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Codici del temporaneo. Manifesto di architettura-Codes of temporary. Manifesto of architecture
Il libro apre molte domande. Può la ricerca architettonica essere ancora eros verso lo studio, l'approfondimento dei suoi principi? Un edificio temporaneo, effimero, mutante, un allestimento anche minimo può essere il luogo privilegiato dell'attenzione? E, possiamo con lo stupore delle visioni micro della natura vedere altre geometrie e trasformarle in codici genetici costruttivi, geometrali, materici, modulari, per una visione dell'architettura? Friabilità fondante è una prima, sperimentale risposta dell'autrice. -
Favignana come un'infanzia. Il cromosoma terrestre dell'architettura
Inquadrare il lavoro didattico e di ricerca di Carlo Ravagnati coincide con lo svelare una radice culturale, dalla quale avviare un possibile ragionamento [...]. Il domandarsi ""come ho fatto"""" è la premessa e, al contempo, costituisce l'energia e la direzione del lavoro di Ravagnati che insegna nel solco teorico tracciato da Rossi. Infatti, il volume """"Favignana come un'infanzia"""", esito dell'Atelier di Composizione e urbanistica del I anno, svoltosi nell'anno accademico 2016-2017 al Politecnico di Torino, potrebbe avere come sottotitolo: """"Come faccio la mia didattica"""". Forse, in modo più preciso: """"Insegnare a progettare l'architettura"""". Un'affermazione netta, solo apparentemente banale, coincidente, di fatto, con una struttura didattica basata su una costante azione di ricerca nella quale ogni passaggio è costruito con responsabilità offrendosi, quindi, a successive riflessioni. Postfazione di A. Sciascia."" -
Il progetto come prodotto di ricerca. Un'ipotesi
Ma il progetto può essere considerato un prodotto di ricerca? E a quali condizioni? L'autrice pone questa domanda alla ""comunità disciplinare"""" che usa il progetto come strumento di didattica e di ricerca e suggerisce alcune risposte nella forma sintetica e agile di un pamphlet che pone le basi di un discorso comune. E che sarà utile solo se sarà condiviso."" -
Design obliquo
"Pensare obliquo"""" e """"progettare obliquo"""" sono atteggiamenti creativi semplici e al contempo complessi, che vanno conosciuti e alimentati, perché l'obliquità non è una sola, ma una molteplicità di forme d'espressione. Questo libro non vuole fornire la """"ricetta"""" dell'obliquo, ma indagare su quelle forme di espressività che dell'obliquo si nutrono, attraverso l'esempio di architetti, di opere, di parole e suoni. Sono molte le tecniche o le formule (pensate e/o spesso spontanee) applicabili nel progetto obliquo, ugualmente efficaci per discipline diverse e anche distanti fra loro. La loro descrizione e gli esempi riportati nel testo permettono così al progettista, anzi al creativo, di tracciare il primo segno su un foglio bianco." -
Lake of the mind. Conversazione con Steven Holl
Nella trentunesima strada di Midtown West a New York City l'architetto Steven Holl racconta come, attraverso una particolare maniera di lavorare, prende forma e si definisce il processo creativo che caratterizza la sua architettura. È così che attraverso la descrizione dei suoi ultimi progetti, l'architetto parlerà degli strumenti del suo lavoro e del luogo dove questi sono stati pensati e concepiti. -
La ricerca in architettura. Temi di discussione
Cosa succede alla ricerca in Architettura? Come cambiano le pratiche e gli stili della ricerca, gli stessi profili dei ricercatori? Siamo in una situazione accelerata di passaggio, non cumulativa, e niente affatto univoca, che sovrappone caratteri non concilianti. Guardare al mutamento dal lato delle istituzioni universitarie, culturali, valutative significa coglierne inerzie e innovazioni, fedeltà ritualistica e apprendimento sociale; misurare le une e le altre con l'idea (cautamente ottimistica) che tutt'ora permanga una qualche specificità per la cultura architettonica italiana, ma che questa necessiti di essere sostenuta entro un'ampia discussione pubblica. -
Lo spazio in architettura. L'evoluzione di una nuova idea nella stagione dei Movimenti Moderni
Lo spazio in architettura è un testo per la comprensione del lento ma affascinante percorso di avvicinamento della disciplina architettonica alla sostanza più autentica dell'architettura stessa: lo spazio. Il libro contiene un testo didattico, concepito, secondo le intenzioni dell'autore, in modo che gli studenti di architettura possano comprendere tutta la complessità e la profondità del tema dibattuto. Esso rappresenta, inoltre, un utile strumento di approfondimento per gli architetti, i teorici e gli storici dell'architettura, così come per gli storici dell'arte e i filosofi. Questa efficacia si riscontra nel mondo iberico, dove lo scritto è conosciuto da oltre un trentennio e dove, fin dai primi anni '80, ha formato intere generazioni di architetti e studiosi della disciplina. Viene da chiedersi, a questo punto, perché Lo spazio in architettura appare in lingua italiana solo oggi, a più di quarant'anni di distanza dalla sua prima edizione. Qual è stato l'interesse intorno al tema dello spazio architettonico nel nostro Paese negli ultimi decenni? Quanto è rimasto delle lucide visioni di Bruno Zevi e delle originali sperimentazioni di Luigi Moretti? Forse altri, meglio di noi, hanno saputo raccogliere quell'eredità, sviluppando riflessioni teoriche e progetti più orientati verso l'idea di spazio. In Italia è tempo di colmare questa lacuna e la traduzione di questo libro rappresenta solo un primo passo. -
Omne. Osservatorio Mobile Nord Est. Work. 2016-2018
Presenta l'esito del primo laboratorio per artisti in residenza. Dieci visioni intrecciano memoria e contemporaneità interpretando la complessità del paesaggio del Nord-Est. Work è il fondamento del patto sociale che tiene unita una comunità, configura un paesaggio e i suoi spazi produttivi, ridisegna la mobilità e riorganizza il contesto della vita pubblica e privata. Tra realtà consolidata e luoghi comuni, da decenni il territorio del Nord-Est consacra la propria fama al lavoro. Grazie al lavoro si è costruito un territorio, si è trasformato un paesaggio, si è deciso il futuro di un'ampia area geografica. Artisti in residenza: Mattia Balsamini, Kirsti Taylor Bye, Christian Lange, Mårten Lange, Massimo Mastrorillo, Brent Meistre, Karin Apollonia Müller, Josef Schulz, Nigel Shafran, TFTF Docenti: Leonardo Delogu, Hans Gremmen, Stefano Raimondi, Stefania Rössl, Massimo Sordi, Petra Stavast. -
Ricomposizioni architettoniche. Parallelismi e analogie
Le città contemporanee affrontano ogni giorno sfide e quotidianamente reagiscono alle crescenti sollecitazioni ambientali ed economiche, figlie di un inedito nomadismo sociale. Ricordare alcune delle esperienze avvenute in seno ai CIAM degli anni Cinquanta del secolo scorso, ha permesso di individuare spunti progettuali e analogie procedurali tra le ricerche svolte per la ricostruzione della città europea, dopo la tragedia della Seconda Guerra mondiale, e l'impellente necessità di riqualificazione dell'habitat urbano contemporaneo a seguito del collasso economico e culturale degli ultimi anni. Da queste esperienze, dalla possibilità di istituire un'analogia tra la ricostruzione di allora e la riqualificazione odierna prende il via un percorso critico che attraversa spazi, luoghi da vivere e condividere. -
Dentro / fuori le mura. Due residenze universitarie a Perugia
Questo è un libro che racconta di avventure costruttive, ""biografie di pietra"""" e, più semplicemente, """"scritture architettoniche"""". Traccia un percorso che si snoda nel territorio di Perugia rivelando alcune delle più recenti tensioni dell'edilizia universitaria attraverso due casi studio: la riqualificazione della Casa dello Studente in centro storico, l'Itaca International College, e il progetto di una nuova Residenza Universitaria fuori le antiche mura urbiche. Proprio queste ultime, in virtù della loro connaturata funzione di raccordo tra forme dello spazio e del tempo, sono assunte come membrana, cerniera e soluzione di continuità utile ad interpretare il contesto territoriale nel suo rapporto tra città storica e città diffusa, tra urbs e ager, tra recupero e costruzione ex novo, tra realizzato e realizzabile, tra Perugia e la sua Università."" -
Architettura al presente. Moderno contiene contemporaneo
Lo schiacciamento sul presente, proprio del nostro tempo, rende disponibili i materiali del passato per nuove significazioni e ci porta a stabilire relazioni sempre nuove con la sua eredità. La contemporaneità non è superamento selettivo, ma compresenza consapevole di forme e manifestazioni emergenti e residuali. Col moderno in particolare, ci confrontiamo e ci misuriamo continuamente, perché siamo dentro una fase tuttora attiva e operante del processo di modernizzazione. Dal punto di vista del progetto d'architettura, per la città e per il paesaggio, questo apre una stagione che ha il compito di riepilogare il grande disegno della modernità, di coglierne gli aspetti generativi, di trovare - dopo il grande banchetto del progresso - nuovi equilibri per migliorare la qualità del nostro habitat. Il momento è propizio, la crisi, che ci affranca dall'asservimento al potere economico, liberandoci anche dalle tentazioni di inseguire facili profitti e vane autoaffermazioni, ci è d'aiuto per ricentrare la figura e il ruolo dell'architetto nella società civile. -
La casa on/off. Spazi dell'abitare produttivo
Le nuove logiche economiche e sociali che organizzano tempi e modalità del lavoro, hanno oltrepassato la soglia dello spazio domestico, dando vita a nuove forme di relazione tra le funzioni pubbliche delle attività lavorative e l'intimità dell'abitazione. Il binomio spazio produttivo e residenza rappresenta un fenomeno urbano storicamente diffuso soprattutto in luoghi con un alta concentrazione di popolazione. Tuttavia nell'ambito della cultura del progetto contemporaneo, i casi più noti sono confinati alle case-atelier/studio individuali, rivolte ad una committenza ristretta. Il libro, viceversa, propone una rilettura inedita della ""casa produttiva"""" estesa alla scala dell'edificio ad alta densità abitativa, includendo anche attività commerciali e di servizio. Qui il limite tra l'alternarsi della condizione pubblica del lavoro, con quella intima della vita domestica sembra andare oltre le peculiarità dello spazio fisico. La componente relativa al tempo d'uso, disciplinata dagli abitanti stessi, può spingersi fino a definire una sorta di codice binario - online/offline - dello spazio di confine."" -
Paesaggi Minerari. Un progetto per la miniera di Monteponi
Negli ultimi vent'anni si sono stratificate numerose ipotesi per la riqualificazione di Monteponi e molte iniziative hanno consentito di mantenere attivi alcune parti di questo enorme e unico sistema minerario: la sede dell'archivio della miniera, l'AUSI e l'università del Sulcis-Iglesiente, la sede del CESA, il Centro di eccellenza per la sostenibilità ambientale, sono tasselli che devono essere ricomposti in un più ampio sistema progettato. Progettare Monteponi significa confrontarsi con la storia della miniera e i tanti tentativi di una sua rigenerazione e riqualificazione. La sua straordinaria architettura è un complesso sistema di edifici, spazi, luoghi, suoli e sottosuoli, infrastrutture, che solo nella sua unità esprime il vero significato, anche estetico. È un luogo in cui non si può pensare solo all'oggetto singolo, al suo restauro o rifunzionalizzazione, ma si devono comprendere le profonde e critiche relazioni tra gli edifici, le dinamiche ambientali, i residui tossici, la fragilità del sistema e insieme la sua forte resilienza. Questo libro documenta il progetto sviluppato nell'ambito del Laboratorio internazionale di architettura e paesaggio svoltosi a Monteponi (Iglesias) nel 2017. Il tema progettuale aveva l'obiettivo di disegnare un luogo della formazione, della ricerca, dell'università, come spazio internazionale nel quale convogliare risorse, pensieri, persone, studiosi e studenti. La formazione di un ""Campus"""" è possibile con poche e chiare azioni di riordino delle funzioni: la residenza, gli spazi per la didattica, la biblioteca e gli spazi studio, il sistema degli spazi aperti e dei parchi con matrice ambientale, la valorizzazione della vocazione museale. Un grande centro di ricerca e formazione non necessariamente """"originale"""" ma funzionale al raggiungimento di una equilibrata prospettiva di riqualificazione paesaggistica di Monteponi e dell'intero sistema minerario sardo."" -
Upcycle. Nuove questioni per il progetto di architettura
La disciplina dell'architettura può essere considerata un fenomeno complesso in quanto è in un continuo stato in divenire. In questo scenario, tutto contemporaneo, il progetto di architettura registra una fase di transizione, una apertura verso nuovi paradigmi che investono modi e stili di vita quotidiani collegati ai campi di indagine e di ricerca propri delle discipline del pensiero del progetto architettonico, attraverso una serie di scritture parallele, in grado di dover comporre un'altra idea di città. Il rapporto fertile e sempre più necessario, sinergico e dovuto tra energia e spazio, registra il suo ingresso all'interno della riflessione culturale e delle filiere del progetto in architettura, attraverso la definizione di un'equazione profondamente spaziale che determina la qualità della vita quotidiana, modificando le dinamiche della società. È in corso un nuovo barocco, nel quale i nuovi orientamenti dell'architettura hanno necessità di essere discussi e costruiti in campi neutri tra le discipline specialistiche, utilizzando tutte le piste indiziarie. -
Patrimoni inattesi. Riusare per valorizzare. Ex-carceri: pratiche e progetti per un patrimonio difficile
Oggi in Italia e in tutta Europa numerose prigioni sono ormai obsolete e non possono essere più utilizzate. Il problema del loro riutilizzo si fa sempre più urgente. Una volta dismesse, infatti, molte rimangono in stato di totale o parziale abbandono, quando non sono oggetto di interventi di riuso speculativi e non meno problematici. Si tratta di un patrimonio negletto, estremamente stratificato e complesso dal punto di vista storico, architettonico, culturale e sociale, in attesa di essere valorizzato. Patrimoni Inattesi raccoglie diciannove saggi che presentano diverse prospettive critiche, pratiche, esperienze e approcci progettuali per esplorare il tema, ancora poco indagato, del riuso e della conservazione di questo patrimonio difficile, intesi come possibilità non alternative ma complementari. Se assumiamo che il patrimonio non è tale a priori, ma è costruito e prodotto in relazione al ""lavoro culturale"""" che esso può fare nel presente e in virtù di processi di """"gestione e preservazione/conservazione"""" cui è soggetto, quale è il ruolo delle politiche urbane, della progettazione e della conservazione architettonica in questo processo di heritage making? E come un approccio più processuale all'idea di patrimonio può contribuire a ripensare l'intervento sull'ambiente costruito e a sua volta influenzare e informare il progetto architettonico?"" -
Building the landscape. Residential pavilions in the roman countryside
La storia di un piccolo laboratorio di architettura, che negli ultimi dieci anni ha costruito una serie di residenze in una porzione di campagna a nord di Roma, offre l'occasione per condurre una riflessione sul ruolo dell'autorialità nel progetto contemporaneo. Disegni, foto e testi illustrano alcuni aspetti di quello che è stato concepito come un progetto strutturale, mettendo in luce nuove prospettive sulla costruzione del paesaggio italiano. -
Frammenti berlinesi. Eterografia di una forma architettonica
Ogni edificio è un racconto, come anche ogni architetto è un racconto. Se allora tenessimo insieme i due racconti, se cercassimo di vedere dove essi si sovrappongono, avremmo città che sanno raccontare. Come si sa, tutto ciò che sa raccontare è tutto ciò che ha il diritto di rimanere, evitando di cadere nell'oblio. La parola quindi, quando è legata agli edifici ed alle città, ha il potere di rinnovarle, rendendocele sempre più attraenti. È questo l'esercizio che Conrad-Bercah impone a sé stesso: il racconto, o meglio la testimonianza di un'esperienza maturata nel tempo che ci fa scoprire, attraverso una auto-eterografia di una forma architettonica, un autore e insieme lo scenario urbano entro i cui confini si svolge il racconto: Berlino. (Valerio Paolo Mosco) -
Gerusalemme. Ritratti di città
Gerusalemme è senz'altro il caso più noto, a livello internazionale, di città occupata e spazialmente divisa. La complessità spaziale è una caratteristica primaria dell'occupazione. Città da sempre contesa per il suo grande valore simbolico, ogni nuova occupazione, missione e mandato ne hanno configurato e mutato lo spazio. L'attuale Gerusalemme rappresenta l'eredita di cinquantun'anni di pianificazione etnocratica che ha sistematicamente attuato delle politiche di giudaizzazione e de-arabizzazione della città. Architettura e pianificazione sono state usate, rovesciandone i principi fondamentali, come strumenti per frammentare i villaggi e i quartieri, impoverire la qualità della vita e limitare lo sviluppo e la mobilità dei suoi abitanti palestinesi. Una città dove etnia e religione determinano formule diverse di diritti di cittadinanza. Questa guida quindi non ha la pretesa di descrivere in modo esaustivo le meraviglie e la storia millenaria di Gerusalemme, ma rappresenta uno sforzo collettivo per interpretare il ruolo dell'architettura e degli agenti spaziali, nella costruzione, distruzione e manipolazione di una città in conflitto. -
Tensioni. Architetture nei paesaggi
L'attuale concezione dell'architettura del paesaggio spesso si identifica con la disciplina che studia e progetta gli spazi aperti, sia alla piccola scala come viali e giardini, sia alla grande scala come parchi o territori agricoli e boschivi. Questo particolare ambito di interesse è frutto della sedimentazione del retaggio storico del paesaggismo europeo del XVI secolo, il quale tuttavia, non si confronta con le attuali concezioni estetico-ontologiche in materia. Sotto questa lente si esclude, infatti, quella che è la principale espressione architettonica - il volume costruito - e si rimane ancorati a una declinazione naturalistica dello spazio. Questo libro si propone di maturare nel lettore una concezione più ampia della nozione di paesaggio, attraverso riferimenti alle contemporanee teorie estetiche e ai contributi della fotografia moderna; ma soprattutto vuole proporre l'interpretazione dell'architettura ""fisica"""" non come un ente a sé stante ma come un tassello indissolubilmente legato col paesaggio, naturalistico e non."" -
Metamorfosi. Quaderni di architettura (2018). Ediz. bilingue. Vol. 4: Confini sensibili-Sensitive limits.
Il tema monografico, curato da Guendalina Salimei, indaga gli approcci operativi d'intervento sul tema dei Confini Sensibili, nell'intervallo degli ultimi dieci anni del suo T-Studio. Questo numero approfondisce dunque i temi del recupero e della riqualificazione con un approccio multidisciplinare declinando cinque temi chiave: memoria e innovazione, linee d'acqua, macchina dell'abitare, geografie urbane e intersezioni. T-Studio e la sua fondatrice vogliono fornire un contributo teorico e progettuale al tema ""del vivere e dell'abitare i luoghi in maniera sostenibile"""" considerandoli sistemi complessi di relazioni e funzioni.""