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Come ho perso la guerra
Una storia, in parte autobiografica, ambientata in un paese della provincia toscana dove il tempo sembra scorrere più lento e la serenità regna sovrana. Il giovane rampollo della nobile famiglia Cremona, Federico, vive il suo essere nobile con un po' di disagio. Tutto cambia con l'arrivo di Ottone Gattai, spietato e avido imprenditore di acque. Improvvisamente il progetto di un enorme impianto termale sconvolge la vita di tutti i suoi compaesani. Interessi politici ed economici sembrano corrompere il naturale ordine delle cose. Molti non ci stanno e dopo una prima pacifica protesta un gruppo avvia una guerriglia contro Gattai che sta sequestrando e privatizzando tutta l'acqua della zona. Nella lotta si distingue Federico Cremona, che vede finalmente stagliarsi all'orizzonte l'occasione di un proprio riscatto. Insieme alla moltitudine di storie memorabili, Filippo Bologna ha una generosità e una forza nel creare blocchi di parole e di immagini che portano il lettore a divertirsi e un attimo dopo a commuoversi profondamente. -
Saranno infami
Ivan è un quindicenne come tanti che vive nella periferia di una grande città del Nord. Pochi sogni, molti svaghi, dalle moto alle droghe leggere, fino al vandalismo per noia. E una vita tutto sommato monotona, finché un giorno incontra Astrid, una ragazza di due anni più grande, tanta esperienza di vita e un ascendente che Ivan fatica a tollerare. Lei è ossessionata dalla notorietà, sogna che la gente la riconosca per strada. Vuole essere rispettata, temuta. Lui, la spalla ideale per chi è abituato al comando, è un ragazzo remissivo, pronto a qualsiasi cosa per assecondare quei sogni di gloria. Provocazioni, violenze, trasgressioni, furti, autolesionismo, atti vandalici da riprendere e mettere sui social network più importanti. Farebbero di tutto pur di accendere i riflettori su quelle grigie esistenze. ""Diventare più famosi di Gesù"""" è il motto. Alzare la posta in gioco sempre più in alto. Raggiungeranno la fama fino al punto di non ritorno, fino all'ultimo clic?"" -
Mai innamorarsi ad agosto
Matteo Marano, detto Bum Bum, è stato un centravanti promettente, ma ha bruciato la sua carriera a soli ventidue anni. A trenta suonati, lo ritroviamo impiegato precario del Ministero dell'Ambiente, a caccia di borse di studio. Sogna un contratto a tempo indeterminato, o almeno il rinnovo dell'ultimo incarico. L'ingegner Boccasini, dirigente senza scrupoli di quel ministero, lo aiuterà, ma a un patto. Bum Bum dovrà arruolarsi nella squadra ministeriale, per far diventare l'ingegnere capocannoniere del torneo. Impresa difficile. Il dirigente è quasi negato per il gioco e Marano è segnato dal dissidio interiore: cedere l'ultima stilla del proprio talento a questo squallido compromesso o abbandonare il sogno del posto fisso? Commedia romantica tra gli inconvenienti, talvolta dolosi, della pubblica amministrazione e gli amori che si nutrono più di divieti che di grandi incontri, ""Mai innamorarsi ad agosto"""" è lo spaccato della caotica società italiana di questi anni tra lavori e affetti che sembrano eternamente transitori. Con una scrittura lieve, divertita, ironica, Francesco Marocco disegna un caleidoscopio di personaggi e relazioni tra burocrazia, politica e sentimenti."" -
Schiave del potere. Una mappa della tratta delle donne e delle bambine nel mondo
La società contemporanea in generale tende a considerare lo sfruttamento delle donne e delle ragazze a fini sessuali come una reminiscenza d'altri tempi, un passato più o meno recente in cui la ""tratta delle bianche"""" era un piccolo commercio esercitato da pirati senza scrupoli che rapivano le ragazze per deportarle nei bordelli di alcune grandi metropoli straniere. Si credeva che la modernizzazione e la forza del mercato globale potessero a poco a poco sradicare questo fenomeno e che anche l'abuso sessuale sui minori, che si consumava negli oscuri angoli dei paesi in via di sviluppo, potesse semplicemente sparire al solo contatto con le leggi dei paesi industrializzati d'Occidente e le grosse economie di scala. """"Schiave del potere"""" mostra esattamente il contrario. Il mondo sta in questo momento vivendo e sperimentando uno sviluppo esplosivo della rete internazionale che rapisce, compra e schiavizza donne e ragazze; le stesse forze che avrebbero dovuto sradicare il commercio lo hanno portato a un livello mai visto prima. Tutti i personaggi, protagonisti e comparse, di questa enorme tragedia appaiono in questo libro. I trafficanti, le vittime che diventano assassine e quelle che, trasformando le proprie vite, cercano di curarsi il corpo e l'anima; gli intermediari e i clienti; le maitresse; i militari e i funzionari pubblici; gli onesti e i corrotti a tutti i livelli e in tutti i paesi."" -
La cura
In una casa sul mare, una giovane donna, schiva e solitaria, assiste il padre malato con la stessa devozione che riserva ai suoi fiori, confinati al caldo, in una serra. Tra quelle alte mura, avamposto di una terra chiusa e inospitale, c'è solo silenzio, un lento rincorrersi di gesti che si ripetono uguali da anni, da quando suo padre è immobilizzato in un letto. Una notte un uomo che sa di vento e di sale forza l'immota tranquillità di quella casa, spingendosi al di là del cancello, oltre il recinto che separa e che allontana, ma il cane, custode di quel regno, lo aggredisce ferendolo a un fianco. È straniero, parla una lingua sconosciuta, ha sul corpo i segni di un lungo viaggio e negli occhi l'ombra di un passato doloroso. Da quando, da qualche giorno, una misteriosa nave color petrolio è approdata nel porto a ostruire l'orizzonte, la giovane donna non pensa ad altro che a partire. Aprire la porta a quell'uomo indifeso, spaventato, bisognoso delle stesse cure di cui suo padre non può più fare a meno, farlo entrare senza chiedersi perché, rappresenta la sua grande occasione. Lei vorrebbe una vita altrove, lui nasconde una storia. ""La cura"""" è il romanzo di un amore fatto di silenzi, che vive di gesti, perché se non c'è una lingua da condividere, le parole si fanno deboli, fragili, inconsistenti."" -
Diaz. DVD. Con libro
Il film - Diaz Luca, Alma, Nick, Anselmo, Etienne, Marco e centinaia di altre persone incrociano i loro destini la notte del 21 luglio 2001. Poco prima della mezzanotte i poliziotti irrompono nel complesso scolastico Diaz-Pascoli, sede del Genoa Social Forum adibito per l'occasione a dormitorio. In testa c'è il VII nucleo comandato da Max, seguono gli agenti della Digos e della mobile, mentre i carabinieri cinturano l'isolato. È un massacro in piena regola. Quando Max dà ordine ai suoi di fermarsi, è tardi. 93 persone presenti nella scuola hanno subito una violenza inaudita senza aver opposto alcuna resistenza. Saranno tratti tutti in arresto. Contenuti speciali: il backstage, il trailer, la scenografia e i Visual Effects del film, la deposizione di Andreassi, le interviste a Ettore Scola, Ugo Gregoretti e Carlo Bonini, alcune testimonianze tratte dal documentario di Carlo A. Bach-schmidt ""Black Block"""" e un documentario di 45 minuti, """"La provvista"""", che ricostruisce il blitz alle due scuole Diaz e le fasi più rilevanti del processo, attraverso il racconto degli avvocati di parte civile. Il libro - """"Una storia italiana. Troppo italiana"""" a cura di Boris Sollazzo: Boris Sollazzo, giornalista e critico cinematografico, fa il punto sullo stato della cinematografia italiana partendo da Diaz, riflette sulla sentenza della Cassazione che ha condannato i vertici della polizia e ripercorre le tappe fondamentali dei processi sul G8 2001."" -
Rubare la vita agli altri
Michele nasce nel quartiere operaio Paolo VI di Taranto, tra i caseggiati bianchi costruiti a due passi dal più grande complesso siderurgico del Mediterraneo. I ragazzi che vivono tra quelle larghe strade desolate e i grigi casermoni di cemento sono i protagonisti di un'educazione alla vita. Le avventure adolescenziali hanno un sapore epico, la strada sa insegnare mille cose ma non turba e corrompe mai i loro sogni. Perché quello che più importa a quell'età sono le passioni: la poesia, la musica, il teatro. ""La setta dei poeti estinti"""" nasce così, ispirandosi all'Attimo fuggente di Peter Weir. Nel gruppo c'è Michele, che compone testi, ha imparato a suonare la chitarra e partecipa ai primi laboratori teatrali che si tengono in città. Ma non basta, serve altro. Un giorno a tavola, con la famiglia presente, comunica a tutti la sua decisione. Il padre è sorpreso, sognava un figlio all'università e invece, se le cose andranno bene, se lo ritroverà attore. Michele pensa in grande, Taranto gli sta stretta, vuole provare a cambiare il corso degli eventi, e un provino per l'Accademia """"Silvio D'Amico"""" sembra l'occasione che aspettava. Riprenderà a respirare, una volta a Roma, accelerando e frenando un po' per stare dietro a questa nuova vita. E il teatro non resterà solo un'aspirazione ma una missione. Michele Riondino racconta la sua storia, quella di un ragazzo che ha scommesso sulle passioni vere, ripercorrendo il viaggio dalla periferia al centro, dal buio alla luce, dalla indecisione al successo."" -
Sotto
Alba e Camilla condividono l'aspirazione a una carriera universitaria, ma devono scontrarsi con le logiche dei superiori, oltre che coi drammi grandi e piccoli dell'esistenza privata. La prima è più giovane, ha un talento inespresso, una certa svagatezza esistenziale. Il suo fascino sta nell'irresolutezza, nella fragilità fisica accompagnata a un'intelligenza malinconica, nell'ambizione frenata dalle debolezze sensuali. L'altra ha passato i trent'anni, è una madre con le forme da pin-up e i capelli fiammeggianti: in lei la determinazione feroce diventa arma di seduzione compulsiva e al tempo stesso di autodistruzione. L'incontro con Ludwig, il professore a fine carriera, è per entrambe l'ingaggio di una competizione fatale: tra di loro e per la conquista di un potere inafferrabile. ""Sotto"""" è il luogo ideale dell'ambiguità e della disperazione: una storia di rivalità indotte e di crudeltà inflitte e subite, nel segno della narrazione senza freni, della esplorazione libera delle passioni, dello svelamento delle meschinità dei rapporti umani. Con questo secondo romanzo Gilda Policastro percorre i lati più impalpabili e oscuri dell'autorità e del dominio con uno stile estremo e fuori dal comune che la rendono tra gli scrittori più inconfondibili dei suoi anni"" -
Come la Grecia. Quando la crisi di una nazione diventa la crisi di un intero sistema
Debito pubblico troppo elevato, l'Italia rischia di diventare come la Grecia. Ce lo sentiamo dire da mesi ormai. Dopo l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna, siamo noi i prossimi a essere messi sotto osservazione. Ma cosa c'è dietro al fallimento della Grecia? E cosa può fare l'Italia per evitare lo stesso destino? Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della televisione pubblica greca ERT ci racconta con un linguaggio semplice e diretto la grave crisi che sta attraversando il suo paese e minaccia di contaminare l'Europa. La Grecia, come l'Italia, soffre di un enorme debito pubblico (i due paesi sono rispettivamente al primo e al secondo posto della famigerata classifica dei più alti debiti pubblici europei in rapporto al PIL). Un sistema politico inefficiente con una burocrazia pletorica, totalmente asservita ai politici, un governo travagliato e diviso da mille interessi clientelari e l'Unione Europea che ci ha impiegato un anno a capire cosa stesse succedendo. Le disperate misure di contenimento del debito e di tagli alla spesa pubblica che il governo Papandreou sta mettendo in atto per cercare di restituire i prestiti che l'Europa ha concesso alla Grecia stanno mettendo a durissima prova la popolazione. Da due anni si susseguono violentissime proteste con decine di scioperi generali e duri scontri con la polizia fuori dal Parlamento. ""Come la Grecia"""" spiega le ragioni di una crisi drammatica che rischia di travolgere l'intero sistema della moneta comune europea."" -
Questo buio feroce. Storia della mia morte
Harold Brodkey aveva 66 anni quando l'AIDS lo condannò a una morte lenta ma inesorabile. Il primo annuncio della malattia, quello ufficiale, l'aveva affidato al New Yorker, la rivista alla quale collaborava da anni, in un articolo uscito nel 1993 col titolo ""Storia personale. Ai miei lettori"""". Gli era costata fatica scriverlo, temeva non tanto la fine ma il giudizio perché morire di AIDS significava morire al di fuori di una tradizione, in una specie di silenzio. E ciò che Brodkey mal tollerò in tutta la sua vita fu proprio il silenzio, l'oblio, la privazione degli affetti, cosa che invece l'esistenza gli inflisse duramente. La malattia arrivò nel periodo più bello, un momento importante per la sua carriera, intenso per la storia d'amore con la compagna Ellen, magico perché creativo, vulcanico. Non avrebbe potuto desiderare di meglio quando la morte bussò alla sua porta e si mise """"lì in corridoio"""" aspettando di portarlo con sé. """"Questo buio feroce"""" è la sua pietra tombale, il racconto che celebra le conquiste di una vita nell'estremo, finale saluto; è l'abbraccio alla donna amata, un viaggio nei meandri della psiche e dell'emotività. Un libro di memorie che non lascia terrore, angoscia, dolore, ma solo pace perché la sua scrittura, in quei giorni cruciali, fu attraversata da una grazia splendente, uno stato lucido di comprensione e di pietà."" -
Il ganglio. Un supertestimone, il sequestro Orlandi e un gruppo di potere occulto negli anni della guerra fredda in Vaticano
Resti fuori, non suoni al citofono. Componga il mio numero di cellulare e lo lasci squillare quattro volte. Qualcuno verrà ad aprirle."" Inizia come una spy-story il racconto di Fabrizio Peronaci su uno dei più famosi cold case italiani: la scomparsa di Emanuela Orlandi, nel giugno del 1983, preceduta di un mese da quella di Mirella Gregori. A fissare l'inquietante appuntamento è Marco Fassoni Accetti, ambiguo personaggio che, tre decenni dopo, si autoaccusa di aver avuto un ruolo preminente nel duplice sequestro, all'interno di un progetto più ampio, nato nel periodo finale della Guerra Fredda. Un gruppo clandestino, un ganglio interno alla diplomazia vaticana che, con il supporto di laici, elementi dei servizi segreti e della malavita romana, svolgeva azioni di pressione e dossieraggio contro la politica anticomunista di papa Giovanni Paolo II e per assumere il controllo dello Ior. Da qui parte """"Il Ganglio"""", viaggio nei luoghi oscuri del Vaticano, alla ricerca delle verità che ancora si nascondono dentro le mura leonine. Prima fra tutte la risoluzione del rebus dei codici utilizzati dai sequestratori, in gran parte relativi al terzo segreto di Fatima, collegato con i retroscena dell'attentato al papa, le controverse """"confessioni"""" di Ali Agca e la pista bulgara."" -
#incimaalmondo. Il manuale di chi tifa Milan
Il tifoso del Milan è abituato a soffrire e non se ne lamenta troppo, perché sa che poi le vittorie diventano più belle. Ha seguito i colori rossoneri due volte in B e sette volte sul tetto d'Europa, con la stessa passione. Ha subito la beffa di Istanbul e si è preso la rivincita di Atene. È grato a Silvio Berlusconi, ma è devoto alla memoria di Nereo Rocco. Soprattutto vive con fierezza la tradizione di una squadra che, secondo le riviste specializzate straniere, è stata la migliore di ogni tempo all'epoca di Arrigo Sacchi, ma primeggiava in Europa già negli anni Sessanta e ancora oggi supera per titoli internazionali vinti tutti i più importanti club del continente. Non gli importa molto che la partita Juventus-Inter sia considerata il derby d'Italia, perché preferisce il derby d'Europa: Milan-Real Madrid. Forte di queste certezze, il cuore rossonero batte forte anche nei momenti difficili, perché ha imparato che il Diavolo ha la pelle dura e che la sua vocazione più profonda è quella di stare #incimaalmondo. -
Mai innamorarsi ad agosto
Matteo Marano, detto Bum Bum, è stato un centravanti promettente, ma ha bruciato la sua carriera a soli ventidue anni. A trenta suonati, lo ritroviamo impiegato precario del Ministero dell'Ambiente, a caccia di borse di studio. Sogna un contratto a tempo indeterminato, o almeno il rinnovo dell'ultimo incarico. L'ingegner Boccasini, dirigente senza scrupoli di quel ministero, lo aiuterà, ma a un patto. Bum Bum dovrà arruolarsi nella squadra ministeriale, per far diventare l'ingegnere capocannoniere del torneo. Impresa difficile. Il dirigente è quasi negato per il gioco e Marano è segnato dal dissidio interiore: cedere l'ultima stilla del proprio talento a questo squallido compromesso o abbandonare il sogno del posto fisso? Commedia romantica tra gli inconvenienti, talvolta dolosi, della pubblica amministrazione e gli amori che si nutrono più di divieti che di grandi incontri, ""Mai innamorarsi ad agosto"""" è lo spaccato della caotica società italiana di questi anni tra lavori e affetti che sembrano eternamente transitori. Con una scrittura lieve, divertita, ironica, Francesco Marocco disegna un caleidoscopio di personaggi e relazioni tra burocrazia, politica e sentimenti."" -
Apnea
La faccia immersa nella neve, come ovatta soffice che gli toglie il fiato. È la vertigine dell'apnea. Pochi attimi prima Lorenzo stava sciando insieme a Johanna, la sua fidanzata. Un momento spensierato come tanti, ormai irrimediabilmente ricacciato indietro, in un passato lontano. Poi la corsa in ospedale in elicottero, il coma farmacologico e un'operazione di nove ore alla colonna vertebrale. Dai capezzoli in giù la perdita completa di sensibilità e movimenti. D'ora in avanti Lorenzo e il suo corpo vivranno da separati in casa. Ma l'unica cosa che conta, adesso, sono le mani. Poter riprendere a muoverle, poter ricominciare a suonare la chitarra, perché la musica è tutta la sua vita. Dalla terapia intensiva ai lunghi mesi di riabilitazione in una clinica di Zurigo, fino al momento di lasciare il nuovo grembo materno che lo ha tenuto recluso ma lo ha accudito e protetto durante la convalescenza. E il difficile reinserimento in un mondo dove all'improvviso tutto è irraggiungibile e tutti sono diventati più alti, giganti minacciosi dalle ombre imponenti. Con coraggio e determinazione Lorenzo Amurri racconta il suo ritorno alla vita. La voglia di vedere, di toccare, di sentire. Di riprendere a far tardi la notte insieme agli amici, di abbandonarsi all'amore della sua donna e riconquistare la libertà che gli è stata rubata. Ogni tappa è una lenta risalita verso la superficie, un'apnea profonda che precede un perfetto e interminabile respiro. -
Stop-time
Quando Frank Conroy scrisse ""Stop-Time"""", pubblicato in America nel 1967, i suoi conflitti interiori avevano semplicemente smarrito la via ma non si erano spostati di un passo. Il senso di perdita dell'innocenza e di sensibilità tradita restavano lì, e scavavano. Quando il New York Times definì il lavoro un'opera trionfale sulla celebrazione della giovinezza, lui stesso ne rimase perplesso. Avrebbe voluto che fosse un atto vendicativo, l'accusa di un mondo che si era portato via il suo tempo, e invece irradiava candore, talmente tanto che a tratti si accendeva delle tonalità della gioia. Da cronaca spietata di ragazzino ribelle alle prese con la propria vulnerabilità di piccolo che cresce in una famiglia disfunzionale degli anni Trenta, """"Stop-Time"""" diventa inno alla libertà, elegia dell'amore fraterno, racconto di un'amicizia speciale che si consuma tra i boschi. Con una scrittura affilata e densa, Frank Conroy riconnette passato e presente nello spazio del ricordo, e per un attimo il desiderio sfrenato per le strade di Kerouac sembrerà imbattersi nelle morbosità miracolose dei giovani di Salinger, in un ritmo che suona secco come una ripresa tosta di pugilato."" -
Sicario
La vita oscena portata all'eccesso Thorsten Ktihnemund la sognava fin da ragazzo. Un bel vestito di sartoria, scarpe di vernice, una berlina tirata a lucido, il tempo scandito da indagini di consumo, dati Nielsen, statistiche di profitto. Ora è manager ambizioso, elabora diagrammi per una compagnia petrolifera, e definisce le strategie di mercato dei prodotti che si vendono nelle stazioni di servizio affiliate. Da qualche mese ha una ragazza, Laura, il classico tipo che comincia a creare problemi dopo un po', perché è fragile, talmente tanto che ci sono giorni che puoi sentirle addosso l'odore aspro di sonnifero e nicotina. Ma non durerà. Thorsten ama scivolare sulla superficie del presente rinegoziando le cose come si fa con la merce. Il suo habitat è l'attimo, il futuro non conta. Magnus Taue è di quella stessa generazione, esercito di figli ricchi e dissoluti, avidi e impazienti tirati su da genitori capitalisti che hanno forse appena qualche valore in più. È idealista e si crede incorruttibile, peccato che abbia deciso di accettare l'incarico nel settore marketing dell'azienda per interesse, i soldi, diventando vittima del gioco di potere a cui pensa di tener testa, ribellandosi. Acido e scorretto, ""Sicario"""" è il ritratto feroce della Società Dei Consumi, la diagnosi di un morbo che colpisce corpo, mente e moralità."" -
La maschera della verità
Aprile 2015. Sono trascorsi cento anni dal genocidio armeno. Una pagina nera della storia turca, da sempre controversa, da sempre considerata un tabù. Un rimosso che Pinar Selek condanna con questo racconto personale e impegnato, introducendolo nella trama dei ricordi, intessuto di osservazioni, testimonianze, incontri. Con lei, impariamo dall'interno cosa significhi crescere e costruirsi declamando a scuola slogan che proclamano la superiorità nazionale, studiando su manuali lacunosi o menzogneri; vivendo accanto a compagni timorosi e silenziosi, in una città dove i nomi armeni sono stati cancellati dalle insegne. Pinar Selek ha militato in movimenti di estrema sinistra che pur rifiutando ogni forma di nazionalismo, hanno ereditato la negazione del genocidio e perso la memoria. Un memoir sensibile e polemico, un percorso lirico attraverso le pieghe della storia, un intenso incontro con una delle personalità più interessanti della cultura turca contemporanea. -
L' anima che fugge
Non posso scrivere un libro moralmente normale.rn«Brodkey è implacabile nell'assecondare la laboriosa lentezza con cui sforziamo di diventare consapevoli di noi stessi e delle cose che ci accadono.» - Alessandro Piperno, La Lettura - Corriere della Serarn«In queste oltre mille pagine ambiziose e sofferte, magmatiche e imprevedibili, costate come sappiamo quasi 30 anni di lavoro e riscritture a Harold Brodkey (19301996), si affrontano tutti i grandi temi dell'esistenza con un flusso che da una parte fa necessariamente pensare all'Ulisse di Joyce e dall'altra ha portato Harold Bloom a definire l'autore “un Proust americano”.» – Ansarnrn“Nessuno scrittore contemporaneo ha finora ritratto le stravaganze di una mente in azione con il coraggio e la visione di Harold Brodkey.” Queste sono le parole con cui l’editore Farrar & Strauss accompagna, nel 1991, la pubblicazione del primo romanzo di Harold Brodkey, L’anima che fugge, dopo quasi trent’anni di attesa e infinite stesure. Paragonato di volta in volta a Wordsworth, Milton e definito da Harold Bloom “un Proust americano, senza termini di paragone nella narrativa dalla morte di William Faulkner”, Brodkey ha scritto un’opera grandiosa e audace “l’unico romanzo necessario del Novecento”, prendendo a prestito le parole di Gordon Lish.rnCon un linguaggio che si eleva e ipnotizza, L’anima che fugge esplora senza timore la giovinezza e la maturità, l’amore e la perdita, il sesso e la morte, il matrimonio e la famiglia di Wiley Silenowicz, un lucido sessantenne dall’anima ipertrofica e molteplice.rnA seguito della drammatica morte della madre, Wiley ripercorre la sua infanzia tormentata quando fu affidato al cugino S. L. Silenowicz e a sua moglie Lila, una donna emotivamente fragile. Orfano a due anni, nuovamente senza famiglia a sei, resiste ai danni dell’esistenza e agli abusi della sorella adottiva Nonie con la forza immaginifica della fantasia.rnDa questo speciale punto d’osservazione richiama a raccolta, sensitivo e accogliente come mai, i fantasmi del passato indicandoli per nome, come per disfarsene con il corpo e con la mente. Le loro nevrosi sono il bersaglio verso cui indirizzare la sua prosa, che caricata di vendetta, si fa eccessiva, traboccante, insolente. Una lingua che rivive nella traduzione d’autore di Flavio Santi e che ha tratti si ribella. La coscienza d’improvviso si fa benevola, calda, consapevole di aver anche molto amato nella vita. In questo movimento l’anima che fugge diventa più sincera. -
La scintilla. Dalla valle alla metropoli, una storia antagonista della lotta per la casa
Che nelle metropoli italiane il prezzo di un affitto sia spesso superiore allo stipendio medio di un lavoratore, dice tanto sulla lotta per la casa e sulla realtà delle occupazioni abitative. Ma sul come, partendo da un bisogno, la pratica dell'azione diretta e dell'autorganizzazione abbia costruito una realtà di uomini e donne radicalmente avversi al sistema economico attuale, le statistiche tacciono, l'informazione mainstream diffama e la repressione colpisce inesorabile, distribuendo nel silenzio severe misure restrittive e anni di galera. Eppure anno dopo anno, azione dopo azione e, soprattutto, occupazione dopo occupazione, la lotta per la casa ha vinto la battaglia contro la rassegnazione e ha restituito un tetto a migliaia di persone espulse dal sistema. Un libro scritto sulle barricate del ventunesimo secolo insieme ai militanti dei movimenti per il diritto all'abitare, in grado di spaziare dagli anni Settanta ai giorni nostri, dalla battaglia di San Basilio fino agli ""Tsunami Tour"""" romani e alle nuove resistenze contro lo scempio delle grandi opere (la Tav) e dei grandi eventi (Expo): una narrazione partecipata come una scintilla che, nella notte del capitalismo globale, continua a tenere viva la fiamma della rivoluzione."" -
Il manuale del calcio
Conoscere e rispettare le regole del calcio è il primo passo per imparare ad essere un ""buon calciatore, uno sportivo corretto ed una persona leale"""". Il secondo è capire che nel calcio si vince insieme e """"aiutarsi è il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre"""". Poi sono doverosi il rispetto degli avversari e degli arbitri, è importante avere cura del proprio corpo in tutti gli ambiti, è decisivo ricordarsi che la parola d'ordine nel calcio è (o dovrebbe essere) """"semplicità"""". Dagli appunti di Agostino Di Bartolomei, per tutti Ago, suo figlio Luca ha realizzato un manuale ricco di consigli, spunti e riflessioni. Prefazione di Gianni Mura.""