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Doppio cielo
Ha vent'anni Luisu quando dalle dolci colline della contadina Fraus il padrone lo spedisce in groppa al puledro Baieddu nella città che Mussolini s'è inventato intorno all'industria estrattiva del prezioso carbone sardo. Ignaro, anche se scosso da un brutto sogno premonitore, Luisu è atteso da una vita di miniera, sotto un cielo diverso da quello che ha conosciuto nella sua vita campestre: la volta nera del Pozzo Uno. Stesso destino spetterà al suo cavallo, convertito in bestia da traino per cunicoli asfittici. Però Carbonia e le sue miniere, accettate da Luisu con rassegnazione, sono anche un mondo che raccoglie disparati pezzi di mondo. Nel male, come il capo mezzo teutonico che pare sempre spuntare dal nulla o le insidie del lavoro in miniera; e nel bene, come Dondi il toscano lì confinato perché sovversivo, come l'amore da scoprire quando si torna ai pochi svaghi sotto il cielo di su. Per questo ""Doppio cielo"""" è un perfetto romanzo di formazione, ma dai risvolti imprevedibili, ed è appunto un romanzo su altri """"doppi"""", sulla conoscenza dell'altro, della convivenza/conflitto fra più culture, e soprattutto del """"doppio"""", per non dire del multiplo, che sta dentro ognuno di noi."" -
Il noce. Sul paesaggio tradito
A partire da un fatto, un paese, una condizione di volta in volta ritenuti emblematici di una purtroppo diffusa insensibilità per il rispetto dell'ambiente, Giorgio Todde ha scritto dal 2003 a oggi una serie di pungenti articoli per uno storico quotidiano . Questo libro li raccoglie, rendendo la testimonianza di delitti commessi a danno del paesaggio, e quindi a danno di se stessi, a presente e futura memoria. L'azione degli amministratori, 'padroni del territorio"" e delle comunità che essi rappresentano. I centri storici devastati o snaturati. La confusione drammatica tra 'chi amministra e chi fa impresa"""" che talvolta sono la stessa persona. Il caso clamoroso della necropoli punica di Tuvixeddu. La 'debolezza culturale"""" della società isolana davanti al nuovo e al moderno che spinge un intero popolo a ripudiare il proprio paesaggio e dunque perfino se stesso. L'isola considerata allegoria dell'intera nazione che si divora da sé. Gli interventi di Todde disegnano anni critici durante i quali il paesaggio, peggiora con una velocità mai prima registrata. Descrive la vittoria della ferocia edificatoria sulla bellezza dei luoghi e va, per tutto questo, alla ricerca di un perché."" -
L' amore del figlio meraviglioso
Anni '60 del Novecento: Sardegna. Stranieri venuti dal mare nominano Costa Smeralda quella parte inabitata di litorale che i nativi galluresi chiamano, nel loro sardo-corso, Monti di Mola. Così inizia la favola turistica, un inizio ignorato dalle odierne cronache mondane delle estati ""smeraldine"""". Alle origini di quella favola, e nei profondi retroscena della leggenda, va invece il nostro narratore, per dirci la storia mai detta di un luogo che si ritiene a torto di conoscere. La storia s'incarna nelle vicende e passioni di un'intera famiglia che ha venduto le sue proprietà terriere ai costruttori del paradiso vacanziero. Il patriarca pastore di capre, resistente ma con un destino di spaesamento e sensi di colpa. Una moglie costretta nella mediazione fra vecchio e nuovo. Il luccichio del nuovo che abbaglia due dei tre figli e in particolare la donna, Caterina, tutta tesa all'abolizione incondizionata di un cupo passato. E il terzo figlio, che ha studiato in Continente e alle favole è disposto a crede ben poco. Amore, sesso, modi di vita, senso delle cose e degli uomini... niente sfugge a un cambiamento istantaneo e senza precedenti nella storia dell'Isola, dove due mondi s'incontrano, senza comunicare o integrandosi in suadenti quanto folcloristiche finzioni."" -
È colpa di chi muore
Nella zona portuale di una città innominata, sotto la pioggia di un'alba gelida, un ragazzo spinge una sedia a rotelle con sopra un vecchio inebetito. Il ragazzo entra nell'unico, bar aperto a quell'ora. Porterà il gelo là dentro, fra gli avventori, quando a un barista svogliato e scontroso dirà platealmente che sua madre s'è appena impiccata e che, se non porta subito un caffè al padre sulla sedia a rotelle, si ammazzerà anche il vecchio. Come la vita di Ermes e Ivan, padre e figlio con troppi anni di differenza, sia arrivata fino a questo punto si saprà ascoltando il racconto delle 36 ore precedenti. L'odissea urbana è narrata dalla voce di un ragazzo cresciuto molto in fretta fra una giovane madre modesta cantante d'opera, in fuga da tutti e da se stessa, e l'assistenza al padre, menomato nel corpo e nella mente. Un precipitare di eventi, aperto dall'impatto con la morte violenta, costringe a un'ulteriore comprensione del mondo, che può risultare persino peggiore di come il protagonista se l'era immaginato. E gli avvenimenti impongono una nuova dolorosa lettura del passato che porta alla percezione di una inquietante verità, ma può anche portare a riscrivere il proprio futuro. -
Pro s'indipendèntzia. Ediz. sarda e italiana
Questo libro-provocazione affronta il tema dell.indipendenza della Sardegna nelle sue implicazioni culturali e politiche e nelle sue possibilità. È un atto d'amore, ma tutto concreto e per nulla utopistico, per un'isola che potrebbe trovarsi a una svolta della sua storia, dopo le scelte autonomistiche e le vie di mezzo politiche. Una riflessione stimolante che porta il discorso indipendèntzia fuori dalle secche del separatismo, dentro una visione moderna della autodeterminazione, attraverso la rilettura di concetti cardine come popolo, nazione, insularità, identità, locale e globale, discutendo anche sul ruolo dei partiti e della donna in politica. -
Le indagini dell'imbalsamatore (Efisio Marini)
Il personaggio storico Efisio Marini (1835-1900) medico inventore di una rivoluzionaria tecnica di pietrificazione dei cadaveri, la cui formula segreta è andata perduta con la morte dello scienziato è l'indagatore della serie di romanzi concepita da Giorgio Todde fra il 2001 e il 2007, e ancora in via di sviluppo. Questo volume raccoglie i cinque romanzi che compongono l'intera serie finora pubblicata: dal fortunato Lo stato delle anime (2001) a Paura e carne (2003), proseguendo con L'occhiata letale (2004), E quale amor non cambia (2005), L'estremo delle cose (2007). In una Sardegna ottocentesca, fra i quartieri di Cagliari sul mare e i paesi del centro montuoso dell'Isola, si muove lo spirito inquieto di Efisio, pervaso da un razionalismo e nutrito da inusuali conoscenze scientifiche che servono a smascherare i responsabili di delitti brutali e sofisticati allo stesso tempo. -
Un leone nel cuore
È una gelida giornata di fine autunno 1794. Nel ducato di Brunswick il castello è in fermento per l'arrivo di un ospite illustre. Lord Malmesbury, ambasciatore del re inglese Giorgio III, rappresenta il principe di Galles nel matrimonio per procura con la quattordicenne Carolina. Per i Brunswick, a capo di un piccolo regno, si tratta di una straordinaria e inattesa opportunità. Sconfitti i timori iniziali Carolina parte per l'Inghilterra piena di speranze, consapevole che il suo destino sarà governare quel paese a lei estraneo. Ma per una giovane principessa educata in modo non conforme all'alta aristocrazia britannica, l'ambiente di corte si annuncia carico di insidie. ""Un leone nel cuore"""" trae spunto dalla vera storia di Carolina di Brunswick. Coraggiosa e fin troppo moderna per il suo tempo, questa Lady Diana del Settecento fu tanto amata da re Giorgio e dal popolo quanto invisa alla corte, detestata da un marito assente e corrotto, osteggiata dall'implacabile regina madre."" -
Il nostro padrone
«In quel tempo, circa trent'anni or sono, da Macomer a Nuoro si viaggiava ancora in diligenza, e quasi sempre di notte. La strada era ben tenuta, ma poco frequentata e non sempre sicura; il vetturino, quindi, che era allora un vecchietto energico e dispettoso, aveva cura di frustare i cavalli, e se per caso si addormentava, dopo un attimo si svegliava di soprassalto, bestemmiando. Unico viaggiatore, in quella notte di aprile, era un capo-macchia, cioè uno di quei carbonai per lo più toscani, che in Sardegna dirigono il taglio dei boschi. Era un bel giovane, alto e svelto e dal viso pallido i cui lineamenti regolari avevano però alcunché di duro; e i suoi capelli dritti e i baffi spioventi sul mento forte e sporgente erano dello stesso colore biondo-scuro del suo vestito di fustagno.» -
Nel vuoto arioso del mondo. Storie di lettori, di libri, di letture
In una Sardegna del cambiamento, dagli anni Cinquanta all'oggi, fra aule scolastiche, biblioteche, librerie, abitazioni, empori e persino boutiques prende forma ogni volta una piccola storia. E al cuore di ogni storia: un lettore, un libro, delle letture. Attratta dall'idea di profanare la maestosa biblioteca dello zio, la nipotina di un canonico ruba uno dei libri sacri più preziosi. La signora Adele, ogni pomeriggio, nel suo atelier legge un passo dei Promessi sposi alle apprendiste intente a rifinire i capi. La maestra Caterina Manca è intorpidita nella cattedra della sua aula, davanti alle alunne incuranti di tutto fuorché dell'involucro di indumenti che la avvolge. Sarà, forse, che insegnare non fa più per lei? Nelle sere di settembre, a casa del signor Franco la stireria si trasforma in un teatro: qui, lui e la domestica Rosaria si divertono a recitare libretti d'opera. Maria Assunta potrà mai convincersi di non vivere in un fotoromanzo, affamata com'è di storie d'amore? E un marito geloso può arrivare a esserlo anche delle letture di sua moglie? Nel vuoto arioso del mondo esiste un luogo dove, tra i profumi d'inchiostro, ognuno insegue, a modo suo, un desiderio di libertà. -
Mystery Shopper
Il Mystery Shopper serpeggia fra aeroporti, negozi e call center. Sembra un cliente come gli altri: in realtà è pagato dalle aziende per valutare comportamenti e capacità degli impiegati e far licenziare chi non rispetta regolamenti e standard qualitativi. Nel ramo lui è il migliore. Lavora da solo, se escludiamo una sorella che lo detesta ma, per necessità, è talvolta costretta a fargli da spalla nelle sue battute di caccia metropolitana. Stana le proprie prede con camaleontica impassibilità, impietosendo hostess dal cuore tenero o celandosi al meglio con i commessi più astuti. Un sistema cinico ormai governa tutta la sua esistenza, anche oltre la professione. Così, alla soglia dei quarant'anni il Mystery Shopper non ha amici né affetti. Però qualcosa s'inceppa nel suo mondo di beffarda spregiudicatezza quando una gentilissima sconosciuta gli commissiona un lavoro stravagante, a un compenso cui non può dire di no. Dovrà provare, in anteprima mondiale, la felicità. Bizzarra missione che potrebbe dare risultati imprevedibili, in una divertente escalation di strani incontri e riaffiorare di sentimenti rimossi che, in quel piccolo mondo perfetto, sarebbe meglio non andare a snidare. -
Struttura, soprastruttura e lotta per il diritto
Struttura soprastruttura e lotta per il diritto, a cui Pigliaru inizia a lavorare tra il 1960 e il '61, propone una riflessione sui segnali che, in ambito giuridico, aiutano a verificare lo stato di una democrazia. Quando in uno Stato, formalmente democratico, emerge il tentativo di trasformare il diritto in mezzo di mantenimento, difesa e sviluppo di situazioni di potere costituito, la stessa democrazia è in pericolo. Antonio Pigliaru trascina il lettore laddove avverte che tali aspetti critici emergano con maggior nitidezza: nell'esperienza del diritto agrario, profondamente segnata in Italia dalle complesse relazioni tra proprietà e lavoro e tra consuetudine e legge. -
La piazza e lo stato
La piazza e lo stato nasce come riflessione attorno ai ""fatti di luglio"""" 1960 quando, in diverse città italiane, una serie di episodi di lotta di piazza portarono alla caduta del governo Tambroni. Nel contempo si diede una risposta al tentativo provocatorio di convocare il V congresso del M. S. I. a Genova, città decorata di medaglia d'oro della Resistenza. Antonio Pigliaru in questo saggio si concentra sull'urgenza di un problema per lui centrale: quello del rapporto tra la piazza e lo Stato, a torto e a lungo considerato questione eccezionale, e ad oggi quanto mai d'attualità."" -
Il sorriso sardo
Quando il personaggio-narratore di questa storia arriva in Sardegna, per trascorrere uno dei suoi abituali soggiorni ospite del professor Enquist, non immagina di trovare il disastro. Nella casa in cima al pendio sul mare, l'archeologo svizzero, da anni preda dell'alcolismo, giace esanime sul suo letto: il pavimento della stanza cosparso dei fogli di una sua lunga lettera alla moglie Freia e di un'altra lettera indirizzatagli dal figlio Mikael. Di Freia e Mikael nessuna traccia. Il mutismo ostile dei custodi e delle inservienti di casa non aiuta a capire cosa sia accaduto: nasconde qualcosa e mette paura. La verità sulla catastrofe sarà sconcertante, ha moventi profondi negli anni d'isolamento vissuti dalla famiglia Enquist sulla costa occidentale sarda, trova una ricostruzione in quelle lettere nevrotiche, complementari ai ricordi personali del narratore. Con procedere enigmatico, emerge per gradi la storia di un triangolo familiare con al vertice l'avvenenza conturbante eppure glaciale della svedese Freia: venerata dal marito - al quale però non si concede più da molti anni - e legata morbosamente al figlio Mikael, taciturno ragazzo di bellezza adonica. Ma la vicenda passionale è un groviglio dove s'insinuano anche le attenzioni per Freia dell'antichista italiano Zametti e spunta l'infatuazione per la donna che un tempo ha preso pure il narratore. Su tutto incombe invisibile il controllo da parte degli abitanti del paese nell'immediato entroterra sardo. -
Il «delitto di Regina Coeli»
"Il 29 aprile 1903 il marinaio Giacomo D'Angelo, a seguito di discussioni col capitano della goletta da cui è stato licenziato, è arrestato dai Carabinieri di Fiumicino e tradotto nel carcere di Regina Coeli a Roma per accertamenti. Quasi una formalità, ma dopo qualche giorno D'Angelo inizia a protestare, rompe un vetro e viene immobilizzato sul letto della cella n. 29: le braccia fermate da strisce di tela, i piedi da gambaletti di cuoio, una fascia sulle ginocchia, un'altra sul petto, il tutto assicurato ai ferri della branda. In queste condizioni """"il paziente"""" trascorre due giorni, finché nella notte del 4 maggio comincia a urlare e a dimenarsi. Nelle prime ore del giorno seguente le grida si affievoliscono e poi cessano. Alle 6.30 trovano morente il povero D'Angelo, che si spegne un'ora dopo in infermeria. Su questa tragica vicenda dalla stampa dell'epoca ribattezzata il delitto di Regina Coeli - s'impernia l'appassionato e appassionante racconto di Da Passano, capace di far rivivere un'amplissima documentazione, di riattivare una storia del passato in funzione dell'oggi, perché """"oggi come nel 1903, ogni morte """"da carcere"""" suona come un oltraggio alla convivenza civile in un Paese democratico."""" (Giancarlo De Cataldo)" -
Alberi erranti e naufraghi
Vincitore del premio Libro dell'Anno 2013 di Radio3 FahrenheitIn un'innominata ma riconoscibile Sardegna settentrionale si intrecciano i destini delle famiglie Arca, Nonne e Branca. Piero e Giuliano Arca, padre e figlio, vivono ai margini della città in un casolare pieno di animali feriti che loro raccolgono e curano. In città risiedono i Nonne: il capofamiglia Sebastiano, una moglie sottomessa e due figli: l'adorato Michelangelo, militare di carriera, ed Emilio, deprecato per le sue mollezze e per l'amicizia indecorosa con Giuliano Arca. Infine i Branca: Edoardo, notaio di lungo corso, e la figlia Maddalena che nella grande villa di famiglia convivono in un'armonia che sarebbe perfetta se lei non s'innamorasse di Michelangelo Nonne, sgradito al padre della ragazza. Gli accadimenti ricevono una spinta prepotente quando Piero Arca scompare in una giornata di neve insanguinata dalla carneficina di tutte le sue bestie. Inizia così per Giuliano il viaggio alla ricerca del padre, un viaggio carico d'esperienze che lo riporterà al punto di partenza, dove gli eventi potranno prendere una piega imprevedibile, rimescolando le sorti di tutti i personaggi di questo quarto romanzo di Capitta. -
Alan Sagrot
Ravenna, primi anni Cinquanta. Come ogni giorno, Mirto Benazzi è sceso in bicicletta dalla collina per andare in città ad aprire la sua rivendita e affitto velocipedi, dove oggi si è presentato un cliente forestiero che ha noleggiato un velocipede e attrezzi di scavo. In seguito, ogni sera, quell'uomo bizzarro riconsegna il tutto incrostato di fango. Mirto si domanda dove e perché se ne vada a frugare lo straniero, e una sera gli offre un bicchiere di vino per vedere di capirne qualcosa. È l'inizio di un tortuoso mistero. Per nulla avvezzo all'alcool, l'uomo si congeda dimenticando un grosso pacco dentro il quale Mirto trova una specie di macchina per scrivere mal funzionante. Sarà l'amico Memorio Ballanti, erudito bibliotecario, a riconoscervi un congegno messo a punto in tempo di guerra dalle forze alleate per decifrare i messaggi in codice delle macchine ""enigma"""" tedesche. Quando i due amici vengono a sapere che lo straniero si chiama Alan Sagrot, l'arcano si complica: si sa che Sagrot è l'inventore della macchina codificatrice ma si sa pure che è morto in missione di guerra. La strana coppia d'indagatori dovrà fare i conti con una storia densa di molte altre sorprese."" -
Storia della Sardegna sabauda. 1720-1847
In questo lavoro storiografico del 1984, Sotgiu ricostruì e analizzò una fase storica cruciale per la fisionomia della società sarda e i processi che prefigurano la costruzione dell'Unità d'Italia. Col trattato di Londra la Sardegna passa dalla Spagna ai Savoia, che ne prendono formalmente possesso nel 1720. Vittorio Amedeo II assume così il titolo di Re di Sardegna. Da allora, una serie di viceré piemontesi governerà l'Isola formulando progetti di rinascita economica nel quadro della politica di «assolutismo illuminato». Discontinua e velleitaria, la politica riformatrice sabauda si scontra con l'acuirsi dei conflitti sociali, soprattutto nelle campagne. Negli anni Novanta falliscono i tentativi francesi di sfruttare a proprio favore la crisi sarda, mentre si estende un vasto movimento antifeudale, culminante nei moti rivoluzionari del 1793-96. Più tardi, con Carlo Felice e Carlo Alberto riprende la politica riformatrice, stavolta comportante profonde trasformazioni nella struttura socio-economica sarda e l'abolizione del feudalesimo. Nel 1847 si realizza la fusione perfetta dell'Isola con gli stati sabaudi di terraferma: è la fine del Regnum Sardiniae e l'inizio di una epoca nuova che porterà la Sardegna a essere «una delle regioni periferiche dello Stato italiano». -
L' errore
Cagliari: il cadavere dell'adolescente Liliana Zulla viene rinvenuto nel cimitero monumentale di Bonaria: dai primi riscontri appare evidente la violenza sessuale. Gli indizi portano l'ispettore Manno e il sostituto procuratore Vischio a indagare sul giovane schizofrenico Filippo Mò, amico della vittima. Ma i due investigatori devono subito affrontare la reticenza dello psichiatra Paolo Baneduro, estremamente protettivo nei confronti del ragazzo. In parallelo si scandaglia l'ambiente scolastico di Liliana, dove troviamo la conturbante professoressa Mavi Virdis. Su questi e altri fronti d'indagine si presenta un intrico di depistaggi, lettere anonime e una sistematica evasività delle parti: un quadro dai contorni mobili in cui s'innesta l'omicidio di un'altra donna. L'emergere di nuovi elementi scompagina il quadro probatorio iniziale ma sconvolge anche personalmente Manno e Vischio e per i due uomini crolla il confine tra vita privata e professionale. In un crescendo di intuizioni improvvise, rovesciamenti di prospettiva, coinvolgimento dell'opinione pubblica, l'intera città una Cagliari in bilico fra atmosfere mediterranee e cupezze cimiteriali - guadagna un ruolo insospettato. -
Cenere calda a mezzanotte
Il cuore abbrustolito di un maiale al rogo è un'eredità pesante per la famiglia Mammaiòni. Un patto d'amore legava l'animale a Bonaria, uccisa dal taglio di un vetro infetto. Nella piccola città di Aristànis, Antonio e i tre figli da quel giorno sono in lutto. Ma Bonaria lascia il calco di sé ovunque. Vive nell'inquietudine del figlio Giomaria (bello, ironico, disperato), si riflette nello specchio che tormenta il vedovo di casa Mammaiòni, e nello sguardo scuro di Angelo, il Divino, in grado di leggere i destini altrui. Da sempre, lungo la Strada di Peppi Enna due vicine usano spettegolare nei loro cortili che ospitano limoni, susini e fantasmi di seminaristi. Qui, fra aliti di chiacchiere e calunnie, è cresciuta Luisetta il cui mondo è segnato dai deliri di una madre ostaggio di Coittèdda il demonio, dai consigli sgangherati di Maria Carta riparatrice di ossa e ombrelli. La vita intanto scorre fra fiamme di amori nascenti, ceneri di affetti perduti e un vento di voci che si solleva da un altro cortile. Le strade percorse dai personaggi si incrociano dando corpo a un romanzo corale e tragicomico di insolita sensibilità. -
Testamenti: Lettere a una monaca-Altre procedure
Sotto il titolo complessivo di Testamenti si raccolgono le due serie di scritti di Mannuzzu in origine comparse settimanalmente sul quotidiano Avvenire. Nella prima, alla finzione delle lettere indirizzate a una vecchia monaca benedettina si affida una confessione pervasa di un sentimento della fine da cui scaturisce un bilancio esistenziale individuale ma proiettato su una dimensione globale. «Verbali» esistenziali di un ottuagenario quelli inseriti nella seconda serie Altre procedure. Emerge pagina dopo pagina la dote di impostare nella brevità discorsiva problemi storici attuali di grande ampiezza (consumismo, mercificazione, globalizzazione, il fallimento della politica), intrecciandoli con i temi eterni della sofferenza, della disuguaglianza, del rapporto col divino, e innervandoli dei valori della solidarietà, dell'etica, della responsabilità. Colloqui e soliloqui provocano nel lettore riflessioni e pongono interrogativi grazie a uno stile incisivo e al tempo stesso dilemmatico, dove il rapporto con la fede diviene una «lotta con Dio». Il breviario d'inizio millennio di un originale umanesimo cristiano, da leggere nel suo fluire narrativo o da meditare per singole pagine.