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Il viaggiatore oscuro
È il crepuscolo di una sera di febbraio, i rami dell'oblio in giardino battono contro i vetri della vecchia finestra di una casa. La porta d'ingresso si apre e compare Paul, in mano una valigia con dentro le sue poche cose, le coordinate frammentate e incerte della sua vita. E insieme a Paul, nella cucina calda e illuminata, s'infila rapida, prima che la porta si richiuda alle sue spalle, anche l'oscurità. La casa calda e accogliente è quella di Douglass, zio di Paul, di sua moglie Lisa e dei loro tre figli: Norah, Tom, e Christopher. Paul viene da una casa inospitale e tetra dove ogni cosa è oscura; un padre aggressivo, brutale e anaffettivo; una madre amorevole ma troppo debole e impaurita; un fratello morto in guerra, orgoglio del padre e incarnazione di tutto quello che Paul non è e dovrebbe essere; e ha una strana anomalia: quando si agita e prova emozioni che non riesce a gestire, diventa cieco, perde la memoria, ed è ossessionato da un alter ego che abita le pagine del suo diario. Con l'arrivo dell'estate, Paul sembra aver scoperto il suo talento: fotografare e, alla ricerca di soggetti da catturare con l'obiettivo, è molto più felice di quanto non sia mai stato. Ma quando la guarigione sembra ormai avvenuta, l'ombra del passato torna nella figura del crudele padre, Angus, e dei sentimenti brutali che Paul prova per lui. La voce di Josephine W. Johnson è pacata, composta, profondissima e autorevole. Non urla, non sbraccia, non denuncia apertamente... -
Kruso
È il 1989, le due Germanie sono ancora divise. Ed, studente di letteratura a Halle, ha perso la sua ragazza in un incidente. Dopo alcuni mesi passati a seppellire il dolore sotto ""scorte"""" di versi imparati a memoria, decide di """"saltare giù"""": riordina con cura la sua stanza e parte per raggiungere Hiddensee, quell'isola leggendaria del Mar Baltico - il mare dell'Est - che, si dice, è fuori dal tempo. Dopo alcuni avventurosi giorni a vagare sull'isola trova impiego e alloggio come sbucciatore di cipolle alla locanda All'Eremita, un albergo ristorante gestito da Werner Krombach, che si considera capitano di una nave di cui il personale composto da filosofi, poeti e professori universitari costituisce l'equipaggio. Una notte, incuriosito dai rumori, Ed sgattaiola fuori dalla sua stanza e si trova immerso in una singolare atmosfera da sabba notturno. Che accade quando l'oscurità cala sull'Eremita? E chi è questo """"Crusoe"""" di cui tutti parlano? E proprio il giorno dopo Ed incontra Alexander Krusowitsch - è lui, Kruso, uno strano russo-tedesco dalla pelle e i tratti di un sudamericano, maestro di cerimonie e padrino dell'isola, che inizia Ed ai rituali dei lavoratori stagionali e alle regole che governano le loro notti, accogliendolo come un Venerdì che pian piano gli diventa indispensabile. Gradualmente Ed scopre che all'Eremita, sull'Arca, scorre un tempo che traccia una linea diversa dal tempo del mondo di fuori..."" -
Il miracolo di respirare
Un giovane disoccupato cerca un lavoro tra gli annunci più strani. In preda alla disperazione, finisce col vendere l'anima a un'azienda che chiede solo di allocare a casa sua dei mobili. Così comincerà a ricevere dalla ditta una quantità enorme di oggetti senza utilità alcuna. Finirà per doversi battere anche per respirare, perdendo tutto e allontanando progressivamente ogni autentica realtà. Lo sviluppo rapido e compatto della vicenda conduce a passo svelto nel suo mondo recintato, e la tensione cresce mano a mano che il protagonista percepisce di essere in trappola. L'atmosfera di depersonalizzazione e disintegrazione del reale fa da specchio all'angoscia del contemporaneo, al desiderio continuo di ciò che non si può avere, reiterato e soprattutto rinnovabile all'infinito, svelando la dissonanza insita nell'idea del possesso di cose e persone come veicolo di felicità. Rifiutando però la disperazione, Sotakis fa del paradosso una modalità di scrittura e comunicazione aperta, mentre il grottesco e l'iperbolico delle sue descrizioni evidenziano la comune esigenza di strumenti per uscire dalla situazione di impasse. L'insieme rende al romanzo la capacità di svincolare la narrazione dal dipinto di sfondo, la condizione contemporanea della Grecia e dell'Europa, per trasferire la riflessione nell'ambito più universale del racconto letterario. -
Pong
Un Big Bang dell'assurdo ha gettato Pong tra le creature del mondo, costringendolo per tutta la sua esistenza a riconoscere, analizzare, collegare eventi e particolari, a generare nessi inediti, e per lui fondamentali. A Pong, infatti, il mondo piace ""perché lui ci vive al centro. Non da qualche parte in un centro qualsiasi, ma proprio nel pericoloso nucleo più denso, il centro dell'uovo"""". Da quel centro prendono le mosse la sua routine e i suoi progetti per gestire e individuare paure e precauzioni. """"Spostare un solo capello in quel fragile spazio farebbe vacillare il mondo e deragliare dall'orbita luna sole via lattea e addio al sistema"""". Il pensiero delirante di Pong misura tutte le cose e tutte le vite, amori, dolori e solitudini. Per non confondersi con i comuni esseri umani, Pong ne decifra e cataloga i parametri. Le donne, per esempio, hanno un valore esprimibile in moneta, e vanno schedate in base ai difetti rilevati. Eternamente condannato all'insoddisfazione, alla delusione, Pong spera di poter compiere comunque le missioni che una voce gli assegna, e si affanna alla ricerca della purezza- Lewitscharoff propone il suo """"grande Zac"""" nella letteratura, tanto originale nelle scelte stilistiche quanto nella bizzarria della trama. Pong ha giustamente guadagnato all'autrice, che esordiva nel romanzo, il Premio Bachmann proprio perché """"narrato in un esperanto poetico dei migliori"""". L'uso spregiudicato della della commistione tra rappresentazione e narrazione rende il romanzo in sé nucleo denso in cui si generano e ri-generano significati, la storia di un personaggio umano e irrazionale, che per molto tempo accompagnerà i lettori con i suoi interrogativi verissimi e folli."" -
Ho sposato mia nonna
Norma è un'insegnante precaria d'architettura a un passo dalla pensione. Sa parlare al contrario e porta sempre nella borsa una squadra perché ha la mania di prendere le misure del mondo. Tato ha studiato alla scuola d'arte e ora è giornalista free lance per un quotidiano locale, il precariato gli ha fatto venire le aritmie cardiache, ""onde del mare nel cuore"""", e tiene un blog su internet di notizie impossibili. Quelle che il suo giornale non pubblicherebbe mai: uno scoop sugli ultimi giorni di vita di Garibaldi, o su Mastro Lindo finito all'ospizio, o come le interviste a quelli che in chiesa stanno sempre in fondo, o alle ragazze che fanno provare i profumi per la strada. Sono nonna e nipote, e vivono in una Rebibbia che è surreale, folle e onirica periferia del mondo. Popolata di poeti farmacisti, neri immortali, emarginati, salumieri picassiani, direttori d'orchestra, collezionisti di fumetti che odiano i comunisti, attori precari con la faccia di profeti, fotografi che osservano il mondo dal buco della serratura, imprenditori che vendono occhiali appannati, ex assessori che ridono da soli. Poi arriva la lettera con la quale Norma è esodata. C'è la crisi, e non ci sono nemmeno più i soldi per gli psicofarmaci. Ecco allora nonna e nipote dar fondo alla riserva di idee raccolte nei mercatini dei libri della domenica, prese soprattutto dalle riviste degli anni trenta. Idee per far soldi, idee da cinema per uscire dalla precarietà e non avere più ansie, né onde nello stomaco. Tito Pioli ci regala un antiromanzo, che facendo dell'esagerazione iperbolica, del paradosso e del nonsenso i suoi meccanismi narrativi, frammenta e distorce l'esperienza e la percezione, calando il lettore direttamente al centro dell'assurdo. Riesce così a rappresentare ciò che non si può spiegare, ottenendo un """"effetto rafforzato di verità"""": la follia, l'orrore, l'amore e la bellezza del mondo per come è, dietro il velo dell'incoscienza insonnolita e della normalità alienata. Così come lo vedrebbero tutti se riuscissero ad ascoltare le voci di dentro o le risate di sottofondo, a riconoscere le misure di tutto in un quadro di Pontormo, a scorgere disegni dietro l'intonaco d'un muro d'ospedale, o dietro le maschere i volti. Quello che solo i veri poeti riescono a fare."" -
Il buio e altre storie d'amore
Deborah Willis ritorna con una nuova raccolta che allarga la nostra percezione delle molteplici possibilità dell'amore. I personaggi di questi tredici racconti magistrali e coinvolgenti si muovono sul bordo del rischio, nel rincorrersi di sogno e realtà, dove ogni cosa è abitata dalle innumerevoli forme dell'esistenza. La danzata di uno spacciatore si prepara per la prima missione con equipaggio umano su Marte. Una ragazza si innamora di un uomo che vuole trasformarla in un uccello. Una moglie si imbatte in un buco aperto nel pavimento della casa che condivide con il proprio marito, un buco che solo lei può vedere. Venati di nostalgia e umorismo, ancorati a relazioni fuori dagli schemi - un uomo e il suo animale domestico, un alcolista e il suo sponsor, un migrante muto e un giornalista - i personaggi di questi racconti mostrano come l'amore sia il tessuto connettivo che ci lega gli uni agli altri, e tutti alla trama complessa del mondo. -
Manuale per aspiranti impostori. Un manifesto dadaista
Per la prima volta in italiano ecco il manifesto dadaista di uno scrittore antiborghese e maudit, la coscienza tedesco-austriaca che tra il 1915 e il 1927 irride alla cultura europea dominante, forte dell'inaudito coraggio di mettersi e di mettere gli altri in ridicolo, per scampare alla svalutazione di tutti i valori del primo Novecento. In una flaneurie del pensiero coltissima e familiare ad un tempo - non senza allusioni alle oscenità e alle pratiche truffaldine tipiche del demi-monde delle capitali Parigi, Berlino, Roma e Napoli tra le due guerre, il manuale teorico Affrancamento definitivo e la sua applicazione pratica instaurano un rapporto provocatoriamente pedagogico con il lettore - conformemente agli stilemi della tradizione aforistica - il tutto condito con molta, molta ironia. Nei singoli aforismi vengono derisi i luoghi comuni più ricorrenti (sulle donne, gli ebrei, i mocciosi, gli storpi, i vecchi, le metropoli estere) che fanno di questo manuale un caustico quanto umoristico elogio della mediocrità borghese. Dopo gli aforismi dada del manuale teorico, quello pratico si snoda in tappe che abbracciano i vari ambiti della socialità novecentesca: a una ouverture sui ""principi elementari"""" e sulla """"conoscenza umana"""", seguono le sezioni """"in viaggio e in albergo"""", """"donne"""", """"accorgimenti"""", """"allenamento"""", """"istruzioni"""", """"questioni di particolare importanza"""", """"uomini"""", """"abbigliamento e maniere"""", """"raccomandazioni"""", """"lettere e denaro"""", """"superstizione"""", culminando infine nel """"numero di chiusura"""": «Il mondo, si sa, vuole essere ingannato. Ma se non lo fai, andrà davvero su tutte le furie!»"" -
Lingua nativa
Ambientato nel ventiduesimo secolo dopo l'abolizione del XIX emendamento, si racconta di un mondo in cui alle donne sono ancora una volta negati i diritti civili. La popolazione dipende dai Linguisti, famiglie i cui infanti sono allevati per diventare interpreti di tutte le lingue umanoidi della galassia e permettere il commercio interplanetario, fonte di ricchezza. I Linguisti detengono il potere ma vivono isolati, odiati dal resto della popolazione e nel timore costante di una rivolta sociale. Un gruppo di donne è destinato a sfidare il potere degli uomini e dei Linguisti. Nazareth, bambina prodigio, intraprendente, studiosa e tenace, tiene un taccuino segreto su cui prende nota dei suoi esperimenti linguistici e che la porterà inconsapevolmente ad essere parte della Storia. Una silenziosa rivoluzione, infatti, sta sorgendo nella Casa Sterile; lì le donne stanno creando una lingua nuova, fatta di ""parole giuste"""", una """"lingua che funziona"""". Il Làadan si struttura nel corso della narrazione mettendo a disposizione nuove categorie interpretative e quindi nuovi modi per comprendere e raccontare la realtà. Scritto nel 1984 e sorprendentemente attuale, Lingua nativa combina una trama entusiasmante con dense riflessioni linguistiche sui modi in cui le parole modellano la nostra politica, la nostra cultura, la percezione di sé e come possono essere maneggiate per riformare quelle strutture o per sovvertirle."" -
Viaggio a Flätz
Jean Paul con ""Viaggio a Flätz"""", scritto nel 1807, raggiunse più di un vertice: satira irrefrenabile della codardia in un piccolo racconto impregnato di pacifismo indomito e irriverente scritto con Napoleone in casa e la Prussia in ginocchio. A """"Viaggio a Flätz"""" l'autore affianca """"Confessioni del diavolo a un uomo di stato"""" e un apparato di note di un'intelligenza acuta e esilarante. Il bersaglio iniziale delle confessioni era l'inconsistenza e la vanità propria del suo tempo, ma ben presto a prevalere fu l'imminenza della guerra e il dolore che questa, inevitabilmente, comporta. In poco più di cento pagine Jean Paul riesce a dare vita a un classico dell'umorismo ottocentesco, segnando un vertice ineguagliato, e attestando ineludibilmente che «il comico conduce il suo gioco poetico con piccolezze irragionevoli e rende allegri e liberi»."" -
Fiumi
Un attore alcolizzato ridiscende un fiume impetuoso combattendo allo stesso tempo contro la corrente e contro i demoni che minacciano di allontanarlo dalla sua stessa vita. Due ragazzi molto diversi tra loro, ma legati da un profondo affetto reciproco, sognano di poter vivere vite diverse, meno piccine. Sognando un viaggio che conduca alla fine del fiume, oltre i confini conosciuti, o la libertà di esplorare un sentimento tanto vero e giusto quanto sconveniente, i due ragazzi seguiranno il corso del fiume, impotenti di fronte allo scorrere di questo come all'incombere della Storia. In una valle che appare incontaminata e fuori dal tempo, due famiglie, divise dalla religione come da un fiume senza nome, combattono una faida antica senza inizio né fine. Questi tre racconti spaziano tra tempi e luoghi diversi, ma sono connessi e sostenuti dall'imprevedibilità e dalla languida bellezza dei fiumi. Con una coralità degna di un romanzo, i personaggi tracciano percorsi narrativi che procedono da una dimensione intima e individuale ad una collettiva, fanno di ogni istanza privata una questione universale, sfuggendo quindi ad ogni banale spinta ombelicale. -
La vecchia signora del riad
«Fouad Laroui gioca con gli stereotipi e li usa per costruire una storia ironica e a tratti tragica, dove due culture si riflettono in uno specchio di superficialità e incomprensione. Per poi riscoprire una storia comune» - Jessica Chia, la LetturaÈ possibile condividere il proprio mondo con qualcuno che viene percepito come completamente estraneo? Questa è la domanda che Fouad Laroui si pone nel raccontare la tragicomica storia di François e Cécile, coppia benestante, progressista e liberale che assecondando un capriccio e inseguendo una imprecisata voglia di libertà lascia di punto in bianco la propria vita parigina per trasferirsi a Marrakesh. Costantemente destabilizzati da cliché e stupore i due ""francesi di Francia"""" riescono, non senza qualche complicazione, a prendere possesso di un riad apparentemente perfetto, una dimora da sogno completamente in linea con le aspettative della coppia. Ed è proprio quando i due sembrano liberi di esplorare la propria idilliaca nuova vita che di nuovo si imbattono nell'inatteso: una silenziosa e coriacea vecchia signora che occupa, senza alcuna intenzione di andarsene, una stanza del loro riad. La convivenza forzata, che costringerà la coppia a confrontarsi con il proprio progressismo di maniera, saprà stimolare il dialogo tra i due mondi?"" -
Teatro di cenere
Nei cento microcomponimenti contenuti in Teatro di cenere troviamo come distillata tutta la potenza immaginifica della scrittura di Manuel Moyano. Pagina dopo pagina il lettore si trova avvinto in racconti di mondi favolosi, grotteschi e inquietanti narrati con una caustica ironia che non disdegna di farsi talvolta decisamente crudele. I temi che caratterizzano la tradizione della micronarrazione - riscritture di antichi miti, il rapporto con il mostruoso, l'eterno tema del doppio, paradossi religiosi e teologici, distopie apocalittiche, irruzioni dell’irreale nel quotidiano – trovano grazie alla programmatica ricerca dell’originalità da parte dell’autore una loro espressione raffinatissima. Moyano sembra costruire il proprio discorso come un attento antropologo: esplora scrupolosamente la monotonia del quotidiano riuscendo a catturare le dissonanze nei silenzi più noiosi, intercettando quella scintilla di insolito o surreale capace di capovolgere anche la routine più insipida. Invita il lettore a riappropriarsi del senso dello stupore che permette di guardare con occhi nuovi ciò che è familiare. La densità letteraria e narrativa dell’opera offre un gran numero di livelli interpretativi e tra tutti risulta evidente una propensione buffonesca ad irridere il potere. Ancora una volta l'autore invita il lettore a farsi suo complice e a giocare con il senso dell'assurdo per mettere in discussione la consuetudine e ripensare il rapporto con la realtà. -
Per dire sole dico oggipolenta
Filiberto, Fili per gli altri, Berto per se stesso, è/era/sarà un ardente odiatore di ogni tipo di macchina e un aspirante professore. Una macchia sul viso lo rende mostruosamente poco adatto a ergersi in cattedra, ma la malattia sembra reagire alla conoscenza, ogni nuova parola imparata e insegnata fa visibilmente ridurre la macchia sul suo volto. E Berto conosce una lingua scomparsa, l'italiano antico appreso sui libri, una lingua che gli conferisce una voce vera così in contrasto con le voci finte e metalliche che si propagano dalle macchine. E le sue parole vere dicono cose vere che in pochi sanno ascoltare ma lui è incapace di tacere e questo lo rende un pericoloso sobillatore di anime. Berto ripara libri antichi, crea sculture e scarica cassette della frutta. Berto suona anche, suona per coprire le urla dei bambini e dei maiali, suona mentre loro sono portati verso il loro futuro e trasformati in un qualcosa di migliore: pregiato culatello, avvocato, medico, ingegnere. Ma non si fa la rivoluzione da soli, ed è la rivoluzione quella a cui Berto aspira. E quindi Berto esiste negli sguardi di chi lo incontra, di chi lo ascolta e di chi lo racconta. Nicla la ladra, che con Berto scarica cassette di frutta, trascorre nuda lunghe giornate nella stalla, distrugge e crea, scopre e inventa. Nel suo sguardo violento e appassionato Berto è profeta e rivoluzionario. Sara Pinto, sorella gemella di Berto, disseziona la sua vita per riuscire a capire, e possibilmente fare sua, la scintilla di bellezza e genialità che vede splendere nel fratello. E poi il nonno Piergaddo, santo benefattore e porcaro da generazioni, il triumvirato degli italianisti, il movimento dei caravaggeschi, gli studenti, Bologna. Tutto il mondo osserva Berto il ""Lupo"""" la sua macchia mostruosa e le sue parole antiche. Come in un quadro caravaggesco la luce colpisce tutti con violenta concretezza e crea contasti solo apparentemente inconciliabili: vita e morte, bellezza e violenza, eternità e caducità. Tutto questo è reso nella prosa di Tito Pioli come il resoconto di un sogno, di un viaggio fantastico, di una rivoluzione riuscita: ci porta ad esplorare le contraddizioni che ci fanno sentire sicuri. Attraverso una sagace ironia ci smaschera, mette a tacere la musica che copre le grida, ci disturba, ci chiama in causa e così facendo ci offre la possibilità di affacciarci su quella bellezza così intrinseca in ogni cosa da essere l'unica vera testimone della realtà."" -
Polpette e altre storie brevissime
"Folgoranti e paradossali, le micro narrazioni di Jacopo Masini sono degli efficaci esperimenti linguistici e letterari. Quante parole servono per rendere una storia significativa e indimenticabile? La qualità di una storia è connessa al numero delle righe in cui è narrata? Le storie e le fiabe brevissime di Jacopo Masini riescono a costruire e decostruire immaginari, mondi letterari, orizzonti mitici. Passiamo di pagina in pagina come leggendo una guida in una galleria d'arte: ogni ritratto offre la possibilità di un'esperienza che va ben oltre lo stupore del primo sguardo. Ogni parola è scelta con la cura del miniaturista e con l'intelligenza del narratore consapevole. Il risultato è un ironico, a volte crudele, affresco delle piccinerie umane che offre come compenso la meraviglia nei confronti delle infinite possibilità della letteratura e un'arte che con la sua potenza sovverte le regole e inganna ogni prospettiva""""." -
Pigafetta
"Il carico ha la priorità"""" è quanto viene detto ai passeggeri a bordo del cargo senza nome, che partito da Amburgo si appresta a circumnavigare il globo, e che mette subito in chiaro il tenore del viaggio, molto lontano dal lussuoso mondo delle crociere """"tutto compreso"""". La passeggera/narratrice, tra i pochi passeggeri paganti, tollerati più che accolti dallo strambo equipaggio, ci guida attraverso nove notti che scandiscono il procedere del viaggio. Piani temporali e narrazioni si intrecciano in un racconto al limite dell'onirico. Nell'intimità della cabina, nell'oscurità della notte risuona infatti la voce immortale di Antonio Pigafetta, tra i pochi sopravvissuti della spedizione attorno al mondo di Magellano, nel 1519. Pigafetta occupa il proprio posto nella cabina della voce narrante, siede sotto l'orologio e sembra indurre a riflettere su interrogativi più o meno astratti: Perché il cuoco ha con sé un solo piccolo ricettario per un viaggio così lungo? Cosa rende il capitano tanto irrequieto? Perché gli uomini si ostinano a voler misurare il tempo, anziché limitarsi ad osservarne l'incedere? Felicitas Hoppe, nel suo primo romanzo pubblicato, offre un saggio di stili e temi che caratterizzeranno la sua intera produzione. In costante dialogo con la tradizione Hoppe gioca con tòpoi e cliché propri della letteratura di avventura: tra personaggi improbabili, affascinanti giovinette, tempeste, bonaccia e un immancabile ammutinamento, troviamo disseminati tra le pagine elementi che richiamano Melville, Poe, Sterne, Collodi e la Bibbia..." -
Il trionfo dell'agricoltura
Costituito da sette episodi, più un prologo, il poema si sviluppa attraverso una serie di dialoghi fra uomini, animali e altri esseri, viventi e defunti, che interagiscono nel contesto sociale dell'universo. Una delle questioni principali è quella dell'uguaglianza fra uomini e animali e la liberazione di questi ultimi dal giogo della schiavitù. Il poema incorse nelle sanzioni della censura che impose tagli e correzioni per permetterne la pubblicazione. Quest'opera dal tono burlesco smascherava infatti le ipocrisie del regime e con ingegno e arguzia Zabolockij intrecciava nei suoi versi una risposta sovversiva ai processi storici di cui era testimone. Zabolockij venne arrestato il 19 marzo 1938 e condannato a cinque anni di lavori forzati per attività controrivoluzionaria. Il poema scomparve da libri e antologie, ma il poeta per tutta la vita lo rielaborò, nella speranza di poterlo un giorno ripubblicare. Arriva in Italia la prima traduzione del lavoro originale, non epurato dalla censura, con l'opportunità di leggere e apprezzare un poeta visionario che si trovò al bivio della storia e propose coraggiosamente la sua utopia in un periodo di repressioni di massa. -
Nel centro di ogni cosa. Testo tedesco a fronte
Celebrata al suo apparire nella Vienna di fine Ottocento come una vera e propria epifania che in Austria, in Germania e nel resto dell'Europa avrebbe impresso una cesura definitiva allo sviluppo delle lettere, ancora oggi la lirica del giovane Hugo von Hofmannsthal appare come uno di quei rari fenomeni in cui si concentra, al massimo grado di limpidezza ed efficacia, la cifra di un'intera epoca e di un intero mondo. A cinquant'anni dall'ultima raccolta di poesie pubblicata in Italia (la silloge einaudiana curata da Elena Croce nel 1971), questa edizione propone per la prima volta una scelta molto ampia della lirica di Hofmannsthal, orientata tuttavia sui soli componimenti che videro la luce su decisione e impulso dello stesso autore. Così, se nella prima delle tre sezioni di cui si compone il volume trovano accoglienza tutte le poesie che lo stesso Hofmannsthal selezionò e pubblicò nell'ultima edizione delle proprie opere da lui curata (1924), nella seconda figurano una ventina di liriche scelte dal curatore tra quante furono comunque ""pubblicate in vita su riviste e periodici""""; la terza sezione, infine, ospita il Prologo alla Antigone di Sofocle (1900), un testo che, quasi sconosciuto in Italia, oltre che per l'intrinseco valore poetico si segnala come un vero e proprio manifesto di poetica, in nulla inferiore alla tanto più nota e celebrata Lettera di Lord Chandos."" -
La terra sull'abisso
«Una generazione va, una generazione viene, ma la terra rimane in eterno.» Con questa citazione biblica, veniamo introdotti in un mondo in cui una rapida e fatale epidemia ha ben più che decimato il genere umano e solo pochi sopravvissuti si aggirano ancora tra le strade una volta popolose della città. Isherwood Williams, giovane ricercatore di ecologia alla Berkley University, è uno di questi. Dopo aver trascorso diverse settimane tra le montagne, isolato dal resto del mondo, Ish scopre che la civiltà a cui cerca di fare ritorno non esiste più. Affronterà quindi, come un novello Adamo, il mondo nuovo che gli si apre davanti cercando di comprenderne le nuove leggi e di sfruttarne le potenzialità. Il lettore si ritrova testimone dell'avvicendarsi di tre generazioni, e del conseguente lento mutare dell'umanità. Stewart sceglie un narratore dallo sguardo analitico, quasi distaccato, per leggere e interpretare un mutamento a cui opporsi è impossibile e attraverso questo pone delle domande, forse inquietanti ma inevitabili: come cambia la terra quando l'azione dell'uomo non è più in grado di lasciare la sua impronta? Le norme che regolano la nostra civiltà sono davvero immutabili? -
Il miracolo di Pentecoste
Con la sua prosa leggera ed eloquente Sibylle Lewitscharoff ci accompagna dalle profondità infernali fino alle altezze sospirate del paradiso. Protagonista principale nel suo romanzo è infatti la più famosa Commedia della letteratura mondiale attorno a cui ruotano le vicende di 34 dantisti provenienti da tutto il mondo e di un trascinante narratore, tanto ossessionato dalla materialità e dalla razionalità da essere sconvolto nel dover fare i conti anche solo con la parola «miracolo», figurarsi con le sue implicazioni. Gottlieb Elsheimer, narratore delle vicende e unico tra i suoi colleghi a non essere destinato al paradiso, si trova infatti a ricercare, tra le lezioni del convegno più bello mai vissuto, una spiegazione per il misterioso fenomeno manifestatosi nel giorno di Pentecoste, esattamente nel momento in cui il suono a festa delle campane di San Pietro ha raggiunto l'antica sala dei Cavalieri di Malta, sull'Aventino, sede del convegno. Inizia così il nostro viaggio nel mondo di Dante, mistico ma intriso di realismo, un mondo che sembra avere un effetto esaltante quasi psicotropo sui colleghi riuniti e che dirige la realtà del narratore verso un cambiamento imminente e inspiegabile. In un percorso ideale che va dalla torre di Babele al Cenacolo, mescolando i piani narrativi e attingendo, nella costruzione quasi cabalistica dei riferimenti, a teorie letterarie, teologiche e filosofiche Lewitscharoff ci regala un romanzo intriso di ironia e meraviglia, una narrazione che ci porta a investigare il miracolo della conoscenza e dell'immaginazione che svela le effimere differenze tra realtà e creazione poetica. -
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