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La filosofia di Humberto Maturana
Inserendosi nel vivo del dibattito epistemologico contemporaneo e aderendo alla prospettiva che tende a eliminare ogni residuo di riduzionismo in nome della complessità del reale, Humberto Maturana parte da un approccio biologico e mostra come il metodo per giungere alla conoscenza non possa ridursi a un insieme di regole predeterminate e immodificabili, ma sia piuttosto un processo creativo e auto-generativo, di autosviluppo e autoformazione, alla cui realizzazione il soggetto partecipa con la propria azione. Lo scienziato cileno auspica il sorgere di una nuova era a partire da una presa di coscienza etica, ed ecoetica, a partire cioè dalla responsabilità che deriva dalla consapevolezza del fatto che ognuno di noi ""genera"""", attraverso il proprio vivere, il mondo stesso in cui vive, sia come essere vivente """"biologico"""", sia come essere umano """"culturale"""", condividendolo insieme agli altri."" -
Il podere
Il podere comincia laddove ""Ricordi di un impiegato"""" - soprattutto nella loro primissima redazione, in cui chi è ammalato e presumibilmente morirà è il padre del protagonista - finiscono. Ma alla puntualità di una prosecuzione cronologico-biografica rispecchiata dalla scrittura, giunta alla prova dirimente della scomparsa del padre e al tema ereditario ad essa connesso, fa in realtà riscontro il senza-tempo di una storia segreta, protratta da sempre, radicata nel """"profondo"""": un rapporto - quello tra padre e figlio esistenzialmente fondante, che è il tema privilegiato e ineludibile attorno al quale ruota l'intera opera di Tozzi, modernamente tesa a coglierne le più sensibili articolazioni ed implicazioni. Dominano così nel """"Podere"""", in una narrazione che è tutt'altro che il naturalistico evolversi di vicende legate a contrastate eredità e minacciati diritti, le imprevedibilità soggioganti dei """"misteriosi atti nostri"""": quegli atti legati a insindacabili pulsioni inconsce che altrove Tozzi definisce, sostenuto da un'ampia cultura psicologica pervenuta persino a informazioni di tipo freudiano, """"movimenti determinati da cause ignote""""."" -
Oriana Fallaci «bastian contrario»
Questo volume privilegia l'analisi dei libri di Oriana Fallaci, pur tenendo presenti i moltissimi articoli da lei pubblicati, e ha tenuto conto di tutti gli studi apparsi su di lei in Italia e all'estero. Ha voluto tenersi a distanza sia dalla esaltazione agiografica e acritica, spesso interessata, della Fallaci, sia dall'aspra contestazione di tutta la sua opera. Non è da condividere la falsificazione del suo antifascismo, né si possono giudicare, solo sulla base dei suoi tardi libelli antislamici, tutte le sue opere precedenti. Ha perciò la pretesa di proporsi come un ritratto equilibrato della Fallaci scrittrice, con i suoi svolgimenti e i suoi ripensamenti e i suoi esiti. -
Storia della mistica occidentale
L'origine della mistica occidentale è in Grecia - dall'""Iliade"""" alla filosofia di Eraclito, Platone, Aristotele, Plotino - e della grande tradizione filosofica classica essa è stata l'unica erede e continuatrice, fedele al precetto dell'Apollo Delfico: """"Conosci te stesso, e conoscerai te stesso e Dio"""". L'esperienza mistica non è infatti devozione, non si identifica con la santità e meno ancora con la vita religiosa, ma è quella via del distacco che conduce all'unità profonda dell'uomo con l'infinito, con Dio e col mondo, senza bisogno di mediazione alcuna di Chiese o Scritture. Essa è perciò innanzitutto un'esperienza di libertà, per cui non di rado è stata oggetto di condanna da parte delle autorità ecclesiastiche, dato che contiene una non celata esplosività: può esser vista come altissima pietà e compimento della religione, ma anche come sua completa distruzione e superbo ateismo. Da un lato la storia della mistica occidentale si intreccia perciò strettamente con quella della filosofia, come lo mostrano grandissimi pensatori - da Cusano a Spinoza, a Hegel. Dall'altro lato, essa innerva tutta la vicenda religiosa cristiana, che non può essere davvero compresa senza di essa."" -
Quasi un diario. Vol. 2: 2003-2013.
Nel secondo volume di ""Quasi un diario"""", continua la raccolta degli scritti di Mario Botta (dal 2003 al 2013). In una singolarità acuta e partecipe della scrittura, si apre e si svolge un orizzonte smisurato: incontri, memorie, vissuto, l'inesauribile riflessione sull'architettura, le aperture al pensiero, alla letteratura, all'arte, a testimonianze contemporanee. Fuori da codificazioni situazionali, l'originalità dell'opera di Botta sembra coniugarsi nella dialettica tra il qui dell'esistenza, il primo sguardo e un'apertura incondizionata al di là del """"confine"""". Così il suo percorso ideale: dalla casa, alla città, ai luoghi della cultura, alle architetture del sacro, alla concezione stessa dello spazio riconsiderato nell'immensità dell'esistenza. Una presenza, Mario Botta, che può essere una conferma di quella frontiera (di quella """"svizzeritudine"""") che, in un lascito di cultura, sa arrivare all'austerità di un primordio: l'alfabeto di Klee, la sublimità della figura che cammina in Giacometti, la sconfinata lingua di Varlin. Si osservi nel volume la sequenza dei disegni: un racconto continuo nella pagina bianca del mondo."" -
Poesie 1947-1999
Renzo Gherardini (1923-2011), è sempre vissuto nella sua Firenze con signorile discrezione e riservatezza, amico di scrittori come Gadda e Landolfi e di poeti come Luzi e Parronchi, ma lontano, per lo più, dagli ambienti letterari: forse anche per questo è un poeta ingiustamente ancora poco conosciuto. Eppure aveva pubblicato più volte con Vallecchi, due amici studiosi come Gigi Baldacci e Giorgio Luti lo stimavano profondamente e nel 2009 è stato insignito del Premio internazionale di poesia ""Carlo Betocchi""""."" -
Il vento e la foglia. Testo persiano a fronte
Poesie come istantanee catturano gesti quotidiani, dettagli della natura, ricordi di cui sono impregnate le case, gli oggetti, i suoni. Tradotta qui per la prima volta in lingua italiana con il testo originale persiano la nuova antologia Bád o bargh di Abbas Kiarostami, uno dei maestri del cinema mondiale. Oltre 350 frammenti poetici cristallizzano la vita attraverso una parola nuda di ornamenti, efficace nella sua immediatezza. Simili agli haiku giapponesi per i toni semplici, l'assenza di titoli e l'estrema concisione, i versi di Kiarostami lasciano spazio alle suggestioni del lettore e a un'indagine introspettiva che prende corpo grazie agli stimoli di una scrittura visiva. I suoi componimenti sono infatti frutto di una carriera polivalente dove cinema, letteratura e fotografia si influenzano fino a formare un'unica pellicola che racconta l'esistenza in tutte le sue tonalità. -
L' Europa di Croce
Residuo d'un lavoro, vagheggiato fin dalle prime esperienze giovanili maturate nell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli (1947-52), L'Europa di Croce, il cui punto di riferimento principale è la Storia d'Europa nel secolo decimonono (1932), intende - al di là delle vicende narrate - segnare le linee essenziali del tracciato dell'Europa moderna, seguito nell'intreccio tra la molteplicità irriducibile dei ""contenuti"""" culturali, e l'assunzione della """"forma"""", del """"dover essere"""", capace di integrare quei """"contenuti"""", storicamente e socialmente condizionati. È il problema, tanto dibattuto e contrastato della generazione seguita al Dilthey, all'avvento delle """"scienze umane"""" o """"scienze dello spirito"""", che hanno prodotto una frattura sostanziale nella storia del pensiero occidentale, una fase che ha inizio da più d'un secolo, con in più, ai giorni nostri, l'esigenza d'una risposta intuitiva di immediata comprensione."" -
Proust in Italia. Le traduzioni della «Recherche»
In questo studio, condotto secondo un'ottica critico-comparativa, si analizzano le prime traduzioni italiane della Recherche di Marcel Proust, con un riferimento particolare alla resa degli stilemi proustiani evidenziati, tra gli altri, da Leo Spitzer e Jean Milly. Dal 1923 ai primi anni Quaranta del Novecento in Italia vengono tradotti solo brevi passi della Recherche, pubblicati sulle riviste più attente alle novità letterarie. L'interesse editoriale per l'opera proustiana si inaugura nel 1944 con il volumetto ""La precauzione inutile. Romanzo"""" (Milano-Roma, Jandi-Editori), versione di una cospicua parte de La Prisonnière siglata da Eugenio Giovannetti. Un anno dopo fa seguito Soggiorno a Venezia (Venezia, Edizioni del Cavallino), versione di Renato Mucci del terzo capitolo di Albertine disparue. Ma è a guerra conclusa, come ha scritto significativamente Giacomo Debenedetti, che scatta """"l'ora x, quella dell'attacco frontale al romanzo, cominciando regolarmente con la prima parte: Du côté de chez Swann"""". Nel 1946 vengono pubblicati, infatti, """"Casa Swann"""" (Firenze, Sansoni) e """"La strada di Swann"""" (Torino, Einaudi), tradotti rispettivamente da Bruno Schacherl e da Natalia Ginzburg."" -
Madre
"La figura della madre è da sempre al centro dell'opera di Carifi. Declinata in innumerevoli figure-chiave più o meno canoniche - la mater dolorosa universale e mariana, la vittima par excellence della guerra e dello sterminio, la madre egizia fragile e imperiosa in uno, la madre morente questa figura incarna il polo assente presente, invisibile eppure tangibile, del dialogo poetico. In questo libro, da figura di confine, a metà strada tra il reale e il simbolico, la madre si trasforma e si manifesta nella sua più fragile disposizione creaturale, al cui cospetto si consuma lo struggimento del poeta-figlio. Ma la bellezza morente e caduca della madre, il suo commuovere e disperare, non si chiude in se stessa, ma al contrario riesce infine a sprigionare una forza inaspettata, salvifica e terrestre. Proprio là dove si spengono desiderio e bellezza, dall'ultimo afflato del loro morire si libera paradossalmente un demone consolatore, quello della speranza. La bellezza e il bene incarnati dall'amore materno, anche e proprio mentre si dileguano, rivelano così la forza di redimere il cuore dell'uomo, una forza capace di rovesciare il lamento melanconico del ricordo.""""" -
Gli elementi del disastro
La nuova edizione di questo volume vuole rendere omaggio a Álvaro Mutis (1923-2013), recentemente scomparso. Il titolo corrisponde alla prima raccolta poetica pubblicata da Álvaro Mutis nel 1953, presso la prestigiosa Losada di Buenos Aires, che lo lanciò in tutto l'ambito ispanico. Per quarant'anni Mutis si è dedicato esclusivamente alla poesia e solo a partire dal 1986, con ""La neve dell'ammiraglio"""", ha iniziato, in maniera continuativa e costante, la sua esperienza narrativa, centrata sul personaggio Maqroll il Gabbiere, che l'ha fatto conoscere in tutto il mondo e tradurre in dodici lingue. Questa antologia riporta Maqroll il Gabbiere nella sua originale dimensione poetica e offre un panorama esauriente del percorso dell'autore. Il libro è corredato da un saggio introduttivo e da un apparato di note che forniscono la cornice storica, letteraria e filologica dell'opera, e da una conversazione con l'autore."" -
L'Apocalisse postmoderna tra letteratura e cinema. Catastrofi, oggetti, metropoli, corpi
La società postmoderna si contraddistingue per essere sottoposta alla costante minaccia di armi di distruzione di massa, per l'industrializzazione dell'esistenza, il consumismo, i simulacri tecnologici dell'umano e le simulazioni del reale. Questi elementi accelerano la crisi delle forme rappresentative, delle tradizionali nozioni di spazio, tempo e storia, delle strutture soggettive e sociali solide, facendo coincidere l'esperienza del quotidiano postmoderno con l'attesa di un'apocalisse imminente e senza redenzione. Attraverso le opere letterarie di autori emblematici del postmodernismo letterario (Ballard, DeLillo, Dick, Ellis, Pynchon) e i generi cinematografici specifici prima e dopo l'11 Settembre (il disaster movie, la fantascienza e il living dead movie di Romero) in questo libro si costruisce un percorso fatto di immagini catastrofiche, oggetti forieri di distruzione, metropoli simili a novelle Babilonia e corpi ibridi che mettono in crisi il concetto stesso di umano e di vita e morte, dando forma all'esperienza dell'apocalisse postmoderna. -
Dopo Gentile. Dove va la scuola italiana
Completato nel febbraio del 1982 e mai pubblicato, ""Dopo Gentile dove va la scuola italiana"""" è una lettura lucida della trasformazione della scuola italiana dalla riforma Gentile ai primi anni '80, in cui l'autore coglie assai bene il mutamento all'interno della politica scolastica italiana, in cui l'aspetto estrinsecamente metodologico tende a prevalere su quello effettivamente educativo. Il tutto nella tensione verso un'astratta oggettività scientifica che non risolve il dualismo istruzione-educazione, ma di fatto annulla ambedue i termini in un didatticismo fine a se stesso e nella trasformazione della pedagogia in scienze dell'educazione."" -
Segreti e vita quotidiana di Firenze capitale 1865-1870
Amori, scandali, bizze del sovrano, sfoghi di Collodi, il caso Rattazzi, le bugie dell'onorevole Lobbia, i giornali, i teatri, i Macchiaioli e tanti altri personaggi e eventi, fra cui la nascita del Piazzale Michelangelo, di un quinquennio vivissimo colto nelle sue grandezze e piccinerie quotidiane. -
Piccola guida di educazione a tavola. Regole di ieri e galateo di oggi per comportarsi bene nelle occasioni importanti e nella vita di tutti i giorni
Pollo e rosticciana si possono mangiare con le mani? Si devono portare fiori alla padrona di casa? È ammessa la scarpetta in pubblico? Qual è il posto dell'ospite di riguardo a tavola? E come comportarsi con il cellulare? In questa guida troverete la risposta a queste e a tante altre domande e dubbi che ci assalgono al momento di apparecchiare una bella tavola per amici e parenti o per occasioni più formali, predisporre un menù con i vini più appropriati e infine, last but not least, anche come comportarsi ""bene"""" durante il pranzo"""". Non dimenticando, che l'educazione è una delle migliori forme di investimento che dà i suoi frutti e benefici a lungo termine: per essere presi a modello, stimati e, perché no, avere una carta in più degli altri nel lavoro come negli affari di cuore."" -
Sterzine. Poesie 2009-2013
Ho iniziato la composizione di ""Sterzine"""" nell'inverno 2009, dopo l'ennesima suggestione illuminante, provocata dalla lettura di """"Miscellanea"""", una lunga poesia pubblicata nel 1914 da Ezra Pound. Ho scelto come schema di scrittura linee formate da tre versi, per sintetizzare all'estremo l'essenza di una comunicazione ridotta all'osso. Mentre nella prima parte l'omogeneità dei versi è puramente visiva, la loro lunghezza è una conseguenza grafica e la differenza tra le linee non deve superare lo scarto di una lettera, nella seconda parte ogni verso oscilla da un minimo di dieci sillabe ad un massimo di dodici, senza una precisa regola di sequenza ordinatoria. Il titolo, """"Sterzine"""", fusione di due parole a me molto care, sterzo e terzine, racchiude in sé il mio rifiuto di usare la terzina nel senso proprio del termine, allude al mio neanche tanto recondito desiderio di sterzare durante la composizione del testo e lancia l'ennesimo utopico segnale di sterrare più significati da ogni singolo vocabolo."" -
Bontempelliano o plurimo? Il realismo magico negli anni di «900» e oltre Atti della Giornata internazionale di studi (Lubiana 14 maggio 2013)
Negli articoli qui raccolti s'indaga sulla gestazione del novecentismo - il progetto culturale all'interno del quale trovò formulazione la proposta bontempelliana per una letteratura magico-realista - e se ne ripercorrono le tesi basilari considerando anche i rapporti tra il teorico di quella tendenza e alcuni scrittori con cui questi fu in contatto per ragioni private o professionali. Vi emergono collaborazioni fruttuose, amicizie osmotiche (come quella fra Gigli e Bontempelli, che lasciò delle tracce sulla scrittura di entrambi), ma anche divergenze poetologiche non sempre debitamente riconosciute (il caso del Bontempelli lettore di Pirandello). Di Alvaro, Moravia e Masino, che parteciparono con alcuni racconti alla rivista «900», si rileva la cifra personale delle rispettive proposte di narrativa magico-realista assieme alle specifiche posizioni assunte verso tale linea. -
Battaglie libertine. La vita e le opere di Gabriel Naudé
Gabriel Naudé, bibliotecario, grande erudito e teorico della necessità politica dei colpi di Stato, è uno dei protagonisti del libertinage érudit seicentesco. A partire dalla ricognizione di una categoria storiografica spesso abusata, questo saggio ne ricostruisce la biografia intellettuale e il pensiero sulla base di uno spoglio sistematico delle lettere, oltre che dei testi. Ne emerge un Naudé molto ""padovano"""" e di orientamento materialista, al quale l'aristotelismo eterodosso fornisce una teoria della conoscenza funzionale alla negazione del sovrannaturale e dell'esistenza di sostanze disincarnate (e dunque di demoni, angeli, beati e anime immortali). A tale negazione l'esprit fort perviene attraverso la sistematica critica del prodigioso e delle credenze non fondate su prove e testimonianze certe, servendosi di una scrittura obliqua che pretende dal lettore il ruolo attivo di completamento del non detto e di emancipazione da ogni comportamento gregario."" -
Cristo nella filosofia dell'età moderna
La filosofia in età moderna spesso confonde e rimette in discussione divisioni disciplinari certo non incrollabili, ma sicuramente solide, in particolare nei confronti della teologia. I filosofi elaborano prove dell'esistenza di Dio, meditano sugli attributi divini, si interrogano sull'esistenza dei miracoli e dei demoni, discutono accanitamente di teodicea. È possibile individuare segni di un loro interesse anche a proposito della figura di Cristo? Una figura che, a motivo della relazione tra natura umana e natura divina che costitutivamente comporta, ben si presta a un discorso non esclusivamente teologico, ma filosofico, con risvolti morali ed etico-civili. E la riflessione sul cuore della struttura dogmatica del Cristianesimo (Trinità, Incarnazione, Redenzione), sulle sue articolazioni, sulla vita terrena di Gesù, in che misura interagisce poi con gli sconvolgimenti determinati dalla Riforma protestante? I saggi raccolti in questo volume cercano di recare chiarimenti e contributi interpretativi su un argomento che conferma una volta di più l'ampiezza di prospettiva della filosofia in età moderna. -
Poesie. Testo tedesco a fronte
A un lettore italiano le poesie di Rainer Malkowski (Berlino 1939 Brannenburg am Inn/Baviera 2003) offrono la possibilità di incontrare un poeta che scrive una lingua tedesca di particolare chiarezza sintattica e concretezza lessicale. Allo stesso tempo in esse troverà una Germania che non corrisponde per nulla all'immaginario italiano sulla vita e cultura tedesche viste come antagoniste e allo stesso tempo invocate come modelli da cui derivare soluzioni per superare crisi di ogni tipo e stagione. La Germania di Rainer Malkowski è fatta di accadimenti quotidiani, ai quali il poeta dà dignità attraverso la sua lingua, la sua arte, facendoli così assurgere a elementi costitutivi della nostra vita. Un realismo degli accadimenti lontano dalle grandi utopie e rivoluzioni perseguite dagli altri movimenti letterari, che gli saranno stati di stimolo, anche se non gli è stato certamente facile viverne gli stessi tempi.