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Esperienza di un Segretario di Stato venuto dall'insegnamento e dall'azione pastorale
"Esperienza di un Segretario di Stato venuto dall'insegnamento e dall'azione pastorale"""" è il titolo dell'intervento pronunciato da S.E. Cardinale Tarcisio Bertone in occasione della presentazione del volume La diplomazia pontificia in un mondo globalizzato (Libreria Editrice Vaticana, Roma 2013). L'evento si è tenuto il 19 luglio 2014 presso il Centro di spiritualità e cultura Papa Luciani di Santa Giustina (Belluno) nell'ambito della rassegna culturale """"Illustrissimi"""". Nella lettura di questo piccolo libro è quindi possibile ripercorrere il ruolo e le attività svolte dal Segretario di Stato emerito Cardinale Bertone (2006-2013). L'esercizio di questa funzione di «primo collaboratore del Papa nel governo della Chiesa universale» è davvero impegnativo per tutta una serie di udienze, colloqui, analisi di pratiche, visite ufficiali e private, viaggi internazionali, lasciando così poco spazio al riposo e agli hobby personali. E nello svolgimento di questo incarico il cardinale Bertone ha avuto come linea quella di realizzare il motto del suo servizio episcopale: """"Fidem custodire, Concordiam servare""""." -
La monarchia sociale e rappresentativa nel pensiero tradizionale
Juan Vázquez de Mella (Cangas de Onís, 8 giugno 1861 - Madrid, 26 febbraio 1928) è di gran lunga il più importante pensatore tradizionalista del Carlismo. Esperto e grande studioso delle dottrine degli scolastici, come San Tommaso, San Bonaventura e Duns Scoto, ha svolto un grande lavoro di sistematizzazione della dottrina carlista, che ha esposto con tale successo da ricevere il nome di ""Verbo della Tradizione"""". La maggior parte dei suoi manoscritti andò perduta durante la barbarie rivoluzionaria della guerra civile; tuttavia, la sua produzione pubblica (una vasta serie di articoli su numerosi giornali, discorsi in Parlamento, conferenze o eventi pubblici e diverse interviste) erano stati raccolti in ventotto volumi di Opere Complete. In questo saggio, Rafael Gambra sintetizza magistralmente il pensiero di Juan Vázquez de Mella sulla Monarchia tradizionale, realizzando un testo di riferimento politologico tuttora pienamente valido."" -
Le stanze segrete di Emilio Salgari
A 110 anni dalla morte di Emilio Salgari (1911-2021) esistono ancora zone d'ombra riferite alla sua biografia, rese tenebrose da revisionismi e ipotesi disinvolte che hanno sostituito le leggende del passato. Anche la sua opera è ancora vittima di qualche valutazione frettolosa e di qualche pregiudizio. Ed è con riferimento all'opera che si intende accedere, in punta di piedi e anche di penna, nelle stanze segrete o meno frequentate del suo sempre sorprendente laboratorio, alla ricerca di aspetti nuovi, di tesori trascurati, di abilità sottovalutate. Sfogliare le sue pagine significa peraltro confrontarsi anche con chi le ha scritte, con il suo spirito bohémien e la sua sofferta umanità, in un contesto dove hanno convissuto l'entusiasmo indiscusso delle lettrici e dei lettori insieme alla penuria di riconoscimenti e ancor più di generosità. Significa inoltre verificare come, sino all'ultimo, Salgari abbia saputo regalare colpi d'ala degni della miglior letteratura. Presentazione di Luigi Giuliano De Anna. -
Per una forza nuova
Una nuova forza è senz'altro oggi assai simile all'Isola che non c'è di Peter Pan; ma quest'isola in fondo c'era per ""colui che non voleva invecchiare"""". Noi dobbiamo non voler invecchiare nel senso dell'imputridire, del marcire, che è quanto ci stanno procurando le forze politiche, economiche e culturali in azione da ormai un quarto di secolo. Dobbiamo mutare e liberarci delle cariatidi abbarbicate al pensiero di un'epoca ormai tramontata, i cui miasmi velenosi ci avvolgono ancora. Occorre cominciare a liberarsi di questo vecchiume. Non c'è ancora la nuova forza ma dobbiamo essere animati da una forza nuova per rinascere come collettività politicamente consapevole. Le riflessioni di questa ricerca presenti nel volume vanno proprio in questa direzione con la competente trattazione di temi/problemi d'attualità sulla necessità d'una forza completamente nuova, sulla visione polivalente delle strategie del conflitto, sul conflitto tra gruppi dominanti e sulla credibile concezione dello Stato, con l'Appendice I: Niente teorie generali in epoche di trasformazione (Capitoli scritti da G. La Grassa), sul multipolarismo e nuovi rapporti di forza, con l'Appendice II: Geopolitica e immigrazione (Capitoli scritti da G. Petrosillo). La presentazione del volume è di Giovanni Dursi."" -
Dante Alighieri, uno di noi. Memorie di una vita tra storia e leggenda
Attraverso gli appunti di un diario immaginario, rivissuto nell'ultima settimana di vita e documentato dalle opere e da qualificate fonti storiche, l'autore tratteggia la figura di Dante Alighieri, il poeta italiano più conosciuto e amato nel mondo. Ne esce fuori il ritratto di un uomo forte e vigoroso che non si è mai piegato alle ingiustizie subite e, nonostante i fendenti oltraggiosi del destino, ha amato, sognato, sofferto e lottato fino alla fine; se la vita lo ha sconfitto e deluso, le sue pagine immortali di sconcertante attualità vibrano ancora oggi con la freschezza e il fascino di una eredità poetica che non tramonta. Dante Alighieri è davvero uno di noi, e le annotazioni di questo block notes offrono a tutti i lettori di ogni età l'occasione per trovarlo o ritrovarlo come un vecchio compagno di scuola che avevamo dimenticato o di cui, forse, avevamo smarrito il ricordo per strada. -
Racconto don Italo Febo
"... Rimasi ammirato del suo zelo per il Signore, di quell'impressionante (e direi unica!) carica interiore che gli permetteva di coinvolgere tutti: adulti, giovani e ragazzi! La sua spigliata eloquenza e la sua cultura brillante ti facevano sentire protagonista nell'ambito delle varie celebrazioni, ti sentivi inondato dall'amore che il Signore ha per ognuno di noi e gustavi la gioia e la vera pace. Quindi avvertivi l'importanza e la necessità di veicolare tale ricchezza nella vita di ogni giorno e nei rapporti con gli altri, ovvero di passare dalla liturgia alla vita! Credo che don Italo abbia realizzato in modo del tutto particolare, """"a modo suo"""", la Parola di Dio detta dal profeta Geremia: """"Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi guideranno con scienza e intelligenza"""" (Ger 3,15). Spesso l'autore, narrando di don Italo, della sua personalità e del suo servizio pastorale in svariati posti della Diocesi, per inquadrare meglio il personaggio, cita molti e diversi autori per aiutare il lettore a capire come il sacerdote abbia sempre operato in piena comunione con la Chiesa gerarchica per il bene del popolo di cui si sentiva umile e zelante servitore. Don Italo ha precorso i tempi anticipando ciò che poi avrebbe detto Papa Francesco: """"Un pastore deve avere l'odore delle pecore e stare in mezzo al suo gregge: a volte davanti e a volte dietro per recuperare la pecora perduta"""".""""" -
Poetesse vittoriane tra evoluzionismo ed emancipazione. Matilde Blind, Amy Levy, Augusta Webster
Con la pubblicazione di The Origin of Species, nel 1859, le teorie di Charles Darwin s'impongono all'attenzione della scienza contemporanea, scuotendo dalle fondamenta l'episteme vittoriana. Oltre un decennio dopo, il naturalista dà alle stampe un'opera alla cui stesura aveva dedicato anni di instancabile lavoro e tuttavia meno nota: The Descent of Man non è soltanto il racconto delle origini dell'uomo, come preannunciato dal titolo, ma anche e soprattutto la lunga e complessa storia della differenza sessuale, una questione all'epoca sempre più discussa, in concomitanza con l'emergere sulla scena politica e nel dibattito culturale della cosiddetta New Woman. A partire dall'idea di natura femminile, così come essa si va definendo nell'universo darwiniano e nel discorso scientifico del tempo, questo studio traccia quattro percorsi di poesia attraverso le opere di tre scrittrici vittoriane ancora poco considerate dalla critica. Augusta Webster, Mathilde Blind e Amy Levy, confrontandosi direttamente con gli assunti della scienza, delineano i contorni di una femminilità nuova, ripensando i modelli del passato e immaginando un futuro diverso per la donna, in una società in rapido cambiamento alle soglie del Novecento. -
I ragni zingari
Settembre 1943, Armistizio. Michele, ricoverato presso un ospedale militare in Albania, sceglie di fuggire e tornare a casa. Qui ritrova la madre, la giovane sorella Adele, il nonno e zio Berto. Subito, però, deve affrontare una penosa situazione: suo fratellino Marco, undici anni, è scomparso da alcuni giorni. Tra incubi e atroci ricordi Michele si ritrova a sostenere il peso di questo cupo rientro dal fronte. Sullo sfondo, onnipresenti, pullulano i ragni zingari, immaginarie creature che si dice escano dagli specchi per recare oscuri presagi, visibili solo ai margini del campo visivo. E mentre in paese si organizzano i primi gruppi per la Resistenza, il vecchio parroco rivela a Michele i particolari di un duplice delitto compiuto tanti anni prima da suo zio Berto. Il confronto fra i due farà emergere allora tutta la follia, tutte le segrete morbosità e paure che gravano sulla famiglia... Intanto, i primi contingenti tedeschi arrivano per spazzare via ciò che resta dell'estate. -
La religiosità ecumenica
Il tema di questo libro è esplicito: non si tratta dell'esistenza o dell'inesistenza di Dio, come per secoli ha trattato la Patristica medioevale, bensì del mistero di Dio, di questo rospo in gola, secondo Søren Kierkegaard, che non va né su né giù, ma in qualche modo non cessa dal richiamarci ad una oscura deità originaria, di cui ego e alter sono parte e che costituisce il nucleo profondo di una religiosità ecumenica, al di là dei poteri clericali che tendono ad appropriarsene e ad amministrarla in regime di monopolio. -
Malascienza. L'impostura di Lucifero
"Il mondo pullula di imbroglioni, e così la scienza e l'università. Dovunque sia possibile imbrogliare, potete stare sicuri che lì si nasconde l'imbroglio. Non si trovano imbrogli nella matematica e nelle scienze esatte i cui risultati sono replicabili, e quindi vi è un controllo oggettivo per stanare gli imbrogli, ma se appena è possibile imbrogliare senza essere immediatamente scoperti, state sicuri che gli imbrogli ci sono.""""" -
Omelie sul Natale e sull'anticristo
«La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno vinta» (Gv 1,5): quest'affermazione del Vangelo - che si legge ogni anno il 25 dicembre - ha guidato l'Autore nella selezione di 10 omelie sul Natale e 3 sull'Anticristo. Luce e Tenebre a confronto, pertanto. Ma con la netta prevalenza della Luce sulle Tenebre, del Cristo sull'Anticristo, perché, come ricorda San Paolo: «dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia» (Rm 5,20). «Il titolo del libro - precisa il Card. Gerard Müller, nella sua mirabile prefazione - potrebbe sembrare bizzarro. I due temi scelti si collocano, infatti, su poli opposti … Tuttavia, quando parliamo di Cristo e dell'anti-Cristo non dobbiamo dimenticare che si tratta di temi strettamente collegati». Le omelie che giungono tra le mani del Lettore - sottolinea l'eremita P. Nicola Lomurno, nella sua breve e incisiva postfazione: «sono ricche di citazioni … risultano vibranti, coraggiose e convincenti, ben aderenti al tempo presente ... Sono abbellite da espressioni poetiche e calde di entusiasmo». Ne emerge un incitamento a combattere la battaglia contro l'Anticristo, fortemente radicati in Cristo. «E il desiderio del radicamento che accompagna l'Autore, ora lo porta a una nuova esperienza di vita … Gli auguriamo che il tempo che avrà il privilegio di trascorrere in Terra Santa - conclude il Card. Müller - rafforzi il suo spirito di fedeltà al Cristo Vincitore del mondo». -
I caduti della Repubblica Sociale Italiana. In provincia di Varese
I nomi, le fotografie, le lettere e i racconti del libro dedicato ai Caduti della R.S.I. della provincia di Varese, voluto dal Comitato Ricerche ed Onoranze ai Caduti della Repubblica Sociale Italiana su impulso del suo Presidente, fanno rivivere quella memoria come presentazione fisica e anagrafica dei giovani che, incuranti dei pericoli e a rischio della loro vita, si sono ribellati al conformismo dei più che hanno preferito una scelta diversa restando alla finestra quando fuori si combatteva e quando fu consumato il sacrificio dei vinti sull'altare del vincitore. Le lettere testimoniano l'orgoglio di servire la Patria, appagano la necessità di esprimere i pensieri e i sentimenti dei giovani consapevoli che la loro scelta irreversibile portava su una strada che poteva avere come ultima meta l'estremo sacrificio. Ma anche piene di amore per i loro cari e di speranza in un futuro migliore. I racconti ci dicono che quei giovani sono caduti come i ragazzi fiorentini sul sagrato della chiesa di Santa Maria Novella mentre irridevano al plotone di esecuzione partigiano e gridavano prima di morire: ""Viva Mussolini!""""."" -
Simmaco. De Repetenda Ara Victoriae. Terza relazione di come debba essere ristabilito l'altare della Vittoria
Con la Relatio tertia de repetenda ara Victoriae, Simmaco si conferma autore fondamentale per ben inquadrare il dibattito tardo-antico, che vede protagonista anche il vescovo di Milano Ambrogio, a proposito di temi quali il monoteismo, il pluralismo religioso e il passaggio dalla doxa degli antenati pagani al dogma dei contemporanei cristiani. La Relatio raggiunge tratti di intensa drammaticità quando un accorato Simmaco domanda e afferma: «Dove giureremo fedeltà nei confronti delle vostre leggi e delle vostre parole? Da quale scrupolo religioso sarà spaventata un'indole bugiarda, affinché non menta durante le deposizioni? Sicuramente, ogni cosa è permeata di divinità e nessun luogo è sicuro per gli ingannatori, ma contribuisce moltissimo alla paura di peccare anche l'essere tormentati dalla presenza dell'immagine sacra. Quell'altare garantisce la concordia fra tutti, quell'altare mette insieme la fede dei singoli credenti, e nient'altro conferisce maggiore autorevolezza alle nostre sentenze del fatto che il Senato prende ogni decisione come se fosse un giuramento.» -
Una svedese in guerra. La storia de «L'Agnese va a morire»
L'autore, in un viaggio con il regista Giuliano Montaldo e sua moglie Vera Pescarolo, ripercorre le tappe del noto film ""L'Agnese va a morire"""" del 1976, il primo sulla Resistenza italiana con una donna come protagonista (tratto dall'omonimo romanzo autobiografico della partigiana Renata Viganò). Durante il tragitto verso la Romagna, terra ove quell'opera venne realizzata, viene ripercorsa la storia del Neorealismo cinematografico italiano, oltre alle carriere prima di attore e poi da regista del Maestro. Il fulcro del libro è naturalmente il film tratto dal romanzo della Viganò. Questo viene raccontato, oltre che da Montaldo - nei set ancora esistenti - da chi a quel film partecipò: in forma diretta da Ninetto Davoli, Ron, Alfredo Pea; in forma """"differita"""" da Ingrid Thulin, Stefano Satta Flores, Michele Placido ed Ennio Morricone. Il libro si avvale inoltre delle testimonianze del Direttore dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'età contemporanea in Ravenna e provincia, dell'ex sindaco di Alfonsine, di """"Minny"""" (partigiana del luogo), di Marina Guerra, autrice di memorabili foto eseguite durante la lavorazione del film (alcuni scatti corredano il volume) e di molti altri. Il racconto non è una mera e semplice cronaca, ma una riflessione sull'attualità dei valori che quel film rappresentava e sui profondi cambiamenti in questi anni nel nostro Paese."" -
Le serate di San Pietroburgo oggi. 56 frecce contro-rivoluzionarie
Questo libro è il frutto del lavoro del secondo lustro di vita del Centro culturale delle «Serate di San Pietroburgo», costituito a Roma nel settembre 2010 da professionisti e rappresentanti di svariate realtà associative, culturali e politiche, accomunati dall'amore per la comunità e per il ricco patrimonio della tradizione politica, religiosa e filosofica occidentale. I 56 contributi qui raccolti, che si aggiungono ai 42 già pubblicati nel primo volume delle Serate di San Pietroburgo, oggi, a cura di Giuseppe Brienza e Omar Ebrahime, con una Presentazione di Marcello Veneziani (Solfanelli, Chieti 2014), continuano l'opera di studio, discussione ed ""attualizzazione"""" della grande eredità filosofica di Joseph de Maistre (1753-1821). L'omonima Rubrica di cultura e politica tradizionale del periodico """"Il Corriere del sud"""", del resto, è nata con il preciso intento di riproporre uno dei principali insegnamenti del Conte savoiardo, ovvero che la politica è, soprattutto e prima di tutto, una questione teologica."" -
La differenza del segno. Una semiotica altra nel Giappone di Roland Barthes
A cinquant'anni dalla sua uscita, ""L'empire des signes"""" di Roland Barthes continua a sorprendere. Testo sul calligrafismo in sé finito con cui la civiltà nipponica graffisce ogni aspetto della propria cultura, dalla cucina alla scrittura, dalle composizioni floreali all'organizzazione dello spazio, in controluce è un libro sui limiti della logica occidentale del segno, dominata dall'ansia del significato e da interpretazioni pronte a sistematizzarlo. Ne emergono un inno alla effervescenza di senso della semiosi orientale e l'auspicio di una rinascita del segno occidentale, invitato a emanciparsi dalla immancabilità di istanze semantiche. Ma, dato che in gioco vi è una concezione originariamente differente del modo di mediare le cose con le parole e i segni in generale, come fare perché lo stesso """"Empire"""", nel profilare l'alter-natività giapponese, non riproponga di fatto l'ennesimo contenuto da adempiere, veicolato attraverso quel segno saturo, rapace e riduzionista che rimprovera all'Occidente? Ecco dunque la vera sfida nella caldeggiata palingenesi barthesiana: strutturarsi in un testo che cerchi il più possibile d'incorporare sulla propria significanza, prima che sul proprio significato, la differenza semiologica cui anela volgendo lo sguardo ad Est."" -
Un «Pavese solo». Percorsi di continuità. Tra «I dialoghi con Leucò» e la precedente produzione
Quando escono I dialoghi con Leucò nel 1947, Pavese ha alle spalle un ventennio di lavoro tra liriche, racconti, romanzi e traduzioni. Affiancando la vita alla letteratura, sempre intrecciati in Pavese, si vedrà che alla sconfitta nell'una segue il ripiegamento nell'altra, in un'eclettica parabola poetica che culmina nella via mitica come salvezza dalla realtà. Questo lavoro si propone di delineare dei percorsi di continuità - per lo più tematici e diacronici - all'interno dell'intera produzione, con lo scopo di mettere in luce l'esistenza di un ""Pavese solo"""", ossia di un'unica poetica in fieri che confluisce poi nei Dialoghi. Proprio Calvino, nella prima recensione, aveva usato questa espressione per avvertire che non si era in presenza di quel """"quarto di luna"""", come fu recepito da molti nel clima neorealista dell'epoca, ma che """"questo Pavese è sempre esistito accanto all'altro"""" e che """"anzi senza questo l'altro non sarebbe possibile"""". Vengono affrontati alcuni poli tematici oppositivi e compresenti, l'utilizzo del dialogo, il passaggio dal simbolo al mito, e ancora la rielaborazione e riscrittura di quest'ultimo con lo scopo di tracciare un percorso di continuità poetica da cui I dialoghi con Leucò non sono esclusi."" -
La chiave di lettura. Il lessico dell'Alba
Nella prima metà del XIX secolo il genovese Luigi Crosa, dottore in Medicina, sta perfezionando la propria formazione in Francia, all'Università di Montpellier. Conterranei di spessore, amicizie mondane e altolocate, ma soprattutto l'incontro con il concittadino Andrea Roggero, giovane duca, segnano il suo percorso di novità inaspettate. Rispetto e onore, insieme ad altre virtù fondanti, cominciano ad assumere un diverso significato nel momento in cui egli viene invitato a diventare parte della Fratellanza di cui anche Roggero è membro. Oltre un secolo dopo quegli stessi valori vengono raccontati da Carlo a Ludovica, giovane architetto genovese, nel corso di una lunga ed entusiasmante passeggiata attraverso il Parco genovese di Villa Pallavicini, in un percorso denso di suggestioni in cui entrerà in contatto con lo sconosciuto trisnonno. Il Risorgimento e il Sacco di Genova e il percorso simbolico del Parco corrono su binari paralleli, declinando una storia nella storia, fra atmosfere ottocentesche pervase da venature romantiche e, sfidando spazio e tempo, quella contemporanea dei due giovani studiosi. -
Le radici della modernità
Come dalla ""Cristianità"""" si è passati alla """"modernità"""", dall'Europa medioevale cristiana all'Europa contemporanea laicista? In quattro capitoli, Francisco Elías de Tejada affronta la crisi della Cristianità, l'avvento del Protestantesimo, l'imporsi del Giacobinismo e della Rivoluzione francese, la nascita del Marxismo: cioè le varie fasi di un unico processo rivoluzionario. Il testo sintetizza in modo chiaro e preciso quali erano le caratteristiche della Cristianità e quali sono alcune connotazioni distintive dei tre movimenti rivoluzionari. Il volume è introdotto da una profonda riflessione di Giovanni Turco."" -
Giuseppe Acerbi e la Finlandia
Il presente volume rappresenta la conclusione del progetto di ricerca del Dipartimento di italiano dell'università di Turku Giuseppe Acerbi sul cammino di Capo Nord, riguardante la pubblicazione degli inediti diari di viaggio di Giuseppe Acerbi, Il viaggio in Svezia e in Finlandia (1798-1799), Il viaggio in Lapponia (1799) e Il viaggio in Svezia e in Norvegia (1799-1800). Giuseppe Acerbi (Castel Goffredo 1773-1846) noto come Direttore della ""Biblioteca italiana"""", nel 1799, in compagnia del bresciano Bernardo Bellotti compie un viaggio nei Paesi dell'Europa settentrionale. Luigi G. de Anna ricostruisce l'itinerario culturale e ideologico di Acerbi, che da posizioni filo-giacobine lo porterà a sostenere la politica culturale dell'Impero d'Austria in Italia, subendo per questo, in quanto austriacante, la damnatio memoriae dei contemporanei e dei posteri. Giuseppe Acerbi compì, primo italiano, l'ascesa a Capo Nord per via di terra. Partito da Stoccolma, arrivò a Turku in Finlandia nel marzo del 1799. Farà poi una lunga sosta ad Oulu, nel nord della Finlandia. Acerbi in Lapponia raccolse esemplari della fauna, della flora e della mineralogia, da lui accuratamente descritti nei suoi Taccuini.""