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Gioventù d'asfalto
Questo libro è come un bisturi che entra diretto nella carne e nell'anima delle giovani generazioni, e ne svela i segreti. Qui trovate la pelle viva di tanti ragazzi, certi cattivi, altri buoni, alcuni persi... Però tutti «maestri di vita vera». Dopo Gioventù bruciata e dopo Gioventù cannibale, ecco la moderna Gioventù d'asfalto. Anni Ottanta e Novanta, vissuti nel profondo Nordest. -
Siamo uomini o calamari?
"Questo è un libro triple face. La prima faccia è una Lectio Magistralis sulla condizione dell'Uomo moderno che ha l'intento di estirparne alla radice i problemi psicologici. La seconda è un copione di uno spettacolo teatrale, per cui va letta immaginando pause, sudori e luci tipiche di una performance live (se vi sembrerà scritto male non spaventatevi, perché viene interpretato peggio). La terza è una didascalia di illustrazioni, per consentire anche a chi non dovesse avere dimestichezza con le lettere di godere dei messaggi straordinari che, come grasso che cola da un barbecue, grondano dalle righe di questo libro-rivelazione. E' un'opera che fa considerare la saggistica specialistica degli ultimi quattromila anni come un lungo, faticoso e tortuoso lavoro di preparazione. Ad un testo definitivo. Questo.""""" -
Caro Zaia. Vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco
Il libro è una lettera aperta a Luca Zaia, ministro leghista e candidato del centro-destra alla Presidenza della Regione Veneto, e contiene una serrata riflessione sulle ragioni che hanno determinato le importanti affermazioni della Lega negli ultimi anni, e specularmente sui motivi delle ripetute debacle della sinistra, che rischiano ormai di renderla irrilevante soprattutto nel Nordest del Paese. L'autore parte da un'analisi insieme severa e autoironica sui vizi e i difetti del cosiddetto ceto-medio colto e progressista, che è il vero sconfitto di questa fase politica, fino ad arrivare ai problemi di fondo che stanno lacerando la sinistra in tutto l'Occidente, costretta alla drammatica scelta fra tradire se stessa e i propri ideali, oppure tradire i propri elettori di sempre: a farle mancare il consenso trasferendolo in massa alla Lega e alle altre formazioni del nazionalismo localista sono infatti i ceti popolari e gli strati più deboli della società, ai quali fino a ieri la sinistra si proponeva di assicurare rappresentanza e promozione sociale. Un ""tradimento"""" elettorale che è la risposta all'atteggiamento dei ceti progressisti nei confronti degli immigrati, giudicato troppo accogliente dagli italiani poveri, che vedono invece negli stranieri i più pericolosi concorrenti sui terreni del lavoro, della casa e dell'assistenza sociale."" -
Udinese nella storia. Campionato 2010-2011
La sintesi del campionato più emozionante e a tratti contraddittorio della storia dell'Udinese. -
I piedi sul Friuli. Viaggio tra lune, borghi e storie dimenticate
L'autore ci accompagna in un lungo viaggio a piedi, ci mostra il Friuli sconosciuto, abbandonato, dimenticato, il Friuli più vero. -
Storia di Venezia dalle origini ai giorni nostri
Storia di Venezia dalle origini a oggi. La grande storia di una città unica al mondo, nata prima dalle mani di pescatori ex contadini e poi da profughi, in quella Laguna che la renderà inespugnabile. Case sull'acqua come non s'era mai visto: calli, campielli e poi palazzi sontuosi, una piazza e una Basilica che tutto il mondo vede e ama. Undici secoli di storia, un'originale repubblica aristocratica, la ricchezza dal commercio sui mari, l'arte del governare e del bel vivere... Paolo Scandaletti ci accompagna nella millenaria storia di Venezia. -
Storia degli eretici veneti. I secoli dell'inquisizione
«Fortunato tu, perché sai che presto morirai. Pensa invece all'infelice che vive tranquillamente nel peccato, e improvvisamente muore, e va all'inferno. Tu, invece, hai il tempo di pentirti, e procurarti la vita eterna.» Questa era la formula impiegata dai cosiddetti ""confortatori"""", i religiosi incaricati di accompagnare i condannati a morte nel loro ultimo viaggio. In essa era racchiusa l'essenza stessa di quella grandiosa tragedia che fu la lotta alle eresie. """"Storia degli eretici veneti"""", firmato dalla prestigiosa penna di Roberto Gargiulo, narra le incredibili vicende dell'eresia e dell'Inquisizione nel territorio che sarebbe coinciso con l'attuale regione del Veneto, per un arco di tempo compreso tra le origini del fenomeno e il Settecento, con particolare attenzione ai secoli tra l'XI e il XVII, i più cruenti e bui della lotta alle stregonerie."" -
Alberi maestri. Piemonte e Valle d'Aosta
In viaggio tra gli alberi monumentali del Piemonte e della Valle d'Aosta. ""Agli alberi ogni creatura vivente deve tutto e ogni passo di civiltà degli esseri umani è stato possibile solo grazie a loro: dal cibo alle medicine, dal fuoco alla carta, dalle case ai mobili, dai carri alle navi, dalle armi agli attrezzi. Eppure, per troppi sembrano quasi invisibili o appaiono solo oggetti d'uso. Sono invece creature sensibili e capaci di comunicare fra loro e con gli animali, ma sono anche gli unici viventi in grado di ridare equilibrio allo sconquasso ambientale del mondo. È questo ciò che hanno fatto fino dalla loro comparsa, 345 milioni di anni fa""""."" -
Animali di vento
"Vanno, vengono, danzano. Come il vento che non ha confini""""." -
Storia dell'Istria e della Dalmazia. l'impronta di Roma e di Venezia. Le foibe di Tito e l'esodo degli italiani
Terre d'Istria e di Dalmazia. L'impronta di Roma e di Venezia, le guerre, le foibe di Tito e l'esodo degli italiani Terre affacciate sull'Adriatico, legate da sempre alla sponda italiana. I romani fondano Aquileia 181 anni prima di Cristo e da quel porto partono per Costantinopoli e Alessandria d'Egitto, irradiano le loro strade verso le Alpi e i Balcani, l'Istria e la Dalmazia; fondano città come Pola, Zara e Spalato, Sebenico e Ragusa. Dopo Bisanzio, per otto secoli a partire dal Mille l'impronta sarà quella della Serenissima Repubblica di Venezia. Al futuro breve intermezzo di Napoleone segue l'amministrazione austriaca e la Grande Guerra. Poi il fascismo e del 1943 la furiosa ritirata dei nazisti, alla cui violenza fa seguito quella dei miliziani di Tito. Deportazioni, annegamenti e foibe costringono i cittadini italiani ad abbandonare tutto: è l'esodo. La storia di una terra e di un popolo. -
A proposito del destino. Le avventure del reduce Michelangelo Scandola
Il reduce Scandola è la testimonianza vivente di tutte quelle cose con le quali lui, e altri come lui, non poterono loro malgrado evitare di misurarsi: il criminale dilettantismo con il quale l'Italia partecipò al conflitto, lo scarso rispetto per la vita umana nella cultura di quel periodo, la codardia di molti che ebbero posti di responsabilità, ma pensarono solo a se stessi, e la beffa finale dell'amnesia generale di fronte alla tragedia nazionale che avvolse il Paese al termine della guerra. Allo stesso tempo è anche la dimostrazione del potere dell'ottimismo, della vitalità giovanile e di una inevitabile dose di incoscienza le quali assieme spesso creano quella mistura che aiuta a realizzare anche le imprese più inverosimili. D'altronde, anche con la fortuna e il giusto atteggiamento mentale, se non possiedi una fibra adeguata non torni vivo dall'inferno di El Alamein. -
La donna che rincorreva le nuvole
"Conosco le Dolomiti di Forni fin da bambina e da sempre ci ho trovato qualcosa che solo qui esiste. Sono luoghi non solo di villeggiatura, ma dove è possibile ritrovare se stessi, riconnettersi con la natura, coi grandi silenzi, con la verticalità della roccia e la vicinanza delle nuvole, e soprattutto con la componente fantastica che vive in noi. Nel libro ho provato a raccontare la mia Forni, i suoi luoghi e voci e colori. E c'è tra le pagine anche molto dell'io-bambino nell'incontro con i personaggi fantastici che da sempre popolano la montagna. Sono storie di escursioni e di incontri, attraverso sentieri e località, alla ricerca della bellezza, per non lasciarla sola, per condividerla. Un libro omaggio ai luoghi più belli e significativi del Friuli"""". (Paola Cosolo Marangon)." -
Uomini e bestie in cammino
Si è costretti alla sintesi perché intanto si corre, si perde il fiato, si parano le vacche. Lo scampanio è assordante e si deve gridare. Sono racconti brevissimi e per questo intensi, pregni di nostalgie e di antiche amicizie con gli animali e con la montagna. Così imparo opinioni, capisco pezzi di vita, leggo negli sguardi il bisogno di condividere. Ascolto tristezze troppo dense, che non ce la fanno ad uscire dal cuore di chi le racconta, devo intuirne la durezza dalle parole troncate, dalle labbra serrate con forza e dagli occhi lucidi. Ascolto in silenzio, incrocio lo sguardo e senza parlare offro in cambio il poco che posso. Penso che se queste persone raccontano cose private a me, che sono uno sconosciuto, vuol dire che noi esseri umani abbiamo perso la capacità di camminare insieme e di parlare fra di noi. Vuol dire che la mandria crea un'occasione e produce un calore di cui noi umani abbiamo molto bisogno e di cui abbiamo un vago ricordo ancestrale che appartiene alla nostra storia. -
Galvani. Le operaie raccontano
La fabbrica di ceramiche Galvani è stata una bella protagonista nella storia della città di Pordenone. I fiori e i decori multicolore dipinti su piatti, caraffe, vasi e zuppiere sono stati ammirati ed apprezzati per tanti anni, sono più che meritati i complimenti fatti ai Galvani, ai direttori artistici e ai grandi disegnatori per le opere create, per l'ingegno, le capacità e le competenze messe a disposizione dell'azienda. È quasi un piccolo miracolo che la ""Ceramiche Galvani"""", nonostante abbia cessato la produzione negli ormai lontani anni '70, sia molto radicata nei ricordi affettivi dei Pordenonesi. Ancora oggi i suoi manufatti sono conservati con cura come ricordi di famiglia o molto usati quotidianamente, e il vasellame di pregio è molto ricercato nelle vetrine degli antiquari e nei banchi dei mercatini dell'usato. In queste pagine ho raccontato la Galvani prendendo spunto dai ricordi di chi ci ha lavorato ed ha fatto la sua parte per farla andare avanti; ho voluto rappresentare tutte quelle persone facendone rivivere alcune, raccontando quello che erano e quello che hanno vissuto in alcuni particolari periodi storici. Tutto questo è solo la cornice intorno ai veri protagonisti del racconto e cioè i sentimenti provati dalle persone. Sentimenti quotidiani, semplici, ma sempre degni di essere evidenziati perché è con questi che le nostre vite si riempiono."" -
Amianto. I polmoni dei cantierini di Monfalcone
Monfalcone è la città che si affaccia sul punto più a Nord del mare Adriatico. Da oltre un secolo è attivo un cantiere navale che è tra i più grandi d'Europa. Gli operai del cantiere, i cantierini, erano molto orgogliosi di costruire navi belle e imponenti. Ma un giorno, prima uno e dopo altri mille e mille ancora hanno cominciato a respirare male. Molto male. Fino a morire. Li ha uccisi l'amianto. Questo libro racconta la loro storia; se questa storia i cantierini l'avessero saputa prima a quest'ora sarebbero ancora vivi. Qui da noi il silenzio uccide. -
Anime e storie a Polcenigo e Budoia
Molti uomini e molte donne che nel secolo scorso hanno vissuto i drammi delle due guerre mondiali, dell'emigrazione, della fame e delle epidemie, hanno spesso confinato nei meandri della memoria i ricordi. Ciò ha portato spesso a velare i loro racconti o a perderli. Questo libro di testimonianze vivide di storie realmente vissute, raccolte tra gli anziani del territorio pedemontano tra Polcenigo e Budoia, recupera i fatti e le esperienze di chi ha fatto il Novecento. Un libro dedicato a chi c'era allora e a chi verrà domani, come testimonianza di valori quali dignità, doveri, diritti, onore e rispetto. Un libro di storie e fotografie, che vuole anche donare ai lettori allegri racconti di semplice vita quotidiana, quella di tutte le famiglie. Vita nostra. -
Vajont. Il giorno dopo
Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 un boato tremendo scosse tutta la vallata. La frana di roccia compatta era venuta giù di schianto. Era entrata nel lago ed era risalita dall'altra parte della sponda dopo aver cacciato l'acqua. Un'ondata valicò la diga e si diresse verso Longarone. Un'altra risalì la montagna lungo la sponda di sinistra per quasi cento metri di altezza andando verso Pineda e San Martino e travolse tutto nella sua corsa. Erto fu bombardata di sassi, fango, acqua, ma non fu sommersa mentre La Spesse e Frasein che stavano sulla riva destra di fronte alla frana furono spazzate via. Il cataclisma durò non più di 4 minuti e la morte corse rapida lungo le rive del lago e poi nel cantiere della Sade. Molti quando sentirono arrivare l'acqua corsero verso la montagna cercando di guadagnare zone più elevate e, grazie a questo, si salvarono. Tutta la vallata fu avvolta dall'oscurità ed i superstiti, a tentoni, cercarono di trovare i familiari, di prestare loro soccorso, ma erano pochi. E tutti gli altri? Intanto coloro che avevano raggiunto luoghi elevati si organizzarono cercando della legna e accesero dei fuochi. Verso il bagliore di quelle fiamme si diressero i superstiti, come formiche, trascinandosi dietro i bambini ed i feriti. -
La spiaggia di Mestre
Che città è Mestre? Se lo chiedono i tanti turisti che, dopo il ricco itinerario architettonico, artistico e museale offerto da Venezia, nel tardo pomeriggio o di sera camminano per queste strade. Mestre, per tanti, spesso anche per chi ci abita, è una città conosciuta ancora solo superficialmente. I racconti de La spiaggia di Mestre sono il modo migliore per scoprire la città che sta alle porte della laguna. Spaziano dagli incerti anni del dopoguerra, ai mitici anni Sessanta, fino ai grandi mutamenti del nuovo secolo. Pagine che prendono il lettore per mano e lo conducono in una passeggiata attraverso storie, volti, voci, dentro la piazza con la vecchia torre da un lato e il duomo dall'altro, lungo le vie in penombra e sotto i portici degli antichi palazzi, alla scoperta del suo cuore pulsante, di ieri e di oggi. Infine, come dice il titolo, Mestre aveva anche una spiaggia, ma quella, purtroppo, non ce l'ha più. E vive solo in questo libro. -
La Prima guerra mondiale. Diario inedito
L'Undicesima battaglia dell'Isonzo, dal 17 al 31 agosto 1917, fu un massacro. In pochi chilometri quadrati persero la vita 30mila italiani e 20mila austriaci ai quali si aggiunsero complessivamente 160mila feriti e 50mi-la tra dispersi e prigionieri. A distanza di due mesi la Dodicesima battaglia dell'Isonzo definita la battaglia di Caporetto, dal 24 ottobre al 12 novembre 1917, impiegò 257.400 soldati italiani contro 353.000 soldati austriaci e tedeschi. Morirono 13mila italiani con 30mila feriti e decine di migliaia fatti prigionieri. Persero la vita circa 50mila austriaci e tedeschi. Due spaventose carneficine in un piccolo pezzo di terra. Dentro questa terra Pio Rossi raccontò la sua guerra. -
I nostri alpini. Friuli occidentale, adunata nazionale, Pordenone 2014. Ediz. illustrata
"Gli alpini parlano con gli occhi. Basta osservarli, mentre raccontano le proprie storie, per capire i valori profondi che ispirano ogni loro azione. Non divise impeccabili e cappelli perfetti, ma sacrificio e solidarietà. Sempre disponibili verso gli altri, in maniera autentica e disinteressata, sono disposti a dare tutto, senza pretendere nulla in cambio. Chiedere alle penne nere se alpinità è sinonimo di altruismo e unione suona come una domanda retorica. A questo interrogativo, in tanti hanno sorriso, perché la risposta non poteva che essere affermativa. Non sempre riescono a spiegare in maniera esaustiva il loro mondo e i suoi principi ispiratori, e non perché non ne siano capaci, ma perché sono abituati ad agire con il cuore, senza pensarci su. Non si pongono troppi interrogativi: senza attendere ordini, si mettono al servizio di chi ha bisogno. Da qui la difficoltà di tradurre in parole quella che, per loro, è la normalità. 'Lavorare per gli altri è normale'. Tante penne nere hanno messo in evidenza questo aspetto. E l'hanno fatto con un filo di voce, senza troppi proclami. Lo spirito di solidarietà, insomma, fa parte di loro."""""