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La Compagnia del Ss. Rosario di Castelvecchio. Restauri recenti
Il restauro presentato nel volume è particolarmente significativo in quanto riguarda un ciclo pittorico che si conserva all'interno del borgo di Castelvecchio, località del comune di Pescia (Pistoia). Sotto la chiesa di San Giovanni Battista si trova la cripta dell'Oratorio, le cui pareti sono completamente affrescate con scene che riproducono i quindici Misteri del Rosario. La pubblicazione ricostruisce le fasi e l'evoluzione del progetto di restauro sia dell'affresco e sia delle quattro lanterne policrome in lamina di metallo con sportellino per l'inserimento dei ceri. -
Lungo le mura del secondo cerchio. Case e palazzi di via de' Benci
Un viaggio alla scoperta di una via fra le più simboliche di Firenze: via de' Benci, confine storico fra il quartiere di San Giovanni e quello di Santa Croce. Nella prima parte del volume si descrive la storia della via, a partire dal 1172. L'excursus mostra una chiara distinzione tra i due lati di via de' Benci: quello di sinistra è caratterizzato dalla presenza di edifici di più vecchia edificazione, fra cui quelli dei Peruzzi, costruiti perfino sulle fondamenta dell'anfiteatro romano; su quello di destra, invece, spiccano i palazzi degli Alberti, il Museo Horne, la casa dei Fossi. La seconda parte, frutto di schede redatte sulla base di ricerche condotte presso l'Archivio della Soprintendenza, presenta 30 tappe che descrivono nei dettagli tutto ciò che c'è da sapere degli edifici incontrati: storia, proprietari, affacci, bibliografia ragionata, rilievo delle facciate o di qualche particolare singolo elemento architettonico. -
Figline, il Cigoli e i suoi amici. Colorire naturale e vero
Il volume è il catalogo della mostra di Figline Valdarno (Firenze) negli spazi espositivi del Palazzo Pretorio e della chiesa dell'antico Spedale Serristori (18 ottobre 2008-18 gennaio 2009. Organizzato in tre sezioni, il volume approfondisce, grazie ai saggi di Novella Barbolani di Montauto, Miles Chappell e Andrea Aldinotti, le tre fasi principali della vita di Lodovico Cardi, detto il Cigoli: i committenti figlinesi e l'amicizia con Gregorio Pagani con cui condivise la stessa attenzione per il ""disegnar dal naturale"""" e il percorso verso nuove vie """"per giungere ad un modo di colorire naturale e vero""""; il suo passaggio da apprendista a maestro e il viatico iconografico degli affreschi del Chiostro Grande di Santa Maria Novella. Il volume raccoglie più di 40 opere, ciascuna con una scheda ragionata e illustrata a tutta pagina, tra cui gli autoritratti dei maestri e dei compagni artefici delle prime esperienze di Lodovico, in particolare l'educazione al disegno e ai rudimenti d'architettura: Alessandro Allori, Bernardo Buontalenti e Santi di Tito, Federico Barocci, Andrea Comodi, Domenico Passignano, i cui autoritratti sono ). Amico di poeti, scienziati e letterati, il Cigoli fu in stretti rapporti con Galileo Galilei, dapprima suo maestro di matematica e prospettiva e successivamente sodale e corrispondente: per ricordare la sincera amicizia fra i due, è presente il ritratto in disegno di Galilei, opera di Ottavio Leoni."" -
Viaggio di un pittore distratto
"C'è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore"""", scriveva il grande cineasta Andrej Tarkovskij. Il viaggio in treno di Maria Grazia Cerretelli attraversa un tratto d'Italia congiungendo Firenze a Trieste, passando per luoghi, ma anche per vicende umane forti, esistenziali, che spingono a riflettere sul nostro intimo sentire e credere. Leggendo, ci passano davanti agli occhi luoghi bellissimi, che scorrono di pari passo con l'alternarsi dei ricordi. E incontriamo personaggi diversi, alcuni in fuga, altri alla ricerca di qualcosa o qualcuno." -
Scrivo a te come guardandomi allo specchio. Lettere a Pasolini (1954-1975)
Il corpus delle lettere che Paolo Volponi scrive a Pier Paolo Pasolini fra il 1954 e il 1975 rappresenta un documento di grande importanza, attraverso cui è possibile ricostruire lo sviluppo dell'opera poetica volponiana nel cruciale passaggio da una fase in cui sono ancora predominanti (per usare un'espressione dello stesso Volponi) le suggestioni post-ermetiche a un'altra in cui si fa sentire l'influenza di Pasolini e, più in generale, del neo-sperimentalismo di ""Officina"""". Il risultato sarà la pubblicazione nel 1960 della raccolta """"Le porte dell'Appennino"""" e il primo importante riconoscimento con la vittoria del Premio Viareggio. Oltre che mediatore con l'ambiente culturale romano (Bertolucci, Bassani, Moravia, Morante, Gadda), Pasolini è in questi anni una figura centrale per Volponi, amico e maestro al tempo stesso a cui sottopone le proprie poesie e richiede pareri e consigli. La presenza di stesure preparatorie e intermedie di alcuni testi poetici allegati alle lettere consentono di ripercorrere l'itinerario variantistico di numerosi componimenti presenti ne """"Le porte dell'Appennino"""" e di valutare appieno la portata dei cambiamenti intervenuti."" -
Nuovi frammenti narrativi
Affermato architetto restauratore di monumenti e città storiche, Francesco Gurrieri vive e lavora a Firenze e per il mondo. Ha scritto numerosi libri d'arte antica e moderna, dirige la rivista letteraria ""Il Portolano"""", è lui stesso poeta e narratore. Ne sono prova le trenta prose racchiuse in questo libro, illustrato dai disegni a china di Roberto Maestro."" -
Elisabetta Rogai. Anatomie dell'anima. Ediz. italiana e inglese
Il volume è il Catalogo della mostra allestita al Museo Civico Archeologico di Fiesole dal 9 gennaio all'8 febbario 2009. Attraverso le pagine del volume, che raccoglie tutte le opere della rassegna di quadri di Elisabetta Rogai ospitate dalla città di Fiesole, si delinea un tratto interessante del percorso dell'artista, giunta a una stagione di pienezza e maturità personale e professionale. Elisabetta Rogai ci ha abituato a entrare, attraverso il suo instancabile lavoro di matita e di pennello, in un universo a prevalenza femminile popolato di individualità spiccate e poetiche. Negli ultimi mesi la sua ricerca - volta a catturare, al di là delle forme corporee, transitori stati emotivi rivelatori dell'anima - si è ulteriormente esercitata sulle tecniche pittoriche, così da affinare strumenti di penetrazione psicologica e di riflessione estetica. -
La Biblioteca Riccardiana di Firenze. L'ambiente, le collezioni, i servizi
La guida descrive tutto della Biblioteca Riccardiana, con efficace sintesi: la meravigliosa storia, le collezioni, i cataloghi e i fondi, i servizi. I Riccardi, una delle più ricche e potenti famiglie fiorentine, in rapida ascesa dalla seconda metà del Cinquecento, conobbero il momento di massimo prestigio nel 1659 quando i marchesi Gabriello e Francesco acquistarono dai Medici il Palazzo di Via Larga per 40 mila scudi. Dopo restauri e ampliamenti vi trovò sede la loro splendida collezione libraria e artistica. Il salone delle feste, celebre per gli affreschi di Luca Giordano, costituiva il vestibolo della Sala della biblioteca, oggi Sala di Studio. Ancora si ammirano i magnifici scaffali intagliati e dorati così che la Riccardiana è in grado di evocare l'idea tangibile di una biblioteca patrizia della fine del Seicento, mantenuta perfettamente intatta in tutte le sue strutture. Nel Settecento inizia la parabola discendente della famiglia e i dissesti finanziari coinvolsero anche la Biblioteca, che venne messa all'asta. La raccolta corse il pericolo di essere allontanata da Firenze, ma il Comune l'acquistò nel 1813 e la cedette due anni dopo allo Stato. È da quel momento che la Riccardiana diventa pubblica, anche se era stata aperta agli studiosi già ai tempi dei Riccardi. -
Non sei nessuno
Un itinerario verso la resurrezione. Il protagonista nasce e il padre dimentica di iscriverlo all'anagrafe; sogna studi letterari e si trova alla facoltà di medicina; non senza fatica si laurea e inizia il suo calvario che narra con il distacco di chi riesce a guardare con una certa ironia la sua vita; una vita costellata di amarezze (""non sei nessuno, non ti conosce nessuno, non conosci nessuno"""", si sente ripetere) ma anche di grandi soddisfazioni e riconoscimenti ottenuti negli Stati Uniti e in tutto il mondo. L'avventura di un uomo che si è fatto da sé, usando il silenzio come difesa, il lavoro e lo studio come mezzi per raggiungere la propria affermazione in un desolante spaccato della realtà universitaria italiana degli anni Ottanta."" -
Sono nata e non ne sapevo nulla
Una storia plurigenerazionale in cui figure di memoria intrecciano la loro danza attorno alla vita della protagonista, segnandone il percorso. Una navigazione al femminile attraverso il secolo del ""grande balzo in avanti"""", per approdare alla spiaggia del nuovo millennio giusto in tempo per vedere l'inizio del riflusso."" -
Silvaris. Anima e colore
Il catalogo raccoglie una ventina di opere di Stefania Silvari, in arte Silvaris. Nelle sue opere assistiamo a una sequenza di cicli ben individuabili e conclusi, strettamente legati e derivanti dalla sua personale esperienza, sofferta e contrastata, del vivere, che si susseguono senza intuire mai una possibile fine, come l'onda segue sempre l'altra onda della marea (del resto, l'arte ""arriva come un'onda che prepotente mi avvolge"""" afferma la stessa Silvaris). La definizione linguistica informale della Silvaris (""""svestendosi della forma"""", scrive non a caso in una sua poesia) fa sì che la sua pittura possa qualificarsi come astratto-concreta, intendendo il termine concreto come corrispondente a quello di figurativo. Testo critico di Giampaolo Trotta."" -
Patrimoni contesi. Gli Stati italiani e il recupero delle opere d'arte trafugate in Francia. Storia e fonti (1814-1818)
Il volume, affidato alla meticolosa ricostruzione di Veronica Gabbrielli, offre un repertorio complessivo ed esauriente delle fonti conservate negli archivi degli ex Stati della penisola, arricchito da un'ampia introduzione che rievoca - documenti alla mano - le singole vicende: Torino, Milano, Venezia, Parma, Modena, Napoli. Le vicissitudini relative alle opere d'arte trafugate dal territorio pontificio, il cui recupero vide protagonista Antonio Canova, sono ripercorse dalla Gabbrielli nella pubblicazione, corredata da una bibliografia analitica. La pubblicazione rappresenta un primo, ordinato lavoro esplorativo e illustrativo, che mette a disposizione degli studiosi elementi fondamentali di conoscenza, utili anche per ulteriori, specifici approfondimenti. -
Intercettare la città. Parole e trasformazione urbana a Firenze (2000-2008)
Governare la trasformazione urbana presuppone una continua capacità di ascoltare la città nel suo codice d'insediamento, cioè nella plurisecolare sedimentazione di principi strutturanti che l'hanno fatta quale essa è, diversa da ogni altra, e nelle sue attese, cioè nei bisogni, nelle aspettative, nelle speranze che fermentano nella comunità urbana. Il libro raccoglie scritti elaborati in occasioni diverse dell'attività urbanistica svolta a Firenze tra il 2000 e il 2008, e documenta le idee, i propositi, le innovazioni, ma soprattutto il tentativo di penetrare questa città veramente unica nella struttura e nella forma, come nelle vicissitudini recenti e remote. -
Testamento
Apparso nel 1969 e mai riedito, Testamento conclude la trilogia delle 'lasse', inaugurata da Paginette e proseguita con Sinfonia. L'autore ne parla come di una ""autobiografia senza attore, senza futili madeleine, né storia"""". Mediante l'abolizione del personaggio e la progressiva rinuncia ai tempi finiti del verbo, Pizzuto vi sperimenta un modulo narrativo sempre più coerente con il suo 'indeterminismo', dove la """"plastica dei fatti, dei fatti individuali"""", lascia il posto a traiettorie di eventi in fieri che testimoniano il """"moto universo"""", l'incessante metamorfosi in cui si risolverebbe il reale, conducendo verso i rarefatti geroglifici verbali delle opere estreme (Pagelle, Ultime e Penultime, Giunte e virgole, Spegnere le caldaie). La fabula di Pizzuto - che conserva la sua materia autobiografica, familiare, quotidiana, 'minore', e continua a svariare liberamente, con passaggi fulminei, nei luoghi e nei giorni: dai remoti ricordi siciliani al presente della casa romana di via Fregene e del suo circondario - raggiunge qui una virtuosistica densità, complicata dalla drastica decurtazione del contesto e dal decremento delle """"parti procedurali"""" del discorso, fino agli elementari connettivi costituiti dagli articoli e dalle preposizioni."" -
Il segreto viaggio di Dietrich Taufriegel. Il sogno di Abramo
Sul lungomare nordafricano due uomini si raccontano e ci raccontano la repulsa del protagonista, l'antropologo Dietrich Taufriegel, a vedere l'immagine delle cose, ma anche la fuga dalla missione dell'amico prete Heilmitt perché ""nel tempo dell'arricchimento soccorrere è intollerabile"""". Le loro verità ultime innescano il lavacro teologico sognato da Heilmitt, l'uccisione di Isacco da parte di Abramo, ossia la disubbidienza e la cesura estrema col divino, tali da imporre l'esaurimento del presente fare. Perché l'uccisione di Isacco, biblico ascendente di Gesù, mira a interrompere l'inferno eucaristico che slegato dal divino e calato nella materia dona all'uomo la potenza per trasformarla. L'uccisione di Isacco decide la fine della condanna al costruire infinito e al suo infinito rinvio in altro costruire. Ne è preludio la folgorante intuizione di Taufriegel, che brucia l'alfa e l'omega di ogni storia umana: """"quando le cose sapranno tutto di noi non le vedremo più"""". Ma l'approdo del segreto viaggio di Taufriegel è segnato dalla terribile eredità lasciata da Heilmitt, e pure dall'obbligo di cercare un'apertura vitale, perché """"se tutto è coinvolto nel pensiero che spazio ci resta nel gioco biologico?"""". Una mutazione s'impone, per la quale però mancano l'intelligenza e il vettore."" -
Nel cuore dell'azzurro
"La poesia di Giancarlo Bianchi è mossa e commossa da uno slancio vitale rivolto al divino in una catarsi dove il tempo e l'eterno si fondono fino a identificarsi. Da qui un linguaggio che si svolge in una sorta di enivrement secondo un registro non precostruito, affidato esclusivamente al flusso semantico dell'illuminazione interiore. Ne deriva una 'scrittura' più espressiva che comunicativa in cui le tessere sintattiche sono sconvolte nella chiarezza di quella luce e, magari, un lettore abituato alla 'fabula' piana della narrazione poetica, si trova inizialmente impreparato alla tensione che conduce il tutto ad un vertice pulsante. Occorre dunque avvicinarsi a questa poesia come ad esercizio spirituale nel quale la sintesi finale consiste nel disvelamento di icone e dunque ad un'esperienza visivo-visionaria di natura alchemica. Ma ciò che vorrei sottolineare è il compiuto ossimoro per cui questa poesia mistica dà luce ad un fondamento etico e si può affermare, senza tema di errore, che la pietas qui presente in queste pagine si innerva su una radicale coscienza del tempo. Conclusivamente, la catarsi accennata all'inizio ha così una doppia valenza: mistica e civile insieme"""" (Franco Manescalchi)." -
La vita nuova di Piazza Mino
Il volume ripercorre la complessa opera di riqualificazione di Piazza Mino a Fiesole durata oltre quattro anni. La peculiarità storico-culturale di Fiesole ha costretto a un lavoro di rilettura e di ricomposizione del suo centro storico, impegnando la capacità di unire le esigenze del presente e la valorizzazione degli spazi urbani all'opportunità di scoprire e valorizzare il patrimonio del passato. In questo senso i lavori su Piazza Mino sono stati evidentemente complessi. Lo scopo di riqualificazione della piazza era quello di far convivere il presente con il passato, non solo quello archeologico. Anche attraverso immagini e documenti dell'epoca, il libro ricostruisce la storia di Piazza Mino dalla seconda metà dell'Ottocento passando attraverso i ritrovamenti archeologici e giungendo alla conformazione attuale dopo averne illustrato il progetto e tutte le varie fasi di elaborazione e sviluppo dei lavori. -
Vite nel vento. Storie e persone che hanno segnato l'ultimo secolo in Maremma
Ci sono storie e persone che segnano una terra: è la Maremma toscana, celebrata dalla penna dei suoi più illustri abitanti come Giosue Carducci o Carlo Cassola, ma troppo spesso ricordata solo per la bellezza del paesaggio. Ancora oggi, invece, la Maremma è palcoscenico di vite straordinarie, degne di memoria e d'esser raccontate. Sono quelle vite che, come il vento che batte su quel pezzo di costa etrusca, si fanno sentire ma non sempre restano impresse nella mente, vite talmente ricche di emozioni e di storia che su ognuna di esse si potrebbe fare un film. Con una narrazione coinvolgente e veloce, tra cronaca e romanzo, gli autori propongono alcune storie di guerra e di pace, frutto di approfondite ricerche arricchite anche da inedito materiale fotografico, che vanno dagli inizi del '900 ad oggi: dall'impegno sociale di un avvocato che difese molte vittime del fascismo alla forte voce del ""vescovo degli ebrei""""; dai viaggi di una crocerossina che spese la vita per il volontariato agli uomini che negli anni '60 hanno fatto dell'impresa l'unica ragione di vita; dal simbolo più autentico della Maremma, incarnato dal buttero, a chi ancora oggi """"vive nel vento"""", cavalcando le onde su una tavola da windsurf e portando il buon nome della Maremma nel mondo."" -
Profondo logos
Nella poesia di Donatella De Vincentiis Fazzino, scrive Giuseppe Panella nel saggio introduttivo, ""vive quella capacità di sentire in concreto l'evidenza della realtà pur non volendo lasciarsi catturare da essa"""". Proprio così, la poetessa elargisce pagina dopo pagina con chiara evidenza il magistero della sua esperienza sapienziale."" -
Il tesoro liturgico dell'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze
Il volume è il catalogo della mostra allestita dal 23 aprile al 28 giugno 2009 presso l'Archivio Storico di Firenze, secondo appuntamento espositivo di un progetto avviato nel 2006 e volto alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico del più antico nosocomio fiorentino, Santa Maria Nuova. Le testimonianze riprodotte e studiate nel volume sono una cinquantina, risalgono ai secoli XVI-XIX e provengono dal ricchissimo corpus degli arredi artistici, devozionali o liturgici, dell'ospedale fiorentino: oreficeria liturgica, candelabri, due crocifissi lignei uno dei quali attribuito a Francesco da Sangallo; parati liturgici come piviali e tonacelle, stoffe; tipologie di reliquiari in legno dorato, argento e vetro. Tra questi attrae l'attenzione il dito asportato dal corpo di Galileo Galilei poco prima del trasferimento della salma dal primo sepolcro alla nuova collocazione, all'interno del mausoleo della Basilica di Santa Croce. Finora conservato nei vari ambienti sopra il coretto della chiesa di Sant'Egidio, il materiale selezionato è legato alla quotidianità del culto e alla sua celebrazione e la sua preziosità è stata all'origine di due raccolte: quella ancora conservata in Santa Maria Nuova e quella più pregiata che le Oblate, nel loro trasferimento nel 1936 dall'originario convento di via Sant'Egidio, portarono nella villa di Careggi.