l'e-government solo sotto l'aspetto meramente tecnologico. In realtà questi ultimi dieci anni di sperimentazioni, tentativi, successi e insuccessi hanno evidenziato da una parte la multidisciplinarità del fenomeno e dall'altra la sua ampiezza. Questo libro vuole offrire al lettore la possibilità di approfondire, anche in modo didascalico, dieci tematiche (qui chiamate lezioni) chiave per capire e attuare l'e-government non partendo dalla dimensione tecnologica di questi ambiti, se pur importante, ma enfatizzando la multidimensionalità del fenomeno soffermandosi sugli aspetti organizzativi, procedurali, normativi ed economici. Le dieci lezioni proposte riguardano: le policy nazionali ed europee dell'e-government; il Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD); firma digitale, posta elettronica certificata e dematerializzazione; interoperabilità e cooperazione applicativa; servizi pubblici online; riuso e open source nella pubblica amministrazione; banda larga; e-democracy; privacy ed e-government e web 2.0 nella pubblica amministrazione. -
Uccidete il drago
In un edificio di un sobborgo degradato di Stoccolma viene ritrovato il corpo di un uomo alcolizzato. E circondato da bottiglie vuote, nell'appartamento regna il caos, e tutto fa pensare a una lite tra ubriachi finita male. E quello che ci vuole per Evert Bàckstròm, il commissario più impresentabile del corpo di polizia svedese, ora destinato ad avere finalmente il suo momento di gloria. Le sue indagini, come sempre tutt'altro che convenzionali, portano a una pista completamente diversa. Un semplice omicidio tra compagni di bevute o un intrigo politico? Incrocio tra commedia e noir più nero, ""Uccidete il drago"""" è, a detta dell'autore, una favola cattiva per adulti. Con il suo caratteristico sarcasmo, Persson ritrae il lavoro quotidiano della polizia, dove impegno e dedizione si alternano a corruzione e cinismo, dando vita a un'indagine a tratti grottesca, ma sempre amaramente autentica."" -
Memorie di un venditore di libri
Qual è il fine della pubblicazione di un libro? La sua diffusione, la vendita. E dunque che senso può avere pubblicare un testo che già si può intuire a priori che resterà invenduto? Su queste e molte altre domande si interrogano i protagonisti di questo racconto. -
Romani. Guida immaginaria agli abitanti della Capitale
Esiste oggi un'identità dei romani? ""Ma che domande fai?"""", direbbe qualcuno, """"certo che esiste: ci sono la pajata, il Colosseo, Totti, il Papa, il gusto della battuta, Alberto Sordi..."""". Questa rappresentazione retorica può accontentare solo il turista o qualche politico a caccia di slogan. È vero invece che, se i romani de Roma sono ormai una piccola minoranza, l'identità romana - liquida, leggera, appiccicosa, onnipervasiva, chiacchierona, facile da acquisire come slang e come appartenenza - assale chiunque vada a vivere nella Capitale e si fa veicolo di egemonia sull'immaginario italiano. Quali sono i suoi simboli? Quali sono i tratti di cultura popolare che danno fondamento alla romanità contemporanea? E quali sono i """"tipi"""" che oggi la rappresentano? Come si mischiano il vecchio e il nuovo romano nel frullato mediatico veicolato dalla televisione e dal cinema? Cosa distingue il tifoso laziale da quello romanista? È meglio parlare di romanità o della sua volgarizzazione pop e mediatica, il """"romanismo""""? I romani sono come i """"Cesaroni"""", come i personaggi dei Vanzina, come le rifattone di Dagospia, come le ragazzine della bira&calippo, come il coatto dei film neorealisti, come i quarantenni depressi raccontati da Muccino? È vero che gridano tutti come in """"Mangia, prega, ama!"""" e pranzano con la coda alla vaccinara? Utilizzando gli strumenti del reportage, dell'analisi mediologica e di costume, Angelo Mellone cerca di cerca di capire se esiste uno """"spirito romano""""."" -
La vita e il teatro di Carlo Goldoni
Un profilo di Carlo Goldoni e della sua opera che tiene conto delle ricerche più recenti. Grazie anche alle occasioni offerte dal Bicentenario della morte (1793) e dal Tricentenario della nascita (2007), negli ultimi venti anni molti scritti critici innovativi e molte pubblicazioni di testi, in particolare quelle programmate dall'Edizione Nazionale delle Opere, hanno modificato sensibilmente il ritratto del nostro maggiore drammaturgo. Questo nuovo libro, pur tenendo conto di alcune di quelle osservazioni, le bilancia con una maggiore attenzione alla storia materiale dello spettacolo. Accanto alle analisi dei testi viene documentato il contributo offerto alla drammaturgia dagli attori e dalle compagnie professionistiche. Nello stesso modo la ricostruzione del ""consumo"""" spettacolare del teatro goldoniano sulle scene italiane di due secoli ha affiancato il profilo della critica letteraria che si è occupata dello scrittore. Una particolare attenzione è stata dedicata alle principali regie del Novecento, da Stanislavskij a Strehler."" -
Il paziente zero
Christophe Douvier è un corriere di diamanti per la multinazionale olandese De Weld. Dopo anni di irreprensibile lavoro ha deciso che quello alle miniere del Botswana sarà l'ultimo incarico. Non ha più tempo da perdere. Per lui non c'è più speranza. La diagnosi del suo medico non concede aspettative: tumore al polmone. C'è una sola cosa che Christophe Douvier vuole fare: assicurare un avvenire sereno a Isabeau, l'amata sorella. Come le altre volte ritira il prezioso carico, stavolta però con l'obiettivo di farlo sparire. Prima di lasciare il Sudafrica però Douvier, surfista appassionato, vuole realizzare un ultimo desiderio. Una spiaggia di Durban è il posto giusto per l'ultima sfida alle onde. Ma il destino si materializza sotto forma di uno squalo, pronto a sovvertire ogni verità creduta e ad accendere la miccia di un complotto che vede coinvolti gli spietati vertici della De Weld, una branca deviata dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il popolo di un'isola misteriosa della Polinesia e uno spietato mercenario - Chimera - al soldo del miglior offerente. -
Pro-memoria a Liarosa (1979-2009)
"Se un'autobiografia è la biografia dell'Io, questa di Pagliarani è l'autobiografia del Noi, di tutti quelli che come noi avevano attraversato gli anni Trenta e Quaranta, con quanto essi comportano: il fascismo, la povertà, lo sfruttamento, guerre coloniali, guerra civile spagnola, la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza. Un'autobiografia """"collettiva"""" che egli ha trovato il suo bel modo di rendere singolare in virtù di uno stile piano, nitido e scorrevole come non è mai stata la sua scrittura di poeta, che notoriamente scarta dal percorso, interrompe il discorso, scende nel parlato e spicca il volo verso il concetto arduo da mettere in musica moderna. Se il linguaggio è il territorio oscuro nel quale prima o poi lo scrittore incontrerà la propria vicenda, ebbene Pagliarani è arrivato in tempo all'appuntamento che la storia e lui stesso si sono dati. Il successo che ora lo pone ai vertici della poesia contemporanea è solo la prova che egli ha detto al suo tempo la verità. Perché è questo il bello della letteratura: avere narrato un'avventura che solo più tardi i lettori capiscono d'aver condiviso. E la veridicità dei fatti è premessa e promessa di verità che non potrà essere smentita."""" (dalla prefazione di Walter Pedullà)" -
Il paesaggio dei tecnici. Attualità della cartografia storica per il governo delle acque. Atti del Convegno internazionale (Bologna, 3-4 aprile 2008)
Il Po scorre come un confine tra le province di Piacenza e di Cremona, un tempo vero limite politico tra due Stati distinti. Apportando e sottraendo terra, il fiume rimetteva costantemente in discussione gli accordi tra i governanti che, col supporto di agrimensori, geometri ed ingegneri, secolo dopo secolo hanno dibattuto sulla pertinenza di ogni singolo terreno. A questi tecnici si deve l'immagine del paesaggio tra Sette e Ottocento, e innumerevoli delineazioni al servizio della progettazione e realizzazione delle loro opere: argini, pennelli, porti e strade. Attraversare il paesaggio dei tecnici significa compiere un viaggio attraverso il tempo e le conoscenze sviluppate per vivere col Fiume, con la sua forza e mutevolezza. Un viaggio molteplice, poiché le opere variano da luogo a luogo e condizionano il paesaggio in ragione della cultura delle popolazioni che vi abitano. Così uno sguardo a un altro grande fiume, il Rodano, e al lavoro dei tecnici francesi negli ultimi secoli propone immagini di paesaggi fluviali diversamente modellati, riflessi di altre culture. Possono l'Ingegneria idraulica e la Geologia accompagnarsi alle Scienze Umane per trarre da queste carte nuove, attuali risposte? Può lo studio dei passati equilibri delle regioni fluviali offrire supporto per una pianificazione sostenibile del territorio, e per la generazione di paesaggi futuri? Intorno a questi interrogativi offrono riflessioni gli autori di questo volume. -
La spiaggia di Falesà. Testo inglese a fronte
"La spiaggia di Palesa"""" (1892), """"racconto dei Mari del Sud"""", appartiene a quel momento magico della vita di Stevenson in cui, abbandonata per sempre la cappa plumbea della pur amatissima Scozia, si rifugia nel sole delle isole Samoa, dove morirà solo cinque anni dopo, a 44 anni. E la scoperta inebriante di un mondo nuovo, di luoghi e colori, lingue, odori e personaggi mai immaginati prima, ma anche di una nuova impenetrabile complessità in cui si mostrano le maschere grottesche del colonialismo europeo e i nodi profondi e insondabili dello scontro di civiltà: i rozzi e avidi mercanti in guerra tra loro, i missionari e la loro ambigua opera di evangelizzazione, i misteriosi inquietanti tabù di una razza diversa e lontana, la sensualità innocente e irresistibile di una bellissima indigena. Per raccontare tutto questo Stevenson cerca modi e linguaggi nuovi, che fanno posto al realismo, all'ironia e al disincanto: e la gioiosa """"isola del tesoro"""", abbandonati pirati e pappagalli, si carica delle voci dissonanti, delle luci e delle ombre che di lì a poco avrebbero dato vita al romanzo coloniale di Conrad e Kipling." -
Romancero. Canti narrativi della Spagna medievale. Testo spagnolo a fronte
Il romancero spagnolo medievale costituisce un patrimonio unico nell'archivio poetico della cultura occidentale. Poesia narrativa popolare legata all'oralità, ha permeato molte delle principali espressioni artistiche colte in lingua spagnola, dal teatro dei Secoli d'Oro alla lirica mistica, all'epica romantica, fino all'opera di Federico Garda Lorca e alla poesia contemporanea. Per il suo carattere tradizionale, il romancero medievale è una poesia anonima: la propria forma metrica semplice e ripetitiva, con la rima fondata sull'assonanza, ne svela la condizione di testo destinato a forme elementari di canto attraverso cui il popolo racconta a se stesso storie appartenenti al proprio immaginario collettivo. L'epicità guerresca ancestrale e la cronaca drammatica convivono nel romancero con i racconti intriganti di amori cercati, rubati o perduti, sprigionando un eros che sa essere funesto ma più spesso gioioso e aperto allo sguardo ludico sul rapporto con l'altro. E l'affascinante respiro della tradizione poetica orale, racchiuso in questo autoctono genere letterario che è il tratto distintivo di un'intera cultura peninsulare. La presente selezione di romances medievali ripercorre, in traduzione originale e attraverso un uso diretto delle fonti primarie, i temi principali che ne hanno caratterizzato la singolare espressione poetica. -
Drammi comici per musica. Vol. 2: 1751-1753.
Le numerose edizioni settecentesche che s'intersecano l'una con l'altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell'impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell'edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all'ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall'autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l'evoluzione della singola opera fino al momento in cui l'autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell'interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna. ""Son fitto al tavolino di giorno e di notte"""". Così, in uno sfogo sincero, scriveva Goldoni nell'ottobre del 1751 con riferimento alla sua febbrile attività. Introduzione di Marco Bizzarini."" -
Pulvis es... Ricordi e riflessioni di un comunista
"Nella ricca produzione letteraria di Giorgio Tosi colpisce particolarmente la capacità di esprimersi in forme diverse, toccando pressoché tutti i 'generi' più importanti. La narrativa propriamente detta e la poesia, la saggistica di argomento giuridico o epistemologico, e la memorialistica, per giungere ai testi di più esplicito impegno civile e politico. In tutte le sue opere si manifestano alcuni tratti inconfondibili della scrittura di Tosi: lo stile asciutto e incisivo, la genuinità e la profondità del sentire, l'attitudine a colpire insieme l'intelligenza e il cuore del lettore, il dono di un modo di narrare suggestivo ed efficace. Detto questo, si deve riconoscere che questa sua ultima opera rappresenta davvero l'approdo più compiuto di una ormai lunga e feconda stagione di scrittore. Non soltanto perché in essa si mescolano e si integrano, con grande equilibrio, un po' tutti i 'generi' letterari, rendendo di conseguenza ardua l'attribuzione di una 'etichetta' specifica, ma perché il livello di maturità espressivo ora raggiunto segnala un vertice difficilmente uguagliabile. Non solo questo è il suo libro più riuscito, più compiuto, più 'ispirato'. Ma secondo me si tratta di un autentico gioiello, di un testo avvincente e commovente, capace di coinvolgere con uguale forza espressiva l'intelligenza e il cuore, palpitante di emozioni talora violente, carico di un pathos perfino struggente, e insieme ricco di annotazioni e giudizi di grande profondità."""" Dalla prefazione di Umberto Curi." -
Agrò e la scomparsa di Omber
La scomparsa di Omber Pagliotta, denunciata dalla figlia Alicante, mette in moto Italo Agrò, sostituto procuratore della Repubblica di Roma. Scompare anche Sabino Utignaro, autista del Pagliotta. Dopo una settimana, nella darsena di Porto San Giorgio affiora il cadavere di Utignaro mentre, qualche giorno dopo, a Roma, viene ritrovato anche il cadavere di Pagliotta, nell'appartamento disabitato sopra quello di Utignaro. Entrambi sono stati uccisi con la medesima tecnica. Agrò indaga nel mondo degli affari di Pagliotta, scoprendo che è destinatario di molti quattrini inviatigli via Malta e via San Marino da organizzazioni criminali. Nelle indagini, si innesta anche un filone di pedofilia e di frequentazione di prostitute. Mentre la Guardia di Finanza approfondisce gli aspetti economici dell'attività della vittima, viene assassinata a Macerata la sua segretaria, Elisabetta Diolosa. Agrò teme ora un quarto omicidio, ma una sera... -
La vergogna e la fortuna. Storie di rom
Ladri, mendicanti, imbroglioni, bugiardi: degli zingari il catalogo è questo. Questo libro racconta un'altra storia. Anzi, molte altre storie. Ci sono le ladre rinchiuse nel carcere romano di Rebibbia e le bambine mandate a mendicare, ma anche la giovane regista di Torino superpremiata per il film in cui racconta la storia della sua famiglia e la sua passione per Woody Allen, l'artista che ha scolpito il monumento in onore del Porrajmos, l'Olocausto rom, l'ex maestro che rifiutò di insegnare nelle classi speciali per i rom e che, alla guida di un'associazione, si batte per tirar fuori la sua gente dal degrado dei campi nomadi, il ragazzino di origine slava che a scuola è tra i primi della classe e da grande vuole fare il soldato, i rumeni sgomberati dalle baraccopoli abusive di Milano che oggi vivono in dignitosi appartamenti. È un caleidoscopio di storie che riunisce italiani, slavi, rumeni nel ritratto sorprendente di un popolo apparso in Italia nel 1422, ma ancora oggi considerato sempre e solo straniero. Rimprovera all'autrice la fragile Ermina: ""Ci giudicate senza averci conosciuto"""". Il viaggio che questo libro propone è un viaggio di conoscenza, un utile antidoto contro l'assedio dei luoghi comuni, a cominciare dal primo, il più diffuso, che gli zingari siano nomadi."" -
L' endiadi del dottor Agrò
Il dottor Agrò è sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma. E' a lui che viene consegnato un floppy contenente il file di un appassionante romanzo giallo, 'La strana storia di Catènio La strada', che narra di oscuri traffici legati a un'antica storia di appalti e piccanti relazioni adulterine. L'autore è Vincenzo Rovini, magistrato in pensione, colpito a morte nella sua casa di Roma. Anche la sua amante viene trovata morta sul letto della villa di Letojanni, uccisa da più colpi di pistola. Non può essere una coincidenza: Agrò è sicuro che tra le pagine del romanzo debba esserci un indizio nascosto... -
Elogio delle minoranze. Le occasioni mancate dell'Italia
Cosa accomuna gli eretici italiani del Cinquecento e i social-riformisti dell'Italia primo-novecentesca, i galileisti del Seicento e gli igienisti dell'Ottocento, i protagonisti del Triennio giacobino e la famiglia allargata dei liberali di sinistra e progressisti? Innanzitutto l'atteggiamento mentale ctitico, consapevole, ma sempre distinto dal pragmatismo e dall'antidogmatismo. Infine un amaro destino: duramente sconfitti, costretti ad assistere in vita alla dissoluzione dei loro progetti, sono stati anche oggetto di dimenticanza o di damnatio memoriae. Massimiliano Panarari e Franco Motta ripercorrono la storia del nostro paese rileggendola attraverso le esperienze di quelle ""grandi"""" minoranze virtuose, che hanno combattuto battaglie di stampo riformatore e per il cambiamento delle condizioni di vita. Un filo rosso attraversa il libro alla ricerca delle energie fondative di quella che avrebbe potuto essere un'altra Italia, i cui esponenti si rivelano oggi più vicini ai modelli sociali e culturali che risultarono vincenti in buona parte dell'Occidente sviluppato."" -
Le leggi dell'universo. La natura, libro I. Testo latino a fronte
Sintesi e fondamento dell'intero poema, il primo libro rappresenta l'ideale introduzione al De rerum natura, in quanto getta le basi della filosofia epicurea, ma rivendica anche con forza il valore pedagogico della poesia. Attraverso un percorso che si snoda dal celeberrimo inno a Venere all'elogio di Epicuro trionfatore sulla religio, dall'enunciazione dei principi della fisica epicurea (nulla si crea dal nulla e nulla si distrugge nel nulla) alla veemente polemica contro i filosofi presocratici, Lucrezio arriva a definire il proprio ruolo di poeta-vate, la cui missione consiste nel divulgare a Roma una teoria filosofico-scientifica che è anche un messaggio di liberazione dell'uomo dalle sue paure irrazionali. -
L'incantesimo della buffa
Nel paesino di Roccazzelle, periferia siciliana dell'impero, anche gli echi della guerra, la seconda mondiale, arrivano quasi appannati, affidati ai volantini lanciati sulla campagna dagli aerei alleati e ai manifesti del Partito Fascista. Sullo sfondo di una comunità abituata al poco e che sa vivere anche del niente, che guerra o meno continua nelle sue abitudini, nei suoi riti, e nelle sue credenze (come quella dell'incantesimo della buffa, la femmina del rospo, che se la si fissa negli occhi poi non si cresce più), si muovono personaggi ai margini e notabili del luogo - dal poetico Agostino, venuto dal mare e in fuga dal proprio passato al pavido podestà Agnello che infligge alle sue mani lavaggi d'ammoniaca pura - sempre in sbilenco equilibrio tra il dramma e il grottesco. Ma soprattutto il tredicenne Gesù, figlio di quella terra bruciata dal sole, e la coetanea Tea, di origine austriaca e cieca per una malformazione agli occhi, vivono a Roccazzelle un idillio adolescenziale fatto di salsedine e scogliere, di esclusività e dolcezza, nel tentativo di dimenticare il loro essere rimasti orfani di madre, mentre l'ombra della guerra si fa improvvisamente più minacciosa fino alla tragedia dei bombardamenti e al conseguente sbarco alleato anglo-americano. -
Venezia. Ca' Pesaro. Il palazzo. Le collezioni. Ediz. illustrata
La guida rende conto del nuovo allestimento della Galleria internazionale d'arte moderna di Ca' Pesaro che custodisce alcuni tra i capolavori dei maggiori esponenti delle arti figurative italiana ed europea tra Ottocento e Novecento. Dalla Biennale di Venezia provengono i pezzi più importanti di maestri non italiani presenti nella collezione museale (Khnopff, von Stuck, Klimt, Kandinskij, Nolde, Bonnard, Rodin, Arp, Ernst, Moore), mentre si legano alle esperienze capesarine di contestazione alla cultura accademica opere di artisti quali Boccioni, Valeri, Casorati, Martini, Rossi, Moggioli e Cadorin. I decenni tra le due guerre sono rappresentati dai lavori di Cagnaccio di San Pietro, Donghi, Carrà, Sironi, di de Pisis e di de Chirico, di Guidi e di Campigli, così come da quelli di Morandi, di Licini e di Rosai. Numerose sono anche le testimonianze dell'esigenza di rinnovamento esplosa nel secondo dopoguerra, con le opere di protagonisti di primo piano del mondo artistico italiano (Santomaso, Vedova, Birolli, Afro, Deluigi, Tancredi, Morandis). -
Anni '70. I peggiori della nostra vita
L'Italia appare oggi su più fronti un paese bloccato. Il welfare, la scuola, il mercato del lavoro, l'assetto istituzionale sono ancorati a schemi ormai desueti e ogni tentativo di modernizzare la società deve scontrarsi con resistenze corporative fortissime. Ripercorrendo le vicende che hanno prodotto questo ritardo il libro mostra come l'origine dei nostri mali sia da cercare negli anni settanta, ""il decennio lungo del secolo breve"""" del quale larga parte dell'opinione pubblica sembra essere ancora prigioniera. Un conformismo sfacciatamente conservatore si cela sotto le sembianze di un'ideologia progressista, e l'autocelebrazione costante della generazione del Sessantotto rivela, in realtà, un cinico egoismo interessato soltanto a difendere lo status quo. È oggi vitale accantonare il retaggio di un passato infausto e riconoscere l'irresponsabilità delle scelte di quegli anni per liberare il futuro del Paese come tempo delle ambizioni e delle speranze. Introduzione di Maurizio Sacconi.""