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Sola andata
Nel caos di sentimenti che spesso significa l'adolescenza si inoltra questa breve quanto intensa storia di amicizia, di furore giovanile e di rivalsa. Volpe, Claudio e Denis sono amici divisi nella competizione. Per vincere il torneo interparrocchiale di pallanuoto, l'allenatore don Sazzini vi ha iscritto due squadre e la sorte ha deciso che Claudio e Denis, nella stessa formazione, saranno avversari di Volpe, portiere nell'altra. Il giorno della sfida, dopo un rocambolesco finale di partita, accade nel chiuso degli spogliatoi qualcosa che minaccia anche l'amicizia del trio di tredicenni. Qualcosa che ne fa risaltare, nel bene e nel male, le diverse personalità: Volpe leale e sincero, Claudio debole e remissivo, Denis invidioso e meschino. Dopo quella partita che sembra dover decidere tutto nella vita dei ragazzi, gli eventi prendono la via insidiosa del ricatto e conosceranno rapidi ribaltamenti fino all'inatteso finale. Tanto è convulso e difficile diventare grandi: perché crescere ""è come partire con un biglietto di sola andata in tasca ... iniziare un viaggio, che fa male e rende felici allo stesso tempo. Un viaggio che sembra non cominciare mai e quando ci si rende conto che si è partiti è già tempo di scendere dal treno""""."" -
In tràmuta. Antropologia del pastoralismo in Sardegna
Questo saggio analizza le dinamiche culturali che hanno interessato il settore pastorale sardo a seguito delle trasformazioni occorse negli ultimi sessant'anni, con una particolare attenzione alle problematiche dell'ultimo decennio. Il volume intende stimolare una riflessione su uno dei fenomeni più importanti e radicati del panorama economico e socioculturale della Sardegna. Un fenomeno peraltro segnatamente attuale, a seguito di recenti accadimenti che hanno sensibilizzato anche l'opinione pubblica. Per questo ""In tràmuta"""" è in grado di suscitare la curiosità di un pubblico eterogeneo: dal lettore comune alle varie figure impegnate nel sistema pastorale, fino agli specialisti che si occupano di pastoralismo da un punto di vista economico, agro-zootecnico, sociologico, ecc. Di particolare interesse il lavoro risulta per quegli antropologi che hanno visto nel pastoralismo un precipuo filone di studi, e rispetto al quale il presente saggio vuole costituire una prosecuzione e un aggiornamento."" -
Pasquale Fancello Crodazzu
Questo libro racconta l'avventurosa vita di Pascale Fancello detto Crodazzu (Dorgali 1891 - Roma 1953), affascinante quanto poco nota figura di anarchico sardo. Gli autori ripercorrono i passi di una movimentata esistenza, segnata da un carattere ribelle e sensibile alla causa degli oppressi. Dalla giovinezza dorgalese, alle lotte operaie in Liguria, Francia e Belgio, da fuoriuscito avverso al regime fascista. Dall'esperienza della guerra civile spagnola al ritorno a Dorgali, in prima linea nelle rivendicazioni contadine, fino agli anni romani vissuti da militante e polemico pubblicista. Con uno sguardo che spazia fra fonti documentarie e testimonianze orali, fra storia individuale e Grande Storia, gli autori restituiscono un ritratto inedito dove la vicenda del singolo si fa ""paradigmatica di ciò che è stata la vita di tanti militanti e combattenti che si sono opposti alla dittatura, che hanno sognato un mondo nuovo, e che per un lungo periodo hanno creduto di poter costruire un cambiamento vero e sono stati poi disillusi dalla politica di sempre""""."" -
Memorie della farfalla
Nel 1944 la speranza di trovare un militare americano che la aiuti a ristabilire i rapporti epistolari col marito Dino Giacobbe (rifugiato negli Stati Uniti dopo il dilagare nazista in Europa), spinge la madre dell'allora adolescente autrice a compiere l'avventuroso viaggio da Nuoro a Cagliari, con la muta ma rassicurante compagnia della figlia-crisalide. Nei molti anni che da allora sono passati, la farfalla che quella sera a Cagliari silenziosamente mise le ali ha continuato a volare facendo in luoghi diversi esperienze delle quali spesso ha sentito il bisogno e il dovere di scrivere. Ora, la farfalla ormai ottuagenaria ha perduto il desiderio di viaggiare ma non ha perduto quello di rievocare e di narrare. La positiva accoglienza fatta allo scritto che apre questo volume (A Cagliari con Glenn Miller del 2010), dove Maria Giacobbe narra di quel suo primo incontro del '44 con la concretezza della guerra, l'ha incoraggiata a ripensare ad altre sue esperienze politiche fatte negli anni '80-'90, quando ancora la guerra fredda teneva in scacco il pianeta. Quelle esperienze - la democratica Danimarca, la orwelliana Corea di Kim Il-Sun, il Nicaragua post-Somoza, lo stato di Israele con ciò che ancora restava della Palestina - delle quali Maria Giacobbe ha di volta in volta scritto in sedi editoriali danesi, non hanno perduto di attualità. -
L' angelo esposto
Una città senza nome, cinquant'anni fa. Il più grande funambolo di tutti i tempi, l'enigmatico Repulsky, esegue il suo numero al di sopra di un fiume in piena. Un bambino - figlio di Vassilis Garbo, esponente di spicco del Partito di maggioranza del Paese - sale sulla balaustra del ponte, in preda a una trance emulativa del suo idolo, e cade nei vortici fangosi davanti al pubblico impotente. A portarlo in salvo sarà lo stesso Repulsky, che subito dopo viene trascinato via dai gorghi, scomparendo per sempre. Stessa città, oggi. Lo scenario politico del Paese è radicalmente mutato: la vecchia classe dirigente è stata debellata e la supremazia della famiglia Garbo è andata sgretolandosi. La quotidianità del figlio di Vassilis, ormai uomo, si consuma fra le asettiche stanze dell'ufficio intercettazioni del Ministero e le confortanti mura domestiche divise con la compagna, la Signorina Enne. Insieme a lei, cieca e affetta da una grave malattia, imbastisce lunghi e fantasiosi racconti ispirandosi alle conversazioni telefoniche intercettate al lavoro. La situazione cambia all'improvviso quando Medina - tutore di Garbo in seguito alla prematura morte dei genitori - viene trovato senza vita. Altre misteriose morti seguiranno, facendo emergere poco alla volta inquietanti collegamenti fra le vittime e il lontanissimo affaire Repulsky... -
La quercia e la rosa. Storia di un amore importante di Grazia Deledda , con lettere autografe
Con il supporto e la riproduzione fedele di quasi trenta lettere autografe di Grazia Deledda a Giovanni de Nava, Ludovica de Nava - nipote di Giovanni ricostruisce una storia, vera e quasi sconosciuta, che illumina uno spaccato della vita della grande scrittrice. È il 1894 quando Giovanni (poeta, pubblicista e conferenziere che, appena ventunenne, aspira a uscire dal mondo provinciale della Calabria) s'imbatte in novelle, versi e saggi della ventitreenne Deledda. Così decide di scriverle per iniziare un rapporto di amicizia. In breve il rapporto si trasforma in amore. Per mesi la coppia gode del suo mondo immaginario, e s'illude che tutto sia possibile. Ma la realtà sta per presentare il proprio conto: le famiglie non vedono di buon occhio la relazione, e intendono esercitare la loro influenza. Fra documento (le lettere) e finzione si snoda l'avvincente storia della passione fra la rosa di Sardegna e la quercia di Calabria, sullo sfondo della storia collettiva di fine secolo (le lotte e le conquiste del Partito Socialista, la repressione dei Fasci Siciliani, il terremoto in Calabria); verso un finale tutto a carico della finzione, ma non improbabile e tutto da scoprire. -
Morire per una notte
Nessuno in tutta la città riesce a sfuggire alla verità che una mattina del 1793 appare nel golfo di Cagliari, quando la flotta francese tenta d'invadere la Sardegna. La Storia esplode in faccia alla piccola nobiltà della città alta e a una plebe che assomiglia mortalmente ai suoi capi. Inizia l'attesa paurosa dei cannoneggiamenti e l'attesa speranzosa dell'arrivo delle milizie da tutta l'Isola, ma non è sospesa la vita dentro la città murata, dove un giudice tiene stretto un idolo sanguinario di giustizia, un prete oppone ai cannoni un simulacro di religione, un nobile cerca di conservare il suo mondo che invece va in frantumi, i ""novatori"""" tentano di saltare in groppa agli avvenimenti che vogliono disarcionarli. Quando cala la notte, fra gli occupanti delle navi minacciose alla fonda e personaggi importanti della città in terraferma corrono rapporti segreti di cospirazione. Ma un chiarore guida le azioni di Galatea Ruju e di Joseph Nièpce, uno di quelli che portano il """"nuovo"""" dal mare. Nella luce sovrumana del golfo, che non finisce neppure quando appare il buio, Joseph e Galatea moriranno, anche se solo per una notte."" -
Le banditesse. Storie di donne fuorilegge in Sardegna
Tre ritratti di banditesse sarde vissute in periodi differenti. Donna Lucia Delitala (Nulvi - Settecento): a capo di un esercito personale imperversò nel nord Sardegna con stragi e razzie. Mai catturata, sparì improvvisamente nel nulla. Ma prima che la sua scomparsa diventasse leggenda ne trovarono il corpo arso nell'incendio di una sua casa, abbracciato stretto a quello di un uomo del quale non si seppe mai niente. Maria Antonia Serra-Sanna (Nùoro Ottocento): detta Sa reina (La regina) per il potere di morte e malefatte esercitato assieme ai fratelli latitanti, Elias e Giacomo. Nel 1899 è condannata a 20 anni di carcere. Recita la sentenza: ""Triste figura di donna dal cuore perverso quanto i suoi fratelli, crudele con le vittime, eccitatrice e consigliera con ogni modo possibile dei banditi"""". Paska Devaddis (Orgòsolo Novecento): indicata fra gli assassini di Antonio Succu nell'ambito della faida (disamistade) che insanguinò dal 1905 al 1917 il paese di Orgòsolo, si diede alla latitanza e morirà di tisi a 25 anni, in una grotta del Supramonte, assistita dal fidanzato e dai banditi. Fu trovata sul tavolo di casa, vestita con il costume della festa."" -
L' ultima trasfigurazione di Ferdinand
Il talento per la recitazione permette a Ferdinand Lieber d'inabissarsi nei personaggi fino al limite estremo della trasfigurazione nell'altro da sé. Ferdinand fa presto i conti con la benedetta maledizione di queste metamorfosi: appena bambino perde un dente per il ceffone di un padre che detesta vederlo travestirsi. Ferdinand cresce silenzioso e appartato. Unica consolazione è la tomba del fratellino morto. Quel piccolo, morto anni prima che lui nascesse, portava il suo nome e cognome e l'idea di un doppio adagiato nella terra accompagnerà per sempre le sue giornate. Inizia così la vicenda umana del grande Lieber, come lo chiameranno quando l'amore per i travestimenti confluirà nell'amore per la scena e lui diverrà ""attore mai eguagliato"""". In un'Europa tormentata dalla minaccia della guerra, Ferdinand, gigante della scena, passa di trionfo in trionfo. Eppure, una dura rivelazione mostrerà la misera sostanza della sua arte, e sarà l'esilio. Ma una piccola isola mediterranea lo accoglie. Una ragazza, Stella, è il solo interlocutore di questi mesi di pace. E al disincanto potrebbe seguire l'ultima grande trasfigurazione."" -
Il mio vero nome
In fuga dal proprio passato, un uomo senza nome vuole comprare una seconda vita da Mr. Poof, specialista in sparizioni di vecchie identità e nell'inventarne di nuove; professionista con due regole: non aiuta gli assassini e - se vuoi la busta gialla con i tuoi nuovi documenti - deve piacergli la tua storia. L'autoritratto del protagonista delinea un avvocato che sa di non esserlo davvero e che sostituisce l'ortodossia del ruolo con la propria: sopravvivere a qualunque costo, nelle pieghe oscure del sistema. Ci riesce, ma arriva l'incontro con Elvire, fascinosa e instabile collega che ha in testa progetti molto pericolosi. Qui inizia una nera vicenda di morti ammazzati gravitante intorno a una vecchia borsa che qualcuno vuole riavere a tutti i costi, vaso di Pandora di un pezzo di storia italiana legato al misterioso ""quinto uomo"""" che avrebbe avuto un ruolo nel sequestro dello statista Aldo Moro. Ma fino a che punto potrà essere considerato vittima o carnefice il personaggio-narratore in questa storia fatta di verità sempre vacillanti? Occorrerà farsi accanto a Mr. Poof per valutare un racconto salvifico fatto di azione e visioni lisergiche, razionalità e affabulazione rapsodica."" -
Noi non sapevamo. Lingua, turismo, industria, basi militari, ambiente. Testo italiana e sardo
In ritardo nel leggere i segni dei tempi per fare scelte convenienti. Incapaci di valorizzare le proprie risorse che altri sfruttano a loro profitto. Basta osservare gli eventi degli ultimi cinquant'anni per fare una dolorosa constatazione: noi sardi non sapevamo! Non sapevamo che nel turismo il capitale non è tanto l'investimento finanziario quanto la qualità del bene ambientale. Noi non sapevamo quale lascito di inquinamento, malattie e disoccupazione avrebbe portato l'industrializzazione petrolchimica. Oggi, noi sappiamo quali scelte fare negli investimenti economici e culturali? Parrebbe proprio di no, dato che l'ambiente non viene visto come la risorsa fondamentale per la crescita della Sardegna. La sfida decisiva per la Sardegna oggi è la conoscenza, l'intelligenza delle scelte, la capacità di leggere la cifra del proprio tempo nel confronto con la globalità. È fondamentale innalzare i livelli dell'apprendimento-insegnamento scolastico e della formazione professionale: tutta la società sarda deve ""andare a scuola"""" per poter fare scuola. Il libro di Bandinu indica questa e altre vie ragionando su cinque temi: Lingua (e Scuola), Turismo, Industria, Basi militari, Ambiente."" -
Alberi, arbusti e erbe della Sardegna. Ediz. illustrata
Una guida fotografica sulle principali specie di alberi,arbusti e erbe della Sardegna. Nel volume dopo una breve introduzione e alcune tavole morfologiche, vengono presentate le singole specie attraverso una scheda descrittiva, corredata da una o più foto a colori di alta qualità. L'opera si completa con un glossario dei principali termini scientifici utilizzati e gli indici col nome scientifico, in sardo e italiano delle specie catalogate. -
Fiori spontanei della Sardegna. Ediz. illustrata
Una guida fotografica sulle principali specie di fiori spontanei della Sardegna. Nel volume dopo una breve introduzione e alcune tavole morfologiche, le singole specie vengono presentate attraverso una scheda descrittiva, corredata da una o più foto a colori di alta qualità. L'opera è completata da un glossario dei principali termini scientifici utilizzati e dagli indici col nome scientifico, in sardo e in italiano delle specie catalogate. -
Il carro di Tespi
Sulla soglia della fine, un ottantenne si rivela nelle proprie memorie in cui nomina se stesso con l'acronimo A.G. Una vita ben presto segnata da avverse vicende familiari: un padre merciaio che ostacola la propensione all'arte di A.G., obbligandolo alla vita di bottega; una madre vinta dal dolore per la morte di numerosi figli e per il tradimento del marito con la vedova Speranza, da cui ha avuto Rosalìa N.N. ""la matta"""". Ottant'anni sono molti, soprattutto se si raddoppiano, e triplicano, grazie al mestiere del protagonista: attore e autore di commedie. Tante vite alle spalle, nessuna davanti a sé, il commediografo scrive la sua ultima farsa caricandola di equivoci e inseguendo un antico sogno: quello del teatro popolare ambulante, un carro di Tespi trainato da cavalli o elefanti in viaggio nell'isola dal cielo colmo di pipistrelli. Amico di A.G. è Sesetto, talentuoso poeta, omosessuale macchiatosi di pedofilia e tollerato da una comunità complice, perché Sesetto è molto ricco ed esercita un potere sulle persone. E poi c'è un rapporto coniugale ruvido a cui non si può rinunciare in una famiglia solita a riti detestati dall'anziano artista, e c'è, infine, la vera protagonista del romanzo: una superbia onnipotente affidata a una penna dall'inchiostro azzurro capace di inaspettate delicatezze. Di azzurro si colorerà A.G. fino alle radici del ricordo più antico."" -
Anninnora
«I poeti si sentono speciali/ e forse hanno ragione,/ risvegliano ovvietà che per noi tutti/ sonnecchiano in penombra» scrive Angioni in questa sua raccolta dal titolo sardo antico e misterioso di Anninnora, come a volerci informare della sua poetica, e ne conclude che: «Si pretende speciale/ il poeta, che forse lo sarà/ ogni volta che arrivi all'umiltà/ di farci riscoprire il più normale/ come una sorprendente novità». Ma nel far ciò, il poeta va «in cerca di soccorso e di compagni/ di gioia o di sventura: la sorpresa/ bella o brutta/ così magari cresce/ si rischiara trascesa/ quando riesce/ (come dicono più filosofie/ e ancora più teologie,/ estetiche e semiologie)/ in dimensioni insospettate/ e sovrumane dismisure». Dunque i poeti «Non sono eccezionali,/ la vita è eccezionale, ci sorprende/ specie col risaputo/ di nascere e amare e morire». I poeti «si lasciano sorprendere di più». -
La Sardegna tra Arborea e Aragona
Il 14 giugno 1323 l'esercito della Corona d'Aragona, al comando dell'infante Alfonso, sbarca in Sardegna e avvia la conquista dell'Isola. Per la gran parte degli storici inizia così la tormentata storia della «Sardegna aragonese», una Sardegna destinata a subire il dominio iberico. Questo libro, ricostruisce un'altra e più complessa storia: quella del drammatico confronto, militare, politico e di civiltà sviluppatosi nel XIV e XV secolo tra il giudicato di Arborea, e la Corona d'Aragona. Nella narrazione dell'«epopea arborense» emergono figure, eventi e processi di straordinario rilievo, nell'Europa tardo-medievale che con la guerra dei Cento anni tra Francia ed Inghilterra e con la sfida nel Mediterraneo tra Genova, Venezia e Barcellona va incubando i germi della modernità: lo Stato moderno, l'economia di mercato, la cultura umanistica e scientifica. La vicenda sarda non è un semplice riflesso di questa «grande storia», ma una sua parte importante, come confermano le pagine sull'emancipazione delle campagne dalla servitù, sulla genesi delle istituzioni rappresentative, sull'intensa produzione giuridica, di cui la Carta de Logu di Eleonora è una delle più alte espressioni europee. -
I ragazzi del veliero
«Io proprio non me lo sarei immaginato che una giornata iniziata in modo così noioso dovesse poi diventare la più emozionante della mia vita.» Così, rivelando doti da romanziere tessitore di attese, principia il racconto di Marco, il bambino protagonista e voce di questa storia. Quel giorno che diventerà il più emozionante della sua vita, Marco si sveglia presto nella casa sulla spiaggia di Cala Mirto. Nel pieno delle ferie estive, i genitori si godono ancora qualche ora di sonno e Piero e Lalla, gli amici vicini di casa con i quali il bambino ogni giorno gioca e fantastica, sono andati in città. Perciò lui si annoia in giardino, finché non vede un veliero comparire nel golfo. L'attenzione diventa curiosità quando vede sbarcare due uomini e una donna indaffarati con una pesante cassa. La curiosità si fa desiderio di scoperta quando vede due ragazzi che, furtivi, si gettano in mare dal veliero all'ancora e raggiungono a nuoto la costa. Lo spirito avventuroso di Marco lo porterà a imbattersi in una storia molto più grande di lui, che parte dalla lontana sponda orientale del Mediterraneo devastata da una guerra da cui è necessario scappare. -
Il cammino lento dell'ombra
L'ombra - preavvertita da Talla, l'indovina - accompagna Frantziscu fin dalla nascita, nell'infanzia e nell'adolescenza. A volte gli si mette di traverso nel cammino, minacciando la salute del corpo, più spesso sta al suo fianco muta e fedele. Poi Frantziscu emigra dal suo paese di Barbagia e va a Milano, per proseguire gli studi dopo la laurea e frequentare la Scuola Superiore delle Comunicazioni Sociali, e l'ombra si eclissa, forse si smarrisce nei riflessi delle vetrine o nel traffico della grande città. Frantziscu s'immerge nella vita metropolitana piena di stimoli, vivendo il ritmo concitato di un'esistenza attiva, entusiasmante, così lontana dal tempo lungo e disteso del suo paese sardo. Eppure, nel flusso vorticoso di esperienze, forse ormai estenuato, il passato riemerge in visioni sempre più ostinate e inquietanti: la piega sulla bocca di una nonna segnata da lutti strazianti, un antico voto che ricompare vestito di un piccolo saio di Sant'Antonio, le parole della profezia di Talla... L'ombra ritorna accanto a Frantziscu quando, dopo quindici anni, rientra in Sardegna, e lo guida - custode pacata e sollecita - nella nuova esperienza di un'isola in profonda trasformazione. -
Il mantello del fuggitivo
Efisio Marini (1835-1900), medico inventore di un'originale tecnica di pietrificazione dei cadaveri, è l'indagatore di un ciclo letterario concepito da Giorgio Todde fra il 2001 e il 2007. Dopo più dieci anni torna con ""Il mantello del fuggitivo"""" lo spirito tormentato di Marini, in una storia ambientata fra la Napoli adottiva e la Cagliari natia, da dove è scappato, malvisto dalla comunità e sgradito all'ambiente universitario. Ed è in una torbida Napoli che all'imbalsamatore viene chiesto di conservare per sempre il corpo della tredicenne Marcellina, assassinata dentro una casa abbandonata dove l'ha attirata una musica modulata da un fischiettìo celestiale. Il temperamento scientifico di Marini sfocia presto in una ricerca della verità, attorno alla quale iniziano a gravitare Argante Solera, ras del porto che vive rintanato nel suo battello, l'avvocato Ernani Massente con il suo aiutante dall'aspetto primordiale, il pianista Thalberg, la conturbante Alcina che negli anni ha reso potente il gesto seduttivo di schiudere il mantello. La follia omicida seguirà Efisio anche in un suo ritorno alla matrigna Sardegna."" -
Sulla faccia della terra
Una notte di luglio del 1258, Mannai Murenu, giovane garzone di vinaio, si ritrova morto e sepolto nella presa e distruzione della città di Santa Gia da parte dei pisani. Settant'anni dopo invece racconta di come si salva e poi con altri si rifugia in un'isoletta dello Stagno di Cagliari, già lebbrosario e adesso sgombra, dopo che i lebbrosi sono stati catapultati a infettare la città assediata. Inizia così la narrazione delle molte avventure di un gruppo di rifugiati nell'Isola Nostra: oltre a Mannai, due sediari, Paulinu servo allo scriptorium di un convento, Vera donzella nobile, Akì schiava persiana, il vecchio ebreo Baruch, tre soldati tedeschi di ventura, Tidoreddu pescatore dello Stagno, il cane Dolceacqua, poi il fabbro bizantino Teraponto e altri fino a oltre un centinaio. Nei guai della guerra si fingono lebbrosi, così protetti dal terrore del contagio. Inventano una vita di espedienti, protagonisti lo Stagno e la voglia di viverci liberi, in una grande avventura collettiva.