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Mostrati 2021-2040 di 10000 Articoli:
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Ma la burocrazia ha un'anima? Fatti e misfatti di un potere senza immaginazione
"Il titolo di questo racconto nasce dal desiderio di fornire in forma interlocutoria e discorsiva alcuni elementi di riflessione su un fenomeno che non dipende da una prescritta chiave di lettura istituzionale. La burocrazia non ha un'identità espressamente politica: la sua anima è del tutto autoreferenziale, perennemente agghindata, per rimanere tale, con un apparente e imprescindibile neutralità. I modi, le forme e la diffusione territoriale dove questo servizio viene svolto sono infiniti, come costante rimane la caratteristica della moltitudine di soggetti che lo dirigono. Salvo lodevoli eccezioni non ha confini la loro mancanza di fantasia, di immaginazione e di scarso realismo contingente. Si tratta di una matrice culturale resa cronica, oltre che da interessi corporativi di categoria, soprattutto dalla scarsità di senso civico di gran parte dei cittadini italici di ogni censo. Consapevole che la semplice descrizione di un fenomeno cosi arido e astratto farebbe addormentare sul divano anche il più volonteroso lettore, ho voluto che le esemplificazioni da me vissute realmente fossero raccontate come la cronaca di un percorso turistico descritto da un cicerone che vuole strattonare un periodo di vita trascorso nella città più bella del mondo, malgrado l'analfabetismo funzionale di chi l'ha governata negli ultimi anni."""" (L'autore)" -
Oltre l'orizzonte, insieme contrapposti
Le leggi della fisica impongono che vi sia un costante aumento di entropia nell'universo e noi due di certo non riusciamo a esserne immuni. Pertanto, nella nostra evoluzione disordinata siamo due anime affini in un tempo che però è agli estremi opposti della stessa clessidra; ivi, vi scorriamo all'interno antiparalleli verso l'orlo dell'orifizio del collo d'oca e pur essendo vicini più di tutto e più di qualsiasi altra cosa, come sempre, non riusciamo mai a sfiorarci. Le parole sono come musica su di uno spartito la cui chiave è il silenzio che ammalia i nostri occhi che si perdono gli uni negli altri in un abbraccio senza essenza: vedere ciò che si sente e sentire ciò che non si vede. Labirinti di se e di ma dipanati da un centro comune come nell'increspatura provocata in uno stagno dal tocco, seppur docile, di un sasso. Ci si incontra al limite dell'orizzonte di un tramonto e si finisce per perdersi nella sua stessa ombra per poi, ovviamente, alla successiva rotazione della clessidra ricominciare. -
Il bivio
Pièce in due atti. In una sera di tardo inverno, due amici di vecchia data, mentre si recano ad una festa di compleanno in aperta campagna, s'imbattono in un bivio anonimo, senza indicazioni. Poco dopo, la loro automobile rimane con la batteria a terra, i loro cellulari non prendono e nessuno sembra passare da quella strada. Mentre attendono un ""prode salvatore"""" dialogando non senza battibecchi e ricordi del passato, prendono coscienza di essere al bivio, costretti a pensare e riflettere """"a nudo"""". Tutti, prima o poi, ci imbattiamo in un """"Bivio"""": riflessione, silenzio o istinto per intraprendere la strada. È allora che i pensieri ci travolgono e si apre il confronto con noi stessi e con gli altri. Un """"Bivio"""" dunque, dove i cartelli sono bianchi, dove non indicano, dove i percorsi sono da cercare e da trovare, dove essere quasi prigionieri in un non luogo apre ad una presa di coscienza inaspettata, dove la connessione tecnologica cessa di esistere per rivelare un mondo smarrito di umani maledettamente sconnessi, che solo nella parola ritrovano la loro umana connessione."" -
Besed Ne Najdem. Ediz. slovena e italiana
"Io credo che il giorno che non ci sarà più la poesia, non ci sarà più nemmeno l'uomo. O l'uomo cessa d'esistere, e allora al suo posto verrà fuori una specie di burattino che si muove automaticamente, o resta ancora uomo con tutte le sue qualità fondamentali (fantasia, sentimento, senso di comunione con gli altri, ecc...); in questo secondo caso la poesia per forza continuerà a vivere..."""" (Giuseppe Ungaretti). """"Kras o Carso, in fondo che cosa cambia? La cultura non deve avere confini e qui sembra smarrirli, in una terra che non è solo pietre, ma punto d'incontro fra culture"""" (Massimo Battistin)." -
Una storia cliché
Anna è una studentessa universitaria, Luca un giovane imprenditore. Si conoscono una sera in un locale, e subito tra i due scatta la scintilla. Anna è una ragazza seria e determinata, ma non così sicura come tende a far credere. Luca è un eterno ragazzino, un Peter Pan sempre in cerca di relazioni poco impegnative, ragazze incluse. Indeciso e volubile, non si sente ancora pronto per mettere la testa a posto. Anna dovrà fare i conti con un sentimento forte e struggente, che la piega, facendola scendere a compromessi. Combattuta tra razionalità e amore, si scopre una persona diversa, che mai avrebbe immaginato. I due faticheranno a trovare una perfetta sintonia, destinata poi a esaurirsi ogni volta. Una storia fatta di alti e bassi, di ""tira e molla"""", di sì e no. Il tipico cliché dei giorni nostri, in cui regna sovrana l'occasionalità; in queste relazioni moderne, fatte di attimi, senza progetti a lungo termine né promesse."" -
C'è un elefante nella mia poltrona
“C'è un elefante nella mia poltrona” è una raccolta di monologhi, pensati per una realizzazione teatrale, in cui sette donne, una per ogni giorno della settimana, si svelano a noi nella fragilità della loro esistenza, nelle loro emozioni violate, sopite spesso nella totale passività. È la loro capacità emotiva profonda che le porta a reagire e a ritrovare la forza positiva trainante: il desiderio di essere e non di avere, di recuperare la parte essenziale del proprio Sé, che un evento anche banale e apparentemente insignificante porta alla luce, provocando una sorta di rinascita. La loro voce vuole essere un invito a tutti, uomini e donne, a non dare ulteriore spazio al non essere, coperto spesso dalla prosaicità della vita quotidiana, dall'abitudine, dalla solitudine, dal lavoro, dalla famiglia, dalle relazioni. Finalmente ognuna di queste donne può realizzare un cambiamento nella propria vita, perché l'io profondo che emerge ha bisogno di presente e di speranze, senza i quali non può esistere un futuro. -
Semi di contemplazione
«A distanza di nove anni dalla pubblicazione della mia prima raccolta di poesie giovanili, dal titolo 'Paesino del mio canto... Voci giovanili in versi', ho pensato offrire alla benevolenza dei lettori e degli amici queste poesie di carattere religioso e spirituale, a cui ho ritenuto in modo alquanto spontaneo di dare il titolo 'Semi di contemplazione'. Cosa sarebbe il mondo senza la bellezza e il fascino della poesia, ma soprattutto senza lo sguardo ed il cuore dei poeti. E ogni uomo - a suo modo - è poeta, interpretando la sua vita, lasciandosi stupire ogni giorno dalle cose buone e belle che vive, dalla vita delle persone che incontra, dalla presenza di Dio e delle realtà spirituali che sperimenta, dalla testimonianza di uomini e donne che si sono distinte per santità ed umanità». (dall'Introduzione) -
Viaggio oltre forma
Una raccolta di poesie introspettive. La raccolta è letteralmente un “Viaggio oltre forma”: ciascuna poesia racconta una storia secondo un punto di vista singolare e lette da sole possono sembrare affascinanti come stelle cadenti, ma nel loro insieme creano un'unica realtà, un unico mostro definito attraverso il fallimento dell'uomo; l'apparente impossibilità di cambiare il “sistema”; le illusioni talmente forti da risultare reali, cresciute in noi per distogliere lo sguardo dal marciume che infetta il reale. ""Viaggio oltre forma"""" è ciò di cui abbiamo paura: noi stessi."" -
Oro Y Blanco De Jacaranda. La mia vita nel tuo sguardo
Spagna - Regione dell'Estremadura - ai giorni nostri. Estevan e Maribel si conoscono dai tempi del liceo, si amano e immaginano una vita per sempre insieme. Terminati gli studi, iniziano a lavorare nell'allevamento di cavalli lusitani di proprietà di José, lo zio di Maribel. Trascorrono gli anni e le loro esistenze arriveranno inesorabilmente a un punto di svolta. Maribel lascerà Estevan per trasferirsi in Italia. La vita dei due protagonisti prenderà delle direzioni sconosciute che porteranno entrambi a prendere piena consapevolezza dell'imprevedibilità degli eventi e alla conseguente forza interiore necessaria per riuscire a gestirli. La nascita di una figlia, un particolare cavallo lusitano, le vere amicizie, saranno i perni sui quali ruoteranno le circostanze, riuscendo ad abbattere le barriere fisiche, del cuore e della mente di ognuno di loro. -
La mediazione famigliare. Uno strumento per sopravvivere
Ognuno di noi vede il mondo dal proprio punto di vista. Affermare ciò vuol dire anche porre le basi del conflitto, infatti, dal momento in cui cerco di imporre o proporre il mio punto di vista confliggo con il punto di vista del mio interlocutore. Nel momento in cui sono parte in causa divento un “negoziatore di realtà”. Molto è stato scritto sulle tecniche di negoziazione, e si suol dire che anche in una negoziazione riuscita devo cedere parte di ciò che vorrei per me. La mediazione famigliare cerca di superare questo stallo della negoziazione (che non è, di per sé un errore, a volte, la negoziazione è inevitabilmente sana e produttiva) cercando una terza via, ossia un superamento dei punti vista creando un percorso che ci faccia interpretare una realtà nuova ricostruendo i parametri del nostro vivere rispetto a un quadro generale diverso e condiviso. Ciò comporta impostare uno stile comunicativo e d'interpretazione della realtà, completamente nuovo e impegnativo. Si tratta da parte del mediatore di sospendere il giudizio: “L'individuo si sforza di applicare un'operazione di espansione semantica che rende nozioni, concetti categorie, strumenti concettuali e linguistici inclusi, anche se differenti nelle proprie nozioni, configura un'operazione di espansione del senso delle proprie convinzioni, sospende il giudizio”. Questo libro si pone l'obiettivo di essere una guida per i mediatori formati, che vogliono riflettere sulla loro professione, e a chi, a questa professione comincia ad affacciarsi. -
Sussurri dalla tana
"“…non ho mai pensato di fare l'informatico, ma dopotutto, il mio corso di studi ha seguito una via tutta sua ed infine è divenuto il mio lavoro. Non ho mai dimenticato le mie origini, i miei genitori e la loro generazione Hippie: gli anni Sessanta e Settanta, così carichi di tensioni emotive e artistiche. La mia voglia di imitare i dipinti di mia madre e la passione per la scrittura, tutta di mio padre. Ho unito le arti nel teatro e l'ho celebrato con la rappresentazione povera, quella di strada, quella degli eventi ludici, dei simposi all'aperto…”" -
La forza di Rossella
Una notizia imprevista arriva a sconvolgere la tranquilla vita di Rossella. Impreparata, dovrà affrontare un nemico sconosciuto confidando nella sua forza. -
L'ultimo sguardo
"La silloge di Alessandro Pisegna si ricollega al testo di Sergio Endrigo per il costante rammarico di non poter realizzare un progetto di vita con la donna amata. La frase: “Regalami l'ultimo sguardo” è emblematica per capire l'intensità del sentimento che l'autore prova per la persona che si allontana da lui senza dare la possibilità di un nuovo incontro o di un semplice chiarimento. L'angoscia di un addio definitivo si insinua nei più riposti anfratti della mente, nelle occupazioni quotidiane."""" (dalla Prefazione di Alessandro Quasimodo)" -
Attese
Prefazione di Alessandro Quasimodo. -
Turbini e dispnee
Una raccolta di poesie che affianca un percorso di vita. Alla ricerca del senso, del ""quid"""" mancante, della logica esistenziale. Tra paesaggi, ricordi, illusioni, sperimentalismi. Per evocare sensazioni e suggestioni che schiudano la porta alla luce che dà barlumi di verità. La storia poetica di un pluriennale viaggio nel tempo che permea la vita, tra afferenze esperienziali ed efferenze a cavallo tra logica e sensibilità. L'eterno vagare del viandante che fa tesoro del vissuto per rilanciare e gustare, non senza sofferta percezione del sottile limite tra reale e metafisico, tra concreto e soggettivo, la bellezza del farsi uomo nella curiosità costante della scoperta di un nucleo incorruttibile o di parti di esso. Per trovare, condividere e rilanciare. Per esserci davvero. Per rendere efficace e gratificare il fatto stesso di esistere."" -
Una penna e una maglietta
Particolarmente dedicato ad una giovanissima vittima di questa strage continua, Eleonora Noventa, tragicamente uccisa, a 16 anni, dal fidanzato appena lasciato. Per continuare la battaglia al fine di fermare questa violenza, cui questa ragazza, così giovane, ha consacrato la vita, come una vera martire civile, eventuali proventi di vendita saranno oggetto di donazione ad un'associazione che porta avanti, come obbiettivo, la lotta alla violenza di genere ed al femminicidio. -
Aio. Una storia vera. 30 anni di scritti dal carcere
"Aio l'ho conosciuto alle lezioni di informatica e poi di inglese e delle altre materie. L'ho portato alla laurea. Ogni 7 giorni, 11 cancelli di ferro da varcare, telecamere a ogni angolo e ore di studio, ricordi, confessioni e 3 anni dopo gli abbracci durante i permessi. Aio mi ha scelto per scrivere la sua fantasia, la storia vera di una vita di follie, trasgressioni, latitanze e di 30 anni di galera in 17 carceri. A 53 anni, storia di mala vita o di vita vissuta? Aio è monello figlio della strada e della strada ha rigettato violenza e crudeltà, ha succhiato astuzia e destrezza, ha goduto nel piacere della preda e con l'adrenalina della caccia. Gli basta un giorno per rubare anche 5 auto e in 24 ore da solo sa rapinare 3 banche. È leggendario. Al suo attivo 2500-3000 auto rubate su commissione e 380-400 banche rapinate. Ha perso il conto. Principe dei rapinatori, il suo male è la femmina, ricercato e corteggiato allo spasimo, capace di un rapporto sessuale nella sala ricevimento parenti del carcere, quel venerdì, lui, lei e il piacere del rischio, dell'azzardo, del pericolo""""." -
So(u)litude
Come descrive l'autore stesso, la sua poesia è caratterizzata da ""un impeto funesto di emozioni e pensieri"""", facendo trasparire contenuti contradditori, romantici e veri. Prefazione di Alfredo Rapetti Mogol."" -
Le ragioni della lingua straniera
L'autrice, da oltre trenta anni, insegna lingua inglese nelle scuole medie statali. Scrive questo volume pensandolo sia per gli addetti ai lavori, ai quali descrive come la sua didattica superi l'approccio grammaticale traduttivo e si ispiri al modello linguistico-comunicativo, sia per chiunque voglia costruire spazi di competenza comunicativa, di abilità nel capire e nel farsi capire. Per questo motivo, ribadisce l'importanza dell'imparare a parlare: chi non sa parlare, non riesce a parlare neanche con sé stesso. Chi produce solo parole elementari, produrrà solo pensieri elementari e la sua esperienza del mondo sarà limitata. Più si allarga e si espande il proprio linguaggio, e più si mettono le parole in azione, più si allarga e si espande l'orizzonte del proprio mondo. In questa cornice, l'autrice ci svela come la sua didattica ambisca a produrre parole, linguaggi, esperienza del mondo. Ci indica, pertanto, le tre aree di interesse a cui fa abituale riferimento, a partire dalla flipped classroom: il materiale di studio si prepara a casa ed i compiti si fanno in aula, tutti insieme, anche per poter superare in tempo reale gli eventuali errori. Vengono poi presi in esame anche l'impiego del CLIL, lo studio di materie insegnate direttamente in lingua inglese ed il reflective learning, un percorso di elaborazione consapevole delle esperienze personali dell'allievo. In un tale cambio di paradigma, che influenza le linee tradizionali di autorità in classe, appare determinante la personalità dell'insegnante, del quale, a fine volume, si analizzano gli stili di comportamento e le modalità relazionali con la classe. Utilizzando i modelli dell'analisi transazionale, si delineano quali parti di sé l'insegnante mette in gioco nel rapporto con l'allievo. Il pensiero complessivo che ispira il volume è la bellezza irrinunciabile di fare della scuola una comunità di apprendimento. Anche se non si ha idea di dove il percorso di crescita possa condurre e cosa possa fare incontrare, l'unica forte certezza è che si creeranno tante rotte, tanti sbarchi, tanti approdi. Approdi provvisori sempre e solo in noi stessi: il punto più importante da cui, volta per volta, poter ripartire. -
Con il sen(n)o di poi
Ricordi presenti e passati, si amalgamano in uno spazio e dentro un tempo ""senza tempo"""" che inesorabile """"passa"""" come tutto e come il vento di Bora, dentro a un vortice micidiale mescola e amalgama tutto ciò che trova, e dopo aver fatto disordine con la sua forza fa ordine, spazza e pulisce l'aria, da tutti i timori le parole la gente il rumore la speranza e anche l'amore e ti salvano un pezzo di cuore, oltre la malattia, la magia, l'incantesimo e la follia. Senti finalmente il confine del tuo tempo e lo senti """"sterminato"""" come il mare e l'amore per ciò che rimane.""